piccoli frutti - Regione Campania Assessorato Agricoltura

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piccoli frutti - Regione Campania Assessorato Agricoltura
[ PICCOLI FRUTTI ]
PICCOLI FRUTTI
Nel progetto il lampone, il rovo, il mirtillo gigante
n di G. Bounous, G. L. Beccaro, M. Baudino, F. Capocasa, F.R. De Salvador, T. Eccher, L. Folini, R. Giordano, B. Mezzetti, A. Pititto, V. Ughini
L
a crescente domanda da parte del mercato interno sta facen­
do lievitare negli ultimi anni l’interesse dei produttori e della
ricerca verso i piccoli frutti. Il comparto è in grado di fornire
un interessante reddito non più solo alle medio­piccole aziende a
conduzione familiare delle aree collinari e montane ma anche ad
aziende caratterizzate da una sempre maggiore specializzazione e
da investimenti crescenti. Tale fenomeno è sempre più evidente
non solo nei tradizionali areali di coltivazione, che coinvolgono le
regioni dell’Arco Alpino, ma anche nelle regioni del Centro­Sud,
dove gli impianti specializzati di mirtillo gigante, lampone e rovo
sono in continua espansione. Gli attributi positivi di questo grup­
po eterogeneo di specie, appartenenti ai generi Vaccinium, Rubus e
Ribes sono infatti di varia natura: diversificazione colturale, valo­
rizzazione degli ambienti marginali, buona redditività, frutti dota­
ti di considerevoli pregi estetici ed organolettici. Nelle pagine che
seguono troviamo quanto ha messo in luce il Progetto liste varieta­
li per le tre principali colture legate al comparto dei piccoli frutti: il
lampone, il rovo e il mirtillo gigante. In ciascuno dei tre casi il testo
viene firmato dagli autori elencati sopra e il gruppo di lavoro è
stato quello descritto dal testo pubblicato in questa pagina.
n
4 BIBLIOGRAFIA
Beccaro G., Giacalone G., Bounous G., Baudino M., 2001. An
overview on berry industry in Piemonte (Italy). Acta Hort., 585:
259­262.
Bounous G., 1996. Piccoli Frutti. Lamponi – Rovi – Ribes ­
Uva Spina­ Mirtilli. Edagricole, Bologna, pp.434.
Cost836 – Integrated berry production. http://
www.agr.unian.it/ricerca/prog_ric/cost836.htm
Cost863 – Euroberry Research: from Genomics to Sustaina­
ble Production, Quality & Health. http://cost.cordis.lu/src/ac­
tion_detail.cfm?action=863
Hall H.K, Stephens M.J., Stanley C.J., Fin C., Yorgey B., 2002­
Breeding new ‘Boysen’ and ‘Marion’ cultivars. ISHS 8th Interna­
tional Rubus and Ribes Symposium, ActaHortic., 585:91­95.
Mezzetti B.,Capocasa F. e Scalzo J., 2002. Introduction and
evaluation of raspberry and blackberry varieties for expanding
berry cultivation in the mid­adriatic area. ISHS 8th International
Rubus and Ribes Symposium, ActaHortic., 585:215­219
Prior R.L., Cao G., Martin A., Sofic E., McEwen J., ÒBrien C.,
Lischner N., Ehlenfeldt M., Kalt W., Krewer G., Mainland M.,
1998. Antioxidant capacity as influenced by total phenolic and
anthocyanin content, maturity and variety of Vaccinium species.
J. Agric. Food Chem. 46:2686­2693.
Wang S.Y. e Lin H.S., 2000. Antioxidant activity in fruit and
leaves of blackberry, raspberry and strawberry varies with culti­
var and developmental stage. J. Agri. Food Chem., 48:140­146.
76 ­ SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007
4 GRUPPO DI LAVORO E CAMPI SPERIMENTALI DEDICATI
AI PICCOLI FRUTTI
. Giancarlo Bounous, Gabriele Loris Beccaro: Dipartimento di
colture arboree dell’Università degli Studi di Torino.
