da Casa Madre - Missionari della Consolata

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da Casa Madre - Missionari della Consolata
da Casa Madre
Anno 90 - N. 1 - Gennaio 2010
Istituto Missioni Consolata
Perstiterunt in Amore Fraternitatis
2010
Felice Anno Nuovo!
(In Cinese)
Editoriale
P. Giuseppe Ronco
Buon Anno
Editoriale
Jovanotti (Album: Capo Horn)
2
Buon anno fratello, buon anno davvero
e spero sia bello sia bello e leggero...
che voli sul filo dei tuoi desideri
ti porti momenti profondi,
i misteri rimangano dolci misteri che niente
modifichi i fatti di ieri.
Ti auguro pace, risate e fatica trovare dei fiori
nei campi d’ortica .
Ti auguro viaggi in paesi lontani,
lavori da compiere con le tue mani
e figli che crescono e poi vanno via attratti dal
volto della fantasia.
Buon anno fratello, buon anno ai tuoi occhi,
alle mani, alle braccia, ai polpacci, ai ginocchi,
buon anno ai tuoi piedi e alla spina dorsale,
alla pelle, alle spalle e al tuo grande ideale.
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Buon anno fratello buon anno davvero
e spero sia bello sia bello e leggero.
Che ti porti scompiglio e progetti sballati,
la frutta e i panini ai tuoi sogni affamati,
ti porti chilometri e guance arrossate,
albe azzurre e tramonti di belle giornate e
semafori verdi,
prudenza e coraggio e un pesce d’aprile alla festa
di maggio.
Buon anno alla tua luna, buon anno al tuo sole,
buon anno alle tue orecchie e alle mie parole,
buon anno a tutto il sangue che ti scorre nelle
vene
e quando batte a tempo dice:”Andrà tutto bene..”.
Buon anno fratello e non fare stupidaggini
le pene van via così come son nate.
Ti auguro amore, quintali d’amore,
palazzi quartieri paesi d’amore, pianeti d’amore,
universi d’amore, istanti, minuti giornate,
ti auguro un anno d’amore, fratello mio
l’amore del mondo e quello di Dio.
Settimana di Preghiere per
l’Unita’ dei Cristiani
O Cristo risorto,
che hai camminato con
i due pellegrini di Emmaus,
accompagna anche noi
nel nostro percorso di fede.
Donaci la compassione di ascoltare le storie
di quanti incontriamo nel nostro cammino;
donaci la pazienza di spiegare anche ciò che
potrebbe sembrare ovvio,
e il coraggio di renderci anche vulnerabili,
affinché gli altri possano incontrare te in noi,
e noi possiamo riscoprire te in loro. Amen.
(Lindsey Sanderson)
”Il contenuto dell’idea d’Istituto che pervade
la mente dell’Allamano è l’evangelizzazione
dei non Cristiani. Esso viene ribadito infinite
volte dal Fondatore fino a tradursi nella plastica
espressione: “Noi siamo per i pagani”. Non
si può certo negare l’evoluzione percorsa a
livello teologico ed operativo della dimensione
missionaria dell’essere cristiani, né escludere
che le formulazioni usate dall’Allamano per
esprimerla contengano elementi restrittivi,
culturalmente condizionati e teologicamente
sorpassati. Ma l’Istituto che egli concepisce,
riceve da lui l’identificazione del concetto di
evangelizzazione con quello dell’amore per
coloro che non conoscono il Vangelo. Tutto
il resto viene dopo sia cronologicamente che
teologicamente. Nell’Istituto si può entrare e
rimanervi soltanto per questo, in modo esclusivo
e per sempre, tanto che, se ipoteticamente si
potesse concludere il ciclo della missione,
essa avrà sempre un nuovo inizio, un punto da
cui ripartire perché il compito di annunciare il
Vangelo non finirà mai. Il suo è un Istituto che
nasce per la missione, si identifica con essa e non
da parametri per collocarsi al di fuori di essa.
Ma si è missionari nella testa nella bocca e nel
cuore, come Egli diceva, nella misura in cui si
è capaci di provare qualcosa di profondamente
coinvolgente per coloro ai quali si vuole annunciare
il Vangelo. Già nel 1903 scriveva: “dovete avere
viscere di carità”. (A.Trevisiol, Profilo d’identità
dell’Istituto Missioni Consolata a cent’anni dalla
sua fondazione, in Documentazione IMC, n.59,
maggio 2001)
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Editoriale
Ricordando il 29 Gennaio 1901:
Giorno della Fondazione IMC
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Cristo, l’eterno Sommo Sacerdote
Anno Sacerdotale
P. Afonso Osorio Citora
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Nella Lettera agli Ebrei (Eb) Cristo viene
presentato allo stesso tempo come il “Figlio di
Dio” (Eb 1,5) che è oggetto di adorazione da
parte degli angeli suoi ministri (Eb 1,6) e come
“fratello degli uomini”, che per mezzo del
sacrificio personale ed esistenziale della sua vita
(sua passione) è diventato “perfetto mediatore e
sommo sacerdote” della Nuova Alleanza perciò,
capace di comprendere gli uomini suoi fratelli,
di aiutarli (Eb 2,18) e di portarli alla sua stessa
gloria di figli di Dio. Se può notare dunque che
la filiazione divina di Gesù e la sua condizione
sacerdotale, in questo scritto (Eb), sono
strettamente uniti: perché Figlio di Dio, fu reso
sommo sacerdote (archieréus) misericordioso e
degno di fede -fedele – (pistós) (Eb 2,18; 3,1). Qui
– Figlio di Dio e sommo sacerdote - si concentra
tutta la cristologia della Lettera agli Ebrei e di
conseguenza le linee fondamentali di questa
serie di sei articoli sul sacerdozio di Cristo nella
lettera agli Ebrei che presenteremo durante questi
sei mesi. Oltre la Lettere agli Ebrei utilizzeremo
fondamentalmente il libro di Vanhoye A., Gesù
Cristo il mediatore nella lettera agli Ebrei, Assisi
2007.
La nostra prima meditazione è sul “Cristo –
l’eterno sommo sacerdote”.
Cristo – l’eterno sommo sacerdote : questo titoli
di “Sacerdote” (ieréus) o “Sommo Sacerdote”
(archieréus) è applicato a Gesù soltanto nella
lettera agli Ebrei (Cfr. 2,17;3,1; 4,14; 4,15;
5,5;5,6; 5,10, 6,20;...): gli evangelisti e san Paolo,
ad esempio, non parlano mai di Gesù come di un
sacerdote perché avevano l’idea del sacerdozio
levitico.
Per potere attribuire al Cristo il titolo di ‘Sommo
Sacerdote’, l’autore della lettera agli Ebrei,
dovette agire in due direzioni: (a) prima e anzitutto
criticò il concetto di sacerdozio che, così com’era
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concepito nelle tradizioni veterotestamentaria, non
poteva essere applicato a Cristo; e (b) in secondo
luogo, il nostro autore, meditando sul mistero
della passione di Cristo, presentò il Figlio di Dio
- Cristo - come sacerdote anzi sommo sacerdote
della Nuova Alleanza promessa dai profeti (8,613). Per lui, Cristo col suo sacrificio personale (1)
fu reso perfetto (teleiotheis); (2) divenne causa di
salvezza eterna per coloro che gli obbediscono (3)
e fu proclamato da Dio Sommo Sacerdote secondo
l’ordine di Melchisedec (5,6-10;7,21).
Cristo è sacerdote della Nuova Alleanza e
non dell’Antica alleanza: contrariamente al
sacerdozio levitico, abramitico o aronnitico
presente nella tradizione veterotestamentaria
(7,1-10), il nostro autore presenta il sacerdozio
di Cristo, quello della Nuova Alleanza, come
un sacerdozio diverso e più eccellente cioè alla
maniera di Melchisedec. Un sacerdozio che dura
in eterno ed è perciò senza inizio e senza fine (7,3),
un sacerdozio veramente perfetto, a differenza
di quello precedente ebraico, che si rinnovava
continuamente e che quindi era imperfetto... al
posto del sacerdozio imperfetto abbiamo avuto
un sommo sacerdote che non muore mai cioè
“un sacerdozio che non tramonta” (7,24. Con il
sacerdozio di Cristo viene abrogato il sacerdozio
dell’Antica Alleanza e viene introdotto nella storia
dell’umanità un nuovo sacerdozio (7,18) centrato
nella mediazione, santificazione e oblazione.
Novità sulla mediazione: se l’Antico Testamento
presentava una visione unilaterale del sacerdozio
(“Tu fa’ avvicinare tuo fratello Aronne e i suoi
figli con lui dal mezzo dei figli d’Israele, perché
sia sacerdote per me” (Es 28,1) ove il sacerdozio
era centrato nelle relazione tra il sacerdote e
Dio, il nostro autore invece presenta una visione
bilaterale del sacerdozio ove “ogni sommo
sacerdote viene preso fra gli uomini e costituito
Novità sull’oblazione sacerdotale
di Cristo: Secondo il nostro autore,
Gesù ha raggiunto la perfezione o
consacrazione a sacerdote presso
Dio mediante un sacrificio di genere
nuovo. Infatti sottolinea Vanhoye “I
sacrifici giudaici erano inefficaci
per l’inadeguatezza delle offerte e
per l’inadeguatezza dei sacerdoti. Il
sacrificio del Cristo invece fu unico..
offrì se stesso, avvicinando così a
Dio non animali ma l’umanità.”
Anno Sacerdotale
di accettare la sofferenza e la morte.
Gesù si rese “in tutto simile ai
fratelli”: in questo consistette la sua
consacrazione sacerdotale.
Notiamo alcuni elementi principali
di questa riflessione che potrebbero
aiutarci a pensare su nostro essere
sacerdote e della nostra partecipazione
al sacerdozio di Cristo:
a favore degli uomini per le relazioni con Dio”
(Eb 5,1). Definendo Cristo come sacerdote, Lui
lo è essenzialmente come mediatore tra Dio e
gli uomini: (a) Nei confronti con Dio, egli deve
avere accesso presso di lui; deve essergli gradito
per potere intervenire presso di lui e stabilire
comunione con lui; (b) Nei confronti con gli
uomini, deve avere con essi una reale solidarietà
per poterli rappresentare presso Dio.
Novità sulla santificazione: Cristo “doveva
rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un
sommo sacerdote misericordioso e degno di fede
nelle cose che riguardano Dio”. Cristo, in questo
caso, rendesi simile ai suoi fratelli, per renderli
santi. Vediamo qui la dimensione santificatrice
del sacerdozio di Cristo che sta, secondo
Vanhoye, in diametrale contrapposizione con il
concetto antico: invece di una separazione rituale,
troviamo una solidarietà esistenziale; invece di un
innalzamento al di sopra degli altri, troviamo un
estremo abbassamento; invece di una proibizione
di ogni contatto con la morte, troviamo l’esigenza
a) Innanzitutto Cristo che non si costituisce da sé
stesso sacerdote ma è costituito tale da Dio (cfr.
5,1-4.5-6): confrontiamo l’origine divina della
nostra vocazione sacerdotale;
b) In secondo luogo vediamo Gesù che affronta il
peso doloroso della sofferenza nella sua passione
passando cosi dai sacrifici rituali ed esterni ad un
sacrificio personale ed esistenziale: confrontiamo
il nostro essere sacerdote come un’oblazione
incondizionate di noi stessi, della nostra vita cioè
del nostro essere;
c) Infine, con la sua passione, Cristo ha dimostrato
la propria fiduciosa “sottomissione” (eulábeia:
5,7, letteralmente, “profondo rispetto”; cfr. 12,28)
alla volontà divina e la sua solidarietà con gli
uomini suoi fratelli un sacerdote che condivide
pienamente la debolezza umana per renderli
perfetti, per venirli in aiuto (2,18).
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G. Allamano Modello
Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
P. Francesco Pavese imc
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Durante l’anno 2010 il Fondatore è il nostro
speciale “Protettore”. Sulle pagine “on line”
del “Da Casa Madre”, con maggior ragione,
continuerà la rubrica tutta riservata a lui. Ogni
mese, presenterò un aspetto della personalità
dell’Allamano, con l’obiettivo di sottolineare la
sua funzione di “modello” che è sempre attuale.
Lo è stato per i nostri primi confratelli e consorelle,
che si specchiavano in lui e, prima ancora delle
sue parole, imparavano dalla sua vita. Perché non
possiamo anche noi vivere la stessa esperienza?
Essendo questo anche “l’Anno sacerdotale”, ha
pensato di scegliere degli aspetti del Fondatore
che siano più strettamente collegati con la sua
personalità sacerdotale. Più che la sua dottrina
sul sacerdozio, cercherò di presentare come lui
lo viveva. Non dubito che ci farà piacere rivedere
il nostro Padre sotto questa luce. Incominciamo
dall’inizio.
GIUSEPPE ALLAMANO
CHIERICO IN SEMINARIO
«Il Signore mi chiama oggi». Sappiamo che
questo parole del Fondatore hanno dato il via
alla sua decisione di entrare in seminario. Fece la
vestizione chiericale a Castelnuovo l’11 ottobre
1866 e subito dopo diede inizio al suo percorso
formativo nel seminario arcivescovile di Torino.
la disposizione di «osservare esattamente
tutte le regole saggiamente stabilite per la sua
santificazione, per il bene generale della comunità
e quindi della Chiesa», come spiegava un apposito
manuale in dotazione dei seminaristi e che anche
l’Allamano possedeva.
Al tempo dell’Allamano, i seminari risentivano di
un’impostazione piuttosto rigida. Tuttavia non se
ne possono sottovalutare i pregi. Dal seminario di
Torino, infatti, uscì una schiera di santi sacerdoti,
dal Cafasso, a don Bosco, al Murialdo, ai fratelli
Boccardo, ecc. Il sistema educativo, salvo poche
varianti, poggiava su tre cardini: pietà, studio,
disciplina; e rimase immutato per lungo tempo.
Per progredire positivamente verso il sacerdozio
in un tale clima educativo, che lasciava poco
spazio alla spontaneità, si richiedeva nei giovani
non solo una volontà decisa, ma anche molto
equilibrio. L’Allamano si adattò al suo seminario,
così com’era; anzi lo amò e, fatto sacerdote,
accettò di rientrarvi, prima come assistente e
poi come direttore spirituale. Alla fine ammise
candidamente: «Io dopo 14 anni di seminario,
ho pianto [nel lasciarlo], ma certo non tutti
pensavano così». «Io sarò sempre riconoscente ai
miei superiori, perché non mi hanno lasciato fare
come volevo io, mi hanno sempre mutilato».
