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YEMEN
YEMEN
1° giorno
Roma- Sana'a
Partenza dall’Italia con voli di linea. Arrivo a Sana’a, sistemazione al Taj Sheba ad appena dieci minuti a piedi dalla città vecchia.
2° giorno
Sana’a
La città, situata a 2300 metri d’altezza, fa parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco che tiene a salvaguardare la grazia e l’originalità della sua architettura. E’ interessante la visita di vari quartieri: Al Fulayhi, Al Alami , Al Jala ed il quartiere ebraico. Non ci si stanca mai di passeggiare tra gli antichi quartieri, ogni momento le vie hanno una luce diversa ed ogni momento è una rappresentazione di vita esotica con attori spesso misteriosi e scene talvolta inaspettate. Attraverso la famosa “Bab al Yemen”, la porta che interrompe l’alta mura di cinta, si accede alle stradine del più vivace e ricchissimo suq della città, che ne conta in totale una quarantina. L’
incenso, la mirra, le spezie, i tessuti, gli argenti e le jambye (i pugnali tradizionali yemeniti) sono solo alcune delle merci che fanno da filo conduttore tra i banchi all’aperto e i negozietti dell’antico mercato. E naturalmente l’onnipresente qat la cui foglia, masticata, ha un effetto euforizzante. La compattezza architettonica non inquinata da strutture moderne, la tradizionale decorazione bianca dei dettagli delle case, le finestre a mezza luna impreziosite dai vetri colorati o gli oblò in alabastro e la vita che tra le vie vi scorre, una vita tradizionale e per molti aspetti, per noi occidentali, sorprendente, sono alcuni degli elementi che fanno del centro antico un
ambiente poliedrico e cangiante. Pernottamento all’Hotel Taj Sheba.
3° giorno
Sana’a – Hababa – Zakati – Bukur - Kawkaban
Si parte di primo mattino dalla capitale in direzione nord. La strada corre in aree pianeggianti verso le formazioni montagnose che si indovinano all’orizzonte. Hababa è il primo villaggio da visitare sul nostro percorso odierno il cui quartiere con le sue facciate disposte ad anfiteatro si affaccia sulla cisterna dell’acqua è senza dubbio unico. Il villaggio in parte abbandonato è stato in passato un nucleo fortemente abitato dagli ebrei. Le strutture architettoniche e la compattezza dell’insieme fanno di questo centro uno dei nuclei che più colpiscono al primo impatto. Dopo Hababa comincia la strada (al momento in rifacimento) sterrata che sale verso Zakati. Questo
è un villaggio fortificato, ormai disabitato, arroccato su un roccione verticale. Il nome del villaggio pare derivi da “ Zakat”, la donazione di una parte della ricchezza che secondo l’Islam è uno dei cinque precetti religiosi. Lo “ zakat” raccolto veniva qui conservato fino al momento della ridistribuzione alle famiglie più povere. Dopo aver ammirato la posizione panoramica del nucleo arrocato si continua fino a Bukur. Al fianco destro della strada si aprono bellissimi panorami sulle vallate sottostanti. La pista a tratti è un po’ dura poiché corre su fondi rocciosi ed attraversa l’altopiano. E’ una linea alta che collega Bukur al villaggio di Kawkaban. La quota si
aggira intorno a 3000 metri. Lungo il percorso si visita l’interno di un “rifugio agricolo” come ce ne sono molti qua e là in queste campagne, ma questo in particolare è una vera opera d’arte: gli incroci delle volte al suo interno ne fanno un bell’esempio di quello che chiamiamo “architettura spontanea”. Ancora circa un’ora di strada e si giunge a Kawkaban. Sistemazione in funduq.
