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INDIA
ORISSA
1° giorno (martedì)
Italia-Delhi o Bombay
Partenza dall’Italia per Delhi o Bumbay. Notte in volo.
2° giorno
Delhi o Bombay-Bhubaneshwar
Al mattino da Delhi o Bombay un breve volo ci porta a Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa,
civettuola cittadina dall’aria provinciale, traffico caotico. Il nome della città significa “Il Signore
dell’Universo”. La capitale dello Stato dell’Orissa è oggi una città indolente, caotica come qualsiasi
agglomerato indiano. Fino a 40 anni fa era nulla più di un villaggio intorno a un vasto complesso
templare, oggi ha ben più di un milione di abitanti. E’ stata la capitale dell’antico Impero Kalinga e
reca numerosi segni che testimoniano l’importanza di questa zona ben prima del VII secolo,
quando i re Kalinga governavano fino a oltre i confini di questa regione. Visita ai magnifici templi
cittadini (molti dei quali accessibili ai non hindu). Probabilmente il più antico di essi è il
Parsurameswar Mandir, piccolo, elegante tempio dedicato a Shiva, risalente al 650 d.C.. Il Lingaraj
Mandir, alto oltre 54 metri, è il principale tempio cittadino ed è dedicato a Tribhubaneswar, il Signore
dei 3 mondi. A breve distanza dal Parsurameswar Mandir c’è un complesso di quattro templi, tra i
quali spicca il Mukteswar (X sec.), le cui splendide sculture rivelano influenze stilistiche buddiste,
jahiniste e hindu. Il Raja Rani Mandir, circondato da splendidi giardini, presenta anch’esso
magnifiche decorazioni, mentre il Brahmeswar Mandir, del IX sec, sembra una versione ridotta di un
Lingaraj Mandir. Sistemazione in un buon albergo.
3° giorno
Bhubaneshwar-Puri
La strada che da Bhubaneshwar conduce alla costa attraversa campagne dalle mille sfumature di
verde, dal fluorescente dei campi di riso, a quello più scuro degli anacardi ed a quello tenue dei
banani e in poco più di un’ora siamo a Puri, sul golfo del Bengala. Puri è caotica, affollata, nulla a
che vedere con un paradiso tropicale. Puri è sacro e profano: è uno dei quattro Dham, città santa
degli hindu dominata dalla maestosa pagoda bianca del Jagannath Mandir, tempio dedicato al
Signore dell’universo; una processione continua di gente giunge qui da ogni parte dell’India per
compiere il pellegrinaggio al Jagannath, lungo il viale che, nel mese di luglio, diventa teatro della
famosa processione dei carri. Ma è anche una “località turistica”, la preferita soprattutto dalle
famiglie dell’emergente classe media di Calcutta. Una linea continua di alberghi e alberghetti
costeggia la promenade affollata da bancarelle/ristorantini improvvisati che espongono gamberoni,
pesci, verdure cotte servite in cartocci di giornale, zucchero filato dall’improbabile colorazione
azzurra o rosa. Un bailamme che ricorda le fiere di paese nostrane di felliniana memoria: sulla
spiaggia gremita da famigliole vestite di tutto punto impazza la musica proveniente da vecchie
giostrine a motore a scoppio o spinte a mano e venditori di “perle vere” propongono improbabili
affari a corpulente e scettiche signore avvolte in saree coloratissimi che sorseggiano thè al latte
bollente e dolcissimo sedute sulle file di sedie disposte fronte mare dagli stessi “chai wallah”
(venditori di thè) o alle coppiette in luna di miele che, dopo la “puja” (preghiera) al Jagannath, si
regalano un tuffo in quest’atmosfera vacanziera d’altri tempi e qui, sulla spiaggia, si tengono
timidamente per mano. Sistemazione in un buon albergo.
