determinazione del carico idraulico e del carico
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determinazione del carico idraulico e del carico
COMUNE DI CHIUSI (PROVINCIA DI SIENA) PROGETTO ESECUTIVO Depurazione di Chiusi, Sarteano e Cetona Ampliamento impianto di depurazione e collettori fognari al servizio della località Querce al Pino RELAZIONE TECNICA Roma, Febbraio 2008 Commessa P 05/357 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti INDICE 1. IMPIANTO DEPURAZIONE .........................................................................................................3 1.1 PREMESSA ...............................................................................................................................3 1.2 DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ESISTENTE ...................................................................3 1.4 SCHEMA DI FUNZIONAMENTO PREVISTO E NUOVE OPERE DA REALIZZARE .....5 1.5 NUOVE CONDIZIONI DI CARICO DELL’IMPIANTO........................................................6 1.5.1 NUMERO DI ABITANTI ......................................................................................................7 1.5.2 IL CARICO IDRAULICO......................................................................................................7 1.5.3 IL CARICO ORGANICO E LA CONCENTRAZIONE DI BOD5 .......................................8 1.6 DIMENSIONAMENTO ............................................................................................................9 1.6.1 LINEA ACQUE................................................................................................................10 1.6.1.1 AERAZIONE.................................................................................................................10 1.6.1.2 SEDIMENTAZIONE SECONDARIA..........................................................................12 1.6.1.3 DISINFEZIONE ............................................................................................................14 1.6.2 LINEA FANGHI...............................................................................................................15 1.6.2.1 VASCA EMERGENZA FANGHI ............................................................................16 1.7 VERIFICA IDRAULICA ........................................................................................................16 1.8 LE PORTATE..........................................................................................................................17 1.9 CONDOTTE A GRAVITA’ ....................................................................................................18 2. COLLETTORI ESTERNI..............................................................................................................19 2.1 SCELTA DEL TRACCIATO..................................................................................................19 2.2 VERIFICA DEI COLLETTORI ESTERNI A GRAVITA’ ....................................................20 2.3 VERIFICA DEI COLLETTORI ESTERNI IN PRESSIONE.................................................21 2.3.1 CALCOLO DELLA SOVRAPRESSIONE PER MOTO VARIO ELASTICO...................22 2.3.2 METODOLOGIA COSTRUTTIVA ....................................................................................23 3. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO ...............................................................................................23 3.1 DIMENSIONAMENTO DELLA VASCA E SCELTA DELLE POMPE..............................24 3.2 POZZETTI DI SOLLEVAMENTO ........................................................................................27 4. ALLACCIO UTENZA IDRICA....................................................................................................29 5. COMPATIBILITA’ AMBIENTALE ............................................................................................30 5.1 ODORI MOLESTI...................................................................................................................30 5.2 AEROSOLS .............................................................................................................................30 5.3 RUMORI MOLESTI ...............................................................................................................31 6. FASI TEMPORANEE DI ESECUZIONE ....................................................................................32 7. UBICAZIONE CATASTALE E CONFORMITA’ ALLA NORMATIVA URBANISTICA......32 8. TECNICHE COSTRUTTIVE E MATERIALI PREVISTI...........................................................32 Commessa P 05/357 Pagina 2/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 1. IMPIANTO DEPURAZIONE 1.1 PREMESSA L’attuale impianto di depurazione sito in Loc. Querce al Pino occupa un’area di circa 0,1 ha, localizzato a ridosso della cava di Querce al Pino alle spalle del centro commerciale “Etrusco” lungo la S.S. 146 Chianciano – Chiusi. L’ impianto è costituito da una serie di vasche in c.a., per buona parte interrate, e da altri piccoli volumi, dimensionato per trattare lo scarico civile di 200 abitanti equivalenti, corrispondenti al solo Centro Commerciale Etrusco. Tenendo presente che l’impianto di progetto dovrà trattare il centro abitato di Macciano e di Querce al Pino oltre a numerose attività commerciali e strutture alberghiere, il depuratore di progetto sarà dimensionato per una potenzialità di 1000 abitanti equivalenti. L’intervento si articolerà principalmente su due linee, da una parte la ristrutturazione dell’impianto esistente, dall’altra la realizzazione di nuove vasche di trattamento e di una palazzina servizi. Il collettamento all’impianto degli scarichi civili provenienti dalla località Macciano determina la necessità di realizzare un sistema di collettori fognari per la raccolta dei reflui ed il collegamento alla rete fognaria esistente e la verifica della funzionalità dell’impianto esistente sotto le nuove condizioni di carico, prevedendo, oltre al recupero di alcuni dei manufatti in cemento armato esistenti, la realizzazione di nuovi manufatti, la costruzione di nuove vasche e la revisione delle apparecchiature attualmente in esercizio. L’operazione di riabilitazione dell’impianto esistente comprende anche le operazioni di svuotamento e pulizia vasche e di trasporto a recapito autorizzato del refluo espurgato. Sono altresì compresi tutti gli interventi civili, meccanici ed elettromeccanici di adeguamento, nonché la fornitura di sistemi provvisori di by-pass da prevedersi durante tutte le fasi dei lavori di adeguamento. 