Comunicato Stampa ASSOFERR Come non

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Comunicato Stampa ASSOFERR Come non
Comunicato Stampa ASSOFERR
Come non essere d’accordo con l’applauso che il Parlamento Europeo ha rivolto alla dura presa di
posizione del nostro Romano Prodi: o l’Europa si muove verso gli intenti della sua Carta
Costituzionale o è preferibile avere una Europa a due velocità.
Purtroppo dal punto di vista del grande ed allargato settore ferroviario e multimodale siamo già di
fronte a due o più velocità.
A Firenze il gruppo FS, tramite il suo Servizio di Certificazione della Sicurezza dipendente da RFI,
non ha indicazioni dal suo CdA (Cipolletta, Moretti e Clemente Carta) e tanto meno questi dal
Ministro Bianchi, di riconoscere – interpretando purtroppo alla lettera le direttive europee - come
interlocutori i proprietari e gli investitori dei carri ferroviari privati. Gli auspicati investimenti
privati a favore della Ferrovia vengono sostanzialmente invisi ma anche offesi fino al punto che la
stessa Trenitalia, pur prestandosi, unica ancora a farsi carico dell’immatricolazione nel proprio
parco dei carri privati, finisce, come tutte le altre Imprese Ferroviare, a perdere traffico per lunghi,
dannosi, burocratici e non competenti giudizi del CESIFER. Quindi la velocità scelta dall’Italia in
Europa è quella più lenta.
Il Servizio non certifica validi i carri privati italiani per la Rete italiana (al contrario di quanto
avviene in altri Paesi d’Europa!) se non sono collegati a Imprese di trasporto!
D’altra parte nel Tunnel della Manica vengono interdetti i treni merci, per le poche tracce, per
l’aumento delle tariffe, per la vessazione di una “multa” di fatto a chi non adopera la trazione SNCF
(5.000,00 Euro a treno)! Nessuno in Italia ha reagito a questo Diktat.
Peggio che mai, a causa dei disservizi, in Francia e in Italia, vengono penalizzati progetti e trasporti
di vero riequilibrio modale. Di fatto avvengomo trasferimenti dalla modalità intermodale al tutto
strada di ben 100.000 tonn/anno, su un percorso di 3.000 km con l’utilizzo del Frejus e del
Montebianco. Il reale rischio è che tornino su strada altre centinaia di migliaia di tonn/anno sia dal
nord che dal sud Italia con grave danno per gli Operatori Ferroviari privati oltre che per l’Operatore
pubblico
Per il 13 giugno Di Pietro ritiene che sulla TAV in Val di Susa ci sarà una nuova empasse.
Intanto il 14 giugno tra il Cantone del Vallese e il Cantone di Berna in Svizzera, non aderente alla
U.E. si aprono 34,6 km di un Tunnel di base soprattutto per treni merci. Niente tecnologia di A.V.;
referendum popolari positivi, finanziamenti provenienti dai pedaggi autostradali, tempi certi e
rapidi, costi perfettamente individuati e rispettati.
Continua intanto la forte incidenza, nella Logistica, della Germania, con le sue Poste e la sua
Ferrovia, ben separate e ben impegnate al livello internazionale anche nella grande convention di
due/tre giorni in cui viene coinvolto tutto il Governo e i vari land, in ottobre, a Berlino, ogni anno
per consolidare l’alleanza confindudria / trasporti.
Da noi finalmente il Consiglio Tecnico-Scientifico per il Piano della Mobilità, con qualche nome
illustre, tra cui spicca il Prof. Rodolfo De Dominicis, new entry, Professore Universitario,
Presidente dell’Unione Interporti Riuniti, Presidente del Network Cluster (22 milioni di Euro dal
Governo), rappresentante di Interporti Siciliani, urbanista incaricato per il porto di Gioia Tauro ha
iniziato a lavorare a fine maggio 2007 dopo il primo annuncio del Ministro nell’inverno 2006. Dai
Trasporti alla mobilità il viaggio è lunghissimo.
Il Presidente
Giuseppe Pinna