“Il bastone senza carota su un mondo di lavoratori professionisti”

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“Il bastone senza carota su un mondo di lavoratori professionisti”
“Il bastone senza carota su un mondo di
lavoratori professionisti”
Amm.ne Finanziaria – Lotta all’evasione – Criticità
Intervento del Segretario Generale della Federazione Confsal-SALFi
In linea generale:
• Carenza di una riforma fiscale che elimini le esistenti distorsioni di un sistema fiscale vigente,
datato, iniquo, e non redistributivo della ricchezza, caratterizzato da un’alta percentuale di
pressione fiscale, pari a circa il 45%, specie sui redditi da lavoro dipendente e da pensione;
•
Esistenza, nell’ineliminabile garanzia costituzionale del distinguo tra indirizzo politico e
autonomia gestionale, di una eccessiva invadenza della politica nelle concrete strategie gestionali
della lotta all’evasione fiscale;
•
Presenza di un’atavica cultura che non concepisce l’evasione come disvalore sociale, supportata
da decenni di condoni fiscali e da una tolleranza politico-sociale della diffusa prassi della maxi e
micro evasione, fiscale e contributiva;
•
Erronei interventi generalizzati sulla Pubblica Amministrazione, ideologici e non selettivi, che
hanno impedito l’ottimizzazione degli uffici fiscali e la totale fidelizzazione motivazionale delle
risorse umane, reiterati da diversi Governi in diverse manovre correttive;
•
Non riconoscimento della specificità, peculiarità e strategicità dell’Amministrazione Finanziaria,
parificata da diversi provvedimenti governativi al pubblico impiego, propagandato in questi
ultimi anni, come zavorra per il sistema produttivo e per il sistema-Paese;
•
Deleterio blocco dei rinnovi contrattuali, della contrattazione integrativa e inesistenza di un
sistema premiante della produttività, congruo nella misura e tempestivo nell’erogazione;
•
Assenza di investimenti, a cura di diversi Governi che non hanno potenziato adeguatamente le
strutture dell’Amministrazione Finanziaria, sia in termini di risorse umane (assunzioni, concorsi,
turn over) sia in termini di strumenti tecnologici e finanziari;
•
Assenza di sistemi ordinamentali ed economici che garantiscano celeri progressioni di carriera e
progressivi miglioramenti economici correlati al merito, con la permanenza di una giungla
retributiva e di una forbice retributiva ingiustificata tra dirigenza di prima e seconda fascia ed
aree funzionali (tra direttori delle Agenzie, direttori centrali, dirigenti di prima e di seconda
fascia e aree funzionali). Forbice aggravata dal cumulo di incarichi;
•
Implicita abrogazione delle garanzie statutarie e regolamentari sottese all’autonomia
organizzativa e gestionale delle diverse Agenzie Fiscali, causa l’influenza dominante degli Organi
vigilanti l’Amministrazione Finanziaria e l’inadeguatezza assoluta, in termini di autonomia, dei
diversi Comitati di gestione, vista la loro composizione;
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Implicita gestione della leva fiscale, nel sistema-Paese, da decenni, quale strategica modalità di
governare i diversi bacini elettorali garantendo, previa protezione di lobbies, poteri finanziari,
caste, monopoli, categorie di contribuenti, gli assetti dei diversi Governi;
•
Eccessiva catastalizzazione della tassazione dei redditi con abnorme utilizzo dei sistemi
presuntivi (es. studi di settore, redditometro, spesometro, deroga al segreto bancario, etc.), periodicamente
modulati, spesso sulla scorta di pressioni politico-sociali;
•
Eccessiva gestione burocratica e centralistica delle risorse umane, ancorché processi
riorganizzativi di decentramento avrebbero dovuto sortire effetti diversi;
•
Assenza di mobilità volontaria e rotazione negli incarichi affidati da decenni a dirigenti di prima
fascia;
•
Eccessiva contrattualizzazione della classe dirigenziale, con un sistema di incardinamento degli
incarichi e di valutazione dei risultati assolutamente discrezionale (dal 2001, 800 incaricati
all’Agenzia delle Entrate, 184 all’Agenzia delle Dogane e 180 all’Agenzia del Territorio);
•
Un modello agenziale apparentemente “aziendalizzato”, sostanzialmente burocratico-gerarchico
ed autoreferenziale, privo della necessaria autonomia e delle necessarie risorse umane e
finanziarie;
•
Assenza di controllabilità oggettiva delle modalità e dei risultati gestionali dell’attività, anche per
assenza del riconoscimento del valore partecipativo, in seno a corrette relazioni sindacali, del
ruolo delle OO. SS., non adeguatamente sviluppato, specie negli ultimi anni, per carenza di
strumenti normativi adeguati, ovvero, seppur esistenti, riformati in peius (cfr. Legge Brunetta);
•
Grave carenza della prevista governance sul sistema Agenziale a cura del Dipartimento delle
Finanze e atavica assenza di un Sottosegretario al MEF dotato di delega per gestire, con le OO.
