Arte gotica - IIS Forlimpopoli
Transcript
Arte gotica - IIS Forlimpopoli
ARTE GOTICA Il termine “gotico” fu adoperato per la prima volta da Giorgio Vasari – scrittore, pittore e architetto aretino autore di un’opera monumentale sulle vite degli artisti – per indicare in modo del tutto negativo l’arte degli anni che avevano preceduto il Rinascimento. Nell’interpretazione dispregiativa di Vasari, l’arte gotica era l’arte barbarica (dei Goti) che aveva cancellato e fatto dimenticare la buona arte degli Antichi (Greci e Romani) fino a che questa, rinata (da cui il termine Rinascimento) nel XV secolo, non aveva ripreso a vivere. Oggi, perso ogni significato negativo, il termine “gotico” è entrato nel linguaggio della storia dell’arte per indicare genericamente quell’arte che si manifestò intorno alla metà del XII secolo e proseguì sino al XIV, sebbene in certi Paesi, soprattutto quelli dell’Europa centro-settentrionale, essa si spinse fino al secolo successivo e addirittura oltre (Tardogotico o Gotico Internazionale). Mentre l’arte romanica si manifestò in un numero assai elevato di centri, quella gotica ebbe origine in una zona limitata della Francia settentrionale, nella regione attorno a Parigi, chiamata Ile-deFrance. Dalla Francia, comunque, il gotico si diffuse ben presto e con grande celerità in tutto il resto d’Europa. Così come il Romanico, anche questa nuova arte si esprime in modi differenti nelle varie località in cui si manifesta, pur mantenendo inalterati alcuni caratteri specifici di tipo generale. ARCHITETTURA Nel quarto decennio del XII secolo l’abate benedettino Suger dell’abbazia reale di Saint-Denis, vicino a Parigi, ristrutturò la sua chiesa, intervenendo nella facciata, nelle prime campate della navata e nel coro. Lo fece seguendo per primo le tecniche costruttive gotiche. Ancora oggi, nonostante le modifiche apportate alla struttura della chiesa abbaziale nel corso dei secoli, la zona delle cappelle radiali con il doppio deambulatorio che le precede è quella voluta da Suger. Volte ogivali costolonate e ampie, luminose vetrate sono i caratteri salienti di questa pozione dell’edificio. La luce è l’ingrediente essenziale del deambulatorio di Sait-Denis. Suger, infatti, riteneva che la luminosità delle vetrate multicolori e il riflesso delle gemme e degli ori, profusi negli arredi e nelle suppellettili sacre, costituissero una via per arrivare a Dio, in quanto immagini terrene e visibili della luce divina. Dopo Saint-Denis numerose altre chiese furono costruite secondo le nuove tecniche, dando vita a un’infinità di forme, spesso adottate anche fuori dalla Francia. L’ARCHITETTURA GOTICA È estremamente AGILE, TRAFORATA, AEREA E LEGGERA, contrariamente a quelle romana e romanica, che erano massicce. Un ALTRO CARATTERE ESSENZIALE, che rende immediatamente riconoscibili le architetture gotiche tra le tante altre, è il loro ACCENTUATO VERTICALISMO: esse sono, cioè, molto sviluppate in altezza, quasi a voler sfidare il cielo. Fra le innovazioni tecniche e le caratteristiche architettoniche peculiari, il Gotico comprende: o l’ARCO ACUTO ( o A OGIVA), che sostituisce quello a tutto sesto; o la VOLTA A OGIVA COSTOLONATA, che sostituisce la semplice volta a crociera; o l’ARCO RAMPANTE, che sostituisce o si aggiunge al contrafforte; o la CAMPATA è RETTANGOLARE; o il PINNACOLO, che è elemento estetico e allo stesso tempo contribuisce alla statica degli edifici; o l’ESIGUO SPESSORE DELLE MURA, che, inoltre, per ampi tratti, sono sostituite da GRANDI VETRATE COLORATE. 1 L’arco è detto acuto o a ogiva quando la curva dell’intradosso è composta da due archi di cerchio che si intersecano in modo da formare un vertice alla sommità. Tale arco è più resistente di quello a tutto sesto ed esercita un’azione spingente inferiore. La volta a ogiva costolonata è una particolare volta a crociera. La campata nelle chiese gotiche è rettangolare, a differenza di quella delle chiese romaniche, quasi sempre quadrata. L’arco rampante è un elemento esterno dell’edificio e ha la funzione di assorbire le spinte trasmesse dalle navate, in specie di quella centrale, scaricandole su un piedritto (elemento verticale). L’arco rampante è costituito da un arco zoppo, cioè asimmetrico. L’estremo più alto è appoggiato contro le pareti della navata o dell’abside, mentre quello più basso appoggia contro un pilastro massiccio. L’arco rampante viene posizionato in corrispondenza dei punti i raccolta delle spinte delle volte delle navate. Il pinnacolo contribuisce alla statica dell’edificio perché, aggiungendo peso, raddrizza la spinta obliqua che proviene dagli archi e dagli archi rampanti rispettivamente ai piloni e ai contrafforti sui quali solitamente è posto. Esso, a volte sormontato da una o più statue, si compone di un elemento piramidale svettante, arricchito da sculture e membrature architettoniche. La presenza di tutte queste strutture capaci di dare sostegno all’intera costruzione rende superflua l’esigenza di grandi mura. Perciò le cattedrali gotiche hanno mura di non eccessivo spessore che sono anche forate, per vaste estensioni, da vetrate. Solitamente vengono mantenuti