tecniche del karate_do

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tecniche del karate_do
KARATE .....4
Corso C.U.S.
空手
parte 4^
Tecniche del karate-do
Il karate prevede lo studio approfondito di tecniche di colpo dette "atemi
waza", parola derivata dalla contrazione del verbo "ateru-colpire" e "micorpo". Si utilizzano pugni, calci (principalmente alle gambe e al tronco),
gomitate, ginocchiate e colpi di percussione a mano aperta nelle zone
sensibili del corpo umano (femore, articolazioni, fegato, gola, costole
fluttuanti) al fine di provocare un trauma anatomico che neutralizzi
l'avversario nel modo più veloce ed efficace possibile seguendo la regola del
"minimo sforzo, massimo risultato". Da segnalare che nello studio più avanzato dell'arte
vengono esaminati anche gli "tsubo" o "punti di pressione" e particolarmente rilevante è
il fatto che nel primo testo redatto dal maestro Funakoshi ("Karate-do Kyohan") un intero
capitolo fosse dedicato all'anatomia umana a dimostrazione che non solo si deve
imparare "come" colpire ma anche, e soprattutto, "dove". Tutte queste tecniche sono
corredate da un insieme di parate, schivate, spostamenti e scivolate atte a deflettere e
intercettare gli attacchi oltre a proiezioni, spazzate, bloccaggi e leve articolari. Non si
deve però pensare al Judo o all'Aikido. Le proiezioni e le spazzate del karate non
prevedono di "lanciare" l'avversario in lontananza (come nell'Aikido) ma di "sgretolarlo"
sul suo centro, a terra, per impedirgli di contrattaccare e quindi finalizzarlo con tecniche
di colpo. Il karate, del resto, è primariamente un'arte di percussione
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Preparazione fondamentale (Kihon)
Il Kihon è un termine che indica le tecniche di allenamento base, di parata o di attacco,
su cui si basa il Karate. In pratica, si tratta di esercizi propedeutici all'esecuzione tecnica
nel Karate.
Kata o Forme
Il Kata é una serie di movimenti (per la maggior parte, nelle otto direzioni dello spazio)
che si svolgono secondo un ordine preciso in sincronia con la respirazione, ritmo e
coordinazione e che raffigurano un combattimento con più avversari. Si racchiudono in
essi le tecniche diffuse dalle varie scuole.
Come il combattimento ha sempre uno scopo di difesa e ciò è dimostrato dal fatto che
inizia e finisce con una tecnica di parata, così che risulti chiaro che il Karateka non deve
mai attaccare per primo, e che attraverso la disciplina mentale e spirituale del karate egli
arriva al controllo di se stesso oltre che alla padronanza delle tecniche.
Kata stile Shorei: Stile che accentua prima di tutto lo sviluppo della forza fisica e potenza
muscolare , ne è caratteristico il lato vigoroso
“Jutte” (10 mani); Hanghetzu (Mezza luna); Tekki (andare a Cavallo); Jion ( tempio di
Jion); Ten No Kata ( kata dell’universo)
Kata stile Shorin: Stile Molto leggero e Veloce con rapidi movimenti avanti e indietro che
possono paragonarsi al volo del falco.
“Taikkyouku” (Prima il Motivo); Heian (pace dello spirito) ; Bassai (Penetrare una
fortezza) “KwanKu” (Scrutare il Cielo) Empi ( Volo Di rondine) Gankaku( Gru sulla
roccia.)
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.Gli elementi fondamentali per eseguire un buon kata sono: la tecnica, kime (la breve
contrazione muscolare isometrica eseguita nell'istante della conclusione della tecnica),
la potenza (indicata dalla formula P=FxV dove la velocità risulta essere maggiormente
incisiva della forza), l'espressività, il ritmo e la sua bellissima storia.
Bunkai kata
Bunkai letteralmente significa "smontare" ed indica lo studio per l'applicazione pratica
delle tecniche contenute nei kata. Lo studio di esse permette di estrapolare dai kata
efficaci tecniche di difesa, molto spesso proiezioni, tecniche combinate, leve articolari e
spazzate che sono nascoste magari all'interno di una tecnica di pugno o parata. Lo
studio dei Bunkai Kata è uno dei più complessi dell'arte poiché richiede una chiave di
lettura che si deve dedurre dallo stile del fondatore. E' altresì uno degli argomenti più
delicati per i teorici e gli studiosi dell'arte marziale poiché non possediamo documenti
scritti sulla pratica del bunkai sebbene essa sia importantissima per la comprensione
del karate. Da ricordare, inoltre, come le tecniche dei kata derivano da tecniche di
combattimento codificate e non il contrario. Ciò significa che le tecniche contenute nelle
forme sono funzionali e non mera tradizione scolastica.
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Il combattimento (Kumite)
Gichin Funakoshi (船越 義珍), disse: "Non ci sono dispute nel Karate". Prima della
seconda guerra mondiale, in Okinawa, il kumite non era parte integrante
dell'insegnamento. Shigeru Egami riferisce che, nel 1940, alcuni karateka furono cacciati
dal dojo perché usavano combattere facendo a pugni. Tra le caratteristiche del Kumite
del Karate si nota che i colpi, ad eccezione del Kyokushinkai (e degli stili a contatto
pieno da esso derivati), non vengono affondati alla ricerca del knockout dell'avversario,
ma vengono arrestati per ovvi motivi di incolumità. Le tecniche tuttavia devono
dimostrare il loro potenziale ed essere eseguite, arrestandole con controllo per non
arrecare eccessivi danni. Ciò è possibile grazie ad un adeguato allenamento e ad un
opportuno regolamento di gara. Quest'ultimo infatti prevede, in linea di massima, un lieve
contatto a livello addominale, nessun contatto con tecniche di braccio al volto e un
lievissimo contatto con tecniche di calcio al volto (anche se esistono vari regolamenti e,
per esempio, in alcune federazioni e in determinati stili il contatto è consentito).
L'eventuale ausilio di protezioni preventive (conchiglia, paradenti, corpetto, paratibiapiede, guantini) e l'adozione di sanzioni adeguate e di opportune norme completano il
regolamento nella massima tutela dei praticanti. Negli anni cinquanta, il maestro Mas
Oyama creò il Kyokushinkai (Full Contact Karate) e da esso, successivamente, si
svilupparono molti altri stili che facevano del contatto pieno il loro punto di forza.
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