Duecento scienziati per scoprire il frigo magnetico

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Duecento scienziati per scoprire il frigo magnetico
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poi un volo che l’ha scaraventato a una decina di
metri di metri di distanza. Sergio Audisio, 48 anni, carabiniere in servizio nella caserma di
Morozzo, nel Fossanese, è morto all’ospedale Santa Croce di
Cuneo alcune ore dopo l’incidente avvenuto a Vicoforte
Mondovì. Quando è stato urato
da un’auto, era in sella alla sua
moto, una Yamaha 1000. Lo
scontro è avvenuto sulla statale
per Ceva, all’altezza di una galleria. Stava andando a Mondovì. Alla guida dell’auto, una
Toyota Yaris, una neopatentata di 19 anni del Vercellese: è indagata per omicidio colposo.
Audisio, residente a Monastero
Vasco, a pochi chilometri dal
luogo dell’incidente, era sposato e padre di una bimba. «La notizia della sua morte ha scosso
la nostra piccola comunità spiega il sindaco Giuseppe Zarcone - e rilanciato il problema
della pericolosità della statale
che unisce Mondovì a Ceva».
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STATO sospeso dopo poco
più di un’ora lo spettacolo
torinese dei Creators On
The Road, tredici ragazzi popolarissimi su YouTube che portano
in tour le loro performance, cantando e recitando per un pubblico di giovanissimi che li aspettavano fuori dai cancelli fin dal primo mattino. Troppa gente e troppo caldo: alcuni genitori si sono
lamentati e davanti all’Hiroshima Mon Amour di via Bossoli sabato sera sono arrivati i vigili ur-
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bani e i carabinieri, che hanno
mandato tutti a casa prima della
fine del concerto di Michele Bravi, HMatt, Sofia Viscardi e gli altri beniamini dei teenager.
Una delusione per 790 persone, tante ne hanno contate le forze dell’ordine, nonostante la capienza massima del locale fosse
di 350. «Guasto a impianto di condizionamento. Per sicurezza siamo costretti ad annullare spettacolo. Ci dispiace troppo, vi teniamo aggiornati», hanno postato
su Twitter gli organizzatori alle
21.57. «In realtà l’impianto di
condizionamento nel locale non
esiste, è obbligatorio solo avere
un sistema di aerazione che era
regolarmente in funzione — spiega Mauro Boglione dell’Hiroshima — Certamente in questi giorni le temperature sono molto alte e questo si ripercuote all’interno. Ma nessuno si è sentito male,
ci teniamo a dirlo». In effetti due
lievi malori sabato si sono verificati, ma di pomeriggio, quando
sotto il sole la folla — ragazzini
molto giovani, quasi tutti sotto i
14-15 anni, accompagnati dai genitori — ha aspettato l’apertura
dei cancelli. Qualcuno anche per
più di dodici ore visto che i primi
si sono visti in via Bossoli intorno
alle 8 del mattino e il passaparola
narra di una madre che si è alzata alle quattro per un posto in prima fila con la prole. E, forse sfiniti dall’attesa, alcuni genitori
quando hanno visto che all’interno il caldo era soffocante hanno
preferito chiamare le forze
dell’ordine.
La decisione di sospendere lo
spettacolo — che a Torino era alla penultima tappa della tournée, conclusa ieri a Milano —
non è andata giù alla maggior
parte degli spettatori e ci sono
stati numerosi pianti tra gli adolescenti. «Buttato via 4 ore di
viaggio, 100 euro più 45 di biglietti e un giorno di riposo. Un
viaggio di ritorno con due ragazzine distrutte che aspettavano
questa data dal primo giorno dalla pubblicazione», ha commentato su Facebook Giuliano D.
«Meglio le lacrime per una delusione che quelle per una tragedia che può succedere quando le
persone sono accalcate in un luogo che potrebbe contenerne la
metà — ha replicato sui social Sara V. — Avevo posto la questione
che ai fini della sicurezza si dovessero calcolare più persone di quelle inizialmente previste, dopo
che era saltato fuori l’obbligo, prima mai formalmente indicato,
che ci fosse un adulto ad accompagnare gli under 16. Ma nessuno mi ha mai risposto».
