"VIAGGI CON L`ESPERTO" Trittico Indonesiano tra
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"VIAGGI CON L`ESPERTO" Trittico Indonesiano tra
Indonesia "VIAGGI CON L'ESPERTO" Trittico Indonesiano tra natura e cultura Viaggio di 18 giorni / 16 notti dal 30/07/2014 al 16/08/2014 In compagnia di Anna Canuto 1° giorno - Partenza dall'Italia per Singapore Partenza da Milano con volo di linea per Singapore. Pasti e pernottamento a bordo. 2° giorno - Arrivo a Singapore e proseguimento per Medan. Proseguimento per Bukit Lawang (circa 110 km) Arrivo di primo mattino a Singapore e proseguimento per Medan. Medan si trova nella parte nord dell’isola di Sumatra che è sicuramente la regione più visitata dell’isola, perché offre incredibili laghi, vulcani e diverse etnie. Sumatra Nord si estende dall’Oceano Indiano allo Stretto di Malacca ed è abitato appunto da diversi gruppi etnici, dei quali il più numeroso è quello dei malesi stanziati sulla costa affacciata sullo Stretto di Malacca, seguito dai cinque gruppi batak che vivono sugli altopiani intorno a Danau Toba e Pullau Samosir. Medan è il capoluogo di Sumatra Nord e la terza città più grande dell’Indonesia. Molti sono i contrasti che la caratterizzano: ricchi quartieri di periferia con splendidi edifici coloniali olandesi e costruzioni di materiali scadenti, dove vive la maggior parte della popolazione. Il termine medan significa ‘campo’ o ‘campo di battaglia’ e in effetti tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo la zona circostante l’allora piccolo insediamento fu un campo di battaglia per l’egemonia tra i due regni di Aceh e Deli. Medan rimase un villaggio di piccole dimensioni fino a buona parte del XIX secolo e cominciò a svilupparsi solo con l’arrivo degli olandesi e in particolare in seguito all’opera di un intraprendente colono di nome Nienhuys che nel 1865 introdusse la coltivazione del tabacco. La città fu poi scelta nel 1886 come capoluogo della provincia di Sumatra nord. La città non offre grandi attrazioni: la parte vecchia con alcuni edifici coloniali in stile europeo; il palazzo Istana Maimoon, costruito dal sultano di Deli nel 1888, il cui interno unisce elementi architettonici della cultura malese, islamica, spagnola, indiana e italiana e la Masjid Raya, la Grande Moschea, con la sua particolare cupola nera, commissionata dal sultano nel 1906 e in stile marocchino. Proseguimento per Bukit Lawang. Pensione completa e pernottamento al Bukit Lawang Eco Lodge. (www.ecolodgebukitlawang.com) Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it 3° giorno - Giornata dedicata alla scoperta, a piedi, della flora e della fauna del Gunung Laser National Park L’attrazione principale di questa Bukit Lawang è il Bohorok Orang-utan Viewing Centre, istituito nel 1973 per insegnare a questi animali a sopravvivere nella natura dopo un periodo trascorso in cattività o ad adattarsi a un nuovo habitat nei casi di ricollocazione in altre zone in seguito al disboscamento. La distribuzione del cibo a questi animali, costituisce ancora una grande attrazione. Il Parco Nazionale di Gunung Leuser è un parco nazionale di 7927 km² situato lungo i confini tra le province di Sumatra Settentrionale e Aceh. Si estende dal mare alle montagne comprendendo paludi, vari tipi di foreste pluviali e dodici importanti fiumi. Nel parco si trovano quasi la metà delle novemila specie vegetali conosciute nell'area indo-malesiana occidentale, almeno 325 specie di uccelli e 130 specie di mammiferi. Abbastanza grande per dare sostentamento ad alcuni grossi mammiferi ormai in via di estinzione in altri Paesi, tra cui l'elefante e il rinoceronte di Sumatra, il parco ospita anche molti primati: oranghi, siamanghi, gibboni dalle mani bianche, presbiti della Sonda di Thomas, macachi dalla coda di porco e dalla coda lunga e il notturno lori gracile. Il parco è una delle ultime roccaforti degli orangutan. Attualmente questa scimmia vive solo a Sumatra e nel Borneo. Con i più grossi esemplari maschi che pesano fino a 90 kg. l’orangutan è il mammifero arboricolo più grande del mondo. Nonostante la sua taglia, si muove con grande agilità, dondolandosi su piante rampicanti e rami oppure usando il suo peso per far oscillare gli alberi più piccoli avanti e indietro in modo da poter raggiungere quello successivo. Orang hutan è un termine malese che significa ‘persona della foresta’ e ci sono diversi miti e leggende che circondano questo animale. Sono essenzialmente vegetariani e normalmente si nutrono di frutta, germogli e foglie, oltre che di noci e corteccia di albero. Talvolta si cibano anche di insetti, uova e piccoli mammiferi. Sono piuttosto longevi e tendenzialmente solitari. Crescono lentamente e hanno pochi cuccioli che rimangono con la madre fino a un’età compresa tra i sette e i dieci anni. La giornata di oggi sarà dedicata alla scoperta della flora e della fauna del parco che visiteremo a piedi. Pensione completa e pernottamento al Bukit Lawang Eco Lodge. 