DOCUMENTAZIONE DA TENERE IN CANTIERE

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DOCUMENTAZIONE DA TENERE IN CANTIERE
CA 01
DOCUMENTAZIONE
DA TENERE IN CANTIERE
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
DOCUMENTAZIONE
SCHEDE
Autorizzazione ministeriale all’uso del ponteggio
Cartello di cantiere
Comunicazione alla ASL di trasferimento degli apparecchi di sollevamento
Copia degli atti autorizzativi dei lavori (concessione, autorizzazione, D.I.A.,
genio civile, etc.)
Copia della visura camerale della ditta rilasciata dalla Camera di commercio e
dati di residenza del responsabile legale della ditta
Copia della segnalazione all’esercente delle linee elettriche, di esecuzione di
lavori a distanza inferiore ai 5 metri
Denuncia all’ISPSEL della omologazione di sicurezza degli apparecchi di
sollevamento
Denuncia dell’impianto di messa a terra – Mod. “B”
Denuncia dell’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche - Mod. “A”
Denunce in caso di infortunio all’INAIL e alla Autorità di Pubblica Sicurezza
Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico di cantiere
Dichiarazioni rilasciate al committente dell’opera ai sensi del D.Lgs. 494/96
Disegno esecutivo del ponteggio firmato dal capo cantiere (se non c’è obbligo
di progetto)
Istruzione d’uso del trabatello redatte dal costruttore
Libretti degli apparecchi di sollevamento non azionati a mano di portata
superiore a 200 kg, completi dei verbali di verifica periodica
Libretti dei recipienti a pressione di capacità superiore a 25 litri
Libro paga o foglio di presenza
Notifica ed eventuali aggiornamenti successivi
Piano antinfortunistico montaggio prefabbricati
Piano dei lavori di rimozione o demolizione d materiali contenenti amianto
Piano di sicurezza e coordinamento – P.S.C.
Piano operativo e sostitutivo di sicurezza – P.O.S. e P.S.S.
Progetto e disegno esecutivo del ponteggio a firma di Ingegnere o Architetto
abilitato (se c’è obbligo di progetto)
Programma delle demolizioni importanti ed estese
Registro infortuni
Registro matricola
Valutazione dell’esposizione a rischio rumore dei lavoratori addetti al cantiere
Autorizzazione Comunale in deroga ai limiti di emissione rumore
-- -CA 01
CA 08
-- --- -CA 03
CA 03
CA 03
CA 03
CA 18
-- -DC 12
CA 04
-- --- --- --- -DC 11
-- --- -DC 03
DC 04
CA 04
-- --- --- --- -CA 16
CA 01
DOCUMENTAZIONE
DA TENERE IN CANTIERE
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
CARTELLO DI CANTIERE
Tutti i cantieri devono essere provvisti di una tabella decorosa e costruita con materiali
resistenti alle intemperie e visibile dall’esterno con quella dimensione minima indicata nei
regolamenti edilizi (normalmente ml. 0,70 x 1,00), con riportate le indicazioni:
•
COMUNE
•
PROVINCIA;
•
ESTREMI DELL’ATTO AUTORIZZATIVO;
•
IL TIPO ED IL TITOLO DELL’OPERA IN CORSO DI REALIZZAZIONE;
•
IL NOMINATIVO DEL TITOLARE DELL’ATTO AUTORIZZATIVO;
•
IL NOMINATIVO DEL COMMITTENTE;
•
IL NOMINATIVO DEL PROGETTISTA DELL’ARCHITETTONICO;
•
IL NOMINATIVO DEL PROGETTISTA DELLE STRUTTURE;
•
IL NOMINATIVO DEL DIRETTORE DEI LAVORI DELL’ARCHITETTONICO;
•
IL NOMINATIVO DEL DIRETTORE DEI LAVORI DELLE STRUTTURE;
•
IL NOMINATIVO DEL RESPONSABILE DEI LAVORI;
•
IL NOMINATIVO DEL COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE;
•
IL NOMINATIVO DEL COORDINATORE PER L’ESECUZIONE;
•
IL NOMINATIVO DEL COLLAUDATORE IN CORSO D’OPERA;
•
IL NOMINATIVO DELL’IMPRESA COSTRUTTRICE E DELL’ASSISTENTE
DI CANTIERE;
•
I NOMINATIVI DELLE DITTE INSTALLATRICI DEGLI IMPIANTI
TECNOLOGICI;
•
LA DATA DI INIZIO LAVORI;
•
ESTREMI DELLA NOTIFICA
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
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OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE
la vigente normativa prevede alcune attività che sono soggette al controllo dei Vigili del
Fuoco (VVF). Queste attività sono elencate nel D.M. 16/2/1982 per un totale di 97.
