SICUREZZA BIOLOGICA Il Decreto Legislativo n. 626/94 ha posto le

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SICUREZZA BIOLOGICA Il Decreto Legislativo n. 626/94 ha posto le
SICUREZZA BIOLOGICA
Il Decreto Legislativo n. 626/94 ha posto le basi per una adeguata azione di tutela
della salute nei luoghi di lavoro e per quanto riguarda la “protezione da agenti
biologici” chiarisce tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio biologico.
D. Lgs.626 sancisce l’obbligo di:
• valutazione del rischio (art. 78)
• adempimento ad un sistema di notifiche ed autorizzazioni (artt. 76,77)
• applicazione di procedure di buona prassi microbiologica (artt. 78,79)
• applicazioni di norme igieniche (art.80)
• applicazioni di misure del contenimento del rischio (artt. 81-83)
• applicazione di misure di emergenza (art. 84)
• informazione e formazione dei lavoratori (art. 85)
• sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti (artt. 86-88)
RISCHIO BIOLOGICO
Rischio professionale cui possono andare incontro alcune categorie professionali
particolarmente esposte e che, in via continuativa, sono addette a quelle attività
lavorative per le quali si può ipotizzare un rischio di esposizione ad agenti biologici.
RISCHIO: probabilità matematica che un evento si verifichi, ovvero che sia
raggiunto il livello potenziale di danno.
PERICOLO: qualità o proprietà intrinseca di una determinata entità (materiali o
attrezzature da lavoro, metodi e pratiche di lavoro) potenzialmente capace di causare
danni. Si distinguono:
a) pericolo per la sicurezza: condizioni che possono determinare incidenti con
danni all’individuo;
b) pericolo per la salute: circostanze o agenti che possono colpire la salute
dell’operatore o della sua prole, sia nell’immediato che nel futuro
CATEGORIA DI LAVORATORI ESPOSTE AL RISCHIO BIOLOGICO
Tutti i lavoratori:
-
a contatto con animali e loro prodotti
addetti all’industria di trasformazione delle carni, pelli, ecc.
addetti ai servizi sanitari ambulatoriali, ospedalieri e veterinari
addetti allo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi
addetti agli tabulari
addetti alle biotecnologie
Il D.Lgs 626 nell'articolo 74 riporta la seguente definizione di agente biologico:
"qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed
endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie, o intossicazioni".
Più precisamente, gli organismi viventi o le sostanze di origine biologica alle quali si
può essere esposti durante l'attività lavorativa e che presentano un potenziale rischio
per la salute umana, possono essere classificati nei seguenti gruppi:
1) agenti biologici: microrganismi (batteri, virus, miceti) e parassiti (protozoi ed
elminti);
2) colture di cellule animali, per i possibili agenti infettanti che le cellule in
coltura possono ospitare (importanti soprattutto le cellule umane e dei primati)
3) liquidi biologici (sangue) ed altri campioni clinici potenzialmente infetti (feci,
espettorato, biopsie, campioni autoptici);
4) tessuti provenienti da animali, sia da esperimento che da allevamento;
5) animali, sia da laboratorio che da allevamento, per possibili allergie (peli,
piume) e/o aggressioni (morsi, graffi);
6) allergeni, cioè sostanze che provocano manifestazioni allergiche in soggetti
sensibilizzati (polvere, pollini, miceti);
7) tossine di batteri, animali e piante.
REGOLE FONDAMENTALI
• tutto il personale afferente ad un laboratorio (anche tirocinanti, studenti) deve
conoscere i rischi biologici, chimici, fisici a cui può essere esposto
• il responsabile del laboratorio deve accertarsi di ciò
• misura fondamentale di contenimento: buona pratica di laboratorio
• le attrezzature e i dispositivi di sicurezza sono complementari e non possono
sostituire le misure di buona prassi
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Premesse:
• effettuata preventivamente
• basata fortemente sulla formazione ed informazione del personale
Obiettivi:
• stima del rischio
• impostazione delle misura di tutela
Situazioni di rischio biologico:
1) rischio biologico noto: microrganismi volutamente introdotti nel ciclo
lavorativo, trattati e manipolati
2) rischio sporadico e/o imprevedibile (art. 78): esposizione per manipolazione
e trattamento di materiali potenzialmente contaminati o per presenza di
microrganismi nell’ambiente di lavoro
AGENTI BIOLOGICI
( CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA PERICOLOSITA’)
GRUPPO 1: presentano poche o nulle probabilità di causare malattia in soggetti
umani
GRUPPO 2: possono causare malattie in soggetti umani e conseguentemente
costituire un rischio per i lavoratori; scarsa probabilità che si propaghino nelle
comunità; sono disponibili efficaci misure terapeutiche e profilattiche; (es. HAV, B.