. Flavio Roberto De Salvador, Antonio Pititto: Cra ­ Istituto
sperimentale per la frutticoltura, Sezione di Trento.
. Tommaso Eccher: Dipartimento di produzione vegetale ­
Sezione Coltivazioni arboree, Università di Milano.
. Bruno Mezzetti, Franco Capocasa: Saprov ­ Università poli­
tecnica delle Marche.
. Michele Baudino, Roberto Giordano: Consorzio di Ricerca,
Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemon­
tese (Creso) – Cuneo.
. Alessandro Roversi, Virginia Ughini: Dipartimento di Produ­
zione Vegetale, sez. Coltivazioni Arboree Università di Piacenza.
. Luca Folini: Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio.
Campi sperimentali:
. Unità operativa Piemonte: Azienda Albertasse, Boves (Cn).
. Unità operativa Trento: Istituto Sperimentale per la Frutticol­
tura, Vigalzano Pergine (Tn).
. Unità operativa Milano: azienda Dotti, Montanaso Lombardo
(Lo).
. Unità operativa Piacenza: Valle Imagna, (Bg); Valle Staffora,
(Pv).
. Unità operativa Sondrio: Fondazione Fojanini di Studi Supe­
riori (So).
. UnitàOperativa Ancona: azienda P. Rosati, Agugliano (An).
. Arssa: Centro Sperimentale Dimostrativo “ Molarotta”, Ca­
migliatello Silano (Cs).
n
4 LE TRE COLTURE STUDIATE
A pag. 78 : Lampone.
A pag. 80 : Rovo.
A pag. 82 : Mirtillo gigante.
[ LAMPONE ]
LAMPONE
I
l lampone appartiene al genere Rubus, che comprende una
dozzina di sottogeneri, tra cui Eubatus al quale appartengo­
no il rovo ed altre centinaia di specie non commerciali e
Idaeobatus, che comprende oltre 200 specie di lampone. È diffuso
in tutti i continenti e nell’ambito della produzione mondiale dei
piccoli frutti rappresenta una quota importante, pari al 18%.
I principali Paesi produttori sono quelli dell’Europa dell’Est
(Serbia, Federazione russa, Polonia, Ungheria), che presentano
una produzione annua complessiva di circa 330.000 t. La mag­
gior parte di queste produzioni è destinata all’industria di tra­
sformazione, che da circa 115.000 t nell’anno 2000 è passata ad
assorbire oltre 160.000 t di prodotto nel 2005. In passato la Serbia
è stato il principale Paese produttore di lamponi congelati a
livello europeo, ma nell’ultimo decennio la Polonia si è appro­
priata di notevoli quote di mercato e sta migliorando ulterior­
mente la posizione sui mercati.
In altri Paesi europei i raccolti sono invece destinati prevalen­
temente al consumo fresco; primo produttore è la Germania
(20.000 t/anno circa), seguita da Francia e Regno Unito, anche
se quest’ultima nazione mostra una consistente flessione nei
quantitativi commercializzati.
In notevole aumento sono le produzioni della Spagna, per le
quali è prevista un’ulteriore crescita nei prossimi anni. In Italia
le statistiche ufficiali Istat forniscono dati in difetto rispetto a
quelli reali, che indicano un raccolto totale di circa 1.900 t, pari al
55% del totale del settore dei piccoli frutti (Peano et al., 2006). Le
regioni in cui la coltura ha maggiore importanza in termini di
produzione sono il Trentino­ Alto Adige (480 t) il Piemonte (400
t) e la Lombardia (130 t); di minore rilievo quelle del Friuli­Vene­
zia Giulia (75 t), Sicilia (31 t) ed altre emergenti quali la Calabria
ed il Lazio.
Anche per il lampone, come in generale nel comparto dei
piccoli frutti, si assiste auna domanda interna in forte espan­
sione, sull’onda di una sempre maggiore attenzione dei consu­
matori alle proprietà salutistiche e nutraceutiche del prodotto.
