Dispense macromolecole
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Dispense macromolecole
Piero Frediani a.a. 2006-’07 1 CHIMICA DELLE MACROMOLECOLE a.a. 2006/’07 Scopo del corso: Illustrare le materie plastiche di sintesi per quanto riguarda i vari aspetti: definizione sintesi, caratterizzazione, proprietà, applicazioni, lavorazione, degrado e loro riutilizzo. Introduzione: Nomenclatura e classificazioni. Monomeri e unità monomerica. Omopolimeri e copolimeri. Biopolimeri. Polimeri artificiali Polimeri sintetici Polimeri inorganici Caratterizzazione dei polimeri: Peso molecolare: definizione di PM medio, distribuzione del peso molecolare. Metodi per la determinazione del peso molecolare. Grado di polimerizzazione Tipi di concatenamento Fenomeni di isomeria Stereochimica delle macromolecole Morfologia: stato amorfo e stato cristallino. Temperatura di transizione. Proprietà meccaniche degli alti polimeri (Reologia) Solubilità. Conformazione e dimensione molecolare in soluzione. Plastomeri, elastomeri, fibre. Sintesi dei polimeri: Meccanismi di polimerizzazione (radicalico, anionico, cationico, catalizzato da metalli di transizione) Copolimerizzazione. 2 Degradazione e reazioni dei polimeri Degradazione Reazioni della catena polimerica Reazione delle catene laterali Degradazione fotochimica Degradazione per ossidazione Reazioni dei polimeri Reazioni dei sistemi macromolecolari Reazioni analogiche Smaltimento e riciclo delle materie plastiche Lavorazione delle materie plastiche Principali polimeri di interesse industriale: Sintesi Caratteristiche Impieghi Elastomeri Elastomeri naturali Lavorazione delle gomme Elastomeri sintetici Fibre Naturali: Cotone, Lino, Canapa, Iuta, Lana, Seta Artificiali: Raion, Lanital Sintetiche organiche: poliammidiche, poliestere, poliacriliche, poliviniliche, poliolefiniche, poliuretaniche Sintetiche inorganiche: Vetro, carbonio, metalliche, carburo di silicio, boro, ossidi di alluminio Polimeri speciali per la conservazione del patrimonio artistico. 3 Testi suggeriti: • AIM, Fondamenti di Scienza dei Polimeri, Pacini Ed., 1998 • R. Seymour, C.E. Carraher,.Polymer Chemistry, An introduction, 4 ed., M. Dekker, 1996 • F.W. Billmeyer: Textbook of Polymer Science, J. Wiley, 1962. • Ullmann's, Encyclopedia of Industrial Chemistry, 5 ed., VCH Pub., 1988. • L. Berti, M. Calatazzolo, R. di Bartolo, Processi di polimerizzazione, G. D'Anna, 1981. 4 Polimero: una sostanza avente un peso molecolare elevato (1.000 – 1.000.000 ed oltre) Data Polimero Autore < 1800 Prodotti Naturali: Cotone, Lana, Gomma, Seta, Legno, 1839 Vulcanizzazione della gomma C. Goodyear 1846 Nitrazione della cellulosa Schoenbein 1851 Ebanite (Gomma dura) N. Goodyear 1868 Celluloide (Nitrato cellulosa) Hyatt 1889 Fibre di cellulosa rigenerate Chardonnet 1890 Rayon cuproammoniacale Despeisses 1892 Rayon viscosa Cross, Bevan, Beadle 1907 Resine fenolo-formaldeide (Bachelite) Baekeland 1912 Fogli di cellulosa rigenerata (Cellophane) 1927 PVC 1929 Resine urea-formaldeide 1931 Polimetilmetacrilato (PMMA) 1936 Polivinbilacetato (PVA) 1937 Polistirene (PS) 1937 Copolimero Butadiene-Stirene (Buna-S) e Butadiene-Acrilonitrile (Buna-N) 1938 Nylon Carothers 1939 Resine melamminiche 1940 Copolimero Isobutene-Isoprene (Gomma Sparks e Thomas butile) 1941 Polietilene (LDPE) 1943 Politetrafluoroetilene (TEFLON) Plunkett 1943 Resine siliconiche 1943 Poliuretani Bayer 1947 Resine epossidiche 1950 Fibre poliestere 1950 Fibre poliacrilonitrile 1957 Polietilene (HDPE) Ziegler 1957 Polipropilene Natta 1960 Elastomeri Etilene-propilene 5 Polimeri Naturali Proteine Polisaccaridi Polinucleotidi Sintetici Resine Gomme Termoplastici Elastomeri Fibre Termoindurenti Materie plastiche 6 Monomeri e Polimeri - Unità Strutturale Monomero: Una molecola con due o più siti capaci di formare legami con altre molecole. Il numero di tali siti è detto “funzionalità” del monomero stesso. Un monomero deve essere almeno bifunzionale per dare un polimero: es. amminoacido, idrossiacido, monomero vinilico, ecc. Monomero CH2=CH2 CH2=CH(CH3) CH2=CH(C6H5) CH2=CH(Cl) CH2=CH(CN) CH2=C(CH3)2 CH≡CH HOOC-(CH2)5-NH2 HOOC-(CH2)5-OH Unità Strutturale -CH2-CH2-CH2-CH(CH3)-CH2-CH(C6H5)-CH2-CH(Cl)-CH2-CH(CN)-CH2-C(CH3)2-CH=CH-OC-(CH2)5-NH-OC-(CH2)5-O- Polimeri Polietilene Polipropilene Polistirene Polivinilcloruro Poliacrilonitrile Poliisobutene Poliacetilene Policaprolattame (Nylon 6) Policaprolattone Sigla PE PP PS PVC PAN PA66 PA6 7 Definizioni • Omopolimero Prodotto ottenuto utilizzando un solo monomero e quindi avente una unità strutturale • Copolimero Prodotto ottenuto utilizzando due o più monomeri e quindi possono esistere una serie di isomeri derivanti da come le unità strutturali sono presenti nella macromolecola: Terpolimero è un prodotto derivante tra 3 monomeri Nel campo dei biopolimeri si hanno: Gli acidi nucleici contenenti 4 unita strutturali Le Proteine derivanti da circa 20 amminoacidi 8 Analisi e Caratterizzazione >Analisi chimica (C, H, N, O, ecc.) > Determinazione dei gruppi terminali > PM medio > Distribuzione dei pesi molecolari > Tipo di concatenamento > Stereoregolarità > Tg e Tf > Proprietà fisiche e meccaniche 9 Separazione •Solubilità di un polimero (Vedi Ullmann Vol. A20 p. 512) Prodotti che hanno lo stesso rapporto E/V (energia di coesione molare/volume molare) sono solubili tra loro Solventi E/V Polimeri E/V Eptano 7.43 Polietilene 7.9 Dietil etere 7.7 Poliisoprene 7.9 Cicloesano 8.25 Poliisobutene 8.05 Tetracloruro di carbonio 8.62 Gomma stirene 8.6 Benzene 9.21 Polibutadiene 8.6 Cloroformio 9.40 Polistirene 8.7 Clorobenzene 9.70 Neoprene 9.2 Acetonitrile 9.75 Gomma nitrile 9.5 Acetone 9.89 Poli(vinivlcloruro) 9.7 Diclorometano 10.04 Poli(metilmetacrilato) 10.2 Solfuro di carbonio 10.10 Acetato di cellulosa 10.9 Diossano 10.15 Nylon 6,6 14.5 Metanolo 14.48 Poli(vinilalcol) 23.4 Acqua 23.41 •Precipitazione •Estrazione •Densità 10 •Combustione Non infiammabili Autoestinguenti Infiammabili Policlorotrifluoroetile ne PVC Poliolefine politetrafluoroetilene Copolimeri del PVC Polistirene PVC clorurato Poli(vinilfloruro) Poli(vinileteri) Resine ureiche poli(vinilcarbazolo) Poli(vinilesteri) Resine Melamminiche poliacrilonitrile Poli(vinilalcol) Resine siliconiche Resine fenoliche riempite Poliacrilati Resine epossidiche Poliammidi riempite Resine poliestere riempite policarbonati PET Poliuretani Cellulosa Resine alchidiche Resine fenoliche Resine epossidiche •Degradazione termica (Pirolisi) 11 Analisi chimica •Eteroelementi e gruppi funzionali •Peso molecolare I materiali polimerici possono presentare diversi tipi e gradi di microeterogeneità: - eterogeneità di composizione (copolimeri) - eterogeneità di struttura (differenti gradi di regolarità, concatenamento, tatticità) - eterogeneità di peso molecolare né deriva che le proprietà macroscopiche risultano come una media di distribuzioni statistiche delle proprietà delle singole molecole. •Peso molecolare medio numerico: Mn = Ni M i Ni •Peso molecolare medio ponderale: Mw = wi M i wi 12 Fraz. in peso Mn Mw Peso molecolare Figura – Distribuzione delle masse molecolari Fig. 2.13 - Bill - Rappresentazione schematica delle curve di distribuzione delle 13 masse molecolari delle frazione ottenute da un campione polidisperso Fig. 19.6 Gir - Variazione della resistenza alla trazione di un polimero vinilico in funzione del peso molecolare Determinazione del peso molecolare • • Misure assolute Misure relative 14 Misure assolute Peso molecolare medio numerico Metodi chimici Determinazione del numero di gruppi terminali Mediante titolazione (ad es. acido-base) Mediante metodi spettroscopici Metodi fisici Innalzamento del punto di ebollizione 25.000 15.000 ∆T = K e m T: temperatura; Ke: costante ebulloscopica; m: concentrazione molale. Da questa equazione deriva: g M n = Ke ∆T Mn: peso molecolare; g massa in grammi di polimero in 1000 g di solvente Abbassamento del punto di congelamento 25.000 ∆T = K f m T: temperatura; Kf:: costante crioscopica; m: concentrazione molale. Da questa equazione deriva: g Mn = K f ∆T Mn: peso molecolare; g massa in grammi di polimero in 1000 g di solvente 15 Composto Ke (°C) Kf (°C) Acqua 0.52 1.86 Benzene 2.57 5.1 Canfora 40.0 Acido acetico 3.90 Fenolo 7.27 Naftalina 6.9 Etere dietilico 2.11 Acetone 1.72 Etanolo 1.15 Cloroformio 3.88 Abbassamento della pressione osmotica Osmometro a membrana π 15.000 1 A = RT 1+ c c Mn 2 2 π: pressione osmotica; c: conc. del polimero; R: cost. dei gas, T: temp.; Mn pm medio num.; A: coeff. del viriale. 16 Figura – Rappresentazione schematica di un osmometro a membrana π Soluzione polimero B Solvente puro A c (J/Kg) Membrana semipermeabile 35 30 25 20 15 10 5 0 Toluene Acetone Acrilonitrile 0 10 20 30 40 Conc. (Kg/mc) Figura – Variazione di p/c in funzione della concentrazione c per vari solventi. 17 Osmometro a misura della tensione di vapore 20.000 1 ∆R = + A2 ' c + A'3 c + ..... kc M n ∆R: diff. resistenza tra i termistori; k: cost. dipendente dal solvente; Mn: pm medio num., A2’, A3’: coeff. del viriale. Siringhe Vapore Termistore Termistore Ponte di Wheatstone Solvente Figura – Rappresentazione schematica di un osmometro a pressione di vapore 250 R 200 150 cloroformio cicloesano 100 50 0 0 2 4 6 8 10 12 Conc. 18 Tabella. Variazione di proprietà colligative per un polimero disciolto in benzene (conc 20 Kg/mc) a differente Mn Proprietà Mn = 10.000 Mn = 1.000.000 Abbassamento della tensione di vapore 1,8x 10-2 mm Hg 1,8 x 10-4 mm Hg Abbassamento del p.f. 1,2 x 10-2 K 1,2 x 10-4 K Innalzamento del p.eb. 6 x 10-3 K 6 x 10-5 K Abbassamento della pressione osmotica 600 mm solvente 6 mm solvente 19 Peso molecolare medio ponderale • Scattering della luce bianca Raggio incidente Raggio trasmesso r Θ iΘ Rivelatore Figura – Rappresentazione schematica di apparecchio per la determinazione dello scattering della luce iΘ r 2 RΘ = IΘ RΘ: intensità ridotta di scattering; Io: intensità luce incidente; iΘ: intensità luce di scattering e applicando la teoria di Raleigh si ottiene l’equazione: ( ) K 1 + cos 2 Θ c 1 = (1 + 2 Bc ) RΘ Mw dove K: costante; c: conc. del polimero; B: costante • • Scattering dei raggi X Ultracentrifugazione 20 Misure relative del peso molecolare • Determinazioni viscosimetriche [η ] = lim c →0 η − ηo ηo c η − ηo 2 = [η ] + k ' [η ] c ηo c [η]: viscosità intrinseca o numero limite di viscosità; η: viscosità della soluzione; ηo: viscosità del solvente; dalle equazioni sopra riportate deriva l’equazione, per soluzioni polimeriche a diluizione infinita: [η ] = vN v M M = k' vN 3 RG = KM a M N: Numero di Avogadro, v: forma del soluto (globulare, elicoidale, ecc.); vM: volume molare del soluto; k’=Vm/RG;; RG: raggio medio di girazione; K: costante ind da M; a≥0.5 tiene conto delle interazioni soluto-solvente. (Fig. 3.16, Young), Illustrazione schematica di viscosimetri. Il tempo di flusso è valutato dal 21 tempo impiegato dal livello del liquido a scendere da A a B. (a) Viscosimetro di Ostwald; (b) Viscosimetro di Ubbelohde 3.12 Bill) Relazione viscosità – peso molecolare per frazioni di poliisobutene in diisobutene o cicloesano • Determinazioni cromatografiche (gpc) Fig. 3.21 Young. Illustrazione schematica di una colonna per GPC. 22 Fig. 3.22 Young - Tipico gel permeation cromatogramma, correlabile alla distribuzione delle masse molecolari di un polimero. Fig. 3.23 Curva di calibrazione GPC per politeni in o-diclorobenzene a 403 K. I punti pieni sono per politeni lineari, quelli vuoti per politeni ramificati (dati da Wild e Guliana, J. 23 Polym.) Distribuzione dei pesi molecolari Rapporto tra i pesi molecolari R Mw R= Mn Grado di polimerizzazione (X n ) No X n= N 24 Fig. 19.7 – Curva dilatometrica schematizzata di un polimero ottenibile allo stato amorfo ed allo stato cristallino Fig. 19.5 – Rappresentazione schematica di un polimero cristallino non orientato (a) ed orientato (b) 25 Misure spettroscopiche Spettroscopia IR polietilene (PE) 100,0 90 80 70 60 %T 50 40 30 20 10 0,0 4000,0 3000 100,0 2000 cm-1 1500 1000 400,0 polietilene (PE) 90 80 70 60 %T 50 40 30 20 10 0,0 4000,0 3000 2000 cm-1 1500 1000 400,0 26 Nujol (paraffina) 100,0 90 80 70 60 %T 50 40 30 20 10 0,0 4000,0 3000 2000 cm-1 1500 1000 400,0 Date: 21/02/03 80.2 75 70 65 60 55 50 %T 45 40 35 30 25 20 15 11.7 4000.0 3600 3200 2800 2400 2000 1800 cm-1 1600 1400 1200 1000 800 600.0 27 polystyrene (PS) 0.05 mm 85,0 80 70 60 50 %T 40 30 20 10 0,0 4000,0 100,0 3000 2000 cm-1 1500 1000 1500 1000 400,0 poli (etil metacrilato) 90 80 70 60 %T 50 40 30 20 10 0,0 4000,0 3000 2000 cm-1 400,0 28 100,0 poli (etil acrilato) 90 80 70 60 %T 50 40 30 20 10 0,0 4000,0 100,0 3000 2000 cm-1 1500 1000 400,0 Confronto tra Poli (etil metacrilato) - poli (etil acrilato) 90 80 70 60 %T 50 40 30 20 10 0,0 4000,0 3000 2000 cm-1 1500 1000 400,0 29 MORFOLOGIA DEI POLIMERI Forme di isomeria nei polimeri Polimero lineare Polimero ramificato Polimero reticolato 30 Concatenamento di un omopolimero In funzione del tipo attacco di un monomero vinilico alla catena crescente: + CH CH2 X CH CH2 X Testa-coda: CH CH2 X CH CH2 CH X CH2 X CH CH2 X CH CH2 X CH X Testa-testa e coda-coda: X CH X CH2 CH2 CH X X CH X testa-testa CH2 CH2 CH CH CH2 CH CH2 CH2 CH2 X coda-coda 31 Concatenamento di un copolimero Alternato: -A-B-A-B-A-B-A-B-A-B-A-B-A-B- A blocchi: -A-A-A-A-A-A-A-B-B-B-B-B-B-B-B-A-A-A-A-A-A-A-A-B-B-B-B-B- Casuale (Random): -A-B-A-A-B-A-B-B-A-B-B-B-A-A-B-A-A-B-B-A-A-A-B-B-A-B-A-B- Innestato (graftato): B B B B B B A A A A A A A A A A A A A A B B B B B B 32 Configurazione In un monomero vinilico CH2=CHX Isotattico Sindiotattico Atattico 33 σ H C H C R H Il piano divide la molecola in due faccie prochirali (immagini speculari l'una dell'altra) Non è indifferente l'attacco dall'una o dall'altra parte del piano Per avere una polimerizzazione stereoregolare (disposizione ordinata di unità monomeriche) l'attacco deve avvenire sempre sulla stessa faccia dell'olefina 34 H H H H C H C C R H C C R H C C R H C R e così via H H D H H D D D R R R R H H H H Attacco sempre testa coda e sempre sulla stessa faccia (D) sequenza isotattica 35 R H R H C H C C R H C C H H H C H C e così via H H L D H C R H L D R H R H H R H R Attacco sempre testa coda e alternativamente e regolarmente su faccie opposte (D), (L) sequenza sindiotattica 36 H R R R H R H H C H C C R H C C R H H H C H H C C C R H C H C H H H C H H C H D e così via L D L R H L H L H H C H C C D D R R H R H H H R H H R H R R R H Attacco sempre testa coda e causalmente sulle due faccie (D), (L) sequenza atattica 37 In un monomero vinilico CHY=CHX X X Y X Y X Y X Y Y X X Y X Y X Y Y Eritro -di-Isotattico X X Y X Y X Y Y X X Y X Y X Y X Y Y Treo -di-Isotattico X X Y X Y X Y X Y X Y X Y X Y X Y di-Sindiotattico X Y X Y X Y X Y X Y Y Atattico X X Y X Y X Y 38 Microtatticità nei polimeri Diadi (2) Ha Ha Hb Ha m r Fig. 2.3.2 – A.I.M. - Spettro 1H-NMR del polipropilene isotattico deuterato -CD(CD3)CH2- registrato a 270 MHz. a: non disaccoppiato; b: disaccoppiato dal deuterio. 39 Triadi (3) m m m r r r Fig. 2.3.13 – A.I.M. - Spettro 1H-NMR del poli-α-metilstirene. [Da Bovey High resolution NMR of Macromolecules, 1972. 40 Tetradi (6) m r Ha Ha Ha Hb m Hb m Hb m m m r r Ha Ha Ha Ha Hb Ha r r m r r m r r m (Fig. 2.3.14 – A.I.M) – Spettro 13C-NMR del polivinilcloruro: il segnale 41 del CH. [Da Carman, Macromolecules 6, 725 (1973)] pentadi (10), Fig. 2.3.15 – A.I.M.