… Margherita Hack è presente con il suo humor come una novella
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… Margherita Hack è presente con il suo humor come una novella
“… Margherita Hack è presente con il suo humor come una novella combattiva Eva, in un viaggio-conferenza tra i magici video naturisti del regista Fabio Massimo Iaquone, con le musiche di Valentino Corvino, attraversando con semplicità i secoli tra domande infinite per formulare l'ipotesi di un "multiverso" in cui potremmo convivere con irraggiungibili extraterrestri lontani milioni di anni luce. …" LA REPUBBLICA Franco Quadri, 26 luglio 2004 LA SCIENZA A TEATRO CON LA VERVE DELLA HACK Applausi all'opera "Variazioni sul cielo" Margherita Hack […]si è trovata piuttosto bene a scrivere i testi di questo evento che poi ottimamente è stato sviluppato dalla regia di Fabio Massimo Iaquone che ha unito suoni e immagini a corredo, bello ma anche utile, dei testi e della recitazione partecipata ma anche doverosamente precisa di Sandra Cavallini. […] A Cividale, invece, abbiamo visto la scienza che parla di sé, che si palesa vicina e toccabile, che espone la sua poesia, quella poesia che molti volontariamente non sono disposti a percepire. Ma sbaglierebbe a anche chi pensasse che al Ristori è stata portata sul palcoscenico una lezione di astrofisica, o una serie di piccole conferenze. Non era questo lo scopo […] perché nell'ora abbondante in cui l'attenzione del pubblico è stata calamitata senza distrazioni, forse nessuno ha imparato, ma quasi tutti hanno capito: esattamente quello che si voleva. IL MESSAGGERO VENETO Giampaolo Carbonetto, 24 luglio 2004 SCIENZA E FANTASIA NEL FIRMAMENTO […] Variazioni sul cielo, un multimediale poema scientifico in cui si condensano, in parti uguali, la sostanza poetica delle esattezze dottrinali e i principi positivi di una studiosa visionaria. Certo, non erano omissibili gli spunti puramente scientifici, ma è sorprendente la fluida diafanità con cui vengono esposti nello spettacolo demistificando così alcuni argomenti essenziali. L'esegesi dei testi iniziatici, impostati come sequenze di sogno (nel continuo processo di realizzazione) di una donna che ancora bambina provava il supremo diletto osservando il firmamento, è affidata a Sandra Cavallini a cui inoltre, dobbiamo il pensiero di trasporre i libri della Hack nella dimensione teatrale. Con gesto attentamente curato - un po' da trapezista e da graziosa ballerina fanciullesca - e con registri narrativi modulati sulle risonanze fiabesche del racconto, l'attrice agisce nel coinvolgente disegno creativo, la cui concezione estetica riassume i perni semantici della storia, firmato dal regista Fabio Massimo Iaquone. Suggestivi i commenti musicali di Valentino Corvino eseguiti dal vivo dal trio CPorject. IL GAZZETTINO Dejan Bozovic, 5 dicembre 2004 TEATRO - VARIAZIONI SUL CIELO L'origine dell'universo è qualcosa che ci appartiene profondamente e che spinge l'uomo a riflettere su se stesso; questo sembra comunicare Variazioni sul cielo, lo spettacolo di Fabio Massimo Iaquone […]. La messa in scena, liberamente ispirata al testo di Margherita Hack "Sette variazioni sul cielo" è interpretata alla perfezione da Sandra Cavallini, unica interprete cui si deve l'idea dello spettacolo. Sembrerà assurdo ma le teorie astrofisiche dalla Hack diventano un vero spettacolo per gli occhi e le orecchie. Luci movimenti di danza contemporanea e suoni sperimentali ci avvicinano alle teorie sull'origine delle stelle, sull'evoluzione del genere umano e addirittura calcoli matematici sui movimenti degli astri, IL tutto acquista fascino grazie alla semplicità delle parole e alla creazione di un'atmosfera magica, poetica. NUOVA AGENZIA RADICALE Sonia Arlacchi, 8 febbraio 2005 QUANDO VISCONTI OFFRIVA CHAMPAGNE Una sera al teatro Eliseo di Roma mi ha riportato con la memoria agli anni della dolce vita […]Qui Roberto Rossellini presentò gli amici più cari Ingrid Bergman; Vittorio De Sica […]; Luchino Visconti […] Le feste spesso finivano all'alba e perfino al rivalità tra gli artisti sfumava nel clima euforico di una Roma vitalissima, creativa, capitale di intere generazioni di artisti. Oggi, l'Eliseo, dove ho assistito allo spettacolo Variazioni