SS., e con l’Amministrazione, le problematiche inerenti il rapporto di lavoro del personale;
•
Assenza di sinergia tra le diverse Agenzie Fiscali e discrasie decisionali e gestionali nella gestione
della struttura e dei rapporti inerenti il personale;
•
Esistente recente rischio di strumentalizzazione di una doverosa attività accertativa quotidiana e
su tutta la platea di contribuenti, causa la ineliminabile opinabilità di modalità operative,
giudicabili a seconda dell’ottica di riferimento, inutili, dannose, ovvero spettacolari, in
alternativa ad un controllo massivo delle capacità reddituali dei contribuenti, attraverso un
corretto ed illuminato incrocio telematico della banche dati (necessaria integrazione di tutte le
banche dati che forniscano elementi utili alla determinazione della capacità di spesa dei
contribuenti, quali Anagrafe tributaria, Inps, Inail, PRA, Catasto, Enti economici degli Ordini
professionali), oggi arricchito da centinaia e centinaia di milioni di dati bancari gestiti dalla Sogei
– a prescindere dalle evidenti ricadute negative su una privacy ormai inesistente–;
•
Una politica budgetaria di carichi di lavoro implementati annualmente, sulla cui esitazione
poggiano determinanti sistemi valutativi del personale che, oltre a incidere negativamente sulla
qualità dell’azione accertativa, subiscono, dalle recenti manovre di correzione dei conti, ulteriori,
pesanti aggravi. Infatti, si attendono dal lavoro dell’Agenzia delle Entrate, incassi medi per
diversi miliardi;
•
Cultura atavica nel ritardo dei pagamenti dei compensi accessori, causa i burocratici controlli
della Ragioneria Generale dello Stato e della Corte dei Conti;
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•
Non ottimali relazioni tra Ordini Professionali e uffici finanziari;
•
Contrazione dei diritti dei contribuenti in relazione allo Statuto del Contribuente ed alla
Costituzione, specie con riguardo agli artt. 53 e 15 (cfr redditometro e eliminazione del segreto
bancario);
•
Criticità relazionali tra contribuenti ed Uffici Finanziari, causa la necessaria incisività dei
controlli, la tardività dei rimborsi, il tasso di positività degli accertamenti e vittorie in
contenzioso (60%), cartelle pazze, lentezza delle CCTT, azione di Equitalia, etc;
•
Drastica caduta del potere d’acquisto dei salari pesantemente incisi e dalle recenti manovre
pregne, per il 65%, di nuove tasse e per il blocco contrattuale, nonché, infine, per l’aumento
indiscriminato dei costi e per la grave recessione in atto, con pesanti conseguenze sui livelli
retributivi, che rendono non più attrattivo il lavoro nel sistema Agenziale;
•
Disomogeneità accertativa e insufficiente presidio del territorio nelle diverse regioni italiane;
•
Carenze organizzative della capacità operativa degli uffici periferici, sia per una non ottimale
distribuzione ed utilizzo del personale, sia per carenza numerica di risorse umane, nonché,
infine, per l’assenza di illuminati processi di mobilità volontaria;
•
Caduta di attenzione della classe politica e di talune OO.SS. sulla rilevanza strategica
dell’Amministrazione Finanziaria, da tempo priva, di fatto, quella autonomia regolamentare,
amministrativa, organizzativa nonchè contabile-finanziaria che la legge istitutiva (n. 300/99) le
riconosce;
•
Delicatezza della funzione strategica dell’ausilio dei comuni all’attività accertativa, ancorché
rafforzata dalla recente normativa per la quale il 100% degli incassi derivanti dalla loro attività
sono riversati alla fiscalità generale del comune, in relazione alle implicazioni ineliminabili della
compenetrazione stretta fra governance comunale e bacino elettorale locale;