Alla base dell’organizzazione dei seminari e
della vita degli allievi c’erano le “Regole”,
piuttosto minuziose, che garantivano la disciplina
e ordinavano tutte le attività dal mattino alla
sera. A chi entrava in seminario era richiesta
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In preparazione all’ordinazione sacerdotale.
Sappiamo che il Fondatore aveva l’abitudine
di annotare su quaderni o taccuini i pensieri che
maggiormente lo avevano colpito, dopo avere
ascoltato le prediche o le conferenze dei suoi
educatori. Sono particolarmente interessanti due
paginette scritte al termine degli esercizi spirituali,
fatti durante il mese di settembre del 1873 (è stato
ordinato il giorno 20 di quel mese), in preparazione
all’ordinazione sacerdotale. Le riporto alla lettera
dall’originale manoscritto in un suo taccuino,
con le sottolineature, la punteggiatura e le parole
tronche come le ha redatte il Fondatore stesso.
Trascrivo pure le parole riprese dall’omelia che
l’arcivescovo mons. Lorenzo Gastaldi aveva
rivolto durante il rito dell’ordinazione e che lui
ha avuto la cura di annotare subito dopo i pensieri
degli esercizi spirituali.
Occorre, però, premettere una precisazione. Per
capire lo spirito del Fondatore, come emerge da
questi suoi pensieri, è indispensabile tenere presente
la spiritualità di quel periodo, altrimenti alcuni
passaggi appaiono duri e riescono difficilmente
comprensibili. Egli era figlio del suo tempo e si
esprimeva con le categorie teologiche, la cultura
ascetica e lo stile di quel periodo. Questo vale tanto
più per capire queste pagine nelle quali trascriveva
fedelmente idee sentite dal predicatore. In più,
l’Allamano allora non aveva ancora 23 anni. Con
il tempo, certe idee le ha maturate con la serenità
e confidenza in Dio che lo contraddistingueva. Se
lo leggiamo tenendo presente questa premessa, il
nostro Fondatore diventa sicuramente un modello
speciale soprattutto per i giovani dei nostri seminari
che si preparano al sacerdozio, ma anche per noi
che vogliamo conservare l’entusiasmo della nostra
ordinazione.
«Esercizi in preparaz. alla S. Ord.
del Sacerdozio (anno 1873. Settembre)
Sentimenti tratti dalle prediche
1.° Gran mezzo di conservare ed accrescere
lo Spirito Eccles. si è il far ogni opera del
ministero, come fosse quella la prima (voglio
dir questa Messa come fosse la 1a...) e l’ultima
(dovessi dopo morire); quanto bene si
farebbero!
2° Istruz. Sulla Santità Sacerd.: Essa è richiesta:
1) dalla D. Vocazione, che ne è il carattere
suo specifico (Santità e sacerdozio sono
la stessa cosa); 2) dalla Consecrazione
dell’ordinazione, che lo deputò a celeste
ministero. 3) Dalle virtù proprie e necessarie
del Sacerdote 4) Dagli offizii di Legato
di Cristo, vir Dei e mediatore tra Dio e il
popolo – 5) dal buon esempio che deve dar al
popolo.
3.° Non sarà mai un buon Confessore, chi non
fu già un buon penitente.
4.° Non oserei comparire avanti al Vescovo od
al Papa con la faccia macchiata d’inchiostro
o carbone; ed oserò comparire avanti
all’Altissimo all’altare ogni giorno lorda
molto più bruttamente la faccia dai peccati
veniali?
5° Andando all’altare per celebrare figurati
preceduto da G. C. che porta la Croce al
calvario; non lasciar il ringr. per confessare
la gente, poiché daresti scandalo, sta lì
chiedendo i lumi ed aiuti per ben confessarla.
6° Non ti basta ben cominciare il Ministero
Sacerdotale, ma bisogna proseguirlo e finirlo
bene; Es. Giuda che cominciò e camminò
bene per qualche tempo, obbedendo
prontamente alla D. chiamata..., ma poscia la
passione lo prese, crebbe... e finì!
7. Voglio desiderar la comunione con Dio e
slanciarmi nel Cuore del Buon Gesù con
aspirazioni e comunioni spirituali per non
esser poi dopo morto respinto da Lui,
dicendomi quando io voleva pel mio amore
unirmi a te, fuggisti, almeno poco [?] lo
bramasti, ora che tu l’aneli per necessità
dell’anima tua, io te ne castigo e ti respingo
al purgatorio od inferno...
Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
Specialmente due fattori contribuirono a rendere
positivi gli anni del seminario per l’Allamano: la
chiarezza della meta e la serietà degli studi. Se
c’era qualche venatura di rigorismo, egli seppe
superarla con l’equilibrio del suo carattere e la
bontà di spirito che gli erano caratteristici. Il suo
seminario gli andava bene così.
8. All’altare va con umiltà, amore e timore.
9. Nell’orazione caccia come distrazione, ogni
pensiero anche buono, ma non appartenente
alla preghiera “alienis cogit.”
10.° Ho fatto la Conf. generale da Marzo ad
oggi Settembre 79).
Parole di Mons. nella S. Ordinaz. Del Sacerd.
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Da Forestiero - Biennio di Interculturalità
Cari miei, pensate seriamente a ciò che avete or ora
compiuto. Vi siete interamente dedicati a Dio, per
lavorare e soffrire per la sua gloria e la salute dei
prossimi. Sacrifici grandi vi aspettano, ma colla
grazia di Dio li supererete, e quante consolazioni
non vi aspetteranno! I mondani non credono che
tanto sia dolce l’amar Dio e soffrire per lui, come
neppure il Sacerdote che non corrisponde alla
sua vocazione; egli non ha che spini, senza rose;
animo dunque e generosità col Signore; ora solo
date principio a faticare; né credetevi tempo di
riposo; il riposo l’avrete in Paradiso».
Dobbiamo riconoscere che il Fondatore ha
innestato una marcia veloce fin dall’inizio del
suo sacerdozio. Durante l’omelia per il suo 50°
di ordinazione, mons. G.B. Ressia, Vescovo di
Mondovì e suo condiscepolo e amico, ebbe a dire:
«[L’Allamano] era il nostro modello per il fervore
nella preghiera, per le comunioni frequenti, per
l’attenzione ai professori, per l’applicazione
allo studio, per la pazienza e amabilità, per lo
splendore dell’angelica virtù. Non lo vidi mai
turbato o irrequieto, sempre in pace, amato da
tutti. Si sapeva da tutti che il più vicino al Cuore
di Gesù, il più amico suo era l’Allamano, cui
nessuno avrebbe osato paragonarsi»
L’esperienza di tutta la sua vita ha poi ampiamente
confermato che quella partenza giovanile piena
di entusiasmo era giusta. Lui era così e voleva
che anche i suoi figli sacerdoti lo imitassero.
Il Fondatore è indubbiamente, ancora oggi e
soprattutto per noi, modello di “entusiasmo
sacerdotale”!
L’Istituto si riunisce per discutere
di interculturalità
P. Antonio Rovelli e Chiara Giovetti
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da Casa Madre - 1/2010
La struttura del Convegno prevedeva un’esposizione
mattutina sul tema del giorno, tenuta da un
relatore qualificato, alla quale facevano seguito
più brevi comunicazioni di altri relatori sullo
stesso argomento. Il pomeriggio, invece, vedeva il
tema ulteriormente dibattuto da un panel mediante
numerosi interventi dalla platea.
Il Convegno si è poi concluso con una sintesi
qualificata di Fratel Kipoy Pombo, preside
dell’Istituto di catechesi e spiritualità missionaria
dell’Università Urbaniana, e con il discorso del
Superiore Generale P. Aquileo Fiorentini.
Un clima di serenità e fraternità ha accompagnato
il Convegno grazie anche alle occasioni di
convivialità, che hanno permesso ai partecipanti di
approfondire ulteriormente e in gruppi più ristretti
il dibattito cominciato in sala, di scambiarsi idee
e opinioni o semplicemente di ritrovare dopo anni
alcuni confratelli e consorelle che la missione
aveva portato in luoghi diversi del mondo.
I temi
Il Convegno si è articolato intono a quattro
possibili declinazioni del concetto e della pratica
dell’interculturalità.
La prima sessione, dedicata a “interculturalità e
fede”, si è aperto con la relazione di P. Giuseppe
Frizzi, insignito nei giorni precedenti del Dottorato
Honoris Causa all’Università Urbaniana.
L’esposizione di P. Frizzi si è concentrata
principalmente sulla sua più che trentennale
esperienza con il popolo Macua del Mozambico,
che lo ha portato a vedere nella conoscenza di
una spiritualità e religiosità altre una premessa
imprescindibile dell’evangelizzazione. Oltre
all’originale contributo di Suor Simona Brambilla
riguardante una prospettiva “al femminile”
della missione, la comunicazione di P. Giorgio
Marengo ha fornito ulteriori elementi innovativi
al dibattito, illustrando come la presenza delle
Missionarie e dei Missionari della Consolata in
Mongolia sia stimolata e arricchita dal dialogo
con la tradizione religiosa buddhista.
Nella sessione “Interculturalità nelle nostre
comunità”, forse la più animata del convegno,
P. Piero Trabucco ha esposto gli atteggiamenti
fondamentali per vivere l’interculturalità
all’interno delle comunità IMC. L’esperienza
diretta di P. Trabucco in Sudafrica si è poi tradotta
in un ulteriore elemento di riflessione grazie
al riferimento all’attuale realtà sudafricana,
caratterizzata dagli sforzi di riconciliazione post
– apartheid. Tale sforzo di riconciliazione offre,
infatti, validi spunti per analizzare i momenti
conflittuali che a volte caratterizzano anche le
comunità IMC: a questo proposito, il relatore ha
ricordato l’importanza di scegliere lo strumento
adatto per risolvere tali situazioni: “Non si entra
in un tribunale con un coltello”, ha detto P.
Trabucco, “ma con un ago da cucire”.
Le comunicazioni successive alla relazione
di padre Trabucco hanno poi fatto emergere
l’esigenza, sottolineata da P. Josaphat Wanyonyi
di adottare un atteggiamento di ascolto dell’altro
che assuma la forma di un “a priori” favorevole,
che parta cioè dal presupposto che dall’incontro
con l’altro possa venire prima di tutto un
arricchimento e mai una minaccia. Padre Erasto
Mgalama ha infine sottolineato la necessità di
sentirci dei “pellegrini che insieme ricercano la
verità”.
Nella terza giornata di lavori, che si è concentrata
su “Interculturalità e modernità”, P. Ugo
Pozzoli, relatore principale e attuale direttore
della rivista Missioni Consolata, ha fornito le linee
guida per la riflessione facendo anche riferimento
ai testi del filosofo franco – bulgaro Tzvetan
Todorov, che analizzano la scoperta dell’altro
avvenuta con l’arrivo degli europei nel Nuovo
Mondo, e esplorando le potenzialità e i rischi
dell’utilizzo dei mezzi attualmente a disposizione
nell’ambito della comunicazione, completamente
stravolti e ripensati dopo l’avvento dell’internet.
A completare l’esposizione di P. Pozzoli, le
comunicazioni di P. Francesco Bernardi, che ha
proposto un’attualizzazione e contestualizzazione
da Casa Madre - 1/2010
Da Forestiero - Biennio di Interculturalità
Si è tenuto presso la Casa Generalizia di Roma,
dal 4 al 7 dicembre 2009, il Convegno IMC sul
tema “Interculturalità: nuovo paradigma della
missione”. Il Convegno, che si inserisce nel biennio
dedicato all’interculturalità, è stato organizzato
dalla Direzione Generale insieme al Segretariato
Generale per la Missione e ha registrato la
presenza di un nutrito gruppo di missionari dalla
Consolata provenienti dalle diverse Circoscrizioni.
A i missionari si sono affiancati gli studenti del
seminario di Bravetta, una buona delegazione
delle suore missionarie della Consolata, un laico
missionario della Consolata del Portogallo e
diversi rappresentanti di altre congregazioni, per
un totale di oltre novanta partecipanti.
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Da Forestiero - Biennio di Interculturalità
del tema anche rispetto alla politica e alla società
contemporanee, e di P. Stephen Okello, il quale
ha evidenziato la necessità di assumere un
atteggiamento di grande umiltà che permetta
di imparare dal mondo d’oggi e di gestire in
modo equilibrato il senso di smarrimento che la
modernità rischia di indurre.
L’ultima parte del convegno ha analizzato
le relazioni tra interculturalità e carisma,
introdotte da P. Salvador Medina e arricchite
dalle comunicazioni di P. Francesco Pavese e P.
Gottardo Pasqualetti. Tra gli aspetti emersi, quelli
dell’attualità del carisma consolatino e della sua
comunicabilità a culture differenti. L’interesse
sul tema, suscitato dalla triplice presentazione,
ha aperto un interessante dibattito nell’assemblea
sul come fare emergere le potenzialità insite nel
rapporto tra fedeltà dinamica e inculturazione
del carisma e su quali elementi fondamentali del
carisma siano da ritenersi “inculturabili”, così da
interagire in modo significativo con le sfide della
modernità, e aiutare tutti i missionari ad avere una
chiara identità e un forte senso di appartenenza
all’Istituto.
Le sfide per il futuro
Fra tutti gli elementi emersi, il mandato
fondamentale che il convegno ha posto nelle
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da Casa Madre - 1/2010
nostre mani è quello di rispondere alla domanda:
“Come interagire con i cambiamenti epocali che
sono in corso?”.
Nello specifico, si sono affermati in modo
particolarmente urgente la necessità di approfondire
il dialogo interreligioso, la possibilità di ripensare
alla teologia come molteplicità di teologie aventi
pari dignità, la differenza tra metacultura (cioè
una cultura che nasce dalla mescolanza delle
culture esistenti) e intercultura (che parte invece
dall’accettazione della totale diversità dell’altro e
dal riconoscerla come parte di sé) e l’esigenza di
fare dello spirito dell’interculturalità il “carattere”
dell’agire missionario IMC e non solo un suo
aspetto più o meno intensamente vissuto.
Pur facendo tesoro di questi spunti, tuttavia,
siamo coscienti che si tratta solo dell’inizio di un
lungo percorso da continuare, la cui meta è quella
di trasformare l’interculturalità nel nutrimento
quotidiano della vita di ogni missionario della
Consolata. In quest’ottica, ha sottolineato il Padre
Superiore Generale nel discorso conclusivo,
resta fondamentale pensare all’interculturalità, al
biennio di riflessione che l’ha vista protagonista e a
questo convegno che, in sintesi, ne ha evidenziato
gli ambiti di azione, come a un cammino che
vada oltre le scadenze e gli eventi sporadici e
diventi una pratica quotidiana che coinvolga ogni
Circoscrizione e ogni comunità locale.
