la valutazione del rischio sanitario
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la valutazione del rischio sanitario
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO SANITARIO Stefano De Crescenzo A.S.S.T. Niguarda - D.G. Welfare Regione Lombardia Obiettivi intervento • fornire: – alcune semplici indicazioni sugli effetti delle basse dosi – alcuni elementi di valutazione comparata dei rischi allo scopo di collocare le indicazioni del decreto all’interno delle motivazioni sanitarie che ne hanno giustificato l’emanazione Considerazione preliminare La radioattività nelle acque è una grandezza misurabile, anche con livelli di sensibilità molto elevati • analogamente ingerire 1 µg di • la radioattività si misura in Bq Piombo o di Rame non • ma ingerire 1 Bq di Po-210 comporta lo stesso rischio comporta un rischio 100 volte superiore rispetto all’ingestione di 1 Bq di Cs-137 la misura della radioattività “tout court” non è quindi un buon indicatore di rischio Quale è un buon indicatore di rischio? l’indicatore di rischio da usarsi elettivamente nel caso di incorporazione di sostanze radioattive è la dose efficace impegnata che quindi, non a caso, è individuato anche nel decreto La dose efficace impegnata • non è direttamente misurabile (è il risultato di “valutazioni e conti”) • ha a che vedere con la quantità di energia depositata a livello microscopico e in grado di generare un danno biologico • si esprime in Sievert (Sv) • di solito viene impiegata utilizzando i suoi sottomultipli mSv = 0.001 Sv (10-3 Sv) µSv = 0.000001 Sv (10-6 Sv) • MODALITA’ DI INDUZIONE DEL DANNO la probabilità di manifestazione del danno è legata alla dose efficace impegnata e quindi alla quantità di energia depositata • maggiore è la quantità di energia depositata, maggiore è la probabilità del danno e, in taluni casi, maggiore è l’intensità del danno Sono documentati effetti sanitari correlabili alla dose efficace assorbita Tipo di effetto Somatico (individuo esposto) Stocastico (probabilistico) Reazioni tissutali Genetico (generazioni future) PRINCIPALI EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI • Reazioni tissutali: presentano un valore soglia di dose al di sopra del quale colpiscono tutti o quasi tutti gli irradiati e mostrano un aggravio di sintomi con l'aumentare della dose Effetti stocastici: di tipo probabilistico, ovvero la loro probabilità di comparsa, comunque molto piccola, è funzione della dose: sono del tipo tutto o niente Effetti probabilistici • La loro probabilità di comparsa, comunque molto piccola, è funzione della dose • all’aumentare della dose aumenta la probabilità di insorgenza dell’effetto che si manifesta sempre nella sua massima gravità • sono del tipo sì no Effetti stocastici: un esempio • • • per certi versi chi è esposto alle radiazioni a basse dosi si trova nella stessa condizione di un fumatore è dato certo che il fumo aumenta la probabilità di contrarre un cancro al polmone questo non significa che tutti i fumatori contraggono un cancro del polmone, vuole dire che per loro la probabilità di contrarre un cancro del polmone è maggiore rispetto ai non fumatori ed è tanto maggiore quante più sigarette al giorno vengono fumate PRINCIPALI EFFETTI STOCASTICI • sono rappresentati da lesioni neoplastiche, quali le leucemie e altre forme tumorali solide (cancro del polmone, tumore della mammella, carcinoma della tiroide, tumori dello scheletro, etc.) • hanno tempi di latenza piuttosto lunghi: da tre anni per le leucemie e i tumori ossei a dieci anni per gli altri tumori solidi Effetti genetici Quale dovrebbe essere quindi l’obiettivo di un sistema regolatorio nel caso in esame? La riduzione, per quanto ragionevolmente possibile, del rischio di insorgenza di effetti stocastici secondo un approccio graduale e ottimizzato Cosa vuol dire riduzione del rischio? • La direttiva europea da cui la normativa nazionale è derivata individua il valore di 0.10 mSv/anno come limite di di dose efficace impegnata assorbita da un individuo della popolazione a seguito di ingestione di sostanze radioattive di origine artificiali o naturali nell’acqua • 0.10 mSv/anno? Riduzione media della durata di vita dovuta a cause diverse Causa Fumo (15 sigarette/giorno) Essere sovrappeso ( + 15 % ) Consumo di alcool (sulla base del consumo medio americano) Altri incidenti Altri rischi naturali Esposizione (3 mSv/anno) Riduzione media della durata di vita (giorni ) 2190 730 365 207 7 15 Attività lavorativa Riduzione media della durata di vita (giorni) Commercio Industria manifatturiera Servizi 27 40 27 Trasporti Agricoltura Costruzioni 160 320 227 Esposizione (3 mSv/anno) 15 U.S. Nuclear Regulatory Commission, Regulatory Guide 8.29, 1996 B.L Cohen and I.S. Lee, "Catalogue of Risks Extended and Updates", Health Physics, Vol. 61, September 1991 inoltre forse non tutti sanno che ….. l’umanità convive da sempre con le radiazioni Fonte esposizione media (mSv/anno) Raggi cosmici 0.355 Radionuclidi presenti in natura prodotti dalla radiazione cosmica Radionuclidi primordiali 0.015 40K e irradiazione esterna 0.59 Famiglie radioattive (238U e 232Th ) 1.42 Totale ≈2.4 0.10 mSv: valore alto o basso? • non si deve fare l’errore di pensare che sia un valore trascurabile • è un valore rassicurante e del tutto giustificato perché: – – – – è legato al consumo di un bene primario la popolazione può essere esposta anche ad altre fonti di rischio radiologico la stratificazione per età della popolazione esposta giustifica il valore adottato risulta ragionevolmente ottenibile e va collocato nell’ambito del principio di ottimizzazione • Che fare in caso di superamento? – se la fonte è antropica, va rimossa – se la fonte è naturale, va applicato il principio di ottimizzazione alla luce delle diverse alternative Conclusioni • Criticità – informazione della popolazione – scelta degli interventi di mitigazione • Necessità – azione ragionata e concordata con la DG Welfare alla luce di una analisi oggettiva che eviti allarmismi