•
Complessità valutativa circa il fallimento apparente del decentramento fiscale e del relativo
federalismo fiscale, attesa la ricentralizzazione della strategia accertativa dell’Agenzia delle
Entrate;
•
Peggioramento, oggettivamente constatabile, del clima organizzativo esistente in tutti gli uffici
dell’Amministrazione Finanziaria, con ricadute demotivazionali su gran parte del personale,
come recentemente dimostrato da rilevanti flussi di richieste di transito fra Agenzie Fiscali;
•
Sostanziale arretramento del modello Agenziale, ingessato da superate Convenzioni triennali e
dalla assenza di efficaci sistemi premianti il personale, vittima di indiscriminati tagli lineari,
ancorchè ispirato, da tempo, ai valori della qualità dei servizi, dell’etica e della responsabilità,
della trasparenza, della valutazione e del merito, della competenza e della partecipazione ed
infine allineato ad avanzate carte dei valori e carte dei servizi.
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IN PARTICOLARE SI EVIDENZIA CHE LA LOTTA ALL’EVASIONE È COSÌ ARTICOLATA
TRA LE VARIE AGENZIE, pur in presenza di strutture operative “eroiche” con oggettive criticità:
Per l’Agenzia del Territorio: Assegnazione di uno strategico obiettivo antievasivo concretizzato
nell’individuazione del patrimonio immobiliare non censito e mai dichiarato e sottratto, pertanto, alla
tassazione. In particolare dalla rendicontazione presentata al 30 aprile 2011, risultano individuati
2.228.143 particelle di catasto terreni non presenti nelle banche dati catastali. Su 1.065.484 particelle i
tecnici dell’Agenzia hanno già completato l’accertamento da cui è emerso che n° 572.503 non
posseggono i requisiti per l’accatastamento. Per le rimanenti 492.981 sono state identificate 560.837
unità immobiliari la cui regolarizzazione ha prodotto un incremento di rendite catastali pari a €
415.500.148. Su 1.162.659 particelle, ancora da accertare, è stato avviato, dal maggio u.s., il processo di
attribuzione della rendita presunta che sarà determinata tramite l’individuazione della destinazione d’uso
e di altri parametri tecnico-estimali.
Trattasi di un’attività che si inserisce in un sistema lavorativo già logorato da obiettivi sempre più
sfidanti, dalla carenza di personale, da mezzi ridotti e da un percorso di formazione professionale quasi
inesistente: seppur condividendone le finalità, si ritiene indispensabile evitare che tutto ricada
esclusivamente sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici.
Vertesi in una struttura amministrativa,con 9082 dipendenti di cui 298 dirigenti e 8964 collaboratori
articolati fra le tre distinte aree funzionali, articolantesi in 7 Direzioni Centrali, 15 Direzioni regionali, e
103 Uffici periferici che eroga servizi catastali, cartografici, di pubblicità immobiliare e che gestisce
l’Osservatorio del mercato immobiliare,ed anche servizi tecnico-estimativi.
Per l’Agenzia delle Entrate: sono stati recuperati, nel 2011, oltre 11 mld di €; l’obiettivo assegnato per
il 2012 è di oltre 13 mld di € (negli ultimi 3 anni sono entrati nelle casse dello stato circa 35 mld). In
particolare, sono previsti oltre 380.000 accertamenti ai fini iva, Irap, Imposte Dirette e Imposte di
Registro, nonché oltre 1.800 accertamenti nei confronti dei grandi contribuenti e ulteriori 2.000
controlli sulle imprese di grandi dimensioni sottoposte a tutoraggio.
Ulteriormente, sono stati pianificati oltre 13.000 controlli nei confronti delle imprese di grandi
dimensioni e 130.000 accertamenti nei confronti di esercizi commerciali e oltre 35.000 accertamenti
sulla base del redditometro per le persone fisiche.