4° giorno
Konarak-Puri
La strada che costeggia il Golfo del Bengala in direzione nord-est attraversa fitti boschi di anacardi,
un villaggio noto per la lavorazione della pietra saponaria e qualche insediamento di pescatori che
con le loro pesanti imbarcazioni dalla prua rialzata sfidano ogni giorno le correnti. In mezz’ora si
arriva a Konarak, un villaggio dominato dal colossale tempio dedicato a Surya, il Dio Sole, risalente
al 13° secolo. Questo fantastico tempio rappresenta il cocchio che porta il Dio sole, Surya, tirato da
7 cavalli. Inno all'amore, alla vita e alla fertilità, è mirabilmente arricchito da bassorilievi
rappresentanti scene erotiche e divinità lungo tutto il perimetro esterno. Un tempo era più vicino alla
costa, ma il litorale col tempo si è spostato. Rientrati a Puri è d’obbligo percorrere a piedi il viale
che conduce al Jagannath Mandir, “Il Tempio”, luogo ambito per il pellegrinaggio da ogni hindu. Il
viale, costeggiato da entrambi i lati da “pilgrim houses” (ostelli costruiti dalle famiglie nobili di varie
parti dell’India per ospitare i pellegrini provenienti da una determinata zona) è un tuffo nella
quintessenza dell’India: le piccole botteghe traboccano di ogni tipo di merci, qua e là donne
accovacciate sui talloni friggono in strada samosa, frittelle di verdure, dolci di riso, mentre due metri
oltre si vendono frutta, succo di canna da zucchero appena spremuto, noci di cocco, e le vacche
vagano lente, serafiche, per nulla infastidite dallo schiamazzo dei claxon e si adagiano placide a
ruminare nel bel mezzo della strada. In fondo c’è il grande tempio, che riceve almeno 20.000
pellegrini al giorno! Interdetto ai non hindu, si può ammirare dal tetto della vicina biblioteca.
Sistemazione in un buon albergo.
5° giorno
Puri-Taptapani
Si percorre la stretta pianura costiera, tra campi di riso, coltivazioni di anacardi e piccoli insediamenti
rurali. La strada piega verso ovest, all’interno, e inizia a inerpicarsi sulle colline. Si attraversano i
primi boschi di sal, legno duro dal tronco dritto, perfetto per le costruzioni. Ci troviamo in una valle
verdissima: è Taptapani, un piccolo, antico tempio dedicato a Shiva e una sorgente termale di
acqua sulfurea. Si dice che la sorgente, oltre ad avere poteri curativi, sia in grado di donare fertilità
alle spose. Non è raro imbattersi in qualche coppietta speranzosa di avere bambini, che compie il
bagno rituale nelle acque di Taptapani sotto la guida di un sacerdote. Sistemazione in un semplice
albergo.
6° giorno
Taptapani- Rayagada
Da Taptapani il nastro d’asfalto si fa sempre più sottile e dissestato. Siamo ormai nella terra di
quelli che gli indiani chiamano adivasi, i primi uomini. Questo nome generico definisce
sommariamente una realtà etnografica assai eterogenea e include vari e diversi gruppi facenti capo
a due grandi famiglie etno-linguistiche: dravidica e australo-asiatica. Sono loro i veri abitanti originari
di questa parte del subcontinente India, popolazioni antiche che, grazie all’asperità dell’ambiente e
all’isolamento, sono riuscite a preservare fino ai nostri giorni stili di vita, sistemi di credenze e
valori, di organizzazione sociale, modalità produttive e divisione del lavoro la cui origine si perde
nella notte dei tempi. Da queste parti vivono i Lanjhiya Saora. Popolo di origine australo-asiatica, dal
complesso sistema sociale fortemente gerarchizzato, i Lanjhiya Sahora si dedicano
prevalentemente all’agricoltura. Costruiscono belle case rivestite di intonaco composto da argilla e
carbone. La poligamia e’ diffusa e il loro pantheon popolato da una miriade di divinità benevole e
malevole. Un ruolo cruciale all’interno della società è rivestito dallo sciamano, il tramite tra il mondo
tangibile e quello spirituale, quello degli antenati. Proprio il culto degli antenati è particolarmente
sentito: in alcune abitazioni si trovano ancora oggi rappresentazioni murali che ripercorrono le
vicende più significative della vita del defunto. Alcune donne hanno il volto decorato da tatuaggi
facciali, altre portano inseriti nei lobi delle orecchie grossi dischi di terracotta. In serata si raggiunge
la cittadina di Rayagada, sistemazione in un albergo spartano.