- Spettro 13C-NMR del polipropilene: il segnale dei metile esadi , ecc 42 Relazioni quantitative necessarie: (m) + (r) = 1 (mm) + (mr) + (rr) = 1 (mmm) + (mmr) + (rmr) + (mrm) + (rmm) + (rrr) = 1 (m) = (mm) + ½ (mr) (r) = (rr) + ½ (mr) (m) = (mmm) + (mmr) + (rmr) (r) = (rrr) + (rrm) + (mrm) (mm) = (mmm) + ½ (mmr) (mr) = (mmr) + 2 (rmr) (rr) = (rrr) + ½ (rrm) (mmr) + 2 (rmr) = (rrm) + 2 (mrm) m (m ) = m+r mm (mm ) = mm + mr + rr r (r ) = m+r mr (mr ) = mm + mr + rr rr (rr ) = mm + mr + rr ecc. 43 m m mm mmr m r rm r r rr mrr r r rr m m r rm rrr m r m m m r rr mm mmm mr rrm (m) = 11/24 r mm mmr r m r rm (rr) = 4/12 (mmm) = 1/8 (mmr) = 2/8 (mrm) = 0/8 (rmr) = 1/8 rrm (rrr) = 1/8 11/24 = 3/12 + (1/2)*(5/12) (m) = (mmm) + (mmr) + (rmr) (mm) = (mmm) + ½ (mmr) m rm (r) = 13/24 (rm) = 5/12 (m) = (mm) + 1/2 (mr) r rr rmr (mm) = 3/12 (mrr) = 3/8 r 11/24 = 1/8 + 2/8 + 1/8 3/12 = 1/8 + 1/2 *2/8 44 Isomeria Geometrica 4 1 CH2 CH2 C CH3 2 C 3 H 1 CH2 1 C CH3 2 2 3 1,4-cis 3 H C 1,4-trans CH2 4 4 CH3 C CH2 1,2- isotattico sindiotattico atattico 3,4- isotattico sindiotattico atattico CH CH2 CH CH2 C CH2 CH3 45 [Fig. 2.3.10 – A.I.M] - Spettro 13C -NMR del polibutadiene: a) 1,2-polibutadiene b) cis-1,4-polibutadiene 46 Può essere realizzata secondo varie modalità: Diretta (un diacido + un glicol o una ammina) Interscambio (un estere + un glicol) Cloruro acido o anidride + glicol Interfacciale Tramite rottura di anelli Può essere realizzata secondo varie modalità: Radicalica Ionica Catalizzata da ossidi metallici Catalizzata da composti di coordinazione 47 n HO R OH + n HOOC R' COOH HO R OOC R' COO H + (2n-1)H2O n Cinetica della policondensazione a) Reazione catalizzata da un acido d [COOH ] − = K [COOH ][OH ] dt nell’ipotesi [COOH] = [OH] = c dc − = Kc 2 dt Kt = 1 + cost c 48 co = conc. iniziale del monomero, p = grado di avanzamento della reazione c = conc. al tempo t del monomero: c = co (1 − p ) 1 Kt = + cost co (1 − p ) 1 Kco t = + cost (1 − p ) X n = grado medio di polimerizzazione del polimero: N o co 1 Xn = = = N c (1 − p ) X n ≡ Kc o t 49 Reazione non catalizzata − d [COOH ] 2 = K [COOH ] [OH ] dt nell’ipotesi [COOH] = [OH] = c dc − = Kc 3 dt 2 Kt = 1 c 2 + cost se co = conc. iniziale del monomero, p = grado di avanzamento della reazione cop = quantità di monomero reagita c = conc al tempo t del monomero: c = c o − c o p = c o (1 − p ) 2 Kt = 2 1 c o (1 − p ) 2 2c o Kt = 2 1 (1 − p ) 2 + cost + cost 50 indicando con polimero: Xn il grado medio di polimerizzazione del N o co 1 Xn = = = N c (1 − p ) X n ≡ 2(co ) Kt 2 X n ≡ co 2 Kt 51 Se si utilizza un calcolo probabilistico, cioè se p = probabilità di trovare un gruppo che ha reagito (1-p) = probabilità di trovare un gruppo che non ha reagito N = N o − N op = N o (1 − p ) p(x-1) probabilità di trovare x gruppi che hanno reagito N x= Np( x −1) (1 − p ) N x= N op ( x −1) (1 − p ) 2 W x= xN x 2 = p ( x −1) (1 − p ) No Fig. 8-4 Bill. Numero Nx di molecole aventi x unità strutturali a vari gradi di polimerizzazione in una polimerizzazione a52 stadi Fig. 8.5 Bill - Distribuzione in peso delle catene di molecole in una policondensazione a vari gradi (p) della polimerizzazione 53 Differenti concentrazione tra i monomeri N°A < N°B No A r= o N B o N 1 r +1 A N o (tot ) = N o A + N o B = N o A + = N o A + 1+ = NoA r r r N o (tot ) = N o A r +1 r N ' A + N 'B = N o A − N o A p + N ° B − N o A p N °A − No A p r 1 N ' A + N ' B = N o A (1 − p ) + N ° −p A r N ' A + N ' B = N o A (1 − p ) + N ' A + N 'B = N o 1 (1 − p ) + ( − p) r A r − rp + 1 − rp r N ' A + N 'B = N o A N ' A +N 'B = N o A (1 + r − 2rp ) r 54 r +1 No r X n= = 1 + r − 2rp N o N A r r +1 No r X n= = N 1 + r − 2rp r No A No 1+ r X n= = N 1 + r − 2rp 55 Esempio 1: N°A 1% in meno di N°B N°A 10.000 N°B 10.100 p 1 r 0,990099 X n= No 1+ r = N 1 + r − 2 rp 10000 No 10100 X n= = N 1 + 10000 − 2 10000 1 10100 10100 1+ X n= No 10100 + 10000 20100 = = N 10100 + 10000 − 20000 100 X n= 201 56 Esempio 2: N°A 0,1% in meno di N°B N°A 10.000 N°B 10.010 p 1 r 0,999001 No 1+ r X n= = N 1 + r − 2 rp 10000 1+ No 10010 X n= = N 1 + 10000 − 2 10000 1 10010 10010 No 10010 + 10000 20010 X n= = = N 10010 + 10000 − 20000 10 X n= 2001 57 Può essere realizzata secondo varie modalità: CH CH2 R CH CH2 R n Vari stadi della reazione Generazione di un radicale: 2R I 2 C6H5COO es.: (C6H5COO)2 2 C6H5 + 2 CO2 perossido di benzoile es.: (CH3)2C CN N N C(CH3)2 CN 2 (CH3)2C + N2 CN azo-bis(isobutirronitrile) 58 a) Iniziazione H R + CH2 R CH2 CHX C X b) Propagazione CH2 H R CH2 CHX R C CH2 C X H CH2 X n C H X c) Terminazione Per accoppiamento CH2 C H X + H X H C CH2 CH2 H C C CH2 X X Per disproporzionamento CH2 C H X + H X H H C CH2 CH2 C H X C + CH X 59 d) Reazioni secondarie Trasferimento di catena con il monomero H CH2 H CH2 CHX CH2 CH2 C H C X C H X X CH C + CH3 C X H X Trasferimento di catena con il solvente CH2 C H H X + CCl4 CH2 C Cl + CCl3 X Trasferimento di catena con ritardanti o con inibitori CH2 C H X H + RH CH2 C H + R X ritardante poco reattivo 60 Cinetica della poliaddizione radicalica Iniziazione Kd I R +M 2R Ka Vi = M1 d[M ] = 2 f K d [I] dt Propagazione M1 +M M2 +M Mx +M Kp Kp Kp M2 M3 Vp = d[M] dt = Kp [M][M ] M(x+1) Terminazione Mx + My Mx + My Kta Ktd M(x+y) Vt = d[M ] 2 = 2 Kt [M ] dt Mx + My 61 Nell’ipotesi di una fase stazionaria e cioè che: Vi = Vt cioè le catene che iniziano a polimerizzare = catene che terminano la polimerizzazione 2 fK d [I ] = 2 K t [M •] 2 1 K d [I ] [M •] = f Kt V p = K p [M ] Xn = Vp Vt K p [M ] = K [I ] f d Kt 2Kt f Xn = K d [I ] f Kt 1 2 2 Kp = K d [I ] Kt 2K t Kp 2( fK t K d [I ]) 1 2 1 2 K [I ] f d Kt 1 2 [M ] [M ] 62 a) Cationica b) Anionica Catalizzatori: Acidi: H2SO4 Acidi di Lewis: AlCl3, AlBr3, BF3, SnCl4, TiCl4 Iniziazione - + H CH3 CH3 + CH2 C CH3 CH3 C + CH3 + (RTiCl4) H R H + TiCl4 CH3 CH3 C+ CH3 CH3 + CH2 C CH3 CH3 CH3 C CH3 CH3 CH2 C 63 + CH3 Propagazione CH3 (CH3)3C CH2 C CH3 CH C n 2 CH2 C CH3 CH3 CH3 CH2 C + n+1 CH3 CH3 (CH3)3C CH2 C + CH3 CH3 CH3 Terminazione a) Disproporzionamento CH3 (CH3)3C CH2 C CH3 CH3 CH C n 2 CH3 + CH3 - (CH3)3C CH2 C (RTiCl4) n CH3 CH2 CH2 C - b) Transfer con il monomero CH3 CH2 CH3 (CH3)3C CH2 C CH C n 2 CH3 CH3 + CH3 - (RTiCl4) CH3 C CH3 (CH3)3C CH2 C + + + (RTiCl4) H CH3 n CH2 CH2 C CH3 CH3 CH3 CH3 C + - (RTiCl4) CH3 64 Cinetica della polimerizzazione cationica - - Ki + (A R) H + M + - (H M) (A R) + M + - [H Mx] (A R) + M + (HMx) (A R) + M + - Vi = Ki [ARH][M] (H M) (A R) Kp + - (H M2) (A R) Kp Ktr - + (A R) H A + R H + - [H M(x+1)] (A R) + - Mx + (HM) (A R) Vp = Kp [HM x+AR -][M] Vtr = Ktr (HMx)+ (A R)- M Vi = Vt [ K i [ ARH ][M ] = K td HM x AR − [ + ] ] Ki HM x AR = [ARH ][M ] K td + − Ki Vp = K p [ARH ][M ]2 K td 65 In genere predomina la terminazione per disproporzionamento e quindi Xn = Vp Vtd = [ ] K p HM x AR − [M ] + [ + K td HM x AR − ] = K p [M ] K td Nel caso della terminazione per transfer con il monomero [ [ ] ] V p K p HM x AR − [M ] K p Xn = = = + − Vtr K tr HM x AR [M ] K tr + 66 Catalizzatori: 1. NaNH2/NH3 liquida 2. Alcoolati (RO-Na) 3. (CH3)3C-Na 4. Reattivi di Grignard (R-MgX) o litio alchili (RLi) 5. Metalli alcalini (Na, K) 6. Na/Nafatlina Iniziazione NH2 + CH2 - CH3O + CH2 C C H NH2 CH2 C X H X H CH3O CH2 C X H X Nella polimerizzazione del butadiene con sodio: - 2 + Na + Na - Na+ 67 Nella polimerizzazione dello stirene con sodio/naftalina + + Na Na - + + Na CH2 C H CH2 + Ph C H - Ph + Na - CH2 C H + - Ph Na + CH2 C H - Ph Ph C H A Na + Na Propagazione CH2 + H CH2 C CH C n 2 X X - H C CH2 CH2 C H - Ph + Na H X H A H CH2 C CH C n+1 2 X X Terminazione H H A H CH2 C CH C n 2 X X + R H A H CH2 C CH2 C H + R n X X 68 Cinetica della polimerizzazione anionica + NH2 [ Vi = K i [NH2 ][M] - - NH2M(x +1 ) Ktr + NH3 - - NH2M Kp NH2Mx + M NH2Mx Ki + M - - - K + NH2 KNH2 Vp = Kp [NH2Mx ][M] - - NH2MxH + NH2 ] Vi = Vt Vtr = Ktr [NH2Mx ][NH3] [ ] K i NH 2 [M ] = K tr NH 2 M x [NH 3 ] − [NH M ] − 2 x − [ ] K NH 2 [M ] = i K tr [NH 3 ] − [ − ] K i NH 2 Vp = K p [M ]2 K tr [NH 3 ] Xn = Vp Vt = Kp [M ] K tr [NH 3 ] 69 CrO3 è supportato su SiO2 e calcinato a 800°C. per formare un sililcromato superficiale. O O Cr O O O Si Si O O O O Questo catalizzatore viene attivato riducendosi a Cr2+ che con tracce di umidità presenti forma un Cr-H che reagisce con l’olefina iniziando la polimerizzazione. Iniziazione O O Cr O O O Si Si O O O O [H] X Cr X X X H X Cr X X X H CH3 CH2 X X Cr X X 70 Propagazione Terminazione R R R H X Cr X X X X Cr X X X CH2 CH2 X Cr X X + X CH3 CH2 71 Iniziazione Cat AT + CH2 C H AT H Ki A CH2 X C T X Propagazione H A CH2 C X n T + CH2 C H H Kp A CH2 X C X T n+1 Terminazione H A CH2 C T X n+1 Kt H A CH2 C X n CH C H X + TH 72 Cinetica Cat AT Ki AT + M T+ M A Mx A Mx Kp Kt T A M Vi = Ki [AT][M] T A M(x +1 ) Vp = Kp [AM xT][M] T Vt = Kt [AM xT] A Mx + T Vi = Vt K i [ AT ][M ] = K t [ AM x T ] V p = K p [ AM x T ][M ] = K p Ki Kt [AT ][M ] 2 K p [ AM x T ][M ] K p [M ] Xn = = = Vt K t [ AM x T ] Kt Vp 73 Meccanismo della polimerizzazione Ziegler-Natta (n+2) n CH2CH2R CH2CH2R CH2=CH2 Ti Ti sito vacante sito vacante CH2CH2R Ti Ti CH2(CH2)3R CH2=CH2 ecc. Ti CH2(CH2)3R 74 75 76 77 Polimerizzazione del propene-1-D1 D Me H Me H H D H (Z) (E) 78 Nella polimerizzazione dello stereoisomero (Z) si può avere D H Me (Z) H trans cis H H H D H D Me D H D Me H Me H Me D H Me H D H Me H H H H H H Me H Me D Me D Me D H D H 1 2 H 79 Nella polimerizzazione dello stereoisomero (E) si può avere H D Me (E) H trans cis H H Me D Me D H D H D H Me H Me H D H H H D Me H Me H Me H Me H H H H D H D H D Me D Me 2 H 1 80 Riassumendo cis H Me D (Z) H 1 trans 2 trans H Me D H (E) cis Il prodotto osservato è: [1] dall’isomero (Z); [2] dall’isomero (E) quindi l’apertura è cis 81 Evoluzione del sistema catalitico Ziegler Natta Catalizzatori 1a generazione 2 3 TiCl3*AlCl3 + 3 C2H6 + 3 C2H4 6 TiCl4 + 2 AlEt3 2TiCl3*AlCl3 + C2H6 + C2H4 2 TiCl4 + AlEt2Cl Inconvenienti: presenza di AlCl3 che consuma AlEt3 formando AlEtCl2 poco attivo 2 AlEtCl2 AlCl3 + AlEt2Cl grandi dimensioni di TiCl3 risultante in una ridotta attività del catalizzatore Ti Cl Cl Cl Cl Cl Ti Cl Cl Ti Cl Cl Ti n 82 Catalizzatori 2a generazione Riduzione di TiCl4 a bassa temperatura ; Eliminazione AlCl3 per lavaggio con solventi Trattamento a 60 – 100 °C in presenza di TiCl4 per formare d-TiCl3 violetto Questi catalizzatori sono 4+ volte attivi dei precedenti 83 Struttura del TiCl3 Ti Cl Cl Cl Ti Cl Ti Cl Ti Cl Ti Cl Cl Cl n TiCl3 layer with edge vacancies emphasized (top view) ClVacancy 84 Catalizzatori TiCl3 1a e 2a generazione TiCl3 1a gen TiCl3 2a gen 98 Isotatticità % 96 94 92 90 10 12 14 16 18 20 Resa polimero (Kg PP/g Ti) 85 Catalizzatori 3 generazione TiCl3 supportato su MgCl2. Mg2+ 0.066 nm, Ti4+ 0.068 nm Il titanio si dispone su 4 dei sei vertici della struttura esagonale della cella cristallina di MgCl2. Struttura cristallina del MgCl2 ++ Mg Cl Sito tipo 3 + 1/3 e - Sito tipo 3 + 1/3 e Sito tipo 1 +0e Sito tipo 1 +0e Sito tipo 2 -2/3 e Sito tipo 2 -2/3 e Sito tipo 1 +0e Sito tipo 1 +0e Sito tipo 3 + 1/3 e Sito tipo 3 + 1/3 e 86 Catalizzatori TiCl3 /MgCl2 (Cat. 3a generazione ) TiCl3 su MgCl2 98 Isotatticità % 96 94 92 90 1000 1200 1400 1600 1800 2000 Resa polimero (Kg PP/g Ti) 87 Impianto tipico per la polimerizzazione del polipropilene (anni 1960) con catalizzatori della 1a e 2a generazione Alcool Solvente H2O C3 C3 Polim. C3 separ. Cat Cat decomp Alcool riciclo lavag Solv elim Alcool recup Cat. residuo Polimero atattico essicc estrus purif Solv Alcool riciclo Solvente riciclo Oligomeri Impianto moderno utilizzante catalizzatori della terza generazione (anni 1990) C3 C3 Cat Polim. C3 separ. estrusione PP pellets B. L. Gooddall, J. Chem. Ed., 63, 191 (1986). 88 Polimerizzazione olefine con MAO-Ciclopentadienili di Zr ecc. Pietre miliari nella chimica dei metalloceni come catalizzatori di polimerizzazione anno evento 1952 Determinazione della struttura dei metalloceni (ferrocene) [ Fischer, Wilkinson] 1955 I metalloceni hanno limitata attività catalitica, quali componenti dei catalizzatori Ziegler-Natta [Natta (1955), Breslow (1958)] 1973 Addizione di piccole quantità di acqua aumenta l’attività delsistema titanocene/RAlCl2 [Reichert, Meyer (1973), Long, Breslow (1975). 1975 Notevole incremento dell’attività catalitica dopo addizione di significative quantità di acqua (Al/H2O=1/2) al sistema titanocene/AlR3 [Kaminsky, Sinn, Mottweiler] 1977 Elevata attività catalitica del sistema metallocene/MAO con metilalluminoossani (MAO) preparati precedentemente [Kaminsky, Sinn] 1979 Impiego di sistemi catalitici zirconocene/MAO notevolmente attivi [Kaminsky, Woldt] 1982 Sintesi di titanoceni chirali con simmetria C2 [Brintzinger] 1984 Polimerizzazione del propene con titanoceni chirali fornisce strutture isotattiche [Ewen] Polimerizzazione del propene con zirconoceni chirali fornisce strutture altamente isotattiche [Kaminsky, Brintzinger] 1988 Sintesi di polipropilene sindiotattico con zirconoceni aventi simmetria Cs [Ewen, Razavi] 1990 Polipropilene isotattico ad elevato p.m. [Hoechst, Brintzinger, BASF] 1992 Prima commercializzazione di metallocene-polietilene, Exact copolimeri [Exxon] 1995 Produzione in scala commerciale di polipropilene usando metalloceni negli USA [Exxon] e in Europa [Hoechst] Chemistry in Britain, 1998 (2) 43. 89 90 91 Struttura suggerita per il MAO O Al O Al O Al Al O O Al O O O O Al Al Al Al O Al Al O Al O Al Al Cl Si Zr Cl Cl H3C + Al O O Al O Al MAO (hypotetical structure) Si + Zr Me + Cl Al O O Al O Al metallocene MAO adduct 92 Ciclo catalitico della polimerizzazione 1 Step: Iniziazione R + Me Zr ZrCl2 + MAO + Me Zr + Zr Me CH2 R R Cl Si Zr Cl Cl H3C + Al O O Al O Si Cl + Zr Me + Al O Al O O Al MAO (hypotetical structure) Al metallocene MAO adduct 93 94 2 Step: propagazione R + Zr R CH2 + Zr Me R CH2 + Zr Me R' CH2 R 2 R R R + Zr R' CH2 R 3 + CH2 Zr R R 95 R' 2 96 97 3 Step: terminazione R' + CH2 Zr R n R R CH2 R R n + + H Zr R' R 98 Omopolimerizzazione dell’etene e del propene a 30°C, 2,5 bar di monomero, concentrazione del metallocene 6,25 x 10-6 mol l-1, MAO/metallocene rapporto molare 250:1 Catalizzatore cod Zr Etene Propene Attività* 103 M Attività* Cl 103 M Isotatticità % 60.900 620 140 2 7 12.200 1.000 170 3 59 18.800 800 290 0,2 7 57.800 930 230 0,3 24 41.100 140 1.690 323 95 Cl R Cl Zr Cl R R = neomenthyl Et Me Me Cl Me Me Me Me Zr Cl Me Me Et Me 2Si Me 2Si Cl O Zr Cl Zr Cl Cl 99 Hf 480 610 446 94 22.200 1.000 1.220 24 98 78.000 190 750 418 >99 36.900 260 1.940 79 97 30.200 900 7.700 44 95 2.900 Cl Cl Cl Zr Me 2Si Cl R2 R3 R1 Zr X R2 Cl Cl R1 R3 X = C 2H4, R1=R2=R3= Me Cl Zr Me 2Si Cl Cl Zr Cl 100 R2 R3 R1 Zr X R2 111.900 250 3.800 192 94 16.600 730 15.000 650 99 450 6.100 380 98 25 180 3 49 Cl Cl R1 R3 X =Me2Si, R1 =R2=R3= Me R2 R3 R1 Zr X R2 Cl Cl R1 R3 X =Me 2Si, R1=Me, R2=Ph, R3=H Me2Si Zr 7.600 Cl Cl 1.550 Cl Me 2C Zr Cl 101 R 2.000 500 1.550 159 0,6 890 560 130 750 0,7 2.890 630 1.980 729 0,4 Cl Zr X Cl X = Me 2C, R = H R Cl Hf X Cl X = Me2C, R = H R Cl X Zr Cl X = Ph2C, R = H *) misurata come Kg di poliolefine/mol metallocene x ora x concentrazione del metallocene. 102 103 Ewen‘s rules C2v Atactic C2 Cs Syndiotactic C1 Cs Hemisotactic Isotactic Atactic 104 ZrCl2 n Polipropilene isotattico ZrCl2 n Polipropilene sindiotattico ZrCl2 n Polipropilene atattico C. O’Driscoll, Chemistry in Britain, 43, Febraury 1998 105 T 30°C, propene 2,34 mol/l, isotacticity >99%, 13C-NMR: 55 50 400MHz, T 100°C, C6D6 45 40 35 30 25 20 106 15 Stereoerror P Zr Si ∆E*si-∆E*re P Zr Si [Zr] P P [Zr] 107 Insertion and misinsertion in i-PP Regioerrors Zr Zr n1 2 2 1 1 2 meso-2,1-Insertion n m 1 21 2 1 2 1 2 1,2-insertion Zr n1 m 2 1 2 3 1 1,3-Insertion m 2 108 Produzione mondiale di poliolefine Anno Polietilene x 106 ton Polietilene Polipropilene x 106 ton x 106 ton % della produzione di materiale plastico LDPE HDPELLDPE PP 1983 11.3 7.9 6.4 - 1990 14.0 16.1 12.6 43 1995 14.4 22.1 17.1 47 2005 15.8 36.1 27.7 55 LDPE = low density polietilene; HDPE = high density polietilene; LLDPE = linear low density polietilene; PP = polipropilene Tabella - Confronto tra alcune proprietà del polipropilene prodotto con i catalizzatori Ziegler-Natta e con i metalloceni Caratteristica PP con metalloceni PP con ZN p.f. (°C) 161 162 Mw/Mn 2,5 5,8 Resistenza a trazione 1.620 1.190 Durezza 86 76 Frazione estraibile 0,1 2-4 109 W. Kaminsky, J. Chem. Soc., Dalton Trans., 1998, 1413-1418. Iniziazione Ka MLn + R'X MLnX + R1 CH2=CH R Kp MLn + R1 CH CH2X MLnX + R1 CH CH2 R R specie attiva specie dormiente X = Cl, Br, I Propagazione Ka MLn + R1 CH CH2X R specie dormiente Kd >> Ka Kd CH2=CH R MLnX + R1 CH CH2 MLnX + R1 R CH CH2 CH CH2 R specie attiva R CH2=CH R MLnX + R1 CH CH2 CH CH2 R 2 R 110 Propagazione CH2=CH R Ka MLn + R1 CH CH2X R MLnX + R1 Kd CH CH2 MLnX + R1 R CH CH2 CH CH2 R R specie attiva specie dormiente CH2=CH R Ka MLn + R1 CH CH2 CH CH2X R 2 R Kd MLnX + R 1 CH CH2 CH CH2 R 2 R specie dormiente Kd >> Ka 111 Terminazione MLnX + R1 CH CH2 CH CH2 R + CH2 CH CH2 R nR R1 + MLnX CH R m Kt MLnX + R1 CH CH2 CH CH2 R nR CH2 CH CH2 R CH R1 + MLnX R m 112 Copolimerizzazione di un monomero A con un monomero B catena crescente A* + A A* + B B* + A B* + B Kaa Kab Kba Kbb A* B* A* B* A* B* 113 − d [ A] = K aa [ A][ A *] + K ba [ A][B *] dt − d [B ] = K bb [B ][B *] + K ab [B ][ A *] dt [A *] + K ba d [ A] [ A] [ B *] = [A *] + K d [B ] [B ] K ab [B *] bb K aa Nell’ipotesi che d [A *] =0 dt e d [B *] =0 dt la velocità di formazione delle catene A* sarà: d [ A *] = K ba [ A][B *] dt e la loro velocità di terminazione − d [ A *] = K ab [B ][ A *] dt 114 nello stadio costante si ha K ba [ A][B *] = K ab [B][ A *] [A *] = K ba [A] [B *] K ab [B ] K aa [ A] + [B ] K d [ A] [ A] ab = [ ] d [B ] [B ] [A] + K bb B K ba definendo K aa ra = K ab ed K bb rb = K ba d [ A] [ A] ra [ A] + [B ] = d [B ] [B ] [ A] + rb [B ] detta equazione di copolimerizzazione e fornisce ad ogni istante la composizione del polimero. 115 Se si definisce: Xa frazione molare del monomero A nel polimero Xb frazione molare del monomero B nel polimero xa frazione molare del monomero A nella soluzione xb frazione molare del monomero B nella soluzione si ha d [ A] X a = =X d [B ] X b [A] = [B ] xa =x xb xra + 1 X =x x + rb x(1 − X ) x2 ra = rb − X X che è un’altra forma dell’equazione di copolimerizzazione. 116 Valori tipici di ra e rb per una copolimerizzazione radicalica a 60°C. Ma Mb ra rb Stirene Metil metacrilato 0.5 0.5 Stirene Acrilonitrile 0.4 0.05 Stirene Vinil acetato 55 0.01 Stirene 1,3-Butadiene 0.8 1.4 Stirene Cloruro di vinile 17 0.02 Metil metacrilato Vinil acetato 20 0.015 Metil metacrilato Cloruro di vinile 12 0 Metil metacrilato Acrilonitrile 1.2 0.15 ra = rb = 1 e quindi Kaa = Kab e Kbb = Kba copolimero statistico (“random”) ideale ra = rb = 0 e quindi Kaa ≅ 0 e Kbb ≅ 0 non si formano omopolimeri ma copolimero alternato ra >> 1 ed rb << 1 l’equazione diventa: [ d [ A] A] = 1 + ra d [B ] [B] e quindi il monomero A è incorporato nel polimero più velocemente di B e quindi si ha un copolimero con grandi blocchi di A separati da poche unità di B 117 Es.: Copolimerizzazione etilene/CO catalizzata da Pd complessi [Pd] CH2=CH2 + CO + CH3OH CH3CH2COOCH3 [Pd] = Pd(OAc)2 / PPh3(ecc). / Bronsted acid [Pd] n CH2=CH2 + n CO + CH3OH H(CH2CH2CO)nOCH3 [Pd] = Pd(OAc)2 / dppp/TsOH/ MeOH/ 65°C Iniziazione CH3OH a) ++ CO L2Pd H+ L2Pd(CO) + ++ L2Pd(COOCH3) + CH3OH L2Pd(OCH3) CH2=CH2 + L2Pd(CH2CH2COOCH3) CO H+ b) + L2Pd(CH2CH3) CO + L2Pd(COCH2CH3) CH2=CH2 CH2=CH2 + L2PdH + L2Pd(CH2CH2COCH2CH3) 118 Propagazione a) L2Pd(CH2CH2CO)nOCH3 CO + L2PdCO(CH2CH2CO)nOCH3 + CH2=CH2 CH2=CH2 L2PdCO(CH2CH2CO)n+1 OCH3 + CO L2PdCH2CH2(COCH2CH2)nCOOCH3 + b) + L2Pd(COCH2CH2)nH CH2=CH2 + L2PdCH2CH2(COCH2CH2)nH CO CO + L2PdCH2CH2(COCH2CH2)n+1H CH2=CH2 + L2PdCOCH2CH2(COCH2CH2)nH Terminazione a) + L2Pd(CH2CH2COR) CH3OH + L2Pd(OCH3) + CH3CH2COR b) + L2Pd(COCH2CH2R) CH3OH + L2PdH + CH3OCOCH2CH2R 119 CH3OH HCH2CH2(COCH2CH2)nH dichetone CH2=CH2 PdCH2CH2(COCH2CH2)nH P CH3OH H Pd(COCH2CH2)nH M H(CH2CH2CO)nOCH3 chetoestere P n CH2=CH2 n -1 CO (B) PdCH2CH2H PdH H I CO CH2=CH2 PdOCH3 I I CH3OH (A) Pd(COOCH3) Pd(CH2CH2CO)nOCH3 P n CH2=CH2 n -1 CO P M PdCO(CH2CH2CO)nOCH3 CO CH3OH I = Iniziazione P = Propagazione H = Protonolisi M = Metanolisi CH3OCO(CH2CH2CO)nOCH3 diestere 120 (Bill) Tipo Vantaggi Svantaggi Fase omogenea In massa (discontinua) In massa (continua) Minima contaminazione del polimero Difficoltà di smaltimento del calore di reazione Apparecchiatura semplice Ampia distribuzione dei p.m. Minima contaminazione del polimero Bassa conversione per ridurre il calore da smaltire ed avere una minore distribuzione dei p.m. Apparecchiatura non complessa Mescolamento dei reagenti e trasferimento dei materiali Separazione e riciclo del monomero non reagito In soluzione Facile controllo della temperatura di reazione Difficoltà per la eliminazione del solvente inglobato nel polimero La soluzione del polimero può essere utilizzata come tale Fase eterogenea In sospensione Facile controllo della temperatura di reazione E’ richiesta una continua agitazione La sospensione del polimero può essere direttamente utilizzata Polimero contaminato dagli agenti sospendenti e stabilizzanti della sospensione Necessità di lavare ed essiccare il polimero In emulsione Rapida polimerizzazione fino ad elevati p.m. Polimero contaminato dagli agenti stabilizzanti l’emulsione Facile controllo della temperatura di reazione Necessità di lavare ed essiccare il polimero Moderata distribuzione dei p.m. Il polimero risulta colorato Possibilità di riutilizzo della emulsione Bassa stabilità al colore 121 1. Stampaggio per compressione 122 2. Stampaggio per iniezione. Fig. 19.12 - Gir - Stampaggio per iniezione 123 Fig. 20.2 - Bill - Macchina per lo stampaggio per iniezione 3) Estrusione Fig. 19.14 - Gir - Estrusore a vite 124 4) Estrusione e soffiatura Fig. 19.15 - Gir - Estrusione e soffiatura 1) Estrusore; 2) Foglia tubolare; 3) Cilindri di guida; 4) Cilindri di stiro; 5) Bobina; 6) Ugello. 