Le produzioni del Centro­Nord Italia, concentrate nel periodo
luglio­settembre, trovano difficoltà a soddisfare una domanda
costante; di qui l’estensione della coltura nelle regioni del Sud
e la necessità di nuove cultivar che siano in grado di estendere
4 TAB. 1 ­ Cultivar di lampone non più in Lista.
Cultivar
Chilliwack
Dr. Bauers’s®
Rusilva®
Elida® ­ Rafzmach
Fairview
Gaia
Galante*
Glen Cova
Glen Garry
Glen Magna*
unifere
Glen Moy
Cultivar rifiorenti
Autumn Bliss
Glen Rosa
Joan Squire*
Glen Shee
Gradina
Julia
Lauren
Octavia*
Qualicum*
Royalty®*
Titan®*
Willamette
Josefine*
Ruby*
78 ­ SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007
5 Tulameen si conferma la cultivar di lampone unifero
di riferimento.
il periodo produttivo, presentando elevati standard qualitativi
e una più duratura shelf life.
In ordine di precocità
Il Progetto “Liste varietali” ha l’obiettivo di valutare nuove
selezioni e/o cultivar di istituzioni pubbliche e private, relati­
vamente all’adattabilità ai diversi ambienti colturali italiani.
Nel corso degli anni sono state valutate numerose entità, in
parte ancora presenti in molti campi sperimentali e numerose
sono le nuove accessioni in corso di valutazione. Da segnalare
l’acquisizione di numerosi nuovi materiali genetici, tra cui le
cultivar unifere Cascade Delight (Western Washington Resear­
ch & Extension Centre), Cowichan (Agriculture & Agri­Food
Quebec Canada) e la rifiorente Autumn Treasure (East Malling
Research).Vengono di seguito presentate, in ordine di precocità,
le cultivar osservate per almeno un triennio, per le quali è
possibile fornire valutazioni utili per il miglior successo degli
impianti.
Sono state eliminate le seguenti unifere: Glen Garry (per la
scarsa consistenza del frutto), Dr. Bauers’s® Rusilva® (poco
produttiva), Qualicum (per la scarsa adattabilità ai diversi am­
bienti colturali e la scarsa produttività) e Octavia* che, pur
presentando un frutto di buone dimensioni e consistenza, è stata
eliminata per l’elevata spinescenza. Vale sempre questa simbo­
logia: * cultivar protetta, ® cultivar con marchio registrato. Tra le
cultivar rifiorenti sono state
eliminate Josefine*, per la scar­
sa produttività (produce solo
sulla parte apicale del germo­
glio vegetativo), e Ruby®, per
le mediocri caratteristiche or­
ganolettiche del frutto.
5 Malahat presenta un frutto simile a
Tulameen, di facile raccolta, zuccherino.
Cultivar di lampone unifero
valutate positivamente
Glen Lyon* (precoce):
Pregi. Resistenza a Botrytis e Di­
[ LAMPONE ]
dymella, uniformità di pezzatura, facilità di rac­
colta e resistenza alle manipolazioni.
Difetti. Sensibilità al RBDVirus e all’antracnosi,
frutto medio­piccolo, sapore mediocre.
Malahat* (precoce):
Pregi. Frutto simile a Tulameen, di facile rac­
colta, abbastanza zuccherino.
Difetti. Sensibilità al RBDVirus, all’antracno­
si, Phytophthora, spinescenza dei germogli
fruttiferi.
Glen Ample* (media):
Pregi. Pezzatura del frutto elevata, resistenza
alle malattie e facilità di raccolta.
Difetti. Sensibilità al RBDVirus, scarsa resistenza
alle manipolazioni.
4 TAB. 2 ­ Genotipi di
lampone in corso di
valutazione.
Cultivar unifere
Cultivar rifiorenti
Afrodita
Ada
Bojana
Autumn Best®
Cascade
Delight
Autumn First®
Cowichan
Autumn Treasure
Granat
Medea
Malling
Minerva
Sanibelle®
Valentina
Tulameen (media):
Pregi. Frutti medio­grossi, consistenti, fruttificazione prolunga­
ta.
Difetti. Sensibile al freddo invernale e al RBDVirus, a Botrytis e a
Didymella , poco pollonifera.