4° giorno - Ritorno a Medan e proseguimento per la città di Berastagi, sull'altopiano di Karo. Durante il percorso, sosta al villaggio di Peceren per visitare il mercato e le case tradizionali Karo Batak (circa 135 km) Dopo la colazione, ritorno a Medan e proseguimento per la cittadina di Berastagi, sull’altopiano Karo. Nonostante la cittadina non sia nulla di particolare è situata in una zona splendida, circondata da lussureggianti prati degli altopiani Karo e dominata da due vulcani: il Gunung Sinabung a ovest e il fumante Gunung Sibayak a nord. Essendo situata a un’altitudine di 1300 m, la cittadina ha un clima fresco e nelle vicinanze si trovano numerosi villaggi tradizionali karo batak. Lungo il percorso, sosta al villaggio di Peceren per ammirarne le case tradizionali. I batak sono un popolo proto-malese che abitavano le montagne della Thailandia settentrionale e della Birmania. Quando sbarcarono sulla costa di Sumatra, questi popoli si diressero quasi subito nell’entroterra e stabilirono i loro primi insediamenti nei dintorni del Lago Toba, dove le montagne li potevano proteggere da eventuali invasioni. I batak erano uno dei popoli più bellicosi di Sumatra e la pratica del cannibalismo rituale, è sopravvissuta fino al 1816. Sono un popolo dedito principalmente all’agricoltura. Per lungo tempo schiacciati tra le due roccaforti islamiche di Aceh e Sumatra Ovest, hanno finito per essere sottomessi dagli olandesi che hanno diffuso il cristianesimo. Oggi sono principalmente protestanti, anche se molti praticano ancora una miscela di credenze e di rituali animisti tradizionali. L’elemento più distintivo della cultura batak è l’architettura tradizionale. Le case sono costruite su palafitte alte fino a 2 m e hanno il tetto a padiglione (karo) o a schiena d’asino (toba), con le due estremità che terminano con una punta aguzza e assomigliano alle Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it corna di un bufalo. Sono tradizionalmente in legno e hanno il tetto in fibra di palma da zucchero. I frontoni sono generalmente abbelliti da mosaici e sculture e lo spazio sotto la struttura è utilizzato per tenere animali domestici. Pensione completa e pernottamento in camere de luxe del Grand Mutiara Hotel. www.grandmutiarahotel.com 5° giorno - Nel tragitto verso l'isola di Samosir, nel Lago Toba, sosta a Tongging per ammirare la cascata di Sipsopiso (circa 140 km) Dopo colazione, lasciamo Berastagi verso sud per raggiungere la località di Parabat sulla sponda orientale del lago Toba. Lungo il percorso, sosta alla cascata di Sipiso-Piso, la più alta dell’Indonesia (120 m), circondata da una vegetazione lussureggiante. Nasce da un piccolo fiume sotterraneo dell’altopiano di Karo che si ‘getta’ da una grotta che si trova sopra il lago Toba. Il nome significa lama, a causa proprio della forma della cascata. Un’altra sosta nel villaggio di Pamatang Purba per ammirare le case tradizionali (rumah bolon) dei capi dell’etnia dei simalungun batak. Il termine ‘Purba’ è il nome della dinastia. Il regno della dinastia Purba cominciò nel 1624 con il primo re, Tuan Pangultop Ultop e continuò fino al 1947 con il 14° e ultimo re, Tuan Mogang, dopo il quale il regno dei Simalungun Batak fu integrato nell’Indonesia indipendente. Tra le abitazioni tribali, di notevole pregio la casa del re (rumah bolon). Questa casa lunga era costruita su palafitte con il legno di tek. I timpani dell’abitazione erano decorati con disegni rossi, neri e bianchi, i colori dei Batak, che avevano un significato particolare dove, il bianco rappresentava lo spirito sacro, il rosso il modo di vivere e il nero la magia nera. Nel primo pomeriggio, arrivo a Parabat, sul lago Toba. Il lago Toba occupa una caldera vulcanica, completamente ricoperta d’ignimbrite. Ulteriori ricerche dimostrano che le ceneri di riolite che l'eruzione emise si trovano sparse in un raggio di 3000 km. Esse interessano oltre all'isola di Sumatra anche la Malesia e l'India e se ne trovano anche sul fondo dell'oceano Indiano e nel Golfo del Bengala. L'eruzione del supervulcano è fatta risalire a 70-78.000 anni fa. Essa è ritenuta una delle più catastrofiche degli ultimi 500.000 anni. Secondo i ricercatori del Michigan Technological University, il volume del materiale eruttato era all'incirca di 2800 km³ di cui circa 2000 km³ di ignimbrite e 800 km³ di ceneri che seppellirono l'intera regione sotto numerosi metri di depositi. Si calcola che nella regione attorno al vulcano esse raggiunsero un'altezza superiore ai 400 metri e sedimenti di oltre 4 m sono presenti in molte regioni indiane. L'eruzione ebbe luogo nell’arco di più settimane e alla fine l'intera regione collassò lasciando un grande cratere che si riempì d'acqua e al centro una nuova montagna che oggi raggiunge i 1600 metri di altitudine e che forma l'isola di Pulau Samosir, grande quasi come Singapore. L’isola un tempo era collegata alle pareti della caldera da un istmo che è stato scavato per facilitare la navigazione. Pensione completa e pernottamento in camere de luxe del Carolina Cottage Hotel. www.carolina-cottages.com 6° giorno - Giornata dedicata alla scoperta dei villaggi dei Batak Toba. Rientro a Parabat Giornata dedicata alla scoperta dei villaggi tradizionali Batak Toba. Ambarita è un piccolo villaggio batak non lontano da Tuk Tuk. E’ rinomato perché vi si trova un gruppo di sedili in pietra che risalgono a tre secoli fa e dove si tenevano le riunioni delle comunità e si processavano i trasgressori. Quando gli imputati erano riconosciuti colpevoli erano condotti in un vicino cortile, dove sorgeva un altro gruppo di megaliti ai quali erano legati, bendati e feriti con lame, cosparsi d’aglio e peperoncino e poi decapitati. Il villaggio di Tomok è invece famoso per le numerose case tradizionali e per alcune tombe e lapidi con raffinati motivi decorativi. Una delle tombe appartiene all’ultimo re Sidabutar, la cui effige è scolpita sulla lapide insieme con quelle della sua guardia del corpo e di Anteng Melila Senega, la donna che Sidabutar avrebbe amato per molti anni senza essere corrisposto. Poiché il re era Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it considerato una persona saggia, riusciva a farsi amare e ascoltare dai suoi sudditi. Quando il re