P. Aquiléo Fiorentini
Convegno sull’Interculturalità
In questi giorni (4 – 7 Dicembre) si sta
svolgendo in Casa Generalizia il Convegno
IMC
sull’Interculturalità,
voluto
dalla
Direzione Generale. Questo evento ha le
sue motivazioni nel contesto del Biennio di
riflessione sull’Interculturalità e in occasione del
conferimento della Laurea honoris causa, da parte
della Pontificia Università Urbaniana, al nostro
confratello P. Giuseppe Frizzi. Il nostro confratello
ha meritato questo riconoscimento accademico
per l’immane lavoro da lui svolto nel Centro di
Studi Scirima presso i Macua del Mozambico. La
sua attività scientifica, oltre che pastorale egli l’ha
svolta lavorando intensamente per l’inculturazione
della fede, con le pubblicazioni scientifiche e le
traduzioni della Bibbia. A lui va il nostro plauso e
la nostra riconoscenza.
Verso il XII Capitolo Generale:
II momento
Il cammino verso il XII Capitolo Generale, nelle
prossime settimane, entra nel Secondo Momento,
quello “continentale” che va da Natale 2009 a
Pasqua 2010.
I vostri contributi stanno arrivando ai rispettivi
Consiglieri continentali e ci auguriamo di ricevere
da parte di tutti il proprio contributo a questo
importante evento che interessa tutto l’Istituto.
Le vostre risposte, analizzate e sintetizzate in
ciascun continente, diventeranno oggetto di
attenta analisi da parte di una commissione che
verrà costituita nel prossimo mese di Marzo per
elaborare i ‘Lineamenta’.
Il Beato Giuseppe Allamano: Protettore
speciale dell’Istituto per l’anno 2010
Con piacere vi annuncio che il “protettore”
speciale dell’Istituto, per l’anno 2010, sarà
il Beato Giuseppe Allamano, nostro Padre
Fondatore. Le ragioni di questa scelta sono legate
ai particolari eventi che la nostra Famiglia sarà
chiamata a vivere nel prossimo anno. Il 7 Ottobre
2010, infatti, ricorrerà il 20° anniversario della
beatificazione del Fondatore, che noi intendiamo
rivivere con rinnovata intensità, perché la
santità del Padre continui nei figli. Sempre nel
2010, primo centenario della fondazione delle
nostre Sorelle, siamo invitati a condividere la
riconoscenza e la gioia della comune origine e
missione.
Attività della Direzione Generale
Notizie per noi
Pontificia Universita’ Urbaniana
Conferimento della Laura Honoris Causa
Al Dott. P. Giuseppe Frizzi
Joseph Mwaniki Era una gioia, ringraziamento e celebrazione
nell’Aula Magna del Pontificio Università
Urbaniana che ha visto un missionario della
Consolata Padre Giuseppe Frizzi ricevere un
Dottorato Honoris in riconoscimento dei suoi
studi missiologici. La cerimonia del conferimento
è venuta alla fine di un convegno di due giorni
organizzato dalla Facoltà di Missiologia. Il
convegno intitolato, ‘Il Cammino di un Secolo’
segnava 100 anni da quel famoso convegno
missionario del 1910 a Edimburgo. Si è aperto
ufficialmente il 2 dicembre da Sua Eminenza
Cardinale Ivan Dias, il Prefetto di Propaganda
Fide e Gran Cancelliere del Pontificio Università
Urbaniana.
da Casa Madre - 1/2010
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Attività della Direzione Generale
Alla fine si è arrivati all’Atto accademico per
il conferimento della Laurea Honoris Causa in
Missiologia nell’Aula Magna di fronte a tanti
missionari e missionarie della Consolata, i parenti,
i docenti e studenti dell’Università missionaria
fondata nel secolo diciassette da un certo papa
Urbano. Dopo il saluto del Prof. Benedict
Kanakappally, il decano di Missiologia, Padre
Alberto Trevisiol, imc, ha presentato la persona,
il lavoro, lo spirito e la lunga esperienza di Padre
Frizzi, dopo di che il Rettore Magnifico Prof.
Cataldo Zuccaro, vestito in mantello ufficiale ha
letto il certificato con l’autorità del papa regnante
Benedetto XVI.
12
Il convegno ha trattato diversi temi missiologici e
alla fine Padre Frizzi, prima del conferimento della
Laurea Honoris, ha tenuto una conferenza basata
sulla sua esperienza in Mozambico. Nato nel 1943,
Padre Frizzi arrivò in Mozambico nel 1975 e per
34 anni, ha dato tutta la sua persona nello studio e
ricerche antropologhe dei Makua. Egli ha scritto
più di dieci libri, tutti con una contribuzione
originale, attinta dalla stessa cultura. L’originalità
del suo lavoro sta nel fatto che l’ha fatto con la
gente e si identifica con loro sia con la lingua che
la cultura che apprezza non di meno. Fra questi
libri c’è una traduzione della Bibbia in lingua
Makua, un dizionario, raccolta dei proverbi, etc.
In una relazione che è durata non meno di un ora,
Padre Frizzi ha esposto i tesori nascosti dei Makua
che gli hanno dato la vita nella sua esperienza
fra questa gente con cui e per cui lavora. Dopo
100 anni di un cammino da Edimburgo, Padre
Frizzi propone che l’approccio di un missionario
oggi dovrà essere quello di mietitura e non di
seminatore. Il missionario d’oggi è raccoglitore
delle ricchezze culturali nascoste fra i popoli e
così egli deve scoprire questa ricchezza nella
stessa cultura locale e nella lingua materna. Non
si può annunciare il vangelo con le lingue europee
internazionali. C’è bisogno di un’inculturazione
dialogica rese possibile dalle lingue indigene
che diventano una chiave per attingere la cultura
materna.
da Casa Madre - 1/2010
L’occasione del conferimento di questo ‘Dottorato
Honoris’ è un momento di gioia non soltanto
per Padre Frizzi, ma anche per tutto l’Istituto e
tutta la Chiesa. Questo è una contribuzione del
lavoro missionario nella crescita della gente.
Per questo, l’istituto missionario della Consolata
ha organizzato un convegno di quattro giorni
in Casa Generalizia dal 4 al 7 dicembre, in cui
diversi missionari provenienti da diverse parte
delle nostre missioni nel mondo svilupperanno
una riflessione dell’interculturalità. Siamo ancora
dentro il Biennio di Interculturalità e per questo,
l’Honoris Causa a Padre Frizzi che ha vissuto
la sua esperienza missionaria evangelizzando la
cultura Makua diventa un’opportunità per farci
anche riflettere di più e in modo ampio su questo
tema così importante sia nell’evangelizzazione,
sia nella vita comune nell’Istituto.
Dicembre 2009
P. Michelangelo Piovano
Inizio del mese: giorni di movimento e arrivi in
casa per il Convegno IMC sulla “Interculturalità
nuovo paradigma della missione”.
3 dicembre: la Pontificia Università Urbaniana, a
conclusione di un Convegno di studi Missiologici,
conferisce al nostro confratello P. Giuseppe
Frizzi la Laurea Honoris Causa in Missiologia.
Vari confratelli della comunità e altri pervenuti
per il Convegno IMC partecipano a questo atto
accademico del conferimento della Laurea che
viene come riconoscimento per tutto il lavoro
missionario fatto presso i Macua del Mozambico.
Roma per la visita ad Limina. In questi giorni
abbiamo anche con noi un altro vescovo IMC,
Mons. Josè Luis Ponce de Leon, che condivide
con noi la nostra vita comunitaria di ogni giorno
e ci viene ancora in aiuto per alcuni problemi
tecnici del nostro sito e dei vari computer della
casa.
10-11 dicembre: accogliamo in casa due gruppi
di seminaristi del seminario del Vaticano delle
medie e del liceo. Padre William e P. Samuel di
Bravetta li accompagnano in una mezza giornata
di ritiro sull’Avvento.
Casa Generalizia
Diario della Casa Generalizia
Dopo questo momento ufficiale ci
troviamo tutti nella casa generalizia
per un momento di convivio e festa per
Padre Frizzi che viene accompagnato
da un bel gruppo dei suoi parenti venuti
a Roma per l’occasione.
4-7 dicembre: nella Sala Capitolare
si realizza il Convegno IMC al quale
partecipano una novantina di persone
(missionari della casa, altri convenuti
appositamente, Teologi di Bravetta,
Suore Missionarie della Consolata
e alcuni Superiori generali di istituti
missionari.
Sono giorni di movimento in casa,
ma soprattutto di condivisione e
arricchimento sia nei momenti di
incontro del convegno che negli altri
della giornata come i pasti e i momenti
liberi. Sempre più ci scopriamo come
famiglia interculturale con tante
ricchezze da condividere e con altrettanti
passi da fare per vivere sempre meglio
in questa realtà che ormai fa parte del
nostro modo di essere come Istituto.
8
dicembre:
nella
Solennità
dell’Immacolata presiede per noi
l’Eucarestia Mons. Walmir Valle IMC,
vescovo di Joaçaba (Brasile) venuto a
13
da Casa Madre - 1/2010
Durante ogni martedì di questo tempo di Avvento
la comunità si riunisce per la Lectio Divina sulla
Parola di Dio della domenica seguente. E’ sempre
un bel momento di condivisione e preghiera che
ci aiuta a vivere meglio la nostra preparazione al
Natale.
11 dicembre: nel refettorio della casa viene
allestito un nuovo presepio preparato con vari mesi
di paziente lavoro da parte di Padre Trevisiol a
altri suoi collaboratori e collaboratrici soprattutto
nella confezione dei vestiti dei vari personaggi
che lo compongono. Rimaniamo ammirati per la
bellezza artistica di questo presepio caratteristico
nella cultura napoletana.
A metà mese il Superiore generale ed i
consiglieri partono per raduni e incontri in Africa
e in America Latina. Rimane in casa il vicesuperiore generale. P. Camerlengo, che si reca per
una settimana nella sua parrocchia (Corridonia)
per alcuni giorni di Animazione Missionaria e
Vocazionale.
Natale: Con l’arrivo del Natale ed il periodo
delle vacanze vari confratelli partono per altre
parrocchie per aiutare nel ministero pastorale o
per visitare i propri familiari.
Casa Generalizia
In casa rimane un “piccolo gregge” che vive e
celebra con intensità il Mistero del Natale.
Lo celebriamo anche in comunione con il Santo
Padre e con tanti pellegrini che in questi giorni
visitano la città. Ascoltiamo la sua parola il giorno
di Natale in Piazza San Pietro ed ammiriamo in
bel presepio allestito al suo centro come ogni
anno.
In casa ospitiamo varie persone tra parenti, amici
e conoscenti dell’Istituto.
Con il Canto del Te Deum, nell’ora dei Primi
Vespri della Solennità di Maria SS. Madre di
Dio, concludiamo il 2009 ringraziando per tutto
ciò che abbiamo ricevuto dalla sua bontà ed
implorando la sua misericordia per i nostri limiti
e mancanze della natura umana.
14
da Casa Madre - 1/2010
Rocha P. Fernando Vitorino Moreira
No mês de Outubro aconteceu no México, em
Guadalajara, o encontro de todos os Superiores do
Continente, animado pelo Vice Superior Pe. Stéfano
e pelo Conselheiro Continental, Pe. António. Foi
um encontro marcado pela fraternidade e reflexão,
para conhecer os passos dados até agora nesta
nova abertura no México, refletir o caminho da
Continentalidade e os temas do Capítulo. Podemos
conhecer , escutar e falar com todos os membros
das duas comunidades (Guadalajara e Tuxtla),
percebendo o bom inserimento na realidade local,
o bom entrosamento com o povo das comunidades
que nos rodeiam, o quanto já são conhecidos e
queridos os missionários da Consolata e também a
beleza de comunidades que nascem com a presença
de leigos missionários da Consolata.
Depois de um ano de caminhada para conhecer
a realidade local, nasce o desafio de consolidar
um projeto comunitário de vida e trabalho. Na
comunidade de Guadalajara acreditamos na opção
pela juventude, através do trabalho de Animação
Missionária e Vocacional. A presença nos meios
de comunicação, com a Rádio Maria que tem
uma cobertura para todo o México. Assim como
um desafio missionário no campo das ESPERE
(Escolas de Perdão e Reconciliação), sobretudo
no mundo da família e do trabalho onde existem
muitas feridas.
Percebemos que já são muitos os jovens que nos
procuram para iniciar uma caminhada vocacional
connosco. Permanece o desafio de conhecer ainda
melhor a realidade, antes de iniciar a acolher jovens
vocacionados. Outro desafio é a necessidade da
nossa Região colaborar com um missionário,
que embora continuando a pertencer à Região,
trabalharia no México. Todos somos convidados
a acompanhar de modo particular na oração estes
nossos irmãos do México.
Lembramos a todos os missionários nosso
encontro de Conselho ampliado com todos os
Superiores de comunidade, nos dias 09 e 10 de
Dezembro. Neste encontro, tendo presente a
destinação do Pe. Laurindo para outra Região,
deveremos escolher um novo Conselheiro
Regional, pensando de convidar todos a participar
desta votação.
Tendo presente o próximo Capítulo Geral,
aproveito para lembrar a importância e a
necessidade de todos os missionários responder
ao Questionário do Capítulo que foi entregue
para todos, isto deve ser feito até Dezembro,
depois serão recolhidos todos os contributos
dos missionários no Lineamenta, que sairá pela
Páscoa. Mais tarde todos seremos convidados
a participar novamente da reflexão Capitular,
que desembocará no Instrumentum Laboris.
Lembro que deveremos também agora escolher
dois animadores do Capítulo, para ajudar a
da Casa Madre - 1/2010
Amazzonia
Na comunidade de Tuxtla, acredita-se na opção
pela juventude através da AMV e de um desafio
missionário entre os povos indígenas. Recordamos
que na Diocese de Tuxtla cerca de 30 a 40 por
cento da população é indígena e fica ao lado, de
São Cristobal de las Casas, cuja população é de
quase 80 por cento de povos indígenas.
Vita nelle Circoscrizioni
A Palavra do Superior
15
Kenya
nível Continental neste serviço, pensando já que
um destes será depois escolhido como nosso
representante da Região ao Capítulo.
Recordo ainda que tivemos entre nós a presença
do Administrador Geral que veio para visitar
e conhecer nossa Administração, e teve a
oportunidade de visitar a Comunidade de Camarã
na AIRASOL, tendo assim a oportunidade de
conhecer nosso trabalho com os povos indígenas
e as dificuldades de acesso às comunidades. Teve
um encontro também na Casa Regional e com
todos os missionários de Boa Vista onde nos
alertou para a necessidade de cada comunidade
buscar sua auto-sustentação tendo presente que o
subsídio da Direção Geral este ano será menos da
metade do ano passado.
já o queremos acolher com alegria e desejamos
um bom trabalho missionário em nossa Região.