5 I frutti di Polana presentano aspetto gradevole e pezzatura
costante.
4 TAB. 3 – Lampone: i vivaisti autorizzati a moltiplicare
cultivar protette.
Brevetto N.
Cultivar
Cultivar di lampone rifiorente valutate positivamente
Polka * (precoce):
Pregi. Frutto medio­grande, consistente e resistente alle ma­
nipolazioni.
Difetti. Distacco dei frutti non sempre agevole.
Polana (precoce):
Pregi. Vigorosa e produttiva con frutti di aspetto gradevo­
le, pezzatura costante, facilità di raccolta e resistenti alle
manipolazioni.
Difetti. Frutto con caratteristiche organolettiche mediocri e poco
consistente.
Titolare
Italiano
Europeo
CAROLINE *
16916
Meiosis Ltd. Superior Variety, West
Malling, Kent, Regno Unito
GLEN
AMPLE *
2729
Meiosis Ltd. Superior Variety, West
Malling, Kent, Regno Unito
51
GLEN LYON
*
481
Meiosis Ltd. Superior Variety, West
Malling, Kent, Regno Unito
51
HIMBO TOP
® ­
Rafzaqu *
13008
Promo Fruit AG, Rafz, Svizzera
51
MALAHAT *
8999
Meiosis Ltd. Superior Variety, West
Malling, Kent, Regno Unito
51
POLKA *
14918
Marionnet Jacques G.F.A.,
Soings­en­Sologne, Francia
Caroline* (medio-precoce):
Pregi. Produttiva, con frutto di buone caratteristiche qualitative,
aromatico, di facile raccolta
Difetti. Scarsa resistenza alle manipolazioni.
Vivaista
autorizzato
Il numero 51, presente nella quinta colonna, fa riferimento all’azienda agricola Vivai Molari & Gatti
di Cesena, citata nella tabella di pag. 3.
Himbo Top® - Rafzaqu* (media ):
Pregi. Vigorosa, produttiva, con frutto grande di facile raccolta.
Adatta alla coltura in ambiente protetto e per il Meridione.
Difetti. Frutto poco consistente, maturazione scalare.
Heritage (tardiva):
Pregi. Vigorosa, tollerante al virus RBDV e RMR. Produttiva con
frutto consistente, serbevole di buon sapore.
Difetti. Frutto medio­piccolo, eccessivamente pollonifera, tralci
spinescenti, scalarità di maturazione. Sensibile a Botrytis e Didy­
mella .
Rossana (tardiva):
5 Himbo Top® si adatta alla coltivazione in serra e si sta diffondendo negli
impianti specializzati del Sud Italia.
Pregi. Frutto di buone caratteristiche organolettiche, molto aro­
matico. In coltura protetta matura fino a fine novembre.
Difetti.Elevata spinescenza, scalarità di maturazione, sensibile a
Phytophthorae a Botrytis.
n
SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 79
[ ROVO ]
ROVO
6 Le more di Arapaho presentano
buone caratteristiche
organolettiche.
I
l rovo coltivato appartiene al genere Rubus e al sottogenere
Eubatus che raccoglie un gruppo molto numeroso di specie
ma soprattutto sorprendentemente eterogeneo. Le attuali
varietà di rovo coltivate hanno un’origine ibrida e alcuni aspet­
ti morfologici e vegetativi possono variare anche di molto tra
una cultivar e l’altra. I rovi coltivati sono tutti uniferi, distinti in
base al portamento (striscianti, eretti e semieretti), sono per la
maggior parte tetraploidi. In Italia raccolgono il maggior inte­
resse le cultivar inermi, erette e semi­erette, perché per esse sia
le operazioni colturali che di raccolta sono più agevoli.