pertussis, C. albicans, C. tetani, S. aureus)
GRUPPO 3 : possono provocare malattie gravi in soggetti umani, rappresentando
così un serio rischio per i lavoratori ; gli agenti biologici in questione possono
propagarsi nelle comunità, ma sono disponibili misure profilattiche e terapeutiche; (
Brucelle, M. tuberculosis, HBV, HCV, HIV)
GRUPPO 4: possono provocare malattie gravi in soggetti umani e, oltre a costituire
un serio rischio per i lavoratori, possono presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunità; nei loro confronti non sono disponibili efficaci misure
profilattiche e terapeutiche; ( virus Ebola, virus Lassa, virus della febbre emorragica
di Crimea/Congo)
Vie di trasmissione degli agenti biologici.
Le vie di trasmissione degli agenti biologici in ambito lavorativo:
• possono essere diverse da quelle normalmente seguite all’esterno
• sono condizionate dalle grandi quantità di microrganismi che vengono
manipolate
Quindi:
RISCHIO PIU’ ELEVATO CHE IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE O
NELLA VITA COMUNE
Le più frequenti vie di trasmissione durante l'attività di laboratorio sono:
•
•
•
•
ingestione
inalazione
inoculazione
contaminazione di cute e mucose
1) Ingestione (via orale) :
- il pipettamento a bocca di un liquido contenete agenti infettanti
- il trasporto di microrganismi alla bocca con le mani
- il consumo di alimenti e bevande contaminatesi in laboratorio
- il fumo
- gli spruzzi e gli schizzi in bocca in seguito ad incidenti
N.B è assolutamente vietato in qualsiasi laboratorio e per qualsiasi livello di
contenimento conservare alimenti e bevande, mangiare, bere, fumare o
pipettare con la bocca.
2) Inalazione (via aerea) :
- formazione di aerosol biologici
- l’uso di anse da batteriologia,di pipette, di siringhe
- apertura di provette e di flaconi contenenti liquidi
- centrifugazione
- colture liofilizzate
- colture batteriche essiccate
- materiale biologico su tamponi secchi e su tappi di provette e di flaconi
- spore fungine.
3) Inoculazione:
- per punture accidentali
- per ferite con oggetti taglienti
- per morsicature e graffi di animali
NB. è necessario una corretta e sicura eliminazione di oggetti appuntiti e
taglienti da qualsiasi laboratorio per qualsiasi livello di biosicurezza.
4) Contaminazione di cute e mucose :
- spruzzi o spargimenti sugli occhi o in faccia o sulla cute
- contatto con superfici, strumenti ed altri oggetti contaminati
- trasferimento diretto di microrganismi dalle dita agli occhi
NB. poco pericolosa quella della cute integra molto più quella della cute con
ferite o lesioni di continuo e quella delle mucose (congiuntive)
In base alla sicurezza con cui gli agenti biologici devono essere utilizzati, manipolati
e conservati in laboratorio la legge individua 4 livelli di contenimento:
1) Laboratorio di base - livello di biosicurezza 1:
• agenti che non comportano rischio per il personale e la comunità
• garantito solo dalle misure di buona pratica di laboratorio
• applicabile ai laboratori didattici in cui si manipolano microrganismi
appartenenti al gruppo 1
• per i laboratori di ricerca è sempre opportuno seguire le misure del livello 2
2) Laboratorio di base - livello di biosicurezza 2:
• agenti a moderato rischio per il personale e la comunità
• prevede tutte le precauzioni del livello 1 più altre specifiche
• applicabile ai laboratori clinici, diagnostici ed anche a quelli didattici e di
ricerca in cui si manipolano microrganismi appartenenti al gruppo 2 (i
laboratori clinici o ospedalieri possono essere occasionalmente esposti a
microrganismi appartenenti a gruppi di rischio superiori)
3)
•
•
•
Laboratorio di sicurezza - livello di biosicurezza 3:
agenti ad elevato rischio per il personale e a basso rischio per la comunità
prevede tutte le precauzioni dei livelli 1 e 2 più altre specifiche
applicabile ai laboratori in cui si manipolano microrganismi appartenenti al
gruppo 3
4) Laboratorio di massima sicurezza - livello di biosicurezza 4:
•
applicabile ai laboratori in cui si manipolano microrganismi appartenenti al
gruppo 4
PROCEDURE DI EMERGENZA
Si possono verificare i seguenti incidenti:
1) esposizione a bioaerosol;
2) spargimenti;
3) punture e ferite;
4) schizzi sulla faccia.
