372 QUADRO QUADERNO SOQQUADRO QUADRO Dal

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372 QUADRO QUADERNO SOQQUADRO QUADRO Dal
QUADRO QUADERNO SOQQUADRO
QUADRO
Dal lat QUADRUS, alterato di QUATRO, con tematica KWETR KWETRO KWEYWOR, cui il cardinale
Quàttro da QUATTOR. In percorso, termini derivati e composti quali Quàdra da QUADRA quarta parte,
Quadragenàrio dal lat QUADRAGINTA svoltosi nel volg QUARRAGINTA cui Quarànta con Quarantàna,
Quarantàno, Quarantèna che è la forma veneta di Quarantìna e sta per “quaranta giorni d’isolamento-d’attesa”,
Quarantennòle, Quarantènne, Quarantènnio, Quarantìno, Quarantòre, Quarantottèsco. Eppoi Quadrìga (col lat
IUGUM giogo dei cavalli), Quadrìglia transitato dallo sp CUADRILLA da CUADRO quadro con il prefissato
militaresco Squadrìglia (S intensivo), Quarèsima con Quaresimàle e Quaresimalìsta ellittico dal lat eccl
QUADRAGESIMA da QUADRAGESIMUS quarantesimo giorno (prima di Pasqua), con Quadragesimàle e
Quadragèsimo, Quadrantàle da Quadrànte, Quadrantectomìa (termine chirurgico). Infine, Quàdro con Quadràre e
Quadràbile, Quadratùra, Quadràto, Quadràtico e Quadratòne, Quadratòre, il composto Quadraturìsmo con
Quadraturìsta, il dim Quadrèllo con Quadrellàre e Quadrellatùra, Quadrerìa, Quadrètta attraverso il franc
QUADRETTE con Quadrettàre, il dim Quadrètto con Quadrettàre e Quadrettatùra. I prefissati Inquadràre e
Inquadràto, Riquadratùra e Riquàdro, Squàdra con Squadràre e Squadratùra (EX durativo).
\ Il Quadrato quale figura geometrica è una sorta di Rettangolo, poiché ha i quattro angoili retti (90°). \
Quadro è anche il gruppo di un’azienda, al quale appartengono i dirigenti; per estensione, è un documento
(legge, normativa...), che include le linee generali ed essenziali di un’azienda, dello stato... Per Quadro, che
intenderebbe una tela (o altro) racchiusa da una cornice a quattro lati, la semant ha finito di indicare qualsiasi
opera compresa da una cornice, non essenzialmente a quattro lati. Quadro è snm di Quattro, viene quindi posto,
come primo membro (pref) QUADRI QUADRU addattato foneticamente, in parole composte quali
Quadrifònico, Quadrifòrme, Quadrigètto, Quadrilàto, Quadrilèmma (quattro opzioni di assunti), Quadrilogìa snm
di Tetralogìa, Quadrimèstre (con il lat MENSIS mese), Quadripartìto, Quadrisìllabo “termine poetico” snm di
Quaternario, con Quadrisillàbico, ed ancora Quadrùmane, Quadrùmviro, Quadrùpede...
Dal gr TETRAS TETRADOS quattro l’ital ha tratto il pref TETRA che vale appunto quattro, cui Tetràstico col
gr STIKHOS riga, fig verso poetico cui Emistìchio che col pref EMI vale “metà verso”, Stìchico, Stìco “termine
filologico” cui un pref STICO per composizioni quali Sticomanzìa, Sticometrìa con Sticòmetro e Sticomitìa
questo col gr MYTHOS parola-leggenda e sta per “lettura alternata di versi” con due attori. In connessione
indoeur il glb ingl Stick bastone svoltosi dal significato di riga.
Un verso d’origine franc, composto di 2 emistichi, ognuno accentato sulla sesta casella sillabica, è detto
Alessandrìno, ispirato al poema Roman d’Alexandre, corrispondente al doppio settenario ital altrimenti detto
Martelliàno da P. I. Martello (1665/1727) che ne fece uso.
Il percorso prefissato TETRA conta ancora Tetrabàsico, Tetraboràto, Tetrabòrico, Tetrachènio (con Achenio),
Tetracìclico, Tetraciclìna, Tetraclorùro, Teracoràlli, Tretracòrdo quattro corde dal lat CHORDA (in origine
musicale) già gr KHORDE corda cui Tetracordàle, Tètrade “gruppo di quattro elementi” (in correlazione con
Triade “di tre elementi”), Tetradimensinàle, Tetradràmma o Tetradràmmo (col gr DRAKMHE dracma vale moneta
che vale quattro dracme), Tetraèdro “quattro basi” col gr HEDRA base-sedia cui Tetraèdrico con Tetraedrìte (suff
ITE per minerali), Tetraetìle (col chimico Etile), Tetrafàrmaco, Tetrafàse, Tetraginìa (botanica, col gr GYNE
donna vale “quattro pistilli in un fiore ermafrodito”), Tetràgono con Tetragonàle, Tetragràmma “rigo musicale a
quattro linee” o “parola di quattro lettere”, Tetralìna (con Naftalina), Tetralogìa snm di Quadrilogia, Tetràmero
“quattro parti”, Tetràmetro (poesia, verso di quattro “metri”), Tetramòrfo, Tetràndro (botanica, col gr ANDROS
uomo vale “fiore con quattro stami”), Tetraodòntidi o Tetrodòntidi Famiglia di pesci col gr ODUS dente) con
Tetraodontifòrmi o Tetrodontifòrmi (l’Ordine), Tetrapak (marchio registrato, vale recipiente a forma di
tetraedro), Tetràpilo “quattro porte” col gr PYLE porta, Tetraplegìa con Tetraplègico, Tetraplòide con
Tetraploidìa (biologia, col gr HAPLOOS semplice), Tetràpode con Tetrapodìa, Tetràpoli “quattro città” col gr
POLIS, Tetrapròtico (con Protone), Tetrarchìa “governo a quattro” donde Tetràrca con Tetrarcàto e Tetràrchico,
Tetrassònidi (col gr AKSON asse), Tetrastìlo dal gr STYLOS colonna, il termine pseudoscientifico
Tetratricotomìa che vale “taglio di un pelo in quattro parti”, Tetratòmico, Tetravalènte con Tetravaènza.
Il pref appare adattato in Tètrodo (tubo elettronico a quattro elettrodi col gr HODOS via) questo in correlazione
con Trìodo e Pentodo, ancora in Tetròsio (suff OSIO o OSO “carboidrato”) e infine in Tretròssido. L’invenzione
del Triodo si deve a Lee De Forest, aizzato dagli esperimenti di Edison; il suo brevetto è datato 1907.
Termine alieno Tetraònidi “uccelli galliformi” col gr TETRAON gallo di montagna.
\ Corda
Dal lat CHORDA già gr KHORDE minugia, l’ital ha ricalcato Còrda, cui Cordàggio, Cordàio o Cordàro, Cordàme (suff
AME per collettivi), Cordàta, Cordàti dal lat CHORDATA (Metazoi, nel senso di “forniti di corda dorsale”) cui Notocòrda
(col gr NOTON dorso e KHORDE vale “corda dorsale”), Cordàto (omn Cordato da Cuore), Cordatrìce, Cordatùra, il dim
Cordèlla con Cordellìna e Cordellìno, Cordellòne, Corderìa, la locuzione Corde vocali, Cordièra, Cordiglièra con Cordiglière
e Cordiglièro, il dim Cordìglio, Cordìno, il fig Cordìte (esplosivo fabbricato in grossi fili, suff ITE per minerali) e Cordìte
(infiammazione alle corde vocali, suff medico ITE), Cordòfono, il fig Còrdolo con Cordolatùra, Cordonàre con Cordonàta,
Cordonàto, Cordonatrìce e Cordonatùra, il dim Cordonètto, l’accr Cordòne con, in locuzione, Cordone ombelicale, Cordone
sanitario, Cordone morenico, l’esot locuzione franc Cordon bleu “cordone azzurro” dal cordone dei “Cavalieri dello Sprito
Santo”, eppoi i prefissati e composti Cordòfono, il glb ingl Cordless (per accezione al telefono, “senza fili” con LESS menoprivo di) in concorrenza con Wireless, Cordonifòrme e Cordotomìa (chirurgia), i prefissati Accordàre (AD allativo,
sovrapposto a Concordare) con Accòrdo e le locuzioni D’accordo e In accordo con..., Accordellatùra, Accòrdio (accordatura
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prolungata), Scordàre (S sottrattivo, omn di Scordare “dimenticare”) con Scordàto e Scordatùra; in ingl si rintraccia la
locuzione ACCORDING TO… ma con la sfumatura di valore snm delle locuzioni ital Secondo questa tesi, queste voci…
Il Tetracòrdo è un ant strumento musicale gr (col pref TETRA quattro che vale “a quattro corde” e la tecnica di trasferimento
del modo musicale dal superiore all’inferiore è detta Ipodòrico (pref IPO e il relativo al popoloo dei Dori).
Il termine Accordio, ancora una coincidenza lemmatica, ha l’omn pseudoetim Accòrdio, o Accordèon, un ant organino, dal
nome del suo inventore Akkordion (1865).
Pseudoetim, Cordèsco e Cordèsca, rispettivamente “agnello” o “vitello” giovani e “pelle d’agnello o capretto” dal lat volg
CHORDISCUS da CHORDUS nato ieri; lo sono ancora Cordaitìne (Classe di piante) dal nome del botanico A. K. J. Corda
(1809/1849), Cordierìte “minerale” dal nome del geologo L. Cordier (1777/1861) con suff scientifico ITE altrimenti detto
Dicroite. Lo è infine Cordovàno questo relativo alla città andalusa di Cordoba.
Scòrdio o Scordèo “sorta d’erba” è il termine alieno dal lat SCORDIUM già gr SKORDION.
QUADERNO
Quadèrno, con Quadernàle, cui l’ipocoristico Quarnàle, dal lat QUATERNI (plurale), significa a quattro a
quattro e al lat sono rimasti fedeli i vari Quatèrna, Quaterniòne questo un numero ipercomplesso, Quaternàrio, in
retorica snm di Quadrisillabo, indica in geologia Era quaternaria snm di Era Neozoica e, in chimica, gli atomi di
carbonio o d’azoto uniti a quattro gruppi organici. Quàrto da QUARTUS 1 è l’ordinale di Quattro e da questo
Quattordicènne, il sostantivo Quattordicèsima, Quattordicèsimo, Quatriduàno o Quattriduàno o ancora
Quadriduàno che sta per “quattro giorni”, il percorso prefissato QUATTRO cui Quattròcchi o Quattr’occhi
“sorta di uccello” ed anche in senso fig per “occhialuto”, la locuzione A quattr’occhi, l’araldico Quattrofòglie e il
fig Quattrozàmpe “animale domestico quali cani e gatti”. Da includere Quattrocentìsta o Quattrocentometrìsta
l’atleta che corre la specialità dei Cento metri.
Nel percorso dell’ordinale Quarto, l’ital conta Quartìle, Quartìna (anche nella poesia e nella musica), Quartìno
(anche snm di Carticino), l’agrario Quartiròlo, Quartùccio già “unità di misura”, il percorso composto
Quartodècimo snm di Quattordicèsimo, Quartogènito (in sequenza con Primogenito, Secondogenito,
Terzogenito), Quartotòndo “quarto di cerchio” dalla locuzione Quarto tondo, Quartùltimo (in sequenza con
Penultimo e Terzultimo), la locuzione sportiva Quarto uomo, il famoso dipinto a olio “Il Quarto Stato” di G.
Pellizza da Volpedo (1901) conservato a Milano nel Museo d’Arte Moderna.
In percorso Quartière, con un desueto Quartièro (adottato dal XIII sec), uno dei quattro settori in cui erano
suddivise le città medievali, alcune lo erano in Sestière (da Sesto, dal XIV sec)), come a Venezia e in Terzière
(da Terzo, dal 1865). Oggi, anche se i settori sono ben superiori di numero a quattro, resta semant la
denominazione di Quartiere, cui la locuzione Poliziotto di quartiere. Un quartiere malsano è definito in ambito
glb con l’ingl Slum in connessione con SLUMP caduta-rovina fig in campo economico dal verbo TO SLUM
vivere in econimia. Quartiere s’è poi attestato fig in “abitazione” snm del mer Quartìno, in “complesso di alloggi
militari” cui Quartiermàstro, il prefissato Acquartieràre (AD allativo) con Acquartieramènto e Acquartieràto, in
“tregua-sosta” nel senso di “riposo in quartiere” cui la locuzione Lotta senza quartiere, eppoi in araldica quale
“scudo”, in terminologia navale cui Quartiglière attraverso lo sp CUARTALERO da CUARTA stanza, nel gioco
del biliardo quale “parte del tavolo”, parte della calzatura, della sella, nel gergo ciclistico quale “riposo”.
Un ant termine diffuso nel Veneto è Quartèse, la quarta parte della Decima a favore della Parrocchia.
Snm di Quartiere è Riòne cui Rionàle, l’ipocoristico del lat REGIONE.
Quartiere malfamato è Subùrra, dal nome di un quartiere dell’antica Roma, SUBURRAM da identico tema med
SUBURRA, che nulla ha però del lemma Subùrbio, questo dalla composizione lat SUB URBIUM sotto la città.
Non è da escludere, tuttavia, che abbiano un’identica origine rad del valore di sotto-inferiore.
L’antica cittadina pugliese di Grottaglie - i cui termini dialettali utilizziamo volentieri in questa ricerca, merito della presenza
di variegati radicali - era suddivisa in Pittagi “rioni o parrocchie”; Pittàgio appare in snm con Parlagio. Pìtico, dal gr
PYTHIKOS e dal lat PITICUM, era relativo a Delfi, dove sorgeva il santuario dedicato ad Apollo; Pìtia n’era infatti la
sacerdotessa. La cristianizzazione avrebbe riversato il termine in comunità intorno ad una chiesa-parrocchia. Il suff AGIO di
Pittagio dovrebbe essere una modifica dialettale di Aggio, dal suff sostantivante lat ATICUM, cui Abbordaggio,
Spionaggio… poco credibile, invece, la trasformazione del pref AGIO dal gr HAGIOS santo in un suff AGIO per indicare
luogo costruito intorno ad una chiesa cristiana.
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Altri ordinali, non esaminati altrove nel testo, Quìnto da QUINTUS cui Quintìle il (quinto) mese romano corrispondente all’attuale Luglio,
Quintàna, Quintaròlo, Quinterìa, Quintèrno, Quintessènza da Quinta essenza con Quintessenziàle, e Quintessenziàre, Quintètto, Quintigliàti,
Quintìglio o Quintìlio questo omologismo dallo sp QUINTILLO, Quintìna e Quintìno eppoi i composti Quintodècimo, Quintogènito,
Quintùltimo da Quint’ultimo.
Sèsto da SEXTUS cui Sestàrio, Sestèrno o Sesterniòne, Sestètto, Sestìga (sul modello di Quadriga), Sestìle il sesto mese romano oggi
Agosto, Sestìna, i composti Sestodècimo, Sestogradìsta dalla locuzione alpinistica Sesto grado, Sestùltimo da Sest’ultimo con Sestùplice,
Sestùplo e Sestuplicàre.
Eppoi Dècimo da DECIMUS, Ventèsimo da VICESIMUS già VIGESIMUS, Trentèsimo da TRICESIMUS già TRIGESIMUS,
Quarantèsimo da QUADRAGESIMUS, Cinquantèsimo da QUINQUAGESIMUS, Sessantèsimo da SEXAGESIMUS, Ottantèsimo da
OCTOGESIMUS, Novantèsimo da NONAGESIMUS.
I cardinali dai quali derivano, sono adottati in ital tutti dal lat, quali, non esaminati altrove nel testo, Cìnque da QUINQUE con un prefissato
ital Incinquàrsi (IN illativo) che vale “per cinque volte” e il sostantivo composto Quincòncie o Quincùnce in termini frazionari dal lat
QUINQUE UNCIA cinque once cui ancora Quinconciàle o Quincunciàle, eppoi i sostantivi Quinàle e Quinàrio questo il termine metrico
poetico, entrambi dal lat QUINI a cinque a cinque; l’ital conta un Chìna che sta per “doppio cinque” in un gioco delle carte, dal franc
QUINE. Eppoi Sèi da SEX, Vènti da VIGINTI cui Ventènnio con Ventennàle o Vicènnio con Vicennàle da VICIES venti volte, Trènta da
TRIGINTA con Trentennàle, Cinquànta da QUINQUAGINTA, Sessànta da SEXAGINTA, Novànta da NONAGINTA.
SOQQUADRO
È l’unico vocabolo della nostra lingua che contiene un errore incorreggibile, sconvolgendo la norma che impone
il raddoppio della consonante Q esclusivamente in CQ: Acqua da tema AKWA per cui è un falso raddoppio per
ricordare la pronuncia forte di K, Acquartierare da Quartiere, Acquisre e Acquistare dal lat QUIRERE,
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Acquiescere e Acquietare dal lat QUIESCERE... Soqquàdro, cui il meno comune Soqquadràre, nasce dalla
locuzione Sotto quadro specifico di un’impalcatura che va fuori posto, quindi in relazione allo scompiglio che
provoca. Il termine Soqquadro deve essere usato in locuzione avverbiale con A, leggi A soqquadro.
Per inciso, gli avverbi Carpone-Carponi, Boccone-Bocconi e Ginocchione-Ginocchioni (per l’etim Ved le
apposite terzine) non sono correttamente scrivibili in locuzione con A che li precede “a bocconi, a
ginocchioni…” solo per A carponi, lo Zingarelli traccia una vaga possibilità.
Squadernàre, Squinternare, Dissestare, verbi che appaiono tutti ispirati dai numeri. Il primo, Squadernàre, da
Quaderno a quattro a quattro, sta per un antiquato “sfogliare pagine per cercare” ma anche metaf “rendere
palese”. Squinternàre, invece, da Quinterno, fascicolo di cinque fogli, vale “sfogliare in malo modo sino a
slegarne le pagine” ed anche fig “confondere”. Dissestàre con Dissèsto, infine, deriva da Sèsto, non quale
ordinale, ma quale Sèsta “compasso” cui Sestànte; lo strumento ha questo nome perché la sua apertura, che va a
descrivere una circonferenza, corrisponde al lato dell’esagono in essa inscritto. Il prefissato Dissestàre (pref
DIS), allora, sta per “fuori compasso” e fig “fuori equilibrio” ad esempio in campo economico e di bilancio. Il
percorso prefissato prosegue con Assèsto (pref AD allativo vale A sesta) cui Assestàre, Assestàta, Assestamènto,
Assestatèzza, Assestàto.
Il termine Sièsta è un esot dallo sp SIESTA sesta ora, già lat SEXTA.
\ Prefissi *SUB *SOTTO SO SU *SOPRA SUPER SOVRA SOR SUR
Il termine Soqquàdro è costituito in composizione con il pref lat SUB sotto foneticamente italianizzato SO o SU o ancora
SOB e SO(S) dalla variante SUBS davanti alle consonanti sorde C T P Q, che continuano sotto, ma anche con valore
attenuativo e d’onerosità, modale e spaziale, che vanno a raddoppiare la consonante alla quale sono legati, donde Sobbalzare,
Sobbarcare, Sorrìdere, Supplènte con Supplire (dal lat PLERE riempire) e la variante Sopperìre prodotto a seguito del
fenomeno dell’anaptissi, Surrogàre questo con ROGARE... Da SUB, il lat conta l’avverbio SUBTUS, rielaborato Sòtto in
ital, che utilizzato quale primo membro SOTTO in composizione non raddoppia mai la consonante alla quale è saldato, quali
Sottovèste snm di Sottabito e Sottofòndere; il percorso prefissato conta da Sottoalimentàre a Sottozèro, incluso Sottogòla snm
di Soggolo, eppoi adattato in termini quali Sottàbito snm di Sottoveste, Sottacère con Sottaciùto (col verbo Tacere),
Sottacèto, Sottàcqua con Sottàcqueo, Sottòrdine con un Sottordinàre cui Sottordinàto e la locuzione In sottordine,
Sottufficiàle, eppoi la preposizione Sottèsso che sta per Sotto ma con valore rafforzativo, dalla locuzione Sotto esso.
Sotterfùgio “di nascosto” è dal lat SUBTERFUGIUM da SUBTERFUGERE di FUGERE fuggire prefissato SUBTER questo
SUB con suffisso comparativo TER.
Sottofondere è con il lat FUNDERE da rad GHEU versare, cui Fòndere, Fondènte ritornatoci dal franc FONDANT col glb
Fondant, Fonderìa, Fondìta, Fonditòre (omn di Fonditore da Fionda), Fonditrìce, Fonditùra, i glb franc Fondu e Fondue
“fuso” (pron fond’y)e da questo il piemontese Fondùta, Fùsa per il richiamo sonoro del fondere, Fusìbile cui la locuzione
Fusibile elettrico questo inventato da J. Jaoule nel 1840, Fusiòne, il Pp Fùso da FUSUS cui il fig Rinfùsa (doppio pref RIN
da RI iterativo e IN illativo) per la locuzione Alla rinfusa, Fusòre, Fusòrio, Fùtile “che lascia scorrere” con Futililità e, con i
pref, Affusiòne, Ciconfòndere con Circonfùso, Confòndere da CONFDUNDERE, Confusiòne da CONFUSIO
CONFUSIONIS e Confùso (CUM associativo) dal Pp CONFUSUS, Diffòndere con Diffùso (DIS dispersivo), Effòndere già
Effùndere con Effusiòne, Effusìvo (suff IVO che insiste sul valore durativo del lemma), Effùso ed Effusòre (EX fuori),
Infòndere con Infusiòne, Infùso, Infusòre e Infusòri questo “classe di protozoi” (IN illativo), Profòndere (PRO avanti ) con
Profonditòre, il Pp Profùso cui Profusiòne con la locuzione A profusione e Profusamènte, Rifòndere o Rifùndere (RE
movimento inverso) da REFUNDERE con Refùso dal Pp REFUSUM, Rifusìbile e Rifusiòne, Soffòndere o Suffòndere con
Soffùso o Suffùso (SUB sotto), Trasfòndere già Transfòndere con Trasfusiòne e Trasfùso (TRANS oltre). eppoi i composti
Effusiòmetro, Infundìbolo “vaso” dal lat INFUNDERE versare dentro col fig Infundibulifòrme (botanica).
Il sostantivo Fùso, pseudoetim, è dal lat FUSUM senza connessioni, cui Fusàggine, Fusaiòla o Fuseròla, Fusaiòlo o Fusaròlo,
Fusàta, Fusèlla, Fusellàto, Fusellatùra, Fusèllo, Fusièra, col fig Fusìlli “sorta di pasta alimentare”, Fusolièra questo dal
veneziano Fisolera inc con Fuso, un attrezzo per la caccia del Fisolo, meglio Fìsoli, specie di palmipedi; eppoi i prefissati
Affusàto, Affusolàre con Affusolàto. Attraverso il franc si conta il glb Fuseaux “pantaloni da donna fig a fusi”.
Dal pref SOTTO si contano i termini sostantivati Sottàna “sottoveste” e Sottàno che sta “abitazione sotto il piano stradale”, in
origine aggettivi relativi a Sotto, di genere diverso, come Soprano relativo a Sopra. Sottano è in complanare a Sotterràneo
(SUB TERRANEUS) composto con il lat TERRA in percorso con Sottèrra, Sotterràre e Dissotterràre con Dissotterràmento
(doppio pref DIS) snm di Disseppellimmento, Esumazione. Col pref SOTTO, ancora composizioni come Sottobànco,
Sottobòrdo, Sottostànte… Sottècchi o Sottècchie dal lat volg SUBTICULE (opposto a SUPERCULUM) da SUBTUS sotto.
In opposizione, dal lat SUPRA di SUPER sopra già gr HUPER, cui Sòpra, questo con la variante SOVRA e un ant sostantivo
Sopracciò (con Ciò) “funzionario di controllo”, l’ital conta il pref SOPRA per una nutrita serie di composizioni quali
Sovraccopèrta o Sopraccopèrta (per un libro è un foglio protettivo che si richiama alla copertina), Sopràlzo, Sovrappòrre o
Soprappòrre con Soprapposiziòne e Sovrapposiziòne, Sovraprèzzo o Sovrapprèzzo con Sopraprèzzo o Soprapprèzzo,
Sovrastànte o Soprastànte, eppoi Soprappensièro. Sopràno è la forma sostantivata dell’aggettivo che sta sopra va ad indicare
comunemente il registro più acuto tra i cantanti in concerto, pertanto è invariabile nel suo genere mas, pur esclusivo di voce
femminile, il termine deriva dal lat volg SUP(E)RANUS, cui Superàbile, Superàre, Superàto, Sùpero, Superficiàle,
Superfìcie questo composto con FACIES aspetto-forma con apofonia della a in i, l’omologismo Surfactànte dall’ingl
SURFACTANT ellittico dalla locuzione SURFACE ACTIVE
“superficialmente attivo”, i prefissati Insuperàbile con
Insuperabilità e Insuperàto (IN negativo).
Superiòre con Superiorità da SUPERIOR comparativo di SUPERUS, Supèrno (SUPERNUS) da SUPERUS come Inferno
(INFERNUS) da INFERUS, Sùpero su calco di Infero-ìnfero. Dall’ingl SURFACE superficie l’ital conta l’omologismo
Surfattànte o Surfactànte, ellittico dalla locuzione SURFACE ACTIVE AGENT agente superficialmente attivo. Il pref
SOPRA dal lat SUPRA AD per composizioni da Soprabbondànte a Sopravvìtto (con il lat VICTUS cibo), eppoi
l’adattamento per composizioni da Sopreccedènza o Sovreccedènza a Sopreminènza o Sovreminènza, da Soprimbòtte di
Sopraimbòtte a Soprintèndere di Sopraintèndere; ancora, Sopròsso di Sopraòsso, Soprumàno o Sovrumàno, Soprùso di Sopra
uso.
Dal lat SUPERCULUM (opposto a SUBTICULE) aggettivo di SUPER, l’ital conta Sopèrchio con Soperchiànte, Soperchiàre,
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Soperchierìa e Soperchièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, in complanare con i leniti e più
ricorrenti Sovèrchio con Soverchiànte, Soverchiàre, Soverchiatòre, Soverchierìa, Soverchièvole e Soverchièzza. Suprèmo con
Supremazìa, Suprematìsmo 1 e il culinario glb franc Suprême, dal lat SUPREMUS, superlativo di SUPERUS. Sovràno è
letteralmente snm di Soprano, composto con la lenizione Sovra di Sopra, ma la semant lo ha scelto per indicare comunemente
il Capo di uno Stato Monarchico; dal diradamento di quest’istituzione il termine sta riacquistando la corretta semantica etim
di potere, dignità, diritto autonomi.