sul cielo ispirato a un testo di Margherita Hack, sembra conoscere una nuova stagione di successi. PANORAMA Mario d'Urso 15/10/2004 COM'È LIMPIDO IL CIELO DI MITTELFEST […]Non siamo lontani dall'ansia di ricerca astrofisica riversata da Margherita Hack, con Sandra Cavallini, in Variazioni sul cielo, sulla scia del suo libro quasi omonimo in uno spettacolo per luci, suoni e sogni, che la vede presente con il suo humor come una novella combattiva Eva, in un viaggio-conferenza tra i magici video naturisti del regista Fabio Massimo Iaquone, con le musiche di Valentino Corvino, attraversando con semplicità i secoli tra domande infinite per formulare l'ipotesi di un "multiverso" in cui potremmo convivere con irraggiungibili extraterrestri lontani milioni di anni luce. LA REPUBBLICA Franco Quadri, 26 luglio 2004 VARIAZIONI COSMICHE NELL'ATTESA DELL'APOCALISSE Tra un prologo, un epilogo e, in mezzo, le sette tappe da creazione del mondo di un precorso concettuale in libera divagazione, "Variazioni sul cielo" - primizia attesa al tutto esaurito di Mittelfest 2004 - si situa in quel raro e periglioso interstizio tra teatro e scienza su cui pochissimi, come Luca Ronconi alcuni anni fa, si sono avventurati. […] Vario gli ingredienti che trasformano il Ristori di Cividale in una stupefacente scatola-arsenale ad alta multisensorialità: installazioni multimediali; visioni bellissime su schermi stratificati di immagini siderali, con un primo meteorite vagante in stile Kubrick, coreografie arcane della materia e della luce, grafici matematici o formiche giganti, presenze fluttuanti di perfetti corpi nudi e, infine, l'esplosione di un nuovo Big Bang; suggestioni musicali del maestro Valentino Corvino, per l'esecuzione dei CProject. In quella cosmogonia l'attrice che racconta a spezzoni le fasi della sua indagine dell'alto pare persa, come un'Alice sorpresa in un'astrale paese delle meraviglie. […] E in chiusura, quando la luna compare veramente come un cubo gigante che scoppia, ci siamo talmente riconciliati che non siamo nemmeno sbigottiti dell'Apocalisse prossima ventura. IL GAZZETTINO Angela Felice, 25 luglio 2004 CON MARGHERITA HACK ALLA RICERCA DI ALTRI UNIVERSI Tra proiezioni oniriche, alimentate del poetico arabesco di suoni, parole, luci e immagini, e aggiornate teorie scientifiche sull'universo sensibile, s'è materializzato ieri sul palco del Mittelfest il fascino seducente di "Variazioni sul cielo", spettacolo multimediale di Fabio Massimo Iaquone, che ha voluto in scena l'astrofisica Margherita Hack, protagonista d'eccezione delle videointerviste inserite nell'ordito drammaturgico[…] […]Riuscito e avvincente intreccio tra poesia e scienza, passione e ragione, gioco e conoscenza, in quella ragione inesplorata dove la materia oscura dell'universo e le ignote profondità dell'anima si fondono in un amoroso abbraccio IL PICCOLO Alberto Rochira, 24 luglio 2004 IL VISIBILE E L'INFINITO Tra il corpo recitante della Cavallini, le immagini di stelle e di grafici matematici e le musiche elettroniche, la voce della Hack narra le difficoltà e lo stupore di fronte ai misteri del cosmo. Tra mythos e logos insomma, tra il rigore della scienza di professione e il piacere del racconto, questa performance realizza quasi un ritorno alle cosmogonie greche e orientali, tra Esiodo e Mahabharata. R360 THE ROME NAVIGATOR Massimiliano Bonomo ottobre 2004 UN ASTROFISICA A TEATRO SIAMO TUTTI FIGLI DELLE STELLE Una popolazione di liceali riempie il teatro Eliseo, borsette "puma", i caschi della moto sotto la poltrona, giubbotti, t-shirt con margherite (o le rose) […] ci sono anche gli adulti, professori, genitori, e politici e attori, il pubblico delle "prime" intelligenti. L'UNITÁ ROMA Adele Cambria 10 ottobre 2004 HACK, LA VITA DALLE STELLE AL MITTELFEST […]la scoperta dell'universo ma anche la vocazione alle stelle di una donna che fin da bambina si perdeva nella notte a guardare in su e forse sognava una scala immaginaria per rubarle, quelle stelle lì, dal cielo profondo e misterioso. Quasi una magnifica fiaba, un'odissea dove i protagonisti sono le stelle, il big bang, la luna […]E tutto grazie a quella rivoluzionaria di Eva che mangiando e dando da mangiare il frutto ruppe con l'obbedienza