125 5) Soffiatura a caldo Fig. 20-4 - Bill - Soffiatura di un polimero fuso per la produzione di una bottiglia 6) Lavorazione in foglie 6a) Calandratura Fig. 20.5 - Bill - Diagramma di una calandra a 4 cilindri 126 6b) Spalmatura 6c) Colata 7) Immersione 8) A spruzzo 9) Laminati plastici 10) Plastici rinforzati 11) Polimeri espansi 127 Sostanze ausiliarie Principali: - Cariche – Utilizzate soprattutto per materie plastiche termoindurenti. Abbassano il costo e migliorano la precisione dello stampaggio. Ad es. il PVC. è caricato con CaCO3, Gesso (CaSO4*2H2O), Caolino, Allumina (Al2O3), ecc. - Rinforzanti – Migliorano le qualità meccaniche. Si usa la fibra di vetro per poliesteri, polistirolo, resine ABS - Coloranti, pigmenti – Prodotti organici o inorganici - Plastificanti – Impiegati solo per materie termoplastiche. Modificano le caratteristiche dei materiali. Sono liquidi ad alto p.eb. (es.: Dibutil ftalato, Diottil ftalato, Tricresil fosfato) o solidi a basso p.f. (Canfora, o.nitrodifenile) o polimeri a basso p.m. (poliesteri, gomme nitriliche). Devono possedere le seguenti caratteristiche: • non tossici • resistenti alla luce • non infiammabili • chimicamente inerti • non dilavabili dai liquidi Secondarie - lubrificanti (stearati di Zn o Ca). Favoriscono il distacco dell’oggetto dallo stampo. - Induritori - Inibitori. Riducono la velocità di polimerizzazione - Stabilizzanti. Limitano la degradazione del polimero ad opera della luce, calore, aria. - Agenti rigonfianti . Impiegati nella preparazione di oggetti 128 espansi. Degradazione e stabilizzazione dei polimeri Degradazione termica Degradazione fotochimica Degradazione per ossidazione a) Reazione della catena polimerica Scissione Prodotti volatili Monomero Frammenti che contengono le unità strutturali originali b) Reazioni dei sostituenti laterali Eliminazione Ciclizzazione 129 Degradazione termica di polimeri a) Reazione della catena polimerica Depolimerizzazione a.1) Rottura della catena principale CH2 CHX + CH2 CHX CH2 CHX CH2 CHX a.2) Liberazione di monomero (unzipping) CH2 CHX CH2 CHX CH2 CHX + CH2 a.3.1) Trasferimento intramolecolare e successiva depolimerizzazione CH2 CHX CH2 CHX CH2 CHX + CH2 CH2X + CH2 CX CH2 CHX CH2 CX CH2 + CHX 130 CHX CHX a.3.2) Trasferimento C1-C5 CH2 CHX CH2 CHX CH2 CH2 CHX H CH2 CX CHX CH2 b a CH2 a b CHX CH2 CX CH2 CHX CH2 CH2X CH2 CX CH2 CHX CH2 CH2 CHX CH2 CHX CH2 CX CH2 + + CH2X CHX CH2 CH2X CH2 CH2 CX + CH2X CH2 CHX CH2X Interruzione del processo di degradazione CH2 2 CH2 CHX CHX CH2 CHX CH2 CHX CH CHX + CH2 CHX CH2 131 CH2X Degradazione termica di alcuni polimeri Polimero Monomero (%) Poli metilmetacrilato 100 Poli(α α-metilstirene) 100 Poli tetrafluoroetilene 100 Poli(meta-metilstirene) 50 Polistirene 40 Poliisbutene 30 Poliisoprene 12 Polipropilene 2 Polimeri che formano radicali stabili danno luogo a degradazione come ad es.: CH3 CH3 CH2 C CH2 C COOCH3 132 Polimeri che formano radicali meno stabili danno luogo a trasferimento del radicale come ad es. : H CH3 CH2 CH2 C C CH3 CH3 Polimeri derivanti da un processo di poliaddizione possono dar luogo al processo inverso: O O R O C O N H Ar N H ∆ HO R OH + O C N Ar N C O 133 Ad es.: Un poliestere può dare luogo alla pirolisi del gruppo estereo R CH H R CH CH2 CH H O O + C Ar Ar C OH O Nel caso dei polisilossani si può avere la formazione di cicli con 3, 6, 9 e 12 unità [R2SiO]. R R Si R ∆ O n R Si R + O n-3 O R R Si Si O R O Si 134 R R b) Reazione delle catene laterali b1) il PVC a 200°C perde HCl assumendo una intensa colorazione: Cl Cl Cl Cl Cl HCl Il meccanismo può essere sia radicalico che ionico 135 b2) Anche il PAN per riscaldamento oltre 250°C si colora intensamente: CH2 CH CH2 C CH CH2 C N CH CH2 C N CH C N CH2 N ∆ CH2 CH C CH2 CH CH2 C N N CH CH2 C CH C N CH2 N per riscaldamento a 600°C si ha la formazione di anelli piridinici condensati CH2 CH C CH2 N CH C CH2 N C C CH N C C C N CH C CH2 N O2 ∆ CH2 CH CH2 H2O CH N C C CH N C C CH N 136 che a 800°C si riorganizza con perdita di N2 (o di HCN) per dare una struttura di tipo grafitico CH C C CH N C CH C C C N CH CH N C C C C N CH CH N C C CH C C C C N N C C CH N C C CH N2 CH C CH C CH C CH C C CH C C CH C C C C C C C C C C C C C CH CH CH CH 137 CH C C CH CH N C C C C CH N CH N C C C C CH N CH N C C C C CH N CH C C N C C CH C C N HCN CH C CH C CH C CH C C CH C C CH C C C C C C C C C C C C C N N N N 138 b3) Il gruppo terminale insaturo del polimetil metacrilato reagisce a 220-250°C : CH3 C CH2 CH2 COOCH3 C COOCH3 CH2 CH3 C + COOCH3 CH2 C COOCH3 depolimerizzazione 139 Metodi di stabilizzazione termica c1) Nel caso del polimetacrilato di metile per evitare la presenza di insaturazioni dei gruppi terminali si può effettuare la polimerizzazione anionica. c2) Nel caso del PVC la presenza di sali alcalini di acidi carbossilici neutralizzano l’HCl che si forma e blocca la sua attività catalitica nella deidroclorurazione stessa. c3) La presenza di dienofili (es. anidride maleica) nel polimero può provocare una reazione di condensazione con i doppi legami che si formano (es dal PVC) eliminando la coniugazione dei C=C e quindi riducendo la colorazione. c4) La presenza di reticolazioni impedisce la mobilità dei radicali formatisi e quindi per avere la scissione permanente si devono realizzare più scissioni contemporaneamente su legami vicini altrimenti i radicali formatisi si ricombinano perché non possono diffondere. 140 Degradazione fotochimica Le degradazioni provocate da radiazioni UV sono analoghe a quelle provocate dal calore anche se il processo è diverso in quanto si creano radicali a più basse temperature e perché la presenza di stati elettronici eccitati può dare luogo a differenti reazioni. a) Il PS reagisce in presenza di una radiazione UV (235.7 nm): CH2 hν CH CH2 Ph C + H Ph a.1) CH2 C CH Ph H + + C H Ph H H2 a.2) CH2 + C Ph H CH C Ph a.3) CH2 C Ph CH2 + H2 C Ph Ph CH2 C CH2 C Ph141 b) Il polimetil metacrilato irradiato a 254 nm a t.a. dà luogo alla decomposizione della catena laterale: CH3 C CH2 COOCH3 CH3 C CH2 CH3 CH3 C CH2 C CH3 CH3 C CH2 C COOCH3 COOCH3 + COOCH3 COOCH3 COOCH3 H CH3 C CH2 + CH3 CH3 C CH2 C H COOCH3 COOCH3 COOCH3 CH3OH CO2 + CH3 HCOOCH3 H CH4 CH3 CH3 C CH2 CO + OCH3 + C COOCH3 142 c) polichetoni possono dare due tipi di reazione. La prima (Norrish I) forma due macroradicali mentre la seconda (Norrish II) fornisce due macromolacole a più basso p.m.: c1) Norrish I + O O + CO c2) Norrish II + O H O 143 d) gruppi chetonici presenti nelle catene laterali possono dare reazioni analoghe: Norrish I (a) e (b); Norrish II (c) CO + CH3 + COCH3 C=O H H CH3 CH4 CH3CHO a) b) C=O C=O CH3 CH3 + CH3 C=O C=O H CH3 CH4 c) + CO + C=O C=O CH3 CH3 C=O CH3 144 Degradazione per ossidazione Inizio: ∆, hν P P Propagazione P + O2 POO Terminazione Prodotti 2 POO 2P POO + P P P POOP 145 es.: R' R' C O O C R" R' R' R' C O O C R" R" R" R'= H O2 C OO R" R' O R' O O R' O C C R" R" C OO R'= H R" C O + R" C OH R" 146 Ramificazione + PO POOH OH + P POH + P OH + P H2O + P PO CH4 P O CH3 a a CH3 CH3 b + CH2 O b CH2 CH2 P O CH3 CH2 CH2 CH3 + CH3 P P CH3 CH2 CH3 147 Il chetone può successivamente decomporsi: O O CH2 C CH2 CH2 C CH2 P P OH CH2 .C CH2 La presenza di metalli nel polimero può decomporre l’idroperossido formatosi: POOH + M n+ (n+1)+ PO + OH + M (n+1)+ POOH + M + n+ POO + H + M POOH PO + POO + H2O 148 Stabilizzazione all’ossidazione Alcooli Chetoni Acidi Esteri P IC P PO + OH -Anti-UV -Disattivatori di metalli -Spegnitori di stati eccitati AP Calore Luce Metalli O2 Propagazione della catena Ramificazione della catena POO Terminazione IC POOH P AP Decompositori di idroperossidi AP: Azione preventiva IC: Inibitori di catena 149 a) Inibitori della catena cinetica a1) POO + InH POOH + In a2) POO + In POOIn Es.: Fenoli sostituiti con elevato ingombro sterico OH tBu tBu POO tBu POOH CH3 O O tBu POO tBu tBu POO CH3 CH3 Es.: Ammine aromatiche secondarie R R R POO POO NH N N OOP R' R' POOH R' 150 Derivati della tetrametilpiperidina intercettano sia radicali POO* che P* e sono detti HALS (Hindered Amine Light Stabilizers) P O2 NH NO POOP NOP POO Antiossidanti ad azione preventiva a.1) Evitano la decomposizione degli idroperossidi attraverso un processo radicalico P(OR)3 + R' OOH OOH R2S + R' O=P(OR)3 + R' OH R2S=O + R' OH 151 a.2) Funzionano da schermo selettivo assorbendo la radiazione UV che riemettono sotto forma di calore O H C calore hν * O H C O O * O H C O 152 Reazioni di sistemi macromolecolari Reazioni con composti monomerici Reazioni analogiche Reazioni tra macromolecole A A A A A A B B B B B B B B B B A A A A 153 a) Reazioni con composti monomerici a.1) Sintesi di copolimeri ad innesto a.1.1. per via radicalica omopolimerizzazione 1) I 2 R· 2) R· + M R-M· 3) R-M· + nM R-(M)n-M· trasferimento di catena 4) R-(M)n-M· + PH 5) P· + P'H R-(M)n-MH + P· PH + P' · terminazione 7) P· + P· P-P 8) P-(M)n-1-M· + P· 9) ecc. P-(M)n-1-M-P 154 Esempio R + R + RH L'iniziatore può essere anche un gruppo POOH formatosi nel processo di ossidazione POOH ∆ PO + OH PO + n M PO (M) Copolimero a innesto OH + n M HO (M) Omopolimero Per ridurre la formazione di omopolimero si può aggiungere uno ione metallico ++ OH + Me +++ OH + Me Come iniziatore è possibile utilizzare del CeIV che funziona come ossidante: CH2OH + Ce IV CHOH + Ce III + H+ 155 Utilizzando H2O2 si ha nel caso della cellulosa rigenerata: Cell O C S - S Cell O C S S Cell O Cell O C + H2O2 + nM S S Cell O + HO + OH- + CS2 Cell O (M) n L'iniziatore può essere anche una radiazione UV Copolimero innestato I MMMM MMMMMMMM MMMMMMMMMMMM MMMM + Copolimero a blocchi MMMMMMMM Copolimero a blocchi 156 a.1.2) La polimerizzazione può avvenire per via ionica: LiBu Bu H Li n CH2=CHX CH2 Li X X X 157 a.2) Con iniziatori analoghi si possono introdurre gruppi funzionali nei polimeri utilizzando monomeri opportuni, ad es: EtOOC COOEt O O O 158 Reazioni analogiche Rigenerazione della cellulosa HO NaOH 20% OH O O CH 2OH OH HO O CH 2ONa n O alcali cellulosa cellulosa nativa CS2 H 2SO4 15% HO OH O CH 2OH O cellulosa rigenerata HO OH O CH 2OCS2 Na O cellulosa xantogenato 159 Vulcanizzazione della gomma CH3 H C CH3 H C CH2 CH2 S elementare C CH2 attivatore acceleratore, C CH (S)n CH2 C CH3 CH C H Collagene della pelle CONH2 NH2 H2N NH2CO CONH CH2O NH H2O CH2 CH2 HN NHCO 160 Acetalizzazione del PVA OH OH OH OH OH R C H2O O O OH O O H O C C R R Nel caso del PVC si può avere HCl Cl Cl Cl Cl Cl Zn ZnCl Cl22 Cl 161 Il PVA può essere disidratato mentre il PVAc può dare la deidroacetilazione H2O OH OH OH OH OH AcOH OAc OAc OAc OAc OAc Modifica del gruppo funzionale Nel copolimero etilene/anidride maleica oppure norbornene /anidride maleica si può modificare il gruppo dell’anidride per reazione con anilina O O K' O O K'/K"=100 O O K" PhNH2 O OH O NHPh 162 Nell’idrolisi del gruppo acetato del PVAc si ha < OAc OAc OAc 1 < OAc OAc OH 1 OH OAc OH 100 Nella saponificazione dei gruppi ammidici si raggiunge al max il 70% di conversione di tali gruppi: CH3 CH3 CH3 C=O C=O C=O NH2 NH2 NH2 - OH CH3 CH3 CH3 NH3 C=O C=O C=O O NH2 O 163 La saponificazione di un gruppo estereo può essere accelerata da un processo intramolecolare del tipo: C=O C=O - O H2O CH3 CH3 CH3 CH3 - RO O O C C O CH3 CH3 O O + H C C - - O O R con R= p-NO2C6H4 la reazione è più veloce di 106 volte. CH3 CH2 CH CH2 C O - O C CH2 CH3 CH C O C O O O - CH2 CH2 CH CH2 C CH2 CH - C O O R C O C O O O CH2 - R H2O ROH + H CH3 CH2 CH C O CH2 C - CH2 - O C O O CH CH2 C O- O 164 O Un cloruro acilico reagisce con diazometano fornendo l’acido con un atomo di C in più CH3 CH CH2N2 Cl C CH3 CH O CH3 HCl CHN 2 C O CH3 N2 CH3 CH C CH2 H2O O CH3 CH OH CH3 C CH O CH3 Il cloruro dell’acido metacrilico invece fornisce un polichetone ciclico: CH 3 CH 3 CH 2N 2 CH 3 CH 2 C CH 2 C CH 3 CH 2 C CH 2 C C=O C=O Cl Cl HCl C=O C=O CHN2 Cl N2 CH 3 CH 3 CH 2 C CH 2 C C CH 3 HCl CH 3 CH 2 C CH 2 C C=O C C C O C=O H Cl O H 2O CH 3 CH 3 CH 3 CH 2 C CH 2 C CH 2 C CH 2 C CH O C=O CH CO 2 C OH CH 3 C=O 165 In alcuni casi i gruppi vicinali reagiscono tra loro O CH CH CH CH C C C C OH N H O R H2O O N O R Un’altra reazione molto utilizzata per la produzione di materiali speciali è la solfonazione di un anello aromatico: CH CH2 H2SO4 H2O CH CH2 SO3H 166 Reazioni tra macromolecole Reticolazione a) reticolazione con perossidi del copolimero PE-PP + RO ROH + 167 b) reticolazione con perossidi della gomma naturale ROH + + RO c) reticolazione con perossidi del polibutadiene 1,4-cis + RO RO OR 168 Vulcanizzazione CH3 CH2 C CH CH Sx S CH2 Sy S Sz C CH2 CH3 In presenza di acceleranti quali il mercaptobenzotiazolo (I) e il disolfuro di tetrametiltiourame (II) i valori di x, y, z sono mediamente uguale a 2 N SH S (I) CH3 CH3 S S N C S S C N CH3 CH3 ( II ) 169 Smaltimento delle materie plastiche 1.Smaltimento in una discarica 2.Utilizzazione come fonte di energia in impianti di incenerimento: a. Eliminazione di rifiuti senza un loro accumulo in discarica b. Produzione di energia termica 3.Riciclo ottenendo prodotti chimici: a. Eliminazione di rifiuti senza un loro accumulo in discarica b. Interesse per il recupero dei monomeri costituenti il materiale da riciclare c. Problemi chimici relativi al riciclo di poliolefine 170 Energia richiesta per produrre un materiale Materiale KJ/c m 3 KJ/cm 3 LDPE PP PVC PMMA HDPE Poliestere + Fibra vetro (20 %) PC PS SAN ABS PBTP Vetro POM PA + Fibra di vetro (50 %) PA66 PA6 Acciaio Zn Cu Al Mg 54 65 70 70 72 75 80 82 84 87 90 104 166 177 177 188 316 400 438 617 650 0 100 LDPE PP PVC PMMA HDPE 200 300 400 500 600 700 Poliestere + Fibra vetro (20 %) PC PS SAN ABS PBTP Vetro POM PA + Fibra di vetro (50 %) PA66 PA6 Acciaio Zn Cu Al 171 Mg Energia richiesta per produrre un contenitore usa e getta Contenitore Vetro Peso ∆ di Plastica Energia Tipo richiesta KJ 3850 PE energia % 20 Energia richiesta KJ 1600 Peso Bottiglia latte (1 L) Bottiglia olio (1 L) 370 58 390 4050 PVC 28 1770 56 Barattolo Yogurt (180 g) 112 1160 PS 7.5 630 45 172 Composizione di un rifiuto domestico Materiali Rifiuti vegetali Rifiuti a granulazione media Rifiuti a granulazione fine Rifiuti pericolosi Biancheria riutilizzabile Materiali compositi Minerali Tessuti Materiali plastici Vetro Metalli non ferrosi Metalli ferrosi Imballaggi compositi Carta Cartoni % 29,9 16,0 10,1 0,4 2,8 1,1 2,0 2,0 5,4 9,2 0,4 2,8 1,9 12,0 4,0 173 rifiuti domestici Cartoni Imballaggi compositi Carta Rifiuti vegetali Metalli ferrosi Metalli non ferrosi Vetro Materiali plastici Tessuti Rifiuti a granulazione media Minerali Materiali compositi Biancheria riutilizzabile Rifiuti pericolosi Rifiuti a granulazione fine 174 Durata di utilizzo di un oggetto in plastica Durata % < 1 anno 20 1- 8 anni 15 > 8 anni 65 Smaltimento delle materie plastiche Materie plastiche smaltite Smaltimento % Tipo % Riciclo 25 PE + PP 60 - 65 Combustione 25 PS 10 - 20 Discarica 50 PVC 12 - 17 Altre 10 - 15 Impurezze 3 - 10 175 Codifica dei polimeri per facilitare il loro riciclo N. Polimero 1 PET 2 HDPE 3 PVC 4 LDPE 5 PS 6 Altri N 176 Obiettivi del riciclo 1. Ridurre lo smaltimento del produttore e del consumatore 2. Aumentare i prodotti riciclati nella produzione e nella lavorazione riutilizzando le materie prime riutilizzando i prodotti 3. Rendere lo smaltimento più sicuro 4. Ripartire i costi secondo il principio chi inquina paga Economicità del riciclo Materiale vergine Materiale riciclato Emissioni Emissioni Consumo di energia per la produzione Consumo di energia per raccolta e lavorazione Inquinamento del processo Inquinamento del processo 177 Riciclo di prodotti omogenei Materia plastica riciclata ha un valore commerciale di ca. 70 % rispetto ad una nuova I polimeri termoplastici possono essere riutilizzati da soli o mescolati allo stesso polimero vergine 1. Degradazione a causa di ripetute lavorazioni • Apparenza • Resistenza chimica • Lavorabilità • Caratteristiche meccaniche 2. Contaminazione occasionali con altri materiali 178 Operazioni per il riciclo 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Riduzione delle dimensioni Lavaggio Essiccamento Separazione dei metalli Selezionamento Mescolamento Stabilizzazione Omogeneizzazione Degassamento Granulazione 179 Riciclo di prodotti eterogenei E'possibile riciclare direttamente questi materiali solo se: a) Sono polimeri termoplastici b) Sono miscibili tra loro allo stato fuso Negli altri casi occorre fare: Riduzione delle dimensioni Dispersione Dissoluzione Preselezionamento Prodotti da riciclare Acqua Lavaggio Acqua allo smaltimento Separazione (Idrocicloni) Prodotti residui Separazione acqua Essiccamento Estrusione Filtrazione Pellettizzazione Prodotti riciclati 180 Riciclo per ottenere prodotti chimici 1. Idrolisi 2. Alcolisi 3. Aminolisi 4. Idrogenazi one 5. Pirolisi 1. Idrolisi Si può effettuare su tutte le materie plastiche idrolizzabili quali ad es.: • Poliuretani: particolarmente interessante per quelli espansi. • Poliammidi • Poliesteri • Policarbonati • Poliuree occorrono, in genere, condizioni drastiche di reazione. Ovviamente le poliolefine e le gomme non sono idrolizzabili. 