1.2 DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ESISTENTE Il depuratore di Querce al Pino è un impianto a fanghi attivi ad ossidazione totale con stabilizzazione completa dei fanghi. La vista in pianta dei diversi elementi strutturali, e la relativa fase di trattamento operata, è riportata nella sottostante figura 1 e nell’elaborato A001 – Planimetria generale ante operam. Commessa P 05/357 Pagina 3/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti RECINZIONE ESTERNA 309.00 STAZIONAMENTO FANGHI LOCALE SOFFIANTI EDIFICIO FILTROPRESA GRIGLIATURA GROSSOLANAI VASCA DI CLORAZIONE 309.00 VASCA ISPESSIMENTO FANGHI FOSSO DI SCARICO VASCA DI OSSIDAZIONE E PRE AREAZIONE VASCA DI SEDIMENTAZIONE INGRESSO DEPURATORE 309.00 309.00 Figura 1 Nelle attuali condizioni di esercizio i liquami in arrivo all’impianto subiscono un pretrattamento di grigliatura e vengono, quindi, inviati alla fase di ossidazione senza necessità di una sedimentazione primaria. Qui il liquame subisce un’intensa aerazione sino alla completa stabilizzazione dei fanghi, utilizzando l’ossigeno insufflato da una soffiante attraverso dei diffusori d’aria del tipo a bolle fini. Il flusso d’aria uscente dai diffusori, posizionati in prossimità del fondo della vasca d’ossidazione, produce un movimento di miscelazione liquami – fanghi così intenso da assicurare l’apporto d’ossigeno necessario all’ossidazione e da impedire nel contempo il deposito di fanghi sul fondo della vasca. Commessa P 05/357 Pagina 4/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Dalla vasca di ossidazione la miscela liquame – fanghi passa per gravità alla sedimentazione dove, in virtù dello stato di quiete, i fanghi si separano decantando sul fondo, mentre le acque chiarificate e clorate vengono sfiorate e inviate allo scarico. I fanghi, separati e raccolti dal fondo della sedimentazione, vengono sollevati e riciclati all’ossidazione, mentre una parte di essi (quelli di supero provenienti dalla crescita biologica) vengono estratti periodicamente ed inviati all’ispessitore. L’effluente depurato viene scaricato nel fosso esistente tributario del torrente Astrone. Il progetto dell’impianto esistente è stato realizzato nel 1991 sulla base dei seguenti dati di partenza: - numero abitanti equivalenti (AE) (addetti del centro commerciale): 200; - dotazione idrica (l/ab*g): 200; - portata media nera (mc/g): 34; - carico organico unitario (grBOD5/ab*g): 60; - carico organico (kgBOD5/g): 12; - concentrazione BOD (mg/l): 415. 1.4 SCHEMA DI FUNZIONAMENTO PREVISTO E NUOVE OPERE DA REALIZZARE La scelta dello schema di funzionamento del nuovo impianto, e quindi degli interventi da realizzare, nasce essenzialmente dalla necessità di adeguare l’impianto ai nuovi carichi, idraulico ed organico nell’ottica di mantenere la tipologia di processo ad “ossidazione totale”. In particolare, si prevedono i seguenti interventi: 1. realizzazione di una nuova vasca di aerazione con diffusori sommersi; 2. realizzazione di una nuova vasca di sedimentazione a pianta circolare; 3. realizzazione di una nuova vasca di disinfezione. Le vasche esistenti, una volta svuotate e ripulite, resteranno a disposizione per eventuali usi futuri. Di esse soltanto la vasca di ossidazione esistente, opportunamente adattata, verrà utilizzata come bacino di accumulo ed ispessimento fanghi prima del loro sollevamento e trasporto verso uno specifico trattamento. Si è così pervenuti allo schema di funzionamento rappresentato nella planimetria riportata di seguito (figura 2) e nell’elaborato A-002 (Planimetria post-operam). Si tratta sempre di un impianto a schema semplificato (senza sedimentazione primaria) e ad aerazione prolungata. Commessa P 05/357 Pagina 5/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti T0 – Pozzetto ingresso liquami e sollevamento iniziale; T1 – Pozzetto di raccolta liquame grigliato ed alimentazione vasca T2; T2 – Vasca di aerazione; T3 – Vasca di sedimentazione; T4 – Pozzetto fanghi di sedimentazione; T5 – Vasca di disinfezione; T6 – Vasca di accumulo fanghi; LT1 – Vasca di stazionamento fanghi; F1 – Locale soffianti; F2 – Magazzino; F3 – Locale quadri elettrici; F4 – Spogliatoio e servizi; CEM – Cabina di trasformazione bassa tensione; T7 – Pozzetto di campionatura. 1.5 NUOVE CONDIZIONI DI CARICO DELL’IMPIANTO L’integrazione della rete fognaria, oggetto del presente progetto, comporta la necessità di verificare la funzionalità dell’impianto nelle nuove e più gravose condizioni di carico idraulico (quantità liquida di acque di rifiuto) ed organico (quantità di sostanze organiche da trattare misurate in termini di BOD5). L’impianto, infatti, sottoposto ad un maggiore carico inquinante, potrebbe non raggiungere buoni rendimenti depurativi non garantendo più l’ossidazione totale. Il fango di supero risulterebbe, quindi, non più stabile, ma putrescibile e ciò renderebbe necessario un ulteriore Commessa P 05/357 Pagina 6/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti trattamento di ossidazione nella linea fanghi. Inoltre, un maggiore carico superficiale di solidi sospesi potrebbe mettere in crisi il sedimentatore riducendone la funzione di ispessimento, cioè la capacità della vasca di produrre un fango di ricircolo sufficientemente concentrato. Per il dimensionamento dei vari apparati, è, inoltre, importante conoscere le punte di carico, sia idraulico che organico, in funzione anche del tipo di fognatura (separate o miste) e di eventuali scarichi industriali rilevanti. 1.5.1 NUMERO DI ABITANTI Il dato fondamentale da cui occorre partire è il numero di utenze che l’impianto di depurazione deve essere in grado di trattare. Attualmente l’impianto è dimensionato per trattare lo scarico civile di 200 abitanti equivalenti. Quindi, tenendo presente l’aumento della popolazione servita dalla rete fognaria e la necessità del collettamento del centro abitato di Macciano di 703 abitanti (popolazione prevista al 2023 nell’ambito del nuovo Piano Quadro degli Investimenti della società Nuove Acque), oltre la presenza di attività commerciali e di strutture alberghiere, si stabilisce una potenzialità di progetto di 1000 abitanti equivalenti. 1.5.2 IL CARICO IDRAULICO Nel caso in esame siamo di fronte ad una fognatura separata, che caratterizza la maggior parte delle realtà senesi. Il dimensionamento dei collettori fognari e dell’impianto di depurazione verrà, quindi, effettuato sulla base della portata di punta nera. Partendo da una dotazione idrica di 297 l/ab. × giorno (dato fornito dalla società committente) si è valutata la portata media nera in tempo asciutto (Qn,m) considerando un valore del coefficiente di dispersione pari a 0,2. La portata nera che transita in una generica sezione di collettore fognario è una grandezza variabile nel tempo con l’andamento dei consumi idrici. Per il dimensionamento e la verifica dei nuovi tratti della rete di raccolta delle acque nere provenienti da una rete separata si è individuato un valore di punta oraria (Qn,p) ottenuto moltiplicando il valore medio (Qn,m) per un coefficiente di punta (Cp) che è stato assunto pari a 3. Si sono quindi ottenuti i valori di: • Portata media di tempo asciutto pari a 9,90 m3/h; Commessa P 05/357 Pagina 7/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti • Portata di punta di tempo asciutto pari a 29,70 m3/h. Si riportano di seguito tutti i valori dei parametri di progetto relativi alle nuove condizioni di carico: - numero abitanti equivalenti (AE): 1000; - dotazione idrica (l/ab*g): 297; - portata media nera (mc/g): 237,6; - portata di punta nera (mc/g): 712,8. Nel primo progetto il dimensionamento dei collettori fognari e dell’impianto di depurazione è stato effettuato facendo riferimento alla portata di tempo di pioggia, ossia ad una portata nera diluita pari a cinque volte la portata media nera. 1.5.3 IL CARICO ORGANICO E LA CONCENTRAZIONE DI BOD5 Per la determinazione del contenuto di sostanza organica espresso in BOD5 sarebbe ideale una analisi diretta, la quale, per altro, prevede la necessità di effettuare un numero elevato e