\ Da una ricerca del 2008, tra i più ricchi al mondo, è elencato il sovrano della Thailandia, con un patrimonio ben superiore a 3miliardi
d’euro. La Thailandia era stata indicata con Siam sino al 1939 e per un breve inciso dal 1945 al ’49 \
I termini Superstiziòne e Supèrstite hanno il pref SUPER connesso a temi del verbo lat STARE, allora Superstizione vale
soprastruttura ovvero sopra le regole che stanno e Superstite vale sopravvissuto ovvero sopra coloro che stanno.
\ Gli individui che pongono in relazione malattia con colpa, sono i depositari di arcaiche superstizioni, ove le divinità puniscono i colpevoli
scagliandogli un male; pertanto agiscono in maniera tale da nasconderla, considerandola un accadimento del tutto riservato, privato. In realtà,
non s’accorgono che la patologia, di chiunque sia, compromette, oltre alla propria, la normale quotidianità dei famigliari e degli amici, altera
l’organigramma sul lavoro e quindi condiziona i colleghi, sommuove i conoscenti, incuriosisce i co-assistiti negli ambulatori e gli
sconosciuti pazienti con i loro famigliari e visitatori, involontari testimoni nelle cliniche, coinvolge gli operatori della sanità,
dell’assistenza… insomma, è invece un avvenimento tra i più aperti al pubblico. \
SUPER, ancora, compone in qualità di pref innumerevoli termini, quali Superaffollamènto, Superallenamènto, Supermercàto,
Supervacàneo (da VACUUS), sino al glb termine ingl pugilistico Superwèlter.
Una particolarità di equivoca composizione lemmatica è rintracciabile in lemmi quali Suppellìttile e Supplire, entrambi col
pref ridotto SU, eppure il primo vale SUPER sopra e il secondo SUB sotto. Suppellèttile è dal lat SUPELLEX e vale
(oggetto) sopra il letto, ma la semant lo ha esteso per oggetto d’arredo su qualsiasi mobile o archeologico o, in senso fig, per
cognizioni che abbelliscono (arredano) la mente. Così anche per il pref SOR identificabile quale SUPER o quale SUB, cui
Sorgere vale da di sotto e Sormontare vale montare in alto; da non includere Soràbo questo relativo ai Sorabi. Super lo si
ritrova infine quale pref SUR col valore di “sopra” ricalcando il franc SUR in termini quali Suralimentaziòne, Surclassare,
Surcompressiòne con Surcomprèsso, l’omologismo Surcòntre con Surcontràre “termine del bridge” dal franc
SURCONTRER con CONTRE contro. Un SUR preposizione, resiste ancora molto raramente in posizione proclitica col
valore inc di “su” e “super” davanti a parole che inizino con u, quale il manzoniano “…sur una tempia…”.
Suprematìsmo, cui Suprematìsta, è il movimento artistico sorto in Russia nel 1913 nell’intento di sbrigliare il figurativo dalle imposizioni
estetiche, privilegiando la totale imitazione della natura. Una certa diversione politica deve pur essere avvenuta nel movimento
internazionale, poiché alcuni suprematisti statunitensi, nell’agoso del 2008, tentano d’assassinare il candidato democratico alla presidenaa
statunitense Barack Obama: il concetto si sarebbe svolto nel raggiungimento del bene supremo della nazione, del pianeta, a qualsiasi costo.
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ZECCA ZECCHINO AZZECCARE
ZECCA
Zècca è l’acaro italianizzato dal long ZEKKA. Per assimilazione fig, sono nati i termini Zèccola spina che
rimane impigliata nel pelo degli animali e Zèccolo grumo di lana.
Il lat conta il proprio RICINUS per Zecca cui il fig Rìcino, la pianta i cui semi la ricordano; derivato l’aggettivo
Ricinolèico composto con Oleico, l’acido contenuto nell’olio di ricino.
\ Parassita
Parassìta o Parassìto con la variante Parasìto più fedele all’origine, con Parassitàre, Parassitàrio, Parassicìda, Parassìtico,
Parassitìsmo, Parassitòsi e il composto Parassitologìa, dal lat PARASITA, è la composizione gr con PARA presso e SITOS
grano-cibo; il termine stava inizialmente per “addetto alla distribuzione del cibo”, poi passato a commensale e, fig, al
significato corrente. Nel percorso gr di SITOS, l’ital conta il pref SITO, cui i composti Sitofobìa “avversione per il cibo” in
concorrenza con Anoressia, Sitologìa con Sitòlogo, Sitomanìa o Sitiomanìa con Sitòmane in concorrenza con Bulimia,
Sitosteròlo questo in estensione col valore di “grano” e il doppio suff STEREO ed OLO.
Oltre all’omn Sito luogo dal lat SITUS, esiste un Sìto muffa, fetore, sempre dal lat SITUS che più ant stava per abbandono,
vrs connesso a SITUS luogo; la mutazione semantica si sarebbe attestata associando la muffa ed il fetore all’abbandono del
luogo.
Mùffa nasce dalla serie onomatopeica M F che stava ad indicare esalazioni; fuori percorso Mùffola che è l’omlogismo dal
franc MOUFLE guanto-manicotto attestatosi in “manopola” o in “camera refrattaria” cui i fig Muffolètto “pagnotta
spugnosa”, Mùffolo “muso”, Muffolìsta “operaio dei forni a muffola”.
ZECCHINO
Dall’ar (DAR-AS)SIKKA (Casa della) moneta, l’ital conta l’omologiamo Zècca Casa del conio, cui Zeccàre e
Zecchière. Un suo erede è Zècchino, il ducato d'oro veneto del XVI sec, il cui nome fu esteso per designare altre
monete di pari valore aureo in stati diversi (Lucca, Toscana, Genova, Sardegna, Pontificio...).
Che la Zecca-àcaro sia omofona ed omografa - insomma omonima - di Zecca-conio conduce ad associare la
presa del parassita sulla pelle a quella del marchingegno che preme la matrice sulla moneta o medaglia; nel volg,
è d’uso l’espressione Azzeccarsi o Zeccarsi nel significato di “attaccarsi a (pressare, tormentare) qualcuno come
una zecca”. Ancora in volg, il termine Zecca sta metaf per paura improvvisa, comunemente accompagnata da
sussulto. Per assimilazione figurativa, Zècca-conio è utilizzato con riferimento - luogo comune - ad un’idea o
una notizia originale, un abito mai usato... nuovo di zecca. Zecchinèlla è un gioco d’azzardo con le carte.
\ Nell'Antica Roma, il conio ebbe inizio nel IV sec e la zecca fu istituita sul Campidoglio. A Pompei, nella casa dei Vetti, le pitture murali
mostrano il lavoro che era svolto nelle zecche. La prima Zecca in Europa sorse a Lucca intorno al 650.\
AZZECCARE
Azzeccàre, dal ted A(D)-ZECKEN colpire col pref A allativo; si ottiene così andare a colpire e semant nel
segno (indovinare, centrare...). In percorso semantico, si ha Azzeccàto ed il manzoniano Azzeccagarbùgli, il
leguleio plagiato dal potere. Il termine, che appariva allocato nel volg, è emerso onorevolmente nella lingua
ufficiale, merito dell’espressionismo verbale del giudice Di Pietro.
CAMINO SCAMATO SGAMATO
375
CAMINO
Dal gr KAMINOS fornello latinizzato CAMINUS, cui Camìno, Caminètto, Caminièra con le varianti toscane da
evitare Cammìno, Camminètto, Camminièra… i latini chiamavano CAMINATA la stanza col camino, cui il
toscano Camminàta ancora da evitare; un termine che emigrato in Francia si è svolto in CHEMINEE, rimpatriato
in Ciminièra o Ciminèa.
Il lemma Cimièro, o anche Cimèro e Cimière, che pare dello stesso percorso, è un derivato da Cima su ricalco
franc CIMIER di CIME; il Cimiero, col pennacchio, ricorda in realtà la ciminiera col fumo. Cìma è fig dal lat
CYMA germoglio già gr KIMA feto da KYO concepisco, cui Cimaiòlo o Cimaiuòlo e Cimaròlo, Cimàle,
Cimalìno, Cimàre, Cimàta, Cimatòre, Cimatorìa, Cimatrìce, Cimatùra con Ricimatùra, Cimìno questo omn di
Cimino variante di Cumino, Cìmolo e Cimòso. Il lemma Tracimàre con Tracimaziòne è la prefissazione di Tra
con Cima.
Cimòsa o Cimòssa è dal lat CIMUSSA che sta per orlo, d’etimo considerato sconosciuto, comunque è vrs una
connessione fig con Cima. Anche i termini architettonici Cimàsa e Cimàzio dal lat CYMATIUM già gr KYMA
onda e KYMATION piccola onda appaiono connessi con CYMA cima, accostando in associazione fig la cresta
dell’onda; in questo ultimo percorso si conta il composto Cimanàlisi o Cimoanàlisi.
\ Figulo Mascara
In Puglia, a Grottaglie, il quartiere delle ceramiche, d’eredità magnagreca, è volg identificato con Camenre, ricco appunto di
camini delle fornaci per la terracotta, che fuoriescono dalle grotte. Non può essere allora un caso, ma una connessione rad,
che l’antica ceramica dell’isola di Creta, plasmata nelle grotte sui pendii del monte Ida è definta “di KAMARES”.
Il quartiere è identificato elegantemente con il letterario “dei Fìguli” dal lat FIGULUS da FINGERE foggiare, modellare, cui
Fìgulo, Figulìna, Figulinàio e Figulìno, Fìngere col Pp moderno Fìnto, Fìttile da FICTILIS, Fittìvo tratti dal Pp lat FICTUS di
FINGERE, Fittìzio da FICTICIUS e Finziòne da FICTIO FICTIONIS rappresentazione cui il glb ingl Fiction quale termine
televisivo.
Il percorso da FINGERE prosegue elencando Infìngere “immaginarsi” con Infingimènto, col pref IN intensivo, ed ancora
Infigardàggine, Infigardìa, Infigardìre e Infigàrdo “pigro e simulatore” col suff ARDO spregiativo.
La stessa rad ha dato Figùra inv da FIGURA con Figuràre, Figurànte questo un snm di Comparsa, Figurìsta, Figùro (brutto
tipo), i prefissati Configuraziòne e Configuràto, Transfiguràre o Trasfiguràre e Trasfiguraziòne, Sfiguràre e Sfiguràto.
Abbandonare del tutto il greco Camenre per il lat-ital Figuli significa indurre le nuove generazioni a dimenticare la storia
linguistica e le origini.
Dal gr SKHEMA configurazione, il lat ha tratto SCHEMA, inv nell’ital Schèma, cui Schemàtico, Schematìsmo…
La rad è DHEIGH plasmare che avrebbe portato a DHEIGHOS, ovvero cosa plasmata con il fango, attestatasi in aree osca e
gr (TEIKHOS) e nelle aree tocaria, ger (TEIG pasta).
Restando in ambito delle simulazioni, il lat medv usava il termine MASCA, col valore di strega, questo fedele al tema med
MASKA strega, cui l’inv ma disusato Màsca con Mascàgno divenuto semant “malizioso” ed ancora Mascàra, Mascòne
(termine navale); il percorso continua con Màschera 1, Mascheràio, Mascheramènto, Mascheràta… che sono giusto delle
“finzioni”; ancora, Il tema med MASKA stava anche per guancia, quindi non è assurda la connessione con Maschera. Fuori
percorso, Mascarpòne dal lombardo Mascherpa o Mascarpa una sorta di ricotta.
Il prvz aveva MASCOTO sortilegio-oggetto scaramantico, cui il franc MASCOTTE, italianizzato Mascòtta. I termini volg
Mascìa “affatturazione” e Masciaro sono vrs connessi (con pron della s quasi sorda).
Il lat conta LARVA maschera svoltosi dal significato originale di spettro, cui Làrva, Larvàle, Larvàre, Larvàto, i composti
Larvevòridi (famiglia d’insetti) con Larvìvori (con il lat VORUS da VORARE divorare), Larvicìda (col lat CIDA che uccide
da CADERE), Larvìcolo (con il lat COLO che abita) e Larvifòrme. Il lat conta lo specifico COSSUS larva, per accezione
(tarlo) del legmo, cui Còsso e Còssidi, la famiglia alla quale appartiene la Zeuzèra (etimo ignoto, vrs da un onomatopeico) e
l’ordine dei Lepidotteri.
1
La Maschera nasce in teatro per armonizzare nell’attore la voce (tonalità e ritmo), la gestualità, l’incedere, la postura. Maschera famosa il
bergamasco Arlecchìno, attraverso il franc ARLEQUIN perché già noto in Francia, con Arlecchinàta, Arlecchinàto e Arlecchinèsco, eppoi il
bolognese avvocato Balanzòne da Balanza “bilancia” simbolo della giustizia, Brighèlla della Commedia dell’Arte derivato da Briga cui
Brigare, Colombìna quale dim di Colomba, il piemontese Giandùia quale composizione del nome Gianni e Duja “boccale” quindi “assiduo
bevitore” cui Giandùia e Gianduiòtto “cioccolatini torinesi” questi alla nocciola, il milanese Meneghìno che il drammaturgo Maggi aveva
tratto dal dim Domenichino nel 1630, il veneziano Pantalòn quale ellittico di Pianta Leone, questo funzionario incaricato di piantare il
vessillo del Leone di S.Marco nelle terre acquisite dalla Serenissima cui il termine Pantalòne-Pantalòni attraverso il franc PANTALONS, con
Pantalonàio e Pantaloncìni; curiosa la locuzione Avere l’acqua in casa per chi indossa pantaloni corti all’orlo.
Fuori percorso Pantaleòn o Pantalòn questo un salterio inventato dal ted Pantaleon Hebenstreit (1705). Infine, il napoletano Pulcinèlla di
Acerra derivato dal dim di Polece “pulce” cui Pulcinellàta e Pulcinellèsco, il fiorentino Stenterèllo fig dalla sua eterna fame per una
esistenza di stenti.
L’Italia pullula di Maschere poco note, per esempio a Manfredonia il logo del Carnevale dauno è Zi’ Peppe (zio Giuseppe), il personaggio
che di notte andava per le strade a svuotare nel suo carretto-bidone i contenitori delle urine e delle feci, richiamando la gente al suono della
tromba.
\ PROSO Prosopopea Blindare
Dal gr PROS accanto cui PROSO davanti, in connessione con PRO questo invariato nel lat-ital, l’ital conta Prosobrànchi
(Sottoclasse di molluschi), Prosodìa dal gr PROSOIDIA composto con OIDO canto e che vale “accentazione-ritmo
poetico”cui Prosodìaco o Prosòdico, Prosòdio e Prosodìsta, eppoi Prosopoagnosìa (con AGNOSIA ignoranza)
che indica l’incapacità di riconoscere fisicamente una persona nota, Prospaltèlla (col tema gtr POLLOEIN
lanciare) indica una sorta di8 piccolo insetto degli Imenotteri.
Dal gr PROSOPON faccia, ma anche con valore di maschera, (PROS accanto e OPON dal tema di vedere), l’ital conta
Prosopografìa “descrizione del volto”, Prosopopèa o Prosopopèia cui Prosopopèico dal gr PROSOPOPOIEO personifico;
termine connesso con l’etrusco PHERSU svoltosi via via da divinità malefica in maschera cui il lat PERSONA maschera,
eppoi faccia, volto e infine persona nel significato corrente cui Persòna con Personàggio, Personàle, Personalìsmo,
Personalìsta, Personalìstico, Personalità, Personalizzàre, Personalizzàto, Personalizzaziòne, Personalmènte, Personeggiàre,
Personificàre con Personificàto e Personificaziòne, Personologìa; il termine Personificazione adottato quale figura retorica
376
indica la trattazione di un termine astratto, inanimato, o addirittura di un defunto, come se fosse reale, in vita.
La lingua ital conta Verbi personali i cui modi indicano tempo e innanzitutto la persona, Verbi impersonali i cui modi non
indicano alcuna persona quali l’Infinito, il Participio ed il Gerundio.
In percorso, ancora, le locuzioni glb ingl Personal computer, Personal numbering (Numerazione personale), Personal
organizer (Organizzatore personale), Personal trainer (Allenatore personale). PROSOPON è l’astratto di POIEO faccio-creo
(l’etimo di Poesia), pertanto, vale volto fatto-creato per una rappresentazione, ovvero, una personificazione.
Dal ted BLENDE mascheratura connesso a BLIND cieco, il franc ha coniato BLINDER cui il ricalco omologistico Blìnda
con Blindàggio, Blindàre, Blindàto, Blindatùra i composti Autoblìndo, Blindosbàrra, Blindovètro dalla locuzione Vetro
blindato, le locuzioni la militare Mezzo blindato e la domestica Porta blindata, il glb ingl Blind test “test alla cieca”, Blind
trust “società fiduciaria cieca” (con TRUST fiducia) e vrs in connessione rad i termini Blimp che sta per “involucromascheratura (tecnologia )” e Blister “involucro per capsule o compresse”.
SCAMATO
Scamàto, dal lat volg CAMACTUS, dal gr KAMAKS-AKOS bacchetta, si era attestata nella forma sett
CAMAITO. Scamatàre (Scamatòre), con pref S durativo, “batterela lana, i tessuti”, con lo Scamato, per
ammorbidirli, ripulirli.
Ricamàre, che sembrerebbe un termine in qualche maniera discendente da KAMAKS-CAMACTUS, in realtà è
un riadattamento dall’ar RAQAMA, ma questo non toglie che abbiano una primordiale origine comune.
Fuori percorso Camàglio “passamontagna” dal prvz CAPMALH “armatura per il capo”, con il quale è vrs
connesso il lemma Camàuro “copricapo papale di velluto rosso”. Ancora fuori percorso Camàllo o Camàlo
“scaricatore” dall’ar HAMMAL portatore e Camaleònte questo, composto col gr KHAMAI a terra sta per
“leone strisciante”. Nel passato si credeva che il Camaleonte si nutrisse esclusivamente d’aria per la sua
peculiarità di tirar fuori la lunga lingua e ritrarla rapidamente a mo’ di pompa da risucchio; da qui la locuzione
fig Dieta del camaleonte. In realtà è la tecnica naturale di catturare gli insetti per la nutrizione.
SGAMATO
Sgamato, in volg, sorge vrs da un una attestazione fig da Scamato, con lenizione della c, è vale “indovinato”.
Rispetto ad “azzeccato”, possiede tuttavia una sfumatura divinatoria, d’intuizione, pertanto è più ricorrente la
forma al passato “l’avevo sgamato”. Sgamato, quindi, metaf “ripulito”, “scoperto”. Chissà se l’uso improprio
dello Scamàto non abbia provocato, dallo strofinio, una scintilla incendiaria; non sarebbe allora coincidentale la
tematica KAM(AKS)-KAM(INOS). Sgamàre vale “scoprire il gioco” e il pref privativo S appare giusto
appiccicato all’ingl GAME gioco, a provarne la comune discendenza indoeur, cui il glb ingl Videogame in ital
Videogiòco con Videogiocatòre. Si potrebbe ancora insistere ripensando al Ricamàre, che starebbe per lenizione
di Rigamàre iterativo metaf “giocare e rigiocare”.
\ Suffissi AGLIA-AGLIE ARDO AGGINE *ONE
AGLIA AGLIE
Quale suff collettivo, dal lat (ALIA) ALIAE traducibile in diversi, tanti sono stati composti lemmi quali Frattàglie dal lat
FRACTAE-ALIAE diverse interiora di FRACTUS rotto, il toponomastico Grottaglie (comune nel Tarentino) da CRIPTAEALIAE diverse grotte, Battàglia da BATTALIA diversi colpi, ed ancora Vettovàglia dal lat VICTU-ALIA diversi viveri
(Vìveri da VICTUS modo di vivere da VIVERE), Anticàglia “tante cose vecchie”, Avvisàglia da Avvìso questo dal franc A
VIS cui il denm Avvisàre, e Schermàglia da Scherma. Il suff può assumere un deciso senso dispregiativo come in Marmàglia
o Maramàglia ricalcando il franc MARMAILLE.
Da non equivicare con termini quale Ritàgli, che non ha nulla del suff AGLIE ma deriva da Tagliare-Taglio con pref
reiterativo RI; d’altro canto, Frattàglia meglio Frattàglie, è una curiosità etim poiché il termine può erroneamente far pensare
a ciò che si recupera fra i tagli della carne macellata, ossia a un derivato di Taglio.
In Psicologia, si ha il termine Abalietà dal lat AB ALIO-ALIETAS che definisce le caratteristiche di un individuo la cui
esistenza dipende da altri (potrebbe essere il snm di Plagio); in opposizione si ha Aseità, lo stato in cui l’individuo ritrova in
se stesso la ragione della propria esistenza.
Faragliòne è da tema med FARA roccia con suff accr ONE, simile a Muràglia “intreccio di diversi sassi o mattoni” e
Muragliòne, questi dal lat MURUS, ital Mùro con il dim Murètto cui la locuzione turistica Muretto di Alassio, dove la
piastrella storica del 1951 porta la firma di E. Hemingway 1; eppoi Muraiòla “sorta d’erba” snm di Vetriola e omn di
Muraiola “ant moneta”, Muraiòlo “pianta” , il fem Muraiòla “animaletto” col snm Parietaria, l’aggettivo Muràle con il
sostantivo Muràle o Moràle, il glb artistico sp Mural col plur Murales con Muralìsta, Muràre con Muramènto, Muràrio,
Muràto con Muràta questo termine marinaresco (fianchi emersi della nave), Muratòre con Muratòrio, Muratùra, Muraziòne, il
veneziano Muràzzi (a protezione del litorale), il composto Murìcolo “sorta di pianta” che vale Muraiola, il dim Murèlla, il
vento Murer, e il fem Mùra con il suo Muràre, d’antica rad MOI-N MOI-R autorità, progressivamente semant in barriera,
limite, eppoi Murìccia o Morìccia, Murìccio col dim Muricciòlo o Moricciòlo, ancora nil dim Murièlla o Morèlla. MURUS è
connesso col tema med MUSAK, roccia puntata, donde Mùrgia roccia e l’oronimo Mùrge con Murgèse. Termine alieno
Murazzàno “sorta di formaggio” relativo al toponimo Murazzano.
\ Dopo la caduta del famigerato Muro di Berlino nel 1989, che divideva emblematicamente i due blocchi contrapposti dal 1971, sembrava
che tale struttura sarebbe rimasta nei tristi ricordi storici del XX sec; nessuno s’aspettava invece che proprio gli USA, i più autorevoli a
condannare quel muro, sia per la loro storia sia per il loro ruolo di potenza guida delle democrazie, ne avrebbero rialzato un secondo, lungo la
frontiera con il Messico, all’alba del nuovo millennio, reiterando le miserie politiche del passato, inducendo a riflettere pessimisticamente
che nulla potrà cambiare, ferma restando l’identica logica strategica e tattica che muove ogni Grande della terra.
Nel passato c’erano già stati Il Limitone dei greci, la grande cinta innalzata dai Bizantini per isolare il Salento dal resto della penisola, dopo
la caduta dell’impero romano, che aveva spalancato le strade alle invasioni barbariche, eppoi la nota Muraglia cinese o Grande muraglia. \
Dalla rad MOI-N-MOI-R autorità, cui un ant MUNERA 2, il lat conta MUNIA dovere con MUNUS carica-ufficio donde i
vari Municìpio, Munificènza, Munìfico, Munìre, Muniziòne… e, coi pref, il sostantivo Comùne, con Comunàle, (snm di
Municipio e Municipale) dal lat COMMUNIS (col pref COM) / In Italia se ne contano 8101 (aggiornamento 2008) / l’aggettivo
Comùne nel senso fig di “ordinario”, Comunànza, Comunèlla, Comunicàre con Comunicaziòne, Comunitatìvo, talvolta in
sovrapposizione con termini quali Comitato e Comizio questi composti da CUM ITUS andato insieme (Ved suff GIRE in
377
Ambo…). Il Comunicàre (sacramento) è dalla loc lat eccl COMMUNICARE ALTARI partcipare all’Eucarestia, cui
Comuniòne altrimenti detta Santa Cena; il sodalizio d’impronta cattolica Comunione e Liberazione fu fondato negli anni
Cinquanta da Don Luigi Giussani.
Premunìre (pref PRAE prima) con Premunìto e Premuniziòne (da non equivocare con Premonizione) questo anche figura
retorica che indica la tecnica del controbattere prima che l’interlocutore possa obiettare; una strategia che mette in risalto il
complesso d’inferiorità di chi la utilizza. Remuneràre o Rimuneràre restituire il dono-dare per avere viene da MUNUS dono
attestatosi fig da carica-ufficio, col pref restitutivo RE e suff verbale ARE.
L’ingl conta COMMON comune cui la locuzione tecnologica Common rail “barra semplce (ordinaria)”.
Il percorso prefissato conta Immùne dal lat IMMUNIS esente dal dovere cui, in senso semant o fig medico “refrattario”,
Immunità, Immunitàrio, Immunizzàre con Immunizzànte e Immunizzaziòne, il pref IMMUNO nelle composizioni quali
Immunochìmica, Immunocìto, Immunocompetènza, Immunodeficiènza, Immunodepressiòne, Immunodiffusiòne,
Immunofarmacologìa, Immunofluorescènza, Immunògeno, Immunoglobulìna, Immunomodulatòre, Immunologìa,
Immunopatologìa, Immunoprecipitaziòne, Immunoprofilàssi, Immunoreaziòne, Immunoregolatòre, Immunosièro o
Immunsièro, Immunosoppressiòne, Immunostimolànte, Immunoterapìa, Immunotollerànza, Immunotossìna.
\ Murgèse è anche una razza di cavalli già nota per la loro adozione nella cavalleria della Serenissima; oggi è protetta ed è impiegata nel
Corpo Forestale locale.\
Da MURUS, l’ital conta i prefissati Estramuràle e Intramuràle che valgono in locuzione lat EXTRA MOENIA e INTRA
MOENIA. Pomèrio dal lat POEMERIUM composto con POST e MOIROS (arcaico di MURUS muro), è lo spazio che corre
lungo (dopo) le mura, esente da costruzioni, vincolato dalle leggi; il Pomerio tra confinanti è sovente seme di lungaggini
giudiziarie. Nell’ant Roma ai tempi di Giulio Cesare era vietato ai militi di oltrepassarlo armati per entrare nin città.
Termini alieni Mùria “salamoia” dal termine lat MURIA acqua salsa, cui Muriàto attestatosi in cloruro con Muriàtico e la
locuzione Acido muriatico (si potrebbe pensare ad una connessione fig con Muro dal quale fuoriesce acqua salsa in
determinati ambienti); eppoi Murèna dal gr MYRAINA “sorta di pesce”cui Murènidi (la Famiglia), Mùrice, dal lat MUREX
“mollusco” cui la famiglia Murìcidi.