4° giorno
Kawkaban - Shibam - Thula - Al Tawila - Al Mahwit
Kawkaban, dall’alto della falesia verticale, guarda a perdita d’occhio la piana coltivata di Shibam. Da Kawkaban si scende a piedi lungo un sentiero di roccia scavato nella forra della falesia fino alle prime case della sottostante Shibam, costruita su di un blocco alluvionale nel mezzo delle zone inondabili dell’Hadramaout . E’ un percorso panoramico rilassante e suggestivo. La parte più antica di Shibam è caratterizzata dalle abitazioni in grotta di popolazioni troglodite. La falesia dal colore ocra- pallido nella sua faccia verticale, come un gruviera, ha decine di questi antri scavati. Nel pomeriggio si prosegue verso Thula. Lo sperone sul quale si annida il
villaggio è riconoscibile da lontano, così proteso com’è verso la piana sottostante. Thula è un nucleo fortificato di montagna. La passeggiata si sviluppa dalla porta d’ingresso fino alla cisterna dell’acqua. L’insieme medievale del centro è senza dubbio eccezionale. Tra i monumenti architettonici di questo antico nucleo, spiccano: le cisterne per la raccolta dell’acqua, i dettagli delle facciate in pietra, la “ casa dei turchi”, la “casa degli ebrei”, le viuzze strette fiancheggiate da antri di antichi spazi commerciali…Con questi villaggi di montagna, in pietra, nella parte settentrionale del Paese inizia un ciclo di visite sulla varietà architettonica yemenita che troverà il
suo coronamento nei villaggi a grattacielo di terra e legno delle aree meridionali. Una volta lasciata Thula, la strada punta verso occidente ed il primo villaggio nel quale sostare lungo il percorso sarà Tawila. La via interna al villaggio, che corre quasi parallelamente alla strada nazionale, è molto suggestiva perché caratterizzata dalla vita locale e dal basso porticato del suq. Dopo questa visita si riprende la strada nazionale che corre sull’altopiano collinare tra terrazzamenti di qat e coltivazioni di orzo e patate. Qua e là spiccano i villaggi arroccati sui cucuzzoli pietrosi. Dopo poche decine di chilometri si giunge a Al Mahwit. Pernottamento in albergo locale
5° giorno
Al Mahwit - Khamis Bani Sad - Manaka
Questa giornata sarà tanto interessante quanto impegnativa. Visita di Al Mawit, altro bell’esempio di case in pietra. A differenza dei nuclei visti precedentemente dove il colore bianco della calce accentua le decorazioni, sottolinea i contorni delle finestre delle porte o delle parti angolari delle case, ad Al Mahwit le costruzioni sono completamente imbiancate. Dopo una passeggiata all’interno del villaggio si riprende la strada e si continua in quota fino ad imboccare la deviazione che discende nel wady Sara e continua nel wady Surdud fino ad uscire all’ arrivo a Khamis Bani Sad (in caso di piogge eccezionali, il percorso nel wady tra Al Mawit e Khamis Bani
Sad potrebbe non essere possibile. In tal caso sarà necessario trovare un passaggio alternativo per raggiungere la zona di Manaka). Una volta superato quest’ultimo villaggio, la strada comincia a salire abbastanza ripidamente sviluppandosi in una lunga serie di tornanti fino a raggiungere Manaka. Nel tardo pomeriggio, visita del nucleo fortificato di Al Hajjara. Le alte facciate delle case decorate di calce o di pietre locali, color ruggine o verde azzurrite, guardano dal dirupo verso le vallate circostanti e verso la “moderna” Manaka. Sistemazione in funduq.
6° giorno
Manata - Oteib - Bayt al Amir - Sana’a
Visita di Oteib, centro religioso importante e luogo di pellegrinaggio per gli ismaeliti e visita dei villaggio di Bayt al Amir , piccolo nucleo raramente raggiunto dal turismo classico. Nel pomeriggio partenza per Sana’a. La strada è breve, ma il saliscendi e i tornanti la rendono abbastanza impegnativa. Al tramonto si arriva alla capitale. Sistemazione al Taj Sheba Hotel.
