La Cedu, il velo islamico ed il rapporto di lavoro pubblico: la laici
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La Cedu, il velo islamico ed il rapporto di lavoro pubblico: la laici
La Cedu, il velo islamico ed il rapporto di lavoro pubblico: la laicità prevale sulla libertà religiosa di R. Galardi - 10 giugno 2016 La Corte europea dei diritti dell’Uomo, a maggioranza dei componenti della sezione, afferma che non è contrario alla libertà di manifestare la propria religione (di cui all’art. 9 della Cedu) il mancato rinnovo in una struttura pubblica francese di un contratto a tempo determinato di una lavoratrice a causa del suo rifiuto di togliere il velo islamico nell’esercizio dell’attività lavorativa. La Corte muove dal riconoscimento dell’importanza del principio di laicità dello stato e di imparzialità della amministrazione pubblica francese per confermare gli esiti dei precedenti gradi di giudizio interni che avevano sempre riconosciuto la legittimità della condotta dell’amministrazione pubblica. All’affermazione generale della necessaria neutralità del servizio pubblico, poi, la Corte aggiunge il rilievo della peculiarità della struttura (ospedaliera psichiatrica) in cui operava la lavoratrice: la garanzia della laicità dello stato impone di prevenire tutti i rischi di influenza o di parzialità nei confronti dei pazienti proprio a tutela della libertà religiosa di questi ultimi. Si ritiene di segnalare, per completezza, che la condotta dell’amministrazione ospedaliera è stata tutt’altro che ineccepibile. Dalla sentenza emerge in primo luogo che sin dal colloquio preassuntivo la lavoratrice si era presentata con il velo e, in secondo luogo e soprattutto, che la lavoratrice aveva prestato l’attività lavorativa per oltre un anno indossando il velo. In questo quadro è interessante la dissenting opinion di uno dei giudici della Corte. Raffaele Galardi, assegnista di ricerca nell’Università di Pisa Visualizza il documento: Corte EDU, 26 novembre 2015 c/o STUDIO LEGALE MAZZOTTA - Borgo Stretto, 52 - PISA - Tel. (050) 540152 - 540512 - Fax 541167