Quando negli orologi batte un cuore di silicio

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Quando negli orologi batte un cuore di silicio
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- Giovedì 25 Novembre 2010 - Corriere della Sera - Corriere Orologi
LA NUOVA TECNOLOGIA
Quando negli orologi
batte un cuore di silicio
Da oltre una decina d’anni questo elemento chimico
ha rivoluzionato la produzione incidendo sui prezzi
✹ di Umberto Torelli
n natura il silicio risulta il
secondo elemento chimico dopo l’ossigeno. Visto
che compone la crosta terrestre per oltre il 27 per cento di
peso. In edilizia, sotto forma
di sabbia e argilla serve per realizzare cemento e mattoni.
Compare anche nelle leghe
d’acciaio e pannelli solari, ma
soprattutto rimane componente primario per realizzare
memorie e microprocessori
elettronici. In pochi però sanno del suo utilizzo, da una decina d’anni, anche in orologeria. In spirali, scappamenti e
ruote dentate. Due i motivi
principali dell’impiego. Il peso, perché a parità di volume
il silicio risulta più leggero del
metallo. E poi, grazie al sistema litografico con cui viene inciso sulle piastre (wafer), realizza parti con forme più definite, arrivando a risoluzioni oltre il millesimo di millimetro.
Per questi motivi nel
2006 Breguet ha studiato
Tourbillon, un segnatempo
con spirale in silicio. Va ricor-
I
dato che la spirale è la parte vitale del movimento, il cuore
dell’orologio. Le sue oscillazioni regolari imprimono ritmo
all’intera meccanica. Di solito
la finissima molla spiraliforme viene realizzata in metallo. Però il funzionamento può
essere perturbato da urti, ma-
gnetismo e gravità terrestre.
La lega usata, prodotta da Nivarox-Far (Swatch Group),
presenta la proprietà di irrigidirsi all’aumento della temperatura, compensando le dilatazioni termiche.
L’uso del silicio elimina que-
LA CURIOSITÀ
Il quadrante che può salvare la vita
Di orologi con funzioni biometriche ne abbiamo già visti. Ma
Adamo2, («autonomia al domicilio assistenza e monitoraggio»)
della torinese Prima Electronics, va oltre. Perché una volta indossato agisce come «salvavita». I sofisticati sensori elettronici montati al suo interno rilevano la temperatura cutanea, i movimenti
della mano e le cadute accidentali. E grazie a un accelerometro triassiale segnala anche immobilità sospette. Insomma, un infermiere da tenere
al polso che elabora i parametri fisiologici e li
trasmette via onde radio a una stazione base
collegata a un centro per fornire assistenza
immediata. Un dispositivo ideale per anziani,
disabili e persone con problemi di salute.
Adamo2 sarà disponibile al pubblico da inizio
U.Tor
anno a circa 400 euro.
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ste problematiche perché la
superficie piana e levigata,
consente allo scappamento
ad ancora di funzionare senza
sistemi di lubrificazione. Non
solo, spiegano i maestri orologiai dal quartiere generale di
l’Abbaye in Val de Joux: «Il silicio non interferisce con i campi magnetici, così il movimento non risente delle perturbazioni indotte da apparecchi
elettrici». Inoltre, il suo peso,
tre volte inferiore a quello di
acciaio e ottone, consente di
realizzare pezzi più leggeri e
con inerzia termica inferiore.
Punto a sfavore risulta la limitata malleabilità che rende
più complesse alcune fasi della lavorazione. Ne è un esempio la spirale Breguet, con la
curva terminale del 7047PT.
«Abbiamo modificato il processo produttivo — spiegano
ancora i maestri orologiai —
non potendo torcere il silicio
per la curva terminale della
spirale, sono stati uniti due
pezzi singoli».
Punta invece alla sinergia silicio-diamante la maison Ulys-
Sottilissimo In alto, un «wafer» con un ruotismo in silicio. Impressiona il confronto con una testa di
fiammifero. Sopra, alcuni componenti, sempre realizzati in silicio, dello scappamento di un orologio
se Nardin. Alla base del processo produttivo troviamo un
reattore. Cvd (Chemical vapor
deposition) della Diamaze,
un’azienda di micro-tecnologia. Si tratta di un complesso
Anche le grandi
maison ormai
ne sfruttano
tutti i vantaggi
sistema in grado di sovrapporre sul silicio, attraverso deposizione chimica, una microscopica superficie di diamante vaporizzato. Il rivestimento ottenuto protegge il composto nel
tempo. La durezza del diamante, dieci volte superiore a
quella del titanio, rende il materiale ottenuto ideale per lavorazioni micromeccaniche
di precisione. Unendo la leggerezza del segnatempo, a una
grande resistenza all'usura e
stabilità meccanica.