181 Es.: Idrolisi di un poliuretano: T 200 - 230 °C P 15 - 30 bar Durata 5 - 30 min Resa in polietere 100 % Resa in diammina 90 % R CH3 H2O R NH CO O CH CH2 O CH CH2 O CO NH n H2O R CO NH CO O CH CH2 O CH CH2 O n H2O NH CH3 H2O CH3 CO2 CO2 NH2 Anidride carbonica Toluendiammina CH3 R NH2 HO O R OH R NH2 CO2 CO2 n NH2 Polietere R Toluendiammina Anidride carbonica HO O OH R Polietere 182 m Sintesi di un poliuretano CH3 NH2 + COCl2 NH2 Toluendiammina HO + OH R Fosgene R O Epossido Glicol HCl CH3 R NCO HO OH O n R NCO Toluenediisocianato CH3 R Polietere R NH CO O CH CH2 O CH CH2 O CO NH n R CO NH NH R CO O CH CH2 O CH CH2 O CH3 n 183 m 2. Alcoolisi a - di un poliuretano: Fornisce il polietere e piccoli frammenti di uretano mediante reazioni di transesterificazione. Se si utilizza un diolo il frammento uretanico contiene gruppi OH terminali ed il prodotto può essere riutilizzato nella sintesi di poliuretani R NH CO O R' O CO NH R + + R"O H H OR" R NH CO + HO R' OH + CO NH R OR" OR" b - di una poliammide Si procede in maniera analoga e si ottiene una ammina ed un estere. R NH CO + H OR" R NH2 + R"O OC R"O H + CO NH R CO OR" + H2N R 184 c - di un poliestere OC CO O + R'O H OC CO + HO OR' O OC CO + H OR' OH + OC CO OR' 185 3 . Idrogenazione Dalla idrogenazione di poliolefine si ottengono idrocarburi saturi. Poichè anche gruppi funzionali possono essere idrogenati, non è necessario selezionare la plastica prima del trattamento T 500 °C P 400 bar Cat Co- Mo Resa idrocarburi liquidi 60 - 90 % Se tra le materie plastiche è contenuto PVC si forma HCl e composti organici clorurati. 186 4. Pirolisi Si possono utilizzare tutti i tipi di polimeri, però si forma una miscela di prodotti che devono essere separati. Si formano prodotti gassosi 5-20 volte meno che nella combustione. Gli inquinanti si concentrano prevalentemente nel residuo (simile ad un coke). La pirolisi di gomme e biopolimeri richiede una grande quantità di energia e poichè sono cattivi conduttori del calore sono necessari forni rotativi o forni a letto fluido. 187 Processi per la pirolisi della plastica Processo Mitsubishi UC Kobe steel Procedura Prodotti Letto fuso, Olio Riscaldamento indiretto, 500 Gas °C Estrusore cere Riscaldamento indiretto, 420 - 600 °C Forno ruotante Olio Riscaldamento indiretto, 500 Gas - 700 °C Energia Voest-Alpine Forno a pozzo Riscaldamento diretto KWU Forno ruotante Energia Riscaldamento indiretto, 450 - 500 °C Forno ruotante Olio Riscaldamento indiretto, 650 pirolisi - 700 °C Gas O. Noell Gas Vapore Olio Gas Sviluppo 100 Kg/h Tokio (Giappone) Impianto pilota USA 1.000 Kg/h Kobe (Giappone) Impianto pilota 650 Kg/h Linz (Austria) Impianto 3.000 Kg/h Ulm (Germania) di Impianto 6.000 Kg/h Salzgitter (Germania) Università Waterloo Forno corto Riscaldamento indiretto, 500 - 700 °C Impianto di laboratorio Waterloo (Canada) Università West Virginia 2 letti fluidi di cui uno Gas ossidante Impianto di laboratorio West Virginia Università (USA) Tsukishima Ebara 2 letti fluidi di cui uno Energia ossidante 4.000 Kg/h Yokohama (Giappone) Università Amburgo letto fluido Riscaldamento indiretto 600 - 900 °C Olio di 20-60 Kg/h Università di Amburgo pirolisi Gas 500 Kg/h ABB plant Nero fumo Ebenhausen/ingolstadt (Germania) 188 Prodotti formatisi dalla pirolisi di rifiuti di plastica in un forno a letto fluido Polimero T di pirolisi Gas Olio Residuo Altro °C % in peso % in peso % in peso % in peso PE 760 55.8 42.4 1.8 C PP 740 49.6 48.8 1.6 C PS 580 9.9 24.6 0.6 PE-PP-PS 750 52.0 46.6 1.4 PET 768 50.8 40.0 7.1 2.1 H2O PUR 760 37.9 56.3 0.5 5.0 H2O/ HCN PA 760 39.2 56.8 0.6 3.4 HCN PC 710 26.5 46.4 24.6 2.5 H2O PMMA 450 1.25 1.4 0.15 C PVC 740 6.8 28.1 8.8 PTFE 760 89.3 10.4 0.3 Siringhe mediche 720 56.3 36.4 5.8 1.5 Acciaio rifuti 787 43.6 26.4 25.4 4.6 H2O Plastica da demolizione auto 733 29.9 26.7 27.6 14.0 Metalli/1.8 H2 O Gomma EPDM 700 32.3 19.2 47.5 1.0 H2O Gomma SB 740 25.1 31.9 42.8 0.2 H2S Copertoni auto 700 22.4 27.1 39.0 11.5 Acciaio Lignina 500 3.4 29.9 49.3 17.4 H2O Cellulosa 700 47.1 23.0 18.6 C 11.3 H2O Rifiuti fangosi 600 34.3 27.7 33.2 4.8 H2O Plastica casalinghi da 64.9 Stirene 0.3 97.2 MMA 56.3 HCl 189 Composti ottenuti dalla pirolisi con un letto fluido di materiale plastico Prodotto pirolisi della Alimentazione PE (a 740 °C) Residui casalinghi (787 °C) Poliestere (a 768 °C) Poliuretano (a 760 °C) H2 0.75 0.7 0.3 0.23 Metano 23.6 17.5 3.8 3.5 Etano 6.7 2.9 0.24 0.76 Etilene 19.8 9.8 1.5 5.4 Propano 0.08 0.08 0.01 0.01 Propene 5.5 1.3 0.08 1.7 Butene 0.54 0.13 0.01 Butadiene 1.6 0.44 0.04 1.2 CO2 2.3 17.2 14.4 CO 1.2 27.4 8.7 HCN 0.31 HCl 7.2 Esene 0.02 0.002 0.02 0.2 Benzene 19.1 13.8 18.3 5.0 Toluene 3.9 5.6 2.5 1.8 Stirene 0.5 3.1 2.1 0.01 Indene 0.25 1.0 0.41 1.1 Naftalene 2.8 3.8 1.4 1.5 190 Prodotto pirolisi della Alimentazione PE (a 740 °C) Residui casalinghi (787 °C) Poliestere (a 768 °C) Poliuretano (a 760 °C) Metilnaftalene 0.63 0.84 0.25 0.69 Difenile 0.30 0.41 1.47 0.15 Fluorene 0.20 0.22 0.18 0.27 Fenantrene/Antr acene 0.52 0.66 0.08 0.62 Fenilnaftalene 0.08 0.36 0.21 0.01 Fluoroantrene 0.08 0.26 0.02 0.01 MeCN 0.58 Acrilonitrile 0.95 Benzonitrile 1.8 Chetoni, acetali 0.15 9.2 Acetofenone 1.4 0.3 Altri 11.3 9.0 11.7 34.1 Carbone 1.75 6.4 7.1 0.5 Acqua 2.6 2.1 5.0 Composti inorganici 5.3 191 Pirolisi di una gomma o di un copertone d' auto a 650 °C per 1-4 minuti Prodotti % Gas 15 - 20 Olio 20 - 30 Acqua 5 - 10 Nero fumo + materiale di riempimeno 30 - 40 Fili d'acciaio 5 - 20 I prodotti gassosi sono utilizzati come fonte di calore per il forno 192 5. Combustione • Si può impiegare quando non è economico o pratico utilizzare uno dei processi sopra riportati • Si sfrutta il potere calorifico della plastica (1 Kg di plastica ≈ 1 lt di olio combustibile > 1 Kg carbone) • Si riduce la quantità di rifiuti che devono andare in una discarica • Si perde l' energia utilizzata per produrre il materiale plastico • Si perde la struttura molecolare del polimero • Si possono avere problemi nei fumi: Materie palstico Prodotti nei fumi PVC e simili HCl PTFE HF PA, PAN, poliuretani NOx Coloranti, Plastificanti, Riempitivi Metalli Fumi inquinanti Il desiderio di riciclare i polimeri e i costi di purificazione dei fumi indicano che il riutilizzo del materiale è un procedimento migliore. 193 6. Smaltimento in discarica e degradazione In una discarica ben condotta un materiale plastico non crea problemi perchè - in genere non è solubile in acqua - non degrada rilasciando prodotti pericolosi - occupa volumi notevoli - degrada molto lentamente 6.1 Degradazione da radiazioni UV -Si ottengono prodotti a basso peso molecolare -Occorre la presenza di additivi fotosensibili quali benzofenone, antrachinone, dichetoni, e sali metallici di Mn, Co, Fe, Cu ambiente -I prodotti a basso Mn posono disperdersi nell' Reazioni fotochimiche in polimeri contenenti gruppi CO in catena laterale Norrish I H CH2 H C CH2 C CH2 C O C O R R H CH2 C H CH2 C CH2 C O + C R R hν Norrish II H H CH2 C H C O R + CH2 C CH2 C O R 194 O Reazioni fotochimiche in polimeri contenenti gruppi CO in catena principale Norrish I + O hν O CH3 Norrish II + O O H O H 195 6.2 Biodegradazione Solo alcuni polimeri possono essere biodegradati: 1. Derivati della cellulosa 2. Poliesteri alifatici 3. Terpolimeri da etilene-CO-acetato di vinile biodegradano lentamente 4. Alcuni additivi e plastificanti possono essere biodegradati 5. Polimeri a blocchi contenenti cellulosa 6. Poli(b-idrossiacidi) 1. il poli(acido-b-idrossibutirrico) PHB è prodotto dalla ICI con un processo biotecnologico e degrada enzimaticamente in un periodo di mesi, tuttavia costa il doppio del PE 196 Sintesi di polimeri a blocco biodegradabili contenenti unità cellulosiche O Ac H O H A cO H O O O Ac H n O NH C N R N C O Et3 N O NH O O Ac O R H + A cO H H O O NH O Ac H n R NH O O A cOH O OH O NH R NH O HO H H H O O NH OH n O R NH O 197 dove R è CH2 R= CH3 NH CO O CH2 CH O CO N H m CH3 CH2 NH CO O CH2 CH O CO N H m CH2 198 199 CH2 CH2 PE – alta pressione – CH2 CH2 n 1000 – 2000 atm 150 – 300 °C iniz. Tracce O2, perossidi, ozonuri, ecc. PE – bassa pressione - Phillips 30 atm 150 – 180°C Cat.: Cr2O3/ SiO2-Al2O3 Idroc. C5 – C8 Standard Oil 70 atm 180°C NiO, CoO, Mo2O3/Al2O3 Ziegler 1 – 2 atm 70 °C Cat.: Et2AlCl + TiCl4 Solv. Idrocarburi 200 Fig. 19.16 Girelli - Schema del processo Ziegler per la polimerizzazione dell' etilene a bassa pressione 201 Polietilene (PE) Caratteristiche Termoplastico, Inodoro, Insaporo, Scarsamente polare Notevole resistenza ad acidi forti, alcali, soluzione saline Debole resistenza ad ossidanti, luce Debole resistenza a benzene, CCl4 (rigonfia) Insolubile nei comuni solventi PE bassa pressione (processo Ziegler) cristallino ∼ 95 % p.f. 110 – 115°C PE media pressione (processo Phillips) cristallino ∼ 60 % p.f. Impieghi Isolante, rivestimento cavi marini, serbatoi, ecc.. impiegato come impermeabilizzante. Impiegato per la produzione di film e fogli utilizzati per imballaggi, protezioni di materiale, ecc. Produzione di bottiglie mediante “blow molding” e di tubature per usi agricoli e domestici 202 203 CH3 CH2 C H CH3 CH2 CH n Di importanza industriale è solo il polimero isotattico, ottenuto con il processo Ziegler – Natta Ziegler - Natta 1 – 10 atm 50 - 100 °C Cat.: Et2AlCl + TiCl4 Solv. Idrocarburi Caratteristiche Termoplastico Inodoro Insaporo Altamente cristallino p.s. 0.90 – 0.91 (è il polimero a più basso p.s.) p.f. > 170 °C PP migliore di PE per caratteristiche meccaniche e termiche Insolubile nei comuni solventi organici T > 80°C solubile in solv. Aromatici (Toluene, Xilene, Tricloro etilene, Tetracloroetilene) Sensibile O2, luce U.V. a T elevate in assenza di stabilizzanti e nerofumo Basso coefficiente di attrito Utilizzato per ingranaggi, cuscinetti 204 Impiegato per utensili da cucina, valigie (MOPLEN ), ecc. Fig. 19.18 Gir - Schema del processo Montecatini per la produzione di polipropilene isotattico 205 206 Cl CH2 C H CH2 Cl CH n Sintesi del monomero (Fig. 18.74, 18.75 Girelli) E’ utilizzato il prodotto amorfo E’ prodotto per polimerizzazione radicalica a) in emulsione Iniziatori radicalici a) Idrofili: H2O2, K2S2O8 b) Liofili: perossidi organici, azocomposti Prodotto facilmente lavorabile Non trasparente Elevato assorbimento di acqua b) in sospensione Fig. 19.19 Girelli Iniziatori oleosolubili T 40 – 70 °C Prodotto più puro, ridotto assorbimento di acqua, assorbe facilmente il plastificante 207 Fig. 19.19 - Gir - Schema del processo di polimerizzazione in sospensione del cloruro di vinile 208 Caratteristiche Solubile solo a T elevate in cloronaftene, Dibutile ftalato, Tricresil fosfato, Benzil benzoato. Insolubile nel monomero In funzione del tipo e della quantità di plastificante: PVC flessibile PVC semirigido PVC rigido PVC gommoso Impieghi Industria elettrica: isolante elettrico per cavi e tubi da incasso in zone soggette ad azioni corrosive (p.es. correnti vaganti) Industria chimica: per tubi, raccordi, valvole, pompe, rivestimento di recipienti metallici o di cemento (resiste ad acidi, basi, sali inorganici, CH3CHO, C4H9OH, CCl4, ecc.) Edilizia: pavimenti, zoccoli, battiscopa, tubazioni per acqua fredda, fognature, scarichi pluviali 209 210 Ph CH2 C H Ph CH2 CH n Il polimero industriale è amorfo, quello cristallino è troppo fragile e duro. Polimerizzazione radicalica Processo discontinuo In massa Processo continuo (Fig. 19.9 – Girelli) In soluzione In sospensione Le perle vanno lavate ed essiccate In emulsione Il lattice va lavato ed essiccato Caratteristiche p.m. 120.000 Tf 85 °C Polimero lineare, atattico, amorfo. Trasparente, rigido, duro, buone caratteristiche meccaniche. Inodoro, chimicamente inerte, solubile in solventi clorurati o aromatici, basso p.s., facilmente colorabile. Impieghi Costruzione di apparecchiature, isolatori ad alte e basse frequenze, mobili radio, frigoriferi, accessori auto. In forma espansa: isolante elettrico, isolante termico, isolante acustico, per imballaggi. 211 Fig. 19.9 - Gir - Schema del processo di polimerizzazione continua dello stirene 212 213 Polivinil acetato CH3 CH3 O CH2 C C O O H CH2 C O CH n Sintesi del monomero 2) Da acetilene CH CH + CH3COOH CH2 CH OCOCH3 ∆H = 28 KCal/mol 2) Da acetaldeide CH3CH(OCOCH3)2 CH3CHO + (CH3CO)2O etilidendiacetato CH3CH(OCOCH3)2 120°C + H CH2 CH OCOCH3 + CH3COOH 214 3) Da etilene 110-130 °C CH2 CH2 + CH3COOH 30-40 atm CH2 CH OCOCH3 + H2O ∆H = 42 KCal/mol PdCl2/CuCl2 CH3COONa In massa In soluzione In sospensione In emulsione Fig. 19.21 Gir - Schema del processo di produzione di acetato di polivinile, alcool polivinilico, polivinilacetale, cloruro di polivinile e copolimero cloruro-acetato di polivinile 215 Caratteristiche Polimero termoplastico, amorfo, trasparente, incolore, atossico, non infiammabile. Scarse proprietà meccaniche, Per evaporazione del solvente fornisce film trasparenti con buona resistenza a: luce, aria e calore. Impieghi . Impieghi Produzione di vernici, rivestimenti. collanti, non è utilizzato per produrre oggetti. Intermedio per la produzione di polivinil alcool e polivinilacetali. 216 217 OH CH CH n2H5OH) del polivinilacetato Si ottiene per alcoolisi (CH23OH o C CH3 O CH2 + C O ROH / H OH CH CH2 n CH n CH3COOR Caratteristiche Polvere bianca o gialla, cristallina, solubile in acqua. Insolubile nei solventi organici. Non fonde. Stampabile in presenza di plastificanti Impieghi In fogli: come strato intermedio tra fibra di vetro e resine poliestere Film: impermeabile ai gas – tende ad ossigeno, sacchi impermeabili all’aria, protezione di parti metalliche lucidate Fibre tessili: Devono essere trattate in maniera speciale prima dell’impiego. Ad es. il polimero sciolto in acqua è trattato con una soluzione contenente HCHO/H2SO4/Na2SO4. Circa 1/3 dei gruppi OH devono essere neutralizzati. La fibra assorbe circa il 30% di acqua, 218 può sostituire il cotone a contatto con la pelle. + HCHO / H OH CH2 OH O O H2O - Adesivo solubile in acqua 219 + C3H7CHO / H OH OH CH O O H2O La reazione è condotta in maniera analoga alla precedente. Una parte dei gruppi idrossilici non reagisce (ca. 15 %). Il prodotto deve essere addizionato di plastificanti (Dibutil sebacato o trietilenglicol di 2-etilbutirrato) 40-45 g/100 g polimero. Caratteristiche Per produrre vetri di sicurezza deve avere 25% di gruppi OH. E’ superiore ai prodotti precedentemente usati (nitrato di cellulosa, acetato di cellulosa) per migliore adesione al vetro, stabilità all’esposizione alla luce, trasparenza, insensibilità all’umidità Impieghi. Interstrato per produrre vetri di sicurezza. Forma film dello spessore di 0.4 mm 220 COOCH3 CH2 C n CH3 Sintesi dei monomeri: a) Metil metacrilato NaCN + CH3COCH3 CH3 ONa C CH3 CN + H CH2 C COOCH3 CH3OH CH3 b) Metil acrilato + NaCN + CH2ClCH2OH H CH2 CH2OH CH2 CH COOCH3 CH3OH CN Produzione Si ottiene per polimerizzazione radicalica (Fig. 19.20 – Girelli) 221 Fig. 19.20 - Schema del processo di produzione di resine acriliche (in rosso) e resine metacriliche (in grassetto). I tratti chiari sono comuni ai due processi. • In massa per produrre lastre, cilindri, tubi • In sospensione per polveri da stampaggio • In soluzione per lacche, rivestimenti speciali Caratteristiche • Polimero termoplastico, amorfo • Ottima chiarezza ottica, assenza di colore • Elevata resistenza agli agenti atmosferici • Buone proprietà meccaniche e termiche • Difetta in durezza, resistenza al calore (90°C), alla scalfittura, alla abrasione 222 223 -(-NH-(CH2)6-NH-CO-(CH2)4-CO-)n-(-NH-(CH2)6-NH-CO-(CH2)8-CO-)n-(-NH-(CH2)5-CO-)n- nylon 6,6 nylon 6,10 nylon 6 A) Sintesi dei monomeri - Schema riassuntivo 224 COOH CH3 COOH (NO)HSO4 NO2 HNO3 NOH NOCl O2 NH O + H O O2 NH2OH O O O2 H2 Naylon-6 OH O2 COOH H2 Cl OH NaOH NO2 COOH NH2 CONH2 NH2 (CH2)4 H2 e CN Naylon-6,6 NH3 H2O2 H2 CONH2 H2O - CN CH2 CH2Cl CH2CN CH CH CH Cl2 (CH2)4 HNO3 NaCN CH CH CH CH2 CH2Cl CH2CN (CH2)4 H2 CN CH2NH2 (CH2)4 CH2NH2 Naylon-8 HCN NOH O H2 O2 NH2OH NH 225 O Preparazione delle poliammidi: Si ottengono per policondensazione dei relativi monomeri. (Figg. 19.8, 19.26, 19.27 Girelli,) Fig. 19.8 Gir – Autoclave per policondensazione. A) Bachelizzatore, B) Condensatore a riflusso, C) Serbatoio raccolta 226 liquido condensato Fig. 19.27 Gir - Schema del processo di produzione del policaprolattame Caratteristiche Resistenti a molti agenti chimici, solventi, olii, soluzioni saline, acidi diluiti. Non resistono agli acidi concentrati, ossidanti energici. Solubili in alcool benzilico (PhCH2OH), fenolo (PhOH), trietanolammina (N(CH2CH2OH)3). Si ossidano all’aria a T > 100 °C. Buone proprietà meccaniche (Resistenza a trazione, abrasione, resilienza, basso coefficiente di attrito) Non buone proprietà elettriche Sono usate anche con aggiunta del solo piugmento oppure come copolimeri. 