Termino com os votos de bom trabalho
missionário para todos e as bênçãos da Consolata
e do Fundador.
Comunico a chegada do Pe. Bento Eugénio
Muhita a nossa Região, no próximo dia 20 de
Novembro, a quem damos as boas vindas, e desde
Quénia em Natal permanente
Vita nelle Comunità
P. Tobias Oliveira
16
Os sinais exteriores do Natal europeu,
numa longa e fria noite de Invenno,
pouco dizem ao Quénia, país
equatorial com temperatura amena.
A celebração natalícia é vivida acima
de tudo como um acontecimento
cristão. Quando aqui cheguei, nos
primeiros anos, trabalhei em Nairobi,
onde celebrávamos o Natal como a
grande festa das crianças. Através
delas tentamos catequizar os adultos.
Mais tarde, transferi-me para junto
das tribos de pastares do deserto, no
interior do país. Aí, as crianças achavam natural
que Jesus - que um dia disse: “Eu sou o bom
pastor” - tivesse nascido entre animais.
A criança queniana aprecia a beleza humana
e sentimental do Natal. Não Ihe é dificil
compreender Jesus pobre, nascido num curral.
Facilmente cria amizade e afinidade com esse
menino. Olhando para a pobreza do presépio, as
nossas crianças sentem-se parte do cenário. Não
da Casa Madre - 1/2010
Ihes peçam para ter pena do pobre
Jesus recém-nascido. Elas apreciam
a sua pobreza e a precariedade do
seu nascimento.
Perconrendo este país de contrastes,
tenho encontrado com frequência
crianças tão pobres que o seu união
desejo é ter o pão de cada dia.
Numa viagem recente pelo norte,
pediam- me «maji», ou seja água.
Veio-me à memória a promessa do
Senhor feita a quem der um copo
de água a um dos mais pequeninos.
No meio destas crianças, vivo, por assim dizer,
em constante celebração natalicia. Qual podera
portanto ser o meu voto nesta quadra festiva? Que
a família africana seja estável, amorosa e sã como
a fainilia de Jesus, Maria e Jose. Que o Principe
da Paz, nascido na insegurança, abençoe estas
suas imagens vivas, as crianças e as famílias do
continente africano, onde Ele viveu como exilado
os primeiros anos da sua infancia.
Jorge Cardona Alzate
Las Escuelas de Perdón y Reconciliación, en
práctica en 14 países, apuntan a que la sociedad
transforme sus odios.
El misionero de La Consolata, sacerdote Leonel
Narváez, editor del libro ‘Cultura política de
perdón y reconciliación’.
“El perdón no es un asunto exclusivamente
religioso, también es una virtud política”. Con
esta visión sociológica y 30 años de experiencia
con comunidades marginadas en zonas de
conflicto, el misionero de La Consolata, sacerdote
Leonel Narváez, desarrolla una valiosa obra que
ya tiene eco en 14 países del mundo y públicos
reconocimientos en Colombia y la comunidad
internacional: la Fundación para la Reconciliación,
que además de desplegar tareas específicas de
mediación, conciliación y arbitraje, concreta sus
labores en un escenario propicio: las Escuelas de
Perdón y Reconciliación.
El padre Leonel Narváez sabe que es posible.
Lo asumió desde que se ordenó sacerdote en los
años 70, lo ratificó en sus posteriores estudios de
sociología, con posgrados en las universidades de
Cambridge y Harvard, y después lo constató en la
práctica cuando su comunidad lo envió al África
a trabajar con las comunidades nómadas en el
desierto del Sahara y pueblos vecinos. Durante
10 años, en Etiopía, Sudán o Kenia, adelantando
procesos de solución de conflictos evidenció que
Óscar Pérez-El Espectador
la fuerza de un Estado no está en las armas sino
en la capacidad de reconciliación de su gente.
En 1989 regresó a Colombia y la comunidad de
La Consolata lo envió a la región de El Caguán
(Caquetá), donde las Farc se movían a sus anchas.
No sólo conoció a jefes guerrilleros como Iván
Márquez, Joaquín Gómez o Raúl Reyes, sino que
muchas veces conversó con Manuel Marulanda
Vélez. “Da la casualidad de que ambos éramos
oriundos del municipio de Génova (Quindío) y
cumplíamos años el mismo día, el 13 de mayo.
Pero como era el día de la Virgen María, a él no
le gustaba reconocer la fecha de su nacimiento”,
comenta mientras recuerda cómo constató
también el florecimiento de la coca.
De esa época concluyó que si bien existen
causas objetivas del conflicto, como la pobreza
o la ausencia de Estado, son mayores las causas
subjetivas como las rabias acumuladas o los deseos
de venganza que se guardan en el inconsciente
y se expresan en una agresividad sostenida. La
experiencia de 10 años comprobando las secuelas
de la guerra, pero también asistiendo a la ejemplar
obra pastoral de monseñor Luis Augusto Castro,
dejaron la semilla de las Escuelas de Perdón y
Reconciliación que empezaron a cobrar forma en
Bogotá, después de que el padre Leonel Narváez,
amenazado, dejó El Caguán.
da Casa Madre - 1/2010
Bogotà
La idea surgió en 2002 en Bogotá, con el
propósito de difundir en 60 barrios de la ciudad
las experiencias internacionales en pedagogías
de perdón utilizadas en la década de los años 90,
y ese mismo año se llevó a la práctica con 200
líderes barriales de las Juntas de Acción Comunal,
que se encargaron de multiplicar el aprendizaje.
Hoy, a través de talleres de 80 horas de duración,
las Escuelas de Perdón y Reconciliación están
ayudando a que muchas personas, familias,
comunidades o instituciones transformen para su
beneficio las secuelas del odio, la rabia, el rencor
o los deseos de tomar venganza.
Vita nelle Comunità
El desafío de saber perdonar
17
Cali
Vita nelle Comunità
18
Desde entonces, su obra crece silenciosamente, no
sólo en sectores críticos sino como terapia familiar
o apoyo a los adolescentes. Ya la fundación ha
tenido el respaldo de la Unesco y hace presencia
en Colombia, Perú, Brasil, Venezuela, Bolivia,
Chile, República Dominicana, Estados Unidos,
Canadá o Sudáfrica, entre otras naciones. No
propiamente como acción experimental sino
como trabajo sustentado en bases teóricas, pues
el padre Leonel Narváez tiene claro que “cuando
una persona o un colectivo humano aprenden a
perdonar, se producen procesos de liberación que
modifican el diario vivir”.
El modelo de Robert Enright, que enseña a
descubrir el peso de la rabia, para tomar la decisión
de perdonar, trabajar en este camino y lograr la
liberación de la prisión emocional. O el sistema
de Everett Worthington que induce a reconocer
las heridas del pasado, para después identificarse
con los héroes del perdón, a fin de ir reduciendo
los rasgos negativos y los agobios del pasado, y
lograr el giro lingüístico que conduzca a la práctica
cotidiana del perdón. Son conceptos teóricos,
dirían los más escépticos, pero también palabras
sanadoras que van creando una conciencia fuerte
para enfrentar a los violentos.
Y para no dejar dudas, recogiendo textos de
consumados promotores de estas tesis, como el
experto inglés Soussan Abadian, la reconocida
psicóloga Donna Hicks o el ministro presbiteriano
Rodney Petersen, el sacerdote Leonel Narváez
acaba de publicar un valioso libro: Cultura
política de perdón y reconciliación. Pero no
sólo incluye sesudas reflexiones sobre el poder
de la memoria, el perdón y las religiones o las
sociedades que crecen con justicia, compasión y
dignidad, sino que por primera vez explica cuáles
son los pilares conceptuales de sus Escuelas de
Perdón y Reconciliación.
“Yo sé que es posible”, recalca el padre Leonel
Narváez, quien a través de sus talleres insiste en
que se dé “una catarsis donde se saquen afuera
los sapos y las culebras que contaminan la
conciencia”. Y agrega convencido: “No se trata
de abrirle paso al olvido, ni negar el derecho a
la justicia ni mucho menos pasar por ingenuos,
es un ejercicio de transformación de la memoria
que exige una actitud distinta a la inutilidad de la
guerra”. Ya lo dijo y lo probó el Premio Nobel de
Paz, Desmond Tutu: “Sin perdón no hay futuro”.
El padre Leonel Narváez busca que algún día se
ensaye este camino para Colombia.
Cali: Quedó abierta la primera
biblioteca de la Pastoral Afro
La Pastoral Afrocaleña anuncia
con orgullo que están abiertas las
puertas de la primera biblioteca de la
Pastoral Afro en la Arquidiócesis de
Cali, ubicada en la parroquia Nuestra
Señora de Aguablanca al oriente de
la ciudad.
Esta iniciativa responde a la línea
de promoción humana y con ella
se espera responder en parte las
necesidades escolares del semillero
afroinfantil, igual que al resto de
la niñez en los barrios aledaños.
Éste logro ha sido posible gracias
a los Misioneros de la Consolata
da Casa Madre - 1/2010
y el bachillerato. La segunda fase del proyecto
consistirá en dotar el salón con material afro; libros,
multimedia (video, sonido, software interactivo),
pinturas, artesanías, etc.
Todos están invitados a acercarse a conocer esta
iniciativa, colaborar donando material, ó dar a conocer
la biblioteca para que otros puedan beneficiarse y/ó
apoyar el proyecto
Formación de Catequistas en Puerto
Leguízamo - Putumayo
p. Salvador Medina
Nuestro Objetivo fue:
Lograr introducir a los animadores de la fe católica
en un proceso formativo que los lleve a mejorar su
vida y su fe cristiana, dándole bases sólidas para
poder acompañar mejor a sus comunidades.
Soñamos:
La intensión no es llenar de contenidos a las
personas, sino ayudarles a ver con más claridad
el seguimiento de Jesús, entender el porqué de la
Iglesia y la necesidad de ser multiplicadores de
esa verdad proclamada por Jesús en este contexto
amazónico.
Como
evangelizadores
deseamos
llevar
una continuidad en nuestra evangelización,
contribuyendo así al progreso espiritual de
nuestras comunidades cristianas. Esto implica
llevar una formación de catequistas a través de un
curso extendido a lo largo de unos años, donde se
prepare y se organice una formación sólida para
catequistas de esta región.
Propuesta del encuentro de Catequistas.
Aunque conocemos que algunos de los catequistas
antiguos habían visto la introducción a muchos
temas que se desarrollaron, nos pareció necesario
por este año 2009, hacer una introducción
general de cada área que más adelante trataremos
en particularidad. Esto ayudó a los catequistas a
tener una visión global y poder entender mejor
los diferentes contenidos que van a recibir más
adelante.
Como evangelizadores organizamos los contenidos
y preparamos mejor cada temática durante el
transcurso del año. Este proceso de introducción
dio espacio a la gran espera del Nuevo Vicariato
y a la llegada de nuevos evangelizadores que nos
ayudaran en este proyecto.
Como evangelizadores nos comprometemos a
organizar nuestras ideas y contenidos, ayudando a
profundizar en los temas propuestos, y elaborando
algunos textos escritos que le puedan servir
Puerto Leguízamo
Tener una continuidad en la formación de los
animadores de la fe católica. Logrando hacer con
ellos un proceso donde tengan ideas claras sobre
la religión que profesan y así fortalecer sus bases
cristianas.
al catequista para repasar y utilizar en sus
comunidades.
Vita nelle Comunità
y a la comunidad parroquial María Madre de las
Misiones, del barrio Modelia en Bogotá, quienes por
sus donaciones se ha podido dotar esta biblioteca
con libros, estantes, útiles escolares, juguetes y
un computador. Así mismo se ha podido comprar
camisetas para los niños y subsidiar la movilidad de
las misioneras que prestan su servicio a esta causa.
El contenido de los libros responden a conocimientos
de educación básica general que cubren la primaria
19
da Casa Madre - 1/2010
Cali
Áreas desarrolladas:
Fundamentos
Doctrinales,
Fundamentos
Bíblicos, Liturgia, Sacramentos, Espiritualidad,
Dimensión Cultural (antropología), Metodología
y didáctica.
Distribuyendo la formación en estas áreas
llevamos un proceso de formación donde el eje
transversal fue la cultura amazónica, para que
estos contenidos se puedan concretar allí en el
lugar donde el catequista vive y realiza su labor
apostólica.
La introducción que quisimos dar en este año
2009, partió teniendo como centro a JESÚS.
Importante que el catequista comience a entender
desde Jesús la revelación de Dios Padre y su tarea
como multiplicador de ese mensaje de amor.
Como equipo de evangelizadores debemos
concretar mejor este proyecto para el 2010. Queda
por definir por cuánto tiempo llevaremos adelante
esta formación.
Marialabaja
Vita nelle Comunità
P. Pepe Svanera
20
Come discepoli e missionari proponiamo Gesù’
di Nazareth, nel rispetto della religiosità del
nostro popolo, tentando insieme alcune risposte
concrete a bisogni spesso elementari del territorio
senza la pretesa di risolvere problemi che esigono
principalmente un cambio di mentalità mentre si
aspetta pazientemente l’interesse dei governanti
di turno.
Queste circostanze hanno portato la missione
a proporre e realizzare alcune iniziative di tipo
sociale con gli animatori delle diverse piccole
comunità cristiane per rispondere ai bisogni
della nostra gente. Le vogliamo ricordare perché
abbiamo potuto portarle avanti solamente grazie
a voi.
1. La prima iniziativa è stata quella delle
“SCUOLETTE” o asili per i bambini più
poveri del paese con età compresa tra i due e
i cinque anni. Abbiamo iniziato nel 2000 con
un primo gruppetto e quest’anno abbiamo
raggiunto la cifra di trecentoventicinque
bimbi distribuiti in quattro “scuolette”.
A questi bambini si offre la possibilità di
trascorrere la giornata con una maestra e di
usufruire di un pasto caldo oltre l’assistenza
medica periodica.
da Casa Madre - 1/2010
Nel 2008 le persone che sempre hanno
accompagnato l’iniziativa hanno dato vita a
una Fondazione per assicurare la continuità
e il futuro delle “Scuolette” anche se la
parrocchia continua a seguire l’iniziativa e a
cercare risorse con amici e padrini.
2. Con i giovani e i rispettivi gruppi giovanili,
dopo aver ristrutturato alcuni saloni vicino
al tempio parrocchiale, stiamo adeguando
due aree (“Alto Prado” e “Montecarlo”) nel
settore urbano per la formazione, lo sport e la
ricreazione.
