Crescere per far crescere_16dic2011
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Crescere per far crescere_16dic2011
CENSIS CRESCERE PER FARE CRESCERE I distretti aeroportuali per il rilancio del Paese: il caso dell’Aeroporto Internazionale “Leonardo da Vinci” di Roma Fiumicino I principali risultati Roma, 16 dicembre 2011 INDICE 1. Gli aeroporti motore per tornare a crescere Pag. 1 2. Aerei, aeroporti e cittadini “ 4 3. L’ora del Distretto aeroportuale “ 8 4. Le opportunità globali di valore e occupazione da non perdere: la corsa è già iniziata “ 10 5. Roma Capitale e il Lazio: l’ineludibilità di una porta d’accesso al mondo “ 15 6. Non c’è città globale senza Hub aeroportuale d’eccellenza “ 17 7. Il Distretto aeroportuale per una governance condivisa, anche dalle comunità circostanti “ 19 8. L’Agenda delle cose da fare per rispondere a criticità e aspettative delle comunità “ 24 Appendice - Obiettivi, metodologie e attività del progetto di ricerca “ 29 13119_2010 1. GLI AEROPORTI MOTORE PER TORNARE A CRESCERE Ci sono molti buoni motivi per cui Roma Capitale dovrebbe dotarsi di un aeroporto all’altezza del suo profilo e, soprattutto, delle sue ambizioni; l’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino infatti è cresciuto negli ultimi anni più di ogni altro scalo europeo e oggi necessita di un salto dimensionale nella sua capacità di accoglienza. Non è però solo un problema funzionale, perché il traffico passeggeri e merci aeroportuale va visto anche come uno straordinario motore di creazione di reddito e occupazione, e come un moltiplicatore di opportunità per la nascita di nuove imprese e lo sviluppo di quelle esistenti. Inoltre, l’aviazione civile è un settore che ha dimostrato una notevole resilienza dopo ogni fase di crisi e, pertanto, non è difficile prevedere nel lungo periodo una significativa dinamica di crescita dei flussi di passeggeri e merci a livello mondiale. La corsa a questa ricchezza proveniente dai cieli è già iniziata e coinvolge i principali Paesi, dalla Cina agli Usa ai Paesi europei a noi più vicini, e richiede un impegno specifico finalizzato ad attrarre persone e merci, mettendosi nelle condizioni migliori per accoglierle. Un Paese come il nostro per tornare a crescere non può non valutare il contributo che può venire dal sistema aeroportuale, tenuto conto che la domanda di mobilità aerea è destinata a crescere e, pertanto, per entrare nella competizione è necessario promuovere e rendere possibili gli investimenti infrastrutturali necessari per ampliare la capacità di accoglienza degli aeroporti italiani. La presente ricerca concentra la sua attenzione sull’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino e sugli impatti socioeconomici che la sua azione attuale e futura esercita, con particolare riferimento alle comunità coinvolte, in particolare quelle che gli sono prossime. Il Leonardo da Vinci potenziando la sua capacità di accoglienza potrà creare più reddito, più occupazione, più relazionalità per le imprese della regione e, 1 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 tuttavia, le ragioni economiche che spiegano la necessità per Roma Capitale di avere uno scalo adeguato e anche la convinzione sociale diffusa tra i cittadini che una città come Roma per competere con Berlino, Londra, Parigi o Madrid debba avere un aeroporto adeguato, serviranno a ben poco se non sarà modificato profondamente il rapporto tra l’Aeroporto e le comunità circostanti. Infatti, se i benefici dello sviluppo aeroportuale finiscono per coinvolgere comunità ben oltre quelle prossime al sedime aeroportuale, dalla città di Roma alla regione Lazio fino a tutto il Paese, i costi ricadono pressoché per intero su chi vive nei pressi dello scalo. Per questo occorre una torsione netta, in positivo, nei rapporti tra le comunità locali e lo scalo, perché l’aeroporto è lì da oltre cinquant’anni ed è destinato a rimanerci, ed è ormai ineludibile, come evidenziato da buone prassi europee come Monaco di Baviera e Amsterdam, riuscire finalmente a fare muovere nella stessa direzione sviluppo del territorio e delle comunità locali e sviluppo dello scalo. Per questo si può dire che è l’ora del Distretto aeroportuale, di un organismo di governance in cui possano confluire i soggetti istituzionali e sociali che sono coinvolti dall’attività dello scalo, e che deve potere esercitare il ruolo di programmazione, progettazione, proposta e concreta gestione delle iniziative, in condivisione con le istituzioni locali, per tutto quanto concerne lo sviluppo del territorio che più direttamente è coinvolto dall’attività aeroportuale. La sua funzione dovrebbe essere quella di promuovere finalmente l’incontro tra le aspettative di crescita e di qualità della vita delle comunità locali, che sinora non sono riuscite a trovare risposte adeguate, e le opportunità legate allo sviluppo dello scalo romano che, alla luce delle dinamiche mondiali e di quelle mediterranee, ha potenzialità notevoli di ampliamento dei flussi di passeggeri e merci. Il territorio del distretto deve puntare ad avere un’alta accessibilità, diventare fertile per l’iniziativa imprenditoriale, a cominciare da quella locale, e essere attrattivo per gli operatori che vogliono massimizzare il vantaggio della vicinanza dello scalo; la moltiplicazione degli impatti economici dello scalo aeroportuale vanno rigorosamente affiancati al controllo dei costi sociali che sinora hanno avuto risposte parziali, e che invece possono diventare un primo significativo terreno di azione per 2 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 l’organismo del Distretto, in nome di un rapporto rinnovato, orientato alla creazione di legami di fiducia con le comunità locali. L’inquinamento ambientale e acustico e gli impatti effettivi sulla salute dei cittadini legati all’attività dello scalo sono, ad esempio, due aspetti sui quali è urgente creare forme condivise e affidabili di verifica e che potrebbero trovare nel Distretto aeroportuale l’organismo autorevole, riconosciuto, da cui essere coordinate e regolate; e poi c’è un’intera agenda di cose che si possono fare per ridurre i costi sociali (ad esempio, iniziative per attenuare gli impatti sul valore delle abitazioni o quelli sulle attività agricole) e provare a massimizzare i benefici legati alla vicinanza all’aeroporto (valorizzando le opportunità formative e occupazionali legate allo scalo, moltiplicando i contatti tra potenziale committenza aeroportuale e operatori locali) e sulle quali potrà esercitarsi la concreta azione del Distretto stesso. La proposta del distretto aeroportuale è l’esito di un progetto realizzato dal Censis ricorrendo ad una pluralità di metodologie e attività tipiche della ricerca sociale, e che si è avvalso di un’ampia attività di rilevazione dati, di ascolto dei vari punti di vista, di analisi, interpretazione e proposta. E’ evidente che in questa fase così segnata da una crisi venuta da lontano è importante guardare oltre le sole risposte all’emergenza, riportando l’attenzione all’economia reale, a quei fattori, e gli aeroporti sono sicuramente tra questi, che possono aiutare Roma Capitale, la regione Lazio e l’intero Paese a ritrovare la smarrita via dello sviluppo. 