In caso di esposizione a un aerosol biologico bisogna:
- trattenere il respiro e abbandonare immediatamente il laboratorio, chiudere la
porta ed avvisare le altre persone
- rimuovere attentamente il camice e riporlo in un sacco “biohazard”
- lavarsi le mani e la cute esposta con acqua e sapone disinfettante
- affiggere un apposito segnale di contaminazione biologica ed evacuare il
laboratorio per almeno 30 min.
- segnalare l’incidente al responsabile del laboratorio
- chiedere l’assistenza medica per i soggetti esposti
La caduta di un matraccio, provette, flaconi con conseguente rottura e fuoriuscita di
liquido richiede la bonifica immediata in relazione al livello di biosicurezza presente
nel laboratorio.
In caso di puntura o ferita è necessario lavare l’area interessata con sapone
disinfettante e acqua tiepida per 15 min., favorire l’uscita di sangue dalla ferita,
segnalare l’incidente al responsabile, chiedere l’assistenza medica.
Anche per quanto riguarda gli schizzi sulla faccia, se l’incidente ha generato un
aerosol (al di fuori della cappa di sicurezza) bisogna immediatamente uscire dal
laboratorio e seguire le procedure in un’area sicura.
PROCEDURE DI BONIFICA IN CASO DI SPARGIMENTO DI MATERIALE
INFETTO
Livello di biosicurezza 1:
*occorre segnalare immediatamente l’incidente alle altre persone presenti nel
laboratorio al fine di impedire un’ulteriore diffusione al personale e all’ambiente
• è necessario togliersi gli indumenti eventualmente contaminati e lavare la cute
esposta con sapone disinfettante
• dopo aver indossato guanti, indumenti protettivi e protetto opportunamente la
faccia occorre: a) coprire l’area contaminata con carta assorbente; b) versarvi
sopra una soluzione disinfettante concentrata (iodofori, ipoclorito di sodio) e
lasciare agire per un tempo sufficiente (15 min.). Gli eventuali frammenti di
vetro devono essere prelevati con pinza o paletta (monouso) e devono essere
riposti in un idoneo contenitore resistente alla puntura.
• Tutto il materiale utilizzato per la disinfezione nei rifiuti biologici deve essere
eliminato
• Il materiale riutilizzabile (pinze metalliche) deve essere decontaminato.
• Le mani vanno lavate con sapone disinfettante (iodofori)
Livello di biosicurezza 2:
• occorre seguire tutte le misure precedenti
• il respiro deve essere trattenuto ed il laboratorio abbandonato immediatamente
avendo cura di chiudere la porta e di avvisare le altre persone presenti nel
laboratorio
• è necessario affiggere un apposito cartello di contaminazione biologica
• l’incidente deve essere notificato al responsabile del laboratorio
• occorrono almeno 30 min. prima di poter rientrare in laboratorio (per metter
fine ad un eventuale aerosol che si è formato)
• prima di effettuare la disinfezione è necessario indossare guanti, indumenti
protettivi (camice, calzari monouso) e proteggere la faccia ( occhiali o
mascherina chirurgica)
• il periodo di contatto del disinfettante deve essere protratto per almeno 20 min.
• è necessario disinfettare le aree circostanti con soluzione disinfettante ed
asciugare tutta l’area contaminata. L’area deve essere spruzzata con una
soluzione di ipoclorito di sodio e lasciata asciugare
• tutto il materiale utilizzato per la disinfezione deve essere riposto in un sacco
“biohazard” autoclavabile per la sterilizzazione in autoclave.
Livello di biosicurezza 3:
• occorre seguire tutte le procedure precedenti
• il camice protettivo deve essere rimosso nella zona filtro e riposto in un sacco
“biohazard” autoclavabile; dopo essersi tilto il camice è necessario togliersi i
guanti e lavare le zone cutanee esposte con acqua tiepida e sapone antisettica
• in caso di puntura o ferita l’area interessata deve essere lavata con sapone
disinfettante ed acqua tiepida per 15 min.; è utile fuoriuscita di sangue dalla
ferita
• in caso di esposizione oculare occorre lavarsi gli occhi con apposito lavaocchi
per 15 min.
