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Ufficio di Presidenza
Il Consigliere Segretario
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IL MEDITERRANEO UN BENE COMUNE DA PRESERVARE
“La sicurezza e il rispetto dell’ambiente marino e la creazione di oasi protette”
(I Edizione Yacht Med Festival ‐ Blue Tunisia Lazio International)
Voglio aprire il mio intervento ringraziando tutti coloro che hanno contribuito a
realizzare questo evento che non è solo il simbolo della necessità delle nostre imprese e del
nostro tessuto produttivo di guardare oltre i confini del Lazio ma è soprattutto l’espressione
della ferma volontà di consolidare un confronto che possa portare, ci auguriamo anche nel
medio termine, ad uno sviluppo strutturale per i territori che siamo qui a rappresentare.
E voglio ringraziare tutti i partecipanti soprattutto perché, ed è una cosa rara, oggi, in
questa sede, abbiamo l’opportunità di confrontarci sullo sviluppo non solo del Lazio ma anche
dell’Italia e di tutta l’area del Mediterraneo a viso aperto e senza pregiudizi.
Con il solo obiettivo di non uscire a mani vuote e, consentitemi, con la testa piena di
parole.
Ma con idee, progettualità concrete che possano con un programma accurato e preciso
valorizzare quell’immenso patrimonio di risorse che dal Mediterraneo, e nel Mediterraneo,
trovano linfa vitale.
Essere qui oggi mi rende particolarmente orgoglioso.
Perché questo evento nasce anche da quella intuizione, dell’amico Enzo Zottola, che è
lo Yacht Med Festival che ogni anno si svolge a Gaeta.
Una manifestazione che nel tempo, nella provincia di Latina, nella mia provincia, è
diventata il cuore di un’economia in cui, si incontrano e confrontano, i produttori di barche
ma anche le esperienze nella pesca, nell’artigianato, nei prodotti di eccellenza e qualità, della
logistica portuale, della apertura alle economie di questo bacino che resta il perno propulsivo
dell’economia nella consapevolezza di essere un mare che unisce e non divide.
Ecco, lo Yacht Med Festival è l’idea che lo sviluppo sta nell’aprirsi al mondo e non
nell’escludersi da esso.
Un modello di sviluppo e promozione in cui la funzione degli operatori pubblici è
quella di far condividere queste esperienze senza sostituirsi, senza soffocare, ma
accompagnando.
Oggi parlare di sviluppo significa di necessità parlare di internazionalizzazione.
E per il Lazio che, come testimonia una storia millenaria, ha da sempre mantenuto e
accresciuto i contatti e gli scambi, culturali e commerciali, con la Tunisia, il Mediterraneo
resta il centro propulsore di una nuova e dinamica azione di crescita reciproca.
La storia del Mediterraneo contiene in sé il segno tangibile degli scambi commerciali.
Popolazioni antichissime hanno aperto rotte di navigazione attraverso le sue acque.
Lungo le coste sono sorti porti, empori, mercati, viatico di mescolanze, intrecci, unioni.
Con lo scambio di merci sono venute a contatto idee, culture, lingue.
La storia dell’umanità, la nostra storia, è anche storia di commerci.
Non è casuale, infatti, che l'Italia sia attualmente il secondo partner commerciale ed
investitore della Tunisia dopo la Francia, con un interscambio bilaterale nel 2015 di circa 5,5
miliardi di euro e un saldo commerciale in attivo.
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Secondo le statistiche dell’Agenzia nazionale Api (Agenzia per promozione
dell’industria e dell’innovazione) in Tunisia sono presenti circa 800 imprese, miste, a
partecipazione italiana o a capitale esclusivamente italiano, la maggior parte delle quali
totalmente esportatrici, che impiegano oltre 60mila persone.
L’interesse delle imprese che operano nella nostra regione per l’internazionalizzazione
è legato da una parte alla crisi economica e alla contrazione del mercato nazionale.
Dall’altra dall’esigenza di crescere all’insegna dello scambio culturale e del confronto
con un Paese a cui ci legano storia e prospettive per il futuro.