7° giorno
Sana’a- Barrakesh-Mareb
In mattinata si lascia Sana’a. La strada allontanandosi dalla capitale porta alla discesa dall’ altopiano attraverso un passaggio di zone collinari e montagnose con alcuni punti panoramici sulle coltivazioni di qat. Si scende di quota fino a raggiungere l’antica città carovaniera. La città fantasma, strettamente accerchiata dalla morsa delle antiche mura, emerge dalla superficie piatta del deserto come un atollo isolato. Una passeggiata tra i ruderi di mattoni essiccati al sole del periodo medievale porta al punto dove gli archeologi stanno facendo emergere i resti di quella che fu la città Hymiarita dei primi secoli dell’era cristiana. Sull’ esterno delle antiche mura è
tutt’ora visibile un’affascinante scritta in caratteri himyariti che dettava le regole di commercio ai carovanieri provenienti da lontano. Si continua verso Mareb. La strada lambisce tratti di ondulazioni sabbiose. E’ l’inizio del deserto che si interpone tra Mareb e Shibam, il primo approccio al grande Rub al Kalhi che si protende a sud, nel cuore della penisola arabica. Pranzo e sistemazione all’hotel Bilquis. Nel pomeriggio visita dei resti archeologici dell’ antica capitale sabea. Tempio della Luna: anche qui si stanno conducendo scavi archeologici importanti che hanno portato alla luce la linearità dei passaggi tra le colonne ed lo spazio circolare. Sulle pietre
scolpite dell’ ingresso, sul loro bordo alto arrotondato, si intravedono i fregi, di teste di antilope stilizzate. Il fascino più forte della scultura sabea sta forse proprio nella sua estrema linearità e stilizzazione, epurate di ogni fronzolo. Tempio del Sole. Qui i lavori sono terminati. Di fronte alle colonne che anni fa’ si presentavano come semplici manufatti lineari emergenti dalle sabbie, è stata riportata alla luce un’area semicircolare con un livello intermedio in alabastro giallo trasparente. All’interno della corona del livello sono evidenti un pozzo ed una vasca, punti di abluzioni rituali. Diga vecchia e diga nuova: molto interessante salire con le macchine sul punto
panoramico che consente di osservare un po’ da lontano, i due spalloni, ai due estremi dell’antico muro di sbarramento. L’antica diga di Mareb è un lavoro di altissimo ingegno, è il segno indiscutibile di una civiltà florida ed evoluta.Una volta visitati questi resti si infila il fondo valle e ci si addentra nell’antico bacino fino a giungere nuovo sbarramento che chiude la vallata molto più a monte del punto primitivo. Pernottamento all‘hotel Bilqis.
8° giorno
Mareb- Shabwa-Campo in deserto
Prima di lasciare Mareb, si fa sosta al sito abbandonato dell’antica capitale, le cui parti emergenti sono i resti del periodo medievale ed islamico. Alcune colonne sabee, coi loro suggestivi fregi lineari sui capitelli, languono abbandonate nella terra polverosa, altre colonne vennero impiegate nella costruzione della moschea ormai abbandonata. Si continua fino quasi a Safir e poi si abbandona la strada per penetrare nelle sabbie. Questo lembo di deserto offre belle composizioni di colori a tratti a saliscendi permettono l’aprirsi di panorami suggestivi. L’ambiente è successivamente caratterizzato da piane sconfinate punteggiate qua e là da montagnole scure
affioranti, spazi dunari di piccole creste e piccoli avvallamenti dal bel colore miele. All’ orizzonte comincia a definirsi la linea scura della catena montuosa che le sabbie lambiscono. Ai piedi di queste montagne si trova il sito dell’ antica Shabwa, purtroppo poco valorizzato. Tra i resti di fango del periodo più recente gli scavi hanno portato alla luce una struttura in pietra che probabilmente costituiva il palazzo reale o il tempio centrale dell’ antica città. A breve distanza dagli scavi si possono visitare le cave di sale che fornivano a Shabwa una delle merci commerciabili e scambiabili: una carovana che avesse scaricato la mirra aveva l’opportunità di ripartire
con un carico di sale. Il sale è stratificato a bande di alcuni metri di spessore a cinque o sei metri di profondità. A volte vi si trovano i beduini al lavoro, perché trattandosi di una qualità di sale minerale molto pregiato, le cave sono tutt’ora sfruttate. Campo nel deserto
9° giorno
Campo - Shibam
Si viaggia tra curve di dune basse fino a raggiungere la strada asfaltata che conduce a Shibam. La città è inconfondibile ed il primo contatto visivo con questo nucleo compatto di “grattacieli” è un momento unico ed indimenticabile del viaggio. Dopo il pranzo si visita il nucleo antico, passeggiando tra le viuzze strette ai piedi di questi alti edifici di terra e legno. Dopo la visita del centro ci si trasferisce verso la collina da dove si può cogliere dall’alto l’insieme dello straordinario agglomerato. Sistemazione in hotel.