3 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 2. AEREI, AEROPORTI E CITTADINI La crisi in termini reali ha riportato il Pil italiano al livello del 2004; per risalire al Pil più alto precrisi, quello del 2007, ci vorrebbe una crescita di stampo cinese del 5% circa reale in un anno (valore che l’Italia ha ottenuto l’ultima volta nel 1979 quando la crescita fu del +6% reale) oppure, ad un tasso di crescita reale annuo dell’1%, di anni ce ne vorrebbero cinque. Riguardo all’economia della regione Lazio la crisi ha fatto crollare il Pil al valore del 2006; per farlo risalire al valore più alto precrisi ci vorrebbe un salto in termini reali in un anno del +3,8% oppure, ad un tasso reale annuo dell’ +1%, di anni ne occorrerebbero quattro. Per l'occupazione nella regione si è attualmente sui livelli del 2006, e per risalire al valore più alto precrisi (quello del 2008) gli occupati dovrebbero crescere del +2,3% in un anno. Tornare a crescere vuol dire ripartire da questa situazione e innestare una marcia in più, per riportare l’economia reale a generare nuovo reddito e occupazione aggiuntiva. Per questo ci vuole una straordinaria mobilitazione, del lavoro e delle imprese, e scelte decisive a cominciare dalle infrastrutture, indispensabili per rendere il Paese competitivo; e tra le infrastrutture essenziali in un contesto globale sono sempre più importanti gli aeroporti, tenuto conto delle aspettative di crescita dei passeggeri e delle merci dell’aviazione civile mondiale. Di questo gli italiani hanno consapevolezza, visto che da un’indagine recente del Censis è emerso che quasi il 59% degli intervistati ritiene che per rilanciare l’economia italiana nei prossimi anni è molto o abbastanza importante potenziare, migliorare la capacità di accoglienza degli aeroporti italiani; oltre il 34% perché si tratta di una tipologia di infrastrutture che contribuisce alla competitività del Paese, ed il 24,5% perché ritiene che la competizione sia ormai globale (fig. 1, tab. 1). 4 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Fig. 1 – Favorevoli* al miglioramento/potenziamento della capacità di accoglienza degli Aereoporti italiani per rilanciare l’economia italiana, per area geografica (val. %) 66 63,7 64 62 60 58,8 Sud e isole Italia 57,5 58 56 59,0 55,8 54 52 50 Nord Ovest Nord Est Centro (*) intervistati molto o abbastanza favorevoli al potenzamento/miglioramento degli Aeroporti per il rilancio dell’economia italiana Fonte: indagine Censis, 2011 5 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Tab. 1 – Opinioni sull’importanza di migliorare/potenziare la capacità di accoglienza degli aeroporti italiani per rilanciare l’economia, per area geografica (val. %) Per rilanciare l’economia nei prossimi anni, quanto è importante secondo Lei potenziare/migliorare la capacità di accoglienza degli aeroporti italiani? - molto, visto che la competizione è ormai globale - abbastanza, è una delle tipologie di infrastruttura che contribuisce alla competitività del Paese - poco, sono altre le infrastrutture rilevanti per il rilancio del Paese - per niente, perché gli impatti negativi sull’ambiente sarebbero troppo alti Totale Nord Ovest Ripartizione Nord Est Centro Sud e isole Totale 19,0 24,5 30,5 25,4 24,5 36,8 33,0 33,2 33,6 34,3 32,5 35,4 30,5 34,1 33,2 11,7 7,1 5,8 6,9 8,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: indagine Censis, 2011 Un ulteriore 33,2% ritiene che comunque sia importante potenziare gli aeroporti, anche se meno rispetto ad altre infrastrutture, mentre è l’8% a ritenere che non è importante perché gli impatti sull’ambiente sarebbero troppo alti. E’ tra gli imprenditori e i liberi professionisti (54,2%), i quadri, dirigenti e funzionari (50%), i laureati (65,5%), i residenti al Centro (63,7%), i 3044enni (64,1%) ed i più giovani (61,9%) che si registrano le quote più elevate di intervistati che reputano il potenziamento degli aeroporti come una priorità per tornare a crescere. Va poi considerato che viaggiare in aereo è ormai parte integrante della vita professionale e privata di moltissimi italiani; infatti, nell’ultimo anno 6 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 dichiarano di avere viaggiato in aereo oltre il 26% degli italiani, per una media di 3,1 viaggi a persona. Ha volato una quota di intervistati più alta tra i residenti al Nord-ovest (28,4%) e tra quelli al Nord-est (28,2%), mentre quelli del Centro che hanno volato lo hanno fatto mediamente più volte (oltre 3 viaggi annui). Hanno viaggiato di più in aereo negli ultimi dodici mesi i laureati (47,6%), i giovani (44,9%), gli studenti e i 30-44 enni (31%) (tab. 2). Tab. 2 – Italiani che più viaggiano in aereo (v.a. e val. media) Imprenditori, liberi professionisti Quadri, funzionari, dirigenti Laureati 18-29 enni Insegnanti Impiegati 30 – 44 enni Maschi Residenti al Nord Ovest Residenti al Nord Est % viaggiatori* v.a. viaggi per anno procapite 54,2 50,0 47,6 44,9 40,3 33,4 31,0 30,3 28,4 28,2 3.9 4.0 3.4 2.8 4.0 3.2 3.2 3.2 2.8 3.2 (*) si tratta di persone che hanno dichiarato di avere fatto almeno un viaggio in aereo negli ultimi 12 mesi Fonte: indagine Censis, 2011 7 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 3. L’ORA DEL DISTRETTO AEROPORTUALE Roma Capitale ha bisogno di un aeroporto di eccellenza mondiale: è questo in estrema sintesi l’esito della ricerca effettuata dalla Fondazione Censis. Ci sono ragioni economiche, sociali, di opportunità globali da cogliere per Roma, il Lazio e, più in generale, l’Italia. Sinora il sistema aeroportuale romano, in particolare l’Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino è cresciuto per dinamica spontanea tanto che se la crisi economica, le eruzioni di vulcani, le guerre e il