La coltivazione del rovo in Italia riveste un’importanza mode­
sta rispetto agli altri piccoli frutti ed è principalmente localiz­
zata nel Nord: Trentino­Alto Adige, Piemonte, Lombardia e
Friuli­Venezia Giulia rappresentano più del 75 % della produ­
zione nazionale (Bounous, 1996; Beccaro et al., 2002); negli
ultimi anni, analogamente a quanto sta accadendo per gli altri
piccoli frutti, si sta assistendo ad un interesse sempre maggiore
per la coltivazione nelle regioni del Centro­Sud, con l’obiettivo
4 TAB. 1 ­ Cultivar
di rovo in corso
di valutazione
Apache
Black Butte
Cacanska Bestrna
Early Navaho
Kiowa
Lochtay
5 I frutti Chester sono di buona pezzatura e resistenti alle
manipolazioni.
80 ­ SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007
di inserirsi sul mercato nei periodi di scarsa offerta, sfruttando
le notevoli differenze latitudinali e climatiche esistenti sulla
Penisola.
La valutazione dell’adattabilità delle cultivar di rovo nei diver­
si ambienti di coltivazione è particolarmente importante poi­
ché le varietà coltivate derivano principalmente da programmi
di breeding estero (Nord America, Nuova Zelanda, Australia).
Gli obiettivi del miglioramento genetico per il rovo sono prin­
cipalmente l’ottenimento di genotipi con elevata qualità dei
frutti (dimensioni, consistenza, colore, caratteri organolettici),
composizione chimica (zuccheri, acidi, contenuto in sostanze
antiossidanti), produttività, fonti di resistenza alle avversità
biotiche (insetti e funghi) e abiotiche (freddi invernali), modifi­
cazione dell’habitus vegetativo in modo da agevolare la gestio­
ne della pianta e la raccolta (portamento eretto, assenza di
spine), ampliamento del calendario di maturazione. La matu­
razione avviene a partire dall’inizio di giugno e si protrae fino
a metà settembre e le cultivar sono suddivise in precoci (matu­
[ ROVO ]
4 TAB. 2 ­ Cultivar di rovo
valutate negativamente
Adrienne
Aurora
Black Satin
Cheyenne
Cherokee
Comanche
Dirksen
Ebany Black
Helen
Karaka Black
Kotata
Silvan
Smoothstem
Thornfree
Triple Crown
Jumbo
5 La pianta di Loch Ness
(Nessy®) è vigorosa e molto produttiva.
razione dall’inizio di giugno all’inizio di luglio), medie (da fine
giugno a metà­fine luglio) e tardive (da fine luglio a metà
settembre). Le varietà di maggior interesse si distinguono per
valide caratteristiche qualitative e alcune (Arapaho, Navaho,
Hull Thornless) anche per le interessanti caratteristiche nutri­
zionali (elevata capacità antiossidante e contenuto in polife­
noli). Le principali caratteristiche delle cultivar inserite in
Lista, osservate nei diversi campi sperimentali e di seguito
riportate in ordine di precocità, derivano dalle valutazioni
delle Unità operative del gruppo di lavoro “Piccoli frutti”
nell’ambito del Progetto Liste di orientamento varietale dei
fruttiferi del Mipaaf e di progetti autonomi. Le osservazioni
presentate sono quindi il risultato del confronto delle osser­
vazioni delle Unità Operative di Torino­Cuneo, Milano, Pia­
cenza, Trento ed Ancona.
Cultivar di rovo valutate positivamente
Arapaho (precoce):
Pregi. Pianta di media vigoria con buona emissione di polloni
inermi. Resistente alla ruggine. Buone caratteristiche organo­
lettiche del frutto con particolare interesse per l’apprezzabile
capacità antiossidante e contenuto in polifenoli.
Difetti. Produttività medio­scarsa, in alcuni casi forma irrego­
lare del frutto.
Navaho (medio-precoce):
Pregi. Pianta con elevata scalarità di maturazione e tralci eretti
Waldo
di buon diametro. I frutti sono di buona qualità con elevate
caratteristiche nutraceutiche (capacità antiossidante e conte­
nuto in polifenoli).
Difetti. Produttività medio­scarsa e in alcuni casi, forma irrego­
lare del frutto.
Loch Ness (Nessy®) (media):
Pregi. Pianta vigorosa con tralci inermi, molto produttiva con
raccolta scalare. Frutto complessivamente di buone qualità
organolettiche.