frequente di campionamenti per raggiungere dei valori attendibili, spesso estesi ad un arco di tempo di alcuni anni. Risulterebbe quindi un’operazione eccessivamente dispendiosa, sia in termini di costi che di tempo di progettazione, soprattutto in relazione alle dimensioni medio piccole del depuratore. La scelta del carico organico è stata quindi effettuata prendendo ispirazione sia dai valori riportati in letteratura per centri abitativi poco urbanizzati sia dai valori di carico scelti per la progettazione di analoghi impianti di depurazione nella stessa zona dell’Alto Val d’Arno. Si è posto: - concentrazione BOD (mg/l): 250; da cui, noti il numero di abitanti, la dotazione idrica giornaliera ed il coefficiente di afflusso, si ricavano i valori del carico organico (kgBOD5/g) e del carico organico specifico (gr BOD5/ab*g) come riportato nella tabella1. Dotazione idrica N. coeff. Concentrazione abitanti d’afflusso di BOD5 l/ab*g 297 1000 0,8 Carico organico Carico organico specifico mg/l Kg/g gr/ab*g 250 59,4 59,4 Tabella 1 Commessa P 05/357 Pagina 8/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 1.6 DIMENSIONAMENTO Il dimensionamento delle fasi di processo dell’impianto è stato effettuato seguendo le indicazioni presenti nel D.lgs 152/1999 recante disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento, successivamente modificato dal D.lgs 258/2000 (secondo l’articolo 1, comma 4 della legge per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla partecipazione dell’Italia alle Comunità Europea). In particolare è stato stabilito che: 1. Le acque da trattare rientrano nella definizione di acque reflue urbane così come stabilito dall’Art. 2; 2. L’area non rientra in quelle definite sensibili secondo i criteri descritti nell’Allegato 6, né nelle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola secondo i criteri descritti nell’Allegato 7; 3. I limiti di emissione vengono presi quelli indicati per gli impianti di acque reflue urbane nella tabella 1 dell’Allegato 5 che, per un numero di A.E. compreso tra 2.000 e 10.000, sono pari a: 9 Concentrazione BOD5 inferiore a 25 mg/l con percentuale di riduzione del 70 - 90 %; 9 Concentrazione di COD inferiore a 125 mg/l con percentuale di riduzione del 75%; 9 Concentrazione dei Solidi Sospesi inferiore a 35 mg/l con percentuale di riduzione del 90% o comunque non inferiore al 70%. Si è inoltre tenuto conto della Legge Regionale Toscana n. 5/86, già citata nei precedenti paragrafi, che fissa i parametri in ingresso agli impianti di depurazione secondo i seguenti valori: • Concentrazione di BOD5 pari a 365 mg/l; • Concentrazione di COD 730 mg/l; • Concentrazione di azoto totale 60 mg/l; • Concentrazione di materiali totali in sospensione 730 mg/l. Per quanto riguarda la concentrazione dell’azoto in uscita all’impianto (nelle varie forme di azoto ammoniacale, nitroso e nitrico) non vengono indicati dei limiti né dalla legge nazionale D.lg. 258/2000 né da quella regionale 5/1986, che per altro si riserva di fissarli in fase di ulteriore attuazione del P.R.R.A. in relazione alle caratteristiche idrogeologiche e qualitative del ricettore, alla sua attuale o futura utilizzazione ed all’entità dello scarico. Poiché la capacità dell’impianto è Commessa P 05/357 Pagina 9/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti inferiore a 2.000 abitanti equivalenti, i livelli normativi di scarico in zona normale e sensibile sono identici e riguardano la sola frazione carboniosa. 1.6.1 LINEA ACQUE Lo schema di funzionamento è quello di un impianto a fanghi attivi a schema semplificato con aerazione prolungata. 1.6.1.1 AERAZIONE Per quest’impianto, oltre all’eliminazione della fase di sedimentazione primaria (impianto a “schema semplificato”), è anche previsto un funzionamento ad “aerazione prolungata”, che consiste nell’assunzione di tempi di detenzione nel comparto di aerazione talmente elevati, che il fango, continuamente ricircolato, subisce una stabilizzazione o digestione aerobica, tale da non richiedere il processo di digestione attuato negli impianti a schema classico. Il tempo di detenzione del liquame nella vasca di aerazione non è un parametro fondamentale di dimensionamento, ma dipende, oltre che dal fattore di carico organico Fc, anche dalla concentrazione di BOD5 nel liquame da trattare e dalla concentrazione Ca del fango nella miscela aerata: avendo fissato il carico di BOD5 in ingresso pari a 250 mg/l ed avendo posto la concentrazione del fango uguale a 3.500 mg di SS/l (3,5 kgSS/m3), rimane da fissare il valore del fattore di carico organico Fc. Il valore del fattore di carico organico Fc da scegliere deve essere basso quando l’impianto deve soddisfare una o più delle seguenti esigenze: E’ necessario un rendimento di abbattimento del BOD5 molto elevato; Si vuole ottenere una quantità di fango di supero particolarmente ridotta; Il fango di supero deve essere ben stabilizzato e/o l’intervallo tra due prelievi successivi di fango di supero è lungo; L’effluente finale deve essere ben nitrificato; E’ necessario abbattere sostanze organiche lentamente degradabili; Si devono trattare liquami particolarmente diluiti o molto freddi; La possibilità d’impianto sovraccaricato in futuro, quando ciò non sia prevedibile a priori. Commessa P 05/357 Pagina 10/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti In questo caso si è stabilito di non ricorrere ad un trattamento in sito del fango e, quindi, si richiede un fango in uscita dalla fase di aerazione ben stabilizzato. Poiché, però, non s’intende provvedere alla nitrificazione dell’ammoniaca presente nei liquami grezzi ed interessano volumi contenuti della vasca, nonché ridotti consumi di energia, si adotta un valore del fattore di carico Fc pari a 0,12 kgBOD5/KgSS*g che, comunque, rientra tra i valori indicativi relativi alla tipologia d’impianto ad aerazione prolungata. Nella tabella 2 vengono riepilogate le quantità e le percentuali di rimozione di BOD5 realizzate in questa fase. Nella tabella 3, invece, sono riportati i risultati del dimensionamento della vasca. Fattore di Carico Organico Fc Carico complessivo giornaliero Rendimento Indice di produzione Produzione fango di abbattimento del fango supero giornaliero (Kg BOD5/Kg SS) x d gr/ab x d % KgSS/kgBOD5 KgSS/g 0,12 59,4 90 1,01 53,73 Tabella 2 Dimensioni Vasca Ca Tempo convenzionale Volume Vasca Larghezza Lunghezza Altezza liquido di detenzione Tempo reale di detenzione Kg di SS/m3 m3 m m m h h 3,5 170 6,5 6,5 3,5 14 5,4 Tabella 3 Nei piccoli impianti ad aerazione prolungata la letteratura prevede che sia assicurato un tempo di detenzione minimo di 18-24 ore, almeno per gli impianti in cui si provvede al recupero del fango prodotto. Per gli impianti a fanghi attivi a schema semplificato, però, adottando fattori di carico Fc di 0,2-0,3 kgBOD5/kgSS*g e concentrazioni del fango nella miscela aerata Ca di 3-4 kgSS/mc, risultano tempi di detenzione minimi (sulla portata media giornaliera) di 3-6 ore, che sono da considerare come valori minimi, almeno per impianti a servizio di piccole-medie comunità. Nel Commessa P 05/357 Pagina 11/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti caso in esame si è adottato un fattore di carico organico pari a 0,12 kgBOD5/kgSS*g, che corrisponde ad un tempo di detenzione sulla portata media di 5,4 ore. Per il dimensionamento