terrorismo non hanno fermato la dinamica crescente del traffico aereo negli aeroporti, tra gli scali più importanti d’Europa, il Leonardo da Vinci di Roma nel periodo 2007-2011 è quello che è cresciuto di più: il +13,6% di passeggeri nel periodo 2007-2011 per un totale nell’ultimo anno di oltre 37 milioni di passeggeri, rispetto al +0,7% di Heathrow Londra, al -0,3% di Roissy Parigi, a +0,9% di Schipol Amsterdam e al -4% di Barajas Madrid (tab. 3). Tab. 3 – Andamento dei passeggeri in alcuni aeroporti europei nel periodo 20072011: confronto internazionale Variazione % 2007-2011 Roma Fiumicino Heathrow Londra Roissy Parigi Schipol Amsterdam Barajas Madrid +13,6% (37,3 Mln di passeggeri) +0,1 +0,3 +0,9 -4,1 Fonte: indagine Censis, 2011 8 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Nel periodo 2000-2011 invece la crescita dei passeggeri a Roma è stata del +43,2% contro il +6,1% di Heathrow Londra, il +24,1% di Roissy Parigi, il +20,7% di Schipol Amsterdam, il +52,7% di Barajas. Una crescita spontanea che sta ormai incontrando vincoli strutturali, perché man mano che si satura la capacità di accoglienza dell’aeroporto non può che peggiorare tutta la qualità del servizio. Per avere un aeroporto migliore, oltre ovviamente alle risorse per gli investimenti, occorre: - una responsabilizzazione strategica dei livelli decisionali coinvolti, da quelli centrali a quelli regionali e di territorio perché ci sia una convergenza rapida ed efficace su una progettazione sostenibile dell’Aeroporto e del suo territorio per l’immediato futuro; - il positivo coinvolgimento delle comunità locali, costruendo un percorso di fiducia e di responsabilità che consenta di vedere nell’Aeroporto una grande opportunità di crescita per tutti, una risorsa in grado di moltiplicare il valore per i territori, tutelando anche la qualità della vita delle comunità stesse. Ciò richiede una governance adeguata affidata ad un soggetto il Distretto aeroportuale, da mettere in campo subito con l’iniziativa delle istituzioni coinvolte come Governo, Regione, Provincia, Comune di Roma e Comune di Fiumicino e dei tanti organismi delle comunità e degli interessi locali. Se Roma Capitale e la regione Lazio hanno bisogno di un Aeroporto più grande, efficiente e accogliente, se quest’ultimo può diventare un moltiplicatore di sviluppo per tutto il Paese, allora sono indispensabili scelte in grado di spianare la strada alla realizzazione dell’obiettivo. La creazione di un Distretto aeroportuale, come soggetto gestore dei progetti di sviluppo del territorio coinvolto dall’attività aeroportuale costituisce un primo passaggio cruciale perché i benefici dello scalo si moltiplichino e, soprattutto, vadano a vantaggio di quelle comunità locali che più sopportano i costi del via vai di aerei, passeggeri e merci. 9 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 4. LE OPPORTUNITÀ GLOBALI DI VALORE E OCCUPAZIONE DA NON PERDERE: LA CORSA È GIÀ INIZIATA Facendo tesoro delle lunghe derive del traffico aereo, e partendo da dati certi, emerge che il traffico aereo mondiale, posto un tasso di crescita medio annuo medio annuo del 5% per il periodo sino al 2030, salirà da 2,2 miliardi di passeggeri del 2010 a 6 miliardi di passeggeri. Il fatturato complessivo dell’aviazione civile a livello mondiale è stimato pari a 306 miliardi di euro, per 5,5 milioni di addetti; considerato l’indotto (con il turismo) il valore complessivo sale a quasi 1,1 mila miliardi di euro con un’occupazione che tocca 33 milioni di persone. Nel 2030, quindi, con una stima di 6 miliardi di passeggeri aerei, il valore generato a livello mondiale dalla sola industria dell’aviazione civile in senso stretto sarà pari a circa 717 miliardi di euro, mentre il valore complessivo ascrivibile all’aviazione civile (incluso l’impatto turistico) è stimato in 2,6 mila miliardi di euro. E’ questo il giacimento complessivo di ricchezza che si muoverà per i cieli del mondo e che, poi, atterrerà nei vari aeroporti; proprio la distribuzione dei flussi tra i vari nodi aeroportuali determinerà la misura in cui ciascun paese riuscirà a beneficiare degli effetti a cascata che sono legati alla capacità di attirare quote di passeggeri e merci. La corsa a spartirsi la torta è già iniziata; negli Usa ad esempio nel pacchetto di iniziative strategiche ad impatto prolungato nel tempo per tentare di ridare slancio all’economia è contenuto un investimento colossale sulle infrastrutture, e in particolare la costruzione o il potenziamento di 150 piste aeroportuali; la Cina ha in progettazione almeno cento nuovi aeroporti per altrettante città da connettere in modo rapido tra loro e con il mondo. L’esito della corsa alla grande torta del trasporto aereo mondiale dipenderà sicuramente dalle direttrici dell’economia mondiale, dalle dinamiche della divisione internazionale del lavoro e dai flussi commerciali, oltre che da quelli turistici dipendenti, ovviamente, dalle dinamiche di sviluppo complessivo dei vari sistemi economici e sociali; tuttavia, è una corsa in cui 10 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 occorre attrezzarsi se si vuole stare dentro, preso atto che gli altri paesi sono da tempo impegnati in questo sforzo di adeguamento delle infrastrutture alle nuove sfide. Aereoporti italiani Considerando gli aeroporti, quelli italiani movimentano nel 2009 poco più del 6% del totale dei passeggeri aerei mondiali per un totale di 140 milioni di passeggeri; preservare quella quota di mercato mondiale del traffico aereo da qui al 2030 (uno scenario di resistenza), vuol dire riuscire ad accogliere oltre 371 milioni di passeggeri che, dati gli attuali 140 milioni circa, significa un aumento del +165% (fig. 2). Considerato il dato di letteratura emerso da una ricerca internazionale che indica in circa 4 mila circa gli impieghi diretti, indiretti e indotti ascrivibili a ogni milione di passeggeri, in questo scenario si avrebbero quasi 925 mila occupati in più rispetto a quelli attuali, per un valore pari a circa quattro punti percentuali di Pil attuale. Si ipotizzi invece uno scenario proattivo in cui si opera per conquistare agli aeroporti italiani 2 punti percentuali in più del mercato mondiale dei passeggeri del traffico aereo; questo significa che nel 2030 gli aeroporti del nostro Paese dovrebbero essere in grado di accogliere 490 milioni di passeggeri con un incremento percentuale di +251%. In termini di nuova occupazione si avrebbero 1.450.000 occupati in più per un valore pari a quasi 6 punti percentuali di Pil attuale. Si tratta di scenari potenziali che indicano come siano ampi gli spazi di crescita purchè si investa nell’offerta aeroportuale, perché presumibilmente non ci saranno strozzature dal lato della domanda. In pratica, gli investimenti aeroportuali possono rappresentare una specie di cura intensiva per la crescita dell’economia nazionale. E’ evidente che il presupposto per poter incassare una parte delle opportunità indicate risiede nella capacità di garantire l’accessibilità degli aeroporti italiani in misura migliore rispetto alla situazione attuale, effettuando i relativi investimenti. Aeroporti più accoglienti e di più facile accesso significa ridurre tempi di spostamento, contrarre i costi e aumentare la competitività del sistema. 