morì, non venne sepolto nel terreno, ma in una tomba scavata nella roccia e posta al centro del villaggio. Era un’abitudine per i batak di quel tempo che, quando un re moriva fosse seppellito sette giorni dopo e i suoi discendenti piantassero degli alberi chiamati hariara nel sito. Se gli alberi crescevano bene, significava che i suoi discendenti sarebbero vissuti in pace e avrebbero avuto molti figli. Sulla tomba sono inoltre incisi vari singa, creature con grottesche teste con tre corna e occhi sporgenti. Il villaggio di Simanindo si trova all’estremità orientale dell’isola di Samosir, dove sorge l’antica dimora tradizionale del re batak Rajah Simalungun e delle sue quattordici mogli che è stata restaurata e oggi è un museo. In origine il tetto era decorato con dieci corna di bufalo che rappresentavano le dieci generazioni della dinastia. Il museo ospita una piccola collezione di oggetti di uso comune, di sculture e incisioni batak. Il villaggio è famoso anche per le danze tradizionali (Tor-Tor). Al termine delle visite, rientro in ferry a Parapat. Pensione completa e pernottamento in camere superior dell’Hotel Inna Parabat. www.parapat.grandinna.com 7° giorno - Rientro a Medan e volo per Jakarta. All'arrivo, proseguimento per Jogjakarta (Parapat - Medan, circa 145 km) La mattina presto, rientriamo su Medan. Volo su Jakarta e proseguimento per Yogyakarta. Mentre Jakarta è il centro del potere finanziario e industriale di Java, Yogyakarta ne rappresenta l’essenza. E’ la città dove si parla la forma più pura della lingua javanese e dove le arti e le tradizioni dell’isola, come il batik, la danza, il dramma, la musica, la poesia e gli spettacoli di marionette, sono maggiormente coltivate. Fu la capitale indonesiana durante la Rivoluzione Nazionale Indonesiana, dal 1945 al 1949. Uno dei suoi distretti, Kotagede, fu la capitale del Sultanato di Mataran tra il 1575 e il 1640. Yogyakarta prende il nome dalla città indiana Ayodha, dal poema epico Ramayana. Yogya significa ‘adatto, proprio’ e , ‘prospera, fiorente’ (‘una città adatta a prosperare’). Nel distretto di Yogyakarta vive una popolazione di più di tre milioni di persone. Situata tra il Monte Merapi a nord e l’oceano Indiano a sud, è una delle principali città turistiche dell’isola. Fu fondata per volere del principe Mangkubuni, che nel 1755 ritornò all’antica sede del regno di Matamaram e vi fece costruire il kraton (palazzo). Assunse il titolo di sultano, prese il nome di Hamengkubuwono e creò il più potente stato javanese mai esistito. Per il popolo javanese, Yogyakarta ha sempre rappresentato il simbolo della resistenza al dominio coloniale. Quando gli olandesi la occuparono, nel 1948, il sultano si barricò nel suo palazzo. Gli olandesi non osarono muovere contro il sultano per timore di scatenare la rabbia dei javanesi e il sultano permise ai ribelli di utilizzare il palazzo come quartiere generale della rivolta e proprio grazie al suo appoggio, quando fu concessa l’indipendenza, Yogyakarta si guadagnò lo statuto di territorio speciale. Pensione completa e pernottamento in camere de luxe dell’Hotel Dusun Inn Village www.jvidusun.co.id 8° giorno - Intera giornata dedicata alla visita della città e dei vicini siti monumentali, come il tempio di Borobudur e di Mendut La nostra giornata comincia con la visita del kraton – uno splendido esempio di architettura di corte javanese – situato nel cuore della zona vecchia della città. La costruzione del palazzo cominciò nel 1755 e continuò per quasi quarant’anni, durante il regno di Hamengkubuwono I. Fu pensato come rappresentazione in miniatura del cosmo javanese; ogni entrata, cortile, albero, ha un significato simbolico. Venticinquemila persone vivono ancora all’interno delle sue mura, dove si trovano un mercato, negozi, scuole e moschee. Nel gruppo di edifici più interno vive ancora il sultano e la tradizione è così sentita che gli inservienti che si occupano del palazzo indossano ancora l’antico abito javanese. Cuore del kraton è la sala dei ricevimenti, la Bangsla Keniana (padiglione dorato), dal soffitto riccamente decorato e con massicce colonne di tek intagliato. La maggior parte del palazzo è oggi adibita a museo. Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it Proseguiamo le nostre visite con il complesso di Taman Sari, conosciuto durante il regime coloniale olandese come ‘castello d’acqua’. Era un tempo, uno splendido giardino reale, nato appunto per il suo diletto. Costruito alla metà del XVIII secolo, ha rivestito diverse funzioni, come luogo di riposo, centro di meditazione, laboratorio e nascondiglio. Era composto di quattro aree distinte: un grande lago artificiale con isole e padiglioni a ovest, un complesso balneare nel centro, un insieme di padiglioni e piscine a sud e un piccolo lago a EST oggi, il complesso balneare centrale è quello meglio conservato. Il nome Taman Sari deriva dalle parole javanesi taman che significa ‘giardino’ o ‘parco’ e sari che significa ‘bello’ o ‘fiori’. Yogyakarta è famosa come centro di produzione del batik che rientra nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Il batik è una tecnica usata per colorare i tessuti a riserva, mediante la copertura delle zone che non si vogliono tinte tramite cera o altri materiali impermeabilizzanti: argilla, resina, paste vegetali, amido. Il termine deriva dalle parole indonesiane amba (scrivere) e titik (punto, goccia), col significato ciò che si disegna, l'azione dell'artista per realizzarlo è detta membatik. Non si conosce il momento della scoperta delle tecniche di tintura a riserva, che probabilmente nascono da errori casuali