purificazioni - Testi Elettronici

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purificazioni - Testi Elettronici
PURIFICAZIONI
EMPEDOCLE
Fr. 111
Se mai per qualcuno dei mortali tu, o Musa immortale,
accettasti che le nostre sollecitudini attraversassero
il tuo pensiero,
assisti ancora adesso, o Calliopea, me che ti invoco
e vado disgelando un valido discorso sugli dei beati
Fr. 112
O amici, che dimorare sulla rocca sacra
Presso il biondo Adragante al sommo della città,
voi che coltivate opere eccellenti di governo,
approdi venerabili per gli ospiti,
e siete ignari di malvagità, salve! Io tra di voi,
non più mortale,
mi aggiro come dio immortale, tra tutti onorato,
come si conviene,
cinto di bende e corone fiorite; e tutti, uomini e donne,
quando io giunga presso di loro nelle città fiorenti,
mi venerano.
E mi seguono a migliaia, per sapere quale sia
Il sentiero dell’acquisto,
e gli uni hanno bisogno di vaticini, altri,
da lungo tempo trafitti da aspri [dolori]
desiderano ascoltare responsi che sanano
per malattie di ogni genere
Fr. 113
Ma perché indugio su questi argomenti,
come se fossero grande cosa
essere al di sopra degli umani mortali,
su cui incombono tante disgrazie?
Fr. 114
Amici, so che c’è verità nelle parole che dirò;
ma l’assalto della convinzione contro la mente degli umani
è assai arduo, e trova contrasto
L’ ETA’ DELL’ORO
Fr. 115
E per loro non era dio Ares, non, Tumulto,
non Zeus re, non Kronos né Poseidon,
ma Ciprie regina…
Ed essi la rendevano propizia con immagini venerande
e animali dipinti e unguenti raffinati e sacrifici
di mirra pura e incenso odoroso,
e spargendo al suolo libagioni di biondo miele;
e il sangue puro dei tori non macchiava l’altare,
ma per gli umani il più grande abominio era questo:
cibarsi di nobili membra, dopo averne strappato via la vita.
Fr. 116
Che dona la vita
Fr. 117
E tutti erano docili e benevoli agli umani, fiere e uccelli,
e risplendeva l’amore.
L’ERRORE ORIGINARIO
LA VIA DI CONTESA
Fr. 118
È vaticinio di Necessità, decreto antico degli dei, eterno,
sigillato da ampi giuramenti: se qualcuno, per suo errore,
contamini di sangue le sue membra, o dopo aver sbagliato
a opera di Contesa giuri il falso, costoro,
come demoni che hanno avuto in sorte vita longeva,
per tre volte diecimila stagioni vadano errando
lontano dai Beati,
rinascendo nel corso del tempo in molteplici forme mortali,
permutando i travagliati sentieri della vita.
Perché la forza dei venti li caccia nel mare
e il mare li risputa sul dorso della terra, e la terra
contro i raggi del sole rifulgente, e il sole ancora
nei vortici dell’etere:
l’uno li riceve dall’altro, ma li odiano tutti.
E anch’io adesso sono uno di costoro,
esule dagli dei ed errante,
per avere confidato nella folle Contesa.
Fr. 119
Non potrebbe accoglierlo la dimora coperta di Zeus
Che regge l’egida,
non di Ate… il tetto…
Fr. 120
Non cesserete dalla strage che cupa rimbomba? Non vedete
che vi state divorando l’un l’altro per indifferenza
al conoscere?
Fr. 121
E il padre, sollevando in alto il figlio che ha mutato forma,
lo sgozza levando invocazioni. Grande stupido!
E coloro che sacrificano l’implorante esitano incerti,
ma quello, sordo alle sue grida, lo sgozza
e prepara nella sua casa un banchetto scellerato.
Così il figlio agguanta il padre, e i figli della madre,
e ne strappano via la vita, divorano la propria carne.
Fr.122
Con il bronzo attingendo la vita
LA CADUTA
Fr.123
Da quale rango, da quale culmine di felicità
Fr. 124
Giungemmo sotto quest’antro coperto
Fr.125
Piansi e gemetti, vedendo un luogo estraneo.
Fr. 126
Terra che cinge i mortali.
Fr. 127
Rivestendoli con una tunica di carni ad esse sconosciuta
Fr. 128
Inamabile landa,
Dove ci sono Strage e Odio e le stirpi degli altri Lutti
E Morbi che disseccano e Putrefazioni e Dissoluzioni
Per coloro che errano nella tenebra, lungo la prateria di Ate.
Fr. 129
Là erano la Ctonia e la Solare dall’ampio sguardo
E Discordia sanguinosa e Armonia dallo sguardo grave
E la Bella e la Brutta e l’Agile e la Tarda
E la Veritiera amabile e Oscura dai capelli neri
Fr. 130
e Nascita e Dissoluzione, e Sonno e Veglia
e la Mobile e L’immobile e Grandezza cinta di molte corone
e Squallore, e Silente e Vociante
Fr. 131
Ahimé, o stirpe infelice dei mortali, o due volte sventurata,
da quali contese, da quali gemiti nasceste!
Fr. 132
Di viventi faceva morti, commutandole le forme
INSEGNAMENTI PITAGORICI
Fr. 133
Vi era tra quelli un umano di sapienza sovrumana
che acquisì immensa ricchezza di precordi,
eccellente in opere sagge di ogni genere:
quando tendeva tutte le forze dei suoi precordi
vedeva agevolmente ciascuna delle cose che sono
anche per dieci o venti generazioni di umani
Fr. 134
Ahimé che il giorno spietato non mi ha fatto morire prima,
prima che con i miei artigli meditassi azioni infami
di nutrimento!
Fr. 135
Astenersi completamente dalle foglie dell’alloro
Fr.136
Sciagurati, del tutto sciagurati, tenete le mani
lontano dalle fave!
Fr.137
Recidendo da cinque fonti nel bronzo indistruttibile
RITORNO ALLA NATURA ORIGINARIA
Fr. 138
Odia l’intollerabile necessità
Fr. 139
Essere digiuni da cattiveria
Fr. 140
Fuori di senno per gravi cattiverie,
non libererete mai l’animo da angosce tormentose
Fr. 141
Tra le fiere, diventano leoni che hanno la tana
Nelle montagne
E dormono a terra; e allori tra gli alberi dalle belle chiome
Fr. 142
Perché già una volta io fui fanciullo e fanciulla
E arbusto e uccello
E pesce muto che guizza fuori dal mare
Fr. 143
E alla fine diventano veggenti e poeti
E medici e capi per gli umani che abitano la terra;
e da essi germogliano dei, per onore eccellenti.
Fr. 144
Spariscono focolare e mensa con altri immortali,
non partecipi delle sofferenze umane, indistruttibili.
IL MISTERO DIVINO
Fr. 145
Felice chi ha acquisito ricchezza di precordi divini,
sventurato
chi coltiva una credenza oscura sugli dei.
Fr. 146
Non è possibile avvicinarlo, così che l’occhio lo colga,
né toccarlo con le nostre mani, per dove
la più grande via di persuasione
discende nella mente degli umani.
Fr. 147
Non sovrasta per testa d’uomo sulle membra,
non piedi, non ginocchia agili, non testicoli villosi,
ma solo una mente sacra e indicibile
che con rapidi pensieri si slancia attraverso il cosmo.
Fr. 148
Ma la legge che governa tutte le cose si estende senza tregua
per l’etere che vastamente domina e per l’infelice luce
Fr. 149
Baubò