11 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Fig. 2 - Scenari previsionali teorici per gli aereoporti italiani al 2030 • 140 mln di passeggeri 6,2% del totale mondiale 2010 2030 Scenario di resistenza Quota attuale aeroporti italiani dei passeggeri mondiali STABILE 371mln di passeggeri +165% +925mila occupati 4% del Pil Scenario proattivo + 2% nella quota attuale aeroporti italiani dei passeggeri mondiali 490 mln di passeggeri +251% +1.450.000 occupati 6% del Pil 12 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Aeroporto Internazionale Leonardo Da Vinci di Roma-Fiumicino Focalizzando l’attenzione sull’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino emerge che, in entrambi gli scenari considerati, quello di resistenza e quello proattivo, ci sarebbe comunque bisogno di un ampliamento dell’attuale capacità di accoglienza dello scalo (fig. 3). - nello scenario di resistenza (quota italiana sul mercato mondiale ferma e ferma la quota dello scalo romano sul mercato italiano) si stima che il numero di passeggeri potrebbe arrivare fino a 97 milioni rispetto ai 37 milioni del 2011. Va ribadito che si tratta di una simulazione, di uno scenario potenziale che, rispetto alle concrete dinamiche attuabili, va visto come un tetto massimo potenziale di passeggeri che potrebbero arrivare a Fiumicino, se questo fosse in grado di attirarli e accoglierli. In questo scenario è possibile stimare in 244 mila gli occupati aggiuntivi per un valore di oltre 16,3 miliardi di euro; - nello scenario proattivo vale a dire nel caso in cui crescesse del 2% la quota degli aeroporti italiani rispetto al mercato mondiale e quella di Roma Fiumicino rispetto al totale italiano rimanesse invariata, i passeggeri dello scalo romano potrebbero salire sino a oltre 128 milioni. In questo caso gli occupati aggiuntivi sarebbero 368 mila per un valore di 24 miliardi di euro. Sono scenari assolutamente potenziali che disegnano i livelli possibili di traffico passeggeri che però consentono di dire che non ci sarà strozzatura dal lato della domanda, che i flussi sono destinati a crescere in misura tale da creare opportunità e che, pertanto, la capacità di afferrare le opportunità è tutta legata alle scelte che saranno fatte dal lato dell’offerta. In sintesi, ciascuno scenario indica il tetto massimo potenziale di passeggeri che potrebbero affluire a Roma Fiumicino, con valori che in entrambi i casi sono molto più alti di quello attuale, ecco perché occorre attrezzarsi per eliminare le strozzature dal lato dell’offerta. Sono giacimenti di opportunità rispetto alle quali se si vuol entrare in partita occorre mettersi nelle condizioni di potere accogliere, oltre che attirare, tali flussi. 13 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Fig. 3 - Scenari previsionali teorici al 2030 per l’Aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino 2010 oltre il 26% dei passeggeri in aeroporti italiani Ipotesi che la quota di oltre il 26% del totale dei passeggeri in aeroporti italiani rimanga stabile 2030 Scenario di resistenza* Scenario proattivo** • 97 mln di passeggeri • oltre 128 mln di passeggeri * La quota mondiale Aeroporti italiani rimane al 6,2% +244 mila occupati 16,3 miliardi di euro +368 mila occupati 24 miliardi di euro ** La quota passeggeri Aeroporti italiani cresce del 2% 14 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 5. ROMA CAPITALE E IL LAZIO: L’INELUDIBILITÀ DI UNA PORTA D’ACCESSO AL MONDO L’aeroporto romano può dare un contributo decisivo ad un salto di qualità del tessuto produttivo e economico della regione: occorre considerare che gli effetti dell’attività aeroportuale, da quelli occupazionali a quelli del business legati al sito, a quelli derivanti dai flussi di passeggeri, a quelli della moltiplicazione della relazionalità con i mercati esteri, hanno impatti a raggiera, e i primi a poterne beneficiare sono proprio i territori di Roma e provincia, e quelli delle altre province laziali. Ad oggi gli effetti economici per l’economia regionale di un ampliamento dell’Aeroporto sono poco considerati, quasi sottaciuti, laddove invece potrebbero rappresentare uno dei pilastri di un rilancio dell’economia regionale. Per i citati impatti diretti sull’occupazione, per il valore che inevitabilmente è legato all’afflusso di quote più alte di passeggeri e turisti, e soprattutto per le opportunità che aprirebbe in termini di relazioni globali per le imprese laziali che vogliono andare per il mondo e per quelle di altri Paesi che trovano in Roma e nel territorio regionale un punto d’approdo dentro i flussi globali connessi. Senza uno scalo adeguato, è difficile potere competere a livello globale, entrare nelle dinamiche dei flussi economici, cogliere le opportunità dei mercati globali. Un’indagine del Censis su un campione di 505 imprese del Lazio ha messo in rilievo che attualmente per quasi il 42% delle imprese del Lazio l’aeroporto è importante per la propria attività, e la percentuale sale a oltre il 48% nel commercio e a più del 52% nei servizi (tab. 4). 