degli impianti d’aerazione bisogna tener presente la richiesta di ossigeno necessaria per l’abbattimento da parte dei microrganismi aerobi della fase carboniosa (BOD5 abbattuto). I fattori di richiesta di ossigeno della fase carboniosa sono stati ricavati dal diagramma realizzato da Vosloo (Vosloo P.B.B.: Some factors relating to the design of activated sludge plants; Water Pollution Control, 1970, pagg. 486-495) per impianti a fanghi attivi in funzione del fattore di carico organico Fc. Il fattore di richiesta massima viene, invece, valutato scegliendo a priori un fattore di punta pari a 2. Con riferimento, quindi, ai valori della tabella 2, gli aeratori dovranno essere caratterizzati da una capacità di ossigenazione tale da garantire il mantenimento di una concentrazione di ossigeno disciolto nella miscela aerata di 2 mg/l e data dai valori riportati nella tabella 4. Concentrazione O2 Quantità di O2 in Fabbisogno di Ossigeno 3 nella miscela aerata 1 m di aria Fo medio Fo max mg / l gr Kg O2 / Kg BOD5 abbattuto Kg O2 / Kg BOD5 abbattuto 2 280 1,6 2,2 Frazione carboniosa Consumo di aria O medio O max medio massimo Kg O2 / h Kg O2 / h m3/h m3/h 3,56 4,90 230,17 316,49 Tabella 4 1.6.1.2 SEDIMENTAZIONE SECONDARIA I parametri più importanti da prendere in considerazione per dimensionare le vasche di sedimentazione secondaria sono: • Il carico idraulico superficiale, il tempo di detenzione, la portata allo stramazzo: essi influiscono principalmente sulla funzione di chiarificazione della vasca, cioè sulla capacità di produrre un effluente il più possibile limpido; Commessa P 05/357 Pagina 12/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti • Il carico superficiale di solidi sospesi, che influisce principalmente sulla funzione di ispessimento della vasca. Di norma è opportuno che la velocità ascensionale (carico idraulico superficiale) non sia maggiore di 0,5 ÷ 0,6 volte la velocità di sedimentazione delle particelle più leggere. In mancanza di prove dirette sperimentali atte a valutare la velocità di sedimentazione, per il dimensionamento della vasche risulta utile fare riferimento a valori limite del carico idraulico superficiale massimo suggeriti da varie normative o da manuali di buona pratica. L’importanza di un sufficiente tempo di detenzione è particolarmente elevata per la sedimentazione dei fiocchi di fango attivo affinché i singoli fiocchi abbiano la possibilità di agglomerarsi precipitando più velocemente e quindi con un rendimento tanto maggiore quanto più il tempo di detenzione è lungo. I risultati ottenuti sono riassunti nella tabella 5 con riferimento alla portata massima. Come valori di riferimento per il carico idraulico superficiale in impianti a fanghi attivi a schema semplificato si possono prendere in considerazione quelli indicati dall’UIDA che, facendo riferimento alla portata di punta, indica tempi di detenzione minimi di 1÷1,5 ore, e velocità ascensionali massime di 1,5÷2 m/h. Per quanto riguarda il carico superficiale di solidi sospesi (Pss) l’EPA prevede carichi superficiali massimi di 3÷6 Kg di SS/m2 × h, riferiti alla portata media (tenendo conto anche della portata di ricircolo) che diventano 9 Kg di SS/m2 × h, con riferimento alla portata massima. Per il calcolo della lunghezza minima delle canalette di sfioro del sedimentatore, si assume la portata allo stramazzo massimo di 32,41 m3/m × g, facendo riferimento alla portata massima di ingresso all’impianto di 29,7 m3/h. Adottando una canaletta periferica con un solo stramazzo, la lunghezza risulta di 21,99 m, esattamente pari alla circonferenza della vasca. Carico idraulico Portata superficiale D h V Tempo di Carico superficiale Velocità detenzione di solidi sospesi ascensionale m3/h m/h m m m3 h Kg SS/(m2 h) m/h 29,70 0,77 7,00 2,5 96 3,2 1,5 0,77 Tabella 5 Commessa P 05/357 Pagina 13/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 1.6.1.3 DISINFEZIONE La costante presenza nelle acque di rifiuto civili di microrganismi patogeni e parassiti pericolosi impone l’utilizzo di sistemi di disinfezione delle acque atti ad eliminare, o almeno a ridurre sensibilmente, i pericoli di malattie potenziando l’efficacia che già caratterizza i vari processi depurativi. Un’efficiente disinfezione è necessaria soprattutto quando l’effluente dell’impianto si riversi in corpi d’acqua destinati ad uso turistico (balneazione, sport…) o dove le acque possano venire in contatto con colture destinate ad uso alimentare (colture di molluschi, irrigazione di campi coltivati…). Il sistema di disinfezione, dati gli elevati volumi di reflui trattati, deve essere economico. E’ per tale motivo che, nella stragrande maggioranza dei casi, si ricorre all’utilizzo del cloro e dei suoi derivati. Affinché il cloro possa esplicare la sua funzione con efficacia è richiesto un adeguato tempo di contatto con l’acqua da disinfettare ed un’adeguata concentrazione di cloro, oltre naturalmente ad un’ottima miscelazione. Normalmente i tempi minimi di contatto raccomandati da varie Organizzazioni sono dell’ordine dei 15 minuti valutati sulla portata massima soggetta a clorazione e di 30 minuti se valutati sulla portata media. Il dosaggio di cloro attivo per effluenti di impianti a fanghi attivi varia tra i 2 e gli 8 mg/litro. Per avere garanzia che la qualità di cloro immessa sia adeguata è opportuno che sia assicurata, dopo il contatto, una concentrazione residua di cloro di almeno 0,2 mg/l. Nel caso particolare di quest’impianto viene utilizzato ipoclorito di sodio NaClO in soluzione acquosa al 15% in volume di cloro attivo. Si adotta un dosaggio di cloro attivo di 5 mg/l con riferimento alla portata massima soggetta a trattamento di disinfezione. Se poi si diluisce la soluzione in modo da dosare il prodotto al 3% di cloro attivo, da ogni litro di ipoclorito corrispondono 5 litri di soluzione diluita (tabella 6). Commessa P 05/357 Pagina 14/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Portata da disinfettare Ipoclorito di sodio diluito Dosaggio cloro attivo titolo quantità m3 / h mg/l g/h % Kg/h 29,65 5 148 3 4,9 Tabella 6 Il volume della vasca di contatto con funzionamento a pistone si ricava considerando un tempo di detenzione di 15 minuti sulla portata massima. Tenendo anche conto della necessità di limitare gli ingombri si ottengono le dimensioni riportate nella tabella 7. La vasca è suddivisa in tre comparti ciascuno di dimensioni in pianta pari a 0,80 m x 7,00 m. Per evitare deposizione di solidi sul fondo della vasca di contatto bisognerebbe garantire una velocità media orizzontale del flusso di almeno 1,5 ÷ 4,5 m/min. All’atto pratico, però, si accetta una sedimentazione di solidi adottando velocità attorno a 0,4 ÷ 1,5 m/min, accettando vasche di dimensioni più contenute. Assumendo per la sezione trasversale le dimensioni riportate nella tabella seguente, si ottiene una velocità minima di trasporto di 0,30 m/min cui corrisponde un tempo di detenzione reale di 17 secondi. COMPARTO VASCA DI CONTATTO V h Larghezza Lunghezza tc reale Velocità minima di flusso 3 m m m m min m/s 2,80 0,70 0,80 7,00 17 0,41 Tabella 7 1.6.2 LINEA FANGHI La linea fanghi ha come scopo il trattamento della fase solida del fango, presente in concentrazione elevatissima, cioè la sua stabilizzazione ed il rinvio dell’acqua sottratta alla linea acqua. I trattamenti della linea fanghi sono finalizzati alla riduzione del contenuto di umidità (mediante ispessimento e disidratazione) ed alla sua stabilizzazione (mediante processi biologici o chimici). Quest’ultima, come detto in precedenza, vista la tipologia di funzionamento dell’impianto ad Commessa P 05/357 Pagina 15/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti aerazione prolungata, non è richiesta, poiché il fango subisce già una stabilizzazione aerobica nella fase di aerazione. La società committente ha deciso di non effettuare in loco il trattamento dei fanghi ma di inviarli ad un altro impianto a mezzo autobotte, previo ispessimento operato nell’attuale vasca di aerazione, che verrà opportunamente riadattata a vasca di accumulo. 