Un muro può essere costruito di tufi; Tùfo è dal lat class TOFUS d’origine etrusca, svoltosi nel tardo TUFUM, cui l’ital
Tufàceo, Tufòso. Il tufo vulcanico è indicato con Nènfro d’etimo non conosciuto.
1
Forse pochi sanno che il più piccolo racconto nella storia della letteratura, almeno così è considerato, porta la firma di E. Hemimgway,
scritto con sei parole per scommessa, eccolo: “Vendesi scarpe da bambino mai usate”.
2
Cerimonie funebri pubbliche, originarie della penisola, in cui in cui si svolgevano lotte e combattimenti propiziatori, anche cruenti, allo
scopo di placare gli dei; il tetrmine MUNUS, infatti, si sarebbe attestato anche in offerta sacrificale.
Dette cerimonie avrebbero ispirato i giochi dei gladiatori “offerti” al divino imperatore, importati a Roma già dal 264 aC dal mondo etrusco
(Etruria), eppoi istituiti ufficialmente nel 105 aC e che prevedevano la presenza gratuita del popolo, mantenendo la peculiarità di
manifestazione del tutto aperta.
ARDO
Di origine ger, il suff ARDO, relativo ad una persona, ne amplifica la qualità positiva (aumentativo), come in Gagliardo, ma,
transitato da una metaf, s’è attestato come suff spregiativo, cui Codàrdo questo un inc tra Coda e il franc COUARD nel senso
di coda bassa, con Codardìa o Codardìgia; eppoi Complottàrdo, Dinamitàrdo…
Lo si rintraccia esteso alle cose cui da Leccardo “ghiotto” a Leccarda “vaschetta da leccare”.
AGGINE
Altro suff indicante una qualità in senso negativo, AGGINE, relativo a termini astratti, quali Fanciullàggine, Stupidàggine,
Testardàggine…
ONE
Dal lat ONEM, vale alterazione, caratterizzazione; ad esempio, accrescitivo, abitudine, eccesso o peggiorativo, come in
Omòne, Pigròne questo dal lat PIGER d’incerta connessione con PIGET agire senza voglia, Brontolòne dal gr BRONTAO io
tuono di vrs origine onomatopeica, Mangiòne…
In Fisica, dalla desinenza gr ON, vale entità elementare, cui Elettrone e Fotone. In Chimica , adottato dal patronimico gr
ONE, vale “chetone” e indica la presenza di una entità di primo elemento, quale Acetone. In Biologia indica infine unità
funzionali o collettive, quali Neurone e Linneone.
Il lemma Ambra-àmbra, con un onomastico femminile Ambra, è dal lat AMBAR attinto all’ar ANBAR, cui Ambràto,
Ambrètta, questo snm di Abelmosco, il curioso lemma Liquidàmbar “ambra liquida” snm di Storace. Snm di Ambra è
Succinìte o Sùccino dallo specifico lat SUCCINUM.
Il Pomo d’ambra è un addobbo natalizio profumato, composto con una arancia in cui sono infilzati chiodi di garofano.
\ Goffo Gobbo Goffrare
Gagliòffo è l’inc tra Gagliardo e Gòffo, questo dal lat GUFFUM grossolano-sgraziato con Goffàggine, Gofferìa, il fig
Goffètto o Gòffo “sorta di gioco a carte”, Goffèzza e i prefissati Ingoffàre e Ingoffìre; il lat conta ancora GURDUS goffobalordo svoltosi fig nel prefissato Ingòrdo “bramoso-insaziabile” con IN illativo, cui Ingordìgia.
Goffo s’è attestato nel significato corrente attraverso una variante di Gobbo, questo dal lat volg GOBBUS già class GIBBUS
cui Gìbbo, Gibbosità, Gibbòso, Gibbùto, e Gibberellìna “fitormone” vrs in connessione, termini in complanare con Gòbba,
Gobbètto, Gobbòne o Gobbòni (avverbio); i prefissati Ingobbatùra, Ingobbìre, il fig Sgobbòne (talmente chino sui libri da
ingobbirsi) da Sgobbàre “faticare”; termine alieno Ingòbbio (utilizzati nella ceramica) con Ingobbiàre, omologismo dal franc
ENGOBER rivestire di terra.
L’omn Gòbbo, questo termine cinematografico, è l’omologismo dall’americano GOBO, cui Gobbìsta.
Sempre dal franc, l’ital conta l’omologismo Goffràre da GAUFRER da GAUFRE “dolce prodotto con una particolare
preparazione”, già WAFEL “miele di favo”, cui Goffràggio o Goffratùra, Goffràto “fig sorta di tessuto” con il glb Gaufrè
(gaufré) italianizzato Goffrè, Goffratòre, Goffratrìce e l’adattto Goffrè, che sta a indicare la tecnica di improntare un disegno
a rilievo tramite un’apposita calandra.
\ Coda
Còda è dal lat class CAUDA, vrs connesso col gr KERKOS appendice codale, cui gli espliciti Caudàle, il medv Caudatàrio,
Caudàti (ordine di anfibi), Caudàto “con la coda”, i composti Caudotomìa; pseudoetim l’esot sp Caudìllo “capo” con
Caudillìsmo, Caudìno questo relativo al toponimo sannito Caudio di romana memoria con la locuzione Forche caudine.
Il percorso italianizzato conta Codàle, Codàta e Codàto, Codàzzo, Codètta, Codiàre “pedinare”, Codicìllo con Codicillàre dal
lat CODICILLUS tavoletta per scrivere (vrs in coda ad un testo precedente, un post scriptum), eppoi Codìno con il fig
378
Codinìsmo, Codìnzolo cui il denm Scodinzolàre (pref EX intensivo svolto in S) con Scodinzolamènto e Scodinzolìo, Codiòne
o Codriòne, Còdolo (dim), l’accr Codòne sia “sorta di ucceello degli Anatidi” sia “groppiera sottocoda equina”, Cutrèttola già
Cutrètta (sorta di uccello, “coda trepida”), ancora i prefissato Accodàre (AD allativo) con Accodamènto e Accodatùra,
Scodàre (S sottrattivo) con Scodàto e un fig automobilistico Scodàre “lo sbandare”, Soccodàgnolo (peef SUB-SO sotto) che
vale la cinghia che passando sotto la coda dell’animale, regge ben equilibrato il basto, snm di Imbraca.
i composti Codibiànco o Culbiànco, Codibùgnolo composto con Bugnolo e vale “coda grande come un paniere”, Codimòzzo
“coda mozza”, Codiròsso (uccello dei Turdidi), Coditrèmola. Termini alieni Codeìna attraverso il franc CODEINE dal gr
KODEIA testa del papavero dell’oppio, Codomìnio (composto con Con e Dominio, termine matematico).
Incerta la connessione di CAUDA coda con CAUDEX-CODEX, cui Càudice, l’esot locuzione ingl Code sharing
“compartecipazione” di nuova introduzione (anno 2000), Còdice, un Codicìstico, Codicologìa con Codicològico e
Codicòlogo, Codìfica con Codificànte, Codificàre e Codificaziòne cui il prefissato Decodìfica con Decodificàre e
Decodificaziòne (pref DE “distacco”) attraverso il franc CODIFIER; eppoi Codòne (omn di Codone accr di Coda) attraverso
l’ingl CODON di CODE codice, forse nel senso fig di rispetto delle leggi sotto la minaccia dell scudiscio (coda), e, in
locuzione, Codice di Avviamento Postale cui l’acronimo CAP, Codice civile, Codice penale... il glb ingl Barcode che vale la
locuzione ital Codice a barre.
Il gr, come suddetto, conta KERKOS coda quale appendice, prolungamento, cui Cèrco “appendice addominale” degli insetti,
Cercùro o Cercùrio (ant nave), un pref CERCO in composizioni quali Cercocèbo (col gr KEBOS scimmia), Cercocìsti,
Cercolètto (col suff tratto dal gr LAMBANO prendo), Cercòpidi, Cercopitècidi (col gr PITHEKOS primati ovvero scimmie
principali) con Cercopitèco, Cercospòra; eppoi, in suff, Gefirocèrco con il gr GEPHYRA ponte fig “sorta di pesce dei
Crossotterigi”.
Il gr conta ancora lo specifico URA coda cui il pref ital URO per composizioni quali Urobòro (fig “serpemte” o
“coccodrillo”, col gr BOROS che divora la coda), Urociòne (col gr KYON cane “dalla coda slanciata”), Urocordàti (sottotipo
di Tunicati, col gr KORDE corda vale “a forma di corda”), Urodèli (Ordine di anfibi, col gr DELOS visibile, dunque “dalla
coda ben visibile, al quale appartiene il Protèo in riferimento alla divinità gr Proteus) snm di Caudati, Uromàstice (specie di
rettile col gr MASTIKS frusta, quindi “dalla coda frustante”), Uropatàgio (con il lat PATAGIUM orlo, vale “coda a
membrana” riferita ai pipistrelli), Uropìgio con Uropigèo (col gr PYGE natiche-deretano, vale “coda munita di ghiandola
adiposa”), Uròstilo con il lat STILUS già gr STILOS stilo; eppoi, dove URA è in suffisso con URI URO, l’ital conta
Anoplùri “Ordine d’insetti” (col gr ANAPLOS disarmato), Anùri “Ordine di Anfibi” (col pref gr AN privativo, vale “senza
coda”), Brachiùri “Sottordine di crostacei” (col gr BRAKHYS breve, vale “coda corta”), Diplùro “Ordine d’insetti” (col gr
DIPLO doppio), Macrùri “Raggruppamento di crostacei” (col gr MAKROS lungo), Protùri “Ordine d’insetti” (col pref
PROTO), Xifosùri “Ordine di Artropodi” (col gr KSIPHOS spada), e infine Conùro “sorta di pappagallo” (col gr KONOS
cono), Dasiùro “sorta di Marsupiale” (col gr DASYS peloso), Enicùro “sorta di uccello” (col gr ENIKOS singolare),
Melanùro “sorta di pesce” snm di Occhiàta (col gr MELAS nero), Paradossùro “Genere di mammifero” (col gr
PARADOKSOS strano).
Lo sp conta RABO coda, cui l’omologismo Rabicàno (dalla) coda bianca composto con CANO bianca, cui Rabicanatùra
\ Fotone
Fotòne, la particella, su calco di Elettrone o viceversa, dal gr PHOS luce, cui i termini contestuali composti col pref FOTO,
quali Fotocèllula, Fotogènesi, Fototipìa. Il percorso conta ancora Fòt (unità di illuminamento uguale a 104 Lux pari a 1 Lumen
per cm2) e una numerosa sequenza composta da Fotoallergìa a Fotozincografrìa passando da Fotoconducibilità,
Fotoconduttànza, Fotocòpia, Fotocromàtico, Fotocrònaca con Fotocronìsta, Fotodermatòsi, Fotogènesi, Fotografìa ed il suo
ipocoristico Fòto cui Fotògrafo e Fotolitògrafo o Fotolìto, Fotogràmma, Fotometrìa con Fotomètrico e Fotòmetro, Fotoràma
(1956) con uno straordinario suff RAMA estratto da Panoràma (1824) questo composto dal pref gr PAN tutto e HORAMA
vista, ancora rintracciato in Cineràma (1952). In percorso la locuzione Macchina fotografica, questa nata dagli esperimenti di
T. Wedgwood e di W. F. Talbot nel XIX sec, che si erano ispirato a quelli di J. H. Schulze effettuati nel 1727, a quelli di J. N.
Niepce che nel 1826 aveva ottenuto un’immagine con un procedimento originale che chiamò Eliografìa e del suo amico L. J.
M. Daguerre con un secondo procedimento che fu chiamato in suo onore Dagherrotipìa (1840) cui Dagherròtipo. Nel 1889,
G. Eastman utilizzò storicamente la celluloide, così nacque la Pellicola fotografica.
Attraverso l’ingl PHOTO, si contano i glb Photofit semi-italianizzato Fotofit con TO FIT preparare, la locuzione Photo
finish dove FINISH sta per “finale”.
Direttamente dal gr PHOSPHOROS portatore di luce col suff PHOROS io porto su calco di Tedoforo, l’ital conta Fosfène
(col suff dal gr PHAINESTHAI apparire), lo sdrucciolo Fòsforo con i derivati e composti con il pref FOSFO cui Fosfàto con
Fosfatàsi e Fosfataziòne, Fosfìna (suff chimico INA), Fosfìto attraverso il franc PHOSPHITE “sale o etere di acido
fosforoso”), Fosfodièstere con Fosfodiestèrico, Fosfoglicèrico e Fosfoglicèride, Fosfolipìde, Fosfoprotìde Fosforàre con
Fosforàto, Fosforeggiàre, Fosforemìa (col gr HAIMA sangue), Fosfòreo, Fosforescènte, Fosforescènza, Fosfòrico,
Fosforilàre da Fosforìle (suff ILE) con Fosforilàsi (doppio suff ASI) e Fosforilaziòne, Fosforolìsi, Fosforìsmo, Fosforìte (suff
chimico ITE), Fosforòso, Fosfùro attraverso il franc PHOSPHURE, Fosgène attraverso il franc PHOSGENE questo col suff
GENE, in ital GENO, e vale generato dalla luce. Il lemma accentato piano alla greca Fosfòro vale “sostanza luminiscente”
per tubi catodici, un risvolto linguistico fig.
Un minerale di fosfato idrico di ferro è indicato con Koninckite in onore dello studioso L. G. Koninck (1809/1887), con suff
scientifico ITE.
OSTIA OSPITE OSTAGGIO
OSTIA
Ostia-òstia, dal lat HOSTIA vittima, presumibilmente connesso a HOSTIRE compensare, a sua volta derivato da
HOSTIS straniero, indoeur GHOST con accezione di fantasma-ospite alieno nelle tendenze esterofile d’oggi, in
buona compagnia con Poltergeist e Gremlin.
Nella sua accezione cristiana, Ostia è l’iconografia del sacrificio divino, anticamente la sfoglia sottile di pane
àzzimo dell’Ultima Cena. Comunicarsi vale “ospitare devotamente nella propria persona la presenza divina, il
suo sacrificio”. In percorso, Ostiaràto (ordine religioso) e Ostiàrio; fuori percorso Ostiàco questo relativo
alll’etnia degli Ostiachi cui la locuzione Lingua ostiaca del gruppo Ugrofinnico.
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Il termine glb Ghostwriter (composto col l’ingl TO WRITE scrivere) è lo scrittore a pagamento, che scrive a
nome d’altri; in Italia lo si identifica fig con il termine razzistico Negro, il quale sta anche per “correttore di
bozze”, ma che praticamente riscrive i testi prodotti da una penna d’interesse ma linguisticamente incerta. Il glb
ingl Ghostbuster è invece il cacciatore di fantasmi, con TO BUST rompere-rovinare.
OSPITE
Ospite-òspite dal lat ant HOSTIPOTIS, composto di HOSTIS straniero e POTIS padrone successivamente
rielaborato in HOSPES-PITIS colui che accoglie lo straniero. Ospite, è colui che viene compensato con
l’ospitalità, trattato “come se fose a casa sua”, “che può fare da padrone”, ma è anche contestualmente chi
accoglie una persona, pertanto, Oste-òste e i derivati Osterìa, questo snm di Bettola, cui Ostière. La derivazione è
nutrita, diramatasi ancora secondo i percorsi Ospedàle o l’aferetico Spedàle o ancora Ospitàle da HOSPITALE
da HOSPITALIS ospitale, Ospedalière o Ospedalièro con Spedàle e Spedalière (aferesi), i desueti Ospetalière e
Ospitalièro, Ospedalìsmo, Ospedalità o Spedalità, Ospedalizzàre con Ospedalizzaziòne con gli aferetici
Spedalizzàre e Spedalizzaziòne, Ospitàle da HOSPITALIS (snm-omn di Ospitale “ospedale”) relatvo a
HOSPES ospite, con Ospitalità, Ospitànte, Ospitàre, Ospìzio da HOSPITIUM da HOSPES ospite. Nella
Psichiatria Infantile, Ospitalìsmo è il fenomeno patologico descritto da René Spitz, causato da lunghi ricoveri in
istituzioni, dove l' Io subisce uno sviluppo deficitario. Oggi si fa strada il neologismo televisivo Ospitàta.
Termine alieno nel percorso l’omologismo Ospodàro “governatore” dallo slavo GOSPODAR padrone cui
Ospodaràto “titolo”.
La rielaborazione in ital dell'ingl HOSTESS avrebbe portato al discutibile Ostèssa, se non fosse che il termine è
già contemplato quale fem di Oste e che, peraltro, non ha mai avuto una disinvoltura linguistica.
In percorso, Stàlla e Stallàggio dal got STALLA dimora cui i vari Stallàggio o Stallàzzo, Stallàre “mettere in
stalla” e Stallàre attraverso il franc ETALER fermarsi fig da STALL stalla (mettere in) con il termine
aeronautico Stàllo omologismo dall’ingl STALL caduta di portanza con un ancora Stallàre e Stàllo attraverso il
franc STALLUM che vale “seggiola-stanza-posizione-ristagno”; eppoi Stallàtico, Stallerèccio, Stallìa, Stallière,
gli aggettivi Stallìno e Stallìo o Stallìvo (suff IVO che accentua il valore durativo del termine), Stallòne, il
composto Conestàbile o Connestàbile con una variante Contestàbile (omn di Contestabile da Contestare) dalla
locuzione lat COMES STABULI “soprintendente alle stalle imperiali.
Il percorsi conta infine Ostellàggio Ostellière ed Ostèllo, eppoi l’ingl glb HOTEL dal franc ant OSTEL.
Osterìggio, poi, è l’apertura sul ponte delle navi, per immettere aria e luce in sottocoperta; è un omologismo
dall’ingl STEERAGE alloggio di poppa di terza classe.
\ Podestà Possesso
Il lat POTIS padrone è la traslazione di un termine fondamentale nella tradizione indoeur, che risalirebbe ad una preesistente
forma indoiran. Dall’ant percorso sarebbero discesi i vari Potestà o Potestàte o ancora Potestàde da POTESTAS il potere,
Potestatìvo e Potesterìa, Potènza da POTENTIA con Potenziàle, Potenzialità, Potenziàre con Potenziamènto e il composto
Potenziòmetro, Potènte con il politico Potentàto, Potère da POTERE (sia verbo che sostantivo), Potènte da POTENS
POTENTIS, Potìssimo da POTISSIMUS quale superlativo di POTIS padrone, i prefissati Prepotènte e Prepotènza col pref
PRAE che vale superlativo. La lenizione sett di t in d, consolidatasi durante l’occupazione dei Longobardi, avrebbe attestato i
vari Podère, questo già verbo “essere padrone di terre”, con Poderàle e Poderòso, Podestà o Podestàte e da questo
Podestariàto, Podestarìle, Podesterìa, Spodestàre cui Spodestamènto e Spodestàto col pref S sottrattivo.
Un’ulteriore attestazione dopo il 1300, credibile derivazione dal congiuntivo “che possa”, avrebbe condotto al percorso di
Impossessàre (pref IN illativo), Pòssa, Possànza, Possedère dal lat POSSIDERE già POSSIDEO, questo composto con
SEDEO risiedere, Possedimènto, Possènte questo Ppres di un Possère dal lat POSSE, Possessiòne, Possessìvo, Possèsso dal
lat POSSESSUS astratto da POSSIDERE, Possessòre dal lat POSSESSOR nome d’azione di POSSIDERE, Possessòrio,
Possìbile questo aggettivo da POSSE cui Impossìbile con IN negativo, Possibilità, Possidènte dal Ppres POSSIDENS cui
Inpossidènte (IN negativo) e, col pref S sottrattivo, Spossàre, Spossatèzza, Spossessàre.
In termine feudale, dal franc ALOD pieno possesso, il lat medv aveva ricavato l’omologismo ALLODIUM cui l’ital Allòdio
con Allodiàre, dove ALL vale tutto, questo così ritrovabile nell’ingl, e OD bene-possesso, vrs connesso in ambito indoeur
con l’ingl LOAD carico.
\ Aggettivi e pronomi possessivi
Mìo, con un ant Mèo e con la forma tronca Mi’, dal lat MEUS d’origine indoeur MOS cui il gr EMOS, s’è svolto nella
versione corrente come Dio da DEUS. La connessione è con i pronomi *Me e *Mi, questi dal lat MED risalente al sct MA,
cui il gr EME
Tùo, con *Te, *Ti e *Tu, dal lat TUUS, questo dal possessivo indoeur TEWO cui il gr TEOS, anche in forma tronca Tu’.
Sùo, dal lat SUUS da una rad SWO cui SEWO, anche in forma tronca Su’.
Nòstro dal lat NOSTER derivato da NOS di Noi, cui Nostràle e Nostràno, col suff TERO che vale “opposizione” fra due
entità, come in ALTER altro. In gr suona HEMETEROS.
Vòstro dal lat ant VOSTER - class VESTER - derivato da VOS di Voi, con lo stesso suff TERO di Nostro.
Tuo, Suo e Vostro sono pur sempre aggettivi anche quando funzionano da pronome.
Lòro (usato anche come pronome personale) dal lat ILLORUM non è altro che il genitivo plurale di ILLE, cui l’articolo Il.
Nel volg, il possessivo è rintracciabile sovente quale parte integrante del nome. Si prenda ad esempio il veneto Mimorti con
Tamorti e Samorti, ormai in desuetudine, che stanno per I miei morti, I tuoi morti, I suoi morti.
Il pugliese peninsulare mantiene ancora alcune di queste voci famigliari in via d’estinzione, Sirma “mio padre” e Sirda (vrs
lenito da un Sirta) “tuo padre” attraverso un medv Sire “padre”. Eppoi, tutte in accentazione sdrucciola, Nonnama “mia
nonna” con Nonnata “tua nonna” e Nonnasa “sua nonna”, Mammama “mia madre” con Mammata “tua madre” e Mammasa
“sua madre”, Patima “mio padre” con Patita “tuo padre” e L’Attàne questo utilizzato solo alla terza persona “suo padre” e
sempre accompagnato dall’articolo.
L’Attane, da un Atta, è vrs connesso con il mas Tàta “papà” o “fratello” o Tàto che avrebbe condotto al lat TATIUS anziano,
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svoltosi dall’originale fem Tàta “balia”, attraverso un onomatopeico infantile TA TA, cui un Tatòne questo in eteronimia con
Mammone (da Mamma); da TATIUS l’onomastica conta Tatiana che si traduce “figlia di padre anziano”. Dal lat TATIUS
cui Atta sarebbe derivato Atavo-àtavo “papà avo (l’antenato)” cui Atàvico con Atavìsmo e Atavìstico.
Il processo che ha condotto a L’Attane da Atta dovrebbe essersi avviato da una variante accentata Attà successivamente
suffissato NE. Il NE a mo’ di suffisso è ricorrente nel volg centromer giusto per ovviare alle parole tronche e per imprimere
una maggiore cadenza, come l’affermativo Sine da Sì e il negativo None da No; in ital è il corrispondente DE o TE come in
Bontade o Bontate da Bontà, Strermitate da (E)stremità.
Il pugliese famigliare conta ancora Sorma (mia sorella), Sorda (tua sorella, vrs lenito da un Sorta) da Sore “sorella” attraverso
il lat SOROR, Fratima (mio fratello), Fradda (tuo fratello, vrs lenito e ridotto da un Fratita) da Frate “fratello” attraverso il lat
FRATER.
Nel percorso di SOROR si ha Corsopino (ved Gene…).
Questo per dare un esempio al lettore di come possa essere analizzato un termine, specie volg, apparentemente d’etimo
oscuro; sempre però, onestamente, con la riserva d’altre più convincenti interpretazioni.
\ Nosocomio
Dal gr NOSOS malattia e KOMEIN curare, fu coniato il termine NOSOKOMEION, cui il lat NOSOCOMIUM ed, infine,
l’ital Nosocòmio “luogo di cura”, snm di Ospedale; il suff gr KOMEO cura, lo si ritrova in termini composti quali
Manicomio ed è verosibilmente connesso a KOMA sonno profondo, cui Còma, Comatòso, nell’antica e speranzosa pratica
medico-popolare che recita “il sonno cura tutte le malattie”.
Albèrgo è l’omologismo del termine got in composizione HARI BAIRG e vale semant riparo per i militari, dove HARI sta
per esercito, svoltosi nel lat medv e BAIRG è connesso con l’indoeur BERG riparo, cui il ALBERGUM.
OSTAGGIO
Ostàggio, cui l’aferetico Stàggio (omn di Staggio “pezzo di legno”) dal franc ant HOSTAGE, è l’inc del lat
OBSES statico con HOSTIS straniero, cui il snm Ostàtico con una variante Stàtico (aferesi della O).
Ostaggio era, dunque, chi tra i nemici non partecipava all’assedio. Il termine OBSES, poi, si sarebbe da solo
semant in Ostaggio.
HOSTIS sarebbe così passato da “straniero signore” (da trattare come il signore di casa) a “vittima ostaggio”
quando ogni straniero era un barbaro da sacrificare alla patria. La vittima sacrificale per eccellenza è il Cristo
metaforizzato dall’Ostia.
AMBO CAMBIALE SCAMBIO
AMBO
Il sostantivo ed aggettivo Ambo-àmbo (di solito inv, ma al plur può essere usato al mas e fem in Ambi e Ambe)
dal lat AMBO, già gr AMPHO, sta per il pronome Entràmbi (fem Entràmbe) questo da INTER AMBOS cui i
desueti Entràmbo, Intràmbo e Tràmbi. Il lemma gr AMOIBE cambiamento pare connesso. I due elementi di
AM-BO- il primo di forma celt-ger UM e il secondo bal-slava BHO suonano in le due parti-l’uno e l’altro.
Ambo è peraltro usato al plur Ambi-àmbi (dal gr AMPHI), eppoi Ambàta, Ambiàre, Ambiatòre, Ambiatùra,
Ambio-àmbio “andatura dei quadrupedi” col snm fig Ambiadùra o Ambiatùra, e, quale pref in composizione,
Ambidèstro con Ambidestrìsmo, Ambigènere, Ambiguità, Ambisessuàle, Ambivalènza; infine Ambidùe,
evolutosi nel corrente Ambedùe da AMBO DUO, con i desueti Ambedùl, Ambedùo, Ambidùl, Ambodùe e il
brutto, equivocabile Amendùe attraverso il prvz AMDUI cui Tramendùe o Tramendùi (pref TRA).
Il tardo lat conta AMBO AMBONIS podio-tribuna (con leggio), cui Ambòne di attestazione cristiana, e si
potrebbe credere che il termine dia il senso ambivalente di una partecipazione al rito, ossia del lettore e del
fedele uditore.
