Banche e depositi
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Banche e depositi
Banche e depositi G. Di Bartolomeo Mostriamo come, sotto certe condizioni, il volume dei depositi è in qualche modo legato alla quantità di base monetaria. Usiamo la simbologia del libro di Acocella (rispetto ai lucidi: BMB=R, BMP=C, h=q+k, j=c). Assumiamo che il pubblico e le banche si comportino secondo le seguenti regole. 1. Il pubblico vuole mantenere un rapporto fisso fra il circolante (che è la base monetaria in suo possesso), BMP, e i depositi dei quali è titolare, D; questo rapporto è h = BMP/D, quindi: BMP = h D con 0 h < 1. Se h = 0, il pubblico deposita tutto e non detiene circolante (non tesaurizza). 2. Le banche mantengono un rapporto fisso tra la base monetaria da esse posseduta per costituire le riserve obbligatorie e libere, BMB, e i depositi raccolti; questo rapporto è j= BMB/D, quindi: BMB = j D con 0 < j < 1. Nella tabella che segue BMB costituisce la base monetaria posseduta dalle banche, impiegata in riserve libere e obbligatorie; CR sono i crediti estesi alla clientela; D i depositi raccolti. Tabella 1 – Bilancio di una banca Attività BMB CR Passività D Considerando le due regole di comportamento e ricordando che la composizione degli impieghi della base monetaria è BM = BMP + BMB Usando le regole nell’espressione di cui sopra si ha: BM = hD + jD = D (h + j ) D 1 BM (h j) Date le nostre assunzioni vi è un rapporto fisso fra base monetaria e depositi. Essendo h e j sono minori di 1, i depositi sono un multiplo della base monetaria: 1 / (h +j ) è il moltiplicatore dei depositi. Definiamo l’offerta di moneta come circolante (BM detenuta del pubblico) più depositi: LS = BMP + D Essendo BMP = hD: LS hD D D (1 h) e, ricordando che D LS 1 BM , si ha: (h j) ( 1 h) BM (h j) in cui (1 + h )/(h + j ) costituisce il moltiplicatore della moneta, che è tanto più elevato quanto minori sono h e j.