• è opportuno decontaminare le aree circostanti (pavimenti, superfici di lavoro)
mediante carta assorbente imbevuta di varechina lasciando agire il disinfettante
per 15-20 min.
• la procedura di decontaminazione deve essere ripetuta due volte
• tutti gli strumenti monouso utilizzati devono essere decontaminati
• il camice protettivo utilizzato durante le procedure di disinfezione deve essere
rimosso accuratamente e riposto in un sacco biohazard, dopo essersi tolti i
guanti e gli occhiali protettivi è necessario lavarsi le mani con acqua tiepida e
sapone antisettico per almeno 15-30 sec.
• tutti i rifiuti prodotti durante la decontaminazione devono essere sterilizzati in
autoclave
PREPARARE UN KIT DI DECONTAMINAZIONE
• può essere costituito da un secchio in materiale resistente con applicato
all’esterno il simbolo biohazard
• il secchio deve contenere:
a) varechina concentrata,
b) pinze per prelevare il materiale,
c) carta assorbente,
d) guanti monouso,
e) dispositivi di protezione per il viso
MISURE ELEMENTARI DI PROTEZIONE
Una volta individuati i rischi presenti sul posto di lavoro, è necessario imparare come
si può prevenire l’esposizione.
COSA BISOGNA FARE PER PREVENIRE L’ESPOSIZIONE AD UN
AGENTE INFETTIVO?
Utilizzare le attrezzature più idonee ad adottare norme di comportamento sicure.
LE MIGLIORI DIFESE SONO DUE:
1. tenere le mani pulite
2. utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI), vale a dire indumenti da
indossare (camici, grembiuli, impermeabili, copricapo, calzari) e strumenti
specifici da adoperare (guanti, mascherine, occhiali, visiere) per la protezione
delle persone dagli agenti infettivi.
IL LAVAGGIO DELLE MANI
E’ molto importante lavarsi sempre le mani prima e dopo il contatto con un paziente
o con qualsiasi cosa il paziente abbia toccato. Inoltre:
• lavare le mani subito dopo aver tolto i guanti e prima di
mangiare, bere, fumare, truccarsi o maneggiare lenti a
contatto.
• Sviluppare un’abbondante schiuma con sapone non
abrasivo ed acqua corrente, strofinando accuratamente tra le
dita ed intorno le unghie. Risciacquare bene e a lungo.
• Lavare le mani al termine del lavoro
• Se le mani o altre parti del corpo sono venute a contatto con
sangue ed altri liquidi corporei, lavare accuratamente e
completamente la pelle esposta.
• Se sono state contaminate le mucose (es. schizzo di sangue
nell’occhio o in bocca) lavare con acqua corrente senza
strofinare con le dita.
FARE USO DEL DPI
I dispositivi di protezione individuale proteggono, aiutando la pelle, gli occhi, la
bocca e gli abiti dall’esposizione agli agenti infettivi. Essi, pertanto vanno sempre
impiegati prima di eseguire procedure che possono provocare schizzi o spandimento
di liquidi biologici:
• I responsabili dell’azienda presso la quale si lavora devono
mettere a disposizione i diversi tipi di DPI
• I responsabili delle strutture devono individuare ed indicare
i DPI più efficaci, a seconda della mansione che si svolge.
Inoltre, è loro compito assicurarsi che i lavoratori ne
facciano uso.
• E’ importante non indossare mai DPI danneggiati o sporchi
o a seconda dei casi non sanificati.
• Dopo l’uso togliere i DPI
DECONTAMINAZIONE ED ELIMINAZIONE DEI DPI
Gli indumenti protettivi personali ed i DPI devono essere tolti prima di
allontanarsi dall’ambiente di lavoro o quando si contaminano; essi vanno
introdotti in appositi contenitori per la decontaminazione, la conservazione
o la eliminazione, a seconda dei casi. Se un indumento si perfora, deve
essere sostituito immediatamente o al più presto possibile.
USO DELLE ATTREZZATURE
Non usare frigoriferi destinati all’attività lavorativa per conservare
alimenti; il consumo di cibi e di bevande è vietato nei luoghi destinati
all’attività lavorativa. Infine, non conservare in un frigorifero normale
prodotti infiammabili o esplosivi.