Termine alieno il neologismo Ambaradàn “baraonda” (adottato nel XX sec), ispirato all’oronimo etiopico Amba
Aradam, luogo nel 1936 di una vittoriosa ma sanguinosa battaglia colonialistica dell’esercito italiano.
\ Ambiguità è nella letteratura il coesistere di due o più significati; lo studio delle ambiguità letterarie fu d’attualità soprattutto negli anni
trenta, stimolato dalla poesia e dalla critica di T.S. Eliot. Ambivalènza, da un termine adottato nella psicologia dell’anormalità (psichiatria), è
passato ad indicare, nella critica letteraria, la situazione in cui il soggetto rivela atteggiamenti, sentimenti, valori in contraddizione. \
Il termine Ambiguo è associabile al termine Esiguo, entrambi composti dal secondo membro derivante da
(A)GIRE. AMB-IGUO, cui Ambìguo “che agisce da due parti” con Ambiguità e Ambiguànte col suffissato
Disambiguàre donde Disambiguànte. EX-IGUO, cui Esiguità, Esìguo “pesato con precisione” (troppa precisione,
tale da agire fuori della norma di rispetto per un cliente abituale), con il correlativo Esàtto “perfetto” cui il
prefissato in opposizione Inesàtto con Inesattèzza (omn di Esatto e Inesatto “riscosso “ e “non riscoso) .
Stràmbo ha una storia tutta sua: dal lat STRAMBUS è la variante di STRABUS, dal gr STRABOS, cui Stràbico
con Strabìsmo fig “asimmetrico, anormale” insomma “chi vede sdoppiato” in percorso con Strabuzzàre dal gr
STRABIZO guardo strabico, sovrapposto ad Aguzzare, pertanto estraneo al percorso di Buzzo. Il termine
Strambòtto s’ispira al franc ESTRIBOT questo devb di ESTROBAR staffilare sovrapposto a Strambo. Eppoi si
ha il termine Estribòte che indica una tecnica metrica adottata nella poesia spagnola. Il fem Stràmba vale “fune
torta”.
La forma durativa della rad EL essere in movimento associata in pref ad AMB attorno ha prodotto termini quali
Ambulàre, Ambulànte, Ambulànza, questo dal franc AMBULANCE, Ambulatòrio, Ambulàcro, Ambiènte con
Ambientalìsmo e la locuzione Lega Ambiente, eppoi Ambito-àmbito (che gira, si muove attorno). Col pref DE
intensivo, si ha Deambulatòrio “corridoio che gira intorno all’abside” e Deambulàre “camminare”. Semant,
Ambulàre e Deambulare risulterebbero snm, ma si vorrebbe far passare quest’ultimo come “essere fuori
dell'ambulanza”. In connessione il termine Embatèrio dal gr “ant canto militare” dalla locuzione EMBATERION
MELOS canto di marcia.
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Come secondo membro, dal lat AMBULUS in ital Ambulo “che passeggia”, compone alcuni termini quale
Funàmbolo “che passeggia sulla fune”, termine Fùne dal lat FUNIS privo di connessioni, con Funàio o Funaiòlo
o ancora Funàro, Funàme, Funàta, il dim Funicella, il botanico-anatomico Funìcolo cui Funicolìte (suff medico
ITE) e il relativoFunicolàre, ancora l’aggettivo Funicolàre con il sostantivo Funicolàre relativi a Fune.
Da non associare al termine Incunàbolo o Incunàbulo (snm di Quattrocentino), che è derivato dal lat CUNAE
culla col suff BOLO e sta metaf per “primo prodotto tipografico”, per i quali esiste il catalogo INCUNABULA
THYPOGRAPHIAE primo in assoluto di C. van Beughemm, 1688; derivati, Incunabolìsta o Incunabulìsta.
\ Ambiente è in Ecologia l’insieme dei fattori biologici, chimici, fisici, in un’area definita, culla d’organismi viventi, sovente definito
Ecosistèma (sintesi di “sistema ecologico”) o Habitat, un latinismo questo più tecnico che letterario. Ambiente è anche il sito in cui l’artista
crea una sorgente di percezioni e di sensazioni che colpiscono il visitatore (Empatia-Omologismo, Ved Suff PATIA in Logo…
Dagli studi fatti da Legambiente e da Ambiente Italia, la classifica italiana per il migliore Ecosistema urbano vede in ordine decrescente
Belluno, Verbana, Parma, Trento, Bolzano, Siena eppoi al 63° posto Milano, Roma al 75° e Napoli al 96°.) \
I termini con accentazione piana quali Ambìre, Ambìto, Ambiziòne e Ambiziòso (alieni nel percorso dello
sdrucciolo Ambito) che ci sono giunti nel valore di “desiderare ardentemente”, derivano dal lat AMBIRE
composto di AMB intorno e IRE andare, che intende in origine andare in giro a chiedere voti (per i candidati);
anche Adìre “intraprendere” è composto dal pref AD con IRE con il suo Pp sdrucciolo AD ITUS Adito-àdito
svoltosi in “entrata-facoltà d’ingresso” e Adiziòne “accoglimento-accettazione”. Esiste l’omn (omografo ed
omofono) Adito-àdito direttamente dal gr ADYTON inaccessibile o ABATON, cui l’inv Abaton-àbaton, il quale
era la parte recondita del tempio in cui i sacerdoti custodivano l’oggetto (meteorite) o un simulacro del dio; Dal
lat AMBIRE è venuto il verbo intensivo AMBITARE, cui il già citato nome d’azione Ambizione ed il termine
Andàzzo, da un volg AMBITATIO con suff AZZO, questo ricorrente in ital. Lo stesso verbo ital Andàre è
l’ipocoristico del lat AM(BI)TARE, con un devb Anda-ànda, Andamènto, Andàna “passaggio, marciapiede,
corridoio”, Andànte con Andantemènte, il musicale Andantìno, il Pp aggettivato Andàto con il fem sostantivato
Andàta, Andatòia, Andatùra, e Andàzzo (già dal 1400), Andito-àndito su modello di Adito “entrata” ed il
composto Andirivièni; termini alieni Andalusìte (suff ITE per minerali) dal coronimo sp Andalusia,
Andecavènse o Andegavènse relativo al toponimo lat Andegavum poi Angers, capitale della regione Angiò,
infine Andìno questo relativo all’oronimo Ande cui Andinìsta gli omologhi americani di Alpino e Alpnista.
I termini Ambito e Ambiente appaiono snm, ma è preferibile assegnare al primo un valore astratto (in ambito
filosofico, grammaticale...), al secondo un senso di concretezza (ambiente riscaldato, ambiente malfamato...).
Vedemècum, snm di “manualetto tascabile”, è inv dal lat VADE MECUM vieni con me.
Il gr conta BASIS per andatura, cui l’ital Abasìa che sta per “difficoltà nel camminare” con Abàsico ed il
composto Oribasìa “corsa in montagna”; il termine gr, inv in lat BASIS, si sarebbe svolto nel significato di piede
ed infine di sostegno (anche fig “roccia”), cui il variegato percorso ital di Bàse con Basàle, Basàlto con Basòltico
dal gr BASANITES roccia dura e nera scorrettamente tradotto nel lat BASALTES, Basamènto, Basàre, Basètta
(omn di Basetta dei capelli), Bàsico con Basicità e il prefissato chimico Bibàsico o Dibàsico (dal lat BIS o gr
DIS due), Basìdio dal lat BASIDIUM cui i composti Basidiolichèni (classe di licheni), Basidiomicèti (col gr
MYKES fungo) e Basidiospòra; eppoi Basilàre (modellato come Similare da Simile) con Basilarità, Basìsta,
Bàsola o Bàsolo con Basolàto “massello di pietra eruttiva”, i composti quali Basamìna, Basificàre con
Basificaziòne, Basidiospòra, Basìfilo (botanica, col gr PHILOS che ama (i terreni basici), Basofilìa con Basòfilo
(che ama terreni calcarei, opposto a Ossifilo), Basofobìa (in psicologia, panico di perdere il sostegno delle
gambe), dall’ingl il glb Baseball “sorta di sport” con BALL palla che si ritrova in Football “calcio” (con FOOT
piede) e in locuzione quali Base line “linea di base”, Basis point “punto base” e Base rate “tasso base”.
Pseudoetim Basedowiàno o Basedowìsmo, questo relativo al morbo descritto dal medico ted K. Von Basedow
(1799 / 1894), Basiliàno relativo a S. Basilio; Basìre, con Basìto, inv dal lat volg BASIRE svenire di genesi celt
di rad BA morire.
Il termine glb ingl Basic non è altro che l’acronimo della loquace locuzione BEGINNERS ALLPURPOSE
SIMBOLIC INSTRUCTION CODE codice simbolico universale multiuso per principianti (coniato nel 1972),
tuttavia il termine ital Basico quale aggettivo di Base racchiude l’identico significato poiché vale “elementare”.
\ Tornare Turismo Trono
Associato ad Andare troviamo sovente il verbo Tornàre, questo inv dal lat TORNARE denm da TORNUS giro già gr
TORNOS, cui il composto Tornacònto, Tornànte, Tornàta, Tornatùra, Tornèlla, Tornèllo, Tòrno “ambito circoscritto” cui
Attòrno (A torno) con Attorniàre, Intòrno (In torno) con Intorniàre, Dintòrni e Dintòrno (Di in torno), i glb franc Entourage
“cerchia di persone” da ENTOURAR circondare, Tourner girare con Tour “giro” cui la locuzione Tour de France (giro
ciclistico) che in Francia è omn-snm di TOUR torre (fig, che si gira verso l’alto). Eppoi Torneàre con Torneamènto o
Torniamènto, Torneatòre e Tornèo questi rimpatriati dal prvz TORNEIAR; ancora, Tòrnio o Tòrno cui Torneggiàre,
Tornèggio, Tornìre con Tornimènto, Tornìto, Tornitòre, Tornitùra; reperti attestanti l’uso del Tornio risalgono al 3500 aC,
di logica legati all’invenzione della Ruota.
Infine, Tùrno, questo dal franc ant TORN inc sempre col franc corrente TOUR da TOURNER girovagare-alternare giri
giusto come Turìsta e Turìsmo, Tòro dal lat TORUS fune (che avvolge girando) cui Toròide e Toroidàle, vrs connesso fig con
TORUS muscolo (rigonfiamento); i prefissati Attortigliàre con Attortigliamènto, Contornàre, Contòrno, Frastornàre con
Frastornamènto, Frastornàto, Frastornatòre e Frastòrno, Ritornàre con Ritòrno e Ritornèllo con il glb ingl Retour match
“partita-incontro nel girone di ritorno”, Scontornàre (doppio prefisso S sottrattivo a Contornare), Stornàre (pref S sottrattivo),
Stornèllo questo dim attraverso il prvz ESTORN “tenzone poetica” nel senso di giro di versi cui Stornellàre, Stornellàta e
Stornellatòre, eppoi Stòrno questo devb da Stornare, con Ristornàre e Ristòrno, del tutto remoto dagli omonimi Stòrno “sorta
d’uccello” dal lat STURNUM cui Stùrnidi (la Famiglia) e Stòrno “grigio” come l’uccello dal che la pascoliana Cavallina
storna; sorta di storno originario dell’India è il Mainàte di voce malese attraverso il franc MAINATE.
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L’ital conta il lemma Distùrna “scambio polemico di scritti o orale” attestatosi nel toscano, di etim non accertata ma vrs
connesso con TOURNER prefissato DIS male-cattivo nel senso di alternarsi (girare) nelle polemiche.
Allitterato a Storno, quasi un parasnm, o un metaplasmo, l’ital conta ancora Stàrna da inv tema med STARNA uccello cui
Starnàre, Starnazzàre, Starnazzìo. Il termine composto Tornasòle è coniato ricalcando il gr HELIOTROPION d’identico
valore semantico che si volge verso il sole, cui Eliotròpio o Elitròpio che assume variegati indicazioni “sorta di pianta delle
Borraginacee” cui Eliotropìsmo con Eliotròpico, “minerale di calcidonio” cui Elitropìa eppoi “gnomone di orologio solare.”
Il glb Tornàdo è fuori percorso, paraomologismo dall’ingl TORNADO tempesta già sp TRONADA tuono ma connesso al lat
TRONUS tuono.
\ Ricorrente il termine composto Agriturìsmo che vale” vacanza presso un’azienda agricola”, magari collaborando nei lavori, cui Agriturìsta
e Agriturìstico. Il termine ha acquisito una tale disinvoltura d’attestazione che ha già dimenticato la propria origine, adattandolo in diverse
imprese; infatti, già qualcuno parla di “agritursmo di mare”, quando, invece la forma corretta dovrebbe essere Pesciturìsmo o Ittioturìsmo in
riferimento alla Pescicoltura o Ittiocoltura rispetto all’Agricoltura. \
Frastòno o Frastuòno non è in connessione con Frastorno, poiché trattasi di composizione dei pref FRA intermittenza, S
ripetizione con Tuono. Tuòno, o Tòno questo omn di Tono “tensione”, ma interconnessi, cui gli omn-snm Intonàre e Stonàre,
è dal lat TONUM devb da TONARE (connesso rad col gr TONOS tensione da TEINEIN tendere cui Tuonàre, passato in
TONITRUS con TONITRUARE cui Tonitruànte ed ancora, in metatesi, nel volg TRONUS cui Tròno, Tronièra, Truòno,
Intronàre-Intronàto, a ogni modo tutti da rad STENE, cui Attònito, dal prefissato ATTONITUS da AD TONARE, col suo
ipocoristico Tònto e Attonimènto, Detonàre dal prefissato DE TONARE cui Detonànte, Detonatòre, Detonaziòne.
Da non mettere in connessione col Tròno regale, questo dal lat THRONUS dal gr THRONOS, cui Detronizzàre, a meno che
non si sia pensato al fatto che ogni Trono “fa rumore come un tuono”, giusto come Giove che scagliava tuoni e fulmini dal
suo. Da Trono (regale) è stato coniato di recente il lemma fig Tronìsta, che identifica un personaggio per spettacoli televisivi
di sottordine culturale.
Il gr conta BRONTE tuono cui lo strumento musicale Brontèion inv da BRONTEION di fattura metallica, simile all’Echeo;
eppoi l’ital Brontolàre cui Brontolamènto, Brontolìo, Bròntolo e Brontolòne, il pref BRONTO per composizioni quali
Brontofobìa “paura dei tuoni, Brontoscopìa (il trarre presagi dai tuoni) e Brontotèrio col gr THERION belva.
\ Embolo Simbolo
I termini medici Embolo-èmbolo ed Embolìa sembrerebbero della stessa discendenza di AMB intorno per la sua proprietà di
girare, muoversi nella corrente sanguigna; in realtà è una composizione gr col pref EM dentro e il suff BOLO dal gr BOLOS
del verbo BALLO getto, lancio, metto, quindi sta per corpo penetrato, cui Embolìsmo con Embolizzaziòne, eppoi adottato
quale termine liturgico Embolìsmo (una forma che sviluppa la precedente) dal lat tardo EMBOLISMUS intercalazione con
Embolismàle, i composti medici Embolectomìa (suff ECTOMIA dal gr EKTOME “resezione”)
Similmente al termine Sìmbolo dal lat SUMBOLUM già gr SYMBOLON composto dal pref SYN con-insieme e il suff
BOLO. Il Simbolo, infatti, era in origine una delle parti perfettamente combacianti di un oggetto; il possessore di questa,
ovvero del simbolo, era così identificato insieme a chi aveva le altre parti, ovvero, gli altri simboli. Dal significato corrente di
“elemento rappresentativo”, l’ital conta Simboleggiàre con Simboleggiamènto e Simboleggiatura, ed ancora Simbòlica,
Simbolicità, Simbòlico, Simbolìsmo con Simbolìsta e Simbolìstico, Simbolizzàre con Simbolizzaziòne; infine, Simbologìa
con Simbòlogo.
Esiste l’omn gr BOLOS palla di terra svoltosi nel lat BOLUM grossa pillola cui l’ital Bòlo “cibo masticato e insalivato”
pronto per essere deglutito; con valore anche di “ostruzione alla gola”, di “miscela argillosa” fedele al gr eppoi di “pillola”
direttamente dal lat.
\ Bis
Esiste un aggettivo lat BINI a due a due, cui Bìno, ricavato dall’inc con BIS, con il percorso Binàre cui Binàto, Binatòia,
Binatòio, Binatrìce, Binatùra e Binaziòne, Binària (stella), Binàrio “due per volta”, Bìnodo (col gr HODOS strada); ne è
derivata una congrua serie composta, cui Binauràle (con AURIS orecchio), sovente ridotto a Bi, cui i prefissati Abbinàre con
Abbinamènto e Combinàre con Combinaziòne e un glb russo KOMBINAT “complesso industriale” (tanto per ricordare
l’area comune indoeur); Combìno questo un termine gergale che sta per “ricevimento combinato”. L’ital conta ancora un
Kombu adattato dal giapponese e che indica una nutriente alga ricca (combinata) di Sali minerali e vitamine; la connessione o
una sovrapposizione appare esplicita.
BIS è l’avverbio numerale lat, ricopiato nell’ital Bìs, identico nelle aree ind, gr, ger, arm, da una primitiva forma DWIS, cui
Bissàre e il pref BIS BI per composizioni quali Bicameràle, Bidimensionàle con Bidimensionalità, Bidirezionàle, l’esot
Bièlla, incluso il toponimo Biella, attraverso il franc BIELLE che vale “due cerniere” con Sbiellàre (pref S sottrattivo),
Bièrgolo (col gr ERGON lavoro-forza), Bìfora “due finestre”, Biènnio e Biènne dal lat BIENNIUM (suff lat ENNIS anni) cui
Biennàle (doppio suff ALE aggettivante), in correlazione con Triènnio, Quadriènnio, Quinquènnio italianizzato Cinquènnio
cui Quinquènne o Cinquènne … Quindicènnio o Quindènnio da QUINQUENNIUM “il tempo di quindici anni” cui
Quindicènne.
\ La locuzione storica Biennio rosso riguarda le vicende rivoluzionarie contadine e operaie svoltesi dal 1919 al ’20.\
Di voce nordica FEMTEN quindici (norvegese e danese) e che indica 10-15, l’ital conta un smbolo f che rappresenta l’esot
pref matematico FEMTO.
Bifòrca con Biforcùto “due forche” che vale Bidènte con Bidentàle, Bieziòne o Biieziòne (con Inieziòne) cui Biettìvo o
Biettìvo, Bifacciàle, Bifamiliàre, Bifàse, Bifenìle o Difenìle (mantenendo la forma primitiva DWIS, con Fenile), Bìfero (con
il lat FERRE portare, che fiorisce due volte all’anno), Bifilàre, Bifocàle, Biforcàre (dividersi in due come una forca) cui
Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra, Biforcaziòne e Biforcùto, Bifòrme, Bifosfonàto (con un derivato da Fosfonio questo da
Fosforo), Bifrònte (dal lat FRONS fronte, faccia) il cui termine definisce anche una parola che abbia un diverso senso
compiuto se letta alla rovescia, quale Acetone-Enoteca, da non equivocare con Palindromo (Ved Pref PALIN… in
Cammeo…), Bifùne, Bifunzionàle, Bìgaro o Bìghero (guaina a doppia cucitura), Bigiornalièro o Biquotidiano, Bigonadìsmo
(col derivato da Gonade), Bilabiàle con Bilabiàto, Bilàma, Bilàmina con Bilaminàto, Bilateràle con Bilateralìsmo, Bilateralità
e Bilàtero, Bilineàre con Bilìneo, Bilobàto con Bilòbo, Bilocàle con Bilocaziòne, Biloculàre (due loculi), Bilùce, Bilùstre
(due Lustri, dieci anni), Bìmane o Bìmani o Bìmano, Bimàrce, Bimàre (bagnato da due mari), Bimèmbre o Bimèmbro,
Bimensìle, Bimestràle da Bimèstre (con il lat MENSIS mese), Bimetàllico da Bimetàllo, Bimillenàrio, Bimolecolàre,
Bimotòre, Binòmio “due nomi” con Binomiàle, Binucleàto, Bioccupàto, Bioculàre, forse Biòva (forma di pane, nel senso di
due forme ovali), Biovulàre, Bipàla, Biparietàle, Bìparo (con il lat PARERE partorire come in Viviparo), Bipartìre, l’esot
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dall’ingl Bipartisan (approvare una legge parteggiando dagli schieramenti opposti alla maggioranza, da PARTISAN
partigiano), Bipartìtico con Bipartitìsmo, Bipartìto, Bipartiziòne, Bipassàre e Bipàsso con un omn Bipàsso dall’ingl
BYPASS, Bipennàto, Bipennatopartìto (cn il lat PARS parte), Bipennatosètto (con il lat SECTUM tagliato), Bipiàno (per
accezione “autobus a due piani”, diverso dal Biplano “aereo a due piani d’ali”), Bipiràmide, Biplàcca, Bipolàre con
Bipolarìsmo, Bipolarità e Bipolarizzaziòne, Bipòlide (col gr POLIS città, vale doppia cittadinanza), Bipòlo, Bipòsto,
Bipropellènte, Biquadràtico, Biquotidiàno o Bigiornaliero, Bireattòre, Birettificàto, Birifrangènza, Birifraziòne, Birotòre,
Bisaccàride, Bisàrca (col fig Arca “autocarro a due piani”), Bisarcàvolo (padre dell’arcavo) con Bisàvo e Bisàvolo, Biscànto
(doppio cantone), Biscàrto, Biscròma (termine musicale che vale “due semicrome”), Biscugìno (di secondo grado),
Bisdrùcciolo, Bisecàre con Bisecànte questo snm di Bisettrice, Bisecolàre, Biseggiovìa, Bisègolo (col dim di Sega), l’esot
Bisèllo con Bisellàre dal franc BISEAU doppio angolo, Bisèmico, Bisènso, Biservìzi, Bisessuàle con Bisessuàto, Bisèsto o
Bissèsto, Bisettimanàle, Bisètto con Bisettòre, Bisettrice e Biseziòne (col lat SECTUS tagliato), Bisèx, Bisfenòide,
Bisfenòlo, Bisgènero (conige della nipote), Bisìllabo con Bisillàbico, Bislingua (botanica), Bisnipòte, Bisnònno, Bisolfàto
con Bisolfìto e Bisolfùro, Bistàbile, Bisòlco meglio Bisùlco (con il lat SULCUS solco) e Bisulcàre, Bisuràto (con il lat
URERE bruciare, lo si ritrova nella locuzione magnesia bisurata), Bitagliènte, Bitangènte, Bitartràto, Bitemàtico e
Bitematìsmo, Bitemporàle, Biternàto, Bitonàle con Bitonalità, Bitòrso col dim Bitòrsolo e la variante Bitòrzolo con
Bitorzolùto, Bitùrbo, Biunìvoco con Biunivocità, Biurèto (da Urea), Bivàlve (da Valva) con Bivàlvi (Classe di molluschi),
Bivòmere.
Bivalènte, con Bivalènza, questo dal lat inv VALERE star bene svoltosi da una rad WELE prendersi cura, cui il saluto
romano VALE.
Bisbètico è un termine che sorge dall’influenza di BIS nella composizione gr AMPHISBETIKOS cammina da due parti con
BAINEIN andare; dove il pref AMPHI-S ambi viene addirittura sostituito da BIS, quindi BIS-BETIKOS svoltosi in due
volte litigioso sino all’attestazione corrente. Il termine appare nella traduzione ital di un opera di Shakespeare “La bisbetica
domata” i cui protagonisti sono Petruccio e Caterina.
Bisbòccia, con Bisbocciàre e Bisbocciòne, è l’esot dal franc DEBAUCHE baldoria, anche questo, però, influenzato dal BIS
che va a scalzare il DE con un passaggio da Disboccia.
Bisàccia “doppio sacco”, questo omologismo dal semitico SAQ stoffa grezza, cui il lat SACCUS e l’ital Sàcco con il fem
Sàcca “bisaccia” svoltosi fig in “insenatura marina” o “rientranza del terreno” cui vrs il toponimo veneto Piove di Sacco ed
anche “forma anatomica” cui Sàccolo o Sàcculo con Sacculàre, eppoi Saccàia, Saccàrdo, questo col suff ARDO vale in senso
spregiativo portatore di sacchi (facchino), Saccheggiàre con Saccheggiamènto, Saccheggiatòre e Sacchèggio, Saccherìa, i
dim Sacchètta e Sacchètto, Sacchettatrìce, Sacchettifìcio, Saccòccia, Saccocciàte, Saccàta e Saccàto, Saccatùra, Saccòccia
con Saccocciàta, l’accr Saccòne, un Sàccu attraverso il sardo, e i prefissati Insaccamènto, Insaccàre, Insaccàta e Insaccàto,
Insaccatòre, Insaccatùra, Insacchettàmento, Insacchettàre e Insacchettatrìce, i composti Saccifòrme, Saccofaringifòrmi
(Ordine di pesci abissali), Saccapàne, Saccomànno (uomo col sacco, ovvero brigante) con Saccomannàre, Saccopelìsta o
Saccapelìsta dalla locuzione Sacco a pelo. Dal lat SACCUS, lo sp ha tratto SACAR cavare (dal sacco) cui RESACAR tirare
su e il devb RESACA svoltosi nell’esot Risàcca.
Il lat conta il proprio ZABERNA per bisaccia che, transitando dal franc in GIBERNE, è rientrato quale esot Gibèrna. Dal
franc FAQUIN sacco, già ol VAK, l’ital avrebbe ricalcato l’omologismo Facchìno con Facchinàggio e Facchinàta; da altre
analisi, il termine deriverebbe dall’ar FAGIH portatore di colli.In percorso prefissato Affacchinàre (AD allativo) e
Sfacchinàre con Sfacchinàta (S intensivo).
Dal franc ant BOLGE valigia, d’origine celt, cui il lat BULGA, l’ital conta l’omologismo Bòlgia già “borsa, tasca” col dim
Bolgètta e il glb ingl Budget “disponibilità finanziaria” cui Budgeteer “l’esperto” con l’omologismo Budgetàrio e la
locuzione Low budget “a basso costo” con LOW basso; Bolgia s’è attestato fig nel significato corrente di “fossa” dalla
locuzione Bolgia infernale, grazie a Dante. Dal termine ar WALI HA sacco di grano l’ital conta l’omologismo Valìgia (plur
gie), cui Valigiàio, Valigerìa, il prefissato Svaligiàre con Svaligiamènto, Svaligiatòre (S sottrattivo).