10° giorno
Shibam - Al Hajjarain - Sif - Al Khureiba
Si parte al mattino presto in direzione di Reybun, sito sfortunatamente in stato di abbandono. Dalla terra polverosa disseminata di cocci talvolta emergono pietre lavorate e frammenti di linee scolpite: questo è il fascino di Reybun. Da questo sito centinaia di pezzi sono stati portati al museo di Sana’a o di Tarim. Come Barrakesh, Mareb e Shabwa, Reybun era un centro carovaniero molto importante. La tappa successiva è Al Hajjarain, un nucleo arroccato molto suggestivo. Il corpo centrale, alto, del villaggio offre squarci architettonici molto interessanti. In queste aree del sud le donne, dall’abito nero, completamente coperte, vanno nei campi indossando un
alto cappello conico di paglia. Sono delle figure veramente particolari…Perennemente in fuga dalle macchine fotografiche o all’ attacco con zolle di terra e pietre nelle mani. Continuazione del viaggio verso El Khureiba. La strada corre nel fondo del wady, offrendo la vista della bellissima oasi composta dall’agglomerato di case che si affaccia sul palmeto. Le palme e le coltivazioni creano sfumature di verde così diverse, che sembrano un vero tappeto ai piedi del villaggio. Campo sulla falesia sopra El Khureiba
11° giorno
Campo - Mukhalla - Bir Ali
Si riprende la scala dell’altopiano. Una volta raggiunta la sommità della falesia i dirupi verticali offrono punti con panoramiche di ampiezza e bellezza indescrivibili sul fondo abitato e coltivato dello wady. Alla discesa dall’altopiano, avvicinandosi a Mukhalla, si scorge in lontananza il mare. Il percorso attraversa una serie di ambienti molto suggestivi: spianate di sabbie bianche, ondulate, ai bordi delle montagne ed aree di chiara natura vulcanica di formazione abbastanza recente, dove il nero delle colate interrompe il color tenue della sabbia. Bir Ali, spiaggia bella ed isolata dalla sabbia bianchissima, luogo di pace e bellezza nel quale godere di una sosta
prolungata. Spesso all’alba i delfini si spingono fino a riva. Campo in riva al mare.
12° giorno
Bir Ali - Mukhalla
Ancora tutta la mattina sulla spiaggia per i bagni, il sole e le passeggiate. Nel pomeriggio si riprende la strada che ci riporta a Mukalla. In serata, al calar del sole, visita del suq della città.…..E’ un insieme di merci e gente e costumi affascinante ed indimenticabile. Al tramonto le donne escono dalle case e scendono a gruppi, come sciami neri tremolanti, per le vie del suq. Sistemazione in hotel.
13° giorno
Mukhalla - Rada
Trasferimento via terra verso la capitale. E’ un percorso attraverso zone montagnose e pianure. Si tratta di una traversata del territorio senz’altro interessante ma al tempo stesso impegnativa che occuperà l’intera. La scelta del trasferimento via terra è dettata dalla mancanza di certezze sui giorni di operatività del volo che collega Mukhalla a Sana’a. Pernottamento a Rada in albergo locale.
14° giorno
Rada - Sana’a
Dedicheremo le prime ore della mattinata alla visita di Rada, del suo centro antico, del suo suq all’ ombra della cittadella medievale e della sua bellissima scuola coranica del XV° sec. oggi non utilizzata e sottoposta a restauro. Al termine della visita si parte verso la capitale che si raggiunge in poche ore. Dopo il pranzo e la sistemazione in hotel continueremo verso il famoso “Palazzo sulla roccia” di wady Dar. La costruzione, diventata una dei simboli turistici dello Yemen, era una delle residenze dell’ Imam, oggi è aperta al pubblico come museo. Al termine della visita, tempo libero per l’ ultima passeggiata nell’ incantevole suq di Sana’a. In serata ,
trasferimento in aeroporto per la partenza del volo per l’ Italia.
15° giorno
Sana’a - Roma
Volo di rientro per l’Italia.
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