Simbolismo nella storia dell`arte cristiana

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Simbolismo nella storia dell`arte cristiana
Il Simbolismo nell’arte cristiana
Lezione per studenti della quinta classe di liceo scientifico
Candidato: Andrea Moneta
Definizione:
“Simbolo” deriva dal greco “sym-ballein” e significa “mettere
insieme, unire”. In origine era l’uso di possedere la metà di
un oggetto per dimostrare l’unione con chi ne possedeva l’altra
parte.
Il senso del simbolo non è un oggetto, ma un sentimento.
Evoca un termine che apparentemente si lascia raggiungere,
ma il cui polo opposto è irraggiungibile: la razionalità, da sola,
non lo può comprendere. Il simbolo si appella
all’interpretazione e ad una certa predisposizione.
Il simbolo stabilisce rapporti extra-razionali, immaginativi, fra
livelli di esistenza e fra i mondi cosmico, umano e divino.
Il simbolo non parla ma suggerisce, copre ma rivela, nasconde
ma indica. Il linguaggio dei simboli non è razionale, ma
intuitivo; fa leva sulle facoltà spirituali.
“Non si deve chiedere che
cosa significano i simboli,
perchè i simboli non
significano”
(U. Galimberti)
“Il simbolo è sempre un
ponte che collega il visibile
all’invisibile e li trasporta
l’uno nell’altro”
(P. Evdokimov)
Il senso della simbologia nella storia dell’arte
Le opere d’arte del passato costituiscono uno sconfinato
repertorio di simboli di cui l’uomo contemporaneo ha in gran
parte perso il senso recondito.
Quando appare, il Simbolo è sempre parte integrante
dell’opera, ne costituisce la chiave di lettura, anzi molto
spesso il manufatto artistico si presenta come il semplice
veicolo di trasmissione del simbolo stesso.
Arte e Simbolo si possono considerare imprescindibili l’una
dall’altro nella storia dell’umanità fino dalle sue origini.
Obiettivo: Identificare simboli e messaggi della iconografia,
come momento propedeutico dell’analisi iconologica dell’opera.
Simbologia cristiana, le origini:
Il ricorso al simbolo del cristianesimo delle origini, dipese anche
dal divieto di idolatrare le immagini (iconoclastìa) che i
cristiani ereditarono dalla tradizione ebraica.
Quindi i primi cristiani utilizzarono come mezzi espressivi e di
appartenenza alla loro religione, due tipi di rappresentazioni:
una Simbolica-astratta, con segni e forme astratte (per
esempio la croce, il pesce stilizzato, le lettere greche, ecc);
l’altra Figurata, ma con significati nuovi e nascosti,
comprensibili solo ai cristiani.
Va chiarito che a questo stadio le immagini non sono oggetto di
culto, mentre lo saranno le icone bizantine.
Simbolismo nella storia dell’arte cristiana:
-In epoca paleocristiana immagini simboliche di origine
classica vennero utilizzate dalle comunità cristiane poiché
apportatrici di significati di rinascita, di protezione o di speranza
nell’aldilà profondamente affini al pensiero cristiano delle
origini.
-L’arte medievale conserva e allo stesso tempo rielabora in
un’ottica cristiana i simboli e i miti della classicità, in molti casi
trasformandoli e adattandoli ai propri scopi.
-L’Umanesimo e il Rinascimento continuano ad usare la
simbologia cristiana sviluppandola in chiave figurativa,
interessandosi anche alla simbologia di civiltà per loro
sconosciute, come l’egizia o la caldea.
Simbolismo nella storia dell’arte cristiana:
-Nel Barocco al simbolismo cristiano sviluppato in chiave
scenografica si affianca l’Allegoria e il Mito per la
soddisfazione del piacere estetico o la glorificazione di
personaggi o istituzioni.
-L’Illuminismo, il Neoclassicismo e la mitologia del
Romanticismo relegheranno il simbolismo sacro in episodi
marginali della storia culturale.
-Con il Novecento solo pochi artisti tratteranno temi religiosi
cristiani.
-Oggi l’arte cristiana stenta a ritrovare una sua identità
stretta fra un’orientamento culturale aniconico e
l’autoreferenzialità di artisti che lavorano coi simboli non
sapendo ciò di cui sono segno.