Difetti. L’aspetto del frutto è considerato medio in centro Italia.
Molto sensibile alla peronospora sui frutti.
Chester (medio-tardiva):
Pregi. Pianta molto vigorosa, con tralci assurgenti, di diametro
elevato e inermi. Resistente ai freddi invernali.
Produttività medio­elevata con frutti di buona pezzatura e
sodi.
Difetti. Elevata sensibilità a Botrytis.
Hull Thornless (medio-tardiva):
Pregi. Pianta molto vigorosa, con tralci inermi, resistente ai
freddi invernali e alle principali malattie.
Frutto di buona pezzatura e di facile distacco, brillante a matu­
rità e sodo anche dopo scongelamento. Sono apprezzabili an­
che le caratteristiche nutraceutiche del frutto (capacità antios­
sidante e contenuto in polifenoli).
Difetti. Scarse caratteristiche qualitative dei frutti.
n
SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 81
[ MIRTILLO ]
MIRTILLO GIGANTE
I
l mirtillo gigante è un arbusto perenne, cespuglioso, a
portamento eretto, longevo. La coltura, che in Italia è
localizzata prevalentemente in Piemonte, Trentino, Lom­
bardia, è in continua espansione e rappresenta in molti areali
una non trascurabile fonte di reddito.
La produzione mondiale di mirtillo proviene sia da specie
spontanee, quali i mirtilli nani americani (Vac­
cinium angustifolium e V. myrtilloides), il mirtil­
4 TAB. 1 ­ Cultivar
in corso di valutazione
lo nero europeo (V. myrtillus) ed il mirtillo
rosso europeo (V. vitis idaea), che da specie
Chandler
coltivate, tra le quali rivestono una grande
importanza commerciale il mirtillo gigante
5 1 - Duke, cultivar precoce di riferimento
Legacy
ampiamente diffusa nei nuovi impianti
americano (V. corymbosum) e, nei climi caldi, il
conilopide o rabbiteye blueberry (V. ashei). Sono
Ozarkblue®
prevalentemente diffuse in Italia cultivar ad
glio), medie (da fine giugno a metà­fine luglio)
alto fabbisogno in freddo, in gran parte ibridi
e tardive (da fine luglio a inizio settembre).
interspecifici di V. corymbosum x V. angustifolium, ad eccezione
Sono state eliminate dalla lista Nui e Spartan, che evidenziano
di alcune cultivar, come Sierra, ottenuta utilizzando germo­
problemi di adattabilità in molti areali; è stata inoltre elimina­
plasma di altre specie quali V. constanblaei e V. ashei.
ta Nelson che, oltre a presentare problemi di adattabilità, è di
I terreni più idonei alla coltura devono essere drenanti, conte­
difficile reperimento presso i vivaisti.
nere abbondante sostanza organica umificata, a reazione aci­
Di fronte al crescente interesse nei confronti delle cultivar
da, con pH compreso tra 4 e 6, privi di calcare attivo. Cultivar
precoci sono stati acquisiti, nell’ambito del progetto, nuovi
di mirtillo conilopide e di mirtillo gigante a basso fabbisogno
materiali genetici: le osservazioni fin qui effettuate e quelle in
in freddo si stanno rapidamente diffondendo nelle regioni
programma nei prossimi anni potranno offrire ai mirtillicolto­
Centro Meridionali della Penisola, in pieno campo o in coltura
ri indicazioni utili circa le cultivar da impiantare per ottenere
forzata sotto serra, per produzioni fuori stagione.
il miglior successo economico degli impianti.
Le descrizioni varietali qui riportate sono frutto del lavoro
delle Unità operative del gruppo di lavoro piccoli frutti (Unità
Le cultivar di mirtillo gigante
operative di Torino, Cuneo, Milano e Trento) nell’ambito del
valutate positivamente
Progetto Liste di orientamento varietale dei fruttiferi MiPAAF
Duke (precoce):
e di progetti autonomi.