Termini alieni nel percorso BIS, Bismàlva questo ellittico del lat HIBISCUS MALVA ibisco malva, Bismùto dal lat
BISEMUTUM dal ted WISSMUT cui Bismutìna, Bismutinìte, Bismutìte; eppoi Bisnàga attraverso lo sp BIZNAGA cui il lat
PASTINACA inv nell’ital Pastinàca “erba delle ombrellifere” con radici simili alla carota ed anche “pesce dei Dasiatidi”.
Pref intensivo di BIS è BAR rintracciabile in Bardosso (Ved Groppa in Gualchiera…) e Barùffa omologismo composto con
Ruffa, Barullàre questo composto di BAR e Rullare, Bernòccolo questo composto col pref BAR adattato in BER e
l’omologismo Nòcca o Nòccola attraverso il toscano, dal long KNOHHA giuntura con il dim Nocchìno cui Nocchiolàre,
Nòccola cui Noccolùto, con ancora Gnòcco, meglio Gnòcchi, transitato dal veneto Gnoco, col volg fig Gnocca “vulva”, eppoi
il composto Dinoccolàre “rompere le giunture” con il rassicurante fig Dinoccolàto “ agile-sciolto”. In connessione con il long
KNOHHA, il ted conta KNODEL cui l’omologismo Canèderlo “sorta di grosso gnocco”.
CAMBIALE
Il termine Cambiàle adottato nel XVIII sec, snm di Pagherò (dal XVII sec) o Tratta, derivato di Cambio, questo
devb di Cambiàre dal tardo lat volg inv CAMBIARE d’origine celt, è la carta-documento di cambio dell’uno
(oggetto) con l’altro (denaro), più semplicemente “carta da cambiare in denaro”, e Cambiàle è anche una
banconota, un assegno, una carta di credito; è solo questione di tempo, oltre all’adozione di Cambiàle in
anatomia e botanica quale aggettivo relatico al cambio cellulare. In percorso, Cambiàbile, Cambiamènto,
l’aggettivo Cambiàle e il sostantivo “bancario” Cambiàle cui Cambiàrio, i composti Cambiacasàcca,
Cambiadìschi, Cambiamonète, Cambiatensiòne, Cambiavalùte cui Cambìsta.
L’ital conta ancora i prefissati Concambiàre (Cum associativo) e Concàmbio, Contraccambiàre e Contraccàmbio,
Intercambiàbile con Intercambiabilità e Inrtercàmbio, Ricambiàre (RI iterativo) con Ricambiàbile, Ricàmbio e
Ricambìsta. Scambiàre (S sottrattivo) con Scambiàbile, il dim Scambiètto con Scambiettàre, Scambièvole con
Scambievolèzza e Scambievolmènte.
Attraverso il franc CHANGER dal lat CAMBIARE, l’ital conta Cangiàre con Cangèvole, Cangiàbile,
Cangiamènto, Cangiànte e Càngio, sovente in relazione ai colori.
Scambiare ha un ant progenitore in PRETERE dalla rad PRET scambiare, cui Interpretàre con Interpetràre in
metatesi e Interpretàbile, Interpretànte, Interpretariàto, Interpretatìvo, Interpretatòre, Interpretaziòne, Intèrprete o
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Interpètre in metatesi; dal gr ant TARGIUMAN interprete, connesso all’ar TURGUMAN, il moderno ha tratto
DRAGUMANOS, cui l’omologismo ital Dragomànno. I greci, superata la cultura dello scambio-baratto (PRET)
avrebbero utilizzato PERNEMI vendere.
Dalla rad PRET, il percorso conta ancora Prègio con Pregiàre e Pregèvole, questo con suff ital di aggettivo
verbale attivo EVOLE, dal lat volg PRESGIO dal class PRETIUM cui anche il prefissato Sprèto “dispregio” e,
in complanare, Prèzzo o Prèzio con Prezzàre o Preziàre ed ancora Prezzàrio o Preziàrio, Preziòso con
Preziosìsmo e Preziosità, Prèzza che vale Apprezzamento, Prezzàbile, Prezzàto, Prezzatòre, Prezzatrìce e
Prezzatùra; con i pref, Apprezzàre con Apprezzàbile, Apprezzamènto, Apprezzàto e Apprezzatòre, Dispregiàre
con Dispregèvole, Dispregiatìvo, Dispregiatòre e Disprègio, Disprezzàre con Disprezzabile, Disprezzamènto,
Disprezzatìvo, Disprezzàto, Disprezzatòre e Disprèzzo, Sprezzàre con Sprezzànte, Sprezzamènto, Sprezzatòre,
Sprezzatùra e Sprèzzo, Spregiàre con Spregèvole, Spregevolèzza, Spregiatìvo, Spregiàto, Spregiatòre e Sprègio.
Preziòso è dello stesso percorso di PRETIUM dall’aggettivo lat PRETIOSUS; il gr conta KEIMELION cosa
preziosa, cui il lat CIMELIUM, l’ital Cimèlio.
Niente a che fare col percorso etim di Prète, questo dal lat PRE(S)BYTER, dal gr PRESBYS anziano, cui
Prèsbito “anziano officiante” oggi "sacerdote” Presbiteràto, Presbiterianèsimo o Presbiterianìsmo, Presbiteriàno,
Presbitèrio “consiglio degli anziani” e parte della chiesa ad esso riservata, sopraelevata e che circonda l’altare,
Presbiacusìa o Presbiacùsi (col gr AKOUSIS udito) “sordità degli anziani”, Presbiofrenìa (col gr PHREN mente)
“demenza senile”, Prèsbite e Presbiopìa “vista da vecchi” su calco di Miopìa, cui Mìope, questo una
composizione gr di MYO chiudo da MYEIN chiudere e OPS sguardo cui il suff OPIA. Il termine corrente Prete
è l’esito di una mutazione dal volg Prèvite che con la lenizione totale della v diventa Preite per attestarsi in Prete
semplificando il dittongo. In percorso il prefissato Spretàre, meglio Spretàrsi, con Spretàto.
SCAMBIO
Il termine Scàmbio “le due parti, l’uno e l’altro” è il devb di Scambiare “l’uno (con) per l’altro”. Adottato
scientificamente, esiste la locuzione Scambio ionico, questo tra atomi o molecole caricatisi negativamente
(Anione) con quelli caricatisi positivamente (Catione). Lo Scambiatòre, poi, è un termine tecnico in uso dal 1949
cui la locuzione Scambiatore di calore utilizzato nelle centrali nucleari per produrre vapore atto ad alimentare le
Turbine, e al fem quale Resine scambiatrici (di ioni); diventa un termine sociale nella locuzione Parcheggio
scambiatore, che indica dove è previsto si cambi il mezzo di trasporto, per accezione l’auto con un mezzo
pubblico, allo scopo di contenere il traffico.
Altro risvolto sociale e Scàmbio con Scambìsmo “relativo alle coppie per fini sessuali” neologismo diffuso
esplicitamente dal 2001, ma già in uso a seguito del Sessantotto, cui Scambìsta, questo però in origine “termine
ferroviario, postale e borsistico” già dal 1837.
Il gr conta HYPALLAGE scambio cui l’inv ital Ipàllage, quale figura retorica con scambio di elementi
nell’eneunciato, sconvolgendo il rapporto logico /…/ a trionfare da morir palpiti / per la rabbia brutita dal ghetto
/…/ da “Alla cornice” (SA) invece di /…/ palpiti da morire a trionfare per la rabbia brutita dal ghetto /…/ .
Da non equivocare col Chiàsmo, o Chiàsma, cui Chiasmàtico, dal gr KHIASMOS a forma di croce riferito alla
lettera X (KHI), figura retorica che vuole l’inversione “a croce” di due membri vicini /…/ odo greggi belar
muggir armenti /…/ (G. Leopardi) invece di /…/ odo greggi belar armenti muggir /…/ o /../ odo belar greggi
muggir armenti \\
Il termine Chiasmo è adottato in archeologia, anatomia ed in biologia cui il composto Chiasmodòntidi “Famiglia
di pesci” (con ODUS ODONTOS dente).
L’ingl conta SWAP scambio cui la locuzione glb Swap party “ricevimento-incontro per scambiarsi capi
d’abbigliamento”
\ Variare
Snm di Cambiare è Variàre da lat VARIARE, questo denm da VARIUS cui Vàrio e Vàio con afonia della r cui, da questo, il
percorso Vaiòlo con Vaiolòso, Vaiolizzaziòne e un generico Vaiolàto con Vaiolatùra, il prefissato botanico Invaiàre con
Invaiatùra. In vrs connessione, i termini Varìce e Varicòso, dal lat VARIX dilatazione di vena, forse sovrapposti al sct HIRA
vena, ma è solo un’idea. Direttamente da Vario, inoltre, Vairòne “sorta di pesce” metatetico da Variòne dal lat VARIONEM,
Variàbile con Variabilità, Variamènto, Variànte con Variantìstica, Variànza, Variàto, Variatòre, Variazionàle, Variaziòne,
Varietà, con il prefissato al negativo IN Invariàbile con Invariabilità, Invariànte con Invariantìvo, Invariànza e Invariàto, col
prefissato Disvàrio nel senso di “diversità” ; eppoi dall’ancora tardo lat VARIOLA da VARIUS variegato cui Variolàto.
Varicèlla, invece, è l’esot franc VARICELLE falso dim di VARIOLE vaiolo. Infine, i prefissati Divariàre e Divàrio (pref DI
intensivo), Svariamènto, Svariàre, Svariatèzza, Svàrio, Svariòne e le composizioni con VARIO quali Variòmetro, Variopìnto,
Varistòre (ellittico da Variabile resistore). Ancora, Variegàre e Variegàto dal lat tardo VARIEGARE col suff durativo tratto
da AGERE guidare-condurre.
\ Culla
Suffisso ACCHIO ACCHIARE
Dal dim lat CUNULA di CUNA deriva il termine Cùna col snm Cùlla (già dal 1277); altro snm è Zàna o Zàina (dal 1500) fig
attraverso il long ZAINA cesta e da questo Zanàio o Zanàro, Zanaiòlo e Zanàta “quantità compresa nella cesta”, il dim
Zanèlla (metà del ‘600) questo con l’omn moderno Zanèlla (XX sec) “sorta di tessuto” d’etim non rintracciato. In
connessione dovrebbe esserci Zànga (epentesi locale o dialettale della g) col dim Zàngola “catino di legno” (metà del ‘500)
cui Zangolatòre e Zangolatùra e un accr veneziano in Zangòne col valore di “cosa storta”.
In volg siciliano Nàcca indica la Culla, dal gr NACHE (nachè), con il risvolto religioso nella quale è deposto il Corpo del
Cristo.
La culla trasportata in equilibrio sul capo dalle donne è volg chiamata Drocchia, vrs da un’antica rad che avrebbe condotto al
gr DROMOS, tema di DRAMEIN correre; pertanto, la locuzione volg Figlje’n’drocchia significherebbe “figlio dentro una
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piccola culla mobile”, speculare dell’incedere della madre, discriminata dal carrozzino che è invece trascinato, espressione
metaf attestatasi in “figlio di donna abile”. Drocchia apparterrebbe ai lemmi con il suff del tema ACCHIO, dal lat ACULUM,
che vale dim-spregiativo, vrs connesso col suff ACCIO da ACEUS per “somiglianza” in senso peggiorativo cui l’albero del
Pistàcchio (Pistaccio), questo con i frutti assomiglianti alle olive, dal lat PISTACIUS (PISTACEUS) già gr PISTAKION, con
Pistacchiàta e Pistacìte (suff ITE per minerali, vale fig “verde come il pistacchio”), la locuzione fig Non valere un pistacchio;
ACCHIO è quasi sempre saldato al suff accr ONE o OTTO cui Furbacchiòne, Orsacchiòtto. Nei verbi è usato in ACCHIARE
quale suff attenuativo, come in Sforacchiàre da Forare, Rubacchiàre da Rubare.
Acchiare, invece, è il verbo volg (sud Puglia) che vale sia Cercare sia Trovare, a seconda del senso dato alla frase;
Acchiatura, infatti, è una voce dialettale che si rifà alla desinenza del Pf lat e pertanto varrebbe “la cosa da trovare o da
cercare”, ma s’è attestata nel mito popolare, riducendosi a sostantivo, come moltissimi altri derivati ital dal Pf lat, quale “cosa
(la ricchezza) trovata”, per accezione mitica nelle grotte. Il termine pugliese potrebbe essere vrs correlato con Acchìto (il
“primo colpo” dalla terminologia del gioco del biliardo) cui Acchitàre, la locuzione Di primo acchito, attraverso il franc
ACQUIT di ACQUITTER liberare, connesso con il lat ADQUIRERE, pertanto Acchiare varrebbe “liberare (acquisire con la
ricerca)” con Acchiato “liberato-acquisito-trovato” ed Acchiatura “la ricchezza che è stata liberata (acquisita-trovata)”.
\ “L’acchiatura” operaprima SA, Ed. P. L. Rebellato 1976 \
Esiste un Acchittàto nel senso di “abbigliato con ricercatezza” d’etim considerato dubbio, in uso dalla metà del XX sec, da un
ipotetico Acchittàre-Acchittàrsi; nulla toglie che sia in percorso con Acchiare “acquisire con la ricerca”.
In complanare al lat Acchiatura “cosa trovata”, esiste l’omologismo Serendipità, dall’ingl SERENDIPITY relativo a Serendip
ant nome dell’isola di Ceylon, termine coniato da H. Walpole (1717\1797) che sta, con una leggera sfumatura, “il trovare una
cosa non cercata, ovvero imprevista, mentre si cerca altro”.
\ Suffissi ACCIO AZZO ASSO GIRE
ACCIO AZZO ASSO
Quale suff di valore accrescitivo e di somiglianza (assimilato) in senso peggiorativo, ACCIO è dal lat volg ACJUS già class
ACEUS, cui Cipollàccio, Donnàccia, Figuràccia, Legàccio, Ragazzàccio. L’omologismo Strofinàccio è dal long
STRAUFINON sfregare, un devb al quale è stato posto il suff ACCIO, in percorso con Strofinàre, Strofinamènto, Strofinàta,
Strofinìo e l’avverbio Strofinòni, connesso col got STRAUPON e da questo Stropicciàre, Stropicciamènto, Stropicciàta,
Stropicciatùra, Stropiccìo, Stropicciòne; il sett conta uno Sgurare col valore di “strofinare (per pulire)” vrs una estensione
volg di Sturare (pulire da uno otturamento).
ACCIO s’è attestato nel toscano AZZO preferendo un senso iterativo-peggiorativo, cui Amoràzzo, Pupàzzo questo dal lat
PUPA bambina-bambola, d’origine onomatopeica P P.
Il suffisso ereditato nella cognomastica, pertanto, come in Antonazzo, può intendersi relativo ad un ant soprannome
“Antonaccio” di Antonio, in senso accrescitivo per la mole, o in senso peggiorativo, per l’indole e fama, come nello storico
Lorenzaccio; invece, come in Cappellazzo e Guerrazzi, può intendersi “assimilato alla famiglia”, in questo caso dei Cappello
e dei Guerra, nel senso di “adottato”.
Il suff ha assunto ancora la forma di ASSO, cui Smargiàsso (adottato da XVII sec) dal gr SMARAGEO faccio rumore (per
nulla) cui Smargiassàta e Smargiasserìa, un snm di Gradasso (questo coniato in contemporanea).
GIRE
Il secondo membro (A)GIRE è dall’infinito lat IRE andare, già gr EIMI, di rad EI con la consonante analogica iniziale G, cui
Agìre da AGERE spingere attraverso il franc AGIR, Agitàre inv dal lat AGITARE intensivo di AGERE cui Agitàbile,
Agitamènto, il sostantivo Agitàta, il Pp aggettivato Agitàto, Agitatòre, Agitatòrio, Agitaziòne, Agitazionìsmo, la
composizione Agit-pròp “agitatore propagandistico” inv dal russo AGIT-PROP questo ellittico della locuzione OTDEL
AGITACII I PROPAGANDY Sezione per l’agitazione e la propaganda (comunista); eppoi, Reagìre (pref RE d’inversione)
cui Reagìbile con Reagibilità e Reagìna, Reagènte con Reagentàrio; Reaziòne con Reazionàre e Reazionàrio, è la
composizione di Reagire con Azione, cui Reattivo con Reattività, Reattànza (sovrapposto a Induttanza) e Reattòre questi
transitati dal franc REACTIF e REACTEUR. Termine alieno l’omologismo Reiziàno (pron raiziano) relativo al filologo ted
F. W. Reiz (1733/1790); eppoi Transìgere da TRANS AGERE svoltosi in TRANSIGERE “spongere, cacciare attraverso”
con Transigènza e gli opposti Intransigènte e Intransigènza
Il percorso conta l’inv dal lat Ire-ìre con Istmo-ìstmo, cui un toscano Ismo-ìsmo, e il relativo Istmico-ìstmico, dal Pp ITUS di
IRE già sct ITÀ, gr ITOS sovrapposto al gr EIMI, eppoi l’inv Iter dal lat ITER viaggio con ITINERARI viaggiare cui
Itinerànte, Itineràbile, Itineràrio, e da ITERUM per la seconda volta il verbo ITERARE ripetere cui Iteràre, Iteràbile,
Iteratìvo, Iteràto, Iteratòre e Iteraziòne; da non inserire nel percorso Item inv dall’ingl ITEM (pron aitem o item) che in
linguistica vale “termine particolare” con l’omn Item dal lat ITEM da ITA con valore di ”parimenti – similmente”.
Il percorso lat IRE prosegue con il prefissato Reiteràre cui Reiteraziòne che nelle figure retoriche indica la ripetizione di un
concetto con parole diverse, Reiteràto e Reiteratamènte nel senso di “ripetere ancora-più volte”, ma il prefissato Reiterativo
occorre usarlo correttamente per non trasformarsi in un pleonastico rispetto ad Iterativo; prosegue ancora con il prefissato
Redìre, snm di Ritornare, o Reddìre (desueto) con la variante Rièdere, dal lat REDIRE (RED IRE). Eppoi, Ito-ìto dal Pp
ITUS di IRE, cui il volg romano d’oggi Ito “andato” e, col pref associativo CUM IRE andare insieme, cui rielaborato in
COIRE e il Pp COITUS cui COMITIUM adunanza e l’ital Comìzio 1 con Comiziàle e Comiziànte, Comitàto “giurisdizione”
da COMITATUS entrambi dal lat COMES compagno cui il denm COMITARI che col pref COM diventa CONCOMITARI
accompagnare cui Concomitàbile, Concomitànte e Concomitànza; ed ancora Cònte attraverso il franc COMTE col fem
Contèssa, eppoi Conte e Conti nella cognomastica Il percorso continua con Cèto cui Cetuàle da COETUS Pp di COIRE
ovvero CUM IRE andare insieme, cui Coìre e Còito con Coitàle dal Pp COITUS, la locuzione inv dal lat COITUS
INTERRUPTUS coito interrotto, infine Còmito e Comitìva. L’omn Comitàto “ente collettivo” è dovuto al transito dall’ingl
COMMITTEE e dal franc COMITE del lat COMMITTERE affidare Attraverso il franc RANG ceto- grado sociale, l’ital
conta l’omologismo Ràngo con il prefissato Arrangiàre con Arrangiatòre attraverso S’ARRENGER adattarsi; fuori percorso
Ràngola “respiro affannoso” d’etimo non trovato ma si può vrs supporre una sovrapposizione di GULA gola con Rantolo.
Dal gr DRAO agisco è stato tratto DRASTIKOS efficace, cui è pervenuto in eredità il termine praticamente inv Dràstico.
Tornando al lat IRE andare, con il pref IN è nato INIRE entrare-cominciare cui Inìre. Col pref EX il lat conta EXIRE cui
Uscìre con Uscìta, in ital ne utilizziamo i rarissimi Ppres per Ineùnte “che ha principio, entrante” e Exeùnte “che ha termine,
uscente”; termine alieno Uscio (Ved Ora…). Col pref TRANS TRANSIRE passare cui Transitàre (da TRANS ITUS),
Transitìvo con l’opposto Intransitìvo, Trànsito, Transitòrio, Transiziòne.
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\ I verbi italiani si classificano in Verbi transitivi e Verbi Intransitivi, i primi richiedono il Complemento oggetto snm di Complemento
diretto, il secondo un complemento adeguato. Una confusione linguistica deve pur esserci se verbi transitivi quali Assolvere, Compatire,
Agognare, Sposare, Vigilare e Interessare appaiono sovente riportati intransitivi, e verbi intransitivi quali Operare, Stupire, Inneggiare,
Echeggiare, Accudire, Plaudire e Marcire appaiono riportati transitivi. \
Col pref SUB c’è venuto Subìre col Pp Subìto, transitato dal franc SUBIR, e Subitàneo o Subitàno da SUB ITUS Pp
prefissato di IRE andare con Sùbito (da non equivocare col Pp Subìto di Subire) e Subitèzza.
Termine alieno sia di CUM IRE andare insieme e di COMES compagno, erronemante considerato in derivazione, è il
prefissato Compàgno, poiché, nella realtà etim, Compagno vale CUM PANI, ovvero “colui che ha il pane in comune”,
diversificato da Companàtico che vale “ciò che va col pane”; in percorso, Compagnèvole, Compagnìa, Compagnòne, i doppi
prefissati Accompagnàre (AD allativo) con Accompagnàbile, Accompagnamènto, Accompagnatòre, Accompagnatòria,
Accompagnatòrio, Accompagnatùra, Accompàgno (attrestatosi in “funerale”), Discompagnàre (DIS separativo),
Raccompagnàre o Riaccompagnàre (RI iterativo con AD allativo), Scompagnàre (S sottrattivo) con Scompagnàto,
Scompagnatùra, Scompàgno,”estraneo”.
Il Compagnuccio della parrocchietta è tra i personaggi creati e interpretati da Alberto Sordi.
\ Nell’accettare il lemma Compagno-Compagna “il pane in comune”, ovvero “interessi famigliari”, quale snm di Coniuge, si dovrà allora
adottare Scompagnàre in un snm di “separare-divorziare”. \
Snm di Compagno è Sòcio, da rad SEKH svoltosi nel sct SAKHA compagno, cui il lat volg SOCJETAS e SOCJUS questi
dal class SOCIETAS e SOCIUS, l’ital Sòccida con Soccidàrio e Sòccio, Sociàbile con Sociabilità, Sociàle, il politico
Socialìsmo con Socialìsta, Socialìstico, Socialistòide e i composti Socialcomunìsmo con Socialcomunìsta, Socialdemocrazìa
con Socialdemocràtico, eppoi Socialità, Socializzàre con Socializzaziòne, Socialmènte, Società, Societàrio, Socièvole, questo
con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, con Socievolèzza, Sòcio, Sociologìa e, con i pref, Assocciàre (AD
SOCJUS), Associàre con Associatìvo cui Associativìsmo, Associaziòne e Associàto (AD SOCIUS), Consociàre,
Consociatìvo cui Consociativìsmo, e Consociàto, Dissociàre e Dissociàto con Indissociàbile (doppio pref IN negativo). Il pref
SOCIO per composizioni quali Socioanàlisi, Sociobiologìa con Sociobiològico e Sociobiòlogo, Sociocultutàle,
Sociodràmma, Socioeconòmico, Sociogènesi con Sociogenètico, Sociogeografìa con Sociogeogràfico, Sociogràmma,
Sociolètto (ellittico di Sociodialètto), Sociolinguìsta con Sociolinguìstica e Sociolinguìstico, Sociologìa con Sociològico,
Sociòlogo e Sociologìsmo, Sociometrìa, Sociopatìa con Sociopàtico, Sociopolìtico, Sociosanitàrio, Socioterapìa.
Altro snm di Compagno e Socio è Sodàle dalla rad SWED compagno cui Sodalìzio. Termini alieni Socianèsimo o
Socianìsmo con Sociniàno relativi al sociologo L. Socini (XVIII sec).
La rad SWED sodale ampliata in SWEDH abituato avrebbe condotto al lat SUETUS essere solito cui Assuèto e Assuetùdine
(pref AD), ai correnti Consuèto, Consuetudinàrio, Consuetùdine da CONSUETUDO e Consuetidinàrio dal suo genitivo
CONSUETUDINIS (pref CUM e suff aggettivante IO), Desuèto (pref DE) con Desuetùdine, Inconsuèto (doppio pref IN
CUM) discendono dal lat SUESCERE abituarsi, eppoi Costùme, questo ellittico del lat CONS(UE)TU(DI)MEN abitudine
cui Costumànza, Costumàre, Costumàto, Costumatèzza e con il prefissato in opposizione Scostumatèzza o Scastumatàggine o
ancora Scostùme, con Scostumàto; Costùme nel senso di “foggia del vestire” vale anche “capo tipico di vestiario”, compreso
quello da mare, cui Costumìsta.
Nel percorso s’inserisce il composto Assuefacènte con Assuefàre, Assuefàtto, Assuefaziòne, dal lat AD SUETUS FACERE.
Comizio vale “adunanza pubblica” erroneamente attestatosi in “discorso”; pertanto “indire-presiedere un comizio” è etim corretto rispetto a
“fare-tenere un comizio” nel senso di “parlare-esprimersi”.
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\ Bambola
Rispetto al snm onomatopeico Pupa, Bàmbola, invece, è il dim fem dal lat BAMBO sciocco, cui Bàmbo o Bìmbo, Bàmbolo
con l’accr Bambolòne e Bambolòtto, il dim Bambolìna, l’accr Bambolòna, Bamboleggiàre con Bamboleggiamènto, il dim
Bambìno con l’accr Bambinòne, i prefissati Imbambinìre, Imbambolàre con Imbambolàto e Rimbambìre co Rimbambinìre
on Rimbamimènto e Rimbambìto, il composto Bambolifìcio. Dall’ingl KID bambino (fig dal significato di capretto, un po’
come l’ital cucciolo), l’ital adotta il glb Kidult “bambinone-comportamento da adolescente” quale composizione con ADULT
adulto; ancora, conta il glb Kidnapping “rapimento di bambini” e Kidnapper “rapitore di bambini” con TO NAP rapire volg
di TO NAB cacciare.
\ In Italia, nel 2010, ogni ora nascono 64 bambini. \
Dalla serie onomatopeica PP derivano ancora Pòppa o Pùppa “mammella” dal lat volg PUPPA, con il fig Pòppa della nave
cui Poppière e Poppièro, il dim Poppètta e il composto Poppavìa, eppoi, nel senso semant di “mammella, Poppaiòla o
Poppatòio, Poppànte, Poppàre o Puppàre, Poppùto, ancora Pùpa “bambola” dal lat class PUPA cui Pupàttola, il mas Pùpo con
Pupàzzo, Pupazzètto e il prefissato Spupazzàre, fig Pùpa vale “larva” cui Pupàrio, eppoi Pùpo quale “burattino” cui Pupàro e
il patologico Pupaphobìa (il panico per burattini e marionette), un fig Pùppola “ovolo dell’olivo”. Infine, Pupìlla 1 (fig per
l’immagine ridotta che qui si specchia) con Pupillàre, Pupìllo (dim).
