Sorella Acqua, dove vai a finire?
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Sorella Acqua, dove vai a finire?
6 INCHIESTA: CRISI IDRICA Sorella Acqua, dove vai a finire? Luci e ombre nel sistema di distribuzione in provincia di Catania C roce e delizia dei catanesi, l’acqua è al centro di cure di più aziende e preoccupazioni da parte di tanti. L’arrivo imminente dell’estate, infatti, evoca timori non ancora sopiti dopo le esperienze, talora amare, che hanno provato molti di quei catanesi che amano trascorrere la villeggiatura nei comuni a ridosso dell’Etna. Se, infatti, Catania detiene, da sola, il primato negativo in Sicilia per la dispersione delle risorse idriche, pari al 60 per cento, di certo i paesi della provincia, in particolare quelli pedemontani, non hanno sempre brillato in quanto ad efficienza del servizio di approvvigionamento. Ma dove arriva l’acqua che finisce nei rubinetti delle nostre case? Chi si cura di questo servizio sono, in particolare, due aziende pubbliche: “Acoset” e “Sidra”. L’azienda consorziale servizi etnei (Acoset) gestisce e distribuisce acqua potabile a 90.000 utenti, per una popolazione di circa 350.000 abitanti e offre i propri servizi a venti comuni: Aci Bonaccorsi, Aci S. Antonio, Adrano, Belpasso, Caomporotondo, Catania- San Giovanni Galermo, Gravina, Mascalucia, Nicolosi, Pe- dara, Ragalna, S. Agata Li Battiati, S. Giovanni La Punta, S. Gregorio, S. Maria Di Licodia, S. Pietro Clarenza, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande. Le acque provengono da più punti: quelle di Maniace hanno una portata complessiva di circa 60 di litri al secondo nei periodi di magra e di 110 l/s in inverno. Altro impianto è quello di “Ciapparrazzo”, a Bronte, collegato a Maniace, la cui portata è di circa 450 l/s. Sono gestiti dall’ “Acoset” anche i pozzi “Macrì”, che ha una portata di circa 80 l/s, “S. Cuore”, con una di circa 270 l/s, entrambi a Pedara, i due pozzi di Piano Elisi, a Nicolosi e quello “Saicop” a Pedara. Il consorzio viene rifornito anche da altri pozzi, per la maggior parte di privati, per portate pari a circa 450 l/s. I dati numerici, in sé, non completano, però, il quadro di una situazione che soffre di antichi ritardi nelle infrastrutture generali, soprattutto nelle reti di distribuzione e dei… capricci del tempo, con una diminuzione delle piogge registrate dalle statistiche ufficiali. Di certo, si tratta di due questioni aperte, dalle quali sono scaturite, ogni anno, più di un disservizio e di una protesta, soprattutto in 7 estate, quando – è stato calcolato - circa centomila catanesi si spostano sul vulcano per la villeggiatura. Questo afflusso di massa crea indubbiamente una forte pressione sui sistemi idrici, che possono andare “in sofferenza”. Tutto bene, allora, presidente Giuffrida? Il presidente dell’ “Acoset” Giuseppe Giuffrida non nasconde, certo, i problemi del passato, ma anche sottolinea il lavoro svolto sulle reti, in questi ultimi tempi, per migliorare il servizio. Ecco, allora, la nuova rete consortile a Nicolosi e a Mascalucia alta, a cui si affianca la rete idrica detta di “S. Lucia” che ha rinnovato le condutture periferiche di tre comuni, San Giovanni La Punta, Valverde e Aci Bonaccorsi, disponendo del sistema di telecontrollo, cioè della possibilità di controllare direttamente dall’azienda le eventuali perdite, i consumi, insomma l’andamento complessivo del servizio. Se si scende, poi, a Catania, non sono mancati anche qui lavori sulla rete cittadina, come nel caso del popoloso quartiere di Picanello, interessato da un rinnovamento complessivo della rete idrica, che rappresenta, comunque, uno dei principali “talloni d’Achille” per il servizio all’utenza. Troppo vecchia e antiquata in più punti, per garantire funzionalità ed efficienza nella gestione e distribuzione dell’acqua. Un esempio? Visti i tanti “varchi” che fanno disperdere il prezioso liquido, qualcuno ha addirittura parlato di effetto “grattugia”… Se, poi, la mano dell’uomo non è stata, in più occasioni, felice sulle condutture, altrettanto fortunata non sono i dirigenti dell’ “Acoset” sul versante delle precipitazioni. Piove poco, in quantità troppo esigue per garantire rifornimenti naturali d’acqua provenienti dalle falde dell’Etna, base dell’alimentazione complessiva della distribuzione e per impedire ad un sistema come quello consortile basato sulla turna- zione 24 ore su 24 e che, quindi, non prevede la presenza di vasche negli immobili serviti, di creare talora disagi alla popolazione. Come ovviare, allora? Si ripetono dall’ “Acoset” gli appelli alla gestione oculata dell’acqua da parte di tutti ed è partita al riguardo una campagna promozionale per spiegare i tanti modi per non sprecare un bene che è limitato. La domanda, però, non può essere negata, visto l’arrivo imminente dell’estate. Presidente Giuffrida, si ripeteranno quei disagi delle annate passate? Dopo aver sottolineato che i disservizi sono stati limitati ad alcuni punti dei paesi dell’Etna, Giuffrida, anche sulla base dei lavori eseguiti sulla rete, ha dichiarato: “quest’anno contiamo di ridurre in modo consistente i disservizi del passato”. Se scendiamo a valle, invece, dopo aver ricordato le ditte private come le “Acque Carcaci del Fasano”, la “Casalotto” e la “Manganelli” che riforniscono rispettivamente Mascalucia, Ficarazzi, Acicastello e in parte Catania, i problemi, se sono esistiti, sono di natura diversa: più che l’approvvigionamento idrico, talora a suscitare proteste sono state le file agli sportelli della “Sidra”, l’azienda che gestisce in città i servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad uso civile, irriguo ed industriale. A Catania città, quindi, ed in alcuni comuni limitrofi, come S. Agata Li Battiati, S. Giovanni La Punta, Tremestieri Etneo, Gravina, S. Gregorio e Misterbianco, parlare di acqua significa parlare della “Sidra”, società nata nel ‘96 sulle ceneri dell’ “azienda acquedotto municipale”. L’azienda ha un carico di lavoro notevole: gestisce, infatti, mediamente all’anno 76,6 milioni di metri cubi d’acqua, per una popolazione servita di 320.000 abitanti, con 87.000 utenze e una rete distributiva è di 780 chilometri. L’acqua è prelevata da più gallerie: la “Tavolone”, la “Turchio”, la “Consolazione”. Ad una ricerca sul campo, non vengono segnalati particolari problemi sull’approvvigionamento idrico: piuttosto, lo scorso anno qualcuno, più che lamentarsi del mancato arrivo dell’acqua, ha sottolineato talora le ore di fila trascorse negli uffici della “Sidra” per pratiche amministrative, come il cambio di contratto e questioni legate alle bollette. Disagi che adesso sono finiti, grazie alla risposta dell’azienda che ha predisposto più sportelli, sistemi di prenotazioni e accorgimenti per “rompere” file e… attese snervanti. Marco Benanti