senza spiegazioni. [...] Siamo tutti figli delle stelle perché dentro quei corpi splendenti c'è tutto quanto serve all'uomo: i sali minerali, l'energia, la composizione degli elementi. L'UNITA' Maria Grazia Gregori, 26 luglio 2004 E LUCEAN LE STELLE Variazioni sul cielo in scena a Carsulae.Tra scienza e sogno, tra fisica e metafisica […] Le sette variazioni sono però anche l'esperienza metafisica di una scienziata, intenta a scorgere l'infinito che è in se stessa, in una fluttuazione tra micro e macrocosmo. Un turbinare di immagini e giochi di luce si alternano sul palco a scandire senza soluzione di continuità le cadenze dell'anima e quelle dell'intelligenza più fredda e razionale. […]lo spettacolo spinge a riflettere sulla solitudine cosmica dell'Uomo e del suo progressivo processo di deantropocentrizzazione: eravamo al centro dell'universo con Tolomeo, siamo ora arrivati alla periferia della galassia. Un percorso salutare per la nostra coscienza e per quell'Ego che per paura dell'ignoto e dello sconosciuto ama porsi comunque al centro. CORRIERE UMBRO Claudio Bianconi, 27 luglio 2004 VANNO IN SCENA LE STELLE E IL COSMO C'è uno spettacolo che mette in scena le stelle, il cosmo, gli interrogativi sull'universo (senza risposta o con teorie, calcoli relativi), e questo evento non è una cattedratica lezione ma una sorta di drammaturgia degli orizzonti senza confine […]Ed è uno di quei casi in cui il teatro promuove, alimenta il fascino dell'uomo immerso in un buio senza emozioni, senza anima, senza segni di vita, un buio da cui siamo tutti nati e di cui non sappiamo spiegarci niente, o quasi. LA REPUBBLICA - ROMA Rodolfo di Giammarco 13 ottobre GUARDAR LE STELLE, COI PIEDI PER TERRA Il fatto è che l'umanità si divide in due. Il gruppo più numeroso ha della luna e delle stelle una visione approssimativa, poetica e letteraria. Le vede insomma "a occhio". L'altro gruppo, più sparuto, il gruppo degli scienziati, le considera invece in base alla loro massa, temperatura, densità distanza dalla terra eccetera. Non capita spesso che i due gruppi si parlino. Stavolta, forse, è capitato. IL PICCOLO Roberto Canziani, 5 dicembre 2004 SE LA DIVA IN SCENA È UN ASTROFISICA All'Eliseo, per il suo spettacolo "Variazioni sul cielo" ciò che colpisce è la quantità di pubblico; e quando entra in scena lei stessa, in carne e ossa (era già apparsa in video) colpisce l'uragano di applausi che la saluta. In quell'applauso c'è più partecipazione di quanta se ne riscontri negli applausi di cortesia all'entrata inscena di un primo attore. CORRIERE DELLA SERA Franco Cordelli 12 ottobre 2004 “Variazioni sul cielo”: promesse e non mantenute L'origine dell'universo e della vita, da un testo dell'astrofisica Margherita Hack. Poeticamente riusciti i video-interventi della stessa scienziata, il resto è spesso un'occasione mancata. Molta curiosità ha suscitato "Variazioni sul cielo", perché portava con sé l’aura di uno spettacolo inedito per la tematica investigata: l’origine dell’universo e degli esseri viventi, facendo il tutto esaurito fin dal suo debutto al Mittelfest 2004 e successivamente nei teatri ospitanti di tutt’Italia. Margherita Hack. La figura dell’astrofisica Margherita Hack ha donato alla rielaborazione drammaturgica, che del suo testo "Sette variazioni sul cielo" hanno realizzato il regista dello spettacolo Iaquone e l’attrice Sandra Cavallini, la garanzia di nume tutelare per il prestigio di cui gode largamente, sdoganando l’idea che il linguaggio della scienza sia compreso solo dalla ristretta cerchia degli esperti. La Hack interviene direttamente nello spettacolo, a volte non solo in video-intervista, ma anche in presenza fisica, come al debutto e al Teatro Eliseo di Roma. Lo spettacolo, suddiviso in un prologo, sette sezioni ed un epilogo, si avvale della presenza di un’unica attrice-voce recitante, Sandra Cavallini, affiancata da un gruppo di musicisti i CProject; mentre da alcune installazioni multimediali e da grandi schermi si affacciano le immagini siderali, quelle di grafici matematici, di corpi umani danzanti e fluttuanti in acqua e di formiche mastodontiche: immagini che occupavano anche il boccascena e la zona adiacente al palco. L’avvio dello spettacolo è segnato da