Simbologia nell’arte cristiana:
dalle origini al sec. XIV
-Ichthýs: Il simbolo che stilizza un pesce usato dai primi
cristiani. Il termine è la traslitterazione in caratteri latini della
parola in greco antico ἰχϑύς, "pesce", ed è un simbolo religioso
del Cristianesimo perché è l’acronimo delle parole: Iesùs
CHristòs THeù HYiòs Sotèr (Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore)
(reperti catacombe a Roma, III sec.)
-XP: Chi Rho è il
monogramma di
Cristo, chiamato
anche Crismon,
risultante dalla
sovrapposizione
di due lettere
maiuscole
greche: la X e la
P ovvero alle
iniziali della
parola XPISTOS.
(Ravenna,
Mausoleo di
Galla Placidia,
V sec.)
-Agnello: Simbolo di Cristo nel suo ruolo sacrificale. Si identifica
in particolare con l’innocenza, la mitezza e l’obbedienza; per il
suo comportamento e per il suo colore bianco, l’agnello in ogni
tempo è stato considerato l’animale sacrificale per eccellenza.
(Ravenna, S. Vitale, VI sec.)
S. Apollinare circondato da 12 agnelli, che rappresentano il
“gregge “, simbolo della chiesa, cioè di tutta la comunità
cristiana.
(Ravenna, S. Apollinare in classe, VI sec.)
-Colomba: E’ simbolo di pace, mitezza e amore. Già attributo
di Venere, nella iconografia cristiana è rappresentazione dello
Spirito Santo.
(Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia, V sec.)
-Il Buon Pastore: Rappresenta Cristo, che protegge e guida
i fedeli rappresentati come gregge di pecore.
(Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia, V sec.)
-Le sacre immagini: l'iconografia
cristiana trascrive attraverso l'immagine
il messaggio evangelico che la Sacra
Scrittura trasmette attraverso la parola.
(Ravenna, S. Apollinare nuovo, VI sec.)
Cristo Pantocratore (Deesis)
(Chiesa S. Sofia Istanbul, IX sec.)
-Le icone liturgiche: sono
“un trattato di teologia a
colori”, tutto parla il
linguaggio del simbolo:
La tavola è simbolo del legno
della Croce; Il gesso (leukas)
è simbolo della pietra
angolare che è Cristo;
La tela rappresenta il sacro
lino su cui fu impresso il volto
del Cristo; L’emulsioneuovo indica la pasqua, la
nuova vita in Cristo;
I colori materializzano la luce
increata.
Axion Esti (icona del VII sec,
Monte Athos)
-Simbolismo dei colori nelle icone:
CINABRO, rosso fuoco, è il colore dei serafini, simbolo
dell’amore divino.
PORPORA, è il colore della regalità, del chitone del Cristo, del
maphorion della Vergine e spesso dell’abito monastico.
VERDE, è il simbolo della vita creata e della terra, dello Spirito
Santo che dona la vita, spesso nella tonalità smeraldo
sostituisce il blu o ne attenua la forza attraverso velature
trasparenti.
NERO, raffigura la notte, la quasi assenza di luce, gli inferi, le
grotte spesso hanno un interno nero.
BLU, rappresenta la trascendenza e l’ineffabilità divina,
l’indicibile realtà di Dio, la vita eterna. Si trova nella mandorla
del Cristo delle potenze.
GIALLO, spesso sostituisce l’oro nel fondo della tavola, in una
tonalità calda quasi arancione si trova nel clavo (stola) del
Cristo in gloria.
BIANCO, è la luce, spesso si usa in sostituzione dell’oro, è
simbolo della purezza e si riscontra nelle vesti luminose del
Cristo della Trasfigurazione come pure in quelle degli angeli.
-La croce: è il più universale tra i simboli elementari, non solo
in ambito cristiano. Rappresenta l’orientamento nello spazio,
l’unione del cielo con la terra, della dimensione orizzontale con
quella verticale, congiunge i quattro punti cardinali.
Solo in epoca romanica venne riconosciuto come simbolo del
trionfo sulla morte. La croce più antica in questo senso risale al
134.