Pregi. Resistente al freddo, frutti ben distribuiti nella chioma,
Tutte le cultivar sono unifere e quelle in lista coprono l’intera
facili da raccogliere, di colore attraente, ricchi di pruina, aro­
stagione produttiva del mirtillo gigante, a partire da inizio
matici, con buone caratteristiche organolettiche. Piante pro­
giugno fino a inizio settembre; le cultivar sono state suddivise
duttive.
in precoci (maturazione dall’inizio di giugno all’inizio di lu­
5 2 - Berkeley è caratterizzata da una grande adattabilità a diversi
areali.
82 ­ SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007
5 3 - Bluecrop fornisce raccolti di elevata qualità ma tende alla
sovrapproduzione.
[ MIRTILLO ]
5 4 e 5 - Le piante di Elizabeth hanno un portamento eretto e sono vigorose; le
bacche, di buona pezzatura, presentano un’elevata capacità antiossidante.
4 TAB. 2 ­ Cultivar di mirtillo gigante non più in Lista
Ama (Herma I)
Gretha (Herma Ii)
5 6 - Legacy, cultivar medio-tardiva selezionata
in New Jersey ed in corso di valutazione.
elevata tolleranza alla siccità, buona produttività. Frutti con­
sistenti, molto pruinosi, ottime caratteristiche organolettiche.
Per produttività e adattabilità al pedoclima è la cultivar più
coltivata nel mondo.
Difetti. La tendenza alla sovrapproduzione deve essere miti­
gata intervenendo con regolari potature. Apparato radicale
ridotto ed elevata sensibilità agli stress idrici.
Atlantic
Grover
Blue Gold
Hardyblue
Blue Haven
Herbert
Bluechip
Ivanhoe
Bluejay
Jersey
Blueray
Meader
Bluetta
Nelson
Burlington
Nui
Cabot
Patriot
Collins
Pemberton
Concorde
Pioneer
Croatan
Puru (S)
Brigitta Blue (medio-tardiva):
Darrow
Reka (S)
Denise Blue (S)
Sierra
Dixi
Spartan
Earliblue
Stanley
Pregi. Cespuglio molto vigoroso, bacche di buona pezzatura e
grado zuccherino elevato, idonee alla conservazione in cella
frigorifera dove mantengono a lungo le caratteristiche quali­
tative.
Difetti. Cultivar poco produttiva, sensibile ai freddi invernali,
da utilizzare solo ad altitudini minori di 600 m. s.l.m.
Elliott
Sunrise
Georgiagem
Toro
Goldtraube
Weymouth
Coville (medio-tardiva):
Pregi. Pianta assurgente, molto vigorosa e produttiva. Mir­
tilli di buona pezzatura, di elevato grado zuccherino e con
buone caratteristiche qualitative. Buona tenuta dei frutti
sulle piante anche oltre il raggiungimento dello stadio otti­
male di raccolta.
Difetti. Segnalati numerosi problemi di rispondenza varietale
del materiale vivaistico.
Elizabeth (tardiva):
Difetti. Cespuglio di media vigoria.
Pregi. Cespuglio di buona vigoria, a portamento eretto. Bac­
che di buona pezzatura con grado zuccherino medio­elevato.
È una valida alternativa per i raccolti tardivi. Elevato contenu­
to in antociani e capacità antiossidante.
Difetti. Produttività inferiore a Lateblue.
Berkeley (medio-tardiva):
Lateblue (tardiva):
Pregi. Grande adattabilità a diversi areali, produttività eleva­
ta, frutti di buone dimensioni e pruinosi.
Difetti. Frutti poco aromatici, adatti solo per il mercato fresco.
Bluecrop (medio-tardiva):
Pregi. Resistente al freddo invernale e ai ritorni di gelo tardivi;
Pregi. Frutti di buona pezzatura, diffusa in particolare per
estendere il periodo di commercializzazione nella tarda estate
­ inizio autunno. Elevato contenuto in antociani e capacità
antiossidante.
Difetti. Scarsa conservabilità dei frutti.
n
SUPPL. TERRA E VITA n. 26/2007 - 83