15 riccardo marletta natura umana e desiderio di giustizia in
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15 riccardo marletta natura umana e desiderio di giustizia in
La Rivista del Consiglio Notizie e commenti Anno 2015 15 RICCARDO MARLETTA NATURA UMANA E DESIDERIO DI GIUSTIZIA IN GIACOMO LEOPARDI Anche per il 2015 la Libera Associazione Forense ha proposto un convegno su tematiche concernenti il rapporto tra giustizia e letteratura. Quest’anno si sono confrontati su ‘‘Natura umana e desiderio di giustizia in Giacomo Leopardi’’ il presidente della Corte d’appello, dottor Giovanni Canzio, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, avvocato Remo Danovi ed il professor Franco Nembrini, saggista. Nel suo intervento introduttivo il presidente Canzio, dopo aver sottolineato l’importanza delle tematiche giusletterarie, ha osservato come nella vastissima produzione letteraria di Leopardi vi siano motivi ricorrenti che si inseguono e si contrappongono per poi riunirsi e ricomporsi a unità. Sono gli elementi che si ritrovano nel ‘‘guazzabuglio del cuore umano’’, per dirla con Manzoni: la felicità e l’infelicità, la finitudine e l’infinito, la natura e il divino. In Giacomo Leopardi anche la concezione della giustizia può essere ricostruita solo attraverso frammenti, contraddizioni e ripensamenti - ha osservato il presidente Canzio - e ciò perché Leopardi ha dovuto riconoscere la grandezza, ma anche la finitezza della ragione e dunque la limitatezza di un’idea di giustizia sottomessa alla ragione stessa. Tuttavia, secondo il presidente Canzio, la conclusione negativa sulla giustizia non è mai definitiva in Leopardi, tanto che nello Zibaldone egli afferma che la civiltà delle nazioni consiste in un temperamento tra la giustizia e quel desiderio di felicità che per tutta la vita il poeta ha perseguito. Anche il presidente Danovi si è soffermato sull’importanza del rapporto tra giustizia e letteratura, tanto da aver esordito spiegando scherzosamente di essersi candidato alla presidenza del Consiglio dell’Ordine ... per essere invitato all’incontro su natura umana e desiderio di giustizia in Giacomo Leopardi! Al pari del presidente Canzio, il presidente Danovi ha poi sottolineato la complessità della figura di Leopardi e della sua opera, mettendo in luce il pessimismo che pervade gli scritti di questo autore. L’avvocato Danovi ha poi concluso il suo intervento osservando che, se l’e104 La Rivista del Consiglio Notizie e commenti Anno 2015 sperienza del limite ci accomuna a Leopardi, una speranza indomabile che rende ultimamente positiva la vita è ciò che ci può differenziare da lui. Riprendendo i due interventi introduttivi, il professor Nembrini ha offerto una chiave interpretativa decisamente interessante e originale del pensiero di Giacomo Leopardi, descrivendolo come il cantore di una speranza ultima, pur dentro tutta l’amarezza e la fatica della vita, le contraddizioni, i dolori immensi da portare. Se è vero - ha osservato il professor Nembrini - che a più riprese Leopardi afferma che non c’è una risposta alla domanda di felicità dell’uomo, è però innegabile che nella sua opera questa domanda è continuamente riproposta, di poesia in poesia. Il professor Nembrini ha poi identificato nell’inno ‘‘Alla sua donna’’ la poesia in cui Leopardi ha meglio descritto quella che egli riteneva essere la suprema ingiustizia della vita, ossia di sentire di essere fatto per una bellezza infinita, ma di non poterla raggiungere, di non poterne godere. E proprio con la lettura dell’inno ‘‘Alla sua donna’’ il professor Nembrini ha chiuso il suo intervento. L’incontro si è quindi concluso con un sincero ringraziamento ai relatori per aver svolto riflessioni cosı̀ profonde su temi tanto importanti quanto purtroppo molto spesso trascurati e con la citazione di Francesco de Sanctis, il quale affermava che ‘‘Leopardi produce l’effetto contrario a quello che si propone: non crede al progresso e te lo fa desiderare, non crede alla libertà e te la fa amare; chiama illusioni l’amore, la gloria, la virtù e ne accende un desiderio inesausto; è scettico e ti fa credente’’. 105