Freetime 1° pag

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Freetime 1° pag
ANNO VII - 2014
€ 3.00
n.45
alcuni dei nostri ospiti
Sarah Muscarà & Enzo Zappulla
Giambattista Scivoletto
Antonio Perdichizzi
Agnese Vittoria Vitale
Rosa Chiaramonte
Mimmo Costanzo
Cesare Borrometi
Giancarlo Licitra
Gianina Ciancio
Amunì
Oxford Group
is wonderful
Barbara Tabita
illumina il nuovo anno
La “strada”
di Tommaso Piazzese
L’ecclettico
Franco Battiato
#iopenso
sommario
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n.
dicembre014/
45 gennaio015
#iopenso EDITORIALE
La “strada” di Tommaso Piazzese
Cuccagna In(superabile)
Antonio Perdichizzi, l’imprenditore che scala il futuro
Campo presenta il parterre degli pneumatici
Auto a metano: servizi convenienti
I Carteggi d’amore di Sarah Muscarà & Enzo Zappulla
3DiTALY: ”Se lo puoi immaginare, lo puoi creare”
Oxford Group is wonderful
Il vulcanico Cesare Borrometi
Rasayana massaggio Ayurveda: prenditi cura di te
Giancarlo Licitra imprenditore ibleo
Modica Palace Hotel scuote i sensi
Le regole di Mimmo Costanzo
Corso Quattro proposta trasversale
A tavola da Mystic Pizza
Gianina Ciancio baby deputato a Cinque Stelle
Barbara Tabita si fa in tre
Süphan Barzani e l’arte dell’evoluzione
… Che ansia!
Conad Sicilia: costruire certezze per il futuro
Chiamatemi Agnese Vittoria (di nome e di fatto)
Marco Selvaggio, “cacciatore” di suoni
Giorgio & Miranda: l’amore magico della musica
Il poema in tre profumi di Monsieur Antonio
Giambattista Scivoletto: “E non ho ancora incominciato a lavorare”
Magic Clean: il sogno di Amelia
Conceptstore Proibito: il glamour in passerella
Tav Pachino: i più forti d’Italia
Spadaro’s Family: i palleggiatori di casa
Costa degli Angeli racconta il pizzolo
I tanti chilometri macinati da Amunì
Giuseppe Rapisarda in kyak sul Danubio
Carlotta Patti la disegnatrice del matrimonio perfetto
Midolo Mobili cura i vostri desideri di casa
Barbara Mirabella la patron degli eventi
Steel Factory leader nella lavorazione dell’acciaio
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Cesare
Borrometi
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Giuseppe
Rapisarda
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Rosa
Chiaramonte
rubriche
figurati!
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regalami parole
di Giovanni Robustelli
dimmi la prima
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con Angela Barone, Simone Cugnata
e Francesco Lucifora
harmattan
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26 con Stefania Campo
nulla è per caso
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con Giovanni Criscione
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Il volto dell’imprenditoria in Rosa
golden team
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In viaggio con Living Bike Ragusa
concept time
amarcord
con Vito Salerno
first lady
con Sebastiano D’Angelo
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Barbara Mirabella “sposa” gli eventi
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in kayak sul Danubio
“Viaggiare significa aggiungere vita
alla vita”. Lo diceva Gesualdo Bufalino
nel suo romanzo “Le menzogne della
notte”. Il grande scrittore comisano ha
colto l’essenza del viaggio. Chi viaggia
vive tante vite in una. E chissà quante
vite ha racchiuso nei suoi primi 50
anni il belpassese Giuseppe Rapisarda,
libero professionista nel campo dei
prodotti diagnostici di diabetologia
con una passione irrefrenabile per la
scoperta di nuovi orizzonti, di confini
da superare e mete da esplorare.