Chiunque intenda esercire attività ricadenti nel suddetto decreto deve richiedere il
“CERTIFICATO DI PREVENZIONE INCENDI” (C.P.I.) al Comando provinciale dei Vigili
del Fuoco competente per il territorio ove risiede l’esercizio. Il rilascio del C.P.I. richiede
l’istruzione di una pratica autorizzativa che prevede un parere di conformità, sul progetto
di prevenzione incendi, la messa in opera del progetto approvato, la richiesta di
sopralluogo da parte dei VVF per la verifica della rispondenza dell’attività ai requisiti di
sicurezza antincendio ed il conseguente rilascio del C.P.I.
Ai fini della gestione antincendio, il D.M. 10/03/1998 stabilisce che è necessario
effettuare l’Informazione e la Formazione anche per gli addetti ai cantieri temporanei e
mobili.
Non è possibile svolgere l’attività se non in possesso delle prescritte autorizzazioni.
ALCUNE ATTIVITÀ SOGGETTE A CPI RISCONTRABILI
NEI CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI
4) Depositi di gas combustibili in serbatoi fissi:
a) compressi:
per capacità complessiva da 0,75 a 2 mc.
ƒ
per capacità complessiva superiore a 2 mc.
ƒ
b) disciolti o liquefatti:
per capacità complessiva da 0,3 a 2 mc.
ƒ
per capacità complessiva superiore a 2 mc.
ƒ
13) Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano liquidi combustibili con
punto di infiammabilità da 65 °C a 125 °C, per quantitativi globali in ciclo o in deposito
superiori a 0,5 mc.
24) Stabilimenti ed impianti ove si producono, impiegano o detengono sostanze
esplodenti classificate come tali dal regolamento di esecuzione del testo unico delle
leggi di pubblica sicurezza approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, e
successive modificazioni ed integrazioni, nonché perossidi organici.
64) Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici di
potenza complessiva superiore a 25 kw.
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
CA 02
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Pg. 2/7
PROCEDURA PER LA RICHIESTA DEL CPI
art.2 D.P.R. 37/98 e art 1 D.M. 4/5/98
DOCUMENTAZIONE:
ƒ
Domanda di parere di
conformità (1+1 in bollo)
Scheda informativa
ƒ
generale (2 copie)
ƒ
Relazione tecnica (2
PROGETTO:
parere di conformità
Entro 45 gg,.
APPROVAZIONE
PROGETTO
Progetto respinto
Richiesta sopralluogo
per rilascio CPI
Art.3 comma 5 D.P.R. 37/98
Art 3 comma 1 D.M. 4/5/98
DOCUMENTAZIONE:
Domanda di parere di conformità
ƒ
(1+1 in bollo)
ƒ
Copia
parere
rilasciato
dal
Comando
ƒ
Dichiarazioni Certificazioni
ƒ
Versamento tesoreria pro.Le dello
Stato
Non c’è risposta da
parte del comando
nei termini previsti
Non c’è risposta da
parte del comando
nei termini previsti
DICHIARAZIONE CORREDATA
DA CERTIFICAZIONE
Art.3 comma 5 D.P.R. 37/98
Art 3 comma 1 D.M. 4/5/98
In attesa di
sopralluogo
Rilascio contestuale di ricevuta
della dichiarazione
da parte del Comando
AUTORIZZAZIONE PROVVISORIA
DI ESERCIZIO
Entro 45 gg,.
SOPRALLUOGO
Art 3 comma 2 D.P.R. 37/98
Proroga di 45 gg. 1
sola volta
COMUNICAZIONE
INTERESSATO
Assunzione obblighi connessi
all’esercizio dell’attività
Art 5 comma 1 D.P.R. 37/98
Entro 45 gg,.
RILASCIO CPI
Art 3 comma 3 D.P.R. 37/98
Registro controlli, verifiche,
manutenzione ecc.
