madagascar un`isola un continente: il profondo sud

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madagascar un`isola un continente: il profondo sud
MADAGASCAR
UN'ISOLA UN CONTINENTE: IL PROFONDO SUD
1° giorno
Italia-Antananarivo
Voli di linea. Partenza per Tana dove l’arrivo è previsto per la sera. Cena a bordo e pernottamento
in albergo.
2° giorno
Antananarivo-Ambositra
Partenza lungo il nastro d'asfalto che serpeggia sulle Alte Terre. I panorami
sono di grande suggestione: monti vulcanici e colline coltivate a terrazzo sono disseminati di
minuscoli villaggi e casine che sembrano uscire da un disegno di bimbo, nei piccoli centri colpisce
un’architettura d’altri tempi e l’incontro con la gente, davvero affabile e cordiale è sempre un
momento molto piacevole e di grande interesse. Arrivo ad Antsirabé, cittadina fondata nel 1872 da
missionari norvegesi a 1500 metri di altezza, località termale e capitale dei “pousse-pousses”,
tradizionale mezzo di trasporto malgascio. Antsirabé è uno dei centri più moderni ed importanti del
Madagascar, molto frequentato per il commercio delle pietre semi-preziose tagliate e vendute nei
vari negozietti. Notevole anche l’artigianato: ricami multicolori, miniature, corna di zebù intagliate o
utilizzate per la confezioni di vari oggetti. Continuazione poi per Ambositra, centro celebre per
l’artigianato zafimaniry. Magnifici i lavori di intarsio con essenze pregiate e le stoffe tessute a mano
in seta grezza. Cena e pernottamento in hotel.
3° giorno
Ambositra-Antoetra-Ranomafana
Visita al villaggio di Antoetra, culla degli Zafimaniry. Case interamente in legno assemblate
magistralmente con elementi ad incastro, porte, finestre, pilastri, granai…tutto è finemente scolpito.
L’origine di questo popolo è ancor oggi materia di dibattito: sono forse i discendenti dei costruttori
delle imbarcazioni che hanno permesso la grande migrazione dall’Indonesia nella notte dei tempi?
È per questo che hanno conservato questa incredibile perizia nel lavoro del legno? In ogni modo
oggi il loro lavoro, la loro arte, sono classificati a buon titolo patrimonio dell’Unesco. Infine si
riprende la via per il sud per raggiungere Ranomafana. Cena e pernottamento in hotel.
4° giorno
Ranomafana-Manakara
La strada che scende verso la costa orientale dalle Alte Terre, dorsale rocciosa che taglia in due
l’isola da nord a sud decretandone la dicotomia climatica tra est ed ovest, è spettacolare. Qui le
pendici sono ricoperte di vegetazione, verdi felci contrastano con la tipica terra rossa e un po’
ovunque spuntano slanciati bamboo, generosi banani e ravenala, l’albero del viaggiatore da cui gli
abitanti traggono il legno per la costruzione delle capanne. E' la foresta tropicale umida, una delle
tante sorprendenti facce della Grande Isola. Cena e pernottamento in albergo a Manakara, ai bordi
dell'oceano.
5° giorno
Manakara-Canale dei Pangalani-Vangaindrano
Al mattino visita del Canal dei Pangalani con una imbarcazione metallica. Lungo la costa est del
Madagascar si succedono una moltitudine di laghi e lagune separati dall’Oceano Indiano solo da
una piccola striscia di terra. Il Canale dei Pangalani è stato ideato per unire i vari specchi d’acqua
offrendo una via navigabile sicura a piccole imbarcazioni. Il progetto era molto ambizioso e
prevedeva 665 km di canali, la sua realizzazione si è limitata a 430 e l’utilizzo del canale a scopi
commerciali è quasi nullo. Così sulle sue acque si vedranno sfilare silenziose piroghe, lente zattere
di bambù cariche di mercanzie, imbarcazioni di pescatori. L'escursione offre momenti
indimenticabili, la scoperta di una fauna e flora acquatiche ricche ed inattese, la vista di splendide
foreste e di villaggi pieni di segreti. Pochi i visitatori. Nel pomeriggio rotta verso Vangaindrano. Cena
e pernottamento in albergo.