Il gr conta lo specifico GLENE pupilla, svoltosi nel significato generico di “incavo osseo, cavità ovoidale” cui Glèna o Glène, Glenoidàle,
Glenòide, Glenoidèo.
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CAMMEO CAMMELLO DROMEDARIO
CAMMEO
Cammèo, dal franc ant CAMAHEU d’etimo incerto, forse legato ad un’espressione locale, indica una figura
(capo) scolpita in rilievo su pietre o su conchiglie, evidenziata dal diverso cromatismo. Cammeìsta n’è
l'intagliatore. Niente di fantastico, però, se si pensi a far risalire il lemma Cammeo alla stessa rad del termine gr
KAMARES ceramiche, nel valore di plasmare.
\ Un’arte questa dei cammei assai diffusa fin dall’antichità: ricordiamo quelli egizi, cretesi, micenei e greci. In epoca alessandrina, l’artista gr
Pirgotele ne ideò una collezione splendida; in epoca augustea si distinsero i cammei di Dioscuride. Dopo il crollo dell’occidente romano,
l’arte dei cammei si trasferì in oriente, per rientrare in epoca carolingia a raffigurare il sacro. Nel Rinascimento ci fu un trionfale rifiorire del
cammeo grazie ad artisti quali Giovanni delle Opere (Firenze), Domenico Compagni (Milano), Giovanni Bernardi (Bologna), Matteo del
Nassari (Verona). Nel XVIII sec s’irradiò la moda dei cammei a soggetto erotico; il XVIX, infine, vede il ritorno del classicismo con
Giovanni Santarelli, Benedetto Pistrucci, Giovanni Pichler, Johann Natter ed altri. Famosa la “Gemma Augustea” nella collezione viennese
di 20x22 cm.\
CAMMELLO
Una volta conosciuto, ispirandosi alla rad indoeur KAM curvo, per la sua gobba il gr ha coniato KAMELOS
d’etimo semita, svoltosi nel lat CAMELUS, cui l’ital Cammèllo o Camèllo o ancora Camèlo, con Camèlidi (la
famiglia), Camelopàrdo (altro nome della giraffa, col gr PARDALIS), Camelopècora (altro nome del Lama 1), è
un lemma inc col veneziano ant Gambelo (da Gamba), che finisce per ricalcare il mer Cammello, scalzando
finanche il toscano Cambello. In forma fig si ha Gamèlla attraverso lo sp GAMELLA o CAMELLA già lat
CAMELLA, a indicare un recipiente a forma di gobba del cammello.
\ L’utile animale a due gobbe risulta addomesticato dal X sec aC \
Dal rad KAM curvo, il gr conta KHAMAI in basso, cui i composti Camèdrio (Sottofrutice, con DRYS quercia),
Camèfita “sorta di pianta con gemme quasi a toccare terra” (col gr PHYTON pianta), eppoi KHAMAIMELON
melo strisciante cui il lat CAMOMILLA inv in ital Camomìlla, svoltosi in un volg mer Campomilla sovrapposto
a Campo; fuori percorso Camembert “sorta di formaggio” omn del toponimo franc dove è prodotto.
Dal toscano Cambello, tuttavia, perviene il derivato Cambellòtto (Cammellòtto), il tessuto fatto con pelo di
cammello. La rad rimane comune nelle diverse lingue: Camèllo (ital lett.), Camelot (franc), Chamelot
(normanno-piccarda), Chameaux... Se soma o basto è il carico del somaro, Fàrdo lo è per i cammelli, dall’ar
FARD ciascuno dei carichi, cui gli omologismi ital Infardàre, il dim Fardèllo con Infardellàre.
D’altra origine è il franc FARD cosmetico da FARDER imbellettare, cui gli omologismi Fàrda (questo anche
come “catarro”) e Fàrdo.
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Oltre a Lama “pozzanghera” e Lama “lamina”, questo termine polisemico ha ancora due omonimi: l’omologismo adattato Làma dal
tibetano BLAMA maestro vale monaco buddista cui Dalai Lama “maestro divino” – quello in vita nel 2009 è il 14° - con Lamàico,
Lamaìsmo, Lamaìsta, Lamaìstico, Lamasserìa attraverso il franc LAMASERIE convento dei lama, termine questo che provoca equivoco con
l’ital articolato La masseria.
Infine, Làma questo omologismo di voce indigena americana, attraverso lo sp LLAMA camelide peruviano; altro camelide peruviano, simile
al Lama, è la Vigògna attraverso il franc VIGOGNE questo attraverso lo sp VICUNA (pron vicugna) di genesi quechua e che dà il nome alla
fibra che se ne ricava..
DROMEDARIO
Dal lat tardo (IV sec) DROMEDARIUS, ampliato dal gr DROMAS DROMADOS corridore da DRAMEIN
correre; quindi, Dromedàrio cammello (ad una gobba) veloce. Da DRAMEIN, oltre ai derivati quali Dròma
(nautica, dal franc DROME), Dròmo (punto noto della costa che permette una navigazione a vista), Dromòne
(nave veloce, a cento remi e a vela), è posto in suff DROMIA DROMO (da DROMOS strada) nel significato di
luogo da corsa, concorre a comporre termini quali Ballodromìa “traettoria” (col gr BALLO io scaglio),
Cinòdromo (per i cani), Aeròdromo (per gli aerei) snm di Aeroporto e Ippòdromo (per i cavalli) questo dal gr
HIPPOS cavallo, cui Ippica-ìppica con Ippico-ìppico e i composti Ipparchìa (cavalleria greca), Ippiàtra e
Ippiatrìa (medico dei cavalli e la sua materia), Ippobòscidi (col gr BOSKO io nutro) “Famiglia di insetti”
altrimenti detti Mosca cavallina, Ippofagìa, Ippologìa, il fig Ippòmane “sorta di albero” snm di Manzanìglio,
Ippomanzìa (divinazione attraverso i movimenti o il nitrire dell’animale), Ippòmetro, Ippopòtamo dal gr
HIPPOPOTAMOS cavallo del fiume (gr POTAMOS fiume), la cui vita media è di 40 anni, cui Ippopotàmidi (la
Famiglia), Ippogrìfo cavallo grifone termine fantastico coniato da Ariosto in composizione col gr GRIPHOS
enigma, Ipposidèridi (col gr SIDEROS ferro, Famiglia di Mammiferi), Ippotècnica, Ippoterapìa, Ippotèrio
“fossile” (col gr THERION belva), Ippòtrago col TRAGOS capra questo rintracciabile in Ammòtrago (col gr
(PS)AMMOS sabbia “capra africana di montagna”), Ippotrainàre con Ippotrainàto, gli onomastici Filippo
“amico dei cavalli” col gr PHILOS amico, Ippocrate “che governa i cavalli”, Ippolito “chi libera (doma?) i
cavalli” col gr LYTOS sciolto.
Ipponàtteo (snm di Scazote e Coliambo) è dalla locuzione poetica gr HIPPONAKTEION METRON verso di
Ipponatte, questo un poeta, vrs dal nome connesso con HIPPOS.
La gara ippica più importante durante l’anno è indicata in Inghilterra con DERBY dal nome del suo fondatore
Edward Stanley conte di Derby (XIX sec); oggi, il termine s’è esteso per tutti gli incontri sportivi con squadre
della stessa città o regione, quali calcisticamente Lazio-Roma e Inter-Milan.
Pròdromo, cui Prodròmico, è composto con DROMO dal gr DRAMEIN correre prefissato PRO (davanti, a
favore) che corre prima, precursore (un snm di Corridoio d’accesso ai vani, quali tomba, tempio, struttura tipo
dolmen…), non è da equivocare con Pròdomo questo termine d’architettura indicante il portico a colonne, snm
di Pronao, dalla composizione PRO e DOMO (casa), quindi avanti casa, prima della casa (tempio), in riscontro
con Opistòdomo, la parte posteriore, col gr OPISTO da OPISTHEN indietro, esteso dal pref OP contro,
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utilizzato ancora per composizioni quali Opistobrànchi (Ordine di molluschi), Opistòcomidi (Famiglia di uccelli,
col gr KOME chioma), Opistoglìfo (sorta di serpente, col gr GLYPHE incisione relativo ai denti), Opistògrafo,
Opistosòma (col gr SOMA corpo), Opistòtono (col gr TONOS da TEINEIN tendere).
Prònao o Pronào (adottato dal XVI sec), snm quindi di Prodomo (già dal XV sec), è dal gr PRONAOS, in
connessione con il lat PRONUS cui Prono, è la composizione col gr NAOS del valore complessivo di “parte
anteriore dell’edificio (tempio)-vestibolo”,
\ Prefisso PALIN
Palindromia Palindromo
Palindromìa, cui Palìndromo e Palindròmico, composto con DROMO dal gr DRAMEIN correre prefissato PALIN, questo in
gr di nuovo, sta per lettura inversa di un vocabolo e che non muta fonia e grafia, quali Alla, Anilina, Aveva, Malayalam
(lingua indiana), Non, Radar.
Palìndromo può essere anche un verso, come questi due ideati dal cruciverbista londinese Leigh Mercer:
A MAN, A PLAN, A CANAL PANAMA.
STRAW? NO, TOO STUPID A FAD. I PUT SOOT ON WARTS.
La definizione è stata anche estesa ai numeri: Palìndroma è la cifra 8813200 023188.
Con PALIN di nuovo, cn il suo adattamento in PALI, l’ital conta vari prefissati quali Paligrafìa e Palilalìa con Palilàlico
“ripetizione patologica rispettivamente nello scrivere e nel parlare” col suff dal gr LALEO chiacchiero, Palilogìa,
Palimbacchèo o Palimbàcchio o Palimbacchìo col gr BAKKEIOS cui Bàccheo “ritmo della metrica classica”, Palimpsèsto o
Palinsèsto “riscritto sul vecchio” col gr PSAO raschio; il gr PSAO raschio è vrs connesso con PSAMMOS sabbia, in realtà
la sabbia è utilizzata per raschiare-scrostare. Eppoi, Palingènesi “rinascimento” col gr GENESIS generazione con
Palingenesìaco o Palingenètico, Palinodìa “ritrattazione” e Palinòdico col gr OIDO canto.
Da non equivocare con Palinografìa e Palinologìa dal gr PALYNO spargo che valgono “descrizione e studio delle spore”,
questi, dunque, termini alieni nel percorso, ancora con Palischèrmo già Paliscàlmo dal gr POLISKALMOS, il cui pref è un
corrotto da POLYS molto con SKALMOS remo e vale “(imbarcazione) con molti remi”
Termini ancora alieni Palìlie dal lat PALILIA “festeggiamenti per la dea Pales (Natale di Roma)”, Palinùro questo Genere di
crostacei, a ricordo di Palinuro, il timoniere di Enea.
CAMORRO CAMORRA MORE
CAMORRO
Camòrro o Cimùrro, transitato dal franc CHAMOIRE, è il termine che sta per malaticcio, l’inc lat tra
CAMURUS curvo e MUCUS muco dal naso, cui l’ital Mùco o Mùcco, in connessione col gr MIKSA che da
beccuccio della lamapda s’è svolto fig in muco, in connessione con il lat Pp MIXTUS misto, cui MYKTER
naso (fonte di muco); il fazzoletto, in ant volg dauno, è detto Maccaturo a richiamare il gr MYKTER, termine
sopravvissuto nel vernacolo classico. In derivazione, l’ital conta il pref adattato MIXO muco sovente
italianizzato MISSO per composizioni quali Mixedèma con Mixedematòsi (suff med OSI), Mixinòidi o
Missinòidi (Ordine ittico), Mixòma con Mixsmatòsi (suff medici OMA e OSI), Mixomicèti o Missomicèti (col
gr MYKES fungo), Mixorrèa (col suff dal gr RHEIN scorrere), Mixosarcòma, Mixospòngidi o Missospòngidi
(Ordine di spugne,col lat SPONGIA spugna)), Mixovìrus; la mutazione del pref MIXO in MISSO in alcuni
termini ricorda che l’alfabeto ital con contempla la lettera x.
Altre connessioni con la rad MUK-MUG d’aree ind, ger, bal, hanno dato Mùcido, con Mucidùme e i prefissati
Ammucidìre e Immucidìre, dal lat MUCIDUS che coesiste in Mùcito e Mucitazzo nel volg mer con valore di
sporco e più che sporco, eppoi Mucillàgine con Mucillaginòso dal lat MUCILAGO MUCILAGINIS, Mucìna
(suff chimico INA), Mucòide (col suff gr OEIDES simile a), Mucolìtico (con gr LITIKOS LYO sciolgo),
l’aggettivo Mucòso o Muccòso con Mucosità o Muccosità e col sostantivo Mucòsa o Muccòsa dal lat
MUCOSUS, i composti Mucìparo (col suff PARO che produce), Mucopolisaccàride (col prefissato
Polisaccàride) snm di Glicosamminoglicano (con Ammina e Glicano questo tratto dal gr GLYKYS dolce), con
Mucopolisaccaridòsi (suff medico OSI), Mucoproteìna snm di Proteoglicàno (pref tratto da Proteina), Mucopùs,
Mucoviscidòsi, eppoi Mùggine (snm di Leccia o Lissa, questo omn di Lissa “rabbia”) da MUGILEM (sorta di
pesce, snm di Cefalo) cui Mugginàra, Mugginièra, Mugìlidi con Mugilifòrmi (Famiglia e Ordine di pesci dal lat
MUGIL vischioso), i composti Mucìparo (col suff dal lat PARERE generare); ancora, Mugghiàre e Mùgghio da
MUGILARE iterativo volg di MUGIRE e da questo Muggìre con Muggìto, con remoti filamenti onomatopeici
MU MU. Dall’iterativo MUGILARE, l’ital conta ancora Mugliàre con Mùglio. La sovrapposizione di Muggire
con Ruggire ha dato Rugghiàre. Mùcca nasce dall’inc di Muggire con Vàcca, termine questo inv dal lat VACCA
di origine arcaica connesso in area ind, cui Vaccàio o Vaccàro, con un composto Capovaccàio “sorta di
falconiformi” i fig Vaccàta, Vaccherìa e Vacchètta, Vacchìno, il derivato Vaccìno da VACCINUS cui Vaccìno
anche profilassi (estratto dall’animale) con Vaccìnico, Vaccinàre, Vaccinaziòne, Vaccinatòre, Vaccinoprofilàssi,
Vaccinostìlo (strumento) e Vaccinoterapìa; il termine Vaccinàro nel romanesco è snm di Conciatore o
Conciapelli, cui la locuzione grastronomica Coda alla vaccinara. Una mucca di 500 chilogrammi può emmettere
giornalmente una quantità di gas naturale (organico) di circa 800-100 litri.
Vàcca è fig il baco che si ammala e pertanto si gonfia, da qui la locuzione Andare in vacca; Vàcca è ancora un
epiteto per la prostituta.
La rad MUK con la sovrapposizione onomatopeica MU MU ha infine avviato il percorso di Mugolàre con
Mugolamènto, Mugolìo e Mùgolo, eppoi Mugugnàre con Mugùgno. Da un tema med MUKU con lenizione sett
ci viene Mùgo, una specie di pianta, e Mugòlio, l’olio di mugo; la connessione con il rad MUK-MUG dovrebbe
essere fig in riferimento al balsamo che si ricava. Non sarà proprio una coincidenza rad se l’ar ha il termine
MUKHAYYAR per indicare stoffa di pelo del cammello. I russi chiamano MUZIK il contadino, svoltosi da
389
MUZ (uomo) marito, cui l’omologismo Mougik o Mugik, sovrapposto al suono onomatopeico dei muggiti che si
odono dalle loro case. Mughètto, dal franc MUGUET, potrebbe ancora essere tratto da quel MUK-MUGMYKTER per quella sua soave carezza alle narici. Il rad MELG con valore di mungere pare sia connessa alle
precedenti, cui il lat class MULGERE ed il volg MUNGERE inv nell’ital Mùngere con un desueto Mùgnere e
Mungitòio, Mungitòre, Mungitrìce, Mungitùra e Mùnto, il prefissato Emùlgere o Emulgère (EX intensivo) con
Emulgènte, snm di Smùngere (S intensivo) cui Smùnto. Il percorso prefissato conta ancora Emulsiòne dal lat EX
MUNGERE con Emulsìna (suff chimico INA), Emulsionàbile, Emulsionànte, Emulsionàre e Emulsionatòre, poi
Emùngere con Emungimènto, Emùnto, Emuntòre e Emuntòrio, infine, sorprendentemente, Promulgàre,
Promulgaziòne, Promulgatòre, questi da PRO MULGARE verbo durativo di MELG, passato da termine
d’allevamento a quello brurocratico, cui la locuzione Promulgazione delle legge.
Dal lat MUCCIUS, questo aggettivo di MUCUS, cui Muco, seguono in percorso semantico, Mòccio attraverso il
volg MICCA, con Mòccico e Moccicàre (il muco dal naso e il colare del Moccicòso, pieno di), Moccichìno
(fazzoletto), Moccicòne o Mocciòso metaf chi si crede già adulto, Mòccolo e Moccolàia fig “pezzo di candela” e
“scolatura della cera”. Nel volg sett, Moccolo è il snm di Bestemmia, ellissi dalla locuzione Tirare un moccolo,
ossia “profanare un’immagine sacra gettandone via la candela per sfregio”. Attraverso il franc
Dal lat MICARE scintillare e fig tremolare, l’ital conta il Ppres Micànte in connessione con Mìccia, transitato
attraverso il franc MECHE cordoncino dal lat volg MICCA, class MYXA già gr MYKSA beccuccio della
lampa-muco; il prefissato Ammiccàre con pref AD e raddoppio espressivo della c, cui Ammiccamènto,
Ammìcco. Dal franc MECHE, l’ital ha adottato fig l’esot Mèche quale ciocca (cordoncino) di capelli di tinta
diversa dalla chioma. L’ital conta tre omn di Miccia, il termine “esplosivo” Mìccia (adottato dal XVI sec) da
MECHE cordoncino, il marinaresco Mìccia (già nel 1859) ancora da MECHE cordoncino svoltosi fig in
sporgenza, e Mìccia fem del volg Mìccio asino questo da una voce onomatopeica di richiamo.
Mìcco, infine, che da “sorta di scimmia”, snm di Cebo o Apale s’è attestato fig in “bellimbusto”, è un termine
fuori di questo percorso poiché è l’omologismo di genesi caraibica attraverso lo sp MICO.
Nel gr, BLENNA è bava vischiosa, utilizzato in ital quale pref BLENO cui Blenoraggìa (col gr RHAGE
eruzione) o Blenorrèa (snm di Gonorrea col gr RHEIN scorrere o snm di Scolo) con Blenorròico, Blenostàsi,
Blenùria (col gr URON urina)
\ Naso Frogia Rino
Nàso ci viene direttamente dal lat NASUS, da rad indoeur NAS, cui Nàri, Narìce meglio Narìci, Nasèllo questo dim di Naso
ed omn di Nasello “sorta di pesce”, Nàsua “sorta di mammiferi Procionidi”, eppoi l’aggettivo Nasàle cui Nasalità,
Nasalizzàre, Nasalizzàto e Nasalizzaziòne, lo strumento musicale Nasàrdo, il verbo Nasàre snm di Annusare, Nasàta, ed
ancora l’aggettivo Nasùto da NASUTUS, eppoi Nasìcàre “fiutare” dal lat NASICA nasuto, Nasièra, l’accr Nasòne, i
composti anatomici Nasofarìnge con Nasofaringèo e Nasolabiàle. Dal termine Annasàre, s’è attestato Annusàre questo dato
dalla sovrapposizione di Ammusare, cui Annusàta, Annusatòre e il sostantivo Annùso. Il lemma Narìna è pseudoetim,
omologismo d’origine ottentotta, ed è un uccello carenato africano della famiglia dei Trogonìdi questo dal lat
TROGONIDAE già gr TROGO io rodo cui TROGON e l’ital Trogòne “nome d’uccello”.
Frògia, col plur Frògie o Fròge, è dal lat volg FROFICES nasiera passato poi ad indicare la narice, in metatesi e in forma fig
da FORFEX FORFICIS di genesi sabina, da rad BHERDH tagliare cui un Fòrfice fedele al lat con un corrente Forfìcula o
Forfècchia dal dim lat FORFICULA. Il lemma FORFEX si era poi svolto in FORBEX FORBICIS, cui l’ital Fòrbice, meglio
Fòrbici, con Forbiciàio, Forbiciàta, il dim Forbicìna, il prefissato Sforbiciàre (S intensivo) con Sforbiciàta.
Forbice-Forbici ha la variante in Fòrce o Fòrci attraverso il franc FORCES cui Forchètta questo con Forchettàta, Forchettièra,
Forchettòne, eppoi Fòrca dal lat FURCA cui Forcàccio, Forcaiòlo, Forcàle, Forcàta con Forcàto, Forcèlla dal dim lat
FURCILLA con Forcellànte, Forchètto, Forchìno, Forcìna e Forcìno, Fòrcola dal dim lat FORCULA, Forcòne e Forconàta, e
Forcùto; lo strumento d’impiccagione Fòrca, nella versione “impalare”, si richiama fig all’attrezzo agricolo. Il percorso
prefissato conta Afforcare (AD allativo) col devb Affòrco, Inforcàre (IN illativo) con Inforcàta e Inforcatùra, Biforcàre dal lat
BIFURCARE dividersi in due (pref BI dal lat BIS due volte) fig come una forca, con Biforcamènto, Biforcàto, Biforcatùra,
Biforcaiòne e Biforcùto, eppoi il correlativo Triforcàre coin Triforcaziòne e Triforcùto.
Dallo specifico gr RHIS RHINOS muso-naso, l’ital ha avviato il percorso di Rinalgìa, Rinìte, del pref-suff RINO cui
Rinofarìnge, Rinofonìa, Rinologìa, Rinovìrus e Platirrìne questo con il gr PLATYS largo ed il raddoppio della consonante r.
Rinocerònte, dal lat RHINOCEROS, è dal gr RHINOKEROS, il quale è una composizione con RHINO e KERAS testa
cornuta; il suo verso assomiglia ad una porta che cigola mossa ripetutamente dal vento. Il Rinocerente vive in media 70 anni,
la più alta età nel mondo animale, escluso l’uomo e la Testuggine.
\ Radicale MUS
Dal rad MUS topo attestasi in aree indoiran, slava, alb, in gr MYS, l’ital conta Mùridi, Murìno, Musaràgno (dal lat MUS
ARANEUS topo piccolo come un ragno), Muscìpula con Muscìpulo “trappola per topo” (suff derivato dal lat CAPERE
prendere) equivocabile con i composti di musci da Mosca. Mustèla e Mustèlidi (Famiglia di mammiferi) dal lat MUSTELA
donnola; tra i Mustelidi si conta lo Zibellìno omologismo dal russo SOBOL, di genesi orientale, attraverso il franc
ZIBELINE, cui fig Zibellìna “stoffa di lana”. Pseudoetim è Musteriàno omologismo dal franc MOUSTERIEN “periodo
preistorico” dalla località di Le Moustier.
Col rad MUS ampliatosi con CA, il lat conta MUSCA cui l’ital Mòsca (in gr MYIA ampliatosi da MYS) con la locuzione
pugilistica Peso mosca, Moscaiòla (rete a difesa delle mosche), Moscàrdo (lo sparviero con piccole macchie sulle penne del
petto, fig come le mosche), Moscàio, l’uccello Moscaròla snm di Muscicapa, Moscàto (omn do Moscato da Muschio),
Moscatùra, il dim Moscerìno con Moschìno o Moscìno, Moschèra o Moschièra (attrezzo di pesca) il fig Moschètta “freccia”
con Moschètto (adottato dalo XVI sec) e Moschettòne, questo in origine il gancio per reggere il moschetto, e Moschettière
(armato, oltre che della tradizionale spada, di moschetto in riferimento fig al proiettile che vola e colpisce, come la mosca)
cui le locuzioni Moschettieri del re (nel XVII guardie del corpo nel regno di Francia) e Moschettieri del duce (guardie del
corpo istituiti nel 1923 da Mussolini), Moschettàto con Moschettatùra (picchettato di macchioline nere, fig come mosche) e
l’accr Moscòne questo sia “corteggiatore fastidioso” fig come una mosca e sia “imbarcazione da spiaggia” che gironzola
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come una mosca, i composti ancora fig Moscacièca saldato da una precedente locuzione Mosca cieca (noto gioco infantile) e
la locuzione pugilistica Peso mosca. Fedele al lat MUSCA l’ital conta Mùscidi (Famigli d’insetti alla quale appartiene
appunto la Mosca), i composti Muscicàpidi (Famiglia di uccelli, col suff dal lat CAPERE catturare) cui Muscicàpa
“acchiappa mosche” (con suff dal lat CAPERE catturare) snm di Moscarola, e Muscìvoro (col suff dal lat VORARE
divorare) equivocabili con i composti di Musci da Topo. La famosa mosca della locuzione Mosca bianca, che sarebbe insetto
raro, in realtà non è una mosca ma un insetto somigliante che vive in zone tropicali; la sua rarità è in riferimento alle zone
temperate e fredde qui inesistente.
Tra i cosiddetti Uccelli mosca (fig perché piccoli), della famiglia dei Trochilidi, c’è il Colibrì questo omologismo di genesi
caraibica attraverso lo sp COLIBRI.
Il termine Moscovìta è relativo alla città russa di Mosca, omologismo con Muscovìte “sorta di minerale” o Moscovìte relativo
alla Moscovia, questo l’ant principato di Mosca, tradotto MUSCOVY in ingl; una varietà di Muscovite è la Fuchsìte (di
colore verde smeraldo) termine in onore del mineralogista J. N. von Fuchs (1774/1856).
Màscari è un Genere di piante, vrs omologismo di genesi turca, Muscarìna è un alcaloide tossico di alcuni funghi cui
Muscarìnico e Muscarinìsmo.
Il percorso continua con Mùschio dal lat MUSCUS già gr MOSKKOS, Mùsco”sorta di pianta” detto anche Mùschio ma
anche secrezione, cui Moscardìno (odore di muschio, snm di Moscato), Mùschi (la classe botanica), Muschiàto con una
corruzione in Mustiàto cui Mustiòlo “sorta di piccolissimo mammifero”, Muschiòso o Muscòso. Attraverso lo specifico ar
USNA muschio, l’ital conta l’omologismo Usneacèe (la Famiglia botanica) coniato nel XX sec, quindi un neologismo. Il gr
conta SPHAGNOS musco cui Sfagnacèe (Famiglia di Muschi), Sfagnèto e Sfàgno.