227 La resina stampata può essere lavorata meccanicamente Impieghi In meccanica: Ingranaggi, cuscinetti, camme. In elettronica: Bobine infrangibili, selettori, spie, pulsanti Industria tessile: fibre 228 Sintesi dei monomeri: Fenolo OH + O2 Processi industriali • Solfonazione del benzene e idrolisi dell'acido benzen- solfonico • Clorurazione del benzene e idrolisi del clorobenzene • Ossidazione del toluene ad acido benzoico e sua decarbos- silazione ossidativa a fenolo • Deidrogenazione del cicloesanolo/cicloesanone • Processo Hock via idroperossido di cumene 229 Sintesi dei polimeri a) Novolacche Copolimero fenolo-formaldeide contenente HCHO/PhOH < 1 OH OH OH OH CH2 + HCHO n Caratteristiche p.m. 500 – 1000. Termoplastiche Per aggiunta di formaldeide in fase di stampaggio diventano termoindurenti. b) Resoli Copolimero fenolo-formaldeide contenente HCHO/PhOH > 1 OH OH OH CH2 OH CH2 OH + CH2 HCHO CH2 OH OH CH2 OH n OH 230 Preparazione Si ottengono per policondensazione di HCHO/PhOH in 3 stadi oppure in due stadi. Nel processo a 3 stadi si ha: 1) Stadio A – Resolo OH OH + CH2OH - OH + m HCHO n CH2OH OH 80-90°C n 1 = m 1.25 HOCH2 OH CH2OH OH + CH2OH CH2OH OH CH2OH OH + OH CH2OH CH2 OH CH2OH H2O OH CH2OH CH2OH + HOCH2 OH OH CH2OH H2O CH2 O CH2 OH CH2OH CH2OH 231 2) Stadio B – Resitolo Al resolo si aggiungono coloranti, cariche lubrificanti, ecc., ed il prodotto passa attraverso una calandra a caldo. Si inizia così resitolo. Si forma un prodotto la reticolazione, resolo insolubile, ma ancora rammollibile a caldo. OH OH CH2OH OH OH OH CH2OH CH2OH CH2OH CH2 CH2OH OH CH2OH OH H2O HCHO OH OH OH OH OH 232 3) Stadio C – Resite Questa fase si compie nella fase di stampaggio in quanto porta a prodotti insolubili e infusibili OH OH CH2OH CH2OH CH2 OH OH OH OH OH OH CH2OH CH2OH CH2 OH OH OH OH CH2 OH OH CH2OH CH2OH OH OH CH2 OH O H2O OH OH OH OH OH OH CH2OH CH2OH CH2 OH OH OH CH2 OH CH2 OH Nel processo a due stadi (Fig. 19.29 Girelli) Stadio A. Preparazione della Novolacca Stadio B. Novolacca + esametilentetrammina +cariche +coloranti: lavorazione alla calandra N CH2 CH2 N CH2 CH2 CH2 N N CH2 OH 233 OH Fig. 19.29 Gir - Schema del processo di produzione di resine 234 fenoliche da stampaggio Caratteristiche Polimero termoindurente. Elevata resistenza al calore, Stabilità dimensionale, Resistenza allo scorrimento sotto carico Impieghi Utilizzate come polveri da stampaggio. Vengono addizionate di cariche (amianto, mica, grafite, farina fossile, segatura, fibre, ecc.) eventuali pigmenti e lubrificanti. Industria automobilistica, telecomunicazioni, radio. Industria aereospaziale: Utilizzate perché resistono per brevi periodi a T elevate. 235 Prodotti di policondensazione tra HCHO e urea [CO(NH2)2] o melammina. Resine ureiche Il processo di produzione è analogo a quello delle resine fenoliche. HCHO O C NH2 O C NH2 NH CH2OH HCHO O C NH2 NH CH2OH NH CH2OH HCHO, H2O HCHO O N O N N O O N N CH2OH N N O N N O N N CH2OH HCHO, H2O O N O N N O N CH2 N N O N N CH2 N N O N N O 236 N Caratteristiche: Possono essere addizionate di cellulosa come carica. Rispetto alle resine fenoliche sono: • più chiare • migliore resistenza a trazione • migliore durezza • minore resistenza all’urto • minore resistenza al calore • minore resistenza all’umidità Resine melammniche Prodotto di policondensazione tra HCHO e melammina (Fig. 19.30 Girelli): NH CH2OH N 3 HCHO HOCH2 HN NH2 N H2N C C N C C N N C NH CH2OH N C HOCH2 NH2 6 HCHO N HOCH2 HOCH2 N N C C N CH2OH N C N CH2OH CH2OH successivamente si ha la reticolazione con perdita di acqua tra i che gruppi NH-CH2OH e NH2. Il processo avviene più facilmente 237 con urea. Caratteristiche: Rispetto alla resine ureiche Più dure Più brillanti Più costose Possono essere addizionate di vetro silice, mica. Impieghi Nell’industria dell’arredamento: Stoviglie, contenitori per alimenti In genere in tutti gli impieghi delle resine ureiche per ottenere prodotti di migliore qualità 238 Fig. 19.30 Schema del processo di produzione di polveri 239 da stampaggio melamminiche Si ottengono dall’N-vinilcarbazolo e quindi hanno l’unità strutturale: CH CH2 N n Caratteristiche E’ un polimero termoplastico, amorfo, leggermente colorato in giallo, trasparente, con elevato indice di rifrazione. Rammollisce a 90°C, resiste al calore fino a 210 °C, buone caratteristiche dielettriche. Impieghi Dopo essere stirato può essere utilizzato per fare fibre ad elevata resistenza meccanica (analoga a quella dell’amianto). 240 Rientrano in questa classe i polimeri aventi : -C-O-C-O-C-O-C-O-C-Oottenuta per apertura del legame carbonilico C=O . Il polimero più importante è il poliossimetilene (POM) ottenuto per polimerizzazione della formaldeide. Preparazione (Fig. 19.22) Fig. 19.22 Gir - Schema del processo di polimerizzazione del 241 triossano a poliossimetilene In fase gassosa All’interfaccia solido-gas All’interfaccia liquido-gas T 60 – 80 °C Catalizzatore: Acidi di Lewis, basi di Lewis, NR3, PR3, AsR3, M(CO)x [M: Fe, Ni, Co] Va evitata la presenza di acqua e di impurezze che provocano il trasferimento di catena. Caratteristiche E’ cristallino per il 75 %, fonde a 180°C. Ha eccellenti proprietà quali l’elevato modulo di elasticità, e l’alta tenacità. Elevata resistenza a trazione ed a compressione. E’ bianco, traslucido, facilmente colorabile. Elevata resistenza ai solventi: a t.a. sono insolubili in tutti i solventi. Sono attaccate dagli acidi e basi forti Poco resistenti alle radiazioni UV. Impieghi Industria meccanica: Ruote dentate, supporti. 242 Sono una miscela di resina-elastomero onde avere un materiale rigido con elevata resistenza all’urto e all’attacco chimico. Preparazione (Fig. 19.25 Girelli) Si prepara un copolimero AS (fase resinosa) e un copolimero AB o un terpolimero ABS (fase elastomerica). Si fa una miscelazione dei due polimeri. Fig. 19.25 Gir - Schema del processo di produzione di resine ABS, tipo G (aggraffato) 243 Impieghi Sostituiscono PVC, PS, PE, PP Sono di costo elevato 244 Poliesteri aromatici dell’acido carbonico. Di interesse commerciale è il policarbonato di bis –fenolo-A CH3 O C O O C n CH3 Preparazione Per reazione del bis-fenolo-A con COCl2, in presenza di piridina (Fig. 19.24 Girelli). CH3 (n+1) HO C CH3 CH3 O OH + n Cl H C Cl O C CH3 CH3 O O C O n C CH3 HCl Si può utilizzare dietilcarbonato (C2H5)2CO3 invece del fosgene. 245 OH Fig. 19.24 Gir - Schema del processo di produzione di un policarbonato da bisfenolo A. Caratteristiche Resine inodori, insapori, fisiologicamente innocue, trasparenti, facilmente colorabili. Proprietà termiche, elettriche e meccaniche non eccezionali, ma la loro combinazione è ottima. Tg > 135°C. possibilità di impiego fino a –100°C. Durezza superficiale come PS e POM, resistenza alla trazione come POM, bassa igroscopicità come resine ABS. Resistono agli agenti atmosferici, alle radiazioni UV, all’O2, O3. Sono decomposte da molte sostanze chimiche. 246 CH2OH CH O CH O HC CH CH OH OH n 1) Cellulosa β-D(+)-glucosil 2) Cotone Contiene cellulosa (93 %) oltre a proteine, cere e pectine. 3) Cellulosa rigenerata Analoga alla cellulosa, ma p.m. minore. Viene chiamata: rayon alla viscosa – se prodotta come fibra cellophane – se prodotta come film. R OH Cellulosa NaOH 2 ore S R O C S Na xantogenato di cellulosa Stoccaggio CS2/NaOH t.a. / gg NaOH S R O C S Na xantogenato di cellulosa rayon Viscosa cellophane 247 H2O S S R O C S Na R OH + CS2 Cellulosa rigenerata R O C S H NaOH + H S R O C S Na Na + R OH + Cellulosa rigenerata CS2 Acetato di cellulosa (mono-, di- o tri-) (Fig. 19.28 Girelli) R OH + CH3 C CH3 C O O O O R O C CH3 + CH3COOH Per acetilazione della cellulosa con anidride acetica [(CH3CO)2] in presenza di H2SO4 e diluenti (CH3COOH o C6H6) si ottiene l’acetato di cellulosa. Generalmente si produce il triacetato (perché solubile nel mezzo di reazione) che dopo viene idrolizzato a diacetato o a monoacetato. 248 Fig. 19.28 Gir - Diagramma di lavorazione per l' acetato di cellulosa Caratteristiche Ottime caratteristiche elettriche, meccaniche, Resistenza all’urto, alla luce, agli agenti atmosferici, non infiammmabile Fonde a 300°C Solubile in AcOH, CHCl3, CH2Cl2, C2H5OH, HCCOCH3, ecc. Impieghi Industria automobilistica: Volanti auto, pomelli, quandranti, ecc. Industria articoli casalinghi: manici per posate, portasaponi, ecc. Industria elettrica: manici isolanti per pinze, cacciaviti, Industria cinematografica: pellicole, nastri per magnetofoni, ecc. 249 4) Nitrato di cellulosa R OH + HONO2 H2SO4 R O NO2 + H2O 15-25°C Caratteristiche Polimero di basso costo Resistente all’urto Infiammabile, instabile, poco resistente agli agenti atmosferici. Impieghi Costruzione oggetti casalinghi, penne stilografiche, manici per spazzole, montature per occhiali, pellicole per film. La sua utilizzazione si è sensibilmente ridotta nel tempo. 250 • Politetrafluoroetilene Si ottiene per polimerizzazione radicalica dal tetrafluoroetilene CF2 CF2 CF2 CF2 Caratteristiche n Polimero lineare, cristallino (93 ÷ 98 %) pf 327 °C Insolubile in tutti i solventi Resistente ai comuni reagenti e prodotti Reagisce con F2 a caldo, Na metallico fuso, BF3. Termicamente stabile Resistente all’urto, stirabile a freddo, ma resistente se sotto forma di fibre orientate. Non duro, ceroso, d 2.1 ÷ 2.3, basso coefficiente di attrito, eccellenti proprietà dielettriche Può essere lavorato con tecniche particolari Impieghi Ove si richiede eccellente tenacità, buone proprietà dielettriche, resistenza al calore, basso coefficiente di attrito, elevata resistenza chimica. Industria elettrotecnica: Isolamento di cavi, motori, generatori di corrente, trasformatori, bobine, condensatori. Industria chimica: Guarnizioni inattaccabili, valvole, pompe, rivestimenti apparecchiature ad elevata inerzia chimica. Industria meccanica: Fabbricazione di cuscinetti, ruote 251 dentate. 252 253 Policlorotrifluoroetilene (Kel-F) CF2 CFCl CF2 CFCl CF2 n CFCl Caratteristiche Proprietà fisiche, chimiche ed elettriche simili a quelle del PTFE. Solubile in molti solventi Facilmente lavorabile a caldo 254 n O C N R N C O + n HO R' OH C H H N N R C O O R' O O n Poliuretani lineari Si ottengono da un alchildiisocianato e un diolo. Buona igroscopicità, buone caratteristiche meccaniche, termiche e dielettriche Poliuretani reticolati Prodotti utilizzando un alcool o un isocianato avente più di 2 gruppi funzionali. Il processo di formazione non può essere arrestato ma procede fino ad esaurimento del prodotto presente nel reattore. Ottime proprietà meccaniche e dielettriche. Poliuretani reticolati di tipo spugnoso Il tipo spugnoso si ottiene facendo avvenire, nel corso della polimerizzazione : O C N R N C O + H2O NH2 n H2N n O C N R N C O + R H2N R NH2 + 2 CO2 C O H H N N R C H H N N R' O Ottime proprietà di isolamento termico, dielettrico, acustico. Resistenti all’invecchiamento 255 n 256 1. Poliesteri saturi 2. Poliesteri insaturi 3. Poliesteri modificati o resine alchidiche a) Poliesteri saturi Il poliestere commerciale più importante è prodotto da glicol etilenico ed acido tereftalico (PET) n HOOC O CH2 COOH + n HO CH2 OH C H2O O C O CH2 O CH2 n Sono prodotti a catena lineare, liquidi o solidi a seconda del pm. Utilizzati come materie plastiche o come fibre. 257 b) Poliesteri insaturi o resine poliestere Si preparano da un alcool polivalente ed un acido insaturo polibasico. Si ottengono polimeri a struttura lineare (resina primaria) COOH n COOH HO CH2 + n CH2 OH O O C C O CH2 O CH2 H2O n Che viene trasformata in una resina reticolata per addizione di un monomero vinilico - monomero di reticolazione (ad es. PhCH=CH2). Anche in questo caso nel processo di reticolazione non si hanno prodotti secondari. Occorre evitare reticolazioni troppo fitte per cui si usa: monomero insaturo: anidride maleica, acido fumarico, ecc. monomero saturo: acido ftalico, adipico, pimelico, ecc., glicol etilenico, propandiolo, butandiolo. Monomero di reticolazione: Stirene (PhCH=CH2), metil metacrilato [CH2=C(CH3)COOCH3], metil acrilato (CH2=CHCOOCH3), Vinil acetato (CH3COOCH=CH2). H2O glicol in eccesso inibitori polimerizzazione ac. dibasico glicol Reattore 160 - 200 °C gas inerte stirene resina pm 1000-5000 258 resina finale Caratteristiche Buona trasparenza, resistenza ai reagenti chimici, idrocarburi, olii minerali. Vengono rinforzate con fibra di vetro Impieghi Fabbricazione di barche, carrozzerie auto, sedie, valigie, serbatoi e contenitori vari. 259 Resine alchidiche Prodotti di condensazione di acidi polibasici (anidride ftalica, maleica, acido fumarico) con alcooli poliossidrilici (glicoli, glicerina, pentaeritrolo) Resine alchidiche pure hanno scarse caratteristiche e quindi scarso impiego Resine alchidiche modificate sostituendo parte dell’acido policarbossilico con un acido grasso saturo o insaturo. Si possono ottenere resine alchidiche modificate utilizzando monogliceridi invece di glicooli. I monogliceridi sono ottenuti da trigliceridi con glicerina per transesterificazione a 240-280°C. Sono utilizzate come prodotti vernicianti 260 Possono essere di vario tipo, ma tutte contengono R R R R R R Si Si Si O O O O R = alchile R = arile I bassi polimeri sono usati come olii o per la preparazione di grassi lubrificanti. Hanno eccellenti caratteristiche dielettriche, resistenza termica elevata, insensibili all’umidità, vapori aggressivi, ecc. Impieghi Come olii per motori, trasformatori, elettromagneti. Come prodotti solidi utilizzati per produrre gomme che mantengono flessibilità anche alle basse temperature (- 50°C). 261 262 Si ottengono in due stadi Preparazione della resina primaria avente un pm 900 - 3000 CH3 O (n+2) CH2 CH CH2Cl + (n+1) HO C OH CH3 epicloridrina bis-fenolo A NaOH CH3 O CH2 CH CH2 O C CH3 OH O O CH3 CH2 CH CH2 O n C O CH2 CH CH2 CH3 Resina primaria + agente reticolante (ammine o diammine terziarie, anidridi di acidi carbossilici, acidi bicarbossilici, resine fenoliche, resine amminiche, ecc.) Caratteristiche Elevata resistenza all’acqua, solventi, acidi, alcali, reattivi chimici in genere. Resistenza al calore, flessibilità, adesività. Durante il processo di indurimento non liberano sostanza per cui il ritiro è minimo. Ottime proprietà dielettriche. Impieghi Materiale di rivestimento. Resine da stampaggio o da laminazione migliori delle resine poliestere, ma più costose. Industria elettrica: costruzione di trasformatori, isolatori, rivestimenti di cavi, ecc. Industria degli adesivi: Collanti resistenti al calore, agli agenti chimici, atmosferici, alle sollecitazioni meccaniche, 263 all’invecchiamento. Si ottengono dai corrispondenti monomeri Poliacetilene cis n color argento Si ottiene per polimerizzazione con cat. Ziegler Natta preformato da Ti(OBu)4 + AlEt3 a -78°C con acetilene gassosa. Conducibilità 10-8 - 10-7 S m-1. Poliacetilene trans n color rame Si ottiene per polimerizzazione con cat. Ziegler Natta Ti(OBu)4 + AlEt3 a 150°C in esadecano. Conducibilità 10-3 - 10-2 S m-1. 264 14 Conducibilità (exp S/m) 13 Argento 12 Poliacetilene 11 10 9 8 7 6 5 0 100 Na T (K) 200 300 Na+ Poliacetilene trans drogato con I2 (doping ossidativo) I2 I3 - Poliacetilene trans drogato con Na (doping riduttivo) Na Na+ 265 Polimeri utilizzati in LED (light emitting diode) O R R O n O n R emissione rosso-arancio emissione verde Polimeri utilizzati come antistatici Poli(etilendiossitiofene) (PEDOT) drogato con acido PEDOT-PSS polistirensolfonico (PSS) O O O S S O O O S S O O O S S O O O SO 3- n 266 Poly(dialkylfluorene) come strato emittente in matrici per video display a colori. Poly(phenylene vinylidene) come display elettroluminescenti per telefoni mobili Polifenilene n Polifenilene-vinilene n Poly(pyrrole) come strato assorbente di microonde (stealth) per apparecchi invisibili ai radar N N H H N n H Polianiline NH NH NH n 267 FIBRE Naturali, artificiali e sintetiche Natura li Artitificali Sintetiche organiche Sintetiche inorganiche Cotone Raion – Nitrato di cellulosa [seta Chardonet] Nylon Fibre vetro Lino Raion viscosa Fibre poliestere [Dracon, Terylene, Terital] Fibre di carbonio Canapa Raion bemberg – Raion cuproammoniacale Fibre poliacriliche [Orlon, Acrilan, Leacril, Euracril] Fibre SiC Iuta Raion acetato [Celanese] Fibre PVC surclorato [Pe-Ce] Fibre boro Lana Filato di caseina [Lanital] Fibre polietilene Fibre Al2O3 Fibre polipropilene [Meraklon] Fibre metalliche Seta Fibre polivinilidene [Saran] Fibre poliuretaniche [Perlon U] 268 Requisiti generali Le fibre devono avere un elevato rapporto lunghezza/larghezza e quindi una forma lineare e filiforme. Nella cellulosa il rapporto lunghezza/larghezza è di alcune migliaia con un pm = 1.000.000, in quella rigenerata è il 3-4 % di quella originale, nelle fibre sintetiche il rapporto lunghezza/laghezza è di alcune centinaia e il pm > 10.000 Caratteristiche fisiche e meccaniche a) Peso specifico Oltre al ps della fibra è importante il ps apparente del prodotto finito, valore che può essere ridotto in alcuni casi con lavorazioni opportune (testurizzazione, voluminizzazione). b) Dimensioni La lunghezza non ha interesse nelle fibre a filamento continuo. Nelle fibre in fiocco o in nastro la lunghezza e il titolo sono due grandezze che devono essere sempre specificate al fine delle successive lavorazioni. Tagli fino a 50-70 mm servono per produrre tessuti cardati, 120-130 mm per tessuti pettinati La larghezza della fibra è determinata con un miscroscopio e può essere valutata dal titolo della fibra 269 c) Titolo E’ un parametro fondamentale. Per la seta naturale e le fibre sintetiche il titolo in denari (Td) è definito come il peso in g di un filamento elementare o di filato lungo 9000 m [p=peso, l=lunghezza] 9000 * p Td = l m di filamento pesano 7 g. es. Td = 7 den indica che 9.000 Dal titolo si può ricavare il diametro (d) del filamento sapendo il peso specifico (ps) ed assimilando la fibra a un cilindro: 9000 * π * d 2 Td = ps 4 Nel sistema metrico, per le fibre vegetali e animali, si usa il titolo (Nm) come la lunghezza (l) in metri di un filamento del peso (p) di 1 g. l Nm = p Nel sistema anglosassone si usa il sistema cotoniero cioè il titolo (Ne) è dato dal numero di matasse da 840 yard presenti in 1 libbra e quindi N m * 0.59 = N e 9000 5310 = Nm Ne Un titolo che sta divenendo sempre più utilizzato è il Tex definito come il peso in g di 1.000 m di filamento e quindi: da cui Td = Td = 9 * Tex 270 d) Torsione La torsione serve a dare maggiore compattezza al filato. La torsione è definita dal numero di giri applicati al filamento per metro di lunghezza e dalla direzione della rotazione applicata. Quest’ultima si indica come S se in senso antiorario o Z se in senso orario. e) Resistenza alla trazione E’ il carico di rottura (R) della fibra, indicato in Kg/mm2. Si usa anche la tenacità (T) cioè il carico di rottura riferito al titolo. I due valori sono collegati tra loro: T( g / den ) ) * ps * 9 = R(Kg / mm 2 ) f) Allungamento % alla rottura Indica quale è l' allungamento massimo (%) di una fibra oltre il quale la fibra stesso si rompe. E'una caratteristica molto importante di una fibra. (tab 20.3 Girelli) 271 g) Elasticità a trazione Una fibra sottoposta a trazione e rilasciata recupera immediatamente una parte della deformazione recupero elastico immediato), recupera lentamente una seconda parte della deformazione (recupero elastico ritardato =scorrimento viscoso primario) inoltre può non recuperare una parte della deformazione (scorrimento viscoso secondario). (Tabella 20.4 e 20.5 Girelli) h) Assorbimento di umidità Si valuta in base alla ripresa di umidità cioè al contenuto % di umidità delle fibre in condizioni ambientali definite (65% Ur a 21°C) riferito al peso secco della fibra (peso costante dopo essiccamento in stufa a 105-110°C) i) Proprietà termiche Sono importanti due fattori. a) la coibenza intesa come resistenza alla trasmissione del calore che dipende dal coefficiente di conducibilità termica del materiale solido b) la termicità intesa come sensazione di caldo avvertita dal corpo umano che si può riferire ad un tessuto. A tale effetto contribuisce il tipo di lavorazione ed alcune proprietà della fibra quali la finezza e la resilienza in quanto permette di ripristinare la forma originale dopo una deformazione e quindi mantenere il volume apparente della fibra e quindi l’aria incorporata che funziona da isolante. Le fibre idrofile danno un maggiore conforto a contatto con la pelle in quanto assorbonol’umidità prodotto dal corpo umano e l’umidità assorbita protegge dagli sbalzi di temperatura. 