Per l’anno 2011 sono stati accertati circa 27 miliardi di euro, ripartiti tra le Regioni secondo il prospetto
di seguito, dal quale si evince, in rapporto al numero di abitanti, quano siano macroscopiche le
differenze della somma accertata pro-capite (ultimi dati relativi all’anno 2011 forniti dall’Agenzia delle
Entrate).
Direzione Regionale
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
DP Bolzano
DP Trento
Emila Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
TOTALE DATO NAZIONALE
Somme accertate Abitanti
€ 369.231.845,72
1.342.366
€ 87.179.421,16
587.517
€ 435.582.412,80
2.011.395
€ 2.312.942.993,46
5.834.056
€ 97.490.733,33
507.657
€ 83.707.002,67
529.457
€ 1.713.294.504,94
4.432.418
€ 387.290.305,57
1.235.808
€ 4.252.259.428,17
5.728.688
€ 550.890.696,70
1.616.788
€ 8.940.515.565,71
9.917.714
€ 970.338.298,91
1.565.335
€ 118.757.484,55
319.780
€ 1.383.311.443,75
4.457.335
€ 1.131.923.811,71
4.091.259
€ 340.868.010,25
1.675.411
€ 745.222.548,82
5.051.075
€ 1.495.101.771,18
3.749.813
€ 143.610.980,59
906.486
€ 40.924.953,29
128.230
€ 1.921.631.556,29
4.937.854
€ 25.415.908.279,40 54.653.872
Somma accertata pro-capite
€ 275,06
€ 148,39
€ 216,56
€ 396,46
€ 192,04
€ 158,10
€ 386,54
€ 313,39
€ 742,27
€ 340,73
€ 901,47
€ 619,89
€ 371,37
€ 310,34
€ 276,67
€ 203,45
€ 147,54
€ 398,71
€ 158,43
€ 319,15
€ 389,16
€ 465,03
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Per il 2012 l’Agenzia ha come specifico obiettivo dichiarato quello di utilizzare al massimo nei controlli
la limitazione all’uso del contante, l’abolizione del segreto bancario, il supercalcolatore Serpico, utile per
incrociare le varie banche dati, il nuovo redditometro, la riforma dell’abuso del diritto ed altro ancora (
es indagini su auto di lusso che hanno fruttato nel 2011 circa 13 milioni di incassi su 2806 controlli
effettuati).
Una Agenzia guidata brillantemente dal “Tassator Cortese” che però riesce a recuperare annualmente
poco più del 10% dell’evasione, stimata in circa 120 miliardi.
Un successo relativo con il terminale obiettivo di portare l’evasione ad un livello di fisiologicità di 90
miliardi, traguardo prefissato per il 2020, con il recupero del 30% dell’evaso, all’interno del principale
obiettivo di favorire la “tax compliance”, ovvero assicurare il massimo livello di adesione spontanea agli
obblighi fiscali, riuscendo così a riportare in alto la barra dei redditi medi dichiarati, con la conseguenza
che il Pil salirebbe in automatico, il debito pubblico calerebbe e il sistema Paese troverebbe sui mercati
linfa nuova e vitale.
Una ambizione istituzionale dell’Agenzia e personale del Tassator Cortese, non amato ma stimato (che
parifica l’evasione al terrorismo e dichiara che da oggi i cittadini devono decidere da che parte stanno: o
con lo Stato o con i furbi, in seno all’osservanza delle regole e all’iniezione di un sano timore per chi
evade, alzando pesantemente i toni mediatici ed i controlli di massa, in controtendenza ad una ITALIA
TENERA E TOLLERANTE VERSO IL FENOMENO EVASIVO), recentemente corroborata con
l’utilizzo dei media e con la c.d. “strategia della tensione” contro i definiti “evasori”, verso i quali non si
disdegnano “esternazioni di muscoli”(cfr. controlli di massa in località strategiche)!!!