Il muschio, al tatto, sembrerebbe la pelle di un topo, pertanto si sono coniati fig Moscardìno, Musaràgno toporagno e
addirittura Mùscolo da MUSCULUM quale dim di MUSCUS, per il fatto che questo sprigiona contrazioni che vanno a
ricordare i topi; in gr, infatti MYS MYOS sta sia per topo sia per muscolo, cui Dimiàri “collettivo per sorta di molluschi” dal
lat DYMIARIA (pref DI “due”), Miomanzìa con Miomànte e Miomàntico (divinazione attraverso i topi).
In ingl, MOUSE è il topo. Occorre qui indicare il termine Demuscaziòne sul tipo di Derattizzazione.
Interessante in questo percorso è la deviazione lemmatica che ha condotto al termine Moschea: la variante Mòsco di Muschio
ha valore di odore, quindi è nato il termine Moscàto (“con odore di muschio”, omn di Moscato da Mosca) o Moscàdo cui
Moscatèllo o Moscadèllo, la locuzione Noce moscata, il termine Mùscari che identifica le piante erbacee con piccoli fiori
azzurrognoli a grappolo, e Moschèa la profumata già sp MEZQUITA dall’ar MASGID luogo d’adorazione tradotto in luogo
profumato, una sovrapposizione ar-ital adorare-odorare. Attraverso l’ar si ha ancora l’omologismo Abelmòsco “sorta di erba
officinale” composto con HABB ricco snm di Ambretta.
Termine gr specifico per “muschio” è BRYON, cui Briàcee (Famiglia di muschi), Brìo (omn di Brio “vivacità”), il fig
Briònia dal lat BRYONIAM già gr BRYONIA (termine polisemico che vale “pianta erbacea, vite bianca, zucca marina o
selvatica), il pref BRIO per composizioni quali Briòfite “Divisione animale” (col gr PHYTON pianta), Briografìa, Briologìa,
Briozòi “Classe di Molluscoidi”. Incerta la connessione con il toponimo Brianza (in riferimento al valore di Brionia), cui
Briantèo e Brianzòlo o Brianzuòlo.
Dal gr MYS col genitivo MYOS è nato il pref MIO che vale Muscolo in lermmi composti quali Miocàrdio, Miografìa con
Miògrafo, Mialgìa, Miòma questo col pref medico-patologico OMA e vale “tumore del muscolo”, eppoi l’anatomico
Endomìsio (pref ENDO dentro).
In voce veneta, il lat MUSCULUS si è trasformato in Mussolo, il mollusco Arca per accezione; l’omn Mùssolo, quale
variante di Mùssola o Mussolìna, è invece un tessuto originario della città di Mossul in Iraq. L’aggettivo Mussoliniàno è in
relazione a Benito Mussolini, il dittatore italiano giustiziato nel 1945, il cui cognome è vrs derivato da Mussolina di Mossul.
\ Ragno Scorpione Acaro Rogna Vergogna Sputo
Ràgno è dal tema med ARAKHSNA cui il gr ARAKHNE (fem), il lat ARANEUS passato nel volg RANJUS, donde, anche
fig, il boccaccesco Aràgno, Ràgna, Ragnàia, Ragnàre, Ragnatèla 1, Ragnatùra, Ràgnolo e il dim Ragnolìno; esplicitamente
dal percorso gr l’ital conta, anche in senso fig, Aracnèo, Aràcnide meglio Aràcnidi (la Classe), Aracnidìsmo, Aracnofobìa,
Aracnòide co n Aracnoidàle, Aracnoidèo, Aracnoidìte, eppoi Aranèidi (Ordine di Aracnidi). Tra gli aracnidi si conta anche lo
Scorpiòne, questo anche segno zodiacale, con Scorpiòni (l’Ordine) dal lat SCORPIO SCORPIONIS già gr SKORPIOS, cui
uno Scòrpio col fig Scòrbio o Sgòrbio con Scorbiàre e Sgorbiàre con Sgorbiatùra, Scòrpena o Scorpèna “scorpione marino”
con la variante Scòrfano, Scorpiòide, i composti Scorpènidi questo Famiglia e Scorpenifòrmi questo Ordine nella tassonomia
animale dei Teleòstei; Scùrpena è il termine fig genovese che sta per “donna racchia” in similitudine al mer Scorfano, mentre
Scorbicchiàre è il denm di Scorbio con un suff attenuativo ICCHIARE con le varianti Scombiccheràre e Scorbiccheràre.
Acaro-àcaro è tra gli aracnidi, dal gr AKARI da AKARES minuscolo, cui Acari-àcari (l’Ordine), Acarìasi, Acaricìda,
Acariòsi (suff patologico OSI), Acarocecìdio questo col gr KEKIDON da KEKIS KEKIDOS galla cui Cecidiologìa o
Cecidologìa, Cecidomìa e Cecidomìidi (Famiglia di Ditteri) questo col gr MYIA mosca. Una resina estratta dai tronchi è
definita Acaròide (di genere Xantorrea) d’etimo sconosciuto e quindi alieno nel percorso gr AKARI.
Rògna dal lat volg RONEA già ARANEA ragnatela inc con Vergogna, cui Rognàre, Rognòso; Vergògna è dal lat
VERECUNDIA, cui Verecòndia o Verecùndia e Verecòndo con Inverecòndia e Inverecòndo (IN negativo), e che avrebbe
prodotto Gònzo da (VERE)GON con la cessazione di VERE e lenizione sett della c in g; il lemma Sguerguènza è dallo sp
VERGUENZA vergogna questo una traduzione del lat VERECUNDIA.
Snm di Vergogna è Pudòre, questo dal lat PUDOR PUDORIS da PUDERE avere vergogna, dalla rad PEUD, cui Pudèndo
dal gerundivo PUDENDUS, Pudibòndo (suff BONDO) da PUDIBUNDUS, Pudicìzia da PUDICITIA, Pudìco da PUDICUS
e, con i pref, Impudènte dal Ppres PUDENS con IN negativo cui Impudènza, Impudìco dall’aggettivo IMPUDICUS cui
Impudicìtia, eppoi Ripùdio o Repùdio “il negare e svergognare un legame” da REPUDIUM cui Ripudiàre o Repudiàre da
REPUDIARE (pref RE di allontanamento) con Ripudiàbile, Ripudiàto e Ripudiatòre, infine Spudoràto con Spudoratèzza
(pref EX svoltosi in S privativo, vale “mancanza di vergogna”, da EXPUDORATUS di PUDOR); se Impudente è uno modo
di essere temporaneo, Impudico è un vizio, mentre Spudorato è una condotta.
\ Il Ripudio può essere legale come lo scià di Persia Riza Pahalavi contro la moglie Soraya Esfandiari a favore di Farah Diba che sposò nel
1959, o di fatto come il regista Roberto Rossellini contro l’attrice A.Magnani a favore dell’attrice Ingrid. Bergman che sposò nel 1950,
l’armatore turco-greco Aristotelis Sokratis Onassis contro la cantante Maria K. Alogeropulos in arte Callas a beneficio di Jaqueline che sposò
nel 1968, vedova di John Fitgerald Kennedy presidente americano assassinato nel 1963. Separazione, Divorzio e Abbandono non sono che
termini moderni dello storico Ripudio.\.
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Particolare del rad PEUD di Pudore è che dalla forma intensiva SPEUD ci viene Spùto dal lat SPUTUM cui Sputàre e
Sputàto; questo avvalora la tradizione popolare di accompagnare con lo sputo la dimostrazione, offensiva o meno, di
vergogna, di schifo, cui i composti fig Sputasènno, Sputasentènze snm di Starnutadogmi, Sputavelèno. In percorso, l’iterativo
Sputacchiàre, Sputàcchio con Sputacchièra e Sputacchìno (sorta d’insetto, snm di Fileno). Termine fuori rad è il glb russo
Sputnik “compagno di viaggio” svoltosi metaf in “satellite artificiale”, il veicolo dello storico approccio dell’uomo con lo
spazio.
Dal franc CRACHER sputare, della serie onomnatopeica S CR C, sono pervenuti gli omologismi Scaracchiàre, ScreàreEscreàto e Squarquòio, snm di Sputare e Sputo.
L’ingl WEB ragnatela svoltosi fig in rete tratto dalla locuzione WORLD WIDE WEB rete estesa in tutto il mondo cui WWW in Internet,
l’ital ha adottato il glb WEB quale “rete di Internet” cui Webarchitect “progettista rete”, Webcam “telecamera di rete”, Weblog “giornale di
rete”o più semplicemente Blog, Webmaster “maestro (responsabile) di rete”, Webzine dalla locuzione Web magazine “rivista pubblicata via
rete” e, in locuzione, Web designer “progettista grafico di rete”, Web developer “sviluppatore di rete”, Web engineer “tecnico di rete”, Web
radio e Web TV “emissione radiofonica e televisiva in rete”,
Il termine Weber è l’unità di m isura magnetica in onore dello scienziato W. E. Weber (1804/1891).
Nella locuzione WEB, WIDE vale largo-esteso e WORLD Mondo questo rintraccibile ancora in locuzione glb quali World music “fusione
di più ritmi (musica) etnici “ cui World song (canto).
1
CAMORRA
Camòrra è di tema mer MORRA, ma che nulla ha dell’omn gioco da osterie Mòrra, che dovrebbe essere
connesso al lat MORA attesa cui Mòra e il prefissato lat DEMORARI trattenersi donde Dimoràre, Dimòra e
Dimorànza, la locuzione Mettere a dimora.
Da MORA derivano il disgraziato Moròso (costretto ad attendere di far soldi per pagare i debiti) con Morosità
ritardo nel pagamento e Moratòria attesa concordata (per pagamenti, armamenti, sentenze di morte…). La Mora
sulle tasse, quando non è concessa, è soggetta a penalità. Il Moroso è, nel volg, il ragazzo veneto che aspetta di
sposare la sua Morosa; o che aspetta eternamente che gli si conceda.
Mòrra, nell’accezione mer, è mucchio, gregge cui in percorso etim Morèna “accumulo di rocce-detriti” (indotti
dai ghiacciai) dal franc MORAINE e dal savoiardo MORENA donde l’aggettivo Morènico, Morìccia o Murìccia
snm della locuzione Muro a secco, Moriòne “sorta di quarzo”dal lat MORION inv attraverso il franc MORION
“mucchietto minerale” e l’omn fig Moriòne “copricapo” attraverso lo sp MORRION da MORRA sommità della
testa.
Il toponimo Moresco, pertanto, pare nel percorso di Morra-Morenico e varrebbe quindi “roccioso” e non in
relazione ai Mori; due pensieri di analisi etimologica, come nel caso del toponimo Grottammare, che pare in
relazione a “rudere” piuttosto che a “grotta”.
Morra, rafforzato e peggiorato dal pref CA (dal gr-lat KATA-CATA Ved Cattivo…) si sarebbe tramutato fig in
CA-MORRA banda (banditi), con i degni derivati Camorrìsmo, Camorrìsta, Camorrìstico, il volg siciliano
Camurria. Ci sarebbe un’altra versione etim: il nome Camorra, da una veste fem Camòrra, si sarebbe attestato
durante il Regno di Napoli su modello spagnolo, allitterandone il termine ZIMARRA, con i risvolti in Camòra e
Camùrra leniti in Gamùrra e Gammùrra. Sarebbe oltremodo piaciuto, tuttavia, aver trovato tra i progenitori di
Camorra il capostipite Muco-Mucillagine.
L’idea della Camorra non è italiana; il seme è spagnolo. I padri fondatori napoletani (XVI-XVII sec) furono
indotti ad emulare i loro padroni spagnoli istituendo e italianizzando un’organizzazione che si rifaceva alla
Confraternita della Guarduna (rapina) sorta a Siviglia, in cui operavano i GUAPOS banditi, etim coraggiosi, dal
che i napoletani Guapperìa, Guàppo. Purtroppo, anche il lemma e l’idea Màfia, abbondantemente glb, non
sarebbero d’origine italiana, ma risalenti all’ar MAHJAS spavalderia.
Dal giapponese, l’ital adotta l’esot Yakusa o Yakuza o ancora Yacùsa mafia. D’etimo sconosciuto risulterebbe
invece il lemma Còsca “famiglia mafiosa”, coniato nel XX sec, a meno che non sia un derivato dal lat COXA nel
senso fig di articolazione (mafiosa) avversa a quella istituzionale nel gestire la società; altra ricerca farebbe
derivare il termine dal lat COSTULA costola attraverso la locuzione Essere della costola ossia appartenere alla
famiglia, fig dalla creazione divina della donna con la costola dell’uomo.
\ Due le grandi operazioni internazionali antimafia nel tentativo di sradicare le connessioni Sicilia-Stati Uniti, negli anni ottanta Pizza
connection, ossia “collegamento mafioso dall’Italia, il paese della pizza” e nel 2008 Old bridge, ossia “il vecchio (solito) collegamento
mafioso tra il vecchio e il nuovo continente, insomma il “vecchio (OLD) ponte (BRIDGE) mafioso”) \
\ Prefisso *CA
Il pref rafforzativo-peggiorativo CA lo ritroviamo in Camuffàre dal lat MUFFA guanto e vale travisarsi con un guanto in
testa (nel senso di un involucro); il lat conta ancora un dim MUFFULA che sta per manicotto, cui Mùffola; coesiste un
Mùffolo, questo dal ted MUFFEL muso, snm di Musello.
Il lemma specifico Guànto è l’omologismo ital dal franc WANTH attestatosi nel lat WANTUS, donde la mutazione di WA in
GUA in ordine al passaggio dal long, vedi WANGJA diventato Guancia. In percorso, Guantàio, Guantàto, Guanterìa,
Guantièra, Guantòne, i prefissati Agguantàre e Agguantàto (AD allativo) snm di “prendere e reggere con forza” con
riferimento ai guanti di ferro indossati dai cavalieri medv, Inguantàre con Inguantàto (IN illativo), l’iterativo Riagguantàre, il
composto Mezzoguànto; comunemente, Guanto vale anche quale snm fig di Preservatìvo.
\ Non tutti sanno, forse, che nel gioco del biliardo è previsto indossare un guanto a tre diti \
Il pref peggiorativo CA è ancora rintracciabile in Camùso, dal lat SIMUS “chiacciato e piatto” cui Sìmo, nell’accezione
riferito al naso, già gr SIMOS, cui l’onomastico Simone “naso schiacciato” questo in concorrenza o in sovrapposizione con
un Simone dall’ebraico SHIMEON Dio ha esaudito, il termine Simonìa con Simònìaco “il peccato di chi acquista o vende
cose sacre” dal nome di Simone Mago, il personaggio che secondo gli Atti degli Apostoli, avrebbe tentato di corrompere S.
Pietro per ottenere il dono dello Spirito Santo. Il gr dorico contava KAMOS cui il lat CAMUS e l’ital Càmo “museruola”.
Un snm di Camuso (adottato dal XIV sec) sarebbe Sìma (dal XVI sec) questo attestatosi fig quale “gocciolatoio” con l’omn
Sìma che vale l’acronimo scientifico di Silicato e Magnesio.
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Mùso è di tema med MUSU, passato nel lat medv in MUSUM, cui, Musacchìno attraverso il franc ant MUSEQUIN “parte
d’armatura”, Musàre attraverso il franc ant MUSER, Musàta, l’esot Musèllo attraverso il franc MUSEL, Museruòla in volg
Muserola o Musaròla, Musètta, Musòne con Musonerìa, Musòrno; i prefissati Ammusàre, Ammusìre con Ammusonìto,
Immusonìto. Nel concetto di “armatura”, il rad MUSU dovrebbe essere stato l’origine del toponimo Musile (di Piave) con
significato di “argine”.
Dal ted NIF grugno, d’origine onomatopeica, svoltosi anche nell’ingl TO SNIFF, l’ital conta l’omologismo Nìffo o Nìfo con
Nìffa e Nìffolo, tutti considerati obsoleti, e i più correnti Snìff, Sniffàre, Sniffàta, Snìffo.
\ Muffa Fungo Tartufo Zolfo
Il termine Mùffa, quale fungo, è invece dall’onomatopeico M F ad indicare esalazione, cui Muffàre, Muffìre, Mùffo,
Muffosità, Muffòso e il prefissato Ammuffìre con Ammuffimènto e Ammuffìto (pref AD); il termine Fùngo è di tema med
SPHONGO passato nel gr SPONGOS, nel lat FUNGUS, cui Fungòso e la composizione Funghicoltùra. In connessione rad
l’ital conta Spòngia dal gr-lat SPONGIA spugna, cui i percorsi Spònga, Spongàta, Spongiàri, Spòngidi, Spongifòrme,
Spongìlla, Spongìna, Spongiòso, Spongìte in complanare con Spùgna, in metatesi da un Spùngia dal volg SPUNGIA con
Spugnàre, Spugnàta, Spugnatùra, Spùgne “invertebrati acquatici”, Spugnètta, Spugnòla o Spugnòlo ”fungo”, Spugnòne
“travertino”; Spugnòso e Spugnosità; il fenomeno della mutazione della o in u è dovuto al gruppo letterale ng, come in
Unghia ed Ungere.
Tra i funghi, sia eduli sia velenosi, si conta Agàrico (dal 1310) dal lat AGARICUM già gr AGARIKON relativo al demotico
di una popolazione sarmatica, cui Agaricàcee (la Famiglia) e Agaricinàli (Sottordine) entrambi dal XX sec.
Il gr conta MYKES MYKETOS fungo cui Micèlio, Micèlico, Micète, Micòsi con Micosìna questo composto con Cellulosa e
suff INA e snm di Chitina, il pref MICETE o MICO per composizioni quali Micetologìa o Micologìa con Micològico e
Micòlogo, Micetòma, Micobattèrio, Micocellulòsa, Micodèrma, Micòfita, Micorrìza col gr RHIZA radice, Micosferèlla
(sorta di fungo) col gr SPHAIRA sfera e suff diminutivo INA. Pseudoetim, l’omn Micète dal gr MYKAOMAI muggisco snm
di Aluàtta, una scimmia, da voce caribica, Micèneo, questo relativo all’ant città gr Micene.
Il Tartùfo è un noto fungo molto speciale e costoso, dal lat volg TERRITUFER questo coniato con la composizione TERRA
e TUBER, ovvero tubero di terra, cui la locuzione Tartufo moscato, il meno pregiato. Il termine composto lat s’è sintetizzato
nei vari dialetti, attestandosi in Tartùfolo, Trìfola e Trùfolo, da questo il verbo fig Trufolàre con Intrufolàre. L’esot dal franc
Truffè vale “tartufato”.
La speciale aspirazione del gruppo letterale med SPH di SPHONGO lo ritroviamo nel tema SULPHUR cui Sòlfo o Zòlfo,
questo di mutazione centromeridionale, con i due percorsi complanari Solfanèllo e Zolfanèllo, Solfàra e Zolfàra, Solfàre e
Zolfàre, Solfatàra e Zolfatàra, Solfatùra e Zolfatùra o Solforatùra, il prefissato Insolfàre e Inzolfàre, eppoi Solfatàro o
Solfatàio, Solfataiòne, Solfàtico, Solfàto con Solfìto, Solfòso e Solforòso cui Idrosolfàto, Idrosolfìto Idrosolfòso,
Idrosolforòso e Solfìdrico (pref e suff IDRO “acqua”), cui, Iposolfìto, Metabisolfìto, Pirosolfìto (col gr PYR PYROS fuoco),
eppoi Solfòrico, Solfùro cui Solfuro d’idrogeno, questo il vero responsabile di quell’odoree comunemente assegnato allo
zolfo; infatti lo zolfo è inodore.
Il percorso conta ancora Sulfamìdico o Sulfammìdico (con Ammine), Sulfanìlico (con Anilina), Sulfasalazìna o Solfasalazìna
(con Sale e Azina col suff chimico INA) e Sulfatiazòlo o Solfatiazòlo (suff chimico OLO), Sulfoemoglobìna, Sulfùreo o
Solfùàreo, Zolfàio. Il gr conta lo specifico THEION zolfo, cui il pref TIO per composizioni quali Tiazòlo (suff chimico OLO)
conn Tiazòlico, Tioàcido, Tiobarbitùrico, Tiobattèrio snm di Solfobattèrio, Tioètere, Tiofène, Tiògeno, Tiònico (con Ionico
da Ione), Tiourèa e Tiourèico. Il termine Tiamìna è il composto di THEION zolfo con Amina ed è un snm di Vitamina B1
questa individuabile nei cereali integrali, nella pasta, nel pane, nella carne di maiale e nel lievito); altro snm di Vitamina B1 è
Aneurìna questo dal gr NEURON nervo prefissato A privativo, da non equivocare con Aneurisma.
I termini allitterati in percorso da Sòlfa con la mutazione in Zòlfa derivano dal legamento delle due note musicali SOL FA,
cui Solfeggiàre, Solfèggio… pertanto, la locuzione Solita solfa sta per “solita musica”.
MORE
Mòra, il frutto del gelso detto Mòro, dal lat MORUM già gr MORON, da tema med MORA, cui Moràcee la
Famiglia botanica alla quale appartengono la Maclùra “sorta di albero delle Moracee” così chiamato in onore di
W. Maclure (1763/1840), l’Albero del latte e l’Albero del pane, Morèto snm di Gelseto, Morìnda con Morindìna
e Morindòne (composizione che vale “moro indiano); in connessione, Mòro, dal lat MAURUM, svolto dal tema
med MAURO, attraverso il gr MAUROS scuro eppoi i fig Moracchiòlo “sorta di uccello”, Moraiòlo “sorta di
olivo”, Morigliòne (sorta d’uccello acquatico) e il snm Morigliòne “sorta di smeraldo grezzo”, tutti per il loro
colore; ed ancora Moràto, Morèa, Morella (sorta di pianta snm di Brunella), Morèllo (per i cavalli) con
Morellìno, Morètta e Morètto “ragazzi bruni”, un Morètta “sorta d’anatra selvatica” cui Moretta tabaccata, un
Moretti nella cognomastica, Mòri con Morèsca e Morèsco (relativi ai musulmani); Moro avrebbe dato il
toponimo alla Mauritiana (per il colore della pelle) cui l’etnonimo MAURUS e da questo l’inserimento
nell’onomastica di Mauro con Maurizio da MAURITIUS discendente di Mauro, e di Moreno attraverso lo sp.
Maòri o Màori è l’etnonimo relativo alla Nuova Zelanda. Per associazione, l’onomastico Arabella vale “la
scura”, vrs in riferimento al colore della pelle araba, ma non è accertato. Il termine Muraiòla “ant moneta”, omn
di Muraiola da Muro, pare sia connesso al tipico colore Moro “scuro”.
L’ital conta Amauròsi con Amauròtico dal lat AMAUROSIS “perdita della vista” direttamente dal gr
AMAUROSIS oscuramento da MAUROS.
Morotèo, sostenitore della politica di A. Moro (1916/1978), rapito ed assassinato dalle Brigate Rosse, cui
Moroteìsmo, è il lemma sovrapposto a Dorotèo questo ispirato all’ordine delle suore Dorotèe, nel cui convento
romano si svolse il convegno storico di questa corrente nel 1959.
Gèlso, usato quale snm di Moro, invece, è l’ellissi della locuzione lat MORUS CELSA moro elevato (da rad
KEL-KOL di Celso “elevato”) e che, con la lenizione della c in g si ha Gèlsa, Gelsàta e Gelsèto snm di Moreto,
Gelsibachicoltùra, Gelsicoltòre e Gelsicoltùra, Gelsicultòre e Gelsicultùra; Gelsolìno (suff chimico INO) è la
fibra tessile ricavata dalla corteccia del gelso mentre Gelsomìno, il noto fiore, è l’omologismo dal persiano
YASAMIN, ma sovrapposto a Gelso, cui l’onomastico Gelsomino con il suo dim Mina dal fem Gelsomina.
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Fiore, il Gelsomino tradizionalmente simbolo dell’amore divino e di quello puro umano.
Il lat avevano MOS MORIS costume-usanza cui la locuzione More uxorio inv dal lat MORE UXORIO costume
matrimoniale, sempre giuridicamente valida, riferita a coloro che si comportano, più o meno clandestinamente,
come se fossero coniugati (in rapporto carnale); oggi, è sostituita dalla meno traumatica Convivenza. More
solito, ancora inv dal lat MORE SOLITO, sta per come il solito. In percorso, Morigeràre da MORIGERUS
accomodante con il Pp aggettivato Morigeràto e Morigeratèzza. Morigiàna, d’etim ignoto, snm di Fischione o
Chiurlo, potrebbe avere il significato di “(uccello) uso al fischiare”.
MOS-MORIS costume, abitudine è l’omologo del gr ETHOS costume; così, dalla tradizione lat, l’ital ha reditato
Moràle, Moralìsta, Moralità, Moraleggiàre, Moralizzàre con i prefissati Amoràle cui Amoralìsmo e Amoralità
(pref A privativo), Immoràle con Immoralìsmo e Immoralità (pref IN negativo) e da quella gr, invece, i vari
Etica-ètica, Eticità, Etico-ètico, un Etos esplicito dal gr, il pref ETO per la composizione Etologìa con Etològico
ed Etòlogo, Etopèa (col gr POIEIN fare-creare); fuori percorso Etosuccimmìde questo una straordinaria
composizione con Etil-Ossi-Succinico-Immide, ossia Etile-Ossigeno-Succino-Ammide.
Il passaggio, o meglio una connessione di ETHOS abitudine con ETESIOS annuale (nel senso di ricorrenza
abituale) ha condotto a Etèsio “vento periodico” dal lat ETESIAE già locuzione gr ETESIAI ANEMOI venti
annuali con ANEMOS vento.
Etichètta ed Etichettàre sono stati creati su calco franc ETIQUETTE-ETIQUETER e sembrerebbero d’altro
percorso rispetto al tema gr ETHOS, purtuttavia, l’espressione regole del cerimoniale relativa ad Etichetta,
attraverso lo sp ETIQUETA, lascia intendere ragionevolmente che il lat ETHICA già gr ETHIKA da ETHOS
non è affatto estraneo.
Pseudoetim, invece, sono i termini omonimi Etico-ètico questo dal lat HECTICUS tisico connesso col gr EKHO
io ho cui HEKTIKOS ellissi della locuzione con PYRETOS febbre, che vale febbre continua-abituale, e Eticoètico questo tratto dall’ingl ETIC staccato dal termine PHONETIC quale significato di funzione descrittiva
anziché definitiva entro un sistema linguistico
Dal gr AISTHESIS sensibilità-sensazione cui AISTHETIKOS armonioso, il lat AESTHETICA, l’ital conta
Estèta dal gr AISTHETES con Estètica, Esteticità, Estètico, Esteticamènte, Esteticìsmo, Estetìsmo, Estetìsta,
Estetìstico, Estetizzàre con Estetizzànte, eppoi il prefissato Inestètico (IN negativo) cui Inestetìsmo “lieve difetto
fisico”, il composto Estetologìa con Estetòlogo, il pref ESTESIO cui Estesiologìa, Estesiometrìa con
Estesiòmetro.