nella tintura dei tessuti, dove macchie di grasso o di cera impediscono al colore del bagno di tintura di penetrare o in quella delle matasse dove i lacci legati troppo stretti lasciano delle righe non tinte sul filato. I primi ritrovamenti di frammenti di lino provengono dall'Egitto e risalgono al IV secolo, sono bende per le mummie che erano imbevute di cera poi graffiata con uno stilo appuntito, tinte con una mistura di sangue e cenere erano lavate con acqua calda per eliminare la cera. In Asia questa tecnica era praticata in Cina, durante la dinastia T'ang (618907), in India e in Giappone, nel periodo Nara (645-794). In Africa era originariamente praticato dalle tribù Yoruba in Nigeria, Soninke e Wolof in Senegal. Strettamente legato in Indonesia all'uso in cerimonie rituali ad altre tecniche a riserva come l'ikat e il plangi (Giava, Bali), ha raggiunto grande raffinatezza tecnica ed ha elaborato una complessa iconografia. Terminate le visite a Yogyakarta, ci dirigiamo verso il Tempio di Borobudur, situato a 42 km dalla città, il più famoso tra i templi indonesiani, e Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Si tratta di un enorme tempio buddhista mahayana che risale all’800 d.C., con una base di 123 x 123 metri e un’altezza di 35 metri che poggia su circa 1.600.000 colossali blocchi di pietra e le sue pareti sono ricoperte da 2.672 bassorilievi di cui più di 1.400 narranti storie riguardanti Buddha e da 504 statue dedicate a quest'ultimo. La costruzione cominciò all'incirca nell'800 d.C., si suppone in un periodo tra il 750 e l'830 e fu commissionata dalla dinastia regnante in quel momento, i Sailendra, all'apice del loro splendore e potere. Non si sa con precisione se la costruzione iniziò per merito di sovrani induisti o buddhisti. La scelta del luogo fu attentamente studiata, poiché la piana in cui si erge ricordava contemporaneamente diversi luoghi sacri per la popolazione, infatti, poco lontano dal tempio si può trovare una confluenza di due fiumi che ricorda quella dei fiumi Gange e Yamuna considerata sacra in molte culture; inoltre sullo sfondo del paesaggio si può notare una catena montuosa che ha alcuni tratti concordanti con il profilo dell'Himalaya, la catena montuosa sacra anch'essa per molte culture. L'architetto che la progettò fu Gunadharma, il quale fu assistito da alcuni monaci particolarmente saggi in ogni genere di disciplina, provenienti da tutte le parti del mondo; il monumento risente, infatti, d’influenze indiane, persiane e anche babilonesi e richiese la manodopera di più di 10.000 persone per circa settantacinque anni e finì poco prima della fine della dinastia di Mataram. L'attività di questo tempio durò poco perché una serie di cataclismi naturali costrinse i residenti ad abbandonare la zona. Infatti, in seguito ad un’eruzione vulcanica (si suppone poco dopo l'anno mille) il tempio fu completamente sommerso dai detriti, sui quali crebbe una fitta vegetazione. Nei secoli successivi iniziò un processo di conversione e nel XV secolo la popolazione era in maggior parte di culto islamico e quindi nessuno più era interessato a questo colossale luogo di culto, al punto che se ne perse anche la memoria e rimase solo nelle tradizioni popolari. Dopo la guerra tra olandesi e inglesi per il possesso dell'isola, dal 1811 al 1816, essa si trovò Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it sotto il controllo inglese espresso in questo periodo dal governatore Thomas Stamford Raffles, che era un grande appassionato di archeologia e di storia locale e anche un collezionista di reperti. Fu proprio lui che, messo al corrente della leggenda del tempiomontagna decise d'intraprendere una ricerca che però non portò risultati. Si decise quindi di ingaggiare H.C. Cornellius, un ricercatore olandese per il ritrovamento e gli furono messi a disposizione 200 uomini. Cornellis e i suoi uomini impiegarono due mesi d’intensi lavori (scavi e deforestamento), ma alla fine trovarono ciò che cercavano nei pressi del villaggio di Bumisegoro e cominciarono a lavorare per riportare tutto alla luce. L'edificio è strutturato in dieci terrazze (corrispondenti alle dieci fasi del cammino spirituale verso la perfezione), le quali sono divise in tre gruppi, cosa anche questa non casuale, ma con un significato ben preciso: rappresentano, infatti, i tre regni del sāmsāra:il primo livello rappresenta la vita nelle spirali del desiderio ("regno del desiderio" o kāmadhātu); i cinque livelli quadrati rappresentano la progressiva emancipazione dai sensi ("regno della forma pura" o rupadhātu) e le ultime tre terrazze circolari simboleggiano il cammino progressivo verso il definitivo nirvāna, ("regno del senza-forma" o arūpyadhātu). Arrivati in cima, si può constatare che la struttura si evolve in una serie di spazi aperti e non più in stretti passaggi. Sulla cima dell'edificio è presente una serie di stupa. L'intero cammino è caratterizzato dalla presenza costante e ripetuta di nicchie contenenti statue di Buddha e ogni Buddha è diverso dagli altri. Andando in senso antiorario, il devoto buddhista meditava lungo le terrazze successive, ricche di progressivi insegnamenti, accumulando meriti e liberandosi progressivamente dalla "mondanità", giungendo infine alla liberazione della sofferenza ovvero al nirvāna, rappresentato dalla sommità del monumento. Visita anche del Tempio di Mendut, a circa 3 km da Borobudur che, a prima vista può apparire piccolo e insignificante in confronto all’altro, ma conserva la statua più grandiosa che si possa ancora vedere nella sua posizione originaria in tutta Java. L’incredibile statua del Buddha alta 3 m è fiancheggiata da due bodhissattva: Lokesvara e Vairapana. La statua è particolare anche per la sua insolita posizione: siede infatti alla maniera occidentale, con entrambi i piedi appoggiati a terra. Il Tempio fu scoperto nel 1836 e in seguito restaurato. Pensione completa e pernottamento in hotel. Vairapana. La statua è particolare anche per la sua insolita posizione: siede infatti alla maniera occidentale, con entrambi i piedi appoggiati a terra. Il Tempio fu scoperto nel 1836 e in seguito restaurato. Pensione completa e pernottamento in hotel. 