570-574 Art orig - Andr - Recenti Progressi in Medicina
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570 Articolo originale Recenti Prog Med 2012; 103: 570-574 Predittori di fibrosi epatica in pazienti con steatosi epatica non-alcolica. Il ruolo della sindrome metabolica, dell’insulino-resistenza e dell’infiammazione Paola Andreozzi1, Giovanni Viscogliosi1, Franco Colella2, Miroslava Subic1, Elisa Cipriani1, Benedetta Marigliano1, Walter Verrusio1, Adriana Servello3, Evaristo Ettorre3, Vincenzo Marigliano1 Riassunto. Introduzione. La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è un fenomeno ad elevata prevalenza nella popolazione generale, ed è strettamente connessa alla sindrome metabolica (MetS). Si ritiene che il numero e la severità delle varie alterazioni metaboliche rivestano un ruolo fondamentale nella genesi della fibrosi epatica, unitamente all’infiammazione cronica. Scopo del nostro studio è verificare se i soggetti con NAFLD e MetS abbiano un grado maggiore di fibrosi epatica rispetto ai pazienti con sola NAFLD, ed indagare le correlazioni esistenti tra grado di fibrosi, MetS, sue componenti e l’infiammazione. Materiali e metodi. 24 pazienti con NAFLD, escludendo pazienti con epatopatia virale ed alcol-correlata. La diagnosi di MetS è stata fatta secondo i criteri NCEP ATP III; lo status infiammatorio è stato indagato con il dosaggio della proteina C reattiva (PCR). Il grado di insulino-resistenza periferica è stato stimato mediante calcolo dell’HOMA-ir. La fibrosi epatica è stata determinata attraverso elastografia transiente (Fibroscan®). Risultati. I soggetti con MetS esibivano valori significativamente maggiori di HOMA ir, PCR e punteggio Fibroscan® (valore logaritmico: 0,92±0,24 KPa vs 0,73±0,2 KPa; p=0,047). Dall’analisi di correlazione lineare semplice è risultato che il punteggio Fibroscan® era correlato alla presenza stessa di MetS, al numero delle sue componenti, alla circonferenza vita, e soprattutto ad HOMA ir e PCR. Dall’analisi di regressione multivariata solo HOMA ir (B=0,077; 95%CI: 0,002- 0,157; p=0,05) e PCR (B= 0,152; 95% CI: 0,006 - 0,299; p=0,006) risultavano predittori indipendenti di più alto punteggio Fibroscan®. Conclusioni. MetS è associata ad un grado maggiore di fibrosi epatica in soggetti con NAFLD. Il grado di insulino-resistenza e l’infiammazione sembrano esserne i determinanti maggiori. Predictors of liver fibrosis in patients with non-alcoholic fatty liver disease. The role of metabolic syndrome, insulin-resistance and inflammation. Parole chiave. Fibroscan®, infiammazione, insulino-resistenza, steatosi epatica non alcolica. Key words. Fibroscan®, inflammation, insulin-resistance, non-alcoholic fatty liver disease. Introduzione di danno epatico più progredite come la steato-epatite non-alcolica (NASH)1-3. Quest’ultima condizione è caratterizzata dall’infiammazione, scatenata fondamentalmente dalla rottura epatocitaria per eccessiva ipertrofia della stessa, conseguente all’eccessivo accumulo lipidico3. È questa una condizione che può potenzialmente condurre a cirrosi epatica. Quando si analizzano popolazioni selezionate di soggetti obesi o sovrappeso, la prevalenza di NAFLD sale al 70-80%. È in questi soggetti che più facilmente si assiste alla progressione dell’epatopatia1,3. La steatosi epatica è un fenomeno ad elevata prevalenza (20-30% nella popolazione generale nei paesi occidentali), caratterizzato da accumulo macro-vescicolare di lipidi, prevalentemente trigliceridi, nel citoplasma degli epatociti1. La NAFLD (steatosi epatica non-alcolica) è quella che più frequentemente si riscontra nella pratica clinica. Essa va considerata come uno spettro di condizioni che vanno dalla steatosi semplice, non complicata, a forme Summary. Introduction. NAFLD (non-alcoholic fatty liver disease) reaches an high prevalence in the general population, and it is closely related to metabolic syndrome (MetS). The entity of metabolic abnormalities and the chronic inflammation seem to play a main role in the development of liver fibrosis. The aim of our study is to determine