272 l) Proprietà elettriche Le fibre idrofobe hanno un elevato potere isolante dal punto di vista elettrico. Ciò comporta la formazione di cariche elettrostatiche sulle fibre stesse. Si contrasta questa caratteristica aggiungendo alla fibra preparati antistatici (cationattivi). 273 ELASTOMERI Sono materiali che raggiungono allungamenti elevati e di ritornare rapidamente alle dimensioni originali. La presenza di queste due caratteristiche definisce un elastomero, indipendentemente dalla composizione chimica. Il comportamento è meglio descritto dal modello meccanico di Alfrey (Fig. 21.1 Girelli) in cui la curva deformazione-tempo è la somma di deformazioni elastiche pure (una molla), da quelle viscoelastiche (molla+stantuffo) e dallo scorrimento viscoso (stantuffo). deformazione tempo 274 Principali elastomeri (Classificazione ASTM D 1418-56). Sigla Tipo di gomma NR Gomma naturale BR Polibutadiene IR Poliisoprene sintetico CR Policloroprene (Neoprene) NBR Gomma nitrile (Copolimero butadiene-acrilonitrile) SBR Copolimero butadiene-stirene IIR Gomma butile (Poliisobutene) 275 Elastomeri naturali Gomma naturale Ha come unità strutturale prevalente quella del poliisoprene-1,4-cis anche se sono presenti piccole quantità di un’unità strutturale 3,4-cis e 1,4-trans. (Fig. 21.2 Girelli). 276 Gli alberi Hevea Brasiliensis, Hevea Benthamiana, Hevea Guyanensis e piante analoghe producono un lattice da cui coagula il caucciù. n Il caucciù ha composizione % Umidità 0.2 – 1.0 Estratto acetonico 1.5 – 3.5 Proteine 2.0 – 3.5 Ceneri 0.2 – 0.8 Poliisoprene-1,4-cis 93.0 – 93.5 Caratteristiche della gomma naturale Nel lattice pm 700.000 – 2.500.000, dopo stagionatura e lavorazione meccanica il caucciù ha pm. 1.000.000. Il caucciù per poter essere utilizzato come elastomero subisce una serie di lavorazioni (vulcanizzazione, rinforzanti, additivi, ecc.). Tali processi vengono in genere effettuati anche con le gomme sintetiche Tg –73°C, Tf 28°C. 277 Guttaperca E’ un altro elastomero naturale. Ha la unità strutturale del poliisoprene-1,4-trans. Viene ottenuta dal lattice della Palaquium oblongifolium, della famiglia delle Sapotacee, che cresce in Malesia. n Balata E’ anch’esso un elastomero naturale, avente la unità strutturale del poliisoprene-1,4-trans. Viene ottenuta dal lattice della Mimusops globosa, che cresce in America Meridionale. Gomma chicle E’ un elastomero naturale, avente unità strutturali del poliisoprene-1,4-trans ed 1,4-cis . Viene prodotta dalla Sapota achras. E’ utilizzata per produrre chewing gum. 278 Lavorazione della gomma – Operazioni fondamentali a) Depolimerizzazione Il caucciù viene lavorato in mescolatori a cilindri (calandre) riscaldati (100 - 120°C) per ridurre il pm mediante azione meccanica, chimica e termica ed eventuali additivi chimici. azione meccanica R R 2 R R R O2 R O2 molecola stabile 279 b) Vulcanizzazione Il processo più comune è con zolfo. Si formano ponti di zolfo tra le catene polimeriche. Non si ha semplicemente l’addizione di zolfo al doppio legame. Si forma un po’ di H2S bloccato dal sale di Zn presente. Si formano legami tioeterei, ad es. a + S S S b c S Nel corso del processo si aggiungono anche altri prodotti quali antiossidanti, riempitivi, coloranti, rinforzanti, ecc. Processi differenti di vulcanizzazione sono utilizzati per alcune gomme sintetiche. 280 Acceleranti Agiscono come portatori di zolfo, presumibilmente formando polisolfuri che poi cedono lo zolfo attivato. Si hanno acceleranti ed ultracceleranti Acceleranti deboli Formula Difeniltiourea S NH C NH Di-orto-tolilurea S NH C NH Esametilentetrammina N CH2 CH2 CH2 N CH2 CH2 N N CH2 Difenilguanidina NH NH C NH Di-orto-tolilguanidina NH NH C NH Mercaptobenzodiazolo N S Mercaptobenzodiazolo sale di Zn SH N S N S Zn S Disolfuro del mercaptobenzodiazolo N S S N S S S 281 Ultracceleranti Monosolfuro di tetrametiltiourame S CH 3 N C S Na CH3 S C2H 5 N C S Na C2H 5 Disolfuro di tetrametiltiourame CH 3 Disolfuro di tetraetiltiourame C 2H 5 Dietilditiocarbammato di Zn C 2H5 CH 3 CH3 CH 3 C N S CH 3 S N C S S C 2H5 C N S N C S C 2H 5 Dimetilditiocarbammato di Zn S S C 6H5 x 2H2O S N C S C 2H 5 C2H 5 Etil,fenilditiocarbammato di Zn S CH 3 CH3 S CH3 Dietilditiocarbammato di Na CH3 N C S C N CH3 Dimetilditiocarbammato di Na S Zn S C 6H 5 C N S S N C S Zn S N C S C 2H 5 C 2H 5 C N S C2H 5 C 2H 5 S Zn S C N CH3 CH3 282 Antiossidanti Sono utilizzati per limitare l’invecchiamento della gomma bloccando i radicali perossidici che si sono formati: A H + ROO Antiossidante ROOH + A Formula N-aldolo-α α-naftilammina OH N Fenil-α α-naftilammina N H Fenil-β β-naftilammina Difenil-p-fenilendiammina Mercaptobenzoimidazolo N H N N H H N N SH H Rinforzanti Metalli, Tessuti, Nerofumo Riempitivi Nerofumo, silice, caolino, Coloranti 283 Elastomeri sintetici Polibutadiene-1,4-cis Polimerizzazione in soluzione Sistema catalitico: AlR2Cl + CoCl2 /Piridina Solvente: Idrocarburi saturi Concatenazione 1,4-cis > 96 – 98 % n I processi di lavorazione successivi sono uguali a quelli utilizzati per la gomma naturale. Occorre meno S che per la gomma naturale. Può essere caricato con nerofumo e mescolato con la gomma naturale (50/50). 284 Gomma SBR o butadiene-stirene E’ la gomma sintetica di più largo uso industriale. E’ costituita dal 70-75 % di butadiene e 30-25 % di stirene. Il copolimero è costituito da unità strutturali del polibutadiene1,4, del polibutadiene-1,2 e del polistirene. L’unità 1,4 del polibutadiene è prevalentemente trans e la sua percentuale aumenta abbassando la T del processo di copolimerizzazione. La % di polibutadiene-1,2 è circa il 1618%. a) Gomma calda Processo di polimerizzazione è effettuato in emulsione a 50°C utilizzando: Prodotto Parti in vol. Acqua 180 Sapone 5 n-Dodecilmercaptano 0.5 Persolfato di potassio 0.3 Stirene 25 Butadiene 75 La reazione termina per aggiunta di idrochinone (0.1 parti). La conversione è del 75 % in 12 ore. Si aggiunge l’antiossidante (fenil-b-naftilammina 1.2 %) e quindi il lattice viene coagulato per 285 aggiunta di H2SO4 dil. Il polimero è lavato e essiccato. b) Gomma fredda Processo di polimerizzazione è effettuato in emulsione a 8°C Prodotto Parti in vol. Butadiene 72 Stirene 28 Acqua 180 Resinato di potassio 2.25 Sapone di potassio 2.25 Na3PO4 . 12H2O 0.8 Alchilarilsolfonato 0.15 EDTA 0.02 FeSO4.7H2O 0.3 K4P2O7 0.45 p.mentano idroperossido 0.15 Ter.-dodecilmercaptano 0.30 La reazione termina per aggiunta di dimetilditiocarbammato e poliammine. La conversione è del 60 % . Si aggiunge l’antiossidante (fenil-β-naftilammina 1.2 %) e quindi il lattice viene coagulato per aggiunta di HCl dil. Il polimero è lavato ed essiccato. 286 Fig. 18. Girelli – Processo di polimerizzazione in emulsione della gomma SBR. 287 Gomma nitrile Copolimero butadine-acrilonitrile costituito dal 65-75 % di butadiene L’unità strutturale del polibutadiene è prevalentemente 1,4-trans mentre l’acrilonitrile polimerizza 1,2. Il pm 200.000 N C Polimerizzazione in emulsione a 30°C x 24 ore. (Fig. 21.7 Girelli). Prodotto Parti Butadiene 75 Acrilonitrile 25 H2 O 180 Sapone 4.5 Acido stearico 0.6 H2 O2 0.35 Ter.dodecilmercaptano 0.5 KCl 0.3 Na2P2O7 0.1 Fe2SO4 0.02 La polimerizzazione è interrotta per aggiunta di idrochinone. Si aggiunge fenil-β-naftilammina come antiossidante. Si coagula il lattice per aggiunta di NaCl, alchilbenzensolfonato 288 sodico ed H2SO4. Lavorazione e vulcanizzazione della gomma nitrile è uguale a quella della gomma naturale e dell’SBR. Si impiegano acceleranti e solfo, ZnO, acido stearico. E’ rinforzata con nerofumo. Ha notevole resistenza all’abrasione, buone caratteristiche meccaniche e resistenza ai solventi non polari. (Non rigonfia in presenza di olii o solventi idrocarburici). 289 Poliisoprene-1,4-cis Polimerizzazione in soluzione Sistema catalitico: AlR3 + TiCl4 Solvente: Idorcarburi saturi Stereoregolarità > 96 % Ha una struttura identica a quella della gomma naturale. n I processi di lavorazione successivi sono uguali a quelli utilizzati per la gomma naturale. 290 1- Gomma butile E'un copolimero dell' isobutene con l' isoprene al fine di renderlo polimerizzabile. n Polimerizzazione in soluzione Sistema catalitico: AlCl3 + H2O (in tracce). Solvente: CH3Cl. T –100°C per avere prodotti ad elevato pm (100.000 – 400.000). Si copolimerizza in genere con 1-3 % di isoprene al fine di effettuare la vulcanizzazione con S. E’ in genere impiegata con nerofumo come rinforzante. E’ stabile agli agenti atmosferici, all’ossidazione ed è pochissimo permeabile ai gas per cui è utilizzata per fare camere d’aria. 291 Fig. 21.5 – Girelli – Schema di un impianto per la produzione di gomma butile, in soluzione . Si notino gli scambiatori per il raffreddamento ad NH3 (primo stadio) ed etilene (secondo stadio) per raggiungere la temperatura di reazione di –100°C mantenuta da un altro ciclo ad etilene. 292 Policloroprene E’ noto anche come Neoprene Cl n Il monomero si prepara: 2 [cat] Cl HCl Cl cloroprene CH3 isoprene Polimerizzazione è effettuata in ambiente alcalino a 40 °C. Catalizzatore K2S2O8 /S Il lattice è coagulato con CH3COOH, lavato, spremuto ed essiccato a 120 °C. Concatenazione 1,4-trans con piccole unità 1,2 (3-5 %), quindi struttura simile alla Guttaperca Polimerizzando a T più elevate aumenta la quantità di unità 1,2. 293 La vulcanizzazione del cloroprene può essere effettuata con S, ma generalmente si effettua con ZnO sfruttando il Cl delle unità 1.2-. Cl ZnO Cl Cl O ZnCl2 Cl 294 Copolimeri etilene-propilene Polimerizzazione in soluzione Sistema catalitico: AlR2Cl + VCl3 . Per limitare il pm si aggiungono trasferitori di catena: H2 o ZnR2. Solvente: Idrocarburi saturi Il polimero contiene etilene/propilene = 1. n Il prodotto non può essere vulcanizzato con S. Occorre effettuare un processo con perossidi e lavorare a T più elevate. Al fine di facilitare la vulcanizzazione si preparano terpolimeri contenenti diolefine del tipo: CH3 CH Diciclopentadiene (DCP) 1,4-Esadiene (HD) 5-Etiliden-2-norbornene (ENB) Ha eccellente resistenza all’invecchiamento, agli agenti atmosferici ed all’ossidazione. 295 Gomme siliconiche Sono silossani aventi struttura: R O Si R O Si R R O Si R R n Si R R R = -CH3, -C6H5, -CH=CH2, -CH2-CH=CH2. I monomeri si preparano: a) Dimetildiclorosilano CH3Cl + Si 275 - 375 °C Cu (CH3)2SiCl2 Le impurezze di metiltriclorosilano e trimetilclorosilano vanno eliminate. b) Difenildiclorosilano C6H5MgCl + SiCl4 (C6H5)2SiCl2 + MgCl2 La polimerizzazione avviene per trattamento del diclorosilano con acido solforico o con soda. H2O CH3 CH3 (CH3)2SiCl2 Si O 296 n Vulcanizzazione Devono essere vulcanizzate con perossidi che reagiscono con i gruppi metilici. Se sono presenti gruppi alchilici insaturi possono essere vulcanizzate con S. Possono essere caricate con SiO2, Al2O3, TiO2. Reagiscono con nerofumo ad alta T. Caratteristiche Mantengono buone caratteristiche in un ampio intervallo di temperatura (-80 – 300 °C). Sono stabili all’ozono, all’invecchiamento, non reagiscono con prodotti chimici. 297 Gomme acriliche a) Il più comune elastomero acrilico è ottenuto per copolimerizzazione tra acrilato di etile (95 %) e 2cloroetilviniletere (5 %) Si produce per polimerizzazione radicalica, in emulsione, catalizzata da perossidi. O O O O O Cl n Si vulcanizzano facendo reagire l’atomo di cloro con agenti alcalini, ammine, ecc. Utilizzando soda si forma anche C2H5OH che può rimanere nel polimero come plastificante. O O O O O O Cl O O O n Cl H O n C2H5OH O O O O O O O Cl m O O Cl 298m b) Un altro elastomero è ottenuto per copolimerizzazione tra acrilato di butile (87.5 %) e acrilonitrile (12.5 %). O O O C O N n c) Un terzo elastomero è ottenuto dal 2,2,3,3,4,4,4eptafluorobutil acrilato. O O CF2 F2C CF3 n 299 Gomme carbossiliche Sono copolimeri dell’acido acrilico o suoi derivati con butadiene o altre diolefine. COOH n Polimerizzazione in emulsione con K2S2O8/AlCl3/Dodecilammina/Dodecilmercaptano. Il tenore di gruppi –COOH è di circa 4 unità per mille atomi di C. Si vulcanizzano con zolfo, oppure con ZnO [formando Zn(OOC-R)2], con dioli, con diammine. Le gomme carbossiliche sono utilizzate come lattice nell’industria della carta, del cuoio, del tessile, come adesivi della gomma sui metalli in virtù della presenza dei gruppi carbossilici. 300 Gomme uretaniche Si prepara un poliestere tra acido adipico e glicol etilenico o propilenico: COOH n + (n+1) O CH2OH HO O O CH2OH O OH n H2O HOOC E si copolimerizza con un eccesso di diisocianato [O=C=N-PhPh-N=C=O (XDI), 2,4-toluildisocianato (TDI), ecc.): O OH NH N=C=O O O N C O N C O C H2O + O O O O O NH NH C O NH O n C O + CO2 O O HO n NH N=C=O O NH C C I gruppi isocianato residui sono sfruttati per la vulcanizzazione. 301 O a) con H2O si forma CO2 che può essere sfruttata per ottenere un prodotto espanso N C O N C O H2O NH NH C O + CO2 b) con glicoli non si ha sviluppo di gas: CH2OH N C O N C O CH2OH NH C O CH2 CH2 NH C O L’applicazione principale è nei prodotti espansi. I prodotti vulcanizzati hanno eccellenti proprietà all’abrasione, alla lacerazione, resistenza all’ozono, all’azione rigonfiante dell’olio. Sono prodotti di un certo costo. 302 Elastomeri fluorurati Esistono due tipi di elastomeri fluorurati: a) Copolimero clorotrifluoroetilene con 1,1-difluoroetilene. Contiene ca. 50 % di fluoro ed ha pm 700.000 – 1.000.000 (Viton ). b) Copolimero 1,1-difluoroetilene con esafluoropropene. Contiene ca. 65 % di fluoro ed ha pm 60.000 . Cl n F n H H F + n F F F F + n F F F H F CF2 H CF3 F Cl F CH2 CF2 n CF3 CF2 CH2 CF2 n Entrambi gli elastomeri sono vulcanizzabili con ammine, con perossidi o con ossidi metallici (ZnO, PbO, CaO) lavorando a 150 °C in pressa per 15-30’ e dopo in stufa per 16 ore. Possono essere rinforzati con nerofumo. Mantengono buone caratteristiche dopo 3 mesi a 200 °C. Resistono per un certo periodo a HNO3 ed H2SO4 conc. Rigonfiano con esteri, alcuni chetoni, solventi fluorurati. 303 Polietilene clorosolfonato Trattando del polietilene (pm 20.000) con Cl2/SO2 si introducono gruppi –SO2Cl in ragione di 1/90 atomi di C. Tali gruppi permettono di vulcanizzare l’elastomero con MgO in presenza di acceleranti. Il prodotto (Hypalon) è resistente all’invecchiamento, O2, certi agenti chimici, H2SO4 e calore. Rigonfia con olii e non è rinforzato con nerofumo. E’ utilizzato per articoli industriali. 304 Gomma rigenerata Si riutilizzano vecchi pneumatici, disintegrandoli, sgrassandoli, eliminando le parti metalliche e distruggendo le parti tessili con NaOH. In alternativa le parti tessili possono essere bruciate in un mescolatore che opera a T elevata. La gomma rigenerata può essere rivulcanizzata e mescolata alla gomma naturale o sintetica. 305 Fibre naturali A) Fibre vegetali Sono polimeri aventi l’unità strutturale della cellulosa CH2OH CH O CH O HC CH CH OH OH n β-D(+)-glucosil 1) Cotone Contiene cellulosa (93 %) oltre a proteine, cere e pectine. Le piante di cotone producono il fiocco di cotone, che deve essere filato e tessuto. 2) Iuta Deriva da una pianta che cresce in India, Pakistan, Bangladesh, ecc. Si utilizza lo stelo della pianta che deve essere seccata. E’ costituita essenzialmente di cellulosa. 306 3) Lino (Flax) La pianta è più piccola di quella della iuta. A differenza del cotone è coltivata principalmente per il seme che dopo spremitura fornisce l’olio di lino. E’ costituita prevalentemente da cellulosa. 4) Canapa (Hemp) La pianta (Cannabis sativa) è principalmente coltivata per le foglie (Marijuana), ma lo stelo fornisce una fibra (canapa). La resa delle piante per ettaro di terreno, sono minori che per la iuta. A causa delle restrizioni per la droga la produzione di canapa è scoraggiata. E’ costituita principalmente da cellulosa. 