C’
è un dato che fa impressione, per
non dire invidia in chi vorrebbe
ma non può, ed è quello relativo
ai 70 paesi visitati dal 1992 ad
oggi. Ancora più impressionante
il fatto che in certi paesi abbia avuto anche il
tempo di tornarci e addirittura quasi mettere
radici, vedi le 33, dicasi 33, volte che è stato
in Romania. Nel suo curriculum troviamo le
sconfinate praterie americane, i ghiacciai
della steppa siberiana, la savana africana,
ha attraversato la Foresta amazzonica
e la jungla thailandese, è di casa in tutte
le capitali europee e ha già nel mirino il
prossimo grande obiettivo, raggiungere
l’America via terra. Non si ferma insomma
Giuseppe Rapisarda che lo scorso giugno ha
centrato anche un prestigiosissimo record, è
l’unico italiano ad aver attraversato in kayak
il Danubio con la TID, l’associazione tedesca
che si occupa della traversata internazionale
sul famoso fiume. Lui che atleta non è
ma che grazie alla sua intraprendenza e
all’importanza del messaggio di pace che
ha portato sulla sua maglietta è riuscito a
pagaiare per oltre 2000 km, attraversando
otto nazioni in 73 giorni dal 22 giugno al 3
settembre. Incuriositi da questa impresa
e dal personaggio in se stesso, siamo
andati a trovarlo al porto di Catania dove è
diventato un beniamino anche dei canoisti
professionisti, come il caso del campione
paralimpico Salvo Ravalli, uno dei primi ad
incoraggiarlo nell’impresa.
Niente iron man, niente superuomo,
Giuseppe Rapisarda è uno spot che
incoraggia le persone normali a fare sport
e a superare i propri limiti. Mentre ci mostra
con orgoglio i gagliardetti delle varie città
visitate e i ritagli di giornali stranieri che
raccontano della sua impresa, gli chiediamo
come si svolge la sua vita “normale”, quella
catanese.
“Non ci crederete ma sono praticamente quasi
sempre a casa. Esco per fare la spesa, per
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Rapisarda
Giuseppe
Di Giuseppe Ragona Foto Francesco Lucifora
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Perchè hai deciso di andare a ballare questo
valzer in kayak sul bel Danubio blu?
Da tanto tempo ho desiderato navigare
dal Mar del Nord fino al Mar Nero, prima
attraverso il Reno, poi, nella Foresta Nera,
passare nel Danubio e da lì proseguire fino al
Mar Nero. Ci sono delle navi da crociera che
consentono di navigare per lunghi tratti in
questi fiumi. In uno dei miei precedenti viaggi,
nel porto di Costanza sono salito su una nave
da crociera per turisti americani. La crociera
però non è assolutamente il tipo di viaggio
che s’addice alla mia persona, preferisco
qualcosa di molto più reale, avventuroso e
spartano. Avevo pregato più volte una mia
amica, che lavora nel porto di Costanza, di
procurarmi un “passaggio” su qualche nave
o chiatta mercantile, che, risalendo tutto il
Danubio, arrivi fino in Germania, ma niente.
Avevo provato pure a chiedere ad altri amici
marinai rumeni, ma senza esito. È stato a
questo punto che ho deciso di navigare tutto
il Danubio con una canoa. Il mio interesse,
infatti, non è visitare le già conosciute capitali
europee, bagnate dal Danubio, ma proprio il
fiume stesso, poterlo navigare, meglio ancora
a fior d’acqua, cosi come consente di fare
una canoa. Mi sono documentato, ho visto le
tappe giornaliere, i luoghi a bordo fiume in cui
pernottare con la mia tenda e naturalmente
mi sono procurato una canoa.
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Immaginiamo che prima di buttarsi in
un’avventura del genere ci sia una lunga
fase preparatoria, burocratica e fisica.
Per me sin dall’inizio, questa lunga traversata
internazionale ha avuto il sapore della sfida,
dell’impresa fuori dall’ordinario. Pertanto ho
cercato di metterla a disposizione di nobili
cause, quali la Pace, l’ecologia, la solidarietà,
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l’avvicinamento dei popoli, la promozione
delle eccellenze del nostro territorio.