Anche Patek Philippe guar-
da con interesse alla tecnologia del silicio per esaltare le
prestazioni del movimento
mecca nico. Ecco perché ha
ideato il nuovo scappamento
(ruota e ancora) Pulsomax, assemblato assieme alla spirale
Spiromax. Due innovativi
componenti realizzati in Silinvar, un materiale ottenuto dall’ossidazione sotto vuoto di
molecole di silicio, montati
sulle serie limitate dei cronografi Calendario Annuale (ref
5250 e 5350).
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IL RESTAURO DI UN «LANGE & SÖHNE» DA TASCA UNICO
Anatomia di un tesoro
«complicato» e ritrovato
✹ di Stefano Landi
na storia che sembra una favola. Talmente magica che un libro lo è diventato veramente, per raccontare in 96 pagine illustrate l’anatomia di un tesoro. Benvenuti
nel favoloso mondo dei «tasca vintage» e della
seconda (e impensabile) vita della Grande
Complication N˚42500 della Lange & Söhne.
Una storia che inizia nel 1902 e che riparte un
secolo dopo come se il tempo per una volta si
fosse fermato veramente. Nel 2001, durante
una visita alla manifattura della Lange &
Söhne, un uomo mette sulla scrivania di Jan Sliva, responsabile dei restauri dei pezzi storici da
taschino, un orologio recuperato in cantina,
U
Favola Il 42500 della Lange &
Söhne, prima e dopo il restauro
MONARD DATE, ref. 342.502-003. Oro rosa 18K. Gran data. Movimento
a carica manuale cal. HMC 342.502. Riserva di carica di 7 giorni.
Indicazione della riserva di carica sul retro del movimento visibile
tramite il fondello a vista
www.h-moser.com
martoriato dal tempo. Gli elementi sono sporchi, ossidati, arrugginiti, corrosi. Solo il quadrante smaltato è integro. Un colpo di fulmine.
Sliva sa dove mettere le mani e soprattutto dove far cadere l’occhio. Su un ponte è inciso il numero di serie 42500. I registri di produzione dicono che è un esemplare unico, con il movimento più raro e complicato mai uscito dalla casa sassone. Niente di simile era mai stato riprodotto. Dedicato ad un certo professor Graff,
quel pezzo era stato acquistato nel 1902 da un
amatore viennese che pur di accaparrarselo
aveva investito i soldi con cui ai tempi si poteva
comprare una casa, ma a giudicare dallo stato
in cui versava non aveva passato un secolo di
troppe attenzioni.
Sliva ha 43 anni, da undici lavora alla Lange
& Söhne. Nella sua casa di Dresda la sveglia suona alle cinque di ogni maledetta mattina, pur di
poter mettere le mani su orologi storici da restaurare nella manifattura di Glashutte. Il suo
colpo di fulmine per il 42500 aveva motivi precisi. «È l’orologio più caro, pesante e complicato
mai realizzato dalla manifattura: per me è un
bene culturale che deve essere protetto», spiega Sliva. Un concentrato di complicazioni stupefacenti: cronografo rattrappante flyback, un calendario
perpetuo, indicazione della
fase lunare. Il tecnico della
Lange & Söhne, insieme a un
team di quattro persone, lo
smonta completamente. Sul
tavolo ci sono 833 micro particolari. La sfida era far tornare
l’orologio quello di una volta,
con le componenti originali.
La tecnologia può aiutare,
ma servono giorni e notti passate su manuali d’epoca per
capire come erano state composte le sue varie parti. I lavori proseguono nove anni.
«Non avrei potuto metterci
meno tempo, ora è diventato
ai miei occhi un’opera d’arte», racconta Sliva. A gennaio
scorso, durante il Salone dell’alta orologeria di
Ginevra, il 42500 viene esposto in tutto il suo fascino (recuperato). A un’asta potrebbe valere fino a due milioni. Incredibile pensare a come gli
artigiani di inizio Novecento potessero creare
meccanismi di tale complessità, senza nessun
aiuto tecnologico e magari pure a lume di candela. Chissà quanti altri orologi del genere vivono abbandonati nel buio di scantinati qualunque. Sliva di una cosa è sicuro: «Un lavoro così
complicato non mi capiterà più in futuro».
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