dal 6° al 8° giorno
Vangaindrano-Sandravinany-Sainte Luce-Fort Dauphin
Giornate dedicate alla scoperta del profondo sud, costa orientale. E' finito l'asfalto, comincia una
pista chiamata “Bac + 10”...giusto per precisare la singolarità di un percorso quanto mai
avventuroso che prevede ben 10 traghetti (bac = traghetto) per raggiungere la più importante città
del sud, Fort Dauphin. Passaggio a Manambondro, grosso villaggio famoso per la cultura dei chiodi
garofano, e poi Sandravinany, dove si porrà un campo . Lungo il tragitto ecco apparire le stele
commemorative erette in onore dei defunti, tipiche della regione. Questa è anche la strada di una
delle più belle piante carnivore, la Nepente, che qui si presenta in bei cespugli ricchi di “bicchierini”.
Bei villaggi tipici si susseguono intercalati dai folkloristici traghetti e savane sullo sfondo del
massiccio di Anosy. Fino a Sainte Luce, dove sbarcarono nel 1642 i primi francesi al comando di
Pronis. Possibilità di bei bagni. Campo. L'indomani, visita della bella riserva privata di Nahampona,
in un contesto più che lussureggiante: lemuri catta, sifaka e fulvi, tartarughe raggiate, palme diadre,
“orecchie d’elefante” e didieracee… Arrivo infine a Fort Dauphin, chiusa tra le montagne e l’oceano
burrascoso e contornata da immense coltivazioni di sisal. Sistemazione in albergo e cena.
9° giorno
Lokaro
Escursione indimenticabile attraverso un intrico di canali d’acqua dolce che si snodano
capricciosamente tra una vegetazione esagerata fino alla stupenda baia di Lokaro. Relax e
passeggiate permettono di apprezzare il sito, assolutamente spettacolare. Il bagno e l’incontro al
villaggio coi pescatori di etnia Antanosy rappresentano una chicca. Poi ritorno tranquillo verso Fort
Dauphin. Cena e pernottamento in albergo.
dal 10° al 13° giorno
Lavanono-Itampolo-Beheloka-Anakao: tra
l’inverosimile, mirabolante foresta spinosa
spiagge
vergini
e
Da Fort Dauphin si costeggia tutta la costa meridionale dell’isola. Dopo bei panorami intercalati da
verdi risaie e piantagioni di sisal ecco le prime avvisaglie di foresta spinosa. E' uno degli ambienti
più incredibili del Madagascar: alluaudia dalle lunghe dita irte di aculei protese verso il cielo, opunzie
opulente, pachypodium, euforbie oncoclada e stenoclada, aloe e succulente varie e bizzarre
prolificano qui in un insieme impenetrabile ed estesissimo...sembra davvero di essere su di un
pianeta alieno o quantomeno di esser sul set di un film di fantascienza. La prima notte si pone il
campo a Lavanono, splendida spiaggia dopo il piccolo villaggio omonimo. Si segue sempre la strada
costiera piegando verso il Tropico del Capricorno, che passa nei pressi di Tulear. Siamo qui nella
regione Mahafaly, e spesso si potranno ammirare esempi di tombe Mahafaly, riccamente decorate
con totem lignei chiamati Alo Alo. La base è coperta dai teschi completi di corna dei buoi che sono
stati sacrificati alla morte del loro proprietario per ornare l’ultima dimora, testimoniare ai posteri la
sua grandezza e… nutrire abbondantemente chi ai funerali ha voluto partecipare! Itampolo e la sua
bellissima spiaggia ci offriranno un altro bivacco da favola su piccole dune candide in riva al mare.
