L`uso di video su Internet nella didattica

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L`uso di video su Internet nella didattica
Bolzano07
L’uso di video su Internet nella didattica universitaria.
Marco Ronchetti
Dipartimento di Informatica e telecomunicazioni
Università degli Studi di Trento
38050 Povo di Trento, Italia
[email protected]
Abstract
Viene considerato e discusso criticamente l’uso di tecnologia video in
contesto didattico, con particolare attenzione alle possibilità offerte dai
video via Internet. Viene riportato l’esito di una sperimentazione effettuata
presso l’Università di Trento.
Contributo
L’uso del video per la didattica ha radici remote. La tradizione documentaristica
basata su pellicola cinematografica godeva di una discreta diffusione già negli anni
‘60. Negli stessi anni la televisione veniva usata in Italia come strumento didattico
rivolto all’alfabetizzazione di base, con la famosa trasmissione “Non è mai troppo
tardi” condotta tra il 1960 e il 1968 dal maestro Alberto Manzi.
L’avvento dei videoregistratori portò negli anni ‘80 alle prime iniziative di riprese
video di lezioni in aula in contesto universitario, con successive diffusione via etere, o
tramite accesso alla videocassetta.
A fine anni 80 fu brevettato un sistema basato sui primi PC [Abrahamson et al.] che
usava un modello meccanicistico di apprendimento che si avvaleva anche della
possibilità di usare spezzoni video.
Nel 1992, promosso dal Ministero per l’Università e la Ricerca Scientifica, nasce il
consorzio
Nettuno
–
Network
per
l’Università
Ovunque
(http://www.consorzionettuno.it/nettuno/index.htm), il cui modello educativo è basato
sulla nozione di lezione frontale asincrona, fruibile via video, accompagnata da
misure di tutoraggio effettuato in presenza. I video sono diffusi via etere, spesso a
tarda notte, con l’idea che gli studenti programmino i loro videoregistratori per
catturare la lezione e fruirne poi con loro comodo.
Gli anni successivi al boom di Internet vedono alcune prime iniziative per la fruizione
di lezioni spezzando il vincolo spazio-temporale: si può passivamente assistere ad
una lezione ovunque ed in qualunque momento, purché si possa fruire di una
connessione ad Internet sufficientemente veloce da poter trasportare il segnale
audiovisivo. Alcune università, come Bradley in USA, sperimentano estensivamente
la produzione di video (Uskov 2005). Non è frequente tuttavia che sistemi e
piattaforme di e-learning facciano uso massiccio di tecnologia video.
Tale tecnologia, denominata webcast, viene spesso usata in un formato diverso, che
consiste di un audio accompagnato da sequenze di immagini statiche, che spesso
corrispondono alle slides costruite con di software di presentazione come MS
PowerPoint.
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All’inizio del nuovo secolo l’accresciuta memoria di dispositivi palmari permette di
portare i video anche su tali dispositivi portatili, e immediatamente nascono negli
USA alcune piccole società che si propongono di usare tale tecnologia in un contesto
di training on the job.
Lo scenario attuale vede da un lato il continuo allargamento del canale disponibile
per le connessioni internate, sia in connessione fissa (ADSL) che mobile (UMTS e
Wi-Max) e dall’altro la convergenza di telefonia mobile e di computer palmari di
sempre maggior potenza e memoria (si veda ad esempio il recente annuncio di
Apple Computer del dispositivo i-Phone).
Altri dispositivi mobili come l’iPod si sono prestati ad un uso creativo in contesto
didattico usando il solo canale audio (si veda ad esempio l’iniziativa “I ragazzi del
fiume - http://www.ragazzidelfiume.it/), il che fa presagire che l’arrivo del video su
dispostivi di tale tipo permetterà analoghe occasioni.
In questo scenario vale la pena di interrogarsi sulla validità didattico-pedagogica
dell’uso di tale tecnologia.