whether subjects with NAFLD and MetS have higher liver fibrosis degree when compared with NAFLD subjects without MetS, and to investigate the relations between fibrosis, MetS and its single components and inflammation. Materials and methods. We considered 24 patients with NAFLD. Those who had viral- and alcohol- related liver disease were excluded. MetS was diagnosed according to NCEP ATP III criteria; inflammatory status was determined through C-reactive protein (PCR) assay. The peripheral insulinresistance was assessed by calculating HOMA ir. Liver fibrosis was measured by transient elastography (Fibroscan®). Results. Subjects with MetS had higher HOMA ir, PCR and Fibroscan® score (log value: 0.92±0.24 KPa vs 0.73±0.2 KPa; p=0.047). The linear correlation analysis showed that Fibroscan® score was related to MetS, number of MetS components, waist circumference, HOMA ir and PCR. However the multivariate regression analysis showed that only HOMA ir (B=0.077; 95%CI: 0.002- 0.157; p=0.05) and PCR (B=0.152; 95% CI: 0.006 - 0.299; p=0.006) were independent predictors of higher Fibroscan® score. Conclusion. MetS is associated to higher liver fibrosis degree in subjects with NAFLD. The insulin-resistance and inflammation seem to be the main determinants. 1Unità di Medicina Predittiva, Sapienza Università di Roma; 2Azienda Sanitaria Locale Roma A, Ambulatorio di Malattie metaboliche; 3Unità di Valutazione Alzheimer, Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, Respiratorie, Nefrologiche, Anestesiologiche e Geriatriche, Sapienza Università di Roma. Pervenuto il 2 aprile 2012. P. Andreozzi et al.: Predittori di fibrosi epatica in NAFLD. Ruolo della sindrome metabolica, insulino-resistenza e infiammazione La sindrome metabolica (MetS) è un cluster di fattori di rischio cardiovascolari che comprende obesità centripeta (viscerale), ipertrigliceridemia, bassi valori plasmatici di colesterolo HDL, alterata omeostasi glicidica ed ipertensione arteriosa4. La NAFLD è attualmente considerata la espressione epatica della MetS, essendo strettamente legata al diabete e all’insulino-resistenza così come a tutte le altre componenti5-7, anche se non è tuttora considerata un criterio diagnostico di MetS. Una condizione di insulino-resistenza si riscontra in circa il 98% dei pazienti con NAFLD. La fibrosi epatica è una condizione che invariabilmente accompagna condizioni caratterizzate da attivazione infiammatoria cronica. Nella NAFLD la rottura epatocitaria può estrinsecarsi anche a livelli subclinici, senza dare segni bio-umorali della sua presenza, come l’aumento delle transaminasi e dei marker di colestasi, che invece si rinviene puntualmente nella NASH3. Tra MetS ed epatopatia intercorrono rapporti fisiopatologici biunivoci. L’adiposità viscerale e la resistenza periferica all’insulina rappresentano sicuramente un movente eziologico primario di NAFLD, ma il fegato steatosico a sua volta è un determinante maggiore di insulino-resistenza, e perpetua nel tempo tutte le componenti della MetS5,6. La presenza e la severità delle singole alterazioni metaboliche sono state correlate al grado di fibrosi intraepatica. La MetS, inoltre, è caratterizzata da una flogosi cronica a basso grado, prevalentemente sostenuta dal tessuto adiposo viscerale. Si ritiene che tale componente flogistica sistemica possa operare indipendentemente nello sviluppo di fibrosi epatica8. Da un punto di vista clinico, la biopsia epatica rappresenta il gold-standard per la diagnosi e la stadiazione della fibrosi intraparenchimale. Tale metodica è tuttavia invasiva e non scevra da rischi, apparendo quindi inopportuna nei pazienti affetti da NAFLD, per i quali il reperto bioptico non condiziona le scelte terapeutiche. Diversi metodi non invasivi sono stati studiati per stimare la fibrosi epatica. L’elastografia transiente, tramite Fibroscan®, è una metodica non invasiva recentemente introdotta nella pratica clinica per valutare la rigidità del parenchima epatico, indice surrogato di fibrosi9-12. La generazione di un’onda elastica tramite un vibratore che viene applicato