La Cia Puglia oggi pu essere fiera per la presenza del ministro delle

Transcript

La Cia Puglia oggi pu essere fiera per la presenza del ministro delle
Confederazione italiana agricoltori Puglia
L’AGRICOLTURA NEL GOVERNO
REGIONALE E NAZIONALE
Relazione del Presidente della Cia Puglia Antonio Barile
Oggi la Cia Puglia è enormemente fiera per questa nostra manifestazione
che vede la presenza del ministro delle Politiche Agricole e Alimentari Paolo
De Castro e del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e delle tante
autorità politiche, civili e militari presenti.
Il mio orgoglio, il nostro orgoglio non è superbia, né autocompiacimento o,
peggio, stupida boria.
Oggi abbiamo la consapevolezza profonda che è nelle nostre mani la
possibilità di realizzare insieme il progetto per una nuova agricoltura al
servizio del Paese, che garantisca redditi certi agli agricoltori.
Qui ci sono tutti gli attori principali del nuovo corso politico. C’è Nichi Vendola,
nel quale sempre di più riscopro quella immensa capacità di far lievitare e
vivere i nostri valori, quell’ansia vera per la soluzione dei problemi della
società pugliese, senza infingimenti, senza risparmio. La rivoluzione gentile
mi sembra in cammino. La nuova legge sui servizi sociali, approvata dal
Consiglio Regionale nei giorni scorsi, è un balzo in avanti di civiltà per la
nostra regione. Molti nostri suggerimenti sono stati recepiti. Grazie Nichi.
1
C’è Paolo De Castro. La Cia Puglia esprime il proprio apprezzamento al
nuovo Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro che ritorna a questo
importante incarico già ricoperto in passato con impegno e grande
professionalità. Quella di De Castro è stata una scelta positiva. Il ministro De
Castro è un profondo conoscitore dei problemi dell’agricoltura italiana ed
europea e personalità di elevato spessore politico e tecnico.
Siamo certi che saprà ancora una volta fornire un apporto significativo al
rilancio e allo sviluppo del settore attraverso nuove e propulsive politiche di
cui gli imprenditori agricoli hanno impellente bisogno.
La Cia Puglia confida in una particolare attenzione del ministro De Castro
versi i problemi dell’agricoltura pugliese che vive una situazione di grande
difficoltà.
Siamo tutti qui! Oggi non abbiamo più alibi!
Siamo noi, insieme, ad essere chiamati a dare le risposte! Naturalmente
tenendo conto dei rispettivi ruoli!
L’agricoltura italiana vive una crisi strutturale la cui causa principale è stata la
mancanza negli anni scorsi di una politica agraria nazionale all’altezza delle
sfide della competitività sul piano europeo e mondiale.
La politica agraria del passato è stata caratterizzata da un forte strabismo.
Infatti, quando c’era da scegliere tra gli interessi dei bieticoltori e quella degli
industriali dello zucchero, si è realizzata una ocm che ha smantellato la
bieticoltura nazionale e ha favorito gli industriali.
2
Quando c’era da scegliere tra gli interessi degli olivicoltori e quella degli
imbottigliatori e, diciamocelo francamente, dei sofisticatori si sono autorizzate
le importazioni di olio in regime di tpa.
Quando c’era da scegliere tra gli interessi dei produttori di grano duro e quelli
dell’industria molitoria, si sono consentite importazioni di dubbia qualità anche
eludendo la normativa doganale che assegna alcune esenzione solo al grano
di alta qualità.
Quando sono stati pensati i green corridor, lo si è fatto alla chetichella, senza
concertazione, assecondando le macrorganizzazioni commerciali, alcune
delle quali frutto di accordi spuri.
La crisi che viviamo è strutturale e rischia di determinare il declino
dell’agricoltura italiana. La crisi colpisce vasti strati di agricoltori che hanno
progressivamente visto vanificati il loro lavoro e gli investimenti effettuati, e
annullati i propri redditi. Le regole una volta certe ora non lo sono più . Da qui
derivano le incertezze ed il diffuso malessere nelle campagne.
La Cia Puglia saluta con soddisfazione gli impegni che ha assunto il
presidente del Consiglio Romano Prodi in campo agricolo. Il Presidente Prodi
ha più volte evidenziato la sua intenzione di ridare nuova centralità al
comparto agroalimentare e, in particolare, al settore primario.
Sappiamo che i nostri problemi sono inseriti nel contesto difficilissimo,
specialmente finanziario, del Paese. Non sono facili le soluzioni. Stiamo
vedendo in questi giorni le reazioni dure, quando si toccano vecchie
incrostazioni e si prospettano nuove regole.
3
Temo che tassisti oggi debbano stare molto più attenti non al decreto sulle
liberalizzazioni, ma all’ex ministro Alemanno, che ha solidarizzato con loro.