Art 5 comma 2 D.P.R. 37/98
NOTA:
Presso i comandi provinciali dei Vigili del Fuoco sono disponibili i moduli per la
presentazione delle domande nelle varie fasi del procedimento unitamente alle tariffe di
presentazione. (i moduli sono presenti anche nei siti internet dei comandi dei VVF per
brevità si riporta l’indirizzo del sito del comando provinciale dei vigili del fuoco di Firenze
www.comune.firenze.it/soggetti/vvf/vvf.htm
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
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INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Designazione degli addetti al servizio antincendio
All'esito della valutazione dei rischi d'incendio e sulla base del piano di emergenza,
qualora previsto, il datore di lavoro designa uno o più lavoratori incaricati dell'attuazione
delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, ai sensi
dell'art. 4 , quinto comma, lettera a), del decreto legislativo 19-9-1994, n. 626, o se stesso
nei casi previsti dall'art. 10 del decreto suddetto. I lavoratori designati devono frequentare
il corso di formazione (art.6, D.M. 10/03/1998)
Formazione degli addetti alla prevenzione incendi,
lotta antincendio e gestione dell'emergenza
I datori di lavoro assicurano la formazione dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi,
lotta antincendio e gestione dell'emergenza secondo quanto previsto nell'allegato IX .
Allegato IX
Generalità
I contenuti minimi dei corsi di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta
antincendio e gestione delle emergenze in caso di incendio, devono essere correlati alla
tipologia delle attività ed al livello di rischio di incendio delle stesse, nonché‚ agli specifici
compiti affidati ai lavoratori.
Attività a rischio di incendio elevato
cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione, manutenzione e riparazione
di gallerie, caverne, pozzi ed opere simili di lunghezza superiore a 50 m;
cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.
I corsi di formazione devono essere basati su contenuti e durate di seguito riportate:
1) L'incendio e la prevenzione incendi (4 ore)
- Principi sulla combustione;
- le principali cause di incendio in relazione allo specifico ambiente di lavoro;
- le sostanze estinguenti;
- i rischi alle persone ed all'ambiente;
- specifiche misure di prevenzione incendi;
- accorgimenti comportamentali per prevenire gli incendi;
- l'importanza del controllo degli ambienti di lavoro;
- l'importanza delle verifiche e delle manutenzioni sui presidi antincendio.
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
CA 02
Rev.
Gen. 2001
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2) La protezione antincendio (4 ore)
- Misure di protezione passiva;
- vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti;
- attrezzature ed impianti di estinzione;
- sistemi di allarme;
- segnaletica di sicurezza;
- impianti elettrici di sicurezza;
- illuminazione di sicurezza.
3) Procedure da adottare in caso di incendio (4 ore)
- Procedure da adottare quando si scopre un incendio;
- procedure da adottare in caso di allarme;
- modalità di evacuazione;
- modalità di chiamata dei servizi di soccorso;
- collaborazione con i vigili del fuoco in caso di intervento;
- esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali - operative.
4) Esercitazioni pratiche (4 ore)
- Presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impianti di spegnimento;
- presa visione sulle attrezzature di protezione individuale (maschere, autoprotettore, tute,
ecc.);
- esercitazioni sull'uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale.
NB:
gli addetti designati al corso devono conseguire l'attestato di idoneità tecnica di cui all'art.
3 della legge 28-11-1996, n. 609 (detta attestazione viene rilasciata, previo esame, dai
Vigili del Fuoco)
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
CA 02
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Pg. 5/7
Attività a rischio di incendio medio
i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impiegano sostanze infiammabili e si fa
uso di fiamme libere, esclusi quelli interamente all'aperto.
I corsi di formazione devono essere basati su contenuti e durate di seguito riportate:
1) L'incendio e la prevenzione incendi (2 ore)
- Principi sulla combustione e l'incendio;
- le sostanze estinguenti;
- triangolo della combustione;
- le principali cause di un incendio;
- rischi alle persone in caso di incendio;
- principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi.
2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio (3 ore)
- Le principali misure di protezione contro gli incendi;
- vie di esodo;
- procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme;
- procedure per l'evacuazione;
- rapporti con i vigili del fuoco;
- attrezzature ed impianti di estinzione;
- sistemi di allarme;
- segnaletica di sicurezza;
- illuminazione di emergenza.