3. Con i contadini, gli sfollati e la popolazione
in generale abbiamo dato vita, fuori paese,
al “CENTRO DI FORMAZIONE LA
CONSOLATA” dove in questi tre anni
abbiamo realizzato continuamente incontri di
formazione nei più diversi campi per creare
coscienza, partecipazione, organizzazione e
sviluppo.
Attenzione particolare è stata data al
fenomeno degli “SFOLLATI” (“desplazados”)
a causa della violenza. Li abbiamo seguiti
nell’organizzazione e legalizzazione e abbiamo potuto conseguire dei terreni per
4. Per decentralizzare sempre piu’ il progetto
e’ nato nella comunità di Nueva Esperanza
il “CENTRO AFRO-ALLAMANO” punto
strategico nel territorio che favorisce l’accesso
della maggioranza delle comunità contadine.
In questo spazio realizziamo attività ricreative
e formative con bambini, giovani, adulti e
donne in particolare, in spazi ampi e ben
distribuiti con la possibilità di coltivazioni di
ogni tipo e allevamento di animali da cortile,
pesci, maiali...
5. Ultima nata, a cinquecento metri del Centro
afro-Allamano, e’ la “FATTORIA GENTE
DEL CAMPO” di sette ettari che vuole essere
modello di agricoltura e allevamento del
bestiame soprattutto per i giovani contadini
della regione interessati alle coltivazioni
tradizionali e allo stesso tempo dovrebbe
aiutare a finanziare le diverse iniziative
portate avanti dalla parrocchia in vista di una
progressiva e completa autonomia dei progetti.
“appoggiare” concretamente i nostri contadini
che ancora producono cibo.
1. Assistenza tecnica con alcuni giovani
contadini che stanno imparando nei nostri
Centri nuove tecniche.
2. Produzione e distribuzione di semi propri del
nostro territorio e che si possono riprodurre.
3. Animali in comproprietà con il progetto
per favorire l’economia domestica e un
allevamento adeguato.
4. Trasformazione di alcuni prodotti basici
dell’alimentazione locale con i mulini
della “Consolata” per il riso e il mais e la
trasformazione del latte e della frutta.
Sogniamo adesso con uno o più trattori per:
1. Appoggiare i contadini che ancora producono
cibo e non possono permettersi di arare la
terra se non a costi impossibili.
2. Trasportare i prodotti della campagna fino alla
strada principale.
3. Raccogliere gruppi di bambini e giovani per
le attività ricreative e formative nei nostri
Centri soprattutto nei fini settimana.
Per alcuni e’ molto quello che tentiamo di fare,
per altri e’ troppo poco, altri ancora non sono per
niente d’accordo e parlano di “missione superata”,
“colonialismo”, “eurocentrismo” e prospettano
“missione nuova”, “nuovi areopaghi”, “missione
virtuale”...
Rispetto dell’ambiente, sicurezza e sovranità
alimentare sono per noi valori inalienabili anche
se purtroppo e’ sempre più difficile resistere
all’aggressione delle coltivazioni di palma africana
per biodiesel sempre più diffuse nella regione.
La verità e’ che noi ci sentiamo bene, contenti
e felici con la nostra gente condividendo timori
e speranze facendo quel poco che si può e
senza rumore, aspettando con estrema serenità,
come un dono, il Regno di Dio che il Bimbo di
Betlemme ha inaugurato e assicurato.
Marialabaja
Con queste iniziative crediamo di avere adesso il
minimo necessario per realizzare, anche con l’aiuto
dello Stato e di altre organizzazioni, ogni tipo di
programma formativo per accompagnare la nostra
gente e migliorare la qualità della vita convinti che
questo territorio e’ un grande dono di Dio.
Con piccole iniziative da qualche tempo vogliamo
inoltre non solamente “educare” ma anche
Vita nelle Comunità
la costruzione delle loro case e realizzare
con loro un progetto di autocostruzione di
ottantadue “inizio di casa” con stanza e cucina
in muratura.
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da Casa Madre - 1/2010
Casa Madre
Curiosità in Casa Madre
P. Antonio Giordano
In Casa Madre abbiamo la fortuna di cogliere
le osservazioni dei confratelli che passano o si
fermano per un tempo in vacanza dalle missioni.
La loro curiosità sui cambiamenti che notano è
più che legittima. Qualcuno ha tentato di andare
direttamente nell’ufficio di amministrazione
regionale o legale, e … non vi è più riuscito;
si è trovato bloccato da una porta di sicurezza
sbarrata. Un altro ha tentato di entrare negli uffici
della Redazione delle nostre riviste… ha trovato i
locali semisgombri. Entrando in refettorio c’è chi
esclama, “Dov’è andato il tavolone del centro!”
Un altro sentendo parlare della Biblioteca o del
Museo esclama, “Ma ci sono ancora!?”.
Vita nelle Comunità
Il Museo etnologico.
C’è ancora, e viene trasportato in un altro locale
che sta prendendo forma a norma di legge, in modo
che possa, in un prossimo futuro, essere aperto al
pubblico. Il locale è nel seminterrato che fa angolo
tra C. Ferrucci e Via Cialdini. L’adattamento dei
locali e il trasporto del materiale richiede non
poca fatica e forse non poco tempo. È previsto un
anno per la totale ristrutturazione dell’ambente e
la susseguente sistemazione dei locali.
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da Casa Madre - 1/2010
L’incaricato del Museo è P. Giuseppe Quattrocchio
che ha preso con coraggiosa passione la grande
eredità lasciata da P. Bartolomeo Malaspina, a
cui vanno i più sentiti ringraziamenti. Ordinare
in vetrine omogenee il ricco assortimento del
materiale etnografico e antropologico, tenendo
presente il piano generale di quello che sarà
il museo visitabile dal pubblico, è un’impresa
gigantesca. L’incaricato ha certamente bisogno di
aiuto e di incoraggiamento e la sana curiosità dei
missionari in vacanza può fornire l’uno e l’altro.
La Redazione delle nostre riviste.
Presto occuperà la nuova sede in cui,
presentemente, i muratori, i decoratori, gli
elettricisti e i “internet men” stanno lavorando
con grande briosa alacrità. Il locale è situato sopra
gli uffici dell’amministrazione pubblica, messi a
nuovo lo scorso anno, e funzionanti a pieno ritmo.
Da questa stessa entrata si potrà salire al piano
ammezzato dove sono gli uffici della Redazione.
Tutte e due i locali, uniti da uno scalone, sono così
a norma di legge per impiegati e visitatori.
Responsabile della Redazione è P. Anataloni
Gigi, che da qualche mese lavora in redazione.
Vita nelle Comunità
La pubblicazione delle nostre riviste: Missioni
Consolata, Amico e Famiglia IMC, forma un
campo in continua agitazione, cambiamenti,
nuove intuizioni, nuove forme e nuove sostanze,
nuove apparenze e nuovo contenuto… insomma
tutto quello che è necessario per interessare la
nostra società italiana e per dare ai volonterosi,
che ancora ci sono, ma con gusti molto diversi dai
nostri, qualcosa di fraternamente missionario.
La Biblioteca.
È ancora situata nel vecchio locale che occupò
dopo l’ultima guerra quando venne ricostruita la
parte bombardata della Casa Madre. Per ora ha
semplicemente riempito di scaffali e di libri gli
spazi vuoti, ma si è anche estesa ai due piccoli
saloni, uno accanto e l’altro sopra l’aula magna.
Uno funziona come sala di ricevimento del
pubblico, piuttosto contenuto, perché i locali non
sono a norma di legge, e l’altro contiene le riviste
missionarie di utilità nostra, di cui un cinquantina
enumerano la raccolta completa, e sono rilegate
in volumi annuali. La biblioteca conta 100 mila e
cinquecento volumi catalogati. L’ultima donazione
del Prof. Vittorio Maconi, l’ha arricchita di oltre
500 volumi di etnologia e antropologia in lingua
italiana, francese, tedesca e inglese e di un buon
numerosi riviste antropologiche.
Diversi nostri missionari in vacanza hanno avuto
la possibilità di usufruire delle facilità che la
biblioteca offre, anzi qualcuno ha posto il suo
studio in biblioteca, con nostro grande piacere,
tanto che, abbiamo concluso, che anche nell’era
del computer i libri cartacei hanno ancora il loro
valore ed il loro appiglio.
Casa Madre
Vi lavorano Fr. Zanchettin Roberto e il Sig. Baralis
Luciano, volontario, appassionato della biblioteca.
Con la sua signora Marilena hanno computerizzato,
negli anni passati, e sistematicamente collocati
sugli scaffali gli oltre cento mila libri. Coopero
anch’io nel limite del possibile. Il lavoro non
solo di catalogazione delle sempre nuove, anche
se modeste, donazioni, ma di manutenzione degli
ambienti e di controllo dei libri che si concedono
in prestito al pubblico, non è indifferente. Si
vorrebbe avere un locale più ampio, e più
appropriato ad una biblioteca, ma per il momento
le cose rimarranno così come sono.
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da Casa Madre - 1/2010
Lisboa
Lisboa: Casa Regional
P. Herculano e P. Norberto
O mês de Novembro é sempre dos mais fartos
em acontecimentos celebrativos e associativos
do ano. Com a saída a 29 de Outubro do P.
Herculano, superior da casa, para Albufeira onde
foi aliviar o Pároco, nosso amigo de longa data,
e também
completar as magras férias que tinha encaixado
em Outubro, foi precisa uma certa ginástica
para responder aos apelos do costume e outros
suplementares. Valeu a “juventude” operante
do P. Zintu, e a generosidade ‘sofrida’ do irmão
Albino,
Vita nelle Comunità
devido a irritante agravamento das suas artroses.
É que Novembro parece ser ‘o mês de todas
as reuniões’ a nível de Igreja e de Conferência
dos Religiosos e outras. Assim, logo depois de
comemorar os Santos declarados e os muitos
santos anónimos ou defuntos que nos precederam
o P. Norberto começou as suas correrias para
Fátima ‘lugar de todos os encontros’. Primeiro
foi o do Conselho Nacional de Missões a 9 e, de
16 a 18, a Assembleia Geral da Conferência dos
religiosos (CIRP) , logo seguida da do IMAG,
Institutos Missionários Ad Gentes. A do
CEF, (Centro de Estudos de Fátima) que o ano
passado foi a sexagésima quarta melhor escola
do país e a melhor em absoluto em História, teve
que ser adiada por falta de tempo e intromissão
da gripe num dos membros da direcção. Antes de
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da Casa Madre - 1/2010
partir para todas estas reuniões celebrámos, a 16,
a memória de todos os nossos defuntos. O verão
de S. Martinho decidiu adiar para mais tarde o
seu sorriso. E foi por isso que o magusto em que
participámos, no Cacém foi um pouco molhado.
Mas isso não arrefeceu o fervor dos AMC que
tiveram neste dia 15 a sua assembleia nem
apagou o fogo de assar castanhas. Teve que se
acrescentar mais um adjectivo à alusiva frase a
elas «quentinhas-húmidas-e boas». Não faltou
a boa disposição que acabou numa perseguição
geral à procura de caras para mascarar com a
cinza negra da fogueira.
20: O P. Herculano regressa de Albufeira, onde
esteve três semanas a substituir o pároco, P. Rosa,
nos serviços paroquiais.
21: O Superior regional vai a Fátima para a
habitual reunião de Secretariado da Missão.
Regressa à tarde para a missa em Santo Eugénio.
Ligamos o aquecimento devido ao frio repentino
e à humidade na casa.
22: P. Zintu celebra em Santo Eugénio a festa de
Cristo Rei. O P. Herculano preside no Externato à
festa da Luz que reúne umas 60 crianças mais os
pais e padrinhos. Festa bonita. O Superior Regional
vai ao Zambujal presidir à profissão religiosa do
clérigo brasileiro João Batista Amâncio dos Santos
a residir no Cacém.
23: Passa de corrida o administrador regional para
recolha de mais umas assinaturas para os bancos.
Segue logo de manhã para o banco e daí para o
Cacém.
25: Realiza-se o funeral do Sr. Fernando Bonifácio,
pai do nosso P. Helder Bonifácio falecido ontem
no hospital militar. Participam da casa regional
o P. Superior Regional e o P. Zintu, além de
outros padres de Fátima e do Cacém na missa em
Algueirão- Mem Martins. O P. Herculano vai ao
Porto para a habitual consulta médica.
26: Desta vez é o cunhado do P. Tavares que vai a
sepultar em Cardigos. Mais uma vez o P. Superior
Regional participa e mais uma vez é adiada o
reunião da direcção regional para amanhã em
Fátima.
30: Retiro Regional em Fátima. Orienta
superiormente o P. Ramón Cazzallas com dois
temas oportunos: “Os ventos do Advento” e
“Santidade do Santo Cura de Ars». À tarde
realizouse uma mini assembleia desta vez dedicada
à projecção e apreciação dum estudo prévio feito
em vista da reestruturação do complexo Fátima,
estudo que suscitou abundantes esclarecimentos
e farta partilha.
Seminarista da Consolata renova os
votos em clima de festa no Zambujal
Vita nelle Comunità
Ao fim da tarde chega o P. Jaime Marques para
mais uma sessão no tribunal amanhã por causa do
processo com o BPN.
A comunidade do Cacém
João Batista, seminarista da Consolata, brasileiro,
que está a fazer o ano pastoral no bairro do
Zambujal, renovou os votos no último domingo,
22, com uma bonita celebração preparada e
organizada pelos moradores da comunidade. Cacém
Ele diz que ficou muito emocionado porque
descobriu o carinho e a atenção das pessoas
pelo seu trabalho no bairro, apesar de estar
há apenas dois meses na comunidade.
A Celebração Eucarística foi presidida pelo
Pe Norberto Louro, Superior Provincial do
Missionários da Consolata, juntamente com
os concelebrantes Pe Maurício e Pe Elísio.
«Foi muito gratificante para mim, saber
que a comunidade preparou e organizou a
celebração de maneira viva e alegre que me
fez sentir em casa» comenta o seminarista.
A festa girou em torno de três importantes motivos:
primeiro por ser a festa de Cristo Rei do Universo;
segundo, a renovação dos votos temporais
do João e, terceiro, a comunidade aproveitou
para publicamente dar as boas vindas ao Padre
Maurício, que já trabalha no bairro há alguns meses.
Pedro Claver, do padre Barros, dos Leigos e
Jovens Missionários da Consolata, do seminarista
Nuno, que está no seminário em Braga e, ainda
com a equipa da Revista Fátima Missionaria.
Logo após a celebração, a comunidade organizou
um almoço partilhado, onde os participantes
tiveram a possibilidade de saborear variados pratos
típicos, preparados pelos moradores do bairro.
Na parte da tarde a comunidade reuniu-se para
ver o vídeo da missa de despedida do padre
Matias, um missionário incansável que tanto fez
pelo bairro nos anos em que trabalhou lá.