Noi già conosciamo la sua solidarietà. L’agricoltura è in profonda crisi.
A tal proposito voglio dire mi sembra irrituale da parte del ministro Bersani
affidare all’ex ministro Alemanno la lettera di convocazione dei rappresentanti
dei tassisti. Non mi sembra il modo più corretto di praticare la concertazione.
Tanto per chiarezza! Non vorremmo domani essere convocati con una lettera
semmai affidata all’ex ministro Tremonti. Noi ci arrabbieremmo un po’ perché
non tolleriamo la delegittimazione delle rappresentanze a favore dei
demagoghi di turno.
È necessaria una nuova politica agraria e un progetto per la
competitività, per sostenere lo sviluppo dell’agricoltura, accrescere le
capacità concorrenziali delle imprese agricole, tutelare i redditi, creare
opportunità perché gli agricoltori possano operare in condizioni di maggiore
certezza. Questi sono gli obiettivi che la Cia indica e che la Conferenza
nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale deve elaborare. Abbiamo
bisogno di nuovi sostegni nella nuova dimensione del “conflitto” in agricoltura,
dove si è passati dalla questione fondiaria e dei contratti agrari ai rapporti di
forza nelle filiere agroalimentari. I soggetti più forti, l’industria alimentare e
sempre più la grande distribuzione realizzano enormi guadagni a spese
dell’agricoltura. La grande distribuzione, anche quella Coop, ci sta
soffocando. Possiamo ancora essere colonizzata da una Coop che continua
a chiamarsi estense e che destina alle produzioni agroalimentari pugliese
solo il 5% dei suoi scaffali. O noi consumatori soci Coop dobbiamo realizzare
una vera secessione per una Coop pugliese. Non è ora per noi pugliesi di
affrancarci da questo mastodonte eterodiretto.
4
Al governo nazionale e al ministro De Castro chiediamo, però, alcune misure
urgenti che la Cia Puglia considera necessarie per dare subito un segnale di
grande attenzione alle campagne italiane e pugliesi.
1. Abbattere il peso fiscale dell’accise sui costi dell’energia e del
carburante agricolo, che cresce con il crescere del prezzo del petrolio.
2. L’effettivo risarcimento dei danni provocati dalle calamità atmosferiche.
Nei primi mesi di quest’anno la Puglia è stata colpita da numerosi
eventi meteorici eccezionali. In tante zone i ciliegi, gli ulivi, i cereali
hanno subito danni gravissimi. La risposta non può essere: o non ci
sono le risorse o dovevate assicurarvi. L’agricoltura è l’unica fabbrica a
cielo aperto. Occorre trovare nuove soluzioni anche in un’ottica
europea.
3. Chiudere definitivamente la vicenda della debitoria Inps, dopo la beffa
delle settimane scorse con la mancata copertura finanziaria del decreto
del precedente governo. Il decreto di rinvio a ottobre delle procedure di
recupero dei debiti, deve consentire di trovare una soluzione congrua e
definitiva. La Cia è dell’opinione che occorre distinguere tra i vari
soggetti debitori. Bisogna differenziare la soluzione privilegiando gli
agricoltori professionali e le cooperative. Non possiamo dare le stesse
condizioni a tutti, a speculatori, commercianti e trafficanti di
manodopera. Va molto migliorata la parte del decreto Alemanno
relativa alla riduzione dei contributi Inps correnti, perché rimane ancora
grande la distanza tra i nostri costi contributivi e la media europea.
4. Impedire da subito le speculazioni commerciali in agguato nei settori
del grano duro, del vino, dell’ortofrutta e dell’olio d’oliva, con un impiego
5
appropriato e coordinato degli enti di controllo, dalla Repressione frodi,
ai Nas, all’Osservatorio fitopatologico, alle Dogane, alla Sanità
marittima, all’Arpa Puglia sulla quale ho letto con sgomento la relazione
del nuovo Direttore Generale prof. Giorgio Assennato, il quale ha
definito desolante la situazione ereditata. Oggi ci siamo permessi di
invitare alla nostra iniziativa i più importanti esponenti delle forze
dell’ordine affinché oggi e non domani si mettano in atto gli interventi
preventivi necessari per impedire nuove azioni intimidatorie ai danni
dei viticoltori, come quelle dell’anno scorso. Abbiamo notizie di nuovi
tagli di vigneti nell’area del nord barese e del sud foggiano che non
prefigurano niente di buono. Mi chiedo se non sono i soliti sciacalli della
speculazione vitivinicola che stanno preparando il panico per una futura
crisi di mercato che non c’è su cui speculare. Non possiamo tollerare
l’uso nefasto fatto l’anno scorso della distillazione del vino in giacenza,
permettendo ai commercianti privati immense speculazioni sui prezzi
della produzione di uva da vino ancora da realizzare. Oggi abbiamo
bisogno di una gestione limpida delle distillazioni per non vivere la
prossima vendemmia con i furori di quella passata. Senza scomodare
Steinbeck.