1.6.2.1 VASCA EMERGENZA FANGHI L’attuale vasca di aerazione, di forma rettangolare, ha un volume di circa 50 mc. Tali dimensioni della vasca determinano un tempo di detenzione dei fanghi di circa 14 giorni ipotizzando, tenuto conto del lungo tempo di permanenza, che nella vasca si raggiunga un contenuto di solidi del 5%. Nella tabella 8 si riporta il calcolo del volume necessario all’accumulo del fango producibile in 14 giorni attribuendo ad esso 1/3 del volume utile complessivo della vasca. Carico organico complessivo giornaliero Indice di produzione del fango Rendimento abbattimento Fango di supero prodotto in BOD5 14 giorni Kg BOD5/g Kg SS /Kg BOD5 rimosso % KgSS 59,40 1,01 90 752 Volume complessivo necessario Volume fango 3 3 Volume disponibile Volume di acqua del fango sfiorata 3 m m m m3 45,13 15,04 50 30,09 Tabella 8 1.7 VERIFICA IDRAULICA Le scelte di funzionamento effettuate sono state principalmente guidate ed imposte dalla volontà di rendere possibile, nella maggior parte dei casi, un deflusso in pressione a gravità. L’andamento della linea piezometrica nel passaggio tra le successive sezioni di trattamento è riportato nell’elaborato grafico I-003 (Profilo Idraulico). Le perdite di carico sono state computate in funzione sia della portata media nera Qm,n, sia della portata massima ammessa all’impianto Qp,n. Commessa P 05/357 Pagina 16/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 1.8 LE PORTATE Il carico idraulico in ingresso all’impianto è quantificato in: portata media di tempo asciutto pari a 9,90 m3/h portata di punta di tempo di asciutto pari a 29,70 m3/h A queste va aggiunta la portata di ricircolo dei fanghi accumulati nella fase di sedimentazione, rispettivamente pari a : 16,04 m3/h di fanghi sedimentati e la portata dell’acqua del fango proveniente dal processo di ispessimento pari a: 0,19 m3/h dall’ispessimento. I valori massimi delle portate nelle diverse fasi di trattamento dell’impianto sono quindi quelle riportate nello schema di figura 4 e nella tabella 9. VASCA DESCRIZIONE PORTATA in mc/h T0 Sollevamento iniziale 29,7 T1 Grigliatura 29,7 T2 Aerazione 29,89 T3 Sedimentazione 45,93 T5 Disinfezione 29,65 T6 Accumulo 0,23 Tabella 9 Nella prima colonna della tabella 9 sono riportati i riferimenti delle vasche di trattamento presenti sulla planimetria dell’impianto A-002 (Planimetria post-operam). Commessa P 05/357 Pagina 17/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 29,7 mc/h Liquame 29,89 mc/h aerazione 45,93 mc/h sedimentazione 29,65 mc/h disinfezione effluente grezzo Ricircolo fanghi 16,04 mc/h 0,23 mc/h ispessimento 0,05 mc/h Trattamenti successivi 0,19 mc/h 0,19 mc/h Linea acqua del fango Linea acqua Linea fango Linea acqua del fango Figura 4 1.9 CONDOTTE A GRAVITA’ I collegamenti tra le varie vasche sono stati realizzati tramite condotte in PE 100 PN 16 corazzate, in pressione funzionanti a gravità. I diametri sono stati scelti tenendo conto delle perdite di carico distribuite lungo il percorso delle condotte (calcolate attraverso la formula semplificata per materiali plastici: J = 0,00079*Q1,75*D-4,79) e del campo di velocità generalmente consigliato per un buon funzionamento e compreso tra 0,5 m/s e 2,00 m/s, con velocità ideali comprese tra 0,8 m/s e 1,5 m/s. Le caratteristiche dei tratti principali sono riportate nella sottostante tabella 10. Avvengono per sollevamento meccanico il trasferimento del liquame in ingresso alla griglia rotativa cilindrica, il trasferimento di fango secondario dalla vasca di sedimentazione alla vasca di aerazione (fango di ricircolo) ed alla vasca di accumulo (fango di supero), nonché il trasferimento del fango ispessito alla vasca di stazionamento. Commessa P 05/357 Pagina 18/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti VASCHE COLLEGATE Ø ESTERNO Ø INTERNO LUNGHEZZA VELOCITA’ MEDIA PORTATA USCITA ENTRATA mm mm ml m/s m3/h Aerazione Sedimentatore 160 130,8 20,46 0,95 45,93 Sedimentazione Disinfezione 140 114,4 6,50 0,80 29,65 Sedimentazione Aerazione* 125 102,2 13,10 0,55 26,00 Sedimentazione Ispessimento 125 102,2 15,50 0,55 16,26 Tabella 10 *Ricircolo fanghi. ** Rinvio acqua del fango. 2. COLLETTORI ESTERNI Per i collettori esterni defluenti a gravità o in pressione si è scelto di utilizzare tubi in polietilene ad alta densità PE 100, PN 16, rispondenti alla norma UNI 10910, rivestiti da un doppio nastro in alluminio e protetti da uno strato esterno in poliolefina. 2.1 SCELTA DEL TRACCIATO Nella scelta del tracciato si è cercato di seguire il più possibile la rete stradale esistente per rendere più agevoli le operazioni di posa delle condotte. Nella scelta delle pendenze da assegnare alle canalizzazioni, si è cercato di non discostarsi troppo dalla pendenza naturale del terreno al fine di evitare eccessivi volumi e profondità di scavo. In tal modo esse si sono mantenute in un intervallo compreso tra l’1,4% ed il 10%, ad eccezione di alcuni tratti dove, a causa della conformazione del terreno, si sono dovuti assumere dei valori di pendenza minimi dello 0,4% e massimi del 24%. In tali casi, comunque, fissati i valori delle pendenze e dimensionati gli spechi, si è proceduto a verificare che le velocità fossero comprese nell’intervallo di valori ammissibili di 0,5 ÷ 2,5 m/s. Velocità troppo basse, infatti, non consentirebbero l’autopulitura del canale favorendo il deposito di sostanze organiche pesanti sul fondo dello stesso, viceversa, velocità troppo alte provocherebbero l’erosione del rivestimento del canale. Commessa P 05/357 Pagina 19/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 2.2 VERIFICA DEI COLLETTORI ESTERNI A GRAVITA’ Facendo riferimento alle portate di punta di tempo asciutto, si è proceduto alla verifica del dimensionamento dei collettori costituenti l’integrazione della rete fognaria esistente. I valori di portata defluente in ciascun tratto sono stati determinati partendo dai valori stabiliti nel progetto precedente (determinati sulla base di uno studio demografico all’anno 2018 per il Comune di Chiusi e sui dati di superficie e densità abitativa dedotti dal PRG) depurati della portata di pioggia, perché, come già detto in precedenza, la rete fognaria è esclusivamente nera. I valori di portata ottenuti sono: Collettore 1a Parte a gravità del collettore 1 prima dell’immissione del collettore 3 (non incluso nel presente appalto) Qmax = 3,86 l/s; Qmin = 1,29 l/s; Collettore 1b Parte a gravità del collettore 1 dopo l’immissione del collettore 3 (non incluso nel presente appalto) Qmax = 5,14 l/s; Qmin = 1,71 l/s; Utilizzando le scale di deflusso normalizzate, costruite adottando la formula di moto uniforme