Da non perdere all’alba la partenza in mare dei pescatori su piroghe dalle vele suggestive, baciate
dai primi raggi del sole. Indimenticabile! Ecco poi Tsimanampetsotsa, grande lago salato, la sua
vegetazione e gli animali che vivono nel suo territorio sono protetti e la zona è considerata riserva
naturale. Il paese Mahafaly ospita molte tartarughe, di mare e di terra, che sono “fady” (tabù) per la
popolazione e assolutamente protette dallo stato. Le baie di sabbia fine sono infinite, e su di una si
trovano i minuscoli villaggi di Beheloka e Anakao, autentici perché accessibili agevolmente solo via
mare e dunque luogo ideale per i pescatori Vezo. Veri e propri nomadi dell’oceano, navigano su
piroghe ricavate direttamente da un tronco di legno tenero, scavato a mano, ed utilizzano le vele
delle loro piroghe a bilanciere per ripararsi durante i bivacchi notturni sulle spiagge. Le tecniche di
pesca ed i materiale usati (arpioni e reti) sono tradizionali. Protette dalle dune e dalla barriera
corallina, le spiagge sono lambite dolcemente dall’acqua. Al largo, sospeso tra cielo e mare,
l’isolotto inabitato di Nosy Ve sembra un miraggio. Un’escursione su di un’imbarcazione si
impone! Notti al bivacco.
14° e 15° giorno
Tulear-Ranohira-Parco dell’Isalo
Si raggiunge Tulear per una breve visita ed una puntata al mercato delle conchiglie, dove se ne
possono acquistare di ogni forma, dimensione e colore. Abbandonato il Canale di Mozambico e il
territorio sub-desertico del sud si giunge, con un percorso di circa 250 chilometri che offre panorami
molto diversificati, a Ranohira, dove si pernotterà ai bordi del parco dell’Isalo. La giornata seguente
è interamente dedicata ad un’escursione a piedi nel parco, un insieme straordinario di rocce di
arenaria modellate in forme bizzarre, lavorate come merletti. L’acqua ed il vento carico di sabbia
hanno conferito ai teneri pinnacoli un aspetto da castello fatato, da fortezza in rovina. Nei profondi
canyons lunghi chilometri, i cui picchi possono arrivare a 200 metri, scorrono fiumi a volte
permanenti. Popolato da una cinquantina di specie di uccelli e varie specie di lemuri, il territorio del
parco, che si estende ad un’altitudine tra gli 820 e i 1300 metri, presenta rarità vegetali endemiche
come il Pachypodium Rosulatum, particolare piccolissimo albero panciuto a forma di fiasco dai fiori
gialli. Con grande sorpresa si scopre una spettacolare piscina naturale, inserita tra un insieme di
rocce nude e lussureggiante vegetazione di pandani. Ma Isalo non è solo una meraviglia naturale, è
anche un luogo affascinante e misterioso, associato a tutta una serie di fady. L’etnia dominante in
questa regione è quella dei Bara, che praticano l’allevamento degli zebù. Cene e pernottamenti in
albergo.
16° e 17° giorno
Ambalavao-Fianarantsoa-Ambositra-Antsirabé
La strada continua sul Plateau de Horombe, immensa distesa di paglie gialle. Bella la cittadina di
Ihosy e “la Porta del Sud” imponente dicco vulcanico chiamato anche “il cappello del Vescovo”.
Poi, 7 chilometri prima della cittadina di Ambalavao, sosta alla piccola ma interessante riserva di
Anja gestita dalla gente del villaggio e incastonata in un panorama di pareti e ciclopici menhir
granitici bordati di risaie a terrazza. La regione è ricca di splendidi vigneti, piantagioni di soia ed è
famosa per le note fabbriche di carta “antaimoro”. Il processo di lavorazione artigianale,
abbastanza lungo, è gestito in prevalenza dalle donne. La carta si ricava dalla corteccia di un
arbusto che, bollita per 4 ore e ridotta in poltiglia con mazze di legno, viene distesa su telai di legno
di diverse misure e forme e decorata con fiori freschi leggermente pressati. Dopo alcune giornate di
essiccazione al sole, la splendida carta è pronta! Continuazione per Fianarantsoa, grosso centro
amministrativo e culturale, ed Ambositra. Cena e pernottamento in albergo ad Antsirabé.
18°giorno
Antsirabé- Antananarivo
Il cerchio si chiude ed è il momento di rientrare a Tana, la capitale che si estende sull’altopiano
dell’Imerina a 1400 metri di altezza tra ripide scalinate, giardini fioriti e tipiche abitazioni. A seconda
del tempo a disposizione passaggio al ricchissimo mercato artigianale che presenta ed offre le cose
più belle di tutta l’isola. Cena libera e trasferimento in aeroporto.
19° giorno
Antananarivo-Milano
Imbarco sul volo di rientro in Europa.
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