alla parete toracica a livello del lobo destro del fegato, misurando la velocità di propagazione dell’onda, fornisce una stima diretta della rigidità parenchimale12. Il Fibroscan® si basa sul presupposto che il tessuto fibrotico determina un’impedenza maggiore alla propagazione dell’ultrasuono rispetto al parenchima normale. È stata dimostrata la validità di questa metodica in vari ambiti, sia nei pazienti con epatopatia HBV ed HCV correlate, sia nelle forme alcoliche e nella NAFLD9,10. Scopo del nostro studio pilota è quello di verificare se pazienti steatosici con MetS esibiscano un grado più elevato di fibrosi epatica rispetto a pazienti steatosici ma senza MetS, ed anche quello di indagare le relazioni esistenti tra la fibrosi, le singole alterazioni metaboliche e l’infiammazione. Materiali e metodi Abbiamo arruolato per questo studio pilota 24 pazienti visitati presso l’Ambulatorio di Medicina Predittiva del nostro Dipartimento, nel periodo tra ottobre 2011 e febbraio 2012. Abbiamo preso in considerazione solo quei soggetti che avevano precedentemente ricevuto diagnosi ecografica di steatosi epatica. Abbiamo escluso pazienti con ipertransaminasemia ed aumento degli indici di colestasi (gamma-GT, fosfatasi alcalina, bilirubina diretta), e quelli con epatopatia su base virale ed alcolica. L’eziologia virale è stata esclusa tramite determinazione dell’HbsAg e dell’HCV RNA qualitativo. Un consumo alcolico a rischio è stato definito da assunzioni per almeno 6 mesi, anche pregresse, di più di 2 unità alcoliche/die di etanolo per la donna e di più di 3 per l’uomo. Altri criteri di esclusione erano rappresentati da malattie croniche in generale, ad eccezione di diabete, ridotta tolleranza glicidica/iperglicemia a digiuno, ipertensione arteriosa, dislipidemie. Nello stesso giorno dell’arruolamento, ogni paziente è stato sottoposto a prelievo di sangue venoso, a misurazioni fisiche ed antropometriche e ad elastografia transiente. Il prelievo di sangue venoso è stato eseguito al mattino, dopo digiuno di almeno 8 ore. Abbiamo dosato la glicemia basale, l’insulina basale, i trigliceridi, il colesterolo HDL, la proteina C reattiva, le transaminasi glutammico-ossalacetica (GOT) e glutammico-piruvica (GPT), la gamma-glutamil-transpeptidasi (gGT), la bilirubina totale e diretta. I pazienti sono stati definiti ipertesi se presentavano una pressione arteriosa ≥130/85 mmHg dopo tre misurazioni e dopo periodo di riposo di almeno 10 minuti, oppure se assumevano farmaci anti-ipertensivi. Sono stati inoltre considerati l’indice di massa corporea (BMI) espresso in kg/m2 e la circonferenza vita (CV), misurata in ortostatismo a livello della cresta iliaca. La resistenza insulinica è stata determinata con HOMAir (Homeostatic Model Assessment-insulin resistance), con la seguente formula: HOMAir = [(glicemia mg/dl x 0.055) x insulinemia U/L] / 22.5. La diagnosi di sindrome metabolica, in accordo ai criteri del National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel III (NCEP ATP III), è stata posta se erano presenti almeno 3 delle seguenti caratteristiche: glicemia ≥100 mg/dl (o diabete mellito o terapia ipoglicemizzante in atto); HDL <40 mg/dl nell’uomo e <50 mg/dl nella donna; trigliceridi ≥150 mg/dl (o terapia ipolipemizzante in atto); pressione arteriosa ≥130/85 mmHg (o terapia anti-ipertensiva in atto); circonferenza vita ≥88 cm nella donna e ≥102 cm nell’uomo. Ogni paziente è stato sottoposto ad elastografia transiente epatica mediante Fibroscan®. L’analisi è stata eseguita con il paziente in posizione supina, con il tronco leggermente ruotato verso destra. È stata impiegata sia una sonda ecografica standard (5 MHz), sia un vibratore ad ultrasuoni a bassa frequenza (50 Hz). La sonda ecografica standard aveva lo scopo di dare una visualizzazione ecografica classica del fegato, ed individuare zone di parenchima ottimali dove applicare il vibratore. 