di tipo monomio di Gauckler-Strickler ( Q = K s ⋅ σ ⋅ R 2 / 3 ⋅ i 1 / 2 ; K s = 90m1 / 3 s −1 ), si è, quindi, proceduto a determinare i tiranti idrici h, le velocità V ed i gradi di riempimento G che si instaurano nei collettori per effetto di tali portate (vedi tabella11). Nelle scale di deflusso i valori di V e di Q sono normalizzati rispetto ai valori Vr e Qr relativi alle condizioni di completo riempimento del condotto. Come si evince dalla tabella in tutti i tratti dei collettori la velocità in corrispondenza del deflusso della portata di punta supera il valore minimo consigliato di 0,5 m/s. Nel caso di fognature nere separate si può ritenere, infatti, che tale valore di velocità sia sufficiente alla rimozione di eventuali depositi (autolavaggio delle tubazioni). Qualora ciò non accadesse bisognerebbe prevedere la realizzazione di pozzetti di cacciata con l’obiettivo di produrre, ad intervalli regolari, una portata che scorra ad elevata velocità onde eliminare le eventuali sostanze sedimentate. Commessa P 05/357 Pagina 20/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Per contro, si è verificato che in nessun tratto si verifichi una velocità massima connessa con la portata di punta nera superiore a 2,5 m/s. Tabella 11 In funzione del materiale adottato e delle velocità che si stabiliscono in condotta, si è ritenuto adeguato assumere un valore del coefficiente di Glauckler-Stricker Ks pari a 90 m1/3s-1. 2.3 VERIFICA DEI COLLETTORI ESTERNI IN PRESSIONE Le esigue portate in gioco danno luogo a delle velocità di deflusso molto basse. Ciò comporta la necessità di adottare dei diametri piccoli. Le caratteristiche dimensionali dei collettori in pressione sono riportate nella tabella 12. Commessa P 05/357 Pagina 21/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Tabella 12 collettore 1 Q De s Di A Vm J L mc/s mm mm mm mq m/s m/m m 110 10 90 0,0064 0,61 0,00482 393,93 110 10 90 0,0064 0,61 0,00482 Ls1-Ls4 0,00386 Ls5 0,00386 97,37 2.3.1 CALCOLO DELLA SOVRAPRESSIONE PER MOTO VARIO ELASTICO In un impianto di pompaggio le situazioni di moto vario sono determinate da manovre su valvole di regolazione o d’intercettazione e da avviamento o arresto delle pompe. Le variazioni conseguenti della pressione, rispetto a quella che si ha in regime di moto permanente, possono compromettere la stabilità della condotta. L’entità delle sovrapressioni o depressioni che si generano dipende dalle caratteristiche elastiche del sistema, dalla geometria dell’impianto e dall’inerzia dei gruppi di sollevamento. Si procede al calcolo della sovrapressione (depressione) massima mediante la formula di Allievi – Michaud: Δy max = c ⋅ V0 g dove: − c = celerità di propagazione delle onde di pressione; − g = accelerazione di gravità; − V0 = velocità di regime in condotta. Per le condotte in polietilene la celerità assume valori compresi tra 200 e 350 m/s. Nella tabella 13 si riporta il calcolo delle sovrapressioni massime di moto vario, assumendo a vantaggio di sicurezza il valore di celerità massimo. Q De A Vm c g Δymax mc/s mm mq m/s m/s m/s2 m Ls1-Ls4 0,00386 110 0,0064 0,61 350 9,81 21,65 Ls5 0,00386 110 0,0064 0,61 350 9,81 21,65 Tabella 13 collettore 1 Commessa P 05/357 Pagina 22/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Il valore della sovrapressione massima va confrontato con il valore ammesso dalla Normativa tecnica relativa alle tubazioni (D.M. 12/12/85). La tabella III della Normativa indica che per una pressione idrostatica, Ys, fino a 6 Kgf/cm2 (60 m in colonna d’acqua) il valore massimo ammissibile della sovrapressione di colpo d’ariete, Δymax, è pari a 3 Kgf/cm2 (30 m in colonna d’acqua) indipendentemente dalla tipologia di tubazione impiegata. La pressione idrostatica alla quota dell’impianto di sollevamento è uguale alla somma della prevalenza geodetica (Hg = dislivello tra la vasca di partenza e la vasca di arrivo) e dell’altezza (h) della vasca (pompe sotto battente). In tabella 14 è riportato il calcolo della Ys. Hg h* Ys Vm c g Δymax m m m m/s m/s m/s2 m Ls1-Ls4 31,26 2,50 33,76 0,61 350 9,81 21,65 Ls5 4,93 2,00 6,93 0,61 350 9,81 21,65 Tabella 14 collettore 1 Il valore di Δymax è inferiore a quello imposto da Normativa, dunque la verifica è soddisfatta. 2.3.2 METODOLOGIA COSTRUTTIVA La posa in opera delle tubazioni sarà realizzata in generale con lo scavo a cielo aperto, fatta eccezione del tratto (lunghezza 230 m) esplicitamente indicato nella tavola G-004 dove si prevede la posa con perforazione teleguida. 3. IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO La scelta di abbandonare il depuratore di Poggio Olivo a vantaggio di un impianto più grande sito nella zona dove oggi sorge il depuratore di Querce al Pino, comporta la necessità di trasformare la struttura presente a Poggio Olivo in una vasca di raccolta liquami. Da qui, mediante la realizzazione di un impianto di sollevamento, i reflui verranno immessi nel collettore principale che li convoglierà al nuovo depuratore. La potenza degli impianti di sollevamento è stata calcolata sulla base dei valori di portata da sollevare e della prevalenza monometrica Hm (somma della prevalenza geodetica e delle perdite di carico nella condotta di spinta) attraverso la formula: Commessa P 05/357 Pagina 23/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti P= γ ⋅ Q ⋅ Hm (Kw) η dove: − Q = portata da sollevare in m3/s; − γ = peso specifico dell’acqua pari a 9,81 kN/m3; − Hm = prevalenza manometrica (Hg+ΔH), con ΔH = J*L; − η = rendimento della pompa pari a 0,70. Le perdite di carico continue sono state calcolate tramite la forma monomia della formula di Nikuradse valida per tubi idraulicamente lisci: J = 0,00079 ⋅ Q 1,75 ⋅ D −4,79 dove Q è in m3/s e D è in m. Le perdite di carico localizzate nelle tubazioni di aspirazione e di mandata, funzione delle discontinuità presenti lungo la condotta (curve, gomiti, allargamenti o restringimenti di sezione, valvole, sfiati, ecc…) sono state ritenute trascurabili rispetto alle perdite distribuite soltanto laddove il rapporto L/D è risultato essere molto maggiore di 1000 I valori di potenza ottenuti sono riportati nella successiva tabella 15. Tabella 15 Q De A Vm J L ΔH Hg Hm η P mc/s mm mq m/s m/m m m m m % kW Ls1-Ls4 0,00386 110 0,0064 0,61 0,00482 393,93 1,90 31,26 33,16 0,70 1,93 Ls5 0,00386 110 0,0064 0,61 0,00482 97,37 0,70 4,93 5,63 0,70 0,41 collettore 1 3.1 DIMENSIONAMENTO DELLA VASCA E SCELTA DELLE POMPE Il motore elettrico con cui è equipaggiata ogni pompa, può essere caratterizzato, durante l’avviamento, da una coppia non molto grande e da un assorbimento di corrente notevolmente elevato. E’ quindi necessario, per assicurare una lunga durata ai motori elettrici, essendo il servizio da svolgere intermittente, che le pompe operino con un adeguato intervallo di tempo tra un avviamento ed il successivo. Ciò dà modo agli avvolgimenti di dissipare il calore prodotto dalla Commessa P 05/357 Pagina 24/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti corrente di spunto. Il risultato si ottiene, oltre che con determinati accorgimenti costruttivi per le pompe, dimensionando opportunamente la capacità delle vasche di raccolta e ponendo in esercizio un numero adeguato di pompe. Il numero di avviamenti per ora varia normalmente tra 12 e 4 in funzione del tipo di pompa e della sua potenza, in particolare, diminuendo