Sciare in Trentino, sciare sicuri
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Sciare in Trentino, sciare sicuri
sport P Parlare di neve, di sci, di piste… ora? Certo, per qualche riflessione sulla stagione ancora pienamente attiva, con particolare attenzione al variegato mondo che fa dello sport invernale la propria professione, come i maestri di sci. Turismo-neve È dell’autunno scorso l’Assemblea annuale del Collegio dei Maestri di Sci del Trentino, buona occasione per alcuni approfondimenti che aggiorniamo ad oggi durante una schietta intervista con il Presidente del Collegio, Luciano Maturi. Anzitutto abbiamo già qualche indicazione sulla prima parte della 56 Sciare in Trentino, sciare sicuri stagione sciistica. In “Monitur” (organo di informazione dell’Osservatorio Provinciale per il Turismo) nel numero del gennaio 2008 si riportano i risultati di un’indagine recente, con una buona conclusione:“L’avvio di questo inverno è considerato migliore dello scorso anno”. Grande soddisfazione è espressa dagli operatori di settore, soprattutto con riferimento agli ambiti turistici “con forte prodotto neve”, come Fiemme e Fassa, Rendena e Campiglio, Valle di Sole, Paganella, Primiero. Anche le prenotazioni per il primo trimestre 2008 sono registrate sui livelli dello scorso anno o più elevati. Chiediamo a Luciano Maturi come vede – dal suo osservatorio privilegiato – lo stato di salute del “turismo-neve” in Trentino:“Ci manteniamo su un buon livello, ma ci sono segnali di decadimento. Un punto base: non c’è proporzione positiva tra gli investimenti e i rientri economici; la stagione dello sci ha troppi periodi vuoti, con parte di clientela attirata su ‘pacchetti a basso costo’ che rischiano di creare un ambiente turistico di scarso profilo, con conseguente perdita della buona clientela”. È lo stesso approccio critico, eppur propositivo, che appare dall’indagine dell’Osservatorio Provinciale, dove tuttavia gli elementi neil Trentino La parola ai maestri di sci e all’Osservatorio provinciale per il turismo Il presidente del Collegio Maestri di Sci, Luciano Maturi. gativi sono meno accentuati rispetto ad anni precedenti:“In particolare, gli intervistati evidenziano l’efficacia della comunicazione circa lo stato delle piste e sulla sciabilità e il buon lavoro di promozione diretto alla domanda”. Quanto ai “pacchetti a basso costo”, si precisa che “le testimonianze sulla scarsa capacità di spesa degli ospiti risultano quest’anno più contenute”. Non solo neve Parlando con il direttore dell’Osservatorio Provinciale per il Turismo, Gianfranco Betta, riceviamo un altro importante spunto di riflessione, quando dice: “Attenzione, non tutti coloro che vengono in Trentino d’inverno lo fanno per sciare o solo per sciare: apprezzano in primo luogo ‘l’effetto paese’ e amano sentirsi ‘residenti fra i residenti’, fruendo delle molte opportunità territoriali”. La risposta non può che essere una complessiva strategia, con interazioni fra tutti i soggetti operanti sul territorio. Lo conferma anche Luciano Maturi: “In Trentino, ma non solo, c’è la tendenza a pensare ciascuno per il Trentino di Franco Sandri sè, senza cercare le buone intese. Istituzioni pubbliche, associazioni degli albergatori, impiantisti, maestri di sci, operatori sociali e culturali… dovrebbero coordinare le loro attività per renderle meno costose e più efficaci, attraverso collegamenti durante tutto l’arco dell’anno”. Su prospettive più ampie Gianfranco Betta afferma: “Il ciclo di vita dello sci è nella fase di maturità. Scia sempre meno gente. L’attrazione di mete balneari, anche nel periodo invernale, è in costante crescita rispetto alle settimane bianche”. È una prospettiva pesante, che comunque può essere mitigata e anche sovvertita da un’offerta turistica più diversificata e di qualità. Sciare bene – Sciare sicuri I Maestri di sci in Trentino sono oltre 2.100 e le Scuole di sci sul territorio provinciale sono 45. Periodicamente nasce dibattito sul ruolo di questa compagine di professionisti della neve, anche in funzione della sicurezza. “Anzitutto una premessa – dice Maturi –. In collaborazione con la Provincia, ormai da anni miriamo all’obiettivo di creare il ‘professionista Maestro di sci’, che sia figura completa, selezionata con rigore e culturalmente preparata; un professionista che sia “testimone” delle bellezze turistiche e culturali del Trentino e che sia ‘buon maestro’ anche per i