“Crux immissa”
(croce latina,
greca, di S. Pietro)
“Crux commissa”
(croce a Tau,
ansata, ancorata)
Crocifisso di S. Damiano
“Christus triumphans”
(anonimo, Assisi, Basilica di
S. Chiara, XII sec.)
La Preghiera in San Damiano
dalle “Storie di san Francesco”
(Giotto, Basilica superiore Assisi,
1295)
Il primo “Christus patiens”
d’ispirazione bizantina. (Giunta
Pisano, Crocifisso della Basilica di
S. Domenico, Bologna, 1250)
(Giotto, Croce di Santa Maria Novella
Firenze, 1290-1300)
Le piante delle chiese, almeno fino al secolo scorso,
s’ispiravano alla tipologia cruciforme. L’asse tridimensionale,
axis mundi, in questo caso passerebbe proprio in coincidenza
dell’altare e dell’asse del catino dell’abside o della cupola,
suggerendo il dinamismo di discesa e ascesa della Grazia divina
operata attraverso il sacrificio eucaristico.
-La croce nella pianta delle chiese: L'orientamento
prevedeva in origine la facciata a Ovest e l'abside ad Est,
seguendo cioè il corso del sole. La struttura della Chiesa
rappresenta il cammino sulla terra dell’uomo per arrivare a Dio.
Croce greca
Croce latina
F. Brunelleschi
(Basilica di
S. Spirito, Firenze
1444)
Croce commissa
Michelangelo
(S. Pietro,
Roma 1546)
D. Bramante
(S.M.
presso S. satiro, Milano 1482)
Simbologia nell’arte cristiana:
sec. XV-XVII
Paradiso: La città di Dio,
che accoglie con luce
dorata (grazia divina) i
beati che danzano con un
girotondo sulla musica
delle sfere celesti descritto
ne “La Repubblica”
di Platone.
Cristo giudice
Inferno: diviso in
grotte, dannati sono
puniti secondo
iconografia medievale
(scopo didattico)
Sarcofago vuoto Gesù
10 tombe=numero pitagorico perfetto
Beato Angelico, Il giudizio universale, 1425 Firenze, Museo S. Marco
Angeli intorno ai simboli
della passione: croce,
Agnus Dei: dal suo petto
corona spine, colonna
sgorga il sangue salvifico
raccolto nel Santo Graal
Martiri uomini
pagani e scrittori ebrei
Fontana: acqua della vita
La Colomba dello Spirito
Santo irradia i raggi solar
della Grazia divina
Martiri donne
Papi e i santi uomini
Jan Van Eyck, Polittico di Gand, 1432 Gand, Cattedrale di Sint Baaf
Antonello da Messina,
San Gerolamo nello
studio, 1474, Londra,
National Gallery
Il leone, cui il santo tolse la
spina e per gratitudine si
spogliò della sua ferocia.
Il bosso, che richiama alla fede
nella Salvezza divina, e il
geranio, riferimento alla
Passione di Cristo.
Il Pavone: poiché in ogni
primavera rigenera le sue
piume, indica l’immortalità
della Chiesa.
La coturnice: verità di Cristo
Caravaggio, Le sette opere
di misericordia, 1607,
Napoli, Chiesa del Pio Monte
della Misericordia
La donna: dar da mangiare
agli affamati e visitare i
carcerati;
L’uomo che regge i piedi:
seppellire i morti;
S. Martino taglia il mantello:
vestire gli ignudi;
Uomo con cappello: visitare gli
infermi;
Uomo beve da mascella
d’asino: dare da bere agli
assetati (miracolo di Sansone);
S. Giacomo di Compostela
indica col dito: alloggiare i
pellegrini.
G. Bernini, Cattedra di S.
Pietro, 1656, Roma
La cattedra come un “Deus
ex machina” del teatro greco
E’ la presenza di S. Pietro, il
tramite fra terra e cielo.
La luce trasformata dai vetri
e dai raggi diventa
ultraterrena. Al centro la
colomba dello Spirito Santo
Collegamento prospettico e
ideale con il baldacchino
Igor Mitoraj, Annunciazione, chiesa di S. M. degli Angeli, 2006
Proposta di laboratorio:
Individuare e raccogliere i Simboli delle religioni non cristiane
nelle opere d’arte, cercando di contestualizzarli e raccontarli.
Quindi si richiederà il coinvolgimento dello studente in prima
persona chiedendogli di individuare nessi e differenze con il
simbolismo della religione cristiana realizzando un ipertesto
corredato di fotografie.
Collegamenti interdisciplinari:
Religione, Filosofia, Storia.
Visite guidate:
I luoghi dei principali culti religiosi a Roma: La moschea, La
Sinagoga, il Tempio Buddista.