CS-LibroMatteoSimone20160219

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Matteo Simone e Daniele Baranzini: Ultramaratoneta, un'analisi interminabile
Matteo SIMONE
Psicologo
“La corsa porta un messaggio. Quando non viene espresso
prima di partire, viene spesso colto lungo la strada…E
quando arriva, allora il tuo passo diventa lucido”
Daniele Baranzini
Prossimamente in libreria! Ultramaratoneta: analisi interminabile di Matteo Simone e Daniele
Baranzini. Questo libro esprime il senso o il “non senso” della corsa nelle lunghe distanze, il
concetto della corsa per molte ore o per tanti chilometri. Daniele scrive la sua vision onirica della
corsa lunga e Matteo la cerca nelle parole dei suoi racconti. Matteo è l'archeologo, Daniele è l'antica
città dei sogni. Il mondo dell'ultramaratona, viene "visitato" da Matteo come un interprete delle
storie vissute da un attore che corre, Daniele.
Daniele e Matteo dialogano a distanza sul quello che è il senso dell'ultramaratona: la lunghezza, il
tempo, la fatica, la gioia, il dolore, per alcuni anche una “lucida pazzia”. Daniele è pura corsa, senza
corsa non può esistere. E alla fine questo ragazzo diventa corsa infinita e interminabile,
l'ultramaratona.
Il percorso intrapreso da Matteo è interminabile, come il titolo di quest'opera. Daniele è
semplicemente uno strumento, uno dei tanti...che accoglie nella sua corsa i desideri e la forza vitale
di tutti quelli che provano l'avventura della corsa nelle lunghe distanze.
A Daniele piace giocare, con le parole, con l’azione, con i pensieri, è una sorta di giocoliere
equilibrista che riesce sempre a cavarsela, a restare integro, a sgattaiolare da ogni situazione che sta
per diventare intrappolante, pericolosa, esageratamente al limite. Questo suo adattarsi lentamente e
gradualmente al limite gli permettono di osare, cavandosela sempre con una sorta di sorriso rivolto
a se stesso, agli altri, al mondo intero. E’ come sfidare la morte, l’ignoto, lo sconosciuto, cercando
di avvicinarsi il più possibile per prenderne confidenza,
La motivazione ad essere ultramaratoneta è la scoperta del mondo da un punto di vista privilegiato
afferma, in effetti attraverso le sue esperienze estreme ha modo di contattare sensazioni forti e
diversificate che nutrono la sua voglia ingorda, insaziabile di sensazionalità.
Sperimenta abitualmente l’esperienza del limite nelle sue gare: “Il limite fisico l’ho superato, ho
una specie di capacità di dissociazione tra vie del dolore e stato di consapevolezza, le riesco a
separare, ma è un’arma a doppio taglio, perché si può morire. Il limite umano non sono mai riuscito
a passarlo, solo allucinazioni e basta.”
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Daniele racconta dei suoi passi, percorsi, chilometri. Si perde per ritrovarsi, per scoprire, per notare
paesaggi ma anche e soprattutto il suo paesaggio interiore. Ha scoperto questa modalità di correre
infinitamente per scoprirsi, per incontrarsi con se stesso.
“La prefazione a cura della Prof. ISA MAGLI, riporto alcuni passi:
Sono enucleate le massime e le minime sensazioni che si provano nel praticare questo sport e la
voglia di correre che viene inculcata anche in altri, per trovare stimoli e motivazioni, atti ad
emozionarsi e, quindi, a realizzarsi.
Daniele volge la sua mente a qualche chilometro di corsa per allenarsi, riesce ad essere performante
al lavoro e a fantasticare, pregustando la piacevolezza della corsa per scoprire ambienti nuovi e, in
particolare, provare sensazioni personali interiori (come il respiro più forte, il cuore che batte)
sebbene la stanchezza e la fatica lo gravino.
Visioni peculiari dell’ultramaratoneta sono strade, percorsi, sudore, fatica, amici ed avversari di
gare che lo aiutano ad andare avanti e ad affrontare situazioni sempre più difficili.
Anche il suo estro poetico occupa una parte importante nel momento in cui in forma diaristica
compone liriche pertinenti la competizione.
Sebbene abbia sopportato momenti di panico, paura, incertezze con rischi, pericoli e problemi di
salute, tuttavia, apprezzando ancor di più la vita e rafforzandosi nella resilienza è pronto a rialzarsi e
a ricominciare consapevole del suo passato, l’avventura con la corsa, perché in tal modo si sente
vivo, attivo e con approccio meditativo.”
L’intento di questo libro è di illustrare l'ultramaratona, un particolare vissuto di sport a volte
considerato estremo, ai limiti della umana ragionevolezza.
L’opera è una sorta di fantastico saggio poetico. L’intento degli autori è di illustrare un particolare
vissuto di sport a volte considerato estremo, ai limiti della umana ragionevolezza. L’opera è frutto
di una sorta di dialogo e corrispondenza tra i due autori. Daniele Baranzini si racconta attraverso la
sua pianificazione e progettazione di lunghe gare da interpretare e portare a termine e Matteo
Simone, come un archeologo, cerca di entrare nella psiche di Daniele alla ricerca di un senso.
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