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Il Centro Matteucci e la sicurezza,
dall’esperienza alla consulenza.
Elisabetta Palminteri Matteucci
Vicepresidente
Centro Matteucci per l'Arte Moderna
Associazione Culturale
Martedì 23 novembre 2010
Associazione Civita
Roma, Piazza Venezia 11
il Centro Matteucci per l’Arte Moderna
Il Centro è un’associazione culturale nata su un’idea di Giuliano Matteucci e che nel suo
background ha quarant’anni di esperienza maturata con l’Istituto Matteucci, altra creatura che si è
imposta attraverso la realizzazione dei più importanti eventi dedicati in questi ultimi anni alla pittura
italiana tra Ottocento e Novecento.
Tra gli altri si ricordano: Lega e il Quattrocento ai Musei di San Domenico di Forlì, Ritratti di Giovanni
Fattori a Palazzo Pitti, Signorini a Palazzo Zabarella di Padova e l’ultima dedicata ai capolavori della
collezione di Ugo Ojetti.
All’equipe di studiosi che operano all’interno del Centro e dell’Istituto, portando avanti un
progetto di archiviazione ragionata sulla pittura italiana del XIX e XX secolo, sovrintende un
prestigioso comitato scientifico composto da
- Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani,
- Cristina Acidini, soprintendente per il Polo Museale Fiorentino,
- Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, storici dell’arte.
Un vero e proprio laboratorio progettuale attivo da oltre quarant’anni che, oltre a godere del
riconoscimento delle pubbliche istituzioni, dispone di risorse e strumenti tali da farne una vera e
propria eccellenza: la Biblioteca ricca di oltre 20.000 titoli, tra le più specializzate sull’attività degli
artisti di area macchiaiola, l’Epistolario composto principalmente da carteggi e autografi delle
maggiori personalità di quella scuola, il Fondo fotografico che annovera circa 40 mila
immagini e il prezioso database, vera punta di diamante frutto di un’indagine sistematica avviata da
circa vent’anni e che oggi vanta, quasi 150 mila schede ragionate, per un totale di 10 mila
artisti.
il Centro Matteucci per l’Arte Moderna
Ma il Centro è soprattutto una struttura espositiva che, in virtù di tale patrimonio, ha deciso
d’intraprendere una linea di mostre incentrate sulla figura del collezionista, recuperata nella
declinazione attribuitagli da Roberto Longhi. In essa, quest’ultimo, forse guardando anche a se
stesso, identificava l’archetipo del critico in ragione del contatto, del dialogo e dell’analisi che,
quotidianamente, lo lega all’opera d’arte.
Da qui la decisione di promuovere periodicamente mostre di alto livello qualitativo e di respiro
nazionale, incentrate su un argomento ben preciso: la proposta dei grandi nuclei
collezionistici storici, focalizzando la figura dell’amateur che vi ha legato il proprio nome.
Dietro ogni collezione si cela sempre la storia di una vita, di una passione e talvolta di un’ossessione.
E insieme all’opera d’arte, il collezionista, cioè colui che l’ha scelta, talvolta commissionata e
conservata, è un soggetto altrettanto determinante a tramandarne il messaggio e il valore nel tempo.
Ecco perché la ricostruzione di una raccolta equivale, oltre che a dare un’identità morale e civile a
colui che l’ha costituita, ad alzare il sipario su un mondo altrimenti destinato all’oblio, rivelando il
gusto di un’epoca e favorendo il progredire degli studi.
Standard di sicurezza e conservazione del Centro Matteucci
Relativamente alle consuete problematiche in termini di gestione che una sede museale sui generis
come il Centro si trova ad affrontare: sin dalle prime fasi dell’accurato restauro “filologico”
dell’edificio e della ristrutturazione finalizzata alla riconversione in sede espositiva, l’obiettivo
è stato quello di assicurare un altissimo standard di sicurezza e conservazione per
proteggere la vita delle opere.
Di conseguenza, i locali sono stati dotati dei più sofisticati impianti di:
- climatizzazione,
- controllo della temperatura ed umidità,
- illuminazione,
- elettrico di tipo domotico,
- rilevazione d’incendio,
- antintrusione,
- videosorveglianza,
- sorveglianza delle superfici espositive.
Tutto nel rispetto della legislazione e delle normative tecniche vigenti in materia, sotto il periodico
controllo di personale specializzato, in diretto collegamento 24 ore su 24 con centrali operative ed
istituti di vigilanza.
L’Art Security Protocol, un’esperienza per il collezionismo
Sappiamo bene che, per scongiurare il verificarsi di qualsiasi rischio per un’opera richiesta in
prestito ad una mostra, non è sufficiente la sicurezza dei locali espositivi.
L’esperienza insegna che, il più delle volte, nell’esatto momento in cui il collezionista prende in
esame l’opportunità di accordare il prestito di un’opera, entrano in gioco tutta una serie di riserve
mentali dettate sia dall’idoneità delle condizioni della sede espositiva, sia da tutti gli altri
segmenti inerenti quel complesso backstage di una mostra. Cioè la movimentazione dell’opera,
il suo trasporto, i servizi di consulenza legale e fiscale, di restauro e di valutazione peritali.