Da ‘signor nessuno’, da normale cittadino
e senza nessuna collaborazione esterna,
ho subito provato a mettermi in contatto
con quelle istituzioni/enti/ associazioni il
cui scopo fosse in linea con i miei propositi.
Ho fatto diverse centinaia di telefonate e
spedito diverse centinaia di mail. Dal mese
di novembre 2013 e fino a qualche giorno
prima della partenza, giugno 2014, ho
lavorato incessantemente, non meno di 12
ore al giorno, a questo mio progetto. Sin
dall’inizio ho ricevuto i primi dinieghi, sia nella
ricerca di patrocini gratuiti, sia nella ricerca di
sponsor. Le delusioni maturavano, il morale
andava giù, ma continuavo imperterrito
nella divulgazione di questo mio progetto e
nella ricerca di collaborazioni. Era la prima
volta, nella mia vita, che cercavo patrocini e
sponsor, per cui andavo avanti a testa bassa,
per ricavare quanta più esperienza da queste
ricerche. Sapevo che, in caso di esito negativo,
in futuro non avrei mai più riprovato in queste
ricerche, quindi prima
di abbandonare,
volevo arrivare fino in
fondo.
Il risultato finale è
stato: zero sponsor e
15 prestigiosi patrocini
gratuiti. Tra questi,
sebbene richiesti e più
volte sollecitati, sono
mancati quelli delle
nostre istituzioni locali:
Comune di Belpasso,
Parco dell’Etna e
Regione Sicilia.
Il kayak utilizzato
mi è stato fornito
gratuitamente da
Fabrizio Messina,
patron del prestigioso
attenti ai tanti traghetti veloci ed agli aliscafi,
che sfrecciano sul fiume e creano delle onde
insidiose.
Circolo Canoa Catania. All’amico Giuseppe Di
Mauro titolare della fabbrica di kayak Overline
di Catania, che si è offerto di collaborare, ho
dato mezza giornata di tempo, per dargli una
sistemata alla bene e meglio.
Il trasporto del kayak da Catania ad
Ingolstadt (Germania) è stato difficoltoso e
molto costoso, circa 900 euro per via delle
dimensioni del kayak stesso, quasi 5 metri di
lunghezza.
Come pagaia ne ho utilizzato una che avevo
acquistato, di seconda mano, circa 20 anni
prima che, nel corso dell’intera traversata, si è
spezzata 2 volte.
Solo quelli del Circolo Canoa Catania
hanno creduto nella riuscita di questa mia
impresa. Il resto delle persone con cui avevo
parlato, ha fermamente sconsigliato la mia
partecipazione, dicendo che mettevo a rischio
la mia stessa vita. Era un coro unanime,
anche di esperti canoisti e di persone che
vivono lungo le sponde del Danubio, che mi
spingevano a rinunciare. Ho preso talmente
gusto a questa impresa, al punto che, una
Raccontaci l’arrivo a Sfant Gheorghe, tappa
finale sul Mar Nero.
Non essendo un canoista e non avendo
mai affrontato un fiume, eccezion fatta per
una discesa del Tevere, durante il viaggio,
specialmente nella prima parte, ho avuto
una certa tensione, perché non sapevo cosa
dovevo aspettarmi. Giorno dopo giorno ho
però acquisito sicurezza e già prima di arrivare
a Sfant Gheorghe, ero molto rilassato e
vivevo il tutto come gli ultimi giorni di scuola,
quando sono già finite le interrogazioni e
si sa che si è sicuramente promossi. Non
nascondo però che un po’ di commozione c’è
stata tra me e i miei compagni di avventura,
alcuni canoisti tedeschi con i quali ci siamo
abbracciati. A questa mia impresa ho dedicato
un blog www.pipporapisarda.wordpress.com
che ha ricevuto più di cento mila visite.