La Regione Lazio conta su 24 importanti comuni costieri e le attività collegate
all’economia del mare vanno dalla gestione e protezione delle coste, ai settori nautico, della
portualità turistica e commerciale, della logistica e dei trasporti, da quello turistico a quello
agroalimentare, della pesca e della gastronomia.
Settori che grazie all’alta specializzazione e innovazione delle aziende che li
caratterizzano hanno consentito di raggiungere il radicamento territoriale delle imprese laziali
nel territorio tunisino, così come l’acquisizione di un nuovo mercato e di nuovi potenziali
acquirenti di beni e servizi portatori del brand del Made in ltaly.
Oggi, però, parlare di sviluppo significa parlare di rispetto per l’eccezionale
patrimonio ambientale che il Mediterraneo rappresenta.
E questo implica, per le istituzioni che abbiamo l’onore di rappresentare, parlare prima
di tutto di sostenibilità.
La sostenibilità non è un concetto astratto ma, consentitemi l’uso di questo paradigma,
l’insieme di:
 buone pratiche
 iniziative
 investimenti
che abbiamo il dovere di attuare in modo non generico o generalista, ma con l’unico scopo di
tutelare il mare e le risorse che in esso sono contenute senza disincentivare lo sviluppo
economico che, per questa rotta privilegiata, può concretizzarsi.
Oggi quello che dobbiamo fare è contribuire, ciascuno per il ruolo che ricopre, a creare
un contesto favorevole alla ricerca e alla diffusione di buone pratiche orientate alla
sostenibilità, valorizzando quelle realtà che sappiano cogliere la sfida di un sempre maggiore
rispetto per l’ambiente, trasformandola in un’irrinunciabile opportunità di sviluppo anche
economico, occupazionale e sociale.
Negli ultimi anni le imprese chiedono di essere aiutate:
 a commercializzare all’estero i loro prodotti
 a ricercare investitori stranieri
 a trasferire all’estero un ramo aziendale o tutta l’impresa.
L’obiettivo che, come istituzioni, dobbiamo porci è ambizioso certo ma abbiamo il
dovere di raggiungerlo fornendo alle imprese gli strumenti di cui necessitano.
E quindi:
 sostenendo l’internazionalizzazione e l’ampliamento delle opportunità
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 promuovendo la partecipazione delle imprese e degli altri attori del sistema a progetti
internazionali
 sostenendo la ricerca di partner per investimenti
 promuovendo la partecipazione a fiere e iniziative internazionali di settore
 organizzando reti di impresa
 migliorando le infrastrutture
 accompagnando la riorganizzazione dell’offerta di servizi sul territorio.
Il nostro compito come istituzioni è di sostenerle fornendo loro gli strumenti adeguati
per farlo, non in modo sporadico ma continuativo e soprattutto rispettoso dell’ambiente che ci
circonda.
L’Italia e il Lazio dunque, naturale piattaforma logistica nel Mediterraneo, hanno il
dovere, se non la necessità, di promuovere una concreta politica di incentivazione e di
sviluppo della modalità marittima, diretta anche ad attuare una maggiore efficienza,
competitività e sostenibilità ambientale dell’intera filiera trasportistica.
Per farlo dobbiamo avere la consapevolezza che parlare di sviluppo significa prima di
tutto parlare di programmazione, di investimenti, di imprese.
Dobbiamo tornare ad osare, dobbiamo tornare a pensare che si può “migliorare” e si
può costruire per migliorare senza distruggere quello che ci circonda.
Investire nella protezione ambientale non significa, infatti, recintare la natura, ma
concordare regole di utilizzo che preservino il capitale naturale nel tempo.
Non significa precludere uno spazio ma valorizzarlo, ad esempio creando oasi protette,
rendendolo parte integrante di uno sviluppo intersettoriale in cui turismo e commercio,
cantieristica e tecnologia crescano insieme l’uno nel rispetto delle caratteristiche dell’altro.