Una prima considerazione riguarda la passività della fruizione di lezioni in un
contesto di tale genere. In esso il modello della lezione frontale viene riproposto ed
ulteriormente impoverito – per l’impossibilità di interagire con il docente durante la
lezione. A volte si cerca di risolvere tale questione fornendo canali bidirezionali. Ad
esempio, durante un webcast, è possibile prevedere di avere una forma di
interazione basata almeno su una chat testuale e gestita da un intermediario che
controlla la chat e propone all’oratore le domande pervenute. Lavori pionieristici in
questo senso sono stati quellidell’iniziativa e-Presence del KMI di Toronto (Baecker
et al). Questo è tuttavia possibile solo quando il vincolo rotto è quello spaziale: la
rottura del vincolo temporale impedisce questa pur modesta possibilità di interagire.
In alcuni casi si può supplire tramite strumenti di collaborazione a distanza come
forum di discussione. Alternativamente si può, come nel modello Nettuno, prevedere
delle occasioni di incontro fisico con i tutors alle quali rimandare il momento
dell’interazione.
Per contro, la possibilità di sospendere la fruizione della lezione e di rivederne
porzioni offre il vantaggio di poter mantenere alto il livello di attenzione – a fronte di
un calo dello stesso è possibile per l’appunto sospendere l’attività oppure ripeterla.
Questo richiede tuttavia che l’interfaccia utente permetta una facile navigazione dei
contenuti. E’ dunque necessario poter navigare agevolmente lungo l’asse temporale,
ed effettuare del markup semantico del contenuto per poter cercare le porzioni di
interesse. Si tratta di caratteristiche che erano assenti nella tecnologia legata alle
videocassette, ma che la tecnologia basata su Internet invece può abilitare se
l’interfaccia di controllo è opportunamente studiata.
L’utilità del canale video in sè è un altro elemento da considerare. Spesso (ad
esempio nel modello Nettuno, ma anche in molti dei casi riportati da Uskov) il video
si riduce a presentare una talking head. E’ difficile convincersi che questo possa
costituire un reale vantaggio: può invece trasfomarsi in una azione di disturbo per il
discente. Viene attivato un canale cognitivo importante che non apporta nessun reale
valore aggiunto. Meglio piuttosto scegliere in questi casi l’approccio del webcast che
deliberatamente sceglie un livello visivo più povero presentando una sequenza di
immagini statiche (le slides) che effettivamente possono avere un valore come
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canale che trasporta informazione o almeno come elemento che aiuta a fissare
l’attenzione e quindi a seguire il discorso.
Un ulteriore elemento sta nel fatto che spesso in tali sistemi le lezioni vengono
costruite ad hoc in un ambiente artificiale – uno studio televisivo o un luogo
equivalente. L’artificialità di tale situazione è spesso trasparente e percepibile.
Diverso è invece l’approccio basato sull’idea di registrare lezioni dal vivo: ne emerge
una differente freschezza, sia perchè il docente parla ad interlocutori reali invece che
ad una telecamera, sia perché gli studenti presenti danno un costante feedback al
docente. Anche nel caso in cui essi tacciano, il docente vede comunque le
espressioni dei volti, percepisce i momenti di noia, stanchezza o difficoltà e si può
regolare di conseguenza, ad esempio decidendo di fornire ulteriori esempi, di fare
una battuta per alleggerire l’atmosfera o di ripetere un concetto con parole diverse.
Tale freschezza rimane nel video, che risulta essere in genere più efficace di quello
della lezione sintetica. Anche l’apporto cognitivo è più elevato: il canale video può
portare una informazione maggiore e maggiormente utile che non nella versione
“mezzobusto”: una gestualità più naturale (e spesso completamente assente nella
versione sintetica) e la prosodia facciale possono essere elementi integrativi che
facilitano la comprensione. L’improvvisazione di un inciso estemporaneo fatto
usando la lavagna è un altro esempio di uso effettivamente utile del canale visivo.
Non va sottovalutata la creazione di un senso di presenza che aiuta a superare la
sensazione di isolamento che lo studente a distanza spesso prova.