Una Agenzia, con circa 34 mila dipendenti (di cui 450 dirigenti, e 32.363 collaboratori articolati fra le tre
aree funzionali) pochi e mal pagati, così come sono mal pagati tutti i dipendenti Agenziali non
dirigenti (le Dogane con circa 9 mila dipendenti registrano retribuzioni medie dei dirigenti di prima
fascia che oscillano da 102 mila euro a 229 mila euro, laddove per i dirigenti di seconda fascia variano
da 74 mila euro a 121 mila euro; per l’Agenzia delle Entrate, con oltre 34 mila dipendenti, le
retribuzioni dei dirigenti di prima fascia oscillano da 153 mila euro lordi annui a 363 mila euro, al netto
delle retribuzioni di posizione fissa e variabile e di risultato, laddove i dirigenti di seconda fascia
vanno da 67 mila euro annui lordi a 114 mila euro annui, sempre netto indennità di posizione e
risultato, che variano, le seconde da 27 a 107 mila euro l’anno per la dirigenza di prima fascia e da 13 a
25 per la dirigenza di seconda fascia, e le prime da 36 a 163 mila euro lordi annui per i dirigenti di prima
fascia e da 12 a 33 per la dirigenza di seconda fascia, per l’Agenzia del Territorio, si registrano
retribuzioni da 119 mila euro a 201 mila euro per i dirigenti di prima fascia e da 58 a 93 mila euro, lordi
annui, per la dirigenza di seconda fascia, al netto delle indennità di posizione fissa e variabile e di
risultato che oscillano le prime per la dirigenza di prima fascia da 33 a 89 mila euro e le seconde da 10 a
27 mila euro laddove per la dirigenza di seconda fascia rispettivamente da 11 mila a 22 mila e da 6 mila
ad 11 mila euro lordi annui, esclusi i Direttori delle rispettive Agenzie che godono di retribuzioni
complessive medie lorde annue di oltre 400 mila euro, cumuli incarichi esclusi, nonostante che le
retribuzioni medie nette dei lavoratori non dirigenti delle richiamate Agenzie non superino
1400 euro mensili) che ha dichiarato guerra agli evasori, (recuperando nel 2011 12 miliardi di evasione
e programmandone 13 nel 2012) avendo oggi le armi per colpirli, nella attuale dichiarata certezza che
esista, finalmente, (si spera) una vera volontà politica e sociale, e non solo, di incidere fortemente sul
richiamato fenomeno evasivo, anche con sapiente utilizzo di strumenti deflattivi del contenzioso
tributario !!
Per l’Agenzia delle Dogane: va evidenziato che per il 2012 l’attività dell’Agenzia è finalizzata al
presidio della legalità e della sicurezza del commercio internazionale garantendo al contempo il giusto
equilibrio fra agevolazione dei flussi commerciali legittimi e l’espletamento dei controlli. Sono stati,
quindi, previsti interventi volti ad assicurare il pagamento dei dazi, dell’IVA e delle accise, nonché a
contrastare i fenomeni della sottofatturazione, della contraffazione e delle violazioni in materia
valutaria, nonché a garantire la tutela dell’ambiente. Ulteriori specifiche iniziative sono state prese in
considerazione per migliorare le attività dei laboratori chimici. Nel settore delle accise ci saranno degli
interventi per migliorare le attività di controllo. Inoltre, l’Agenzia delle Dogane è improntata a
migliorare e ad incrementare l’attività di presidio sul territorio nel settore sanitario, valutario e della
circolazione dei passeggeri.
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Nel 2012 sono previsti 1.400.000 controlli a cui aggiungerne 3.500 mediante scanner, 35.000 per il
controllo passeggeri, 35.000 per i controlli sulla contraffazione, 7.500 per il contrasto alla
sottofatturazione, 60.000 controlli in materia sanitaria, 35.000 controlli nel settore delle accise.
Va sottolineato che l’esercito di professionisti delle Dogane si compone di circa nove mila addetti fra
dirigenti, circa 250, funzionari, circa 4.000, ed addetti per la rimanente parte, che garantisce l’apertura
dei valichi dei principali porti, aeroporti, per 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno, laddove l’attività di
sdoganamento delle merci in import ed export è garantita con orari di apertura degli Uffici dalle 8 alle 18,
con retribuzioni medie nette al mese per il personale di seconda area di 1.200 euro mensili, e di 1.700
per quello di terza area.