5. Un impegno straordinario affinché la riforma delle ocm dell’ortofrutta e
vitivinicola non siano penalizzanti per l’Italia, il Mezzogiorno e la Puglia.
E’ inaccettabile che il comparto ortofrutticolo che contribuisce con il
17% alla plv agricola riceva solo il 4% dei sostegni Ue. E il settore
ortofrutticolo rappresenta il più importante comparto agricolo pugliese,
con il 50% della plv agricola pugliese. Non possiamo accettare che
nella nuova organizzazione comune di mercato ortofrutticola siano
escluse dal sistema dei sostegni le nostre principali colture orticole e
l’uva da tavola, che sappiamo fortemente condizionate dalle avversità
6
meteoriche e dall'andamento incerto di mercato. Per quanto riguarda il
pomodoro la Cia non si fossilizza su una presunta contrapposizione tra
disaccoppiamento totale o parziale, perché il fronte degli agricoltori e
delle op e alquanto variegato. Noi in ogni caso chiediamo che venga
restituito il potere contrattuale ai produttori di pomodoro, che oggi è
zero! Non possiamo accettare che i conservifici pretendano gratis il
prodotto in cambio delle attestazioni di conferimento.
6. La proposta della Commissione Ue sulla riforma dell’ocm vino ci
sembra più preoccupata delle viticolture extra europee, cilena
australiana e argentina, che del potenziale vitivinicolo europeo e
italiano. Cosa significa un piano di estirpazione non selettivo, seppur
volontario, di oltre 400.000 ettari di vigneti, che impegna 2,5 miliardi del
budget comunitario assegnato al vino? Che senso ha consentire con il
parere favorevole espresso dal Comitato di Gestione vinicolo di
Bruxelles l’invecchiamento del vino con i trucioli di legno come si fa in
Australia, Usa, Cile, Sud Africa, a differenza del nostro Paese che
utilizza il metodo tradizionale dell’invecchiamento in botti. La Cia chiede
che sia chiaramente evidenziato in etichetta che il sapore di legno
proviene o dai trucioli o dalle “barriques”.,
7. Occorre entro nel 31 luglio prossimo risolvere i problemi di
ricapitalizzazione dello Zuccherificio del Molise ed l’acquisto quote,
nonché l’aumento del prezzo per la bieticoltura meridionale. Sappiamo
che entro questo termine le società saccarifere dovranno comunicare
all’Unione Europea le quote che intendono rottamare per incassare il
relativo e sostanzioso contributo. Se Tesi (proprietario della quota
privata) non vede soluzione ai due problemi citati, a partire dal primo,
non potrà che consegnare la sua attuale quota di 850.000, ed
7
andarsene alle Maldive fino alla fine dei suoi giorni! Sappiamo anche
che l’unico venditore di quota disponibile sul mercato è proprio la Sfir
che ha invitato a Termoli da dare una riposta entro il 20-25 luglio,
altrimenti preferirà “vendere” quei 250.000 quintali di quota all’Unione
Europea.
Al Governo regionale non possiamo che ribadire quello che abbiamo gia
detto tre mesi fa nella nostra assemblea elettiva.
Abbiamo bisogno di un progetto organico per l’agricoltura pugliese e definire i
piani di settore. Proponiamo ancora una volta la convocazione della
Conferenza
regionale
dell’agricoltura,
adeguatamente
preparata.
Qui
abbiamo eminenti rappresentanti del mondo accademico regionale, che ci
posso dare una mano nel definire il percorso.
Oggi ci limitiamo
di nuovo a formulare di nuovo l’indice delle molteplici
questioni che abbiamo di fronte.
1.
Occorre effettuare monitoraggio di tutte le risorse finanziarie
disponibili per l’agricoltura e l’agroalimentare, rivenienti dai canali
comunitari e non. Analizzare lo stato della spesa e individuare presto
le misure per la sua accelerazione. Sappiamo che l’eredità del
passato è pesante. Ci sono due miliardi del Por non spesi. Secondo
alcuni economisti l’economia pugliese non ha potuto contare negli
ultimi 5 anni su risorse che avrebbero determinato un punto di pil in
più all’anno e 40mila posti di lavoro all’anno.
2.
Per questo bisogna dare attuazione al principio costituzionale della
sussidiarietà per dare velocità alla spesa, in senso “verticale”,
attribuendo in modo organico funzioni amministrative a province e
comuni; e in senso “orizzontale” verso il sistema associativo, del
privato sociale e dei Caa (Centri di assistenza agricola).