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tolto un campo magnetico. «Il ciclo di
compressione ed espansione che nei
frigoriferi convenzionali riscalda e poi
raffredda il fluido refrigerante, nei frigo
magnetici viene sostituito dal processo
di magnetizzazione e smagnetizzazione
di un solido», sintetizza Vittorio Basso,
presidente della conferenza e
ricercatore dell’Inrim. La tecnologia è
nota dagli anni 30, ma finora era
rimasta confinata nei laboratori. Ora
promette di entrare anche nelle case,
attraverso frigoriferi o condizionatori
più efficienti, più silenziosi, più piccoli e
privi di fluidi refrigeranti che possono
essere nocivi per l’ambiente. TUFQ
casciarsi a terra in via
Wuillermin, zona Barriera di Milano, e contorcersi tendendosi la pancia. Quando ha
chiamato il 118 non immaginava che quell’uomo, un guineano di 45 anni, appena atterrato
con un volo dall’Africa, fosse un
narcotrafficante che aveva ingerito 90 ovuli di cocaina per
un compenso di mille euro.
Per fortuna nessuno degli involucri si era aperto e al pronto
soccorso i medici hanno giudicato le sue condizioni non gravi: lui stesso ha raccontato di
aver già espulso una decina di
ovuli e le radiografie hanno accertato la presenza nell’addome di molte altre decine. L’ospedale ha dunque chiamato la
polizia e gli uomini delle Volanti, accertata la situazione, lo
hanno arrestato per detenzione di stupefacente. La polizia
sta anche indagando per ricostruire il viaggio della droga e
individuare altre persone coinvolte nel traffico di droga.
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ATEMI un magnete e vi creerò
un frigo ecologico», si
potrebbe dire, storpiando
Archimede. È ciò che promettono i 200
studiosi che oggi arrivano da tutto il
mondo per la settima edizione della
“Conferenza internazionale per la
refrigerazione magnetica a
temperatura ambiente”, che si svolge a
Torino Incontra fino a mercoledì con
l’organizzazione dell’Istituto nazionale
di ricerca metrologica. La tre giorni
ruota attorno a una tecnica di
produzione del freddo basata su
materiali (detti “magnetocalorici”) che
aumentano o riducono la propria
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passaggio, l’arrampicata — ma anche l’alpinismo e la speleologia — non è più stata la stessa
di prima. Si sono chiamati “Mucchio selvaggio”, i rivoluzionari che hanno sovvertito il
mondo della montagna all’inizio degli anni
Settanta, e uno di loro, forse il più rappresentativo, era Roberto Bonelli. Aveva 62 anni e se n’è andato sabato sulla parete della
Draye, sopra Ailefroide, nel Delfinato francese. Alla fine della via “Spit on Cup”, mentre scendeva in corda doppia verso il sentiero alla base, è scivolato ed è precipitato.
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«Impossibile che sia stata un’imprudenza
— commenta Paolo Oliaro, che con Bonelli
ha arrampicato, viaggiato, è sceso in kayak
dai torrenti alpini, ha inventato il canyoning — Lui era così prudente, mi buttava
via le corde perché sosteneva che fossero
vecchie. Avrà avuto un malore, non è stata
un’imprudenza».
E lo conferma Giulio Beuchod, già presidente delle guide alpine piemontesi, anche
lui compagno d’avventure di Bonelli: «Era
fin maniacale nella sicurezza, sempre attentissimo, così differente da quel che faceva negli anni Settanta». Allora, nel gruppo
che aveva rotto con la tradizione dell’alpinismo classico piemontese, introducendo ad
esempio l’uso delle scarpette di tela con la
suola di gomma flessibile, al posto dei pesanti scarponi di cuoio, si era distinto in realizzazioni impressionanti: la Fessura della
Disperazione sul Sergent, nella valle
dell’Orco, con Danilo Galante e Piero Lenzi,
nel 1974, o, qualche anno più tardi, la prima ripetizione della terribile fessura sul
Masso Kosterlitz, nei pressi di Ceresole Reale, una spaccatura verticale di meno di dieci metri nella quale si sono rotti le dita fior
di arrampicatori famosi.
Praticava anche le grotte e nel 1984 firmò con Giovanni Badino una guida per Zanichelli su “Gli abissi italiani”. Quarant’anni fa, nel 1976, era all’ingresso dell’Abisso
Cappa, una data fondamentale per il soccorso speleologico: un salvataggio per la
prima volta con le corde, anziché sulle pesanti scalette metalliche. Sabato sera i reduci di quell’impresa — Oliaro, Giorgio Baldracco, Badino, Andrea Gobetti — stavano
festeggiando la ricorrenza, quando hanno
saputo della morte di Bonelli: aspettavano
anche lui, hanno potuto solo ricordarlo.
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