Lavoro Psicologia e Comunicazione

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Lavoro Psicologia e Comunicazione
M. Cristina Nardone
Direttore Generale e A.D. della società di
consulenza e formazione aziendale
“S.T.C. Change Strategies” fondata nel 2001
insieme al fratello Prof. Giorgio Nardone.
Sono oltre 600 gli interventi di consulenza, coaching e formazione che ha svolto con successo con manager aziende ed
organizzazioni.
è inoltre Direttore Marketing e del
Personale del “Centro di Terapia Strategica”.
Presidente della Nardone Watzlawick Onlus
da lei fondata nel 2007.
Lavoro Psicologia
e Comunicazione
Come superare la paura
del colloquio di assunzione
Continuando il nostro cammino alla conquista di un lavoro, superato il primo ostacolo, ovvero
dopo avere attirato l’attenzione del nostro incaricato della selezione del personale con il CV ed
essersi assicurati l’opportunità di un primo colloquio conoscitivo, si presenta l’ostacolo successivo: l’incontro vis a vis col presunto futuro datore di lavoro o chicchessia a farne le veci.
La data e l’orario del colloquio sono stati definiti e comunicati via mail, a breve dovremo convincere il nostro interlocutore che quel posto di lavoro è proprio adatto a noi, che nessun altro potrebbe ricoprirlo altrettanto bene quanto noi!
Un gioco da ragazzi….soprattutto se quel lavoro lo si è svolto per anni e si è acquisita un’ esperienza tale da distinguerci o se si è studiato così tanto da poter argomentare e convincere anche
un mulo della nostra capacità. A mettere lo zampino e a
farci inciampare sulle nostre sicurezze, però, arriva inaspettato un qualcosa di talmente naturale ma altrettanto
sconosciuto di nome PAURA.
Giunta inattesa la felice notizia, all’entusiasmo si sostituisce una strana sensazione, un qualcosa che fa trascorrere
notti pressoché insonni e che rende agitate le ore che ci
separano dal momento fatidico. Esattamente quella stessa sensazione che durante gli anni di scuola annebbiava i giorni prossimi all’interrogazione, sino a rendere pessima l’ esposizione, nonostante ore ed ore di studio stimolato proprio da quella stessa paura.
lavoro.
A parte questo, che già è tanto, appoggiarsi su qualcuno ha effetti non solo sugli altri ma soprattutto su noi stessi, sapete come? La persona che ci accompagna ci passa inconsapevolmente
due messaggi: uno sicuramente positivo: ti aiuto perché ti voglio bene, l’altro più subdolo e nocivo: ti aiuto perché da solo non saresti in grado. E’ come se ci dicesse io ti sono accanto perché
da solo non ce la fai. Effetti catastrofici sull’autostima!
Per finire la reazione più classica e ordinaria, spesso alimentata dal senso comune e dalla cattiva informazione, è quella che spinge a cercare di rilassarsi, a respirare profondamente, a cercare di scacciare il pur minimo sentore di timore. Sono lì che aspetto il mio turno, il cuore batte
forte, le mani divengono fredde ed io comincio a controllare il mio respiro, deve essere calmo, la sudorazione deve
scomparire, etc. Chi fa questo non ha ben chiaro una cosa
basilare: la mente umana è guidata da un meccanismo
paradossale. Più si cerca di allontanare una reazione e
più la stessa si alimenta sino a travolgerci come un fiume
in piena. Non è un caso che CHI SOFFRE DI ATTACCHI
DI PANICO metta in atto sistematicamente questa “tentata soluzione” inadeguata al superamento del momento
critico e che proprio questa soluzione sia ciò che contribuisce ad alimentare ed aggravare il problema.
COME UNA MARIONETTA ROTTA CON GLI OCCHI
RIVOLTI VERSO L’INTERNO L’ATTENZIONE NON
SARÀ PIÙ INDIRIZZATA AL MOMENTO DELLA PRESENTAZIONE DI SÉ MA ALLE REAZIONI CHE DIROMPONO DENTRO, PROPRIO IN VIRTÙ DEL NOSTRO
SFORZO DI FRENARLE. Risultato? un attacco di panico seduta stante, lì di fronte al potenziale capo che non
lo sarà più.
Sappiamo che la paura non è in sé una condizione patologica per l’organismo, anzi questa è essenziale, è ciò
che ci protegge e adatta il nostro corpo ai cambiamenti e agli stimoli esterni attraverso risposte fisiologiche. Se non esistesse la paura, di fronte a stimoli minacciosi, non metteremmo in atto alcun tipo di risposta difensiva: “L’uomo che non prova mai paura è perduto” (L.F.