571 572 Recenti Progressi in Medicina, 103 (12), dicembre 2012 Il vibratore genera onde a bassa frequenza, ed è stato accoppiato ad un generatore monodimensionale di immagini, allo scopo di misurare la velocità di propagazione dell’onda attraverso il fegato. Si otteneva così una determinazione quantitativa immediata della rigidità del parenchima. Maggiore è la velocità di propagazione, maggiore è il quantitativo atteso di fibrosi. I risultati venivano espressi in chilo-Pascal (KPa). Punteggi fino a 7.0 KPa sono considerati normali; punteggi compresi tra 7.0 e 9.5 KPa sono suggestivi per fibrosi significativa; punteggi maggiori suggeriscono fibrosi severa. L’analisi statistica è stata eseguita mediante il software Statistical Package for Social Sciences (SPSS) versione 17.0 per Windows. I dati sono stati presentati come medie ± DS per le variabili ordinali, e come frequenze per le variabili nominali. Abbiamo suddiviso il campione in 2 gruppi, a seconda della presenza di MetS e li abbiamo confrontati tramite T test di Student per le variabili ordinali, e tramite Test esatto di Fischer per le nominali. Abbiamo successivamente proceduto con analisi di regressione lineare semplice con calcolo del coefficiente di Pearson, tra Fibroscan® e le altre variabili considerate, poi con regressione multivariata per individuare quelle variabili che erano associate in modo indipendente al punteggio ottenuto dal Fibroscan®. Siccome i punteggi Fibroscan® non erano normalmente distribuiti, abbiamo effettuato la trasformazione logaritmica (log10) degli stessi. I valori logaritmici sono stati impiegati nell’analisi di regressione semplice e multivariata. Risultati La tabella 1 mostra le caratteristiche del campione, in accordo alla presenza di MetS. I soggetti con MetS avevano livelli significativamente maggiori di trigliceridi, circonferenza vita e pressione arteriosa diastolica, così come di HOMA e di PCR. Essi presentavano inoltre punteggi al Fibroscan® significativamente maggiori, come mostrato anche nella figura 1. Nessuna differenza è emersa per sesso, età, abitudine al tabacco, glicemia, HDLc, pressione arteriosa sistolica ed utilizzo di farmaci. Dall’analisi di regressione lineare semplice, come mostrato in tabella 2, il punteggio Fibroscan® è risultato significativamente correlato alla MetS (r=0,356), al numero di componenti della MetS presentato da ciascun soggetto (r=0,422) ed alla CV (r=0,370), ma maggiormente ad HOMA (r=0,631) e PCR (r=0,617). Nessuna correlazione per le altre variabili esaminate. Nell’analisi di regressione multivariata sono state considerate come covariate tutte le medesime variabili impiegate nella regressione lineare semplice, per valutarne il rispettivo peso sul punteggio Fibroscan®. MetS, numero di componenti della MetS presentato da ciascun soggetto e CV non erano più significativamente associati al Fibroscan®. Come mostrato in tabella 3, invece, viene mantenuta la significatività di HOMA, seppur molto attenuata (B=0,077; 95%CI: -0.002 -0,157; p=0,05), e minimamente attenuata quella per PCR ( B=0,152; 95% CI: 0,006 - 0,299; p=0,006). Tabella 1. Caratteristiche del campione: analisi comparativa. Mets + (n=12) MetS – (n=12) p Maschi (%) 50 58 ns Età (anni) 56,2±11,7 55,8±11,4 ns 17 25 ns 104,2±13 96,5±12,3 ns 169,4±75,6 101±23,5 0,006 HDLc (mg/dl) 50,2±7,9 55,3±12 ns Circonferenza vita (cm) 113,6±9,2 99,7±11 0,002 Fumatori (%) Sindrome metabolica Glicemia (mg/dl) Trigliceridi (mg/dl) Pressione arteriosa Sistolica (mmHg) 145±18 134,1±10,6 ns Diastolica (mmHg) 90,8±9,9 83,4±7,7 0,050 HOMA-ir (n) 3,8±1,5 2,22±1,3 0,011 PCR (mg/dl) 1,46±0,9 0,61±0,5 0,009 Fibroscan® (KPa) (log) 0,92±0,24 0,73±0,2 0,047 Farmaci Anti-ipertensivi 67 50 ns Ipolipemizzanti 25 33 ns Antiaggreganti 25 17 ns Ipoglicemizzanti 8 8 ns MetS + = soggetti affetti da sindrome metabolica; MetS – = soggetti senza sindrome metabolica; ns = non significativo. P. Andreozzi et al.: Predittori di fibrosi epatica in NAFLD. Ruolo della sindrome metabolica, insulino-resistenza e infiammazione Tabella 2. Analisi di regressione lineare semplice. Punteggio Fibroscan® r p MetS 0,356 0,044 Numero componenti MetS 0,422 0,020 CV 0,370 0,039 Sistolica 0,297 ns Diastolica 0,171 ns -0,155 ns Trigliceridi 0,208 ns Glicemia 0,289 ns HOMA 0,631 <0,0001 PCR 0,617 0,001 Pressione arteriosa HDLc Figura 1. Differenze nel punteggio Fibroscan® (espresso come valore logaritmico) tra i soggetti con NADLF e quelli con NAFLD e sindrome metabolica. r = coefficiente di correlazione di Pearson; ns = non significativo. Tabella 3. Analisi di regressione multivariata. Punteggio Fibroscan® B 95%CI p HOMA 0,077 -0,002 – 0,157 0,050 PCR 0,152 0,006 – 0,299 0,006 B = coefficiente di regressione; 95% CI = intervalli di confidenza al 95%. Discussione Nel nostro studio pilota abbiamo osservato un grado maggiore di fibrosi epatica in pazienti steatosici con MetS rispetto agli steatosici senza MetS. Come atteso, i pazienti con MetS avevano un grado maggiore di resistenza insulinica, testimoniato dall’HOMA, e maggior attivazione infiammatoria, stimata con la PCR. Dall’analisi di regressione lineare semplice è emerso che il punteggio Fibroscan® correlava con la presenza stessa di MetS, con il numero delle componenti della MetS presentato da ogni soggetto e con la CV, indice surrogato di adiposità viscerale. Non è stata evidenziata correlazione con le altre componenti della MetS, già all’analisi di correlazione bivariata. La più stretta correlazione si evidenziava con il grado di insulino-resistenza, stimato con il calcolo dell’HOMAir e con i livelli di PCR. Solo queste ultime due sono risultate essere predittori indipendenti di più alto punteggio Fibroscan®, dall’analisi di regressione multivariata. Nonostante sia universalmente accettato che l’adiposità centripeta svolga un ruolo fondamentale nel determinare microinfiammazione cronica nei sog- getti con MetS, i livelli plasmatici di PCR sono risultati fortemente associati al punteggio Fibroscan® indipendentemente dalla circonferenza vita. Nonostante i soggetti steatosici con MetS avessero valori di CV significativamente superiori a quelli senza MetS, è presumibile che i livelli infiammatori dipendano, in questi soggetti, da molti altri fattori che, probabilmente, non abbiamo considerato. L’infiammazione potrebbe pertanto essere un semplice marker in comune con la steato-fibrosi epatica da un lato, e la MetS dall’altro. Se ammettiamo infatti che l’ipertrofia epatocitaria sia un fattore eziologico indipendente di infiammazione, gradi più severi di steatosi potrebbero produrre, in modo cumulativo, maggiore attivazione infiammatoria. Un limite certo del nostro studio potrebbe pertanto risiedere nel fatto che non è stata eseguita la biopsia epatica per determinare la severità della steatosi. L’ecografia tradizionale non permette una stima altrettanto accurata. L’insulino-resistenza, determinata attraverso l’HOMA-ir è risultata un’altra variabile indipendentemente associata al punteggio Fibroscan®. Anche se recentemente è stato molto enfatizzato il ruolo dell’infiammazione nello sviluppo di insulino-resistenza, la significatività per HOMAir permaneva anche dopo aggiustamento per PCR, per MetS e per le sue componenti. Questo potrebbe indicare un ruolo indipendente della resistenza insulinica nel determinismo di fibrosi. Conclusioni Il nostro studio pilota ha confermato come i soggetti con NAFLD abbiano un grado maggiore di associata fibrosi epatica qualora sia presente sindrome metabolica. 573 574 Recenti Progressi in Medicina, 103 (12), dicembre 2012 L’elastografia transiente del fegato tramite Fibroscan® si è rivelata una metodica sensibile nella stima di questa condizione. Nell’ambito della sindrome metabolica, l’insulino-resistenza periferica e l’infiammazione sembrano essere predittori forti ed indipendenti di fibrosi. Nel futuro, studi longitudinali saranno necessari per meglio definire il ruolo di tutte le caratteristiche della sindrome metabolica nello sviluppo di fibrosi epatica, e soprattutto per verificare se quest’ultima possa essere reversibile con il trattamento delle anomalie metaboliche. L’elastografia transiente del parenchima epatico potrebbe rappresentare la metodica ottimale per la sua non-invasività e soprattutto ripetibilità nel tempo. 5. 6. 7. 8. 9. Bibliografia 1. 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