9° giorno - Visita di Solo che compete con Yogyakarta come centro della cultura giavanese: il palazzo di Mangkunegaran, il mercato delle pulci (circa 65 km) Surakarta, spesso chiamata Solo e meno comunemente Sala, è una città del centro dell’isola di Giava con una popolazione di circa mezzo milione di persone. Con Yogyakarta, da cui dista 65 km, condivide il passato storico di sede del grande impero Mataram. Fino al 1744, Solo era poco più di un villaggio, 10 km a est di Kartasur, la capitale del regno di Mataram. In quell’anno il re Mataram, Pakubuwono II, si appoggiò ai cinesi per contrastare gli olandesi, ma come risultato la capitale fu saccheggiata. Il re quindi cercò un altro luogo più propizio per ricostruire la sua capitale e nel 1745 l’intera corte fu smantellata e trasportata con una grande processione a Surakarta, sulle rive del fiume Solo. Nel 1757 il regno di Mataram fu diviso nel Sultanato di Surakarta (corte settentrionale) e nel Sultanato di Yogyakarta (corte meridionale) e un’altra casa reale rivale, Mangkunegoro fu fondata da Raden Mas Said, giusto nel centro di Solo. Questo fu il risultato della politica olandese del divide et impera, nelle Indie Orientali. Le case reali di Solo, smisero di combattere e spesero le loro energie nelle arti, sviluppando una cultura di corte molto ricercata. Visita del palazzo reale. Nelle vicinanze del palazzo, si trova il mercato delle pulci di Solo (Pasar Triwindu). Lasciamo Solo per immergerci nella campagna circostante e scoprire il Candi Sukuh (tempio) che dista 36 km dalla città di Surakarta. Si tratta di un tempio giavanese-induista che risale al XV secolo, situato sulle pendici occidentali del monte Lawu, sul confine tra le Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it province di Giava centrale e orientale. I bassorilievi del tempio sono diversi da quelli degli altri templi e i temi sviluppati sono la vita prima della nascita e l’educazione sessuale. L’edificio principale è una struttura a piramide con bassorilievi e statue nella parte frontale, incluse tre tartarughe con il carapace piatto e una figura maschile che tiene in mano il suo pene. Un lingga di quasi due metri con quattro testicoli è una delle statue che è stata collocata nel Museo Nazionale. Nel XV secolo la religione e l’arte si allontanarono dai precetti induisti che avevano influenzato lo stile dei templi dall’VIII al X secolo. Questo fu l’ultimo tempio importante costruito a Giava prima che la corte reale si convertisse all’Islam nel XVI secolo. Per gli storici è difficile interpretare il significato dei bassorilievi a causa della mancanza di testimonianze sulle cerimonie e credenze dell’epoca. Il fondatore di Candi Sukuh riteneva che le pendici del monte Lawu fossero un luogo sacro per venerare gli antenati e gli spiriti della natura e per osservare i culti della fertilità. Il monumento fu costruito nel 1437 durante il Regno Majapahit. Nel XIX secolo, il tempio versava in pessime condizioni causate da atti di vandalismo che si erano accaniti soprattutto verso le statue o i bassorilievi raffiguranti scene erotiche, molto probabilmente dovute all’invasione islamica. Merita una visita anche il Candi Ceto che risale allo stesso periodo del Candi Sukuh e anch’esso combina elementi dello shivaismo e del culto della fertilità, ma è di maggiori dimensioni, articolato su una serie di terrazze che salgono fino alla collina. Insieme a Sukuh è considerato tra i templi più antichi di Giava, sorti quando già l’Islam si stava diffondendo in tutta l’isola. Nei dintorni dei templi, si trovano diverse piantagioni di tè, introdotte dalla dominazione olandese. Il terreno dove ci sono le piantagioni ha un’altitudine cha varia dagli 800 ai 1000 m sopra il livello del mare, aspetto che conferisce al luogo un clima fresco e ideale. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Lor Inn. (www.lorinhotel.com) 10° giorno - Ritorno a Yogyakarta. visita del famoso Tempio di Prambanan, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO (circa 65 km) Rientro a Yogyakarta, con sosta al famoso complesso di templi induisti di Prambanan. Fu costruito nell’850 d.C. da Raki Pikatan, secondo re della dinastia Mataram. Sorge poco lontano dal colossale tempio buddhista di Borobudur, costruito pochi anni prima dalla dinastia precedente, i Sailendra. I due templi sono spesso accomunati per zona e periodo storico, ma presentano differenze strutturali enormi e si potrebbe anche dire che sono l'esatto opposto, visto che Borobudur è sviluppato in orizzontale e ha un aspetto massiccio, mentre Prambanan si sviluppa verso l'alto e possiede una forma slanciata. Entrambi questi monumenti sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1991. Si calcola che in origine il complesso fosse composto di ben 232 templi, ma in seguito si scoprì che molti di questi in realtà non erano templi, ma mausolei di antichi re. A metà del 1600 un terremoto devastante rovinò parte delle strutture e la prima ricostruzione dei templi principali iniziò nel 1918 per terminare nel 