307 B) Fibre animali 1) Lana E’ una fibra proteica, ottenuta dai peli della pecora, contenente C, H, O, N, S. L’analisi del prodotto secco è: Elemento % in peso C 50.5 H 6.8 O 22.0 N 16.5 S 3.7 Ceneri 0.5 Ad eccezione dello S è una composizione tipica delle proteine. Lo zolfo è dovuto alla presenza di cistina, un ammino acido contenente un ponte a disolfuro. La lana secca è costituita da proteine (97 %), lipidi strutturali (2 %) e sali minerali (1 %). 308 309 310 311 Interazioni in una stessa catena proteica della lana. βC C O HC C O H N C O H O O C N βC N H O C N βC C O C O CH Cβ H N H N H N H HC βC CH HC O C CH Cβ C H C O N N CH Cβ CH Cβ H CH Cβ CH Cβ O C N O C N H H βC HC α-cheratina – α-elica. Fig. 2.4 A28-401 Ullmann 312 Ammino acidi “basici” e triptofano Arginina -CH2-CH2- CH2-NHC(=NH)-NH2 250 Lisina -CH2-CH2-CH2-CH2-NH2 H N CH2 N 80 Istidina triptofano 40 CH2 N H Ammino acidi con gruppi –OH nella catena laterale Amminoacidi contenenti S Ammino acidi senza gruppi reattivi nella catena laterale Serina -CH2-OH 900 treonina -CH(OH)-CH3 570 tirosina CH2-C6H4-OH 350 Cisteina -CH2-SH 10 Tiocisteina CH2-S-SH 5 Acido cisteico CH2-SO3H 10 Cistina -CH2-S-S-CH2- 460 Lantionina -CH2-S-CH2- 5 metionina -CH2-CH2-S-CH3 50 Glicina -H 760 Alanina -CH3 470 Valina -CH(CH ) 490 313 CO OC HC CH2 NH HN OC CH CH CH2 CH2 C CO O HO CH2 HC NH2 HN CO HC (CH2)3 NH NH OC NH2 O - C (CH2)2 CH NH C + NH2 O HN CO OC CH CH2 S S CH2 HC NH HN OC CO HC CH2 NH CH2 CO NH (CH2)4 CH HN CO 314 Proteine della fibra di lana Tipo di proteina Numero di proteine Mw (Kda) - acide (Tipo I) 4 40-50 - basiche (Tipo II) 4 56 80 - 100 11 Cheratine Cheratine associata con proteine (KAP) 16 19 23 - - proteine con elevato tenore di S 16 6–9 - proteine con elevata glicina-tirosina (Tipo I) 10 6–9 - proteine con elevata glicina-tirosina (Tipo I) 5 6–9 315 2) Seta E’ una fibra proteica prodotta da un animale (baco da seta) p.m. 370.000. E’ costituito da due filamenti di una proteina (fibroina) tenuti insieme da un’altra proteina (sericina). Gli ammino acidi costituenti queste proteine sono: Amminoacido Fibroina Sericina Glicina 44.5 14.7 Alanina 29.3 4.3 Serina 12.1 37.3 Tirosina 5.2 2.6 Valina 2.2 3.6 Acido aspartico 1.6 14.8 Acido glutammico 1.0 3.4 Treonina 0.9 8.7 Isoleucina 0.7 0.7 Fenilalanina 0.6 0.3 Leucina 0.5 1.4 Arginina 0.5 3.6 Lisina 0.3 2.4 Prolina 0.3 0.7 Istidina 0.2 1.2 Metionina 0.1 Triptofano 0.2 emi cistina 0.04 0.1 316 La tessitura di un filamento è riportata in Fig. 1 – Ullmann A24 – 97. 317 I legami a H tra le catene è illustrata in Fig. 2 – Ullmann A24 – 97. 318 Fibre artificiali Materie prime Fibra Composizione Pm viscosimetrico Ps (g/cm3) Pasta di legno Raion viscosa Cellulosa rigenerata 3.2 –5.0*104 1.53 Linter di cotone Raion cuproamm oniacale Cellulosa rigenerata 32*104 1.52 Linter di cotone Raion acetato Cellulosa con residui β-glucosidici acetilati 51*104 1.32 Linter di cotone Raion acetato AT Cellulosa rigenerata + cellulosa acetilata Linter di cotone Triacetato cellulosa acetilata totalmente Caseina del latte Fibre proteiche [Merinova] Caseina rigenerata trattata con HCHO Alghe Fibre alginiche Acido alginico 1.52 76*104 1.30 1.29 15.000 319 Derivati della cellulosa CH2OH CH O CH O HC CH CH OH OH n β-D(+)-glucosil 1) Raion Si impiegano cartoni di cellulosa che vengono trasformati in Raion e filato alla viscosa nei seguenti stadi di reazione: - 1) Trattamento con alcali si ha la formazione dell’alcali-cellulosa: [C6H9O4 OH] n Cellulosa NaOH [C6H9O4 2 ore ONa] n + n H2O Alcali-cellulosa - 2) Nello stoccaggio si ha una depolimerizzazione: [C6H9O4 ONa] n [C6H9O4 ONa] Stoccaggio t.a. / 24 h CS2/NaOH m [C6H9O4 ONa] m n>m S [C6H9O4 O C S Na] m xantogenato di cellulosa 320 Questa è la viscosa che può essere filata (ad umido) in presenza di Na2SO4/H2SO4 (il sale serve da coagulante, l’acido da rigenerante della cellulosa) S [C6H9O4 O C S Na]m + H2O [C6H9O4 OH] m + CS2 + NaOH S [C18H27O12 O C S Na] m + 0.5m H2SO4 3 [C6H9O4 OH]m + m CS2 + 0.5m Na2SO4 (Fig. 20.5 - Girelli) 321 (Fig. 20.6 - Girelli (Fig. 20.7 - Girelli 322 323 2) Raion cuproammoniacale Si usa come materia prima o cellulosa o linter di cotone. Con quest’ultimo si ottengono prodotti più pregiati. ++ [C6H10O5] n sol. [Cu(NH3)4] soluzione filabile di cellulosa + H2O cellulosa parz. coagulata + H2SO4 soluzione filabile di cellulosa cellulosa parz. coagulata raion cuproammoniacale Il filamento di Raion cuproammoniacale ha una sezione più regolare di quello del Raion alla viscosa, maggiore lucentezza, ed una sensazione al tatto più simile a quella della seta naturale. 324 3) Raion all’acetato Si utilizza cellulosa che viene esterificata con anidride acetica/acido acetico in presenza di H2SO4 come cat. R OH + CH3 C CH3 C O O O O R O C CH3 + CH3COOH Il triacetato è solubile in CHCl3, CH2Cl2. Il triacetato viene parz. idrolizzato a diacetato che è disciolto in acetone e filato a secco, per evaporazione del solvente (Fig. 20.8 Girelli) Caratteristiche Ha caratteristiche meccaniche inferiori agli altri Raion, è idrofobo, è colorabile con coloranti privi di gruppi idrofili. E’ termoplastico. Ha basso p.fus. (ca. 300°C) e T rammollimento. E’ solubile in molti solventi organici tra cui la trielina, viene attaccato dagli alcali. Tra le fibre cellulosiche è quella più simile alla lana. 4) Raion triacetato Il triacetato ottenuto come sopra, può essere disciolto in CH2Cl2 e filato a secco. Caratteristiche E’ una fibra idrofoba. A 170°C subisce una ridistribuzione molecolare e variazione delle caratteristiche. A questa T è possibile fare un trattamento (plissettatura) che fissa le dimensioni e le forme del tessuto. 325 E’ stabile alle soluzioni alcaline. E’ poco tingibile Fibre alginiche Vengono prodotte dall’acido alginico, un polimero dell’acido Dmannuronico, con pm 15.000, che viene estratto dalle alghe. Si ottiene per trattamento con Na2CO3 e NaOH un sale sodico che può essere filato in bagno coagulante di CaCl2. Come fibra ha pochi impieghi perché ha scarsa resistenza all’acqua. H O COOH OH OH CH CH CH CH O CH O CH CH CH CH O OH OH COOH CH OH n Fibre proteiche La caseina, separata dal latte per coagulazione con H2SO4 , HCl o acido lattico (pH 4 – 5) a 34 –36 °C viene filtrata, lavata e seccata. Il prodotto disperso in acqua (20 % in peso) è alcalinizzata con NaOH 2.7%. Si ottiene una soluzione colloidale. Il bagno coagulante è ottenuto con H2SO4 2 %, formaldeide 5 %e glucosio 20 % ed H2O. Il prodotto ottenuto deve essere indurito con HCHO che provoca reticolazioni tra le varie molecole. In Italia fu prodotta come Lanital avente un comportamento analogo alla lana. Recentemente è stata sostituita da Merinova che ha una buona resistenza alle tarme. Altre fibre analoghe sono Ardil (Gran Bretagna) ricavata dalla proteina del pistacchio e Vicara (USA) dalla proteina del mais. 326 Fibre sintetiche Materie prime Fibra Composizione Pm viscosimetrico Ps (g/cm3) Acido adipico + Nylon-6,6 esametilendiammina Poliammide acido adipico + esametilendiammina 1.2-2.0*104 1.14 ε-caprolattame Poliammide acido εamminocapronico 1.44*104 1.14 Nylon-6 Nylon-11 Acido ωamminoundecanoico (olio di ricino) Poliammide acido ωamminoundecanoico Ac. Tereftalico+ glicol etilenico Fibre poliestere Polietilentereftalato 1.0*104 1.38 Acrilonitrile Fibre poliacriliche Poliacrilonitrile 6.0-10.0*104 1.18 Acrilonitrile + monomeri vari Fibre poliacriliche + AN Copolimero acrilonitrile + esteri acrilici 6.0-10.0*104 1.17 Cloruro di vinile Fibre PVC Polivinilcloruro (56.8 % Cl) 6.0-15.0*104 1.39 Cloruro di vinile + acrilonitrile Fibre PVC/PAN Copolimero VC 60 %, 1.0-2.8*104 AN 40 % 1.31 Cloruro di Fibre polivinilideniche vinilidene + cloruro [Saran] di vinile + acrilonitrile Copolimero Cloruro di 2.0*104 vinilidene 85 %, VC 13 %, AN 2 % 1.71 Cloruro di vinile + acetato di vinile Fibre PVC/PVAc Copolimero VC 88 %, 1.0-2.8*104 VAc 12 % 1.37 Cloruro di vinile Fibre PVC surclorato Polivinilcloruro (64 % 6.0-15.0*104 Cl) 1.47 Acetato di vinile Fibre PVA Polivinilalcool trattato con HCHO 1.26 Etilene PE PE alta densità 4.0*104 0.96 Propilene PP PP isotattico 8.0*104 0.90 Tetrafluoroetilene Teflon Politetrafluoroetilene 2.20 Polimero a blocchi Ca. 1.0 Glicoli + esteri + Fibre poliuretaniche 2,4(elastomeri) toluendiisocianato + difenilmetandiisocia nato 327 Poliammidi (nylon) Sono caratterizzate dalla presenza del gruppo ammidico: -NH-COPreparazione: Si ottengono per policondensazione dei relativi monomeri. Caratteristiche Resistenti a molti agenti chimici, solventi, olii, soluzioni saline, acidi diluiti. Non resistono agli acidi concentrati, ossidanti energici. Solubili in alcool benzilico (PhCH2OH), fenolo (PhOH), trietanolammina [N(CH2CH2OH)3]. Si ossidano all’aria a T > 100 °C. Buone proprietà meccaniche (Resistenza a trazione, abrasione, resilienza, basso coefficiente di attrito) Non buone proprietà elettriche Sono usate anche con aggiunta del solo pigmento oppure come copolimeri. Impieghi Industria tessile: fibre 328 Nylon 6,6 -[-NH-(CH2)6-NH-CO-(CH2)4-CO-]nFilatura per fusione (Fig. 20.9 - Girelli) 329 (Fig. 20.10 - Girelli) 330 (Fig. 20.11 - Girelli) 331 (Fig. 20.12 - Girelli) 332 (Fig. 20.13 - Girelli) 333 (Fig. 20.14 - Girelli) 334 335 Nylon 6 O N H HN CO n Si ottiene per polimerizzazione del caprolattame, quindi più facilmente ottenibile del nylon-6,6. Il polimero ha pf 220°C e quindi è più facilmente filabile del nylon-6,6. Ha una temperatura di rammollimento di 170 – 180°C, quindi occorrono particolari precauzioni in fase di lavorazione (termofissaggio) e stiratura, ma è più facilmente tingibile con coloranti acidi. Le altre prestazioni sono analoghe al nylon-6,6. Nylon 11 (Rilsan H2N 11 ) COOH HN CO n Il pf 187 °C e la difficile tingibilità né limitano le applicazioni. (crini, articoli tecnici). 336 Nylon 6, 10 COOH NH2 HN + HOOC NH (CH2)6 CO (CH2)8 CO n H2N Per la sua maggiore rigidità trova applicazione nella produzione di setole e monofilamenti Arammidi (Kevlar) HOOC COOH + H2N NH2 OC CO HN NH n Ha forti interazioni tra i gruppi CO ed NH e tra gli anelli benzenici. In soluzione forma cristalli liquidi. La fibra ha una struttura altamente orientata ed altamente cristallina. 337 Fibre poliestere Poliesteri saturi La fibra poliestere commercialmente più importante è prodotta da glicol etilenico ed acido tereftalico (PET) [Dacron, Terilene, Terital, Wistel] n HOOC O HO CH2 COOH + n CH2 OH C O H2O C O CH2 O CH2 n Si può utilizzare anche l’estere dimetilico invece dell’acido per la sintesi del polimero. Per la filatura e lo stiro si adottano le stesse procedure previste per il nylon. I fili che emergono dalle filiere solidificano immediatamente e quindi non occorrono camere od altri sistemi di refrigerazione. Lo stiro viene fatto a caldo a temperature superiori alla Tg (80 °C) ed è di circa il 400-500 %. Le fibre poliestere hanno elevate caratteristiche meccaniche ed un alto modulo di elasticità per cui i materiali ottenuti (sia di sola fibra che misti con cotone o lana) possiedono elevata resistenza alla sgualcitura, mantenendo le pieghe e le forme sia nei lavaggi a secco che a umido. Un inconveniente è il “pilling” (formazione di palline di fibra sulla superficie a seguito di sfregamento). Tale difetto può essere ridotto utilizzando polimeri a minor pm. Le fibre hanno bassissima ripresa di umidità che le rende idonee per usi all’aperto (impermeabili, teli copertura) ma crea problemi in fase di lavorazione a causa di accumulo di cariche elettrostatiche e problemi di particolari bagni di tintura. I materiali vanno termofissati come il nylon. Si possono ottenere filati testurizzati. E’ possibile ottenere una particolare elasticità del filato mediante raffreddamento disuguale di due parti o differenti riscaldamenti nel corso dello stiro. Dopo immersione in acqua il filato assume una forma ad elica e possono subire rilevanti deformazioni elastiche. 338 339 Fibre poliacriliche Sintesi dell'acrilonitrile CH CH H2O CH3 CH2 O2 CHO CH2 CH3 CH CH2 CH2 O HCN HCN CH3 OH CH CN CH3 CH2 CH2 NH3 O2 HCN OH CH2 NH3 O2 CH2 CN H2O H2O CH2 CH CN Impieghi: Fibre acriliche 60 – 70 % Materie plastiche ABS, AS 15 % Gomme nitriliche NBR 5% Altri prodotti 10 – 20 % 340 CH3 Sintesi dei polimeri a) Poliacrilonitrile E’ stata la prima fibra acrilica ad essere prodotta (Orlon 81). Ha buone eccellenti caratteristiche meccaniche, ma è difficilmente colorabile e quindi i suoi impieghi sono limitati a prodotti speciali e non nel settore dell’abbigliamento. b) Poliacrilonitrile modificato Sono copolimeri in cui il monomero prevalente è l’acrilonitrile. L’altro monomero impiegato può essere 2-vinilpiridina, acrilammide, acetato di vinile, cloruro di vinile, stirene, un estere acrilico. In genere le case produttrici non dichiarano quale è il comonomero che è aggiunto per migliorare le qualità tintoriali della fibra. Le modalità di copolimerizzazione influenzano la qualità tintoriale del prodotto ottenuto. In alcuni casi su il copolimero di base si innesta un secondo copolimero con particolari procedure. Filatura Le fibre possono essere filate a secco (Orlon, Dralon) o ad umido (Acrilan Leacril, Euracril) [Fig. 20.16 Girelli] Impieghi Hanno buona resistenza meccanica, chimica, resistenza alle intemperie, e alla putrefazione e pertanto i filamenti continui sono adatti per usi all’aperto e per usi industriali. Il fiocco ha caratteristiche analoghe alla lana, migliore in alcune caratteristiche. 341 342 Fibre poliviniliche Sono impiegate soprattutto come materiali tessili per impieghi speciali nel settore industriale e dell’abbigliamento. Hanno costi relativamente bassi e alcune caratteristiche nuove per il settore tessile a) Fibre di PVC [P.C.U., Rhovyl, Thermovil, Movil, Leavin] La filatura sia per ottenere un filamento che un fiocco è fatta come per il Rayon viscosa. Si effettua in una soluzione al 25 % di polimero, solventi acetone e CS2. Bagno coagulante: soluzione acquosa diluita di acetone. Il filato è raccolto su bobine che vengono successivamente trattate. Lo stiro è fatto a caldo con allungamenti fino a 10 volte la lunghezza originale. Caratteristiche: Inerzia chimica verso gli acidi e gli alcali, limitata verso i solventi. Elevato potere autoestinguente per la presenza di cloro (53 %). Hanno scarsa tingibilità, bassa ripresa di umidità, Buon potere isolante. b) PVC surclorato [Pe-Ce] Contiene cloro fino al 62-64 %. La caratteristica prevalente è il potere autoestinguente migliore del PVC dovuto al più alto tenore di cloro. 343 c) Cloruro di polivinilidene/PVC [Saran] E’ un terpolimero: cloruro di vinilidene (85 %)/cloruro di vinile (13 %)/acrilonitrile (2 %). E’ filato per fusione a 180°C e quindi raffreddato con acqua per limitare la cristallizzazione. Ha caratteristiche analoghe alle altre fibre poliviniliche con accentuato potere autoestinguente. Si colora solo in pasta. Ha un prezzo ridotto per il tipo di filatura impiegato. Utilizzato per tessuti di arredamento all’interno di auto d) PVC/PVAc [Vinyon] Copolimero cloruro di vinile (88 %)/acetato di vinile (12 %). La presenza del PVAc rende il polimero solubile in acetone per cui può essere filato in soluzione. Impieghi e costi analoghi al PVC e) PVC/PAN [Vinyon N, Dynel] Copolimeri cloruro di vinile (60 %)/acrilonitrile (40 %). Il polimero è solubile in acetone per cui può essere filato in soluzione. Impieghi e costi analoghi al PVC, più facilmente tingibile e migliore resistenza al calore. I materiali finiti debbono subire un trattamento di termofissaggio f) PVA * [Vinylon] Il PVA disciolto in acqua è filato ad umido coagulando con una soluzione di Na2SO4. La fibra è trattata con formalina che introduce gruppi formilici e probabilmente reticolazioni tra le varie catene. Rispetto alle altre fibre vinilivhe ha migliore resistenza al calore, maggiore ripresa di umidità, ma una ridotta resistenza chimica. 344 Fibre poliolefiniche a) Polietilene Si possono ottenere fibre da polietilene a bassa o ad alta densità. Ha applicazioni limitate. Per alcuni impieghi è più comodo usare un film invece di un tessuto di PE. b) Polipropilene [Meraklon] Si usa il polimero isotattico. Filandolo per fusione. Nella filatura si riduce la cristallinità che in parte si recupera con lo stiro. Ha estrema leggerezza, ottime caratteristiche meccaniche, dielettriche, resistenza agli agenti chimici, alla luce, alla putrefazione, buona resistenza al calore. Scarsa resistenza al ferro caldo, gravi problemi per la sua tintura a causa della struttura compatta. Si ècercato di ovviare introducendo della catene laterali di polimetacrilato di etile, ma il procedimento è laborioso e costoso. 