3) Esercitazioni pratiche (3 ore)
- Presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi;
- presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale;
- esercitazioni sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi e idranti.
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
CA 02
Rev.
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Pg. 6/7
Attività a rischio di incendio basso
Rientrano in tale categoria di attività quelle non classificabili a medio ed elevato rischio e
dove, in generale, sono presenti sostanze scarsamente infiammabili, dove le condizioni di
esercizio offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai e ove non sussistono probabilità di
propagazione delle fiamme.
I corsi di formazione devono essere basati sui contenuti e durate di seguto riportate
1) L'incendio e la prevenzione (1 ora)
- Principi della combustione;
- prodotti della combustione;
- sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio;
- effetti dell'incendio sull'uomo;
- divieti e limitazioni di esercizio;
- misure comportamentali.
2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio (1 ora)
- Principali misure di protezione antincendio;
- evacuazione in caso di incendio;
- chiamata dei soccorsi.
3) Esercitazioni pratiche (2 ore)
- Presa visione e chiarimenti sugli estintori portatili;
- istruzioni sull'uso degli estintori portatili effettuate o avvalendosi di sussidi audiovisivi o
mediante dimostrazione pratica.
Rif. Legislativi:
ATTIVITA’ SOGGETTE AL
CONTROLLO DEI VIGILI
DEL FUOCO
¾
¾
¾
¾
¾
CA 02
D.P.R. 12/01/1998 n° 37
D.M. 16/2/1982
D.P.R. 29/7/1982 n° 577
L. 26/7/1965 n° 966
D.M. 10/03/1998
Rev.
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Pg. 7/7
FAC-SIMILE DI DICHIARAZIONE INIZIO ATTIVITÀ
Marca
da
bollo
AL COMANDO PROVINCIALE
DEI VIGILI DEL FUOCO DI __________
Rif. Pratica VV.F. n.
________________
DICHIARAZIONE DI INIZIO ATTIVITÀ
Il sottoscritto
cognome
nome
domiciliato in
via – piazza
n. civico
c.a.p.
comune
C.F.
provincia telefono
titolare
dell’attività
codice fiscale della persona fisica
tipo di attività (albergo, scuola, centrale termica, etc.)
sita in
via – piazza
n. civico
c.a.p.
soggetta al controllo
comune
provincia
telefono
dei Vigili del Fuoco ai sensi del decreto del Ministro dell'Interno del 16/2/1982, nella sua qualità di
proprietario, legale rappresentante, amministratore, etc.
della
ragione sociale ditta, impresa, ente, società
con sede in
via – piazza
comune
provincia
n. civico
c.a.p.
telefono
PREMESSO CHE
a)
in data ________ è stato richiesto a codesto Comando Provinciale l’accertamento - sopralluogo per il rilascio del Certificato
di Prevenzione Incendi, secondo le vigenti procedure, per l’attività di cui sopra individuata al n° ________ del decreto del
Ministro dell’Interno 16/2/1982 e comprendente anche le attività di cui ai numeri _________ del decreto medesimo.
b) alla citata istanza sono allegate le dichiarazioni e certificazioni di conformità dei lavori eseguiti ai progetti approvati da
codesto Comando
in data _____ prot. n. _____; in data _____ prot. n. _____ ;in data _____ prot. n. _____
consapevole delle responsabilità penali previste dall'art.26 della Legge 04/01/68 n.15 in caso di dichiarazione mendace, nonché
delle conseguenze stabilite dall'art.11 comma 3 del DPR 20/10/98 n. 403 (decadenza dai benefici conseguenti al provvedimento
emanato sulla base della dichiarazione non veritiera),
DICHIARA
Ai sensi dell’art. 3, comma 5, del DPR 12/1/98 n. 37, al fine di dare inizio all’esercizio dell’attività medesima in attesa
dell’accertamento - sopralluogo da parte di codesto Comando, che l’attività di cui in premessa, è stata realizzata nel rispetto
delle prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio. Il sottoscritto dichiara altresì, di essere a conoscenza degli obblighi
di cui all’art. 5 del DPR 12/1/1998 n° 37 (*) ed all’art. 4 del D.M. 10/3/1998, alla cui osservanza darà corso con la messa in
esercizio dell’attività.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------NOTA:
la vigente normativa consente, una volta eseguiti i lavori del progetto approvato, di esercire l’attività, in attesa del sopralluogo dei VVF,
presentando al comando la “DICHIARAZIONE DI INIZIO ATTIVITA”.