comportamenti sulle piste”. Ogni anno si ripetono incidenti, talvolta anche gravi. È ancora cocente e incancellabile il dramma della ragazza che l’8 febbraio scorso ha chiuso la sua vita su una pista del Trentino. “Le regole ci sono – ricorda Luciano Maturi – ma devono essere conosciute e fatte osservare. Fondamentale è l’informazione, purchè sia precisa e finalizzata. I drammatici episodi passati e recenti (Tonale, Andalo, S.Martino) secondo me sono stati annunciati e analizzati in maniera troppo rapida, come fatti di cronaca, senza quegli approfondimenti che creino mentalità nuova e comportamenti corretti. Le piste da sci non sono luoghi di pericolo. Gli sci – come la bicicletta, il nuoto e il mare, la roccia, la vela, i viaggi all’estero, ecc. – sono occasione di divertimento, se si 57 osservano facili regole. Sciare deve restare un grande piacere!”. Il coraggio del nuovo Su questi temi è utile qualche citazione di una lunga conversazione con i protagonisti di un progetto nuovo: da due stagioni è operativo in Paganella un gruppo di Maestri di sci fatto di giovani e con idee giovani, significativamente convergenti su quanto affermato sopra. “Questa associazione è sorta per dare alle nostra professione una forte carica di innovazione e di qualità. L’essere un gruppo formato solo di giovani, pur con alle spalle esperienza pluriennale e tutti exatleti Fisi, facilita il rapporto tra noi, l’organizzazione e la didattica”. Durante la chiacchierata si ritorna di continuo su concetti come passione, qualità dell’insegnamento, attenzione ai singoli, voglia di novità. “I nostri allenatori da agonisti e poi gli istruttori dei corsi, gli anni di esperienza sulle piste accanto ai ‘vecchi’ maestri… ci hanno dato volontà per fare da soli. Da soli, ma non in contrapposizione con altre esperienze, anzi pronti ad accettare critiche, purchè dirette a creare offerte di qualità”. Idee e concretezza. Questi ragazzi hanno da subito fatto un scelta di sicura efficacia: le lezioni sono rivolte o a singoli o a gruppi con un massimo di 5 persone. “Rispettiamo le idee di altre scuole, ma su questo intendiamo impostare la nostra didattica: mai oltre 5 per gruppo. Riteniamo che sia una questione di qualità, di più facile rapporto con le singole persone, di efficacia nell’insegnamento, di sicurezza”. E si discute sul come armonizzare l’aspetto economico con la qualità dell’insegnamento, come inserire questo lavoro nelle attività promozionali del turismo, come creare rete tra il molti operatori della zona. Riportiamo altre affermazioni: “I 58 corsi per maestri di sci in Trentino garantiscono gli aspetti tecnici, ma meno l’aspetto didattico” – “Ha ragione Luciano Maturi quando dice che il nostro turismo tiene, ma che va difeso dal pericolo di decadimento con un’offerta di qualità e diversificata” – “Abbiamo incominciato con qualche apprensione. Dopo un anno la gente che viene da noi è molto aumentata, dunque la strada è giusta, solo migliorabile con gradualità” – “Bene quanto fa la Provincia per la promozione del turismo. Resta da creare sulle singole aree un effettivo coinvolgimento di tutti gli operatori turistici per il consolidamento e il rilancio del turismo, ascoltando anche i giovani”. La conversazione va sul tema della sicurezza. Uno di questi maestri che aveva seguito pur da lontano la recente disgrazia sulla pista Gaggia della Paganella, commenta: “È triste e incredibile che una ragazza venga in Trentino per godersi giornate di neve, di sole, di allegria e, invece, finisca così! Dobbiamo fa- re di più e meglio, tutti, perché lo sci resti una festa”. E per ‘tutti’ intendono quelli che hanno responsabilità delle piste o vantaggi da esse: impiantisti, addetti alla sicurezza, forze dell’ordine, vigili urbani, maestri di sci, accompagnatori, genitori; ma anche amministrazioni comunali, soggetti dell’economia, ecc. “Azioni comuni, anzitutto per un’informazione martellante, che entri nelle teste e crei ‘cultura del rispetto per sé e per gli altri’, e nello stesso tempo per intervenire e interrompere i modi di sciare pericolosi”. Questi giovani mettono in evidenza che la loro scelta della qualità, del piccolo gruppo, del rapporto didattico è certamente finalizzata anche a uno sport sicuro: “Il nostro obiettivo non è certo orientato all’agonismo. Tendiamo far sciare bene e sciare bene è base di sicurezza”. Dunque un buon segnale di aria giovane e di creatività. NNN il Trentino