un omaggio a Kubrick, per la citazione di un meteorite vagante che lanciato a velocità dà inizio alle trasformazioni dell’universo e degli uomini. Fin dal prologo s’intrecciano tutti i fili che formano il tessuto drammaturgico dello spettacolo: le citazioni bibliche legate ai progenitori, in quanto la loro presenza è l’atto centrale della cosmogonia biblica, la libertà concessasi da Eva nell’infrangere il divieto di Dio, la curiosità e la libertà dalle auctoritates, elementi che costituiscono i fondamenti stessi della ricerca scientifica. In successione anche la materia di cui siamo costituiti è quella stessa che forma l’universo, e dunque il calcio, il ferro, il magnesio, così ci dice Margherita Hack mostrandosi da uno dei grandi schermi installati sullo spazio scenico; l’esplosione della materia, il primordiale Big Bang ci ha relegato come monadi perdute in una periferia del sistema solare. Tuttavia, questa affermazione avrebbe avuto bisogno di un ulteriore approfondimento, in considerazione della lunga speculazione filosofica e letteraria sul legame ineludibile tra l’uomo e l’universo, che in ultima analisi investe la stessa condizione umana. Lo spettacolo continua con la presenza scenica della Cavallini che, come un filo rosso, lega la successione delle sezioni, narrando della curiosità d’investigare dell’uomo e della nascita degli stessi presupposti del metodo scientifico grazie a Galilei e alle sue scoperte. In particolare modo, quelle dei pianeti di Giove, che costituiscono una prova del funzionamento del sistema solare su scala ridotta, e quella che lo spazio cosmico è infinito, non misurabile e senza alcun centro. E mentre le sezioni dello spettacolo si susseguono come quadri, scopriamo che lo spazio conosciuto e visibile è in realtà solo il 5 per cento, mentre il restante 95%, sostanziato di oscurità intangibile, ma presente e reale, che "non emette luce non emette raggi gamma, raggi x, onde radio, è quella che si chiama appunto la materia oscura" , come afferma la Hack. Il che conduce alla considerazione che esiste una vasta inspiegabilità nella configurazione dell’universo. E tuttavia lo spettacolo, complessivamente, ha molto promesso e poco mantenuto. Trattare di corpi celesti e di universo non implica che, date la loro lontananza e la profondità del nostro sguardo teso a scrutarli, la materia s’impregni per osmosi di profondità. Le parti si succedono con un fare illustrativo e un po’ inerte, alla visionarietà è stata preferita la visione; ciò che davvero manca è una facoltà mitopoietica, proprio quella che ci saremmo aspettati dal trattamento della materia "siderale". Il grande assente è l’uomo, o meglio l’indagine della sua condizione nell’universo, in quanto suo principale inquilino . Gli aneliti gnoseologici di tutti i tempi, condivisi dalla teologia, dalla filosofia e dalla mitologia, riassumibili con i comuni interrogativi: "Da dove veniamo, chi siamo…", avrebbero dovuto dar conto dell’impianto concettuale; invece si comprende che, pur essendo stati probabilmente i fini dello spettacolo, sono schivati o al più abbozzati solo frammentariamente. Eppure la materia dello spettacolo, per quello che si è visto, non è soltanto cosmica e astronomica, ma profondamente umana, proprio perché è l’agire umano che si è confrontato col cielo. Oltre a ciò, è innegabile che gli inserti in cui la Hack appare, rappresentano uno squarcio di poetica verità umana, colto nel processo di farsi pensiero. La Hack incanta perché la sua narrazione è condotta sul filo di una grande filosofia, che sa mirabilmente coniugare le facoltà di ragione e d’immaginazione. Allora si comprende che gli steccati disciplinari si debbono mescolare e che la scienza può abbracciare la poesia e la filosofia. Un esempio? La narrazione scientifico-poetica sui multiversi espandentisi l’uno dentro l’altro, che solo una forte carica fantastica può concepire. E in chiusura, va detto che si è sentita tanto la mancanza di una voce come quella di Leopardi, che pure importanti interrogativi ha rivolto, in molti luoghi della sua opera, all’universo e ai corpi celesti, mostrando, da quelle altezze indefinite, l’infelice condizione umana. Antonella D’Alessandri www.questotrentino.it n° 5 del 12 marzo 2005