8
3.
I nuovi contenuti della programmazione strategica 2007/2013, devono
guardare alle politiche cosiddette di contesto, delle risorse umane,
formazione e ricerca, e che accrescano l’efficacia degli interventi e ne
riducano la frammentarietà.
4.
la spesa pubblica agricola riveniente dalle risorse proprie della
Regione Puglia da destinare all’agricoltura che oggi è assolutamente
insoddisfacente. La Cia Puglia propone di destinare all’agricoltura una
quota delle risorse finanziarie regionali non vincolate pari all’incidenza
del settore sul pil regionale.
5.
Organizzare un dipartimento presso l’Assessorato per la trasparenza
delle filiere agroalimentari, la contrattazione interprofessionale e la
redistribuzione equa del valore aggiunto, in stretto collegamento con
l’Arpa Puglia. Significa gestione limpida dei controlli sulle importazioni
affidati all’Osservatorio regionale fitopatologico. Non possiamo
permetterci altri scandalosi fenomeni come quello del grano
contaminato all’ocratossina.
6.
Predisporre un progetto per la creazione e il potenziamento dei
distretti agrindustriali, con priorità a favore delle organizzazioni dei
produttori e del sistema cooperativo. In questa direzione occorre
emanare nuove norme regionali che recepiscano la legge di
orientamento, in particolare la parte riferita alle misure di mercato e
alle organizzazioni dei produttori, prevedendo specifici sostegni per il
loro avviamento. In stretto coordinamento con l’adeguamento della
9
legge nazionale di orientamento che il ministro De Castro ha
preannunciato.
7.
Predisporre il nuovo piano idrico regionale, in collegamento con la
nuova missione affidata all’Acquedotto pugliese, che individui sì una
nuova infrastrutturazione idrica,
ma punti soprattutto a recuperare
l’acqua che viene sprecata. E la riforma dei consorzi di bonifica.
8.
Definire un piano per la sicurezza nelle campagne, dove si
manifestano sempre con intensità i fenomeni del racket e dei furti.
9.
Analizzare e individuare gli interventi per potenziare le direttrici di
traffico e le reti di comunicazione d’interesse dell’agricoltura.
10. Predisporre
un piano per le zone interne pugliesi dell’Appennino
dauno, della Murgia barese e delle Serre Salentine, dove si profila un
ulteriore abbandono per l’accentuarsi della crisi sociale ed economica
di vasti territori.
11. Garantire
la certezza delle risorse finanziarie per gli interventi
all’agricoltura nei parchi e nelle aree protette.
12. Un
grande
e
organico
programma
di
promozione
e
di
internazionalizzazione per dare valore alla qualità e alla tipicità dei
prodotti agricoli pugliesi. Un programma per accrescere le produzioni
a Dop. La presenza in Puglia di solo 10 Dop e Igp sono poche,
rispetto alle 21 Dop e Igp della Emilia Romagna, alle 18 della
Lombardia. Condividiamo e sosteniamo la tesi del ministro De Castro
che pone al centro della nostra strategia negoziale la protezione
10
multilaterale
delle
denominazioni
d’origine.
Infatti
rima
della
“finalissima” di domenica prossima a Berlino, c’è una partita che l’Italia
ha già vinto contro la Francia. E’ quella dei prodotti agroalimentari a
denominazione d’origine. Le nostre Dop (Denominazione di origine
protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (Specialità
tradizionale garantita) battono, infatti, quelle transalpine per 155 a
148. E in questa partita la Puglia non può rimanere in serie B. Non c’è
Moggi che tenga.
Siamo consapevoli che è un programma complesso e forse anche difficile,
ma non vediamo altre strade per dare una risposta seria ai nostri agricoltori e
alla società pugliese. Siamo anche consci che una parte importante tocca al
mondo agricolo. Sappiamo che il contesto europeo e mondiale e cambiato.
Sappiamo che dobbiamo superare la nostra avversione all’organizzazione
della produzione agricola attraverso rafforzando le op e le cooperative
esistenti costruendo nuove strutture associate di concentrazione dell’offerta.
Sappiamo anche che è inevitabile una selezione delle imprese inefficienti. Lo
sappiamo!!!
Quello che, dobbiamo fare, noi mondo agricolo e voi governi, lo dobbiamo
decidere insieme, e lo dobbiamo fare .
Vogliamo una nuova stagione per l’agricoltura pugliese, positiva, serena,
multifunzionale,
dove
convivano
territori
bellissimi,
produttive, zone interne e allevamenti zootecnici.
Paolo, Nichi, Enzo, Enzo, Giusy…
Vogliamo uscire dal tunnel.
Vogliamo tornare a sorridere.
11
agriturismi,
aree