15 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Tab. 4 – Imprese che definiscono importante per la loro attività l’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino* Importante Lazio Settore manifatturiero nel Lazio Attualmente In futuro 42% 38,5% 45% 49,6% (*) Indagine Censis su 505 imprese nel Lazio Fonte: indagine Censis, 2011 Per il futuro, il 45% delle imprese reputa che l’aeroporto sarà importante per la propria attività. In particolare nel manifatturiero, nel quale dall’attuale 38% si sale a oltre il 49% di imprese che ritengono che nel futuro lo scalo sarà importante per la loro azienda. Garantire maggiore accessibilità all’aeroporto e da qui alle rotte globali: questo è l’obiettivo strategico per le imprese a cui il sistema istituzionale deve dare risposte. E’ chiaro che il dato fotografa la situazione attuale dell’importanza dell’aeroporto e, tuttavia, il nesso andrebbe capovolto, vale a dire il potenziamento dell’accessibilità all’aeroporto e della sua connessione ai flussi globali costituisce una opportunità che viene messa a disposizione del tessuto delle imprese stimolandole a puntare su una maggiore relazionalità internazionale. L’aeroporto apre nuove strade per tutte le imprese. In estrema sintesi: il rilancio dell’economia del Lazio passa anche attraverso la creazione di un aeroporto in grado di moltiplicare le opportunità, grazie all’aumento dei voli per i passeggeri e per le merci, per le oltre 460mila imprese della regione. 16 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 6. NON C’È CITTÀ GLOBALE AEROPORTUALE D’ECCELLENZA SENZA HUB Il titolo è lo statement che emerge dalle indagini realizzate dal Censis relativamente al rapporto tra l’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci e Roma. Su questa affermazione netta c’è una convergenza di opinioni della maggioranza dei cittadini del comune di Roma e della provincia. Infatti, rispetto alla necessità di ampliamento dell’aeroporto il 68,7% dei residenti nella provincia di Roma è favorevole e, di questi, il 40,8% perché potrà creare opportunità per l’economia, dall’occupazione al turismo, ed un ulteriore 27,9% perché lo ritiene necessario per fare di Roma una città globale, competitiva con le grandi metropoli estere (tab. 5). Tab. 5 - Opinioni dei residenti in provincia di Roma sull’ampliamento dell’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino (val. %) Lei è favorevole o contrario al prospettato ampliamento dell’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino: Val. % Favorevoli perché: - è necessario se si vuole fare di Roma una grande città globale, competitiva con le grandi metropoli come Londra, Parigi, ecc. - è importante perché crea opportunità per l’economia, dall’occupazione al turismo, ecc. 68,7 Contrari perché: - non serve alla città, basta l’aereoporto attuale - non serve, anzi è dannoso perché produce inquinamento (acustico, dell’aria, ecc.) - non so 31,3 Totale 27,9 40,8 20,4 7,4 3,6 100,0 Fonte: indagine Censis, 2010 17 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 La percezione sociale prevalente è orientata favorevolmente verso l’ampliamento dell’aeroporto, perché da Parigi a Londra a Madrid a Bruxelles sino a Berlino non c’è una sola capitale, tra quelle con le quali presumibilmente Roma deve competere, che non abbia affrontato il problema di un aeroporto adeguato alle proprie ambizioni. Il dato dell’indagine Censis indicato è sintomatico di una evoluzione del rapporto dei cittadini romani con lo scalo visto che, tradizionalmente, prevaleva un rapporto di pura funzionalità, simile in molti aspetti a quello che ancora oggi lega i romani ad alcune utilities, dall’acqua al gas all’energia. Verso l’aeroporto non c’era alcuno scatto di orgoglio, né tantomeno alcun nesso con l’attrattività della città, con il fatto che essere una capitale vuol dire avere anche una porta d’accesso al mondo capace di rappresentare le ambizioni della città stessa. Questa dimensione funzionale è ovviamente ancora presente, se non altro nel suo aspetto concreto operativo, se è vero che è il 60% dei romani ad utilizzare lo scalo aereo e, di questi, i frequent flyer (un volo una volta a settimana o almeno una volta al mese) sono il 5%, il 10% viaggia una volta ogni 2-3 mesi, il 15% ogni sei mesi ed il 30% almeno una volta l’anno. L’aeroporto è una realtà viva, concreta, uno strumento di lavoro e losirs per i romani, e socialmente si va affermando un profilo diverso, che lega strettamente lo scalo, il suo ampliamento al profilo della città, alla sue ambizioni, a quello che i romani pensano che Roma debba essere: una città capace di stare al passo delle altre grandi capitali europee. E’ questa la ragione sociale vera in cui affonda le radici la necessità dell’ampliamento dell’aeroporto Leonardo da Vinci, non solo quindi l’aspetto strettamente economico, fatto di nuova occupazione e nuovo valore, ma quello simbolico, legato ad una visione di Roma capitale, di città che deve vivere la sua dimensione globale, aperta. 18 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 7. IL DISTRETTO AEROPORTUALE PER UNA GOVERNANCE CONDIVISA, ANCHE DALLE COMUNITÀ CIRCOSTANTI Per avere un aeroporto world class il rapporto con le comunità locali è decisivo e occorre il loro positivo e pieno coinvolgimento in un percorso di fiducia e di responsabilità che consenta di vedere nell’Aeroporto una grande opportunità di crescita per tutti, una risorsa in grado di moltiplicare il valore per i territori, tutelando anche la qualità della vita delle comunità stesse. Perché ci vuole uno strumento di goverance come il Distretto Il Distretto aeroportuale rappresenta lo strumento di governance condivisa dei territori che si distendono intorno al sedime aerportuale; uno strumento di governance in cui fare convergere la pluralità di soggetti che, oggi, tendono invece a muoversi in ordine sparso, provando così anche a superare quella tendenza alla microconflittualità intraterritoriale che spesso tende a condensarsi localmente nella contrapposizione con l’Aeroporto. Questa logica va assolutamente superata a partire dal fatto che il protagonista di una nuova fase di sviluppo deve essere il territorio e le sue comunità per le quali l’aeroporto che è lì da cinquant’anni può e deve finalmente rappresentare un volano di crescita del benessere, molto più di quanto lo sia stato sinora. L’aeroporto infatti è lì per restare, come negli ultimi cinquant’anni, e la sfida vera consiste nel non dovere più rincorrere e subire le sue dinamiche, ma piuttosto progettare insieme lo sviluppo del territorio del distretto aeroportuale che metta finalmente in sintonia, nella stessa direzione di marcia l’attività dello scalo e il benessere economico e sociale delle comunità locali. Non bisogna dimenticare che sino ad oggi il territorio più direttamente coinvolto dall’aeroporto si è rivelato privo di un’anima precisa, estremamente frammentato, con all’interno spinte di interessi e aspettative molto diversificate, che non sono riuscite a condensarsi in un’idea di crescita condivisa. 