7° e 8° giorno
Rayagada-i Khond-il mercato di Majhiguda
Giornate dedicate alla scoperta dell’universo tribale deli fari gruppi facenti parte alla famiglia Khond.
I Kondh sono una vasta famiglia etnico-linguistica, divisa in vari sottogruppi che hanno in comune la
lingua kui e altri tratti culturali. Si tratta di un popolo di agricoltori, un tempo famosi per la pratica del
sacrificio umano, oggi sostituito da quello di un animale, generalmente un bufalo. I villaggi Kondh
sono proprio belli, le case dai tetti spioventi ricoperte di paglia o tegole e dalle pareti intonacate
sono disposte in due file ai lati di una lunga aia rettangolare, dove le donne battono i cereali,
seccano i legumi, dove si svolge la vita. Per forgiare i metalli utilizzano l’antica tecnica dell’argilla e
della cera persa per fondere bronzetti, collane, cavigliere, monili e un’infinità di utensili che qui si
possono acquistare direttamente dai produttori. Il martedì a Majhiguda è giorno di mercato. Lo haat,
il mercato, è un momento importante nella vita di questo popolo. I Donghria Kondh vengono qui per
vendere il loro surplus agricolo e per acquistare alcuni preziosi prodotti dalla società moderna,
soprattutto sale, pesce secco, stoffe e le orribili ciabatte di plastica che stanno ormai inondando la
stragrande maggioranza del nostro pianeta. Pernottamenti in albergo a Rayagada.
9° giorno
Rayagada-il mercato di Nandapur-Semiliguda
A Nandapur ogni mercoledì si tiene un mercato, frequentato dalla tribù dei Paraja, laboriosi
agricoltori che coltivano lenticchie e miglio. Arrivando al mattino si può assistere alla processione di
uomini, ma soprattutto di donne che scendono a valle dai loro insediamenti sulle colline portando
cavolfiori, zucche, pomodori, peperoni e ogni varietà di ortaggi nonché ceste ricolme di frutta. Le
mercanzie sono poste direttamente a terra con una particolare attenzione agli accostamenti
cromatici. Numerosi sono ormai i camion che giungono dal “mondo esterno” per vendere utensili,
saree in cotone, pezzi di stoffa. Raccolti sotto un grande baniano, i sarti sono al lavoro su vecchie
macchine per cucire a pedale. In serata si raggiunge Semiliguda. Sistemazione in un semplice
albergo.
10° giorno
I Bonda-il mercato di Onkadelli e i Gadaba
Sulle alte colline, lontano, nel distretto di Koraput, ai confini con il Chattisgarh e con l’Andhra
Pradesh vive una delle popolazioni più particolari, interessanti, notoriamente la più refrattaria ai
contatti con il mondo esterno e la più ostile agli stranieri, quella che più di molte altre ha conservato i
propri antichi costumi: i Bonda. Questo è in realtà il nome dato loro dagli indiani, che li definiscono “i
nudi”, proprio perchè una stretta fascia di tessuto ricavato dalla corteccia di una pianta
sommariamente allacciata intorno alla vita costituisce l’unico “vestito” delle donne Bonda. Loro si
definiscono Remo, “gli uomini”: circa 5000 individui che vivono in 12 villaggi montuosi, ai quali il
governo ha tassativamente precluso l’accesso agli stranieri. Piccole, magre, il cranio rasato, le
donne bonda percorrono sotto il peso di enormi carichi portati sulla testa i ripidi sentieri che dai loro
insediamenti conducono a Onkadelli, villaggio dimenticato che tutti i giovedì si anima con lo haat, il
mercato settimanale. Riso, polli, uova, sale, pesce secco, cotonate grezze sono i prodotti ambiti dai
Bonda, che li scambiano con ortaggi e – soprattutto – con vari tipi di bevande alcoliche artigianali,
ottenute dalla palma di sago, dalla fermentazione del riso o dei pistilli del fiore mahua. Il capo e i
seni cinti da una cascata di perline gialle, rosse, azzurre, innumerevoli cerchi di metallo a cingere il
collo, le donne Bonda si aggirano esili, dritte, fiere tra le mercanzie, mentre gli uomini, in uno spazio
piano, sono accovacciati sui talloni – qualcuno con arco e frecce in mano – a sorseggiare alcool. In
questa zona vive un’altra etnia estremamente interessante ( a volte li si trova anche al mercato di
Onkadelli): i Gandaba, tra i primissimi abitanti di queste terre, la cui origine risale al tempo del
Ramayana. Vivono sulle montagne tra l’Andhra Pradesh e il Madhya Pradesh. La maggiore
concentrazione è nel distretto di Koraput. Parlano una lingua detta Gutab e vivono stabilmente in
grossi villaggi. Le donne portano al collo un enorme collare metallico. Le loro danze sono davvero
armoniose, il ritmo e i movimenti sono lontanissimi da quelli che siamo abituati ad ascoltare e
vedere in India. Si torna a Semiliguda, notte in albergo.
