Lezioni di piano per sconfiggere la paura

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Lezioni di piano per sconfiggere la paura
Lezioni di piano per sconfiggere la paura
Paolo Fantauzzi
TERREMOTO — Piccoli e grandi musicisti abruzzesi continuano a studiare dopo il sisma
grazie all’ospitalità di scuole, insegnanti e conservatori che offrono le proprie strutture. —
Ricominciare a vivere, anche attraverso la musica, riprendendo a svolgere quelle attività rese
impossibili dalla devastazione del terremoto. A L’Aquila il conservatorio della basilica di
Collemaggio, un posto meraviglioso con vista sul Gran Sasso e sulla Maiella, è stato
praticamente distrutto dal sisma: crollata la parte del tetto sopra le segreterie, scollate le pareti
delle aule.
Anche questa piccola comunità ha contato le sue vittime: Susanna e Benedetta Pezzopane, di
16 e 27 anni, nipoti del presidente della Provincia, Stefania. Già dalla settimana dopo Pasqua,
nonostante lo stravolgimento materiale ed esistenziale, gli allievi hanno ripreso gli studi.
I più fortunati lo hanno fatto nelle scuole di musica più vicine, come a Rieti; altri sono stati
ospitati al conservatorio Santa Cecilia di Roma, ma solo la domenica, a causa di una carenza di
aule; altri ancora - trasferiti sulla costa fra Pineto, Roseto e Giulianova - col beneplacito dei
proprietari hanno preso a esercitarsi nei negozi di musica, colonna sonora dal vivo al girovagare
dei clienti fra gli scaffali.
Mara Morelli, che al conservatorio de L’Aquila insegna pianoforte da 28 anni, per le lezioni ha
invece messo a disposizione la sua casa romana. «Appena ho saputo che la struttura era
inagibile, non ci ho pensato due volte a far venire i ragazzi da me, perché in momenti simili
quello che serve più di tutto è dare una parvenza di normalità al dramma e gli esami
richiedevano comunque esercizio.
Alcuni hanno comprato una tastiera “pesata”, perché hanno avuto il piano distrutto, non hanno
potuto riprenderlo o non sanno dove metterlo. Non è come avere un piano dentro casa, perché
lo studio non è continuo e costante come servirebbe ma è meglio di niente ». Per più di due
mesi, così, i suoi 13 allievi si sono alternati nel suo appartamento all’Aurelio.
Il più giovane, Iacopo, ha appena 9 anni, la più grande, Corinne, 40. Tante piccole storie di vera
cocciutaggine aquilana, come quella di Diego Procoli, studente 25enne del biennio che nel
sisma ha perso la casa, ma poi è andato a riprendersi il pianoforte coi pompieri fra le macerie e
l’ha portato vicino ad Antrodoco, dove si è trasferito con la famiglia.
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Lezioni di piano per sconfiggere la paura
«Vado a Roma in pullman quasi tutti i giorni, perché studio pianoforte e composizione»,
racconta. «Venti minuti per arrivare a Rieti, un’ora e mezza di viaggio e poi un’altra mezz’ora
per andare a lezione: in tutto più di cinque ore fra andata e ritorno». Virginia Gallucci, 12 anni
compiuti proprio il 6 aprile, abitava invece a via Campo di Fossa, di fronte al palazzo dove sono
morte 27 persone, tra cui due amichetti.
L’ha salvata dal crollo della sua casa suo padre, che nel “volo” dalle scale si è fratturato varie
vertebre. «È stata strappata da tutto, perché nel terremoto ha perso il piano e tutti gli spartiti,
tanto che glieli ha dovuti dare l’insegnante», dice la madre Lucilla. «Ora siamo in un residence a
Pineto, ma da subito dopo Pasqua ho caricato mia figlia in macchina e l’ho portata a Roma
dalla sua insegnante. Avanti e indietro, due volte a settimana.
Ma d’altra parte la musica è una medicina dell’anima e la vedo che la sta aiutando moltissimo a
superare lo choc». Non tutti però sono riusciti ad affrontare tanto stress. Giulia, 11 anni, era
preparatissima, ma non ce l’ha fatta a ricominciare. Si è demotivata e ha deciso di abbandonare
la musica. Giovedì, finalmente, dopo tanti sacrifici, gli esami di fine anno.
Anticipati domenica da un saggio nel Pontificio istituto di musica sacra, che dopo il terremoto ha
offerto per le lezioni le sue aule, pranzo compreso. Ci saranno anche gli allievi di canto della
professoressa Maria Chiara Pavone, ospitati sempre dalla struttura vaticana.
In programma, “Le nozze di Figaro”, un’aria della “Tosca”, la “Norma” di Bellini e poi Pergolesi,
Chopin, Schumann e Bach. La prima apparizione pubblica dopo lo sconvolgimento degli ultimi
due mesi. Per convincersi definitivamente che sono davvero tornati a vivere, anche attraverso
le note.
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