il numero di attacchi con l’aumentare della potenza. Nel nostro caso è stata prevista, per tutti i gruppi di sollevamento, l’installazione di due pompe del tipo sommergibile per fognature, con le stesse caratteristiche, che entrino in funzione alternativamente secondo la profondità liquida raggiunta nella vasca di aspirazione. nome tratto sollev. collettore 1 1 3 1 Punto funzionamento Tipologia singola pompa pompa Q Hm P l/s m kW 2 3,86 33,16 1,93 2 3,86 5,63 0,41 n° pompe Centrifuga – girante monocanale Centrifuga – girante a vortice Tabella 16. Tipologia delle pompe T1 L1 L0 T0 P1 P2 Figura 5. Sequenza di funzionamento delle pompe Commessa P 05/357 Pagina 25/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Come è mostrato in figura 5, nella vasca è possibile identificare due livelli in corrispondenza dei quali vengono installati un regolatore di minima e un regolatore di massima. In questo modo, al variare del livello idrico in vasca, viene arrestata o azionata alternativamente una delle due pompe. In base alla portata erogata da ciascuna pompa durante il funzionamento ed, a seconda del numero massimo di avviamenti orari consentiti, è possibile calcolare il volume utile della vasca di aspirazione Vu=Hu*Svasca attraverso la formula: Vi (m 3 ) = 3 3600 ( s / h) Qi max (m / s) ⋅ navv (avv / h) 4 dove: - navv = numero di avviamenti orari; - Qimax = portata massima di funzionamento della singola pompa. Oltre al regolatore di massimo livello si è previsto in ciascuna vasca di sollevamento l’installazione di un regolatore di minima, posto ad una quota tale a consentire alle pompe di soddisfare contemporaneamente due necessità: - rimanere sempre immerse nel liquido per poter disperdere calore dal motore elettrico (raffreddamento); - mantenere, sopra la carcassa della girante, quell’altezza liquida minima che permetta alla pompa di non cavitare e di non risentire di vortici in superficie. Come si vede dalla tabella 17, infatti, a causa delle esigue portate in gioco, pur prevedendo un basso numero di avviamenti orari si ottengono valori molto bassi dell’altezza utile. Commessa P 05/357 Pagina 26/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Nome Tratto Vtot hm Srett L1 L2 sollevamento collettore m3 m m2 m m S1 1 0,87 0,27 3,00 2,00 1,60 S3 1 0,87 0,39 3,00 1,60 1,40 Tabella 17. Dimensionamento della vasca di sollevamento (con hm viene indicata l’altezza del volume utile) 3.2 POZZETTI DI SOLLEVAMENTO La struttura sarà realizzata in cemento armato con un vano principale, in cui saranno collocati i dispositivi elettro-meccanici, ed un vano minore in cui si troveranno i dispositivi di raccordo con il collettore in uscita e che avrà larghezza pari a quella della vasca di sollevamento, una lunghezza pari a 1,60 m ed un’altezza pari a 1,50 m (figura 6). Le dimensioni della camera principale vengono ottenute a partire da quelle della vasca di sollevamento, per cui: - l’area di base è di forma rettangolare con dimensioni L1 ed L2 pari a quelle riportate nella Tabella 17; - l’altezza H si ottiene sommando all’altezza del volume utile Hu la distanza tra la condotta in arrivo ed il livello massimo di attacco delle pompe e, quindi, il valore (p) della profondità della condotta in arrivo dal piano campagna. I valori di H ottenuti sono riportati nella tabella 18. Nome Tratto p H sollevamento collettore m m S1 1 1,80 4,00 S3 1 1,80 3,50 Tabella 18. Altezza dei pozzetti di sollevamento (H) e profondità della condotta (p) Commessa P 05/357 Pagina 27/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti Le pompe dovranno essere installate all’interno del pozzetto di sollevamento mediante aggancio automatico sommerso e, pertanto, ogni pompa dovrà essere completa di piede di accoppiamento automatico e catena di sollevamento in acciaio zincato. Sono compresi altresì le tubazioni di mandata in acciaio inox dal piede di accoppiamento alla valvola di non ritorno, le valvole di non ritorno a palla, le saracinesche in ghisa a corpo piatto, i tubi guida in acciaio inox il tutto completo di guarnizioni e quanto altro occorra per rendere il lavoro finito a perfetta regola d’arte. La condotta in arrivo all’impianto sarà posizionata ad un’altezza di 0,60 m superiore al livello massimo raggiungibile dal fluido. Il pozzetto inoltre sarà dotato di dispositivo di troppo pieno costituito da una condotta ad un’altezza di circa 15 cm sopra il livello massimo di attacco delle pompe e con diametro uguale a quello della condotta in entrata al pozzetto. Le pompe utilizzate sono pompe sommergibili a girante monocanale, multicanale aperta o a vortice e a 2 o 4 poli con frequenza di rete pari a 50 Hz. Figura 6. Pozzetto di sollevamento Commessa P 05/357 Pagina 28/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti L’impianto sarà dotato di tutti i dispositivi elettrici: • Quadro elettrico di comando alternato o contemporaneo; • Controllo di livello, composto da 2 o 3 marce (a seconda siano state previste due o tre pompe), arresto ed allarme; • Cavo elettrico di alimentazione • Armadio stradale Non è compreso l’allacciamento alla rete elettrica esistente. 4. ALLACCIO UTENZA IDRICA In fase di scelta progettuale è stato stabilito di dotare l’area destinata alla realizzazione dell’impianto di un locale servizi (F4 in planimetria) da adibire ad ufficio e spogliatoi con annessi locali igienico – sanitari ad uso degli operatori dell’impianto. Il quantitativo di acqua necessario al funzionamento dei servizi igienici sarà assicurato mediante collegamento alla rete idrica pubblica. Il tracciato, della lunghezza di circa 50m, ed il punto preciso di allaccio saranno scelti convenientemente al momento della realizzazione, in funzione dell’interferenza con le attività ed i sottoservizi esistenti nell’area in oggetto. La diramazione sarà realizzata mediante una condotta in PEad DN 63. E’ prevista, inoltre, la realizzazione di due pozzetti, uno di diramazione, nel punto di allaccio alla rete pubblica, l’altro di scarico, con dispositivo di disconnessione idraulica, in prossimità del fosso che lambisce l’area occupata dal depuratore. Quest’ultimo avrà lo scopo di proteggere la rete di distribuzione di acqua potabile dal reflusso di acqua potenzialmente inquinata (come prescritto dalla norma UNI 9157). Infine, sarà predisposto in prossimità dell’impianto, in apposito armadietto in lamiera zincata, un gruppo preassemblato con contatore a parete provvisto di valvola di sfiato. Commessa P 05/357 Pagina 29/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 5. COMPATIBILITA’ AMBIENTALE 5.1 ODORI MOLESTI E’ una forma d’inquinamento atmosferico molto frequente che determina i maggiori inconvenienti ed è la più insidiosa e difficile da combattere. Negli impianti a fanghi attivi ad aerazione prolungata il problema della diffusione di odori molesti è minimizzato. Infatti, nonostante l’agitazione presente nelle vasche di aerazione, anche inviando liquame fortemente carico di sostanze odorifere (per la presenza di punti di ristagno nei condotti fognari, per percorsi molto lunghi fino all’impianto di depurazione, per velocità di deflusso molto basse) difficilmente si registrano sensibili fenomeni di strippaggio (degasazione di gas volatili causa di odori) a causa della efficace capacità adsorbente del fango attivo. Anzi, questa caratteristica capacità può essere sfruttata riciclando il fango attivo a monte di trattamenti preliminari che siano affetti da problemi di diffusione di cattivi odori. L’impianto in esame è un impianto a fanghi attivi ad aerazione prolungata, che opera una completa stabilizzazione aerobica del fango in fase di aerazione e, pertanto, non dovrebbe dar luogo ad odori molesti. Inoltre, la posizione dell’impianto, situato a valle del centro commerciale etrusco a quota inferiore rispetto alle abitazioni circostanti, limita la diffusione di odori molesti. 