Un cittadino del mondo come te può
riuscire a costruirsi una famiglia, dei legami
stabili?
Le pietre che ruzzolano non accumulano mai
muschio, parto da solo ma in realtà sono
sempre in compagnia.
settimana prima di arrivare sul Mar Nero,
volevo prolungarla ed arrivare fino ad
Istanbul. Di fatto non avevo però GPS, carte
nautiche, vestiti pesanti appoggio esterno
e esperienza di pagaiare in mare aperto.
Nonostante tutto, non era questo quello
che mi faceva maggiormente paura. Ho
sempre considerato l’uomo più pericoloso
dell’ambiente e delle sue condizioni. Avevo
paura che, quando mi sarei allontanato per
procurarmi del cibo e dell’acqua, qualcuno
poteva derubarmi del kayak e dei vari
materiali, lasciati momentaneamente
incustoditi sulla spiaggia. Oppure che,
durante la notte, avrei potuto essere
derubato e/o aggredito sulla spiaggia. Tutto
questo, unito alla necessità di rientrare in
Sicilia, mi hanno fatto, molto a malincuore,
rinunciare a continuare fino ad Istanbul.
Com’era la giornata tipo durante
l’attraversata?
I rumori mattutini ci svegliavano prima
dell’alba, si faceva colazione con quello che
si era comprato nei giorni precedenti, non
dimentichiamo che nel kayak non avevamo
frigo, quindi ogni giorno si comprava il
cibo che si mangiava in serata o il giorno
dopo,caricavamo tutto sul kayak e si partiva.
Arrivavamo nel pomeriggio dopo aver
percorso una media di 40 km al giorno.
Se rimanevano ancora energie, dopo
cena andavamo a visitare il posto dove ci
trovavamo, ma questo, vi posso assicurare,
accadeva raramente.
Quali le difficoltà maggiori?
Paradossalmente le difficoltà maggiori sono
state quelle relative alla ricerca dei patrocini
e degli eventuali sponsor. Questo lavoro di
ricerca ha avuto una durata tripla, rispetto a
quella dell’intero viaggio. Diversamente da
quanto ho immaginato prima di iniziare la
traversata, la parte più difficile non è stata
quella di pagaiare tanti km ogni giorno quanto
la durata stessa della traversata, il cibo che ci
era offerto, a volte l’assenza di indicazioni in
lingua inglese o italiana. Anche il forte vento
crea delle grandi difficoltà e in Germania ed
ancor più in Austria, anche in piena estate la
notte fa parecchio freddo. Bisogna fare molta
attenzione ai gorghi nei fiumi, specialmente
sotto i ponti e nella confluenza di altri fiumi.
Inoltre nelle capitali europee bisogna stare
C’è una dedica particolare per la tua ultima
impresa?
La vorrei dedicare alla LILT, la Lega Italiana
Lotta ai Tumori. Sono loro che portano dei
pesi che non si sono cercati, io non sono
un eroe, gli eroi sono loro che lottano
una guerra che non hanno mai scelto di
combattere. Vorrei anche spendere una
parola sull’Associazione Pacifista che
supporta i viaggiatori pacifisti. Chi fa parte di
questa organizzazione ospita gratuitamente
gli altri membri e stesso trattamento avrà
riservato quando si troverà in giro per il
mondo. D’altronde un viaggio del genere non
si sarebbe mai potuto compiere senza la pace.
Immaginate attraversare tutti questi Paesi con
il Muro di Berlino o la guerra nei Balcani.
Con un pizzico di riluttanza Giuseppe ci
confessa quale sarà la prossima impresa.
Voglio raggiungere l’America via terra.
Attraverserò la Siberia e poi lo stretto
di Bering. Dovrò però aspettare che sia
ghiacciato per passarci sopra e giungere in
Alaska.
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lavorare e basta. Passo il tempo a programmare
le mie prossime imprese e faccio pochissima vita
sociale”.
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