E lo dico perché la nostra storia recente, caratterizzata da un modello di sviluppo tout
court, impostato sulla convinzione, profondamente errata, che l’ambiente che ci circonda sia
un bene infinito, ha evidenziato tutti i suoi limiti.
O meglio, quello che possiamo definire un evidente errore di rotta che rischia di
precludere lo sviluppo e di andare in netta collisione con il futuro.
Oggi la vera sfida è quella incarnata da aziende che sappiano coniugare la necessità di
sviluppo con il massimo rispetto per l’ambiente.
L’obiettivo condiviso deve essere puntare ad un cambiamento radicale piuttosto che
limitarsi ad un semplice sviluppo di quei settori dell’economia più direttamente connessi con
la gestione e la salvaguardia dell’ambiente.
Ed è su questo fronte che devono essere concentrati gli sforzi nel campo della ricerca e
dell’innovazione, non solo tecnologica ma anche culturale, economica, finanziaria e sociale.
Lo sforzo che insieme dobbiamo compiere, istituzioni e protagonisti del mondo
produttivo, sta nel dare il nostro contributo:
 per rafforzare sempre di più la rete di contatti internazionali
 rendere compatibili il mercato, e quindi la competitività delle imprese e la creazione di
nuove opportunità di lavoro, con il miglioramento della qualità della vita per le nostre
comunità.
Il tutto senza aumentare la pressione sull’ambiente, ma preservandone e migliorandone la
qualità.
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Per fare questo è fondamentale, quindi, che anche tutti gli attori del settore pubblico
tornino a svolgere a pieno il proprio ruolo.
Siamo qui per essere protagonisti di un nuovo sviluppo e, come imprese e come istituzioni,
guardare oltre la crisi.
Questa è la sfida, perché oggi la competitività è nel supporto delle reti, pochi minuti in
meno in una tratta sono tempi enormi risparmiati nella movimentazione di uomini, merci e
mezzi.
Perché velocità e sicurezza significano anche minore impatto sull’ambiente.
E queste sono dinamiche che dobbiamo prima superare e poi cancellare mantenendo
sempre alta l’attenzione sulle procedure.
Lo YachtMed Festival ha avuto un grande merito, si è presentato al mondo con una
logica globale, senza timori in un’ottica di produttività determinante per il rilancio economico
del Lazio e dell’Italia.
Continueremo ad essere presenti sul territorio come istituzioni, al fianco delle imprese,
per sostenere la competitività di questo comparto che resta la strada maestra su cui incanalare
lo sviluppo.
Questo evento deve essere uno dei perni che ci consente di rafforzare il nostro senso di
appartenenza e di comunità.
Una dimostrazione che se c'è impegno, se ci sono progetti e un sistema istituzionale
forte lo sviluppo può diventare realtà.
Perché anche le generazioni future hanno il diritto di godere dei servizi ecologici
vitali, delle ricchezze, della cultura e della bellezza del mare.
E l’asse Lazio – Tunisia sono certo che possa essere il ponte che, attraverso il mare,
può contribuire, in una logica di interscambio paritario, a rendere le nostre aziende
competitive e a costruire quella strada, eco compatibile e rispettosa dell’ambiente, per quello
sviluppo che nel Mediterraneo trova la sua collocazione perfetta.
Voglio chiudere questo intervento riprendendo una frase di Predrag Matvejevic che ha
scritto il celebre libro “Mediterraneo”:
“Accedendo al Mediterraneo, scegliamo innanzitutto un punto di partenza”.
Credo che qui, in questo contesto, abbiamo non solo scelto un punto di partenza ma
soprattutto di intraprendere un viaggio all’insegna dello sviluppo.
Vi ringrazio tutti, perché ciascuno dei presenti è parte di un grande progetto e mi
auguro che oggi, qui, tutti insieme, siamo riusciti ad issare la prima vela per un viaggio che
porterà i nostri obiettivi, i progetti che in questo contesto trovano la loro radice, ad essere
realizzati.
Giuseppe Simeone
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