19 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Già in una ricerca del 1992 il Censis evidenziava l’autonomia del territorio nelle sue dinamiche economiche e sociali rispetto all’aeroporto; infatti, da una indagine realizzata in quel periodo emergeva che tra le imprese la maggioranza attribuiva la propria localizzazione nelle aree che insistono sull’aeroporto non alla presenza dello scalo, ma alla vicinanza del porto oppure a fattori casuali; e questa ancora oggi è una verità indiscutibile che va assolutamente capovolta. Infatti, oltre gli impatti occupazionali attuali che comunque ci sono e non sono da sottovalutare, e il quasi inevitabile nesso che si è creato tra le attività aeroportuali e un segmento delle imprese e dei soggetti locali, sinora non è decollato quel circuito virtuoso che fa degli aeroporti, come testimoniato da tante esperienze nel mondo, il volano della virtuosa trasformazione economica e sociale delle aree circostanti. E’ questo l’aspetto di fondo che deve cambiare; l’articolazione degli interessi coinvolti e la molteplicità di aspettative chiede una logica e una pratica adeguata, nuova, che può essere sintetizzata nella formula del Distretto aeroportuale. Viste le prospettive dei mercati mondiali del traffico aereo, dai passeggeri alle merci, e viste le dinamiche virtuose verificatesi in altri contesti territoriale coinvolti da scali dall’intensa attività come ad esempio l’Aeroporto di Munchen in Baviera e quello di Schipol ad Amsterdam è evidente la portata delle opportunità dinanzi alle quali si trovano le comunità locali, purché si riesca a fare convergere aspettative e capacità operative in un sentiero condiviso. L’aeroporto può essere il nucleo da cui emana lo stimolo per una proliferazione di attività di impresa a partire dalla catena dei fornitori, dalle reti d’imprese che interagiscono con la molteplicità di operatori, ai tanti settori che hanno nello scalo un nodo vitale della catena del valore (dal farmaceutico all’alimentare ecc.). In questa ottica, il territorio distrettuale deve proporsi come luogo d’elezione per la localizzazione e l’attivazione di imprese; uno straordinario attrattore e fertilizzatore di imprenditorialità, perché crea i presupposti regolatori e fiscali e tutte le iniziative per la drastica riduzione delle forme di frizione burocratico, amministrativa e di altro tipo che incidono negativamente sull’avvio e l’operatività delle imprese. 20 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Il Distretto aeroportuale è il primo passo per un’idea comune, strutturata, verificabile di crescita del territorio coinvolto dall’attività dello scalo, con un’attenzione particolare a garantire che il flusso di benefici, in primo luogo per le comunità locali, sia superiore agli inevitabili costi legati alla presenza dello scalo. Di cosa si tratta e come Il distretto è un frame istituzionale, procedurale, operativo, anche simbolico in cui gli interessi e le aspettative locali, per quanto conflittuali, possano trovare il proprio luogo di espressione, compensazione e sintesi. La sua logica vuole che i soggetti che operano sul territorio più direttamente coinvolto anziché muoversi in ordine sparso si integrino in un sistema di relazioni codificate, decidendo di collaborare per promuovere lo sviluppo del territorio in modo integrato con l’attività aeroportuale, puntando a far fiorire sul territorio tutte quelle attività che hanno nello scalo il suo nucleo generatore. Si tratta di fare strategia, progettazione condivisa, ma c’è alla base un patto fondato anche su strumenti legislativi e programmatori nazionali e regionali, in cui i tanti soggetti finiscono per condividere le iniziative sul territorio. Come rilevato, il territorio è andato un po’ per conto suo, così come l’Aeroporto, senza reale integrazione, condivisione, e ora si tratta di evitare un’altra fase in cui muovendosi in ordine sparso si finisca per subire gli eventi e le dinamiche, piuttosto che fronteggiarli massimizzando il valore per tutti. La definizione di distretto al quale fare riferimento è più ampia rispetto a quella sancita anche dalle più recenti normative regionali o nazionali relativi ai distretti produttivi: infatti, si tratta di creare uno strumento di governance su un territorio in cui va promossa sicuramente l’attività delle imprese, da attirare e attivare, ma anche il complesso di iniziative economiche e sociali che sono ormai tipiche delle Aerotropoli, le città aeroporto. Sul piano normativo un riferimento di estremo interesse è la Legge n. 13 del 29/5/1997 sui Consorzi per le aree ed i nuclei di sviluppo industriale che definisce un ente, appunto il Consorzio, che per le tipologie di soggetti che possono partecipare e anche avviare la realizzazione, e per le funzioni che 21 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 gli sono attribuite appare in linea con le esigenze, almeno di prima fase dello strumento di governance condiviso. Peraltro, le attività dovrebbero trovare sintonia, anzi integrazione stretta con altri processi di promozione dei territori coinvolti, tenuto conto del programma di infrastrutture strategiche che toccano quel territorio, come ad esempio il rafforzamento del sistema portuale romano, in particolare l’Hub portuale di Fiumicino, gli interporti a servizio dell’area Romana e l’impulso a tutte le forme di collegamento dal nodo urbano agli Hub portuali e aerportuali. Cenni sul territorio di riferimento Cruciale diventa la definizione dell’area territoriale di riferimento del Distretto aeroportuale, in generale del contesto sul quale va ad esercitarsi la governance dello Strumento/Ente che verrà creato. Sono numerosi i fattori da tenere presente perché non si tratta solo di delimitare uno spazio intorno al sedime aeroportuale, piuttosto di innestare il rapporto tra sviluppo aeroportuale e territorio, dentro le linee strategiche delle altre, pur importanti dinamiche in atto, dallo sviluppo portuale a quello delle infrastrutture di trasporto. Certo è che l’aeroporto è un motore di crescita centrale intorno al quale pensare l’organizzazione e il futuro del territorio, e quindi modulare anche i suoi investimenti infrastrutturali. La chiave per vincere è l’accessibilità, la capacità di ridurre lo spazio per mezzo della velocità di spostamento e non a caso il territorio coinvolto è il cuore di un progetto che promuove l’intermodalità, l’integrazione tra le diverse opzioni di trasporto. Nel merito, sicuramente nel territorio di riferimento del distretto rientra l’ambito del territorio