A festa contou ainda com a presença das Irmãs
Missionarias da Consolata, das Irmãs de São
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da Casa Madre - 1/2010
Jardim Peri
Renovação dos votos
e instituição aos ministérios
Julio César Caldeira
Comunidade Nossa Sra. da Penha acolhe
Seminaristas do Instituto Missões Consolata e
testemunha a renovação dos votos e instituição
de ministérios...
Vita nelle Comunità
“A profissão religiosa é o ato com o qual,
publicamente, perante a Igreja, respondemos
ao chamado de Cristo; somos consagrados por
Deus como religiosos para a missão “ad gentes”;
comprometemo-nos a viver o estilo de vida do
Instituto, no qual fomos acolhidos. Tornamo-nos
servos do Evangelho.” (Constituições IMC, nº
50)
26
Durante a celebração eucarística do dia 15 de
novembro na matriz de N.Sra. da Penha (Jardim
Peri – São Paulo), tivemos a alegria de renovar
os votos religiosos por mais 13 meses, segundo
o carisma do Instituto Missões Consolata. Os
conselhos evangélicos (pobreza, castidade e
obediência) na Igreja são emitidos por aqueles que
assumem a vocação à vida consagrada são meios,
caminhos para responder, de forma concreta ao
chamado de Deus para o apostolado e a missão. A celebração foi presidida pelo Pe. Lírio
Girardi, superior regional e concelebrada por
sete missionários da Consolata. Fomos dezoito
estudantes renovando os votos, nove sendo
instituídos ao ministério do leitorado e três sendo
instituídos ao ministério do acolitado.
“O Leitor é instituído para a função que lhe é
própria: de ler a palavra de Deus nas assembléias
litúrgicas. (...) preparar os fiéis para a recepção
digna dos Sacramentos. Poderá, além disso,
na medida em que for necessário, ocupar-se
da preparação de outros fiéis que, por encargo
temporário, devam ler a Sagrada Escritura nas
ações litúrgicas. (...) O Leitor, consciente da
importância do ofício recebido, há de ter o cuidado
de aplicar-se e de lançar mão de todos os meios
oportunos para alcançar mais plenamente e cada
dia desenvolver o conhecimento e o suave e vivo
amor da Sagrada Escritura, de modo a tornar-se
um discípulo mais perfeito do Senhor.”
da Casa Madre - 1/2010
“O Acólito é instituído para ajudar o Diácono e
para servir o Sacerdote. É sua função, portanto,
cuidar do serviço do altar; auxiliar o Diácono e
o Sacerdote nas ações litúrgicas, sobretudo na
celebração da Missa; distribuir, como ministro
extraordinário, a Sagrada Comunhão (...). Pode
ainda ser-lhe mandado, em circunstâncias
extraordinárias, que exponha publicamente o
Santíssimo Sacramento à adoração dos fiéis,
e depois o reponha (...). Destinado de modo
particular para o serviço do altar, o Acólito há
de procurar conhecer o que diz respeito ao culto
divino e compreender o seu significado íntimo e
espiritual, de modo que, em cada dia, se ofereça
a si próprio totalmente a Deus e, por sua atitude
grave e respeitosa, seja para todos exemplo no
templo sagrado, amando sinceramente o corpo
místico de Cristo ou povo de Deus, sobretudo os
fracos e os doentes”.
No dia anterior, em preparação a este momento,
estivemos recolhidos num retiro espiritual
assessorado pelo Pe. Patrick Silva, imc, no
Centro de Animação Missionária José Allamano
(Castelinho). Meditamos sobre o chamado de
Jesus a sermos pescadores da humanidade (Lc
5,1-11), revendo nossa própria história de vida e
do chamado de Jesus e, por fim, ver a verdadeira
riqueza (a partir de Mc 10,17-30).
Queremos agradecer pelo acompanhamento dos
nossos formadores Pe. Luiz Emer e Pe. Francis
1º ano: Dani, Stephen, Sylvester, Innocent e
Philip (renovaram os votos)
Njoroge, pela acolhida e preparação por parte
de todos da paróquia de N.Sra. da Penha e pela
participação dos missionários da Consolata, das
noviças, junioras e irmãs missionárias da Consolata,
dos(as) leigos(as) missionários(as) da Consolata,
dos membros de outros institutos e dos(as)
2º ano: Adrien, Dieudonné, Henri, Gerald,
José Rafael, Joseph, Júlio, Robério e
Tekele (renovaram os votos e instituídos ao
leitorato);
3º ano: Denis, James e Michael (renovaram os
votos e instituídos ao acolitato);
4º ano: Jacques (renovou os votos).
Comunidade de Maturuca
Vita nelle Comunità
amigos(as) presentes neste momento marcante
de nossas vidas. “O auxílio de Deus, a materna
assistência de Maria Santíssima Consolata e
a paterna proteção do Bem-aventurado José
Allamano nos ajudem a perseverar nesta sublime
vocação e a ser fervorosos apóstolos. Amém!”
Pe. Mario Campos
Temos certeza de que nos dias que seguiram ao 15
de outubro, a comunidade de Maturuca esteve na
boca de quase todos os missionários da região e de
muitas outras pessoas. Mas lamentavelmente não
foi porque de lá estavam chegando boas noticias.
Maturuca
Nesse dia, por volta das 10.30 horas, um helicóptero
militar sobrevôo varias vezes a comunidade e a
missão. Logo em seguida a comunidade indígena
foi invadida por um contingente de militares e
alguns policiais federais. O segundo tuxaua da
comunidade, veio nos chamar, pois os militares e
polícia federal queriam falar conosco e ver nossos
documentos. Dirigimos-nos imediatamente ao
malocão, no centro da comunidade, onde os
referidos militares e policiais, rodeados por um
forte esquema de segurança armada, conversavam
com algumas lideranças e nos esperavam. Fomos
recebidos pelo coronel ao mando e logo depois
um policial federal começou a pedir nossa
documentação. Primeiro colocaram problema
pelo fato de sermos estrangeiros e não termos o
passaporte, embora com nossa documentação
brasileira em regra. Depois solicitaram autorização
para estarmos em área. Mostramos a autorização
por escrito das lideranças da região e do CIR, mas
disseram que não era suficiente, que precisava
ser da FUNAI. Explicamos que há meses que foi
pedido esse documento, mesmo pelos próprios
indígenas (mas quando a vontade de facilitar
não é muita as coisas não rolam). Não teve
jeito, sem esse documento não podíamos ficar
em área, insistindo sempre no fato de sermos
estrangeiros. Primeiro queriam levar-nos para o
quartel do Uiramuta, mas concordaram com que
viajássemos por nossos meios para Boa Vista,
sendo acompanhados pela PF parte do caminho.
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da Casa Madre - 1/2010
Maturuca
Em todo momento as lideranças estiveram
conosco, e nos acompanharam até a cidade para
resolver o problema. Reunião com Dom Roque, a
advogada, as lideranças, o coordenador do CIR...
Conversa deles com o administrador da Funai, e
no dia seguinte estamos de volta em Maturuca
com uma autorização até final do ano.
Agora fica pendente uma luta a um nível superior.
Continuamos acreditando o mesmo que o CIMI,
que a FUNAI não é quem deve autorizar nada, é
a vontade dos indígenas o que serve. Mas as 19
condicionantes do STF só vieram a atrapalhar a
vida deles e são um retrocesso na conquista dos
seus direitos.
Preocupante o abuso de poder, as mostras
desnecessárias de força, o desrespeito ás
lideranças da comunidade,... Não foi por acaso
Maturuca, considerada pelos setores antiindígenas o “quartel geral” da resistência indígena
(os militares já foram lá anos atrás na procura de
armas). Não foi por acaso que, segundo contou
o tuxaua para nós, a primeira pergunta foi “onde
estão os estrangeiros, onde estão os padres”.
Vita nelle Comunità
De outra parte foi bonito sentir o apoio da
gente em forma de preocupação, indignação,
incredulidade, até alguma lagrima saiu... Isso nos
da mais força para acreditar e continuar na nossa
missão. Missão, que como o próprio Jesus alertou,
não é isenta de perseguição.
Bom, mas alem desse acontecimento, nas ultimas
semanas, na comunidade de Maturuca aconteceram
mais coisas importantes e significativas. No mês
de setembro o presidente da FUNAI, manteve
um encontro com lideranças em Maturuca e
garantiu a presença do presidente Lula na festa de
comemoração da Homologação a ser celebrada
em abril de 2010. Nós missionários continuamos
nossas visitas às comunidades da região, cursos
de catequistas, reuniões e assembléias sobre
saúde, educação etc. Destacamos o encontro da
equipe de missionários da Raposa Serra do Sol
junto com os coordenadores das quatro regiões
que aconteceu em Camará. Tanto lideranças como
missionários percebemos que, com a questão da
terra já resolvida, entramos numa nova etapa na
historia dos povos da RSS. Manter forte e viva
a união e a organização das comunidades, a
participação na política partidária, continuar o
combate ao alcoolismo, o controle de programas
e projetos públicos como a bolsa família que
em nada estão ajudando as comunidades, o
melhoramento da produção, a juventude
e as escolas nas que estão estudando...
são algumas das muitas preocupações
e desafios a enfrentar. A enfrentarmos
juntos, alias, por que eles continuam
querendo (e cobrando) a presença e
apoio dos missionários.
E para finalizar, falar da despedida
brindada ao Paolo, que já está retornando
para Itália o dia 1 de novembro. Foi um
momento bonito e emocionante. Poemas,
cantos, discursos das lideranças e
palavras de agradecimento não faltaram,
assim como uma gostosa janta... O
carinho e reconhecimento do trabalho
feito após estes seis anos é muito e deu
para perceber. As pessoas de Maturuca,
o mesmo que nós missionários, não
perdemos a esperança de contar com
ele de novo. E assim o fizemos saber.
Obrigado Paolo e bom retorno para sua
terra. Sua missão não acabou, só mudou
de aqui para lá.
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da Casa Madre - 1/2010
José Antônio Araújo da Luz – Postulante IMC
“É preciso que o Espírito Santo seja a vida de teu
coração”.
Na espiritualidade missionária é o Espírito Santo
de Deus que nos faz missionários de Jesus e na
vivência mística da fé é o mesmo Espírito que
orienta o coração para a presença constante de
Deus. É o Espírito que torna sensível a alma e o
coração humano na relação íntima com Deus. O
Espírito Santo sabe, sonda e revela todas as coisas.
O apóstolo Paulo ensina que o Espírito Santo sonda
as profundidades de Deus (cf. 1 Cor 2, 10), desta
forma, Ele pode nos revelar o ser de Deus e em
Deus podemos viver sem medo de sermos felizes.
O mês de outubro se inicia com a memória de
uma das maiores santas da história da Igreja que
sonhava em ser missionária, mas a doença não lhe
permitiu. Ela conseguiu ser uma missionária no
espírito, pois se entregou à oração pela conversão
dos pecadores e pelos missionários da Igreja. Por
isso foi proclamada padroeira das missões. Santa
Teresinha tinha uma profunda visão de Igreja e
a consciência clara de sua vocação missionária.
Suas orações não eram alienadas, mas eram feitas
em plena união com a realidade sofrida da Igreja
de seu tempo. O missionário, ao levar a Boa
Nova a um mundo angustiado e sem esperança
, não pode se apresentar triste e desconsolado,
impaciente ou ansioso, mas deve manifestar uma
vida irradiante de fervor e da alegria de Cristo.
Neste espírito missionário, queremos partilhar
com as comunidades da Região Amazônica,
sobre a nossa caminhada e as motivações vividas
com tanto ardor neste mês de rosto missionário.
Dia 02 de outubro, foi um dia muito especial,
memorável para aqueles Missionários da
Consolata que neste dia recordam sua primeira
profissão religiosa. A alegria foi engrandecida
pelo fato de a família Consolata em Manaus ter
se reunido para celebrar o jubileu de 50 anos de
profissão religiosa do Irmão Tarcisio, que com
grande alegria e testemunho afirma viver em si
mesmo aquele amor de Deus que, segundo Paulo
Apóstolo, é tudo em todos. A missa de abertura
desta festividade foi celebrada na área missionária
Santa Maria Goretti, na Comunidade N. Sra de
Nazaré, padroeira e rainha da Amazônia, que
Vita nelle Comunità
Santa Luzia
Santa Luzia
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da Casa Madre - 1/2010
Santa Luzia
Vita nelle Comunità
estava em festa, mãe que como lírios mimosos do
mais suave perfume, dá a benção a tão dedicada
vida consagrada. Mas não parou por ai. No dia 9
de outubro, foi a vez da comunidade formativa
reunida em Santa Etelvina, formandos, irmão
Tarcício e padres, para que juntos pudéssemos
também demonstrar toda nossa alegria ao
dedicado amor ele sempre teve para conosco, nós
jovens formandos. Assim, tivemos uma bonita
celebração e depois um ótimo comes e bebes de
confraternização.
A festa maior aconteceu dia 11 de outubro,
quando toda a área missionária de Santa Maria
Goretti preparou uma bonita festa, com a
celebração, com grande participação dos jovens
que, animados pelo irmão Tarcisio, quiseram
alegrar-se nesse momento tão especial. Foi tão
bem preparada essa celebração que seria difícil
descrever tudo o que foi feito. O momento mais
marcante foi a apresentação das crianças da
Infância Missionária, que conseguiu arrancar dos
rostos um sorriso ou até mesmo lagrimas de tão
bonito que foi. Foram muitas as homenagens de
pastorais e movimentos e tivemos a oportunidade
de ver fotos do irmão Tarcisio quando jovem.
Nos dias 10, 11 e 12 de outubro, nós jovens
formandos de Santa Etelvina e de Santa Luzia,
realizamos nosso retiro anual, fora do barulho e
agitação da cidade, num espaço ideal para este
momento. Trata-se de um sítito que fica num
ramal da BR 174 com espaço onde há uma capela,
espaço para encontros, muito verde e descanso.
Foi um momento favorável para todos nós que
nestes três dias pudemos desfrutar de tão bom
espaço e de um bom orientador espiritual, que foi
o padre Ricardo, que nos ajudou muito na partilha
com uma variada programação sempre encerrada
com a Santa Missa. Dia 15 de outubro, estando
reunidos todos os missionários da Consolata de
30
da Casa Madre - 1/2010
Manaus, aproveitamos para desejar boas férias
ao padre José Maria que iria viajar para sua terra
natal.
Um momento especial neste mês missionário
foi também, depois de tantas festas e alegrias
em nossa comunidade, um momento ainda mais
especial no qual entram as Irmãs da Consolata.