5.2 AEROSOLS Gli aerosols sono costituiti da bolle microscopiche di liquido con dimensioni normalmente variabili tra 0,2 e 1 μ, introdotte nell’atmosfera soprattutto da sistemi che inducono il ribollimento in superficie del liquame, o direttamente il suo spruzzamento nell’atmosfera. Questi effetti si verificano particolarmente in vasche di miscelazione rapida di reattivi, di preaerazione ed aerazione e, comunque, laddove si abbia un effetto d’insufflazione d’aria. Il pericolo derivante dalla diffusione di aerosols è che le singole particelle liquide possano trascinare batteri e virus, funghi patogeni, ecc…. nell’ambiente circostante. Gli impianti a fanghi attivi sono soggetti a questi fenomeni soprattutto nella fase di aerazione, in cui si attua un sommovimento dei liquami particolarmente energico, tanto più quanto l’impianto è ad alto carico (età del fango bassa) e, dunque, in corrispondenza di un basso tempo di permanenza Commessa P 05/357 Pagina 30/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti nella vasca di aerazione con elevate potenze specifiche di agitazione. Fra gli impianti a fanghi attivi, pertanto, sono da preferire i tipi a basso carico con più ridotta intensità di agitazione. Esperienze condotte sulla fase di aerazione di impianti a fanghi attivi hanno evidenziato che i valori più bassi di aerosolizzazione si verificano con diffusori a bolle fini. Viste le caratteristiche dell’impianto in esame, del tipo a basso carico e con diffusori a bolle fini, si ritiene di essere nelle condizioni di minor produzione di aerosols possibile. La diffusione di aerosols è, inoltre, limitata dall’orografia del terreno circostante l’impianto. Esso, infatti, sorge a valle di una scarpata ed a quota inferiore rispetto alle abitazioni circostanti. In attesa di indagini più approfondite che accertino gli effetti nocivi di aerosols provenienti da impianti di depurazione, appare opportuno che siano applicati criteri di controllo in casi di vicinanza alle abitazioni. In ogni caso, qualora esistano delle vasche in cui il liquame può indurre dispersione di aerosols, è sempre opportuna la copertura delle vasche. 5.3 RUMORI MOLESTI I rumori che si determinano negli impianti di depurazione derivano essenzialmente dal funzionamento dei macchinari (pompe di sollevamento, turbine di aerazione, compressori, centrifughe per la disidratazione dei fanghi, ecc…) utilizzati nel ciclo depurativo. Un efficiente controllo dei rumori può essere realizzato mediante una serie di accorgimenti e precauzioni, quali l’adozione di pompe sommergibili, di motori elettrici a basso numero di giri, di sistemi di aerazione per insufflazione anziché a turbine, di soffianti centrifughe invece di compressori volumetrici, l’insonorizzazione delle macchine. I livelli sonori non devono essere superiori agli 80 dB per non creare grave disagio per gli operatori. Nel caso in esame si prevede l’impiego di pompe sommergibili dislocate in pozzetti chiusi e di sistemi di aerazione che prevedono l’impiego di diffusori a bolle fini meno rumorosi di aeratori superficiali a turbina. Si prevede di posizionare le soffianti in appositi box in muratura ed in posizione schermata rispetto all’utenza dalle vasche principali. Le apparecchiature meccaniche secondarie (carroponte, ecc…) producono rumori molto bassi a causa delle piccole velocità di rotazione. La posizione orografica favorevole dell’impianto, a valle del centro commerciale etrusco ed a quota inferiore rispetto alle abitazioni circostanti, riduce la diffusione dei rumori, poiché una prima schermatura dei rumori è operata dalla scarpata naturale. Commessa P 05/357 Pagina 31/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti 6. FASI TEMPORANEE DI ESECUZIONE Per quanto concerne le modalità esecutive, poiché nel nuovo ciclo di trattamento è previsto l’utilizzo della sola vasca di aerazione esistente, che assolverà alla funzione di accumulo fanghi, non è prevista alcuna interruzione del servizio fino all’ultimazione delle nuove vasche. A tal punto si procederà alla realizzazione dei nuovi allacci, allo svuotamento e pulizia delle vasche esistenti. In tale arco di tempo i fanghi di supero verranno provvisoriamente accumulati nella vasca LT-1 ed allontanati a mezzo autobotte. Contemporaneamente alla realizzazione delle nuove vasche si procederà alla ristrutturazione dei fabbricati esistenti. 7. UBICAZIONE CATASTALE E CONFORMITA’ ALLA NORMATIVA URBANISTICA L’ampliamento dell’impianto sarà realizzato nel Comune di Chiusi di cui al N.C.T. foglio 45, nella porzione della particella 144 (acquisita tramite accordo bonario) e nella porzione della particella 155 (proprietà Comune di Chiusi) oltre all’utilizzo dell’intera particella 145 (proprietà Comune di Chiusi) dove sorge l’attuale depuratore a servizio del Centro Etrusco. In base alla variante al P.R.G., veniva approvata, con D.C.C.- n. 11 del 26/01/2005 la diversa destinazione urbanistica nei terreni interessati per l’adeguamento dell’impianto di depurazione destinandoli a zona “F” sottozona 5.1 (zone per attrezzature ed impianti tecnici). Come da accordi e verifiche intercorse con l’U.T. Comunale, si fa presente che l’edificio locale servizi- locale quadri verrà posizionato ad una distanza dai confini pari a mt. 5,00_ mentre le vasche tecniche avranno una distanza > di mt. 1,5 da confine come regolamentato C.C. in assenza di regolamento Comunale. 8. TECNICHE COSTRUTTIVE E MATERIALI PREVISTI Per la realizzazione del nuovo depuratore saranno eseguite le seguenti fasi: • Deviazione del fosso che attualmente attraversa l’area prevista per l’ampliamento del depuratore spostandolo nella particella 144 del Foglio 45; • Splateamento dell’area e livellazione della stessa mantenendo la quota d’imposta finita del piazzale a meno 15 cm rispetto la quota attuale del marciapiede del locale soffianti; Commessa P 05/357 Pagina 32/33 Nuove Acque S.p.A. - Direzione Investimenti • Realizzazione di un muro a retta perimetrale in cemento armato rivestito in muratura di mattoni, nell’angolo compreso tra li lato che guarda il Centro Commerciale e il lato in direzione della Strada Provinciale, mentre per la restante recinzione è prevista la realizzazione di un muretto in mattoni a faccia vista con un altezza media di circa 70-80 cm.; • Completamento della recinzione con la fornitura e la posa in opera di rete metallica zincata plastificata a maglia sciolta, compreso paletti di sostegno in acciaio zincato plastificato; • Realizzazione dei volumi tecnici (vasca di ossidazione, sedimentatore circolare e bacino di disinfezione) in cemento armato; • Realizzazione della palazzina servizi/quadri elettrici in muratura intonacata e tinteggiata; • Realizzazione di barriera verde mediante la posa a dimora di siepe di prunuslaurocerasus a cespuglio. 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