del comune di Fiumicino nel quale si colloca per interno il sedime aeroportuale. Vi risiedono quasi 71 mila persone, ha una vitalità demografica notevole poiché è cresciuta di oltre il 36% nei primi dieci anni del nuovo millennio (il dato medio regionale è del +12%). Le imprese attive sono oltre 4.700, con una incidenza per abitanti inferiore a quello della provincia di Roma, della Regione Lazio e del dato nazionale; così come poco intensa è stata la 22 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 dinamica di crescita delle imprese attive. Sul piano produttivo, rispetto al resto del territorio della provincia romana, ha una vocazione più nettamente agricola, mentre è meno rilevante la presenza di imprese dei servizi. Vanno poi sicuramente considerate alcune direttrici che includono aree che afferiscono al Comune di Roma: - il tratto di area compreso tra i porti di Fiumicino e Ostia, tenuto conto che è l’epicentro di iniziative di sviluppo richiamate nell’Intesa generale quadro tra Governo e Regione Lazio del giugno 2011, e lungo la stessa direttrice verso nord, prestando attenzione alla progettualità strategica del polo portuale romano che parte da Civitavecchia e arriva ad Anzio; - la direttrice Roma-Fiumicino che oggi è una dorsale alle prese con una localizzazione residenziale, commerciale, fieristica, che stenta a trovare profilo e forza. In particolare, il territorio dall’Aeroporto fino a Ponte Galeria che sarà investito anche dal quadruplicamento della linea ferroviaria, e poi l’area del Polo tecnologico del Parco dei Medici; - la direttrice Nord nella prospettiva dell’ampliamento dell’Aeroporto e delle dinamiche di potenziamento infrastrutturali citate che coinvolgono i territori dei Comuni della provincia di Roma sino a Civitavecchia. Rendere il territorio del distretto aeroportale quanto più libero da frizioni alla mobilità, fertile per le attività di impresa, capace di creare opportunità di lavoro, ma anche in grado di rispondere alle esigenze di residenzialità e qualità della vita che inevitabilmente sono destinate ad aumentare con lo sviluppo dell’area. In questo senso, conta l’infrastrutturazione sociale che è una delle linee di intervento sul quale deve esercitarsi l’azione del Distretto, perchè sviluppo economico e qualità della vita si muovano nella stessa direzione. Si consideri che attualmente, fatte salve le problematiche di accesso legate alle strozzature infrastrutturali, sono 5,7 milioni le persone che potenzialmente possono raggiungere l’aeroporto entro un ora e mezza: di questi 3,1 milioni entro 30 minuti, 1,4 milioni tra 30 e 60 minuti e 1,2 milioni tra 60 e 90minuti. 23 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 8. L’AGENDA DELLE COSE DA FARE PER RISPONDERE A CRITICITÀ E ASPETTATIVE DELLA COMUNITÀ E’ all’interno del Distretto che andranno affrontate in modo aperto, trasparente e condiviso le seguenti criticità emerse delle attività della ricerca e che tanto impattano sulla vita delle comunità locali (fig. 4): - gli impatti che l’organizzazione strutturale e funzionale dei voli (piste utilizzate per quali voli, orari, ecc.) e dell’attività aeroportuale in generale esercita sulla vita delle comunità locali; - la reale intensità dell’inquinamento acustico, la ricerca di una misurazione condivisa, da tutti accettata, piuttosto che l’attuale confuso fai-da-te; - la misurazione dell’inquinamento atmosferico e, soprattutto, l’impatto sulla salute, che allo stato attuale è l’ambito meno coperto e rispetto al quale sono state verificate le più diffuse e incontrollabili delle paure; - l’incertezza per gli operatori delle aree locali a forte vocazione agricola che dovrebbero essere coinvolte dall’ampliamento dell’aeroporto. Un’incertezza che incide negativamente sulle decisioni di investimento e che non può non generare un clima di irrequietezza; - la svalutazione delle abitazioni coinvolte dall’ampliamento aeroportuale che determina la percezione che si comincia con una secca botta al proprio patrimonio nell’asset fondamentale: la prima casa. Ammortizzare il costo, accompagnare le famiglie coinvolte nei processi di adattamento nella nuova situazione con strumenti e risorse adeguate (ad es. attivando un fondo di tutela rispetto alla svalutazione immobiliare o dando sostegno all’adeguamento strutturale delle abitazioni). Altro grande tema che richiede inevitabilmente il coinvolgimento attivo di una pluralità di soggetti istituzionali e associativi è quello delle infrastrutture di accesso allo scalo, e la loro interazione con la vita delle comunità locali. Infatti, un problema chiave del rapporto tra comunità locali e Aeroporto è quello dell’accessibilità, dalla viabilità al trasporto pubblico locale. 24 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Fig. 4 - Alcune delle principali criticità emerse dalle comunità circostanti l’aeroporto 1 •Gli impatti che l’organizzazione strutturale e funzionale dei voli (piste utilizzate per quali voli, orari, ecc.) e dell’attività aeroportuale in generale esercitata sulla vita delle comunità locali. 2 •La reale intensità dell’inquinamento acustico, la ricerca di una misurazione condivisa, da tutti accettata , piuttosto che l’attuale confuso fai-da-te. 3 •La misurazione dell’inquinamento atmosferico e, soprattutto, l’impatto sulla salute, che allo stato attuale è l’ambito meno coperto e rispetto al quale sono state verificate le più diffuse e incontrollabili delle paure. 4 •La incertezza per gli operatori delle aree locali a forte vocazione agricola che dovrebbero essere coinvolte dall’ampliamento dell’aeroporto. Ciò genera un clima di irrequietezza, fastidio, e in molti casi di ostilità. Dare rapidamente risposte a questa incertezza è anch’esso un modo per contenere i costi in capo alle comunità. 5 •La svalutazione delle abitazioni coinvolte dall’ampliamento aeroportuale determina la percezione che si comincia con una secca botta al proprio patrimonio nell’asset fondamentale: la prima casa. Ammortizzare il costo, accompagnare le famiglie coinvolte (e se sono poche è ancora meglio) nei processi di adattamento nella nuova situazione, renderlo esplicito (ad es. fondo di tutela rispetto alla svalutazione immobiliare o per dare sostegno all’adeguamento strutturale delle abitazioni). 