10 CLASSI QUINTE MAX WEBER Max Weber ha disposto il

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10 CLASSI QUINTE MAX WEBER Max Weber ha disposto il
AVANGUARDIA della TRADIZIONE
quinta edizione anno scolastico 2009 – 10
CLASSI QUINTE
MAX WEBER
Max Weber ha disposto il suo pensiero intorno a tre nuclei: la riflessione sul metodo delle scienze
sociali, la teoria del potere e delle sue forme, la descrizione del mondo moderno in termini di
razionalizzazione. Dei tre, resta quest’ultimo il più rilevante per orientarsi nel nostro tempo ed è
quello che, per molti versi, sintetizza anche le altre dottrine di questo grande maestro del ‘900.
Invero, non si capirebbe il suo concetto di una scienza sociale “avalutativa” (sciolta da preferenze
di valore e libera posizioni di parte) né il quadro, da lui enunciato, dei vari tipi di potere
(tradizionale, carismatico, burocratico), senza tenere, sullo sfondo, l’idea di razionalizzazione
come tratto caratteristico della nostra cultura. Soltanto In questa prospettiva si possono guardare
in modo “neutro” le scienze sociali e capire le strutture differenziate che il “potere” assume nelle
varie forme di società. La visione weberiana del mondo occidentale moderno come mondo della
progressiva razionalizzazione dell’esistenza individuale e sociale, si dispiega nella Sociologia della
religione, una serie di studi sul problema generale dell’etica economica delle religioni universali,
aperta da L’etica protestante e lo spirito del capitalismo ed ultimata dopo la morte, nel 1920.
La comprensione della struttura economica della nostra società, quindi, in rapporto con altri
aspetti del processo di razionalizzazione di vari campi della vita da cui essa è caratterizzata,
rappresenta il centro del lavoro di Max Weber. Ma perché questo sforzo di razionalizzazione in
senso formale della vita economica è avvenuto soltanto in Occidente? Cosa la rende diversa da
strutture economiche simili (ad es. il capitalismo occidentale antico)? Al rapporto tra calcolo del
capitale, bilancio preventivo e bilancio consuntivo, si deve aggiungere la forma mentis che
considera il guadagno un tipo di “ascesi mondana” (autonomo e superiore rispetto all’utilità e alla
felicità individuale) da perseguire mediante l’impegno professionale, che in tal modo diventa un
ufficio moralmente obbligante (Beruf ).
Su questi caratteri costitutivi del mondo moderno, tuttora al centro della discussione, Max Weber
meditò a fondo, nei primi decenni del secolo scorso. La “ragione” è identificabile con il calcolo
razionale? Quali costi ha richiesto il disincantamento del mondo , ossia il percorso che ci ha
liberato da demoni, spiriti e stregoni ? Non è stato peraltro Weber a prevedere che una società
super tecnologizzata diventa ancor più superstiziosa, legata a capi carismatici, suggestionata da
leggende e dicerie? Se l’essenza dell’agire razionale sta nel perseguire i mezzi più appropriati per
l’ottenimento di precisi scopi, che relazione intercorre tra etica della responsabilità (attenta alle
conseguenze oggettive dell’azione) e etica della convinzione (la fede nel valore incondizionato di
un comportamento, a prescindere dalle sue conseguenze)? Che rapporto c’è tra conoscere e
valutare, tra ”Il dovere scientifico di vedere la realtà dei fatti” e “l’adempimento del dovere pratico
di sostenere i propri ideali”?
Si trattasse di scienza o di politica, Weber invitava al realismo e insieme alla passione: le due
etiche non sono opposte ma si completano, anche se tra esse non si darà mai una vera
conciliazione né armonia a buon mercato. I valori sono più d’uno, ognuno ugualmente importante
nella propria sfera, e possono scontrarsi al momento della decisione (specie se si ha un carico
responsabilità verso il prossimo). Ma questo è il senso del politeismo dei valori, verso cui siamo
chiamati a esprimere un’adesione disincantata.
Le letture (segnalate dal prof. Gian Enrico Rusconi Prof. Scienza politica, Univ. di Torino) sono la
“Osservazione preliminare” da L'etica protestante e lo spirito del capitalismo e la conferenza
dedicata a La scienza come professione.