1953 tuttavia, nel 2006 un nuovo terremoto colpì l'isola di Giava e danneggiò nuovamente le costruzioni, anche se con danni di lieve entità. Il complesso conta diversi templi, ma i più famosi sono i tre principali dedicati rispettivamente a Brahma, Vishnu e Shiva che spiccano in mezzo a tutti gli altri che vanno a formare una specie di corte. Il tempio di Shiva è alto 47 metri e la sua pianta ricorda molto quella del precedente Borobudur. Infatti, anche qui la struttura è divisa in livelli. Al primo dei sei livelli i bassorilievi molto elaborati, raccontano la storia del Ramayana. All'interno del tempio vi è una camera più grande (chiamata camera principale) e percorrendo la scalinata est si può ammirare la statua di un bellissimo fiore di loto con al suo interno il dio Shiva dotato di quattro braccia. Nelle celle attigue alla principale ci sono diversi personaggi legati a Shiva: c'è il suo maestro Agastya, in un'altra c'è Durga, la consorte di Shiva, e infine il figlio di Shiva, Ganesh, caratterizzato dalle fattezze zoomorfe che comprendono elementi umani e altri animali (elefante). Il tempio dedicato al dio Brahma è più piccolo di dimensioni rispetto a quello di Shiva, ma ne ricalca la struttura e le forme di arte. Al suo interno vi è una notevole Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it statua del dio raffigurato con quattro teste, e sulle pareti sono anche qui presenti un gran numero di bassorilievi raffiguranti le parti finali del Ramayana. Il tempio di Vishnu è molto simile a quello di Brahma e presenta una statua del dio con quattro braccia nella stanza principale e bassorilievi sulle pareti. I bassorilievi riproducono in immagini la storia di Krishna, una divinità-eroe la cui vita è narrata nel poema epico Mahabharata. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Jogia Dusun Village Inn. 11° giorno - Volo per Makassar, nell'isola di Sulawesi. Proseguimento per Rantepao, con soste nei villaggi Bugi (Makassar - Rantepao, circa 328 km) Il mattino presto, trasferimento in aeroporto per il volo per Makassar, la capitale del Sulawesi Sud, nonché la più grande città dell’isola. A partire dal XVI secolo, Makassar fu il centro commerciale dominante dell’Indonesia orientale. I re makassaresi mantennero una politica di libero scambio, insistendo sul diritto di qualsiasi visitatore di fare affari nella città e rifiutando il tentativo degli olandesi di stabilire un monopolio su di essa. In passato la penisola sud-occidentale era divisa in numerosi piccoli regni, i più potenti dei quali erano quello makassarese di Gowa e quello bugis di Bone. Il commercio delle spezie era preminente nella storia di Sulawesi e comportò frequenti dispute tra i nativi e le potenze straniere per il suo controllo durante il periodo pre-coloniale e coloniale, quando le spezie erano molto ricercate in occidente. I primi europei a stabilirvisi furono i marinai portoghesi che, quando arrivarono a Makassar, trovarono un fiorente porto cosmopolita dove, cinesi, arabi, indiani, siamesi, giavanesi e malesi venivano a scambiare i loro prodotti di metallo e i tessuti con perle, oro, rame, canfora e spezie (noce moscata, chiodi di garofano e macis) provenienti dall’interno e dalle vicine isole di Maluku. L’arrivo degli olandesi nel XVII secolo alterò drammaticamente gli equilibri. Il loro primo obiettivo, fu quello di stabilire l’egemonia sul commercio delle spezie, conquistando il forte di Makassar nel 1667, che ricostruirono e rinominarono come Forte Rotterdam. Da questa base riuscirono a distruggere le roccaforti del Sultano di Gowa e così il regno di Bone divenne lo stato più importante di Sulawesi Sud. Le ribellioni bugis e makassaresi furono definitivamente soffocate nel 1905-1906. Da Makassar ci trasferiamo nella regione di Tana Toraja, attraversando i tipici villaggi bugis, con le particolari case su palafitte. Pranzo a Pare-Pare, un piccolo porto situato a 155 km da Makassar. Nel tardo pomeriggio, arrivo a Rantepao. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Toraja Heritage. www.torajaheritage.com 12° e 13° giorno - Due intere giornate dedicate alla scoperta dei villaggi e della cultura dei Toraja Due intere giornate dedicate alla scoperta dei villaggi e della cultura dei Toraja. Sono un gruppo etnico indigeno che abita la regione montuosa di Sulawesi sud. La maggior parte di loro sono cristiani, altri musulmani e il resto della popolazione conserva delle credenze animiste conosciute come aluk (la via). Il governo indonesiano riconosce queste credenze animiste come Aluk To Dolo (la Via degli Antenati). La parola Toraja proviene dalla lingua Bugis, to riaja che significa “gente dell’altopiano” e il governo coloniale olandese li denominò Toraja nel 1909. Sono conosciuti per i loro elaborati riti funebri, per i luoghi di sepoltura scavati nelle pareti rocciose, per le case tradizionali con i tetti appuntiti conosciute come tongkonan e per i colorati oggetti di legno intagliati. I riti funebri sono importanti eventi sociali ai quali partecipano centinaia di persone e che durano diversi giorni. Si crede, infatti, che in assenza di adeguati riti funebri, lo spirito del defunto procurerà disgrazie alla sua famiglia. I sacrifici, le cerimonie e le feste funebri hanno anche lo scopo di impressionare gli dei. Generalmente sono celebrati due funerali, uno subito dopo la morte e un altro più elaborato dopo che è trascorso un periodo di tempo sufficiente per accumulare il denaro e il bestiame necessario, nonché convocare i parenti che abitano lontano. Prima del secondo funerale la salma resta in casa. I Toraja credono che gli