\ Nuraghe Trullo Dammuso
Da Morra mucchio, nel tema med paleosardo NURRA mucchio di sassi, d’etimo preindoeur, discende Nuràghe, tipico
monumento tronco-conico a grossi massi, utilizzati come dimore fortificate.
Per inciso, dal lat MUTULUM pietra sporgente, donde Mùtulo trave sporgente, l’ital conta Mùcchio attestatosi come
insieme di cose riunite (vrs da un’arcaica disposizione di pietre conficcate nelle terreno), cui il prefissato Ammucchiàre con
Ammucchiamènto, Ammucchiàta e il doppio prefissato Rammucchiàre (pref RI AD); pseudoetim il lemma Mucchìgnero di
voce sarda, pianta delle Rafflesiacee da Refflèsia “genere di pianta tropicale” derivato dal nome di T.S. Raffles (1781/1826).
Il lat conta ancora ACERVUS mucchio, ammasso cui Acèrvo ed ancora Acèrvolo o Acèrvulo termine in botanica e in
medicina.
Il got conta RIKAN ammucchiare cui l’adattamento ital nell’omologismo Recàre con Recàta e Recàto, Recatòre
Una pietra o una trave che sporge pare mozzata agli occhi di un osservatore; probabilmente, da questa sensazione è stato
foggiato il verbo lat MUTILARE, da MUTILUS mozzo, cui Mutilàre con Mutilàto, Mutilamènto, Mutilatòre, Mutilaziòne,
Mùtico dalla locuzione lat SPICA MUTICA mutila delle reste e Mùtilo, eppoi il termine Mùto voce mozza dal lat MUTUM
silenziosoche può essere considerato d’origine onomatopeica della serie MU MU dallo sforzo vocale dei muti (Ved Camorro
in terzina), cui Mutìsmo, Mutèzza, Mùtolo con Mutolèzza, l’onomastico Muzio dall’aggetivo MUTUS, Mutìlla (sorta di
insetto), il glb ingl Muting,.
In percorso mer da NURRA, oltre a Morra, l’ital ha ereditato il snm Màrra mucchio di sassi, cui Maròcca e un raro Marìno
(omn di Marino da Mare), Marrùbio “sorta d’erba perenne” o Marròbio o Marròbbio (da evitare poiché è l’omn di Marrobbio
“livello del mare”) e Maròbbio cui Marrubìna, con l’omografo Màrra zappa dal lat MARRA d’identico tema med MARRA
cui, in estensione, Marraiuòlo “guastatore militare”, Marràncio “coltellaccio da macellaio” e Marrascùra “arnese per nettare
gli olivi”, infine il prefissato Smarràre che in pratica è snm di Zappare; la relazione tra sassi e zappa appare poco chiara, a
meno che non ci sia stato un rivolgimento lemmatico nel contesto dei lavori nei campi. Smarrìre, invece, non sembrerebbe
connesso con questo percorso, poiché è l’omologismo dal franc ant ESMARRIR già MARRJAN disturbare, con
Smarrimènto e Smarrìto con la locuzione della parabola cristiana La pecora smarrita.
Verso la fine del Settecento, a Roma fu coniato il termine Marràna o Maràna per indicare una fossa d’acqua a scopi
d’irrigazione, vrs connesso con Marra zappa per il lavoro dell’escavazione o con Marra mucchio di sassi per il conseguente
mucchio di pietre prodotto, oppure in sovrapposizione.
Il termine siciliano Marrubbiu, italianizzato Marròbbio (omn del botanico Marrobio) o Marrùbbio, che indica una rapida
variazione del livello del mare, potrebbe avere l’identica e remota rad med del romano Marrrana; nulla osta, infatti, pensare
ad una connessione comune con la rad del sct SARAS specchio d’acqua, svoltosi nel lat MARE laguna, per poi attestarsi nel
corrente significato Mare.
Dall’ar MUHARAM roba vietata, ma riferita alla carne di maiale, gli spagnoli coniarono MARRANO porco, passato poi
dagli stessi spagnoli ad indicare l’ebreo o il musulmano convertito al cristianesimo; abusato nel veneziano Marrano, è stato
esteso nel significato di spregevole, maledetto, scomunicato. L’ebreo di Spagna, inoltre, era discriminato con Sefardìta,
dall’ebraico SEFARAD Spagna.
Oltre al tipico sardo Nuraghe mucchio di sassi, troviamo nelle Puglie il Trùllo, un manufatto mucchio di sassi dal tema gr-lat
THOLOS TURRIS TRULLA ed ancora in gr tardo TRULLOS in gbz TORULLOSA tutti col significato finale di cupola.
Trullerìa o Trullàggine valgono furbizia e ci piacerebbe porre questo termine in richiamo metaf ai Trulli, la cui copertura,
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stando alla tradizione, era montata a sera ed eventualmente smontata all’alba, per raggirare gli ordini del padrone, un conte di
Conversano che proibiva la costruzione di tetti in muratura nella sua proprietà in agro Alberobello, toponimo questo che non
sta da “un albero bello” ma dal lat (SILVA) ARBORIS BELLI ovvero Selva dell’Albero della guerra (BELLUM guerra),
così denominata la quercia; infatti la zona, chiamata “selva”, ne era ricca, il cui ricordo sopravvive nel vicino toponimo Selva
di Fasano.
Omn di Trùllo, la nostra lingua elenca Trùllo quale ipocoristico di Citrùllo termine volg di Cetriòlo (questo o Cedriòlo o
Cetriuòlo e Citròlo e) dal dim lat CITRIOLUM di CITRUS cedro delle Rutacee cui Citrullàggine, Ironia della coincidenza,
allora, se Trullaggine è la furbizia dei braccianti di Alberobello, la Citrullaggine è quella dei padroni (proprietari della
raccolta dei citrulli). L’ancora omn Trùllo scoreggia è della serie onomatopeica TR LL cui Trullàre (Dante).
Il lat conta lo specifico CUCUMIS cetriolo cui Cucumària “il cetriolo di mare” che sta per Olotùria, della Classe Oloturoidèi
o Oloturòidi, composto col gr HOLOS tutto e THURIOS impetuoso. Il volg mer conta Cumarazzo-Cummarazzo “sorta di
cetriolo” in connessione semant con CUCUMIS, anche se si potrebbe pensare ad un derivato in forma volg della
composizione lat “CUM RATIO” che sta per “della stessa specie-razza (del cetriolo)”.
D’etimo ar DAMUS volta, l’omologismo Dammùso è la tipica costruzione in pietra di Pantelleria e Lampedusa, con il tetto a
volta. Il volg siciliano Dammusu vale anche prigione, vrs , in senso fig, dalla tradizione d’assegnare quelle isole a domicilio
forzato.
Sarà una coincidenza, ma Dammuso appare in connessione rad col termine ol DAM che vale diga, ovvero un manufatto di
pietre, vedi Amsterdam, che sta per diga sul fiume Amstel.
Per associazione, queste due isole mediterranee sono ricche di capperi; Càppero, cui Capparidàcee (la Famiglia), un obsoleto
Capperèto, è da un tema med KAPPAR passato nel gr-lat KAPPARIS-CAPPARIS.
\ Cedri
Il Cèdro deriva da due etmologie, fonte di equivoci: il Cedro del Libano è dal lat CEDRUS già gr KEDROS cui Cedrèla,
Cedrèto, Cedrìno.
Il Cèdro delle Rutacee, invece, è dal lat CITRUS cui Cedràia “sorta di pergolato”, Cedràngolo o Cetràngolo (inc con
ANGURION cetriolo), Cedràre, Cedràta, Cedràto, ancora un Cedrèto, Cedricoltùra, Cedrìna o Cetrìna (sorta di arbusto delle
Verbenacee), ancora un Cedrìno, Cedròne, Cedronèlla, ma vrs possiedono una comune rad d’origine, connessi con CAEDUS
“adatto al taglio” cui Ceduo; incluso il percorso chimico fedele al lat CITRUS cui Citràle, Citràto, Cìtrico, Citrìna (ossia la
Vitamina P presente negli agrumi), Citrìno.
Pseudoetim è il termine Cedràcca “felce” o Cetràcca, un omologismo dal persiano SITARAK.
CAMPO CAMPIONE CAMPANA
CAMPO
Càmpo è dal lat CAMPUS, che dà l’immagine di spazi aperti non essenzialmente agricoli, ma successivamente
assimilati, come una piazza quale Campo dei fiori a Roma; non sono rintracciabili connessioni. Tra i suoi
derivati e composti, indiretti o meno, l’ital conta Campàle, Campàre e Campicchiàre “vivere e vivacchiare” (con
il lavoro dei campi) da una metaf agricola cui Campesìno, attraverso lo sp, snm di Contadino, Campàio o
Campàro e Campière o Campièro “guardia campestre” i primi di tradizione toscana e i secondi siciliana,
Campàta quale “spazio determinato”, Campàtico “tassa agraria”, Camperèccio snm di Campèstre, i dim
Campètto e Campièllo questo per accezione “piazzetta veneziana”, Campàgna dal medv CAMPANIA,
Campagnòlo, Campamènto (il mantenersi in vita), l’esot Campero (stivale da campagna), il termine glb Campos
attraverso il ptg ma del tutto lat, il metaf dim Camporèlla costruito dal plur lat CAMPORA e che corrisponde al
dim Campicèllo, i termini turistici il glb ingl Camper snm di Autoroulòtte, cui l’omologismo Camperìsta, e
Campèggio con Campeggiamènto, Campeggiàre, Campeggiatòre, Campeggìsta e Campeggìstico; l’omn
Campèggio o Campèccio è una sorta di albero nativo dello stato messicano Campeche.
Eppoi i composti Campimetrìa, Camposànto già Campo santo (snm di Cimitero entrambi adottati dal XIV sec)
cui Camposantière e, con i pref, Accampàre (sistemersi in campo) con Accampamènto, Scampagnàta; il termine
si ritrova nel franc CHAMPAGNE, cui il glb Champagne “sorta di spumante” con l’omologismo Sciampàgna
cui Sciampagnìno, il fig Sciampagnòne questo inc con Compagnone, e Sciampagnòtta “sorta di bottiglia”.
Ancora in percorso la pianura del Campidano l’ant distretto sardo, Campigiàna “sorta di mattone”relativo al
toponimo Campi, Campobassàno quale relativo del toponimo Campobasso.
Scampàre, con Scàmpo e Scampàto, in origine “sfuggire al gravoso lavoro dei campi” (pref S sottrattivo), cui il
dim fig Scàmpolo nel senso di “rimasto fuori”, certamente non connesso con Scàmpo “gambero” omologato inv
dal veneziano Scampo, il quale si suppone derivato dal greco KAMPE bruco con pref S intensivo. Da altre
analisi, Scampare stava per ”sopravvivere ad un campo di battaglia” poi esteso genericamente “ad un pericolo”;
nel volg, specie mer, Scampato vale “spiovuto”, vrs nel senso atavico di “ persone, animali e cose scampate al
danno di allagamenti”.
Capitolìno è da CAPITOLIUM attestatosi in Campidòglio, questo vrs da CAMPUS, quindi non sarebbe del
percorso di CAPUT capo, come si potrrebbe credere.
Il lat CAMPUS rimane inv negli Stati Uniti ad indicare la piazza centrale delle università, termine oramai glb in
Campus quale cittadella per universitari. Ancora, tramite l’ingl, ci tornano Càmper, Càmping, Camperìsta.
Legittimo della nostra lingua, il termine Càmpo, etim quale spazio aperto, che sta per area coltivata, misura
veneta d’estensione terriera; ancora, vale giacimento minerario, luogo di combattimento o d’esercitazione, area
per particolari servizi, attività o azioni, relativo all’araldica e alla numismatica, spazio fisico, visuale d’obiettivo.
Campìre è l’estro artistico di uniformare cromaticamente il fondo o altre parti di un quadro, cui Campitùra. Il
Càmpago (o Còmpago) era l’elegante e nobile calzare romano.
Il lat conta il termine specifico RUS che vale campagna, nel senso di scorporo dall’incivilimento cittadino, cui il
percorso Ruràle da RURALIS con Ruralità, Rùstico da RUSTICUS con Rusticàggine, Rusticàno, Rusticherìa,
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Rusticìsmo e Rusticità. I termini Rùsco dal lat RUSCUM “pungitopo” e Rùspa con Ruspàre e Ruspànte dal lat
RUSPOR RUSPARI scavare per cercare cui la locuzione Pollo ruspante, potrebbero essere etim connessi con
RUS, ovvero relativi alla terra della campagna cui ancora fig Ròspo, cui la locuzione Rospo comune per questo
anfibio anuro tutto ital, scientificamente detto Bufo bufo da Bùfo o Bufòne “rospo” di origine onomatopeica; il
termine Rispo corrisponde allo specifico gr PHRYNOS donde l’ital Frinosòma (col gr SOMA corpo),
Snm di Campàgna è Agro-àgro (omn di Agro “acre”) che dà questa volta il senso di campi lavorati, da rad AG
condurre e dal lat AGRUM campi attorno alla città, cui Agràrio, Agrèsta con Agrestìno “uva acerba” ma vrs il
termine è sovrapposto ad Agro “acre”, Agrèste da AGRESTIS “sta in campo” con il suff STIS estratto da Stare,
Agròstide “sorta di pianta” dal gr-lat AGROSTIS “gramigna”, eppoi una serie composta col suff adattato AGRI
AGRO cui Agriartigianàto, Agricoltòre o Agrìcola, Agricoltùra, Agrimensùra con Agrimensòre (con il lat
MENSURA misura) questo snm lat di Gromatico, Agroalimentàre, Agrobiologìa con Agrobiòlogo e
Agrobiotecnologìa, Agrochìmica, Agroecologìa, Agroindùstria con Agroindustriàle, Agroingegnère, Agrologìa,
Agrometeorologìa, Agrònica (con Elettronica), Agronomìa con Agronòmico e Agrònomo, Agrosistèma
Agroecosistèma, Agrostèmma “sorta di pianta delle Cariofillacee”, Agrotècnico, il neologismo Agropiraterìa. Di
vrs connessione è il termine Agriotimìa dal gr AGRIOTHYMOS temperamento fiero composto con AGRIOS
fiero-selvatico e THYMOS animo.
Il lemma Agricoltura entra in locuzione quali Agricoltura biologica, Agricoltura intensiva, Agricoltura
estensiva, Agricoltura transgenica, inoltre non è esclusivamente relativo alla produzione alimentare, poichè essa
include, ad esempio, la produzione di legno, di cellulosa per la carta (dai pioppi), di piante per medicinali…
Snm di Agricoltore è Contadìno, dal prvz CONTAT feudo di un conte, da Contàdo in lat COMITATUM cui
Contadinàme, Contadinànza, Contadinàta, Contadinèsco, il prefissato Incontadinàrsi, eppoi Contèa questo
attraverso il franc COMTEE da COMITATUS che vale “territorio di un Conte” cui Viscònte e Viscontèssa
attraverso il provz VESCONTE già lat VICECOMES col pref VICE al posto di… con Viscontàdo, Viscontèa,
Viscontèo questo anche relativo alla storica cognomastica milanese Visconti.
In ar FELLAH è contadino povero (cafone), cui gli omologismi Fellà attestatosi in aratore, Fellòne attraverso il
lat medv FELLO col genitivo FELLONIS, cui Fellonèsco, Fellonìa, vrs in connessione rad con l’ar FELLAQ
bandito cui Fellàga “appartenente ad una banda armata” attraverso il franc FELLAGHA.
\ CAMP è quel movimento creato da Susan Sontag, che magnifica l’artificio artistico e il dandismo esistenziale, accogliendo benevolmente
l’omosessualità; il termine, in prevedibile estinzione, sta ad indicare il “superato”.
Memorabile il toponimo Camp David, la località USA dove, nel 1979, avvenne lo storico trattato di pace tra gli egiziani, guidati da Anwar
Sadat, e gli israeliani di Menahem Begin, con la mediazione del presidente americano Jimmy Carter, dopo trentanni di guerra. Di cattiva
memoria umana i Campi di Concentramento, inventati a Cuba nel 1895 dagli spagnoli, imitati dagli inglesi per i boeri nel 1910, adottati
successivamente da tutti i paesi in conflitto armato. I Campi, da un verso, avrebbero dovuto “umanizzare” le guerre, per questo i prigionieri,
invece di d'essere tradizionalmente giustiziati, sarebbero stati resi impotenti al combattimento - ed è questo che più conta nelle guerre dall’altro, si sono rivelati lo strumento della più abietta deformazione della mente umana, dalle camere a gas ai forni, dalle torture ai veri e
propri esperimenti chirurgici in vivisezione, tali forse da far rimpiangere i tempi delle semplici condanne a morte per i prigionieri di guerra.
Il Campo è anche una struttura matematica o linguistica, uno spazio d’interazioni elettromagnetiche, vettoriali, gravitazionali... \
CAMPIONE
Campiòne, dal lat medv CAMPIO-ONIS combattente in campo, d'origine franca KAMPJO; il termine Campione
può allora tranquillamente essere tradotto in “il più bravo in campo libero” cui Campionàto, il dim
Campioncìno. La semant lo ha successivamente idealizzato in “eroe, modello d’eroe” sino a “modello”, cui
Campionàre, Campionamènto, Campionàrio, Campionarìsta, Campionatùra con Campionatòre, il termine
industriale Campionìsta e il prefissato Accampionàre con Accampionamènto per accezione “campione quale
mappa catastale”. Campionèse è il relativo del toponimo Campione d’Italia (cittadina italiana – modello italiano
- in territorio svizzero).
Associato a Campione c’è il termine Primàto snm del glb Record, con Primatìsta, dal lat PRIMATUS astratto di
PRIMARE primeggiare, questo verbo denm dall’ordinale PRIMUS primo (da tre unità in poi) cui Prìma col
poetico Prìa dal volg PRIA e Prìmo da PRIMUS cui l’onomastico Primo “il primo nato dei figli”, eppoi
Primàrio, Primàte, Primàti (ordine a cui appartengono le scimmie), Primatìccio, Primàzia e Primaziàle,
Primeggiàre, Primièro cui Primièra (fig “ un gioco delle carte” snm di un volg toscano Goffo, e “sorta di pasta da
minestra” a forma appunto di semi delle carte) e, Primitìvo con Primitivìsmo, Primitività, un Primitìvo “sorta di
vitigno mer”, Primìzia con Primiziàle, utilizzato anche nelle composizioni quali Primattòre, Primèvo, Primicèrio
con Primiceriàle e Primiceriàto (con CERA sta per “il primo in elenco inciso su una tavoletta di cera”, attestatosi
quale “capo di dignitari” o simili), Primìna “una classe elementare”, i botanici Primìna con Prìmula o Prìmola
“sorta di pianta” dalla locuzione lat PRIMULA VERIS la prima in primavera e Primulàcee (la Famiglia), la
locuzione “democratica” ricorrente dal lat PRIMUS INTER PARES primo fra gli uguali; eppoi, Dapprìma
questo dalla locuzione Da prima, Prìa dal volg PRIA prima cui Priòra con Priòre, Prioràle, Prioràto, Priorità e
Prioritàrio dal lat PRIOR che precede-anteriore-superiore (tra due unità), la locuzione A priori (opposta a A
posteriori), donde Apriòri, Apriorìsmo, Apriorìstico e Apriorità, eppoi Prìsco con Prìstino e il prefissato
Riprìstino con Ripristinàre da un ant PRIS dal valore di dapprima e da un ant suff TINUS attestatosi anche in
sct. Il lemma Primàccio è pseudoetim, poiché è una errata attestazione da Piumaccio, questo dal lat
PLUMACIUM.
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L’ital ha adottato i glb la locuzione bancaria Prime rate “tasso primario” con un Subprime, eppoi il televisivo
Prime time” tempo primario” ossia l’orario di maggiore ascolto, l’enologico franc Primeur dalla locuzione
VENTE DE VIN EN PRIMEUR vendita di vino anticipata (appena dopo la fermentazione), la locuzione inv lat
Primus inter pares “primo fra uguali” una sorta di Re Artù in Tavola Rotonda con i cavalieri.
Record, termine snm di Primato, cui il glb Recordman snm di Primatista, è copiato dall’ingl RECORD
registrazione, tuttavia è l’erede del lat RECORDARI ricordare.
L’albo dei record, o dei primati, è riconosciuto in ambito glb col termine Guinness (adottato dal 1990), dall’omn
Casa Editrice che lo pubblica.
\ Tra gli aggiornamenti dell’albo Guinness, si conta il record di una signora coreana che ha cantato ininterrottamente ben 979 canzoni in 59
ore e 48 minuti, dedicandolo al proprio compagno.
CAMPANA
Indirettamente, Campàna è un derivato di Campo; il lemma è d’estrazione toponomastica, dell'unica regione in
cui erano costruite le Campane, la Campania cui Campàno. Campania era Campagna per eccellenza, come già
visto dal lat tardo CAMPANIA, ricercata fin dagli antichi romani, per fughe romantiche, politiche, seconde case,
lussuria (Pompei, Ercolano). Il passaggio toponomastico sarebbe partito da Agro Capuano, nella zona di Capua,
per attestarsi in Agro Campano ed infine in Campania.. Altri derivati, Campanàccio, Campanàio, Campanàrio
cui la locuzione Cella campanaria, Campanàro, Campanatùra, i dim Campanèlla, Campanèllo e Campanìno,
Campanìle con Campanilìsmo, l’accr Campanòne, Campànula con Campanulàto, i composti Campanifòrme,
Campanulàcee (Famiglia nella tassonomia vegetale) e i prefissati Scampanàre denm di Campana col pref S
durativo cui Scampanacciàta e Scampanìo, eppoi Scampanellàre denm di Campanello con Scampanellàta e
Scampanellìo. Scampanàto è l’aggettivo “a forma di campana” dal Pp di Scampanare cui Scampanatùra.
\ Storicamente, l’utilizzo delle campane come richiamo (adunate, allarmi…) pare risalga al vescovo Paolino di Nola nel V sec; nel 561,
invece, risalirebbe la notizia, data da Gregorio de Tours, circa le installazioni di campane su apposite torrette, i futuri campanili \
Il Campanìno non è dim di Campàna, bensì una qualità di marmo che si estrae a Pietrasanta, che risuona
tipicamente ai colpi della lavorazione.
Il snm Tintinnìo di Scampanellio, con Tintinnìre e Tintìnno, eppoi Tentennàre e Tintinnàre, dal lat TINNIRETINTINNARE, cui Retentìre attraverso il franc TENTIR e il reiterativo RETENTIR, è dalla serie onomatopeica
T N cui Tinnìre con Tinnìto e gli aggettvi Tinnànte e Tìnnulo, fedele al lat e associato a Frinìre dal lat
FRITINNIRE cui Fritinnìre connesso con l’onopatopeico BHR N.
Ad Alberto di Savoia (1798/1849) fu assegnato l’epiteto di re Tentenna, in aggiunta a il Magnanimo.
\ Campanilismo
Il Campanilismo, cui Campanilìsta e Campanilìstico, è, in forma di sentimento pressoché positivo, il grande amore per il
proprio paese natale o adottivo, tale da privilegiare le relazioni con i paesani, il consumo dei prodotti locali, di trascorrervi
sistematicamente le vacanze, od altro sullo stesso piano. Si muta in un eccessivo e pericoloso attaccamento qualora la
preferenza vada a palese svantaggio del prossimo non paesano, addirittura a suo danno.
Il Campanilismo, marcato di rivalità, egoismo o egocentrismo, è l’eredità lasciata dal tempo dei Comuni, protrattasi nelle
Signorie, quando tra alleanze e leghe si dibattevano in conflitti anche bellici.
La genesi, questa, di molteplici proverbi, ovvero di sentenze popolari che indicano, ad esempio, gli abruzzesi forti e gentili, i
padovani impiccatori d’asini, i piemontesi falsi e cortesi, i vicentini mangiatori di gatti, i fiorentini quali doghe di botte, i
genovesi quelli che prendono e non rendono, i napoletani stretti di mano, i salernitani capaci d’ingannare anche il diavolo.
\ Vanga Zappa
Il contadino usa Vanga e Zappa; il primo, Vànga, è inv dal lat VANGA di origine ger, cui Vangàre-Rivangàre (questo anche
fig) e Vangatòre, Vanghèggia, Vangheggiàre, Vanghètta, Vanghettàre, forse connessi col ted WANGE guancia, per la
particolare forma dell’attrezzo, e tramite il long WANGJA guancia, infatti, l’ital conta Guància (dal XIII sec), snm di Gota,
con Guanciàle, Guancialàio, Guancialàta, i dim Guancialètto e Guancialìno, Guanciàta quale “Schiaffo” in complanare con
Guanciòne “Schiaffone”, e il prefissato Sguància con Sguanciàre e Sguàncio o Sguìncio.
Termine alieno un mas Guàncio quale omologismo dal berbero attraverso lo sp GUANCHE, quale appartenente a una ant
popolazione delle Canarie sterminata dagli spagnoli.
Sguancìo, invece, pare sia la variante di Scancìo o Schiancìo, attraverso il franc GUENCHIR piegare ma non ci dovrebbe
essere incertezza nel sancire la connessione con il tema indoeur WANGE-WANGJA-VANGA-Guancia, col quale è connesso
il il gr GENEION mento, il lat GENIA guancia, cui Genièno e il pref GENIO per composizioni quali Genioglòsso (col gr
GLOSSA lingua), Geniospàsmo.
Curiosità etim è che dall’ingl FANG dente s’utilizza il termine VANG quale dispositivo draulico, ma nel volg ital esiste
Vangale che vale dente molare (il dente che macina); la coincidenza, se non si tratti d’inc lemmatico, tra VANG dente e
VANGA che taglia appare straordinaria.
Zàppa è dal tardo lat SAPPA d’identico tema med SAPPA, con lenizione della s in z, presunta connessione con l’illirico
ZAPP capro, per la forma dell’attrezzo che richiamava le due corna dell’animale; derivati il dm Zappètta con Zappetrtàre e
Zappettatùra, l’accr Zappòne con Zapponàre e Zapponatùra, il denm Zappàre con Zappamènto, Zappàta, Zappatùra, eppoi
Zappatòre o Zappadòre, Zappatrìce, un Zappicàre composti Zappacavàllo, Zappatèrrea. Gli spagnoli hanno ZAPATEADO,
quale ballo caratterizzato dal battere dei piedi, come la zappa.
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