Il sistema di progressione di carriera e quindi degli aumenti stipendiali è legato ad una progressione
interna alle aree, in cui è suddiviso il personale, vincolata a meccanismi concorsuali interni in cui
l’anzianità di servizio è solo uno degli indici valutati.
Gli altri indici sono legati a responsabilità degli incarichi, titoli di studio e percorsi formativi.
Le incentivazioni economiche accessorie non superano 2.000 euro annui medi lordi legate ai livelli di
produttività individuali e collettivi oggettivamente misurati, con ritardi nelle assegnazioni di circa due
anni rispetto alla prestazione delle attività.
Emergono, infine, talune gravi contraddizioni vista la rilevanza dell’attività svolta quali, ad esempio, i
trattamenti di missione pari a 0,26 centesimi di euro l’ora, il ricorso all’utilizzo del proprio mezzo di
trasporto per l’espletamento di verifiche esterne, la remunerazione del lavoro straordinario con 12 euro
lordi, l’assurdità di determinati carichi di lavoro, parametrati al personale a disposizione.
Una complessiva attività strategica affrontata dal personale con risposte da “eroe”, ancorché non è
sempre possibile, viste le sfide in campo, evitare le pur esistenti “ potenziali debolezze umane”,
fenomeno patologico trasversale a tutte le Agenzie. In sintesi va focalizzato che uno Stato che affida
all’Agenzia delle Dogane (con 81 Uffici, dieci Direzioni con competenza interregionale o regionale, 14
laboratori chimici, ed un organismo centrale con sede a Roma con 12 fra Direzioni ed Uffici centrali,
cui si aggiunge il SAISA, Servizio autonomo interventi settore agricolo) la governance di tanti
adempimenti altamente strategici nella lotta ai traffici illeciti, alla contraffazione, al contrabbando,
all’evasione delle imposte doganali, dovrebbe, poi, seriamente dotarla di tutti gli strumenti, umani e
finanziari, idonei al raggiungimento dei gravosi obiettivi assegnati, Agenzia che ha trattato nel 2011 14
milioni di dichiarazioni, ed effettuato più di un milione di controlli, e svariate altre attività
amministrative (es. rilascio autorizzazioni, audit di controllo interno, attività di indirizzo e coordinamento degli uffici
ed amministrazione del personale).
Oggi, il “doganiere”è un vero e proprio professionista con diversi settori di intervento ed ambiti di
competenza tecnica che vanno dal campo giuridico-economico a quello tecnico ingegneristico, chimico,
diplomatico ed infine contenzioso tributario e del lavoro.
Un professionista che periodicamente si aggiorna, sia con metodi tradizionali, sia con modalità elearning, assumendo nell’esercizio delle diverse complesse funzioni e la qualifica di polizia tributaria e
quella di polizia giudiziaria, per garantire ogni giorno il corretto mix fra quantità-qualità dei controlli e
celerità dei traffici, attività strategica anche a livello comunitario, non legata sinallagmaticamente ad
adeguate carriere e retribuzioni!!
Scelte governative responsabili imporrebbero decisioni in linea con la complessità che la struttura ed il singolo funzionario
sono chiamati a gestire, per non esserne alla fine schiacciati.
Per l’AAMS: trattasi di obiettivi inerenti la materia dei giochi pubblici, con o senza vincita in denaro,
nello strategico settore di competenza da cui l’autorità politica attende importanti risultati, non solo
economici, quanto di efficientamento dell’azione di gestione e controllo del settore. Quanto sopra con
l’obiettivo di assicurare l’ordine pubblico e la tutela del giocatore con il contrasto della diffusione del
gioco irregolare e illegale, nonché di controllare la tempestività e la rispondenza dei versamenti
effettuati dai concessionari abilitati alla raccolta dei giochi.
L’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, con poco più di 2.500 funzionari, 48 Dirigenti
con retribuzioni lorde annue che vanno da 84 mila euro a 104 mila per la dirigenza di seconda fascia e
da 158 mila euro a 184 mila euro lorde annue per la dirigenza di prima fascia, laddove il Direttore gode
di una retribuzione lorda annua di circa 474 mila euro, a fronte di retribuzioni medie lorde del
personale non dirigenziale di euro 1.400 mensili, svolge un ruolo strategico nel comparto dei giochi,
disegnando le linee guida per una dinamica e razionale evoluzione del settore, verificando
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costantemente la regolarità del comportamento degli operatori, con l’obiettivo primario di assicurare un
ambiente di gioco legale e responsabile, in un contesto ampiamente monitorato e tecnologicamente
avanzato, intervenendo nel contrasto di ogni fenomeno illegale legato al gioco ed agisce al fine di
garantire l’ottimizzazione del gettito erariale di competenza.