345 c) Politetrafluoroetilene [Teflon] Il polimero non è filabile (pf 400 °C) ed insolubilità nei solventi usuali. Per ottenere la fibra occorre fare una particolare polimerizzazione in modo da avere una certa percentuale di particelle nastriformi. Queste vengono estruse in un bagno di HCl (5 %) a 25 °C che rompendo la dispersione colloidale fornisce un aggregato simile ad un filamento di bassa tenacità. Le caratteristiche meccaniche vengono migliorate per contatto (pochi secondi) con un metallo a 380 °C e raffreddamento in acqua a 25 °C.. Il colore bruno del filamento viene eliminato con lavaggi in H2SO4 e HNO3. Caratteristiche: Ripresa di umidità nulla, resistenza a tutti gli agenti chimici (unica eccezione HF e qualche solvente fluorurato). Elevata resistenza al calore (fino a 320 °C). Non è tingibile Impieghi: Usi industriali (filtri, guarnizioni, indumenti di lavoro). Una particolare fibra è il Gore-Tex: GORE-TEX by W.L. Gore Si tratta di tessuti con membrana PTFE, un materiale microporoso bicomposto, realizzato con un sofisticato processo di espansione. La membrana ha elevatissime caratteristiche di traspirabilità e di impermeabilità durature nel tempo, nonostante l' uso o i lavaggi. I tessuti Gore-tex inoltre, hanno un' ottima solidità dei colori alla luce. Il Gore-tex è prodotto dalla W.L. Gore. 346 Fibre poliuretaniche Inizialmente furono prodotte da 1,4-butandiolo ed esametilendiisocianato [Perlon U]. La fibra aveva caratteristiche analoghe al nylon ma due difetti: - punto di rammollimento e di fusione bassi - elevata rigidità I prodotti recenti hanno invece una elevatissima elasticità (come la gomma) [Spandex]. Si ottiene ciò facendo reagire diisocianati aromatici (2,4-toluendisocianato o difenilmetandiisocianato) con polieteri (polietilenglicol pm 100 – 1300) o poliesteri (da acido adipico +glicol etilenico o propilenico pm 1600). Nel polimero si hanno segmenti rigidi (hard) e elastici (soft) come ad es. O OCH2CH2 OC CH2CH2CH2CH2 segmento elastico O H C N x H O CH2 N C OCH2CH2 segmento rigido Il tipo polietere è noto come Lycra, il tipo poliestere come Vairin. Il filamento ha caratteristiche uguali o migliori della gomma Impieghi: come sostituti della gomma in filati elasticizzati per produrre nastri, cinghie, calze elastiche, giarrettiere o in tessuti elasticizzati con fibre di nylon, ecc. 347 y Piero Frediani 348 Degradazione della pietra 349 350 "" % ! #! $ ( & ! * + & + , ' ( % - ) % % ! % ' 351 - ./ 0 0 0 0 0 0 0 1 0 2 0 *0 , 13 0 * , 3 0 352 ! % % AGGREGAZIONE Operazione in grado di restituire consistenza ad un materiale degradato superficialmente (effetto di “spolvero”) senza effetto di “indurimento” RISANAMENTO Operazione in grado di restituire le caratteristiche meccaniche, fisiche e di durabilità a quei materiali la cui alterazione è causata principalmente dalla presenza di sali solubili e da umidità elevata STUCCATURA Operazione in grado di ridurre o eliminare la penetrazione dell’acqua in fessure o micro e macro fratture. CONSOLIDAMENTO Operazione in grado di restituire consistenza ad un materiale degradato sia superficialmente che all’interno dell’opera PROTEZIONE Operazione in grado di impartire o restituire idrorepellenza ad un materiale degradato o non degradato 353 # % # & 4 ! - ( ( %& ) ! ) ( 6 5 5 + 5 / '+ - / '+ 6 6 % 6 ( ( 354 !" # ! ( $$ " ! ! ) % 5 5 % - 6 ( 5 ( 6 + $ ! # ! % - % % 6 355 - Calce - Oli essiccativi Polimeri organici - Cere 356 Polimero: una sostanza avente un peso molecolare elevato (1.000 – 1.000.000 ed oltre) Polimero Naturale Proteine Polinucleotidi Polisaccaridi Artificiale Gomme Elastomeri Termoplastici Termoindurenti Elastomeri Materie plastiche Fibre Materie plastiche 357 Monomeri e Polimeri - Unità Strutturale Monomero: Una molecola con due o più siti capaci di formare legami con altre molecole. Il numero di tali siti è detto “funzionalità” del monomero stesso. Un monomero deve essere almeno bifunzionale per dare un polimero: es. amminoacido, idrossiacido, monomero vinilico, ecc. Monomero Unità Strutturale Polimeri Sigla CH2=CH2 -CH2-CH2- Polietilene PE CH2=CH(CH3) -CH2-CH(CH3)- Polipropilene PP CH2=CH(C6H5) -CH2-CH(C6H5)- Polistirene PS CH2=CH(Cl) -CH2-CH(Cl)- Polivinilcloruro PVC CH2=CH(CN) -CH2-CH(CN)- Poliacrilonitrile PAN CH2=C(CH3)2 -CH2-C(CH3)2- Poliisobutene CH≡CH -CH=CH- Poliacetilene HOOC-(CH2)5-NH2 -OC-(CH2)5-NH- Policaprolattame (Nylon 6) PA66 HOOC-(CH2)5-OH -OC-(CH2)5-O- Policaprolattone PA6 358 Definizioni •Omopolimero Prodotto ottenuto utilizzando un solo monomero e quindi avente una unità strutturale •Copolimero Prodotto ottenuto utilizzando due o più monomeri e quindi possono esistere una serie di isomeri derivanti da come le unità strutturali sono presenti nella macromolecola. •Terpolimero Prodotto ottenuto utilizzando 3 monomeri •Nel campo dei biopolimeri si hanno: Gli acidi nucleici contenenti 4 unita strutturali Le Proteine derivanti da circa 20 amminoacidi 359 Analisi e caratterizzazione dei polimeri >Analisi chimica (C, H, N, O, ecc.) > Determinazione dei gruppi terminali > PM medio > Distribuzione dei pesi molecolari > Tipo di concatenamento > Stereoregolarità > Tg e Tf > Proprietà fisiche e meccaniche 360 F r a z . in p e s o Distribuzione delle masse molecolari Variazione della resistenza a trazione di un polimero vinilico in funzione del peso molecolare Mn Mw ? Peso molecolare 361 Rappresentazione schematica di un polimero cristallino a) non orientato b) orientato Curva dilatometrica di un - polimero amorfo - polimero cristallino 362 Principali caratteristiche dei materiali lapidei Litotipo Composizione Porosità (%) Contenuto di H2O*(%) Arenaria Silicatica 6 0.7÷ ÷0.8 Marmo dolomitico Calcarea dolomitica 4 0.01÷ ÷0.03 Pietra di Lecce Calcarea 45 0.6÷ ÷0.8 Tufo Silicatica 47 5÷ ÷7 Serpentinite Silicatica 4 0.2÷ ÷0.3 * = contenuto di acqua a 20°C e 80%UR Piccoli cristalli di calcite 363 ALTERAZIONE DEL SUPPORTO A CAUSA DELLA FORMAZIONE DI FILM ∆T ∆T ∆UR ∆UR Campione di Arenaria trattato con resina acrilica 364 Diffusione di gas in polimeri in “Steady State” Legge di Fick: Profilo di concentrazione Membrana Polimerica c1 c0 J = D (c1 – c0)/L p1 p0 Solubilità = S = c/p Permeabilità = P = D . S L JAz= flusso molare di A lungo la direzione L [mol/(sec.cm2)] DAB= coefficiente di diffusione di A in B [cm2/sec] cA= conc. di A [mol/cm3] L= distanza [cm] 365 MISURA DEL COEFFICIENTE DI DIFFUSIONE D IN “STEADY STATE” “Bicchierino (Twing Albert cup)” bicchierino sample φ 8 cm seal 1 cm water 2.5 cm φ 7 cm 366 MISURA DEL COEFFICIENTE DI DIFFUSIONE D IN “STEADY STATE” “Bicchierino” dove L = spessore pietra 367 Diffusione di gas in polimeri in “Unsteady State” Profilo di concentrazione Membrana Polimerica Equazioni di Fick p J= -D ∂c(x,t)/∂ ∂x 0 ∂c/∂ ∂c/∂ ∂t)/∂ ∂x ∂ ∂x = ∂(D(∂ L 368 Diffusione di gas in polimeri (unsteady state) Determinazione di D Soluzione per tempi brevi, Mt/M∞ ≤ 0.6: Soluzione per tempi lunghi, Mt/M∞ ≥ 0.4: 369 MISURA DEL COEFFICIENTE DI DIFFUSIONE D IN “UNSTEADY STATE” Bilancia di Cahn 370 VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI UN TRATTAMENTO PROTETTIVO/CONSOLIDANTE Efficacia protettiva E % = [(Ao – A1)/ Ao]* 100 Ao, A1 = quantità di acqua assorbita prima e dopo trattamento, rispettivamente Permeabilità PH 2O = ∆M/A [g/m2, 24h] ∆M = variazione in peso del campione in 24 h A = area di evaporazione Permeabilità residua Efficacia aggregante PR % = (P1/Po)*100 Ag% = (Ago – Ag1)/Ago *100 Ago , Ag1 = quantità di materiale abraso da campioni non trattati e trattati, rispettivamente 371 METODOLOGIE DI MISURA DELL’EFFICACIA PROTETTIVA Angolo di contatto Assorbimento di acqua per capillarità Campione Carta da filtro satura di acqua 372 Assorbimento di acqua con la pipetta “pipetta” applicata su un campione di pietra 373 “pipetta” applicata su una parete Determinazione dell’assorbimento di acqua utilizzando una “pipetta” “pipetta” applicata su una balaustra 374 “pipetta” applicata sulla statua di Apollo ' "/ $ ! ! $ ) . "" ! 7 4 894 375 DFMS (Drilling Force Measurement System) Sistema di misura della resistenza alla perforazione 376 D.F.M.S . 377 *4 !, # < : = 1 #) ; < = 1 378 Misura del colore Diagramma del solido dei colori L*, a*, b* 379 :$ ! > * # " $ / ?, # % 66 : $ >! 380 DEGRADAZIONE DEI POLIMERI 1. Termica 2. Fotoossidativa 3. Idrolisi 4. Biodegradazione 5. Degradazione causata da ozono 381 VALUTAZIONE DELLA DEGRADAZIONE FOTOOSSIDATIVA Sorgenti irraggianti Lampada a Hg alta pressione λ>220nm Lampada allo Xenon λ 280÷ ÷400nm Luce naturale Radiaz. UV λ 295÷ ÷400nm Tipi di radiazione UV Tipo Effetti UV-A Responsabile della degradazione di alcuni λ= 315÷ ÷400 polimeri. nm Provoca abbronzatura ma non scottature. Trasmessa dai vetri delle finestre. UV-B Responsabile della degradazione λ= 280÷ ÷315 maggior parte dei polimeri. nm Causa scottature. Assorbita da vetro delle finestre UV-C λ <280 nm della Radiazione filtrata dall’ozono nell’atmosfera. Effetto distruttivo elevato. Germicida 382 Lunghezza d’onda di soglia (threshold) per la rottura di alcuni legami Legame Energia di dissociazione (kcal/mol) Lunghezza d’onda di soglia (nm) C-N 72.8 392.7 C-Cl 81.0 353.0 C-C 82.6 346.1 S-H 83.0 344.5 N-H 85.0 336.4 C-O 85.5 334.4 C-H 98.7 289.7 Tutte le lunghezze d’onda più corte del threshold hanno energia sufficiente a rompere il legame 383 Fotodegradazione di alcuni polimeri Polimero Lunghezza d’onda di max danneggiamento (nm) Film di polivinil acetato <280 Acrilico 290, 325 Polietilene 300 Polipropilene 310, 370 PVC 320 Poliestere 325 PVC/vinil acetato copolimero 327, 364 384 CONTROLLO DELLA DEGRADAZIONE DEI POLIMERI APPLICATI SUI MATERIALI LAPIDEI Perdita in peso Variazione di colore Assorbimento di acqua FT-IR su lamina di KBr su pietra Solubilità (formazione di gel) GPC 385 PERDITA IN PESO PER FOTODEGRADAZIONE CON LAMPADA A Hg (λ λ >220 nm) DI ALCUNE RESINE ACRILICHE PEMA = polietil metacrilato PMA = polimetil acrilato PMMA =polimetil metacrilato PB72 = poli (metil acrilato- co -etil metacrilato) (27/30) PEMA>PB72>PMMA>PMA 386 Variazioni di colore di provini in pietra trattati con resine acriliche PMA=PB72>PEMA>PMMA 387 Efficacia protettiva (E %) all’assorbimento di acqua di campioni di marmo trattati con polimeri acrilici Polimero E% Prima di irraggiamento Dopo 650 h irraggiamento PB72 96 2 PMA 96 4 PEMA 96 2 PMMA 94 4 388 Solubilità di alcuni polimeri acrilici dopo vari tempi di irraggiamento con lampada UV Polimero Solubilità percentuale dopo irraggiamento 3h 6h 9h 24 h PEMA 100 100 100 0 PB72 100 100 100 0 PMA 75 52 50 0 389 Spettri FT-IR per la valutazione della stabilità di alcuni polimeri 91 α -CH3 1367.50 CH3 1386.79 9h 3h 80 0h 1644.78 C=C 60 %T 1168.55 40 20 1732.48 PMMA 1484.17 α -CH3 1449.03 CH3 -1 94 1271.43 1242.11 1192.47 1151.05 C-O stretch 9h 3h 80 0h 60 3456.34 %T 40 1380 20 1438.30 CH 3 0 4000 PMA 3000 1735.34 2000 CM-1 1168.94 1200.79 1500 1000 500 390 Spettri FT-IR per la valutazione della stabilità di alcuni polimeri 101.0 9h 3h 0h 80.0 1642.62 C=C str. 60.0 %T 40.0 1480.25 α -CH 3 20.0 1027.26 O-C-C str. PEMA 0.0 4000 3600 3200 2800 2400 2000 1800 1600 CM-1 1400 1200 1000 800 391 600 500 PROBABILE MECCANISMO DEGRADATIVO (Fotoossidazione) CH 3 Metacrilati CH 2 C O C Scissione n OR H Acrilati CH 2 O C C Crosslinking n OR 392 FOTOOSSIDAZIONE La degradazione dei polimeri, causata da fotossidazione, è influenzata sia dalla sorgente irraggiante che dalla diffusione di O2 nel polimero. Concentrazione dei gruppi carbonilici in funzione della profondità di penetrazione in film di LDPE (polietilene a bassa densità) a differenti tempi di irraggiamento [Itaru Mita, Kazuyuki Horie in – H.H.G. Jellinek, “Degradation and Stabilization of Polymers”, Elsevier Amsterdam, 1983] 393 6 forza (N) PEA 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 5 10 15 profondità (mm) forza (N) PE2FA 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 5 10 15 profondità (mm) 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 5 10 15 profondità (mm) PTFEA forza (N) forza (N) PB72 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 5 10 profondità (mm) 15 394 Polimero Diffusività di alcuni penetranti in vari polimeri Caratteristich D (cm2/sec)·107 e del polimero Tg (°C) O2 CO2 YR liq. 370 58.0 IBA0 liq. 230 150 gomma 67,4 1,4 PB67 51 18,7 1,2 PDMS -127 194,8 Gomma naturale -73 16 NH PEMA 1,1 0,30 PTFE 1,5 1,9 Resina epossidica (25°C) H 2O 0,051* YR = CF3-[CF2CF(CF3)-O]m-(CF2-O-)n-CF3, PM.medio 6500; IBA0 = CF3-O-Rf-CF2-CONHCH2CH(CH3)2 , PM medio 2400 dove Rf = -[-CF2-CF(CF3)-O-]m-(-CF2-O-)n-.; NH = -[-CH2-CF2-]m-[-CF2-CF(CF3)-CH2-CF2-]n- , PM medio 360.000 e 65% di contenuto in fluoro; PB67 = poli isobutil metacrilato; PDMS = Polidimetilsilossano; PEMA = fatta a polietilmetacrilato; PTFE = politetrafluoroetilene; * = misura395 30°C; Solubilità (S) e permeabilità (P) di alcuni penetranti in vari polimeri a 25°C (*=30°C) Polimero S (cm3STP/c m3 atm) P (cm3@STP/ Cm sec cmHg)·109 O2 CO2 O2 CO2 YR 0,46 1,57 222 120 IBA0 0,48 1,40 245 270 NH PB67 1,34 0,34 1,36 H 2O 3 9 2 cera d’api 0,155 5,80* cera microcrist 0,255 3,40* cera candelilla 0,029 1,80* PDMS 58,4 Gomma naturale 2,4 396 Efficacia protettiva su marmo di alcune resine epossidiche in ambiente di SO2 Una resina epossidica di tipo “alifatico” non ha alcun effetto protettivo nei confronti dell’SO2, mentre una di tipo “aromatico” rallenta il deterioramento del marmo. CH CH 2 CH 2 O O C R OCH 2 O CH OH CH R= O n R O CH 2 CH CH O 3 C CH CH 2 , alchile 3 Resina epossidica di tipo “alifatico” Elevata solubilità Elevata diffusività di SO2 ( = 2⋅⋅10-8 cm2/sec) Resina epossidica di tipo “aromatico” Bassa solubilità (chemi-assorbimento) Bassa diffusività di SO2 ( = 1,5⋅⋅10-11 cm2/sec) 397 2 Struttura delle Resine Siliconiche Olii non reattivi Olii reattivi ossidrilati Gli olii reattivi ossidrilati possono condensare: Tale reazione è accelerata da catalizzatori a base di sali di stagno 398 Resine siliconiche reticolate La presenza di gruppi –OH nella catena lineare degli olii porta alla formazione di una struttura tridimensionale, tanto più ramificata quanto maggiori sono tali gruppi. CH3/Si = 2 Se il rapporto: 1.5 <CH3/Si < 2 struttura lineare resina debolmente ramificata 1.1 <CH3/Si < 1.5 resina fortemente ramificata 399 Effetto idrofobico delle resine siliconiche su un supporto lapideo La molecola siliconica si fissa, attraverso legami a idrogeno, al supporto. I gruppi metilici, orientati all’interfaccia solido/aria, conferiscono idrorepellenza. 400 # Nome 6 Metodo di sintesi: Formula chimica Commerciale Demnum CF CF 2 2 O CF 2 Krytox CF 3 CF CF 2 FF 2 F- F ( CF 2 CF2 CF2 O )m CF2 CF3 CF 3 CF 2 CF 2 O Fomblin Y CF3 CF O ( CF CF 2 O )m CF CF 3 CF 2 O2 hv CF 3 O ( CF 2 CF CF COF 3 O )m ( CF 2 O ) n CF 3 CF 3 Fomblin Z CF 2 CF 2 O2 hv CF 3 O ( CF 2 CF2 O )m ( CF 2 O ) n CF 3 401 # % 6 Industria chimica -Lubrificazione di pompe meccaniche -Fluidi di lavoro in compressori a membrana Elettronica Industria meccanica Industria elettromeccanica Informatica Nucleare Aerospaziale Lubrificante e “working fluid” nei sisitemi mobili esterni dello “Shuttle” Protezione di materiali lapidei 402 66 6 % 80 70 Efficiency % 60 50 40 30 YR/Marble YR/PietraSerena 20 10 0 0 5 10 15 20 25 30 35 months 403 Derivati perfluoropolieterei Rf – COOH Rf – COOR Rf – CO-NH-R Rf = CF3-O [-CF2-CF(CF3)-O-]m-(-CF2-O-)n R = -CH2-CH(CH3)2 404 Ammidi perfluoropolieteree IBA Rf -CF2-CO-NH-CH2CH(CH3)2 DC2A Rf -CF2-CO-NH-(CH2)2-NH-CO-CF2-Rf DC6A Rf-CF2-CO-NH-(CH2)6-NH-CO-CF2-Rf TC2A Rf-CF2-CONH-(CH2)2-NHCO-Rfz-CONH-(CH2)2 -NHCO- CF2-Rf TC6A Rf-CF2-CONH-(CH2)6-NHCO-Rfz-CONH-(CH2)6 -NHCO- CF2-Rf Rf = CF3-O [-CF2-CF(CF3)-O-]m-(-CF2-O-)n Rfz = -CF2-(O-CF2-CF2-)p-(O-CF2-) q -O CF2- 405 Interazioni inter- e intramolecolari in ammidi perfluoropolieteree 406 66 # 4 % # 6 # 100 90 80 P. E . (% ) 70 60 50 IBE/Marble IBA/Marble 40 YR/Marble 30 IBE/PietraSerena IBA/PietraSerena 20 YR/PietraSerena 10 0 0 5 10 15 20 25 30 35 ageing time (months) 407 66 # # % 6 # " 120 P .E . (% ) 100 80 TC6A0 60 DC6A0 40 YR IBA 20 0 0 5 10 15 months 408 Caratteristiche chimiche e fisiche di alcuni derivati perfluoropolieterei. Polimero Viscosità PMcalc. PMtrov NHlib νsym NHass A2/A1 A1 νasym A2 3461 0.450 3324 20.315 1% 3464 1.112 5% 3462 1.670 3359 3.300 2 10% 3461 2.527 3349 8.457 3 3463 0.010 3315 38.030 3803 1% 3460 0.248 3330 4.608 19 5% 3458 0.152 3320 17.059 112 10% 3457 0.099 3319 29.544 298 3456 0.709 3315 30.419 43 1% 3458 0.768 3362 1.508 2 5% 3457 1.007 3334 8.623 8 10% 3456 1.414 3331 16.419 12 YR (Fomblin Met) 1500 6-7000 IBAG440 32 480 DC2G440 DC6G440 5940 1566 875 930 410 845 790 45 0 IBA0 1008 2435 2280 3462 0.487 3326 15.068 31 DC2A0 43362 4785 4485 3467 0.010 3315 5.131 513 DC6A0 29997 4840 4560 3462 0.146 3320 6.480 44 TC2A0 109718 7370 9995 3467 0.007 3316 16.175 2311 νsym = stretching simmetrico di NHlibero; νasym = stretching asimmetrico di NHassociato; A1 = intensità di assorbimento del picco relativo ad NHlibero; A2 = intensità di assorbimento del picco relativo ad NHassociato. 409 Efficacia protettiva nel tempo di alcune ammidi perfluoropolieteree su Pietra di Lecce Protettivo Quantità applicata Efficacia 1 protettiva 5 dopo mesi 6 7 dal 8 trattamento 15 YR 159 33 23 IBA0 158 68 65 DC2A0 142 92 DC6A0 154 99 TC2A0 145 79 TC6A0 154 100 82 100 79 100 65 99 98 16 19 21 77 75 100 61 (E% %) 100 62 94 410 REVERSIBILTA’ DI ALCUNI POLIMERI SU PIETRA DOPO INVECCHIAMENTO (168h a 40°, 30%UR e irraggiamento lampada da 300W) Polimero Solvente usato per estrazione % di prodotto estratto in Soxhlet per 8h Arenaria Pietra di Lecce YR A113 95 95 IBA A113 96 95 NH Acetone 95 98 W290 Ragia minerale 15 15 RP224 Ragia minerale 11 33 PB72 Acetone 66 78 TN Acetone 95 95 NH = poli esafluoropropene-co-fluoruro di vinilidene; W290 = alchilalcossi silano; RP224 = polimetil silossano; TN = terpolimero esafluoropropene/fluoruro di vinilidene/tetra-fluoroetilene. 411 ESEMPI DI UTILIZZO DI POLIMERI NEL RESTAURO DI MANUFATTI LAPIDEI CHIOSTRO DI S. DOMENICO (BO) Tomba di Joannes Brand – XV sec. Consolidamento con Paraloid B72 e DRY FILM Particolare prima del restauro Stesso particolare dopo il restauro 412 Cattedrale di S. Marco (Ve) Fastigio di S. Marco Marmo greco trattato con Rhodorsil 991 e Silirain 50 (1975) 413 Palazzo Ghisilardi – Fava (BO) Arenaria e cotto trattati con Rhodorsil 11309 e Silirain 50 (1979) 414 PALAZZO MARINO (MI) Ceppo Gentile trattato con Rhodorsil RC 70 e Silirain 50 (1989) Prima del restauro Dopo il restauro 415 LOGGIA DEI LANZI (FI) Arenaria trattata con Akeogard BA, stuccature con Akeogard CO (1988-90) 416 CHIESA DI S. TRINITA (FI) Arenaria trattata con Akeogard CO e Akeogard BA (1990-92) 417 CHIESA DEI SS. MICHELE E GAETANO (FI) Particolari del cartiglio in marmo Nastro del cartiglio durante il restauro Nastro del cartiglio dopo restauro 418 CHIESA DEI SS. MICHELE E GAETANO (FI) Pietraforte e Marmo Trattamenti con resina acril siliconica, Akeogard CO e Akeogard BA (1991-1996) Prima del restauro 419 Palazzo Pitti - Firenze Alcune parti del bugnato in Pietra Forte sono state trattate con Fomblin YR 420 421