animali seguano i loro padroni nel Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it mondo ultraterreno ed è questa la ragione per cui sono sacrificati durante i funerali. Più importante è il defunto, più alto il numero di bufali che si devono sacrificare. Oltre al sacrificio di animali, le cerimonie funebri prevedono l’esecuzione di una canzone e una danza tradizionale detta mabadong. Si tratta di una rappresentazione del ciclo della vita umana e della storia personale del defunto. I Toraja credono che sia possibile portare i propri averi nell’aldilà e quindi i defunti vengono generalmente sepolti con molti oggetti di valore. Poiché in passato tale usanza aveva portato al diffondersi della profanazione delle tombe, i Toraja cominciarono a nascondere i loro morti nelle caverne o dentro nicchie scavate nelle pareti rocciose. Le bare erano poste in fondo alla caverna e fuori, adagiati sulle balconate della parete rocciosa, sono visibili, i tau tau, effigi di legno dei defunti a grandezza naturale, che si possono ammirare anche oggi. Una delle prime cose che si notano a Tana Toraja è la grandezza e imponenza delle tongkonan, le case tradizionali che ricordano l’autorità delle antiche famiglie nobili, i cui discendenti detengono il diritto esclusivo di costruirle. Esse simboleggiano anche l’unità del clan, è il luogo, dove si riunisce la famiglia e non può essere comprata né venduta. Le case sono tutte rivolte verso nord e Tana Toraja è uno dei pochi luoghi, dove ancora si costruiscono. Il tetto, rialzato alle estremità, è l’aspetto che più colpisce nelle case Toraja. Queste imponenti strutture sono costruite senza fare uso di chiodi: le travi sono incastrate tra loro e sorrette da grandi pali decorati con vere corna di bufalo. Maggiore è il numero di corna, più alto è il rango della famiglia. Le case hanno sempre di fronte una fila di magazzini per il riso, ciascuno dei quali con una stanza rialzata dal suolo e sorretta da quattro colonne lisce di legno che sono levigate per impedire ai ratti di arrampicarsi. Per esprimere concetti sociali e religiosi, i Toraja intagliano il legno, chiamandolo Pa’ssura (la scrittura). Ogni lavoro riceve un nome speciale e i motivi comuni sono animali e piante che simboleggiano alcune virtù. Per esempio, le piante e gli animali acquatici, come i granchi, i girini e le erbe che crescono in acqua, simboleggiano la fertilità. La regolarità e l’ordine sono aspetti comuni nei lavori su legno dei Toraja, così come i disegni astratti e geometrici. La natura è frequentemente utilizzata come base per gli ornamenti Toraja, poiché vi si trovano diversi esempi di astrazioni e geometrie. Pensione completa e pernottamento in hotel. 14° giorno - Partenza da Rantepao verso Sengkang. Lungo il percorso, una natura rigogliosa e delle montagne incredibili. Visita del villaggio di pescatori di Wajo nel lago di Tempe (Rantepao - Sengkang, circa 180 km) Dopo la colazione, partenza per la città di Sengkang. Lungo la strada, splendidi panorami delle montagne di Bambapuan. Sosta nel villaggio di Soppeng per vedere l’enorme albero dei pipistrelli. Sengkang è famosa per la lavorazione della seta (sutera). Escursione in barca motorizzata nel lago Tempe, grande e poco profondo, circondato da paludi, con case galleggianti e popolato da molti uccelli. I geologi ritengono che un tempo fosse un golfo che separava la parte meridionale di Toraja dal resto di Sulawesi Sud. Quando i due territori si unirono, il golfo scomparve ed è opinione diffusa che in futuro anche al lago toccherà la stessa sorte. Pensione completa e pernottamento nel semplice Balai Bausat Center Hotel. 15° e 16° giorno - Partenza per Bira lungo la costa, dove ci regaleremo una giornata e mezzo di relax (Sengkang - Bira, circa 200 km) Dopo la colazione, partenza per la costa sud dell’isola, fino a raggiungere la zona di Pantai Bira. La pesca, la costruzione d’imbarcazioni e la tessitura sono le principali attività commerciali del luogo, ma le splendide spiagge di sabbia bianca che contornano questo tratto di costa sono un’attrazione irresistibile. Le imbarcazioni tradizionali in questa zona sono costruite ancora con tecniche molto antiche. I bugis, popolo di mercanti che trasportano le loro merci da un capo all’altro dell’Indonesia a bordo di meravigliose golette di legno, sono i navigatori più famosi del paese. sulla costa meridionale di Sulawesi e del Kalimantan le Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it imbarcazioni bugis sono ancora costruite usando tecniche e modelli che si tramandano da secoli. A Pantai Bira i tessitori si riuniscono sotto le case sollevate dal suolo per lavorare e chiacchierare. Il pomeriggio del primo giorno sara’ dedicato al relax, al nuoto, allo snorkeling e all’esplorazione del villaggio. Il secondo giorno con una barca motorizzata andremo a visitare l’Isola di Liukang a poca distanza da Bira. Qui potremo nuotare, fare snorkeling o prendere il sole. Questa piccola isola è dominata dalle rocce e ospita due piccoli villaggi che sono abitati dai Bugis da più di duecento anni. Nell’isola si trovano delle spiagge bianchissime e un’interessante barriera corallina per le attività marine. Pensione completa e pernottamento all’Hotel Bara Beach. www.bara-beach.com 17° giorno - Partenza per l'aeroporto di Makassar. Lungo il tragitto, sosta al villaggio di Tana Beru. Volo per Jakarta e proseguimento per Singapore (Bira Makassar, circa 190 km) Dopo la colazione, partenza per il villaggio di Bulukumba. I villaggi bugis e makassaresi situati sul tratto di costa di Bulukumba sono rinomati per la costruzione delle imbarcazioni