11° giorno
Il mercato di Kunduli- Vishakhapatnam
Al mattino il mercato di Kunduli costituisce una splendida sorpresa! Si tratta di un haat
particolarmente grande, ricco di merci e di un’umanità estremamente varia. Qui si incontrano
soprattutto Paraja e Mali, coltivatori di ortaggi che grazie alla fertilità del suolo e all’abbondanza
d’acqua sono di ottima qualità. Spezie, verdure, frutta, pentole, vasellame, pettini, bracciali, collane,
orecchini, tamburi e percussioni, alcool prodotto localmente: il mercato è suddiviso in aree in base
alle tipologie dei prodotti esposti. I camion arrivano dalle città per caricare i prodotti agricoli e per
vendere alla gente delle tribù sale, pesce, attrezzi, tessuti. Come gli altri mercati della regione è una
festa dei sensi: l’odore pungente delle spezie dai colori caldi si mescola a quello dolciastro dei mille
tipi di frutta variopinta ed a quello proveniente dalle bancarelle-ristorante dove le donne preparano
frittelle di ogni tipo e forma per esporle in grosse ceste di bambù. Nel pomeriggio si procede verso
Vishakhapatnam. Sistemazione in hotel.
12° giorno
Vishakhapatnam-Delhi o Bombai-rientro
In tarda mattinata transfer in aeroporto e imbarco sul volo diretto a Delhi o Bombay. Proseguimento
per l’Italia. Notte in volo.
13° giorno
Italia
Arrivo in Italia al mattino
PREZZO PER PERSONA IN DOPPIA – PARTENZA DA MILANO – MINIMO 4 PARTECIPANTI
CON GUIDA DI LINGUA INGLESE, MINIMO 10 PARTECIPANTI CON TOUR LEADER ITALIANO:
€ 2680,00
SUPPLEMENTO VIAGGIO AD USO ESCLUSIVO BASE 2 PARTECIPANTI (DATE DI PARTENZA
LIBERE): € 200,00
LA QUOTA COMPRENDE:
I voli da e per l’Italia
I voli interni come da itinerario
Circuito come da programma a bordo di veicolo tipo Toyota Qualis o Toyota Innova e di
minibus/vettura normale per i transfers
Pensione completa
Tutte le visite citate in programma
LA QUOTA NON COMPRENDE:
**Le tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge (€ 290,00 circa)
Le bevande
Il visto d’ingresso: € 90,00
L’assicurazione medico/bagaglio: € 70,00
Mance, extras di natura personale, quanto non espressamente citato
SUPPLEMENTI:
Camera singola: € 360,00
*Vettore aereo alta stagione (dal 18 dicembre al 15 gennaio): € 280,00
Assicurazione annullamento facoltativa
Note:
Data l’estrema, imprevedibile variabilità delle tasse aeroportuali, security tax e fuel surcharge il loro
importo definitivo sarà disponibile a 21 giorni dalla data di partenza.
I servizi in India sono pagati in Rupie Indiane INR). Le quote sono calcolate in base al rapporto di
cambio € 1 = INR 69 e sono soggette ad adeguamento valutario.
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