Como sabemos, as Irmãs da Consolata, estando
no período de preparação para a celebração dos
seus 100 anos de fundação, carregam um Ícone
da Consolata em peregrinação em todas as
comunidades onde trabalharam ou trabalham.
No sábado, dia 24 outubro, as irmãs que residem no
Bairro Morro da Liberdade trouxeram à paróquia
de Santa Luzia, o ícone da Mãe peregrina. Além
das missas seguiram-se orações, cantos de louvor
e agradecimento pela sua chegada durante 4 dias.
Na terça feira, também com a presença das irmãs,
formandos e o pároco, padre Gianni Basso, tivemos
a Santa Missa, presidida pelo padre Fernando e
animada pelo Colégio Consolata. Depois de todas
as homenagens na paróquia de Santa Luzia, e dos
agradecimentos das Irmãs pela acolhida, o ícone
da Mãe Consolata continuou sua peregrinação
pelas comunidades onde estão as irmãs, ficando o
desejo de todos para que a Mãe Consolata fecunde
as sementes lançadas.
E ainda temos muito mais a comemorar nos dias
31 de outubro e dia 1° de Novembro, quando toda
a comunidade formativa de Santa Etelvina, com o
envolvimento das lideranças da Area Missionária
local, realiza a Festa Missionária da Consolata,
com grande alegria e muito entusiasmo, fechando
com chave de ouro este mês tão importante
para todos os que, com desejo e amor, vivem a
missão de Cristo e assim poder dizer como Santa
Terezinha: “Posso, apesar de minha pequenez,
aspirar à santidade”.
P. Gianni Treglia
Alcuni giorni fa stavo
andando in città per
alcune
commissioni.
Come al solito, andavo
di fretta, tante sono le
cose che bisogna fare. E
invece...!
Arrivati, aiuto a trasportarla al pronto soccorso.
Con mia sorpresa mi accorgo che “l’ammalata” era
legata come un salame, mani e piedi ben stretti. Mi
arrabbio. Mi dicono che è pericolosa, morde. Mi
arrabbio lo stesso. Mentre chiamano l’infermiera
per un calmante la slego. È vero, morde! Ma non
mordeva me che la tenevo abbracciata per tentare
di calmarla e tranquillizzarla. Mordeva chiunque
altro tentasse di avvicinarsi
Arriva intanto la suora che le fa una puntura e piano
piano, la nostra paziente si calma, non grida più,
non si dimena più. Mi assicuro che le vengano fatte
le analisi dovute, mi danno il numero della madre
della donna e la chiamo che venga velocemente. A
questo punto, sicuro che è in buone mani, proseguo
per la città, a fare le commissioni. Ovviamente
metà di quelle che mi ero proposto di fare!
Mentre sono in giro, l’accaduto mi è sempre in
mente, e le solite riflessioni non mancano. Sarebbe
bastato fare una telefonata al pronto soccorso
per chiamare un’ambulanza! Telefonare? E con
che cosa? Con il tamburo forse? E già! Molti
oggi hanno il telefonino, ma spesso è solo finto.
Oppure lo si riceve in dotazione sul lavoro
perché tu possa essere rintracciato... rintracciato
sì, ma difficilmente puoi chiamare se non ci metti
almeno qualche spicciolo. Ambulanza? Quale
ambulanza? È vero! Le ambulanze sono una
rarità, riservate a chi possa permettersele, ...e si
trova nei posti giusti! Semplici considerazioni,
difficili soluzioni!
Un paio di giorni dopo l’accaduto è domenica.
Vado al villaggio per celebrare la Messa. Al
termine della celebrazione una signora con
la figlia mi attendono all’uscita: mi vogliono
ringraziare. Ringraziare? Non le conosco
neanche! E invece...!
Invece è proprio lei, Semeni, la donna aiutata
alcuni giorni prima. Donna? Ma è solo una
bellissima ragazzina di quattordici anni! Non
avrei potuto riconoscerla tanto era mal messa quel
da Casa Madre - 1/2010
Dar es Salam
Avevo lasciato casa e
attraversavo il villaggio
per avviarmi alla strada
asfaltata. Poche centinaia
di metri, neppure un
chilometro.
Proprio
in questo tragitto mi
imbatto in due persone,
sudate, affannate, non
saprei
descrivere...
Trasportano una donna
che continua a urlare
all’inverosimile. Vista la situazione non esito a
fermarmi e a chiedere cosa succede. Mi dicono
che la donna ha le convulsioni per la malaria e che
la stanno trasportando all’ospedale. All’ospedale?
Trasportata a mano? Il più vicino che possa fare il
minimo per questa poverina è distante almeno una
decina di chilometri. Li faccio entrare in macchina
e di corsa la trasporto fino all’ospedale.
Vita nelle Comunità
Fatti che capitano...
riflessioni che vengono!
31
México
giorno all’ospedale, tanto era pulita e “stirata”
oggi che stava bene ed era venuta in chiesa a
pregare. Mi sembrava una donna... invece era
solo una ragazzina. La mamma mi racconta la
sua storia. Non era malaria! Aveva le convulsioni
e si dimenava a causa dell’epilessia che si porta
dietro ormai da anni. Nessun medico era riuscito
a diagnosticarla in tempo e le sue convulsioni ora
possono essere pericolose. Ma non se uno riesce
a prenderla con garbo!
Mentre l’abbraccio nuovamente, per la gioia ora,
e me la coccolo un pò, mi sussurra: “Padre, non
ti ho morso, vero? Grazie per avermi aiutata”. Il
mio cuore piange commosso. Quando l’ho presa
in macchina mi aveva riconosciuto e per questo
all’ospedale non mi mordeva. “Mi hai slegata,
sapevo che volevi aiutarmi”.
La povertà non è necessariamente mancanza di
cose. Molto più spesso è non sapere, non conoscere
modi di fare, spaventarsi davanti all’ignoto, usare
la forza... invece della testa! Mi ero arrabbiato
quel giorno per come l’avevano legata per
trasportarla, ma non potevo certo prendermela
con chi, comunque, stava facendo quel che poteva
per aiutare Semeni. Quanta povertà, basterebbe
solo un po’ di istruzione in più! Solite riflessioni,
difficili soluzioni!
Comunque, ci proviamo lo stesso.
La Consolata en México
Vita nelle Comunità
Wilmer Hernández LMC
32
Los Misioneros de la Consolata, llegaron a
tierras mexicanas el día primero de Diciembre de
2008, con el propósito de dar inicio a la Misión
del Instituto en estas tierras. La conformación
del grupo de Misioneros, podemos decir que,
reúne en sí mismo toda la interculturalidad e
internacionalidad que caracteriza a los Misioneros
de la Consolata. Pues en él hay hombres, mujeres
y niños, laicos y sacerdotes; de seis nacionalidades
y tres continentes, todos unidos por la Misión.
En México hemos creado dos comunidades,
una en el sur del país, en la ciudad de Tuxtla
Gutiérrez (capital del Estado de Chiapas, con
unos 600 mil habitantes), integrada por los
Padres Noé Antonio Romero (salvadoreño) y
Ronildo Franca (brasileño) además de la laica
María Elsia Chavarría (colombiana). Ellos viven
en la comunidad de San Felipe de Jesús, la cual
pertenece a la parroquia Divino Niño, ubicada en
un vasto territorio de periférico de unos 45 mil
habitantes, desde donde han iniciado un camino
de acompañamiento y animación misionera de
las comunidades, e igualmente han brindado
su apoyo a la arquidiócesis de Tuxtla con
animaciones misioneras a los seminaristas y a los
sacerdotes diocesanos.
da Casa Madre - 1/2010
Durante este primer año de misión, la comunidad
Consolata de Tuxtla Gutiérrez, ha realizado
un intenso trabajo para conocer la realidad del
sur de país, de ese México mestizo e indígena,
pobre y muchas veces olvidado por los entes
gubernamentales.
Día de Navidad de 2008, Los Misioneros de la
Consolata, que habíamos llegado el 01 de diciembre
a México, nos separábamos, para iniciar el camino
de la Misión de nuestro Instituto en estas tierras.
La Comunidad de Guadalajara conformada por
los P. Abishu Morke, P. Alex Conti y la familia
limc Wilmer, Ginette y los niños Francisco Javier
y Andrés Miguel; dejábamos tierras Chiapanecas
y en ellas a nuestros hermanos (P. Noé Romero,
P. Ronildo Franca y limc María Elsia Cheverria)
y emprendimos un viaje de unas 20 horas por
carretera (previa parada en México DF) para
llegar a San Antonio de Juanacaxtle (jalisco) el
día 27 de diciembre, y comenzar nuestro camino
misionero como comunidad.
San Antonio, es un pequeño pueblo de unos
1500 habitantes (aprox.), cercano a Juanacatlan
(cabecera de municipio) y El Salto (ciudad de
25 mil hab.) de ambiente rural, la economía del
pueblo se basa en la ganadería y siembra del maíz
En este primer momento hemos dado una prioridad
especial a profundizar los lazos de comunidad y
fraternidad entre nosotros. Es el tiempo en que
debemos dar un espacio prioritario para el Equipo.
Estamos desarrollando y construyendo en común lo
que será nuestra presencia en México, conociendo
la cultura e historia de México, y lo especifico de
nuestro carisma con el cual proyectaremos nuestra
acción misionera en esta tierra.
Teniendo esto en cuenta hemos ido insertándonos
poco a poco en la comunidad. Los niños están
viviendo esta experiencia desde su sentir de ser
niños, en el colegio, con los demás niños. Los
P. Alex y Abishu, prestan apoyo a la Parroquia,
con celebraciones eucarísticas eventuales, tanto
en la sede parroquial así como en otros caseríos
cercanos, además de celebrar una misa en San
Antonio. Ginette y Wilmer, a propósito del VI
Encuentro Mundial de Familias que se efectuó
en México, realizaron Cinco talleres sobre las
Familias (Los Valores en la Familia; El Valor de
la Vida y el Don de la Vida; El Amor Como Valor;
El Valor de la Familia fundada en el Matrimonio
y El Valor de la Oración en la Familia). También
hemos logrado participar en la emisora radial
“Radio María” en donde gentilmente nos han
cedido un espacio de una hora al mes para hablar
de la misión.
En febrero, concluimos nuestro primer encuentro
intercomunitario (entre la comunidad de Tuxtla
Gutiérrez y la de Guadalajara) pasamos una
semana juntos, en donde nos encontramos y
fraternizamos, a la vez de revisar como vamos
como comunidad y fortalecer comunitariamente
las deficiencias, además de ir definiendo el
especifico de nuestro carisma aquí en México,
para lo cual nos propusimos ir profundizando en:
la Animación Misionera, Animación vocacional
de los jóvenes, Promoción Humana (Familias,
Justicia y Paz, Reconciliación).
Vita nelle Comunità
y varias hortalizas, la gente sencilla pero muy
amables y abiertos. A pesar de ser un pueblo rural,
cuentan con un hermoso y amplio templo, dedicado
a San Antonio de Padua, dos escuelas federales
y un colegio católico. A las afueras del pueblo,
cercano a nuestra casa, está el antiguo Seminario
de los Jesuitas, convertido ahora en Casa de
Ejercicios Espirituales, además el pueblo cuenta
con la presencia de una comunidad religiosa, las
hermanas Franciscanas de Jesús Crucificado.
México
33
da Casa Madre - 1/2010
Warszawa
Ceia com 12 pratos
P. Silvanus Stock
O meu último Natal na Polónia foi todo de
branco, coberto de neve. Em Cracovia, apos a
missa da meia-noite, fui convidado para a ceia
numa familia. É um ritual especial. O pai leu o
Evangelho de Natal. Em seguida distribuiu a cada
membro da família o oplatek, um pão branco
semelhante a uma hóstia. Cada um partilha o seu
pão com os presentes e, ao mesmo tempo, pede
desculpa pelas ofensas cometidas durante o ano.
É um momento de grande emoção.
Vita nelle Comunità
Segue-se a ceia: karp, peixe; kutia, uma espécie
de bacalhau com mel; barszcz, uma sopa muito
vermelha; kompot, um sumo caseiro de fruta;
kapusta z grzybami, verduras e cogumelos; e
outros pratos como piernik, makowiec. Ao todo
12.
34
No dia de Natal, bandos de crianças passam
de casa em casa, cantando cânticos de Natal, e
recolhem ofertas para ajudar pessoas necessitadas.
Um Natal diferente, mas muito sentido. Parroquia Ntra Sra.
de la Misericordia – Mendoza
P. Antonio Gabrieli
La Iglesia en América Latina y el Caribe a través
de la palabra de sus pastores en Aparecida,
invitaba a todos a ponerse en “estado permanente
de misión”. Esto conlleva, nos dicen, la decisión
de recorrer juntos un itinerario de conversión
que nos lleve a ser discípulos y misioneros de
Jesucristo. En efecto, discipulado y misión son
como dos caras de una misma medalla: cuando
el discípulo está enamorado de Cristo, no puede
dejar de anunciar al mundo que sólo él nos salva
(DA3).
Recogiendo esta invitación, después de algunos
meses de preparación hemos iniciado en la
da Casa Madre - 1/2010
parroquia la “misión permanente”. Con el Consejo
Pastoral Parroquial se decidió dedicar un sábado
al mes para visitar las familias de la parroquia
empezando por las más alejadas del centro
parroquial. En el arco de un año todas las familias
deberán recibir la visita de los misioneros.
Todos están invitados a participar de la misión y
de manera especial los integrantes de las distintas
instituciones, grupos y movimientos parroquiales.
Siendo ésta, una prioridad pastoral a la que
todos tienen que participar, durante este “sábado
misionero” se suspende toda otra actividad
parroquial.
es expresar con gestos y palabras la alegría de ser
discípulos del Señor y que Él nos ama a todos
cualquiera sea nuestra situación. “Conocer
a Jesús es el mejor regalo que puede recibir
cualquier persona, haberlo encontrado es lo
mejor que nos puede haber ocurrido en la vida
y darlo a conocer con nuestra palabra y obras es
nuestro gozo”.
Vita nelle Comunità
Empezamos la jornada con un momento fuerte
de oración; se organizan equipos de tres o cuatro
personas a las que se les confía la visita de dos o
tres cuadras. En la visita se entrega el tríptico de
la misión continental, acompañado de una sencilla
catequesis sobre su simbología de fe, la oración
propuesta por el Papa para preparar la Conferencia
de Aparecida y un folleto con informaciones
parroquiales. Pero lo más importante de la visita
Formándonos para ser enviados
P.Jairo Calderon
Sergio, español, hace suyas las palabras del apóstol
Pablo a Timoteo cuando dice: “Doy gracias a nuestro
Señor Jesucristo, porque me ha fortalecido y me ha
considerado digno de confianza, llamándome a su
servicio a pesar de mis blasfemias, persecuciones e
insolencias anteriores, fui tratado con misericordia
y sobreabundó en mí la gracia de nuestro Señor”
(1 Tim 1,2-14).