Céline). La paura è quindi naturale e ci deve stare, ma,
quello che la rende disfunzionale, è il nostro modo di gestirla, razionalizzarla, scacciarla, etc.etc.
Ci sono molti modi per cercare di allontanare la paura:
evitare, ragionare, chiedere aiuto, cercare di controllare
le reazioni fisiologiche legate a questa sensazione.
Analizziamoli uno ad uno.
Sulla base dell’ansia generata dalla notizia di un prossimo colloquio di assunzione, potrei pensare di rimandarlo di qualche giorno, credendo che, con un po’ di tempo
in più, l’ansia si allenti. Nulla di più sbagliato! Evitare una
situazione che ci spaventa ci dà la conferma del fatto che
non siamo in grado di affrontarla. Risultato: la paura anziché diminuire aumenta e pure in maniera esponenziale:
mi presenterò al colloquio ancora più terrorizzato e agitato!
Camminavo lungo la strada con due amici
quando il sole tramontò
il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue
mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto
sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco
i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura
e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura.
Ci permettiamo allora, sulla base di quanto esposto, di
darVi qualche piccolo suggerimento nei confronti di
quella cosa così sconosciuta che è la paura, per evitare di far scomparire le vostre capacità dietro il velo
dell’emotività. Come detto la paura è sana, è fisiologica
e, se si mantiene a livelli moderati, rappresenta la spinta
che ci porta a fare e a migliorare. Per tenerla al di sotto
della soglia critica basta lasciarla andare, evitare di combatterla, portarla con sé come l’ombra che, nonostante sia
sempre presente, alla fine sparisce dalla vista ed è come
se non ci fosse più. E se poi si è ancora agitati di fronte
all’interlocutore perché nasconderlo, il nostro punto
debole può trasformarsi nel nostro punto di forza.
Dichiariamolo!
“Mi sento molto emozionato, mi perdoni se la mia voce
sarà bassa e tremante ma sono troppo orgoglioso di essere qui e di parlare con Lei…” o qualsiasi altra formula che
vi sia più congeniale.
Oppure, di fronte al timore, vuoi di fare brutta figura di
Sarete voi a scoprire personalmente gli effetti di questa
non spiccicare parola o di non essere preso in considedichiarazione!
razione e via dicendo, potremmo nei giorni antecedenti
l’appuntamento, cominciare a ragionare con l’intenzione
E ricordando le parole di Paolo Borsellino:
sana di ridurre questo stato di preoccupazione: immaginarsi possibili domande, preparare possibili risposte ma
“E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’imcosì facendo si finisce per entrare in un labirinto senza
portante è che sia accompagnata dal coraggio. Non
Edvard Munch “L’urlo” 1893
fine.
bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti divenLa domanda potrebbe essere quella ma potrebbe esseta un ostacolo che impedisce di andare avanti.”
re anche differente e d’altro canto la mia risposta potrebbe essere corretta ma potrebbe, pure,
essere riformulata in maniera migliore….così si va avanti all’ infinito ingigantendo all’infinito l’anDr.ssa Susanna Scartoni & M. Cristina Nardone
goscia per la varietà di possibilità che si aprono a dismisura, sino a toccare con mano che niente risulta come si era immaginato.
IMPORTANTE: chi non ha possibilità economiche in caso di bisogno, può rivolgersi alla
Non è raro poi il caso della richiesta di aiuto: chiedere alla mamma, all’amica, al fratello di essere accompagnati al colloquio di lavoro diventa un modo per rassicurare se stessi; se qualcosa
andrà storto ci sarà subito qualcuno pronto a consolare. Avete pensato che a presentarsi in coppia non si fa proprio una bella figura? l’idea che si crea di noi è sicuramente quella di persone
poco capaci a destreggiarsi in situazioni di difficoltà venendo così scartati dall’anelato posto di
associazione da noi fondata insieme ad un gruppo di professionisti, psicologi, psicoterapeuti, consulenti con la propria soddisfazione professionale, uniti dalla formazione nel Modello
di Terapia Breve Strategica e dalla condivisione di un impegno sociale.
“NARDONE WATZLAWICk ONLUS” website: www.nardone-watzlawick-onlus.org Tel.: 0575 350240
Inviate le vostre domande a: [email protected]
Pubblicheremo le vostre risposte nelle prossime edizioni di MENDI Affari e Lavoro