E’ BUONA NORMA:
• adottare una attitudine positiva verso la sicurezza,
impiegando sistematicamente i DPI idonei allo
scopo
• imparare a distinguere il codice di identificazione:
- le etichette ed i segnali di rischio biologico sono contraddistinti da
un simbolo particolare
- i contenitori ed i sacchetti di colore rosso o arancione indicano che
esiste la possibilità di presenza di materiale biologico a rischio
RISCHIO FISICO
Gli agenti fisici che costituiscono un rischio per la salute sono:
* elettrico
* radiazioni ionizzanti
* rumore
* vibrazioni
* ambiente termico (agenti caldo/freddo)
* ambiente luminoso
* radiazioni non ionizzanti
Il rischio elettrico consiste in :
• elettricità statica
• contatto con parti in tensione: carcasse di strumenti,
tavoli metallici in tensione, condensatori
elettrostatici
• formazione di archi
I DPI contro i rischi elettrici sono:
• guanti elettricamente isolanti o antistatici
• tute elettricamente isolanti
• calzature di protezione: antistatiche o isolanti,
scarpe, stivali o sovrastimali di protezione,
resistenza elettrica e antistaticità
I rischi elettrici nell’Università sono presenti praticamente in quasi tutti i
luoghi di lavoro:
• uffici in genere
• laboratori chimici e biologici (anche in presenza di
liquidi)
• laboratori fisico/ingegneristici (uso di alta tensione o
correnti elevate)
• officine e laboratori prove materiali
Le radiazioni ionizzanti:
• radiazioni corpuscolari (a,b, neutroni e altre
particelle)
• raggi x e g
• materiali radioattivi (naturali:rocce, radon, raggi
cosmici; artificiali: prodotti di attivazione
neutronica, kit radioimmunologici)
Gli effetti dell’esposizione e quindi i danni sull’uomo si distinguono in
due categorie:
• i danni deterministici: frequenza e gravità variano
con la dose, per essi è individuabile una dose soglia.
• danni stocastici: soltanto la probabilità di
accadimento è funzione della dose e non la gravità;
inoltre non esiste una dose soglia; sono distribuiti
casualmente tra la popolazione e si manifestano
dopo anni dall’esposizione:comprendono le
leucemie, tumori e malattie ereditarie della
progenie.
Limiti di dose individuale
I limiti sono fissati dalla legge per tutti i lavoratori, compresi gli studenti,
e per le persone del pubblico; essi non tengono conto delle dosi
provenienti dal fondo naturale di radiazione e dell’esposizione ricevuta dai
pazienti durante gli esami e trattamenti medici. I limiti di dose si applicano
alla somma delle dosi ricevute per esposizione esterna ed interna e a tutte
le sedi ove l’interessato lavora.
Misure di prevenzione e protezione
• ridurre il numero degli esposti
• formazione ed informazione del personale
• classificare il personale esposto e segnalare le aree a
rischio
• utilizzare la minima attività/potenza possibile
• minimo tempo di esposizione
• distanza maggiore possibile dalla sorgente
• posizionarsi sempre dietro le barriere o schermi
protettivi (plexiglass), o le pareti di protezione
• indumenti protettivi schermati
• minima area del campo radiante
• corrette procedure di lavoro
• idoneo uso delle apparecchiature
• controlli costanti da parte dell’esperto qualificato
Le radiazioni ionizzanti nell’Università:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
impianti nucleari
laboratori di radiochimica
laboratori di radiobiologia e radioimmunologia
diffrattometri a RX
reparti radiodiagnostica
laboratori di fisica
laboratori prove materiali e controlli non distruttivi
microscopi elettronici e a fluorescenza
gascromatografi
IL SUONO E IL RUMORE
Gli effetti del rumore:
• fatica uditiva: innalzamento temporaneo e
reversibile della soglia uditiva (di solito entro 10-20
gg)
• ipoacusia da rumore: spostamento permanente della
soglia uditiva, che avviene in modo lento e graduale
• sordità professionale: deficit uditivo manifesto
• effetti extrauditivi: di solito legati ad un evento
traumatico acustico acuto
D. Lgs 277/91: i livelli di riferimento
* Leq di riferimento giornalieri:
• Leq< 80dB (A): sicuro? Ottimizzare sempre
• 80<Leq<85dB(A): informazione sui danni, DPI,