Partendo da queste considerazioni abbiamo costruito presso l’università di Trento un
sistema per l’acquisizione e la fruizione asincrona di lezioni ed altri eventi a carattere
seminariale. L’interfaccia è stata studiata per permettere una facile navigazione e
l’annotazione semantica. E’ stata considerata la possibilità di accompagnare lo
spostamento del fuoco cognitivo principale dal video a documentazione di supporto,
quali slides, permettendo al fruitore di ingrandire l’una o l’altra componente. Sono
stati tenuti in considerazione anche aspetti economici, per minimizzare i costi di
produzione (che in un sistema basato su lezioni sintetiche sono molto alti). Ne è nato
il sistema “LODE” per l'acquisizione digitale a basso costo di lezioni (specie se
basate su presentazioni tipo PowerPoint). L'audio (di buona qualità) ed il video
(550x440 pixels, interpolati) possono essere accompagnati da immagini delle slides
proiettate in aula (per lezioni basate su Power-Point e simili). Il materiale prodotto
può essere distribuito su CD (fino a circa quattro ore di video) oppure su DVD (fino a
circa 35 ore di video), o distribuito via web.
Per fruire di un video acquisito con LODE è sufficiente avere un comune browser
web con Javascript abilitato (es. Internet Explorer o Mozilla Firefox), il plug-in di
Quicktime e d i Java (JRE), entrambi scaricabili liberamente dalla rete senza costi. Il
sistema funziona su Windows, Macintosh e con qualche limitazione minore sotto
Linux. Esiste una procedura di test che aiuta a verificare il corretto funzionamento del
sistema ed individua le eventauli operazioni da compiere nel caso qualche plug-in
non sia correttamente installato.
LODE offre strumenti per navigare interattivamente la lezione (per titolo della slide,
altri indici o attraverso una barra temporale). LODE permette anche di attaccare
documenti arbitrari a punti generici della lezione.
Il sistema è stato usato per produrre video di molti corsi universitari e di altri eventi
svoltisi presso l’Università degli studi di Trento tra i quali:
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* il Corso di Meteorologia 2005 e 2006 organizzato congiuntamente dalla Provincia
Autonoma di Trento e dall'Università di Trento
* la Summer School di Web Engineering tenutasi nell'ambito di un progetto
Europeo della serie Alfa presso l'Università di Trento
* Il workshop Human Language and Technology 2006
* Il Convegno "Rumore e lavoro" 2006
oltre a due edizioni della Summer School on Semantic Web tenutasi in Spagna a
Cercedilla (2005 e 2006) nel contesto della Rete di Eccellenza Europea
KnowledgeWeb.
I vantaggi di LODE come strumento didattico includono:
* la possibilità per lavoratori studenti di seguire corsi a distanza e in orario diverso
da quello in cui la lezione si tiene (scaricando le lezioni via internet) ;
* la possibilità per studenti che perdano qualche lezione, ad esempio per malattia,
di recuperare;
* la possibilità di organizzare il proprio tempo nel modo desiderato, decidendo di
non presenziare ad alcune lezioni;
* supporto per gli studenti per i quali la lingua in cui si tiene la lezione non è la
linga madre (possono riascoltare porzioni di lezione in cui hanno avuto difficoltà di
comprensione);
* la possibilità di controllare o arricchire le note prese a lezione e di controllare la
propria comprensione di un argomento riguardando un frammento di lezione.
Gli studenti hanno dimostrato di apprezzare tale strumento. Come ci si poteva
aspettare, gli studenti lavoratori lo hanno usato come surrogato della lezione frontale.
Più sorprendente è stato il feedback degli studenti frequentanti regolarmente, che
hanno trovato utile usare il sistema come strumento integrativo per rivedere le
proprie note, ripassare o verificare concetti. Ci proponiamo di effettuare una
valutazione quantitativa di tali risultati, ma le indicazioni finora raccolte supportano la
validità pedagogica di tale strumento.
Bibliografia
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(Greece), June 22-27 2003.
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Ronchetti, M. (2003). Using the Web for diffusing multimedia lectures: a case study.
In Kommers, P., & Richards, G. (Eds.), Proceedings of World Conference on
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Chesapeake, VA: AACE.
V. Uskov & A. Uskov, Streaming multimedia-based e-learning: The results of 4-year
NSF CCLI project at Bradley University, Proc. World Conf. on E-Learning, November
1–7, 2004, Washington, DC, 2192–2199.
Parole chiave:
1° Video
2° Didattica a distanza
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