In materia di tabacchi gestisce tutte le procedure connesse alla riscossione delle accise, mediante
controlli diretti a contrastare l’irregolarità e l’evasione delle imposte, nonché la tariffa di vendita al
pubblico e l’articolazione delle rivendite dei prodotti di fumo.
Realizza, infine, le verifiche tecniche utili ad assicurare la conformità di tali prodotti alla normativa
comunitaria e nazionale.
Da tempo è in attesa di essere trasformata in Agenzia ma, lentezze “burocratiche poco comprensibili e
giustificabili”, ne rallentano pesantemente la metamorfosi!!
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CONCLUSIONI
Non basta un governo tecnico che seriamente dichiari di voler contrastare il fenomeno evasivo
altamente diffuso in Italia, non è sufficiente la sensibilizzazione dei contribuenti e quindi il consenso
sociale per un’efficace lotta all’evasione. Non è sufficiente una sia pur opportuna campagna mediatica e
oscillante ostentazione di muscoli in operazioni di controlli a tappeto, di adempimenti strumentali e
neppure una legislazione che corrobori gli strumenti accertativi già ampiamente disponibili per
l’Amministrazione Finanziaria, ma è anche indispensabile una struttura operativa che sia adeguata, in
termini di quantità e qualità di risorse umane, ben pagate e ben tutelate, sia in termini di percorsi
professionali, sia in termini di premialità, per la produttività esternata.
In altri termini e chiaramente è solo dotando il sistema Agenziale di quei presupposti voluti dalla
riforma del 2001 che si potrà condurre a termine la essenziale ma difficile mission di cui sopra e quindi
motivare, premiare e “fidelizzare” il personale finanziario, che potrà garantire un’azione accertativa non
solo efficace, efficiente e competente, ma anche fedele agli obiettivi fissati dal legislatore.
Nessuno deve dimenticare che, laddove alcuni mesi fa le lavoratrici e i lavoratori dell’Agenzia delle
Entrate hanno subito gravi giudizi di comportarsi in termini vessatori verso i contribuenti nell’esercizio
dell’attività accertativa, con pesanti ricadute negative, motivazionali e di immagine e quindi, sull’attività
degli uffici, sembra, invece, che oggi si riscopra l’essenzialità dell’attività accertativa, in particolare, della
richiamata Agenzia delle Entrate (in termini contraddittori e sintomatici dell’incidenza patologica della
classe politica su tempi, modalità e incisività della lotta all’evasione)!!
In definitiva, ed al di là della considerazione che l’attività del “gabelliere” rischia oltremodo di essere
vissuta e subita, oggi più di ieri, come “altamente odiosa”, rimangono ulteriori diverse considerazioni di
fondo, non esaustive, comunque, della fattispecie in narrativa:
- Esigenza di reingegnerizzare il modello Agenziale, per renderlo pienamente autonomo,
sganciandolo da un sistema pubblico ingessato e burocratico che subisce, ancora, la disistima
del sistema Paese;
- Una riforma fiscale radicale che, agendo sui livelli oggi troppo alti di talune aliquote fiscali,
nonché sull’eccesso di progressività sui redditi medio-bassi, focalizzi l’attenzione su tipologie
reddituali diverse da quelle del lavoro dipendente e da pensione, valorizzando la teoria del
conflitto di interessi e implementando la tipologia di spese detraibili;
- Destinazione univoca degli introiti della lotta all’evasione fiscale all’abbattimento dell’alta
pressione fiscale, compatibilmente con il ridimensionamento dell’ingente debito pubblico,
atteso che l’alta pressione fiscale e la distorsione della tassazione a danno dei redditi da lavoro e
da pensione, incidono sui livelli di crescita e sulla competitività del Paese e quindi anche sulla
stabilità del bilancio;
- Utilizzo mirato degli Ordini Professionali in funzione certificativa di taluni adempimenti fiscali,
nonché riforma del sistema delle Commissioni Tributarie in punto di competenze e componenti