segnaletica, visita sanitaria a richiesta del lavoratore
• 85<Leq<90dB(A): informazione, DPI, segnaletica,
controlli sanitari biennali, uso corretto macchinari
• Leq>90dB(A): informazioni, DPI, segnaletica,
controlli sanitari annuali, delimitazione delle zone,
uso corretto dei macchinari, ridurre l’esposizione,
registro degli esposti, nota a ISPL e ASL
* Livello istantaneo (peak) massimo:
• 140dB: valore da non superare mai, procedere come
> 90
DPI per il rumore:
-
cuffie antirumore
cuffie antirumore montate direttamente sull’elmetto
cuscinetti auricolari (palline o tappi)
caschi avvolgenti
IL rumore in Università:
• officine meccaniche ed in presenza di macchine
utensili in genere
• laboratori prove materiali
• laboratori trattamento rocce
• giardino botanico e aziende agrarie
• eccezionalmente vicino a stampanti veloci
meccaniche, non adeguatamente isolate
• centro calcolo
• laboratorio biochimico
• microscopio elettronico
AGENTI DI PERICOLO TERMICI
•
•
•
•
•
•
•
proiezione di materiale incandescente
calore per contatto
calore radiante
fuoco, fiamme
freddo, liquidi criogenici
intemperie, raggi solari
ambiente termico in genere
I DPI contro i rischi termici:
• occhiali o maschere per la protezione degli occhi e
del viso
• guanti contro il caldo e il freddo
• indumenti per il caldo o il freddo
• calzature di protezione
I rischi termici in Università:
•
•
•
•
•
•
•
laboratori chimici e biologici
laboratori fisico/ingegneristici
officine per saldature
camere fredde
conservazione di cellule
risonanze magnetiche
giardini botanici nei lavori all’aperto
La luminosità
Rischi e rimedi
I rischi:
•
•
•
•
affaticamento visivo
affaticamento generale
infortunio per scarsa illuminazione
abbagliamento solare o da lampade
I rimedi:
• corrette condizioni illuminotecniche
• schermature idonee a finestre e elementi illuminanti
Le radiazioni non ionizzanti Rnl o NIR in Università:
• ultrasuoni: biologia, chimica, fisica, ospedali
• radiofrequenze: ingegneria, fisica
• risonanze magnetiche e campi magnetici: fisica,
chimica, farmacologia, ospedali
• ultravioletto: chimica, biologia, strutture sanitarie
• laser: ingegneria, fisica, biologia, chimica, ospedali,
trasmissione dati
NIR: rischi collaterali
• rischio elettrico
• manipolazione di agenti chimici, gas compressi,
gas/liquidi criogeni
• presenza di fumi e vapori
• movimentazione manuale dei carichi
• rumore
• produzione di ozono
RADIAZIONI NON IONIZZANTI: ultrasuoni
Gli ultrasuoni sono una radiazione acustica di frequenza superiore a quella
udibile dall’uomo, generalmente 20kHz.
Misure di prevenzione:
•
•
•
•
barriere idonee
cuffie acustiche
non immergere le mani nei bagni sonici
non toccare il trasduttore o l’applicatore in funzione
CAMPI ELETTROMAGNETICI
Misure di prevenzione:
• mappatura delle aree occupate da persone e
identificazione delle zone critiche
• segnalare la presenza del rischio
• schermatura delle sorgenti
• usare i DPI
• formazione ed informazione
• uso selettivo dello spazio e del tempo (limitare
l’accesso ad aree con campi elevati, disporre le
postazioni di lavoro/studio lontano dalle sorgenti,
non stare inutilmente vicino alle sorgenti)
Campi normalmente presenti in ambienti di vita e di lavoro:
• campi statici
• campi a frequenza di rete
• campi ad alta frequenza
Esempi di sorgenti:
•
•
•
•
•
•
spettrometri di massa (NMR)
magneti permanenti
elettrodomestici, forni a microonde
elettrodotti
antenne sui condomini
telefoni cellulari
UV: sorgenti in Università
• lampade germicide a bassa pressione di mercurio
per disinfezione dell’aria degli ambienti confinati o
di liquidi e nella sterilizzazione dei materiali
• lampade fluorescenti a bassa, media e alta pressione
impiegate in applicazioni di fotochimica,
polimerizzazione di molecole ed induzione di
fluorescenza nei materiali
• transilluminatori (312nm) per la visualizzazione di
strutture molecolari (DNA)
• diagnostica e terapia medica
DPI per le radiazioni non ionizzanti:
•
•
•
•
•
occhiali laser e UV
indumenti/camici per UV
guanti per ridurre le correnti di contatto
maschere per saldatura
protezione vie respiratorie