25 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 E’ evidente che il quadrante in cui è oggi inserito l’Aeroporto soffre di un intasamento significativo e che le modalità di accesso sono assolutamente insufficienti, tanto più nei casi, come le ferrovie locali, nei quali si verificano evidenti sovrapposizioni tra persone che ruotano sullo scalo e il resto degli abitanti fruitori dello scalo, nel mentre l’offerta è assolutamente insufficiente sul piano qualiquantitativo. In prospettiva, le dinamiche di crescita attesa dell’Aeroporto, soprattutto se si decide di investire sul suo sviluppo, non potranno che rendere ancora più grave l’intasamento, e le conseguenti difficoltà di accesso allo scalo, in paralello al drastico ridimensionamento della qualità della vita dei cittadini. Tutta la mobilità del quadrante necessita di un condivisione strategica, e di un orientamento verso obiettivi di maggiore efficienza nell’accesso e di riduzione dell’impatto sull’ambiente degli spostamenti, il tutto finalizzato a garantire qualità della vita a chi usa per lavoro o per viaggiare l’aeroporto e a chi vive nei territori di prossimità allo scalo. Quello della mobilità sostenibile, a più basso impatto ambientale, è una delle sfide chiave legate all’ipotesi del Distretto, e anche alla capacità concreta di fare convergere gli interessi locali con quelli di sviluppo dello scalo. Sono note alcune delle opere inserite nella nuova Intesa quadro tra Governo e Regione Lazio, come il quadruplicamento della tratta ferroviaria tra Ponte Galeria e l’aeroporto, con la nuova stazione a Fiera di Roma, e poi la connessione con il sistema ferroviario nazionale. Così come è strategico la creazione di un sistema intermodale di trasporto con individuazione dei nodi di scambio più adeguati, mediante il potenziamento delle reti infrastrutturali e dei servizi di trasporto. Il territorio aeroportuale dovrà connotarsi per una estrema fluidità e razionalità della mobilità interna, valore decisivo per la competività e per la qualità della vita. Ci sono inoltre alcune iniziative molto concrete, ad alto impatto, che il Distretto potrebbe attivare e che renderebbero subito evidente il trasferimento di nuovi benefici alle comunità locali: 26 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 - strutturare in ambito locale la filiera formazione-occupazione per i profili professionali afferenti all’attività aeroportuale (fig. 5); - attivare Piattaforme tecnologiche di marketplace e/ occasioni concrete (giornate periodiche di incontro per potenziali fornitori) per favorire la committenza di prodotti/servizi dall’Aeroporto a imprese locali; - rendere disponibili opportunità di business nel sito aeroportuale per operatori commerciali locali (cultura del Km 0, filiera corta, ecc.); - dare opportunità specifiche agli operatori commerciali locali nei nuovi spazi che saranno creati. 27 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Fig. 5 - Il rapporto con le comunità circostanti l’Aeroporto: ALCUNE IDEE EMERSE PER MASSIMIZZARE LE OPPORTUNITÀ ECONOMICHE PER LE COMUNITÀ LOCALI Strutturare in ambito locale la filiera formazione-occupazione per i profili professionali afferenti all’attività aeroportuale Piattaforme tecnologiche di marketplace, occasioni concrete (giornate di incontro periodiche) per favorire la committenza di prodotti/servizi dall’Aeroporto a imprese locali Opportunità di business nel sito aeroportuale per operatori commerciali locali (cultura del Km 0, filiera corta, ecc.) Dare opportunità specifiche agli operatori commerciali locali nei nuovi spazi che saranno creati 28 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Appendice OBIETTIVI, METODOLOGIE E ATTIVITÀ DEL PROGETTO DI RICERCA 13119_2010 Il progetto: obiettivi e attività svolte Obiettivi Attività svolte • Delineare le aspettative delle comunità territoriali e di quelle interne all’aeroporto, in relazione all’evoluzione futura dell’aeroporto stesso • Una vision dell’aeroporto oltre la sua funzionalità primaria, capace di dare supporto all’idea della transizione dell’aeroporto da infrastruttura essenziale a soggetto di crescita complessiva, socioeconomica dei territori •Ricognizione del materiale documentario fatto di atti ufficiali, ricerche, indagini, studi ecc. con la tecnica della Metaricerca •Rilettura delle ricerche Censis afferenti alle tematiche oggetto della ricerca, da quelle sui territori a quelle sugli aeroporti •Analisi e elaborazione di dati relativi alle attività aeroportuali, al contesto socioeconomico dei vari territori e alle dimensioni significative per la crescita dell’aeroporto •Indagine quantitativa su un campione di 800 cittadini della Provincia di Roma •Indagine su un campione di 505 imprese della provincia di Roma •Interviste a un set di testimoni privilegiati significativi dei territori circostanti lo scalo e un incontro strutturato Tavolo tecnico e di dialogo con alcuni dei principali stakeholder locali •Un focus group con un set di persone che vivono la realtà interna dell’aeroporto (addetti, operatori economici, ecc.) •2 case study di esperienze aeroportuali europee di particolare rilevanza: Heathrow Airport di Londra e Munchen Airport di Monaco di Baviera 30 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Soggetti coinvolti tramite le varie attività progettuali Soggetti istituzionali •Presidenza del Consiglio •Ministero dell’Economia •Ministero delle Infrastrutture •Regione Lazio •Provincia di Roma •Comune di Roma •Comune di Fiumicino Rappresentanze •Unindustria •Sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) •Confcommercio •Coldiretti •Ente bilaterale per il turismo del Lazio EBTL Comunità locale •Parrocchie •Comitati dei cittadini •Proloco Fiumicino •Proloco Maccarese Altri soggetti Soggetti che operano all’interno dell’aeroporto con diversi profili e ruoli •Fiera di Roma •Arpa Lazio •WWF Lazio •Legambiente •Appartenenti ad Adr, Enav, AviaPartner, Polizia di frontiera, Agenzia delle Dogane, Snam Lazio, Ufficio veterinario, Guardia di Finanza, Ati Taxi, Airest, ecc. 31 FONDAZIONE CENSIS 13119_2010 Soggetti coinvolti tramite le varie attività progettuali London Heathrow Casi di studio esteri Monaco • • • • • • • Deputy mayor London Assembly BAA (Società di gestione) Esponenti dei partiti Labour, Conservative Rappresentanti industriali Area londinese Rappresentanti locali Councils Borough locali (Slough, Hounslow) • Società di gestione dell’aeroporto • Director Public Affairs • Munich Airport Business Division, Corporate Real Estate Management and Development • Regional Office Munich Airport • District Authority of Freising • Mayor of the community Hallbergmoos • Comune di Monaco 32 FONDAZIONE CENSIS