l’impianto a croce latina e la suddivisione in tre navate, ma l’area presbiteriale diventa più maestosa perché l’abside è poligonale e ha più ordini di vetrate, mentre il transetto, di norma poco sporgente, avanza quasi a metà chiesa per l’allungamento del coro e ha le testate esterne che terminano in facciate imponenti. La navata centrale aumenta le proprie dimensioni e diviene spesso alta più del doppio di quelle laterali. Altrettanto alti sono i bracci del transetto. Nella facciata si accentuano gli elementi verticali: anche all’esterno le nervature partono da terra e si slanciano verso l’alto culminando in arditi e sottili pinnacoli. Ai lati della facciata si alzano di solito due torri, aventi la funzione di contrafforti, articolate in logge e gallerie orizzontali e ornate di pinnacoli, statue e nicchie. Nel registro inferiore della facciata vi sono di norma tre grandi portali a sesto acuto, profondamente strombati e riccamente scolpiti, mentre nella zona superiore si apre il rosone, più grande di quello già presente in età romanica e decorato da trafori in pietra e vetrate. Nella cattedrale gotica il prevalere delle linee verticali evoca un senso di infinito; la luce diffusa grazie alle ampie finestre è interpretata come manifestazione del divino. Secondo la filosofia scolastica, la bellezza concreta di una cattedrale era segno della bellezza divina, invisibile e inafferrabile, e la luce diventava mezzo di ascesi spirituale, di avvicinamento a Dio. 2 SCULTURA Rispetto a quella romanica, la scultura gotica è caratterizzata da maggiore realismo ed espressività, poiché cerca di imitare la natura in dettaglio e di rendere i sentimenti umani, e al tempo stesso da più eleganza e raffinatezza. A partire dall’Ile de France, le statue realizzate sugli stipiti e nelle strombature dei portali o nelle nicchie delle facciate tornarono progressivamente a guardare ai modelli classici presenti in Francia per riconquistare il tutto tondo e per realizzare i corpi e i panneggi degli abiti, con la differenza che, per la sensibilità tipica del Gotico, le figure si allungarono, assumendo forme sinuose (in particolare quella posa che in francese viene chiamata hanchement, “inarcamento laterale”). Tutte queste novità stilistiche dalla Francia si diffusero rapidamente in Spagna, nei territori germanici e in Italia grazie agli spostamenti delle maestranze francesi. In ITALIA, in area padana la scultura conservò una certa semplicità, volumi compatti e severità, caratteri stilistici che abbiamo riscontrato già nella scultura romanica (Wiligelmo). Fu però nell’Italia meridionale di Federico II che la scultura gotica si sviluppò e divenne autonoma grazie al recupero dell’antichità, grazie alle opere di vari artisti attivi presso la corte federiciana di Castel del Monte. La figura più importante fra questi artisti fu Nicola de Apulia, detto Pisano, (1220 circa – 1278/84). Egli si formò tra il 1235 e il 1245 in Puglia presso i cantieri commissionati dall’imperatore Federico II, dove ebbe modo di conoscere artisti stranieri e di vedere i reperti antichi che vi si conservavano. Proprio dall’osservazione delle sculture classiche nacque in lui l’esigenza di restituire volume, movimento e autonomia spaziale alla figura umana, che nei secoli si era appiattita e sproporzionata, schiacciata nei rilievi e subordinata alle esigenze dell’architettura. Allo stesso tempo Nicola era animato dalla sensibilità gotica del suo tempo, che lo portava a prestare attenzione al dato naturalistico e alla rappresentazione realistica dei sentimenti. Suo figlio GIOVANNI PISANO (1248 circa 1318), invece, più aderente al gusto gotico, ACCENTUÒ IN SENSO DRAMMATICO IL REALISMO E L’ESPRESSIVITÀ DELLE FIGURE. 3 PITTURA IL CROCIFISSO. Una delle massime espressioni della pittura medievale è la CROCE DIPINTA su tavola o su una sottile pergamena poi applicata sul legno, DI GRANDI DIMENSIONI E DA APPENDERE ALL’ARCONE TRIONFALE DEL PRESBITERIO O SOPRA L’ICONOSTASI. 1) 2) 3) Le prime croci dipinte a noi note, di epoca romanica, raffigurano il Christus Triumphans (Cristo Trionfante) [1], cioè con la testa eretta e frontale, gli occhi aperti, il corpo ancora vigoroso e vitale. Tale iconografia simboleggia la vittoria di Cristo sulla morte e non lascia spazio alla rappresentazione della umanità e del dolore di Cristo stesso. Nei primi decenni del XIII secolo fu introdotta nella Francia del Nord, in Renania e poi in Italia, una nuova iconografia destinata a diventare quella dominante: il Christus Patiens (Cristo sofferente) [2], cioè in agonia e sanguinante, con la testa reclinata sulla spalla destra, gli occhi chiusi, il corpo magro dal torace scavato, le braccia e le gambe flesse e abbandonate sulla croce. Questa tipologia ebbe grande fortuna poiché corrispondeva alla nuova spiritualità promossa dagli ordini mendicanti, soprattutto dai francescani, che richiedevano immagini in grado di coinvolgere emotivamente i fedeli e ispirarli nella preghiera. LA MAESTÀ. Con il termine Maestà si indica l’iconografia secondo la quale la Madonna è rappresentata col Bambino, assisa in trono e contornata da angeli, profeti e santi [3]. 4