ed, infine, rivisitazione degli istituti deflativi per depotenziare e deflazionare il contenzioso
esistente;
- Un intervento a sè meriterebbe l’attività riscossiva di Equitalia S.p.A. la cui efficacia esecutiva
difficilmente è conciliabile con esigenze equitative imprenditoriali, laddove non va tralasciata la
rilevanza dell’evasione contributiva, nonché del sommerso. con rilevanti effetti negativi sul
bilancio dello Stato;
- Affascinante è la problematica tutta da coltivare circa il contenimento delle strategie elusive,
attraverso anche il cosiddetto “abuso del diritto” e l’utilizzo improprio di una normativa fiscale
non sempre cogente e che lascia spazi a risparmi di imposta, non sempre nell’ambito della
legalità;
- Alta strategicità dell’eliminazione totale dell’uso del contante, onde ottenere una totale
tracciabilità delle movimentazioni finanziarie;
- Una immediata riforma fiscale che eviti la imminente “inquisizione fiscale”(atteso l’effetto
depressivo sulla crescita dell’implementazione del tasso dei controlli, in assenza è ovvio di
interventi strutturali sulle imposte sui redditi e sulla determinazione degli imponibili) e la
derivata “disobbedienza civile” causa, fra l’altro, uno Stato che utilizza male gli introiti da
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imposizione fiscale e che, non rispettando la Costituzione, tratta spesso i contribuenti come presunti
colpevoli, agendo da forte contro i deboli e comportandosi da debole contro i forti!;
Bisogna comprendere le cause dell’evasione e le diverse tipologie e non solo contrastarne gli effetti, vista la carenza
di una incisiva riforma Irpef e l’assenza di adeguate deduzioni che favoriscano l’emersione degli imponibili;
Vista la recessione in atto, il crollo dei consumi,l’assenza di strategie vincenti di sviluppo per la crescita del
sistema Paese, specie in tema di lavoro, e l’alta pressione fiscale (68% sulle imprese e 45% sulle persone fisiche),
urgono misure tributarie di riequilibrio, con effetti redistributivi, valutata l’incidenza, fra l’altro, dell’economia
irregolare in Italia (il 20% del Pil).
Impellente esigenza che la classe dirigente dell’Amministrazione Finanziaria sia razionalizzata nel numero e
resa autonoma dalla classe politica al fine di evitare che sia schienata sul “dictat politico,” rendendola seriamente
ed operativamente indipendente ed imparziale nell’esclusivo interesse del sistema Paese;
Pregnante necessità che l’Amministrazione Finanziaria sia depurata da incompatibilità di incarichi,conflitti di
interessi, cumuli,incarichi esterni di varia tipologia e dal governo di soggetti estranei alla medesima o peggio di
estrazione giudiziaria (cfr. Consiglieri ministeriali).
N.B.: non rileva argomentare, a contraris, che la “drammaticità” della situazione finanziaria in Italia impone e
giustifica che l’Amministrazione Finanziaria, nonostante le criticità di cui sopra, assicuri comunque eccezionali
risultati, non solo attesi, ma garantiti dalla governance gestionale a livello politico. Si corre il rischio di
intraprendere, finalmente, una santa crociata contro gli evasori, ma anche di stressare oltremodo e sfruttare
eccessivamente una macchina amministrativa che avrebbe, invece, il diritto di godere di qualche eccezione
positiva nei piani di risparmi che colpiscono la P.A. vista la sua MISSION, (si ricorda che l’Agenzia delle Entrate ha
subito oltre 1 mld di tagli nell’ultimo triennio), non foss’altro che per una “banale motivazione”: ogni euro investito
sul lavoratore finanziario ne rende 4: vertesi quindi nell’alveo degli investimenti e non in quello degli sprechi o dei
costi inutili da tagliare!!!
Con ampia riserva di reintervenire sull’argomento e, come sempre, “senza nulla a
pretendere”!!!!
Roma, 18 gennaio 2012
Il Segretario Generale
della Federazione CONFSAL-SALFi
Sebastiano Callipo
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