tradizionali e, infatti, il distretto è noto anche come Butta Panrita Lopi o ‘la Terra delle golette phinisi’. Secondo l’antico manoscritto I La Galigo, le golette phinisi sono costruite fin dal XIV secolo. Lungo le spiagge di Tanah Beru si possono vedere decine di bacini di carenaggio, con golette a vari stadi di costruzione. Le abili mani dei Bugis, con incredibile precisione, costruiscono le Phinisi che sono diventate l’icona dei viaggi in mare indonesiani. Le Phinisi sono costruite usando materiali e tecniche tradizionali che sono state tramandate di generazione in generazione. La loro costruzione, non implica solo forza e tecnica, ma anche, come credono i locali, poteri soprannaturali, per cui ogni stadio della costruzione richiede l’adesione a rituali e cerimonie. Queste imbarcazioni hanno portato i Bugis attraverso tutto l’arcipelago e molti di loro si sono insediati nelle isole di Giava, Kalimantan, Sumatra, Papua e Nusatenggara. Essi erano rispettati non solo come grandi costruttori d’imbarcazioni, ma erano anche temuti come pirati. Nel XVIII secolo, quando gli Olandesi colonizzarono la loro patria, molti aristocratici veleggiarono verso la Malesia e Kalimantan e, infatti, i sultani di Kutai a Kalimantan est e di Johor e Selangor, in Malesia, sono di discendenza Bugis. La patria originaria dei Bugis è Luwu, nella Baia di Bone dove, nel XIII e XIV secolo, prosperò un gran regno Bugis. Qui fu composta la grande opera letteraria “I La Galigo” che, in più di 6,000 pagine, racconta la storia dell’origine dei Bugis. Anche oggi le imbarcazioni, con una stazza che va da 100 a 200 tonnellate, giocano un ruolo vitale nel trasporto tradizionale e nel commercio tra le isole. Nel XIX secolo, erano caricati di prodotti europei e cinesi a Singapore e arrivavano fino a Dobo nelle isole Aru, fermandosi in porti remoti lungo la rotta. Dalle isole indonesiane i Bugis raccoglievano le piume degli uccelli del paradiso, legno di sandalo, spezie, oro e pepe per venderle, con un significativo profitto a Singapore, ai mercanti cinesi e indiani. Oggi, le phinisi Bugis trasportano ogni genere di bene, dal cemento, alle piastrelle, al riso, allo zucchero, fino alle motociclette e alle casse di sigarette per venderle agli isolani. Proseguiamo verso l’aeroporto di Makassar per prendere il volo per Jakarta e in seguito proseguire per Singapore. 18° giorno - Arrivo in Italia L’arrivo in Italia è previsto in mattinata. Partenza 30/07/2014 Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it Rientro 16/08/2014 Quota Individuale di partecipazione da Roma : Minimo 08 partecipanti Massimo 16 partecipanti Con accompagnatore dall’Italia Supplementi per persona: Supplemento singola Tasse aeroportuali e fuel surcharge Suppl. partenza da altre città su richiesta e soggetto a disponibilità Visto da pagare in loco Quota di gestione pratica 4.250,00 670,00 370,00 Da quotare dollari 25.00 80,00 Assicurazione Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il pagamento del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi come determinato dalla tabella premi seguente: Le condizioni di polizza riguardano sia l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali di annullamento. Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del viaggio. Costo individuale del viaggio fino a Premio individuale € 1.000,00 € 2.000,00 € 3.000,00 € 4.000,00 € 5.000,00 Oltre € 5.000,00 € 31,00 € 63,00 € 94,00 € 125,00 € 156,00 sull’eccedenza 3% PENALI DI ANNULLAMENTO · 10% della quota di partecipazione sino a 45 giorni di calendario prima della partenza; · 20% della quota di partecipazione da 44 a 31 giorni di calendario prima della partenza; · 30% della quota di partecipazione da 30 a 18 giorni di calendario prima della partenza; · 50% della quota di partecipazione da 17 a 10 giorni di calendario prima della partenza; · 75% della quota di partecipazione da 9 giorni di calendario prima della partenza fino a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima della partenza; · 100% della quota di partecipazione dopo tali termini. Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà durante lo svolgimento del viaggio stesso. Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. La copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto. Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno della partenza. Le quote di partecipazione sono state calcolate sulla base del cambio 1 euro= 1,30 usd. Eventuali adeguamenti valutari potranno essere applicati prima della partenza. La parte quotata in dollari corrisponde al 55% del totale. Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it La quota comprende: - I voli di linea intercontinentali - I voli domestici - I trasporti via terra con un minibus A/C - Visite ed escursioni come da programma con guida locale parlante inglese; - Accompagnatore esperto dall’Italia, al raggiungimento del minimo dei partecipanti. - I pasti come da programma - Sistemazione in camera doppia negli hotel previsti dal programma. - Il ferry pubblico nel lago Toba - Escursione in canoa motorizzata nel lago Tempe. La quota non comprende: - Tax & fuel - Facchinaggio negli alberghi e negli aeroporti - Visto d’ingresso ottenibile all’arrivo in Indonesia (al costo di circa 25 usd) - Mance e bevande - Biglietti per l’utilizzo della fotocamera/video dove richiesti - Equipaggiamento per immersioni/snorkeling - Tutto quanto non espressamente indicato nella ‘La quota comprende’ In collaborazione con Bassani Viaggi Dorsoduro - S. Marta – Fabbricato 17 – 30123 Venezia Tel +39 041 2727810 – Fax +39 041 2775064 – [email protected] www.bassaniviaggi.it