Gilberto, originario del Amazonia Brasilera,
expresa que “el noviciado ha sido para mí un
momento para resignificar mi relación con Dios
y redescubrir los valores de la Vida Religiosa”. Y
agrega que “es una experiencia que debe ser base
para nuestra vida como Religiosos Misioneros”.
Daniel, proveniente de Colombia, considera que
“muchas cosas fueron importantes en esta etapa
de mi formación en el Noviciado. Resalto el
acompañamiento del Padre maestro y el poder
dedicarle cada día un momento a la reflexióncontemplación de la Palabra.” Agrega que “una
da Casa Madre - 1/2010
Mendoza
Les
compartimos
desde
el
Noviciado
Latinoamericano –este año Iberoamericano- una
reflexión de cada uno de los jóvenes que están
terminando su período de noviciado.
35
Mendoza
Vita nelle Comunità
de las cosas que más me llenaron de alegría y celo
por la misión fue el compartir con tantos Padres
de diferentes nacionalidades, tan enamorados y
comprometidos con el mandato misionero, desde
nuestro Instituto, desde nuestra manera de hacer
misión”.
Para Carlos, de Venezuela, el noviciado ha sido
un “tiempo de reflexión e interiorización que me
ha brindado el Instituto para conocer en mayor
profundidad nuestro carisma de Misioneros de la
Consolata y de reafirmar mi vocación a la Vida
Religiosa-Misionera”.
36
da Casa Madre - 1/2010
Y de mi parte, P. Daniel, agradecido a Dios por
la oportunidad que nos da de seguir caminando,
les comparto que ha sido un año especial para
poner en común las potencialidades de cada uno;
para profundizar la vocación a la que hemos sido
llamados; y para recordar que no son en primer
lugar ni los buenos ejemplos que nos animan, ni
los malos que nos desaniman –aunque influyensino que nuestro compromiso misionero es con
Dios, y con su Iglesia en el IMC.
Siempre con el deseo de fortalecernos para dar lo
mejor a Dios, al Instituto, y a nuestros hermanos,
los saludamos.
Matteo Pettinari
Finalmente, dopo un “digiuno” durato vari anni,
i missionari della Consolata della regione Spagna
e la Parrocchia San Ignacio di Loyola di Madrid
han potuto gioire per la professione perpetua di tre
nuovi giovani missionari: Denys Revello, George
Kibeu e Matteo Pettinari, un keniano e due italiani.
L’8 dicembre infatti, in una unica lode gioiosa al
Dio della Vita, abbiamo celebrato la “Piena di
grazia” – Maria, la Consolata dall’Amore di Dio
fin dal suo concepimento... – e la grazia della
consacrazione a Dio per la missione. E’ stata
una giornata di semplicità e gioia, vissuta in un
clima fraterno, di famiglia... “stile Allamano”.
Anche dall’Italia alcuni amici e familiari ci hanno
accompagnato regalandoci la loro presenza, senza
contare tantissimi altri che, un pò da tutte le parti
del mondo, ci hanno sostenuto con il loro affetto e
la loro amicizia nel Signore. Nell’Eucaristia delle
11h30 erano rappresentati, nei canti, vari paesi
d’Europa e d’Africa: hanno risuonato melodie
gioiose in lingala e swaili oltre che in portoghese,
italiano e, ovviamente, spagnolo. E nel presbiterio
non mancavano Portogallo, Italia e America Latina:
Argentina, Colombia, Repubblica Domenicana...
davvero la Chiesa tutta e “il mondo” erano là a far
festa con noi e a celebrare il Signore che, come
in Maria, ancora oggi continua a operare “grandi
cose”. In quel giorno “pieno di grazia”, infatti,
davanti alla Chiesa intera, tre giovani hanno
espresso il desiderio di mettere tutta la loro vita
al servizio dell’annuncio del Vangelo ai popoli.
Questa scelta di Dio che chiama per essere segno,
nella Chiesa e nel mondo, del suo desiderio
appassionato di raggiungere ogni persona, ogni
cultura, “fino agli estremi confini della terra”... è
una delle sue opere più belle.
Dopo l’Eucaristia, la giornata è continuata con
un piccolo rinfresco a cui tutta la comunità è stata
invitata per prolungare la fraternità e continuare
così nella semplicità a gioire del grande dono
ricevuto e celebrato insieme. Con i missionari
e le missionarie della Consolata e gli amici e
familiari venuti dall’Italia abbiamo poi proseguito
la convivialità nella nostra Casa di formazione,
condividendo il pranzo accuratamente messo a
punto dalla nostra cuoca.
Vita nelle Comunità
Dopo vari anni, nuovamente tre
Professioni Perpetue a Madrid
Ora la comunità della Casa di formazione di
Madrid vi invita ad unirsi nell’attesa e nella
preghiera ad un altro evento che marcherà il suo
cammino di quest’anno: l’ordinazione diaconale
dei tre neoprofessi che avverrà il 28 febbraio
2010. Accompagnateci affinché il Signore possa
fare di noi uomini capaci di dire con Maria:
“Ecco i servi, ecco i... diaconi: si compia in noi
la tua Parola”.
Madrid
37
da Casa Madre - 1/2010
Bravetta
Vita nelle Comunità
Seminario Internazionale di Bravetta
Da Joseph Mwaniki, imc
L’anno sacerdotale, il Sinodo d’Africa, il Biennio
di Interculturalità, nuovi sacerdoti formati a
Bravetta, il Centenario delle Suore missionarie
della Consolata, la visita canonica che verrà
fra poco, ecc. Ecco, un mucchio di attività da
considerare che ha segnato l’inizio dell’anno
formativo nel Seminario teologico di Bravetta.
Un anno formativo che, come gli altri anni,
esce qualche membro per la missione e n’entra
un’altro. E’ ancora l’anno, il cui fine vedrà il
Mondiale del Calcio in Sud-Africa dove abbiamo
appena iniziato un altro Seminario Teologico.
Ma credo che questo evento non sarà di più
significativo di quello che avremmo allo stesso
tempo qua a Roma dove accoglieremo migliaia di
sacerdoti da tutto il mondo per concludere l’anno
sacerdotale. Anche il seminario di Bravetta forma
i suoi studenti per la missione e quasi tutti per la
vocazione sacerdotale.
Così per conformarci a questi non meno
importanti eventi, dopo una settimana pieno di
incontri, dibattiti e consultazione, la comunità ha
fatto quello che sarà il suo cammino quest’anno
ed è ormai iniziato: ‘Siamo una comunità di
missionari animati dalla gioia di vivere in
famiglia e dalla nostra consacrazione al Signore.
Vogliamo vivere in fraternità di comunione dove
ogni membro ami e si senta amato, valorizzando
38
da Casa Madre - 1/2010
le risorse individuali e culturali come fonte di
crescita e arricchimento. Ci impegniamo ad
approfondire il nostro cammino verso il ministero
ordinato.’
Per vivere la dimensione di internazionalità, il
seminario di Bravetta gode sempre la presenza di
membri da tutti i quattro continenti dove abbiamo
le nostre missioni. Ma quest’anno si comunica
una diversità perché non c’è nessun asiatico. I
coreani che abbiamo avuto negli anni passati ora
si trovano nelle missioni di tutti i nostri quattro
continenti e due di loro, Padre Martin Han e Padre
Peter Han, hanno fatto la storia di essere i primi
sacerdoti asiatici nell’istituto. Ma non erano gli
unici a essere ordinati. Anche Padre William
Mkalula di Tanzania e Padre George Omondo
hanno ricevuto lo stesso dono, ognuno nel suo
paese. Ora il seminario ha 22 studenti e quattro
sacerdoti provenienti da nove paesi: Italia, Kenya,
Tanzania, Uganda, Colombia, Etiopia, Congo
DRC, Argentina and Canada.
Gli studenti si impegnano nella loro formazione nelle
università Urbaniana, Gregoriana e Lateranense
di Roma. Ma oltre lo studio, il seminario prepara
anche i suoi membri pastoralmente. Ognuno, sia
padre sia studente, si impegna con i lavori pastorali
preso diverse parrocchie che abbiamo nella
nostra prefettura, le comunità
religiose delle suore per la
messa più una casa famiglia
della Sospe e un volontariato
con gli immigranti. Così tutti
hanno la possibilità di fare
parte delle attività pastorali
della diocesi papale di Roma.
Ci affidiamo alla madonna
Consolata che il progetto della
vita che abbiamo stabilito per
quest’anno sia realizzato per il
nostro bene spirituale e quello
della missione, di cui ragione
siamo qua.
Rui e Diana
Fez recentemente um ano que chegámos ao Guiúa.
Saímos para Moçambique no dia 16 de Novembro
de 2008. Agora olhando para este ano que passou,
descobrimos com os nossos olhos, com os nossos
sentidos uma nova realidade.
Foi um ano diferente, pois o que dantes ouvíamos
como testemunhos dos missionários que
partilhavam connosco nos nossos encontros de
JMCs, tivemos a oportunidade de viver na primeira
pessoa. E que diferença sentir esta consolação!
Sim, porque somos missionários, consolamos e
somos consolados! Esta é a verdadeira realidade da
missão: o estar, o ser presença junto das crianças
e dos jovens leva-nos a sentir a Maria Consolação
presente em nós pelos outros e por nós.
Para festejar este ano que passou, que melhor
maneira… a Festa de encerramento da escolinha.
Iniciou com os alunos a cantarem aos pais, os
cânticos que tinham aprendido ao longo do
ano. Seguiu-se a entrega dos trabalhos com os
respectivos diplomas.
Para encerrar a festinha, apresentámos um
power-point com fotografias alusivas ao trabalho
efectuado ao longo do ano. Foi um momento
interessante, principalmente para as crianças que
LMC
Casal de leigos Rui e Diana ‘celebram’
um ano de missão em Moçambique
ao se verem na “televisão” (como diziam) riam e
gritavam euforicamente.
Como qualquer festa moçambicana, a festa não
pode acabar sem comida. Para não fugir à regra,
a festinha acabou na sala da escolinha com a
habitual papinha!
Os Jovens já acabaram as aulas. E como tal… em
tempo de férias os livros ficam nas prateleiras!
Agora deu-se descanso à cabeça e começam as
jogatanas de futebol. O Campo do Guiúa, em
areia, serve para ajudar ao esforço que o calor
por si só já torna difícil os jogos de futebol. Mas
como “quem corre por gosto não cansa” os jovens
gostam pelo menos da minha presença (Rui) nos
treinos dos Andorinhas F. C.
Com o encerramento da catequese e das
actividades dos grupos de jovens, o centro
começa a ficar um pouco mais vazio. As famílias
do curso já estão na fase final e em breve vão
voltar às suas comunidades. Nós vamos neste
tempo a Portugal para terminar o Projecto SVE
e aí partilharemos as maravilhas da Missão, tal
como antes de nós houve outros a fazer e que
assim nos cativaram um dia para então dizermos
“Sim” a Deus e a partir.
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da Casa Madre - 1/2010
Ritorno a Manaus
Sommario
Padre Pietro Parcelli
Editoriale
Dopo tanta attesa mi hanno
dato una Ferrari. Bella a
vedersi, ma sogno per tanti.
Per me non è stato un sogno,
ma il regalo di Natale.
Cristo, L’Eterno Sommo Sacerdote 4
G. Allamano Modello
E là che la Consolata mi ha
invitato, dopo tante suppliche
al cielo, alla terra, agli uomini
di buona volontà.
Ho un figlio a Salvador di
Bahia, il Kilombo do Kioio,
che è nato dieci anni or sono,
che non voglio abbandonare.
Là tante mamme che vivevano
sulle fogne a cielo aperto adesso
vivono di fede e di lavoro.
Molte di loro con il libretto di
lavoro in pieno ordine. “Con
a carteira assinada”, come
Notizie Per Noi
dicono loro. Un lavoro fisso
che dà tanta serenità.
E’ una gioia per ogni
missionario vedere questi figli
di Dio “crescer e aparecer”,
crescer e apparire, come
sempre abbiamo detto agli
indios di Roraima, nella lotta
per la difesa delle loro terre e
della loro dignità.
Chiudo con un pensierino di
riconoscenza ai superiori per
questo bel regalo di Natale.
Un pensierino di riconoscenza
a tutti, in modo particolare ai
benefattori: senza di loro non
posso far niente. E un grazie
affettuoso a tanti colleghi
della Consolata: fare i nomi
riempirei una pagina.
Ci sono tanti momenti
divinamente belli nella vita. Per
me è uno di questi momenti.
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
Redazione: Segretariato Generale per al Missione
Supporto tecnico: Giuseppe Ettorri
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
C/C postale 39573001 - Email: [email protected]
da Casa Madre - 1/2010
11
Conferimento della Laura Honoris
CausaAl Dott. P. Giuseppe Frizzi 11
da Casa Madre
40
6
L’Istituto si riunisce per discuteredi
interculturalità
8
I superiori mi hanno invitato
a lavorare nella periferia di
Manaus in Amazzonia: questo
è un dono infinito, un regalo
che non ha prezzo.
Troverò gente che è uscita
dalle maloche indigene per
cercare il paradiso in città,
gente detribalizzata che forse
non ha la carta di identità (e
Gesù a Nazaret ce l’aveva
la carta di identità’?). Gente
povera, davvero povera in
tutti i sensi. Quella gente
che Gesù ha chiamata beata.
Beati i poveri…che coraggio
dire queste cose… Discorsi
“alla smerza” , come dicono
nella mia terra, in Campania.
Discorsi alla rovescio.
2
Diario della Casa Generalizia
Dicembre 2009
13
A Palavra do Superior
15
Quénia em Natal permanente 16
El desafío de saber perdonar
17
Cali: Quedó abierta la primerabiblioteca de la Pastoral Afro 18
Formación de Catequistas en Puerto
Leguízamo - Putumayo
19
Marialabaja
20
Curiosità in Casa Madre
22
Lisboa: Casa Regional
24
Seminarista da Consolata renova
os votos em clima de festa no
Zambujal
25
Renovação dos votose instituição
aos ministérios
26
Comunidade de Maturuca
27
Santa Luzia
29
Fatti che capitano...riflessioni che
vengono!
31
La Consolata en México
32
Ceia com 12 pratos 34
Parroquia Ntra Sra.de la Misericordia – Mendoza 34
Formándonos para ser enviados
35
Dopo vari anni, nuovamente tre
Professioni Perpetue a Madrid
37
Seminario Internazionale di
Bravetta
38
Casal de leigos Rui e Diana
‘celebram’um ano de missão em
Moçambique
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