Proprio relativamente all’art consulting l’Istituto Matteucci in virtù dell’esperienza acquisita e delle
strutture archivistiche di cui dispone, è in grado di rilasciare certificazioni peritali concernenti
l’autenticità e l’autografia dell’opera. Tale analisi è supportata dalla redazione di una scheda
riassuntiva delle voci storico-bibliografiche. Ciò a corredo di un’obiettiva valutazione economica
dell’opera rispondente alle attuali quotazioni di mercato che non può prescindere da elementi quali la
qualità, l’importanza dell’autore, il periodo d’esecuzione in relazione al percorso del singolo
artista, lo stato di conservazione, il significato estetico. Aspetti che, comprensibilmente,
presuppongono non la tradizionale formazione accademica ma un livello di conoscenza e sensibilità
acquisito nel corso di un’intera vita dal contatto quotidiano con l’opera d’arte. Come è possibile tutto
questo? E’ convinzione molto diffusa che il critico sia una figura in grado di esprimere un giudizio
competente sull’intera vicenda storica artistica: dal manufatto paleolitico, al polittico trecentesco sino
al “taglio” di Fontana.
L’Art Security Protocol, un’esperienza per il collezionismo
In realtà ciò è una mera illusione poiché varie sono le declinazioni di questa professione tra le più
complesse ed insidiose ma anche attraenti dell’agire umano, ognuna delle quali ha per oggetto un
percorso specifico ma afferente alla critica. Per storico dell’arte, ad esempio, s’intende colui che
ha approfondito a tal punto una personalità, per es. Leonardo, da conoscere il nome esatto della
serva che lo assisteva durante la sua permanenza ad Amboise. Il critico giornalista, invece,
recensisce le mostre ed è più assimilabile ad un letterato e può non essersi arricchito di studi
specifici di storia dell’arte, vedi Dino Buzzati, una delle penna più temute del Corriere della Sera, in
grado di stroncare o decretare il successo di molti artisti. Il critico militante come Germano
Celant o Achille Bonito Oliva che scopre nuovi talenti e sostiene nuove tendenze. Vi è poi il
conoscitore, il diagnostico. E, in medicina, prima d’indicare una terapia è fondamentale la
diagnosi. E’ celebre la frase di Roberto Longhi rivolta ai suoi allievi durante le lezioni di
attribuzione: “Siate prima conoscitori, poi storici”. Conoscitore è colui che ha acquisito una
profonda conoscenza attraverso un rapporto quotidiano con l’opera d’arte. Oggi la figura del
conoscitore va sempre più scomparendo viste le maggiori difficoltà di accesso alle collezioni ed al
contatto ravvicinato ed approfondito con le opere d’arte. Ciò in ragione della difficoltà di maturare
una simile esperienza, da conquistarsi nell’arco di un’intera vita.
L’unicità, la preziosità e la fragilità di simili beni autorizzano i collezionisti a pretendere il
supporto di aziende ed operatori estremamente qualificati, specialisti del settore, per non
trovarsi, come talvolta accade, in situazioni poco piacevoli dovute all’improvvisazione ed alla
scarsa affidabilità.
Parallelamente, essendo lo spettro della tipologia del collezionista molto vasto, accade che
l’incidenza del rischio sia legata, talvolta, ad un’eccesiva disinvoltura dello stesso
proprietario.
Il Centro Matteucci, dall’esperienza alla consulenza
E’ dunque assolutamente auspicabile la responsabilizzazione del collezionista nell’applicazione di
elevati standard di sicurezza poiché, attraverso la concertazione dei diversi partners selezionati, si
può ridurre la probabilità di danno. Automaticamente, alzandosi il livello di sicurezza ed
abbassando il rischio, si ottiene un netto risparmio sui costi assicurativi ed operativi
Il Centro intende, dunque, sensibilizzare i collezionisti con i quali opera quotidianamente, sulla
possibilità di ridurre i costi di operazioni di prestito, migliorando il livello di sicurezza dei loro beni.
L’argomentazione è semplice:
 Per un migliore controllo della sicurezza delle opere è necessario che
tutti gli operatori coinvolti rispettino elevati standard qualitativi;
 La presenza dei massimi standard di sicurezza e funzionalità deve
tradursi, per il collezionista, in una minore probabilità di danno e una
maggiore efficienza operativa;
 Siglando un protocollo che garantisca i massimi standard, tramite
l’utilizzo dei partner che vi aderiscono, il collezionista avrà
automaticamente accesso a delle condizioni economiche decisamente
più vantaggiose, grazie a professionalità, minore probabilità di rischio e
concentrazione di volumi su pochi fornitori che operano insieme.
evento in corso:
Contatti:
Centro Matteucci per l'Arte Moderna
via D'Annunzio, 28
55049 VIAREGGIO
prossimo evento:
TEL +39 0584 430614 - FAX +39 0584 54977
[email protected]
[email protected]
www.centromatteucciartemoderna.it
Elisabetta Palminteri Matteucci
Vicepresidente
Associazione Civita
Convegno “ARTE: LA SICUREZZA A COSTO ZERO DALLA TEORIA ALLA PRATICA”