Con tale dichiarazione il responsabile legale si assume la responsabilità della rispondenza delle opere al progetto approvato e del
mantenimento delle condizioni di sicurezza.
Rif. Legislativi:
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
CA 03
Rev.
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Pg. 1/9
OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE
Le norme CEI 64-8 classificano i cantieri “ambienti a maggior rischio elettrico”: questa
definizione deriva dalla maggiore probabilità di guasto degli apparecchi elettrici dovuta a
sollecitazioni di utilizzo, meccaniche e termiche particolarmente gravose e alle condizioni
ambientali che complessivamente rendono gli addetti maggiormente esposti al rischio
elettrico. Ad esempio:
- Quando si opera in luoghi conduttori ristretti (serbatoi, cunicoli, etc.), utilizzare lampade
alimentate a bassissima tensione di sicurezza. Come previsto
dlle norme CEI 34-34.
- I cavi di alimentazione per posa mobile dovranno essere inderogabilmente del tipo
H07RN-F e/o FG1(O)K (commercialmente denominato neoprene).
- I conduttori fissi o mobili muniti di rivestimento isolante in genere, quando per la
loro posizione o per il loro particolare impiego, siano soggetti a danneggiamento per
causa meccanica, devono essere protetti nei tratti soggetti al danneggiamento.
OBBLIGHI :
•
Gli impianti di cantiere devono essere realizzati a regola d’arte (L. 186/68) da ditta
in possesso dei requisiti tecnico professionali previsti dalla L. 46/90; la ditta installatrice
deve rilasciare, a fine installazione, dichiarazione di conformità corredata dai seguenti
allegati obbligatori:
- relazione con tipologie dei materiali utilizzati
- schema di impianto realizzato
- copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali
- per eventuali interventi successivi occorre anche il riferimento a dichiarazioni di
conformità precedenti o parziali, già esistenti
•
In cantiere devono essere sempre presenti e a disposizione degli organi di
controllo:
- la dichiarazione di conformità dell’impianto di cantiere comprensiva degli allegati;
- Dichiarazione di conformità dei quadri elettrici installati in cantiere – quadri ASC;
- Mod. “B”, di denuncia di prima installazione dell’impianto di terra di cantiere ed
eventuali verbali di verifica relativi (D.M. 12/09/59 – D.M. 519/93);
- Mod. “A”, di denuncia di prima installazione dell’impianto di protezione dalle
scariche ed eventuali verbali di verifica relativi (D.M. 12/09/59 – D.M. 519/93).
•
Qualora debbano essere effettuati lavori in prossimità di linee elettriche aeree
(distanza minore di metri 5), prima del loro inizio è necessario (D.P.R. 164/56):
- Segnalare i lavori all’esercente delle linee elettriche;
- Predisporre adeguata protezione atta ad evitare accidentali contatti o pericolosi
avvicinamenti ai conduttori.
•
Per i cantieri ove è previsto un locale ad uso infermeria, è necessario il registro
delle verifiche periodiche dell’impianto elettrico (norma CEI 64-4).
Rif. Legislativi:
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
CA 03
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/9
MOD. A – MODALITA’ DENUNCIA ALL’ISPESL
• Denuncia (domanda di omologazione):
dovrà essere presentata all’ISPSEL nel dipartimento competente per territorio
accompagnata dal MOD.A (vedi pagina 3/9) compilata in duplice copia;
• Effettuazione della presentazione:
la denuncia deve essere effettuata entro e non oltre 30 giorni dalla messa in servizio
dell’impianto (articolo 2 del D.M. 12/09/59)
Verifica
dell’ente di controllo:
•
mettere a disposizione del tecnico verificatore gli schemi dell’impianto di protezione;
• Quando c’è obbligo di denuncia:
solo per le masse metalliche definite di “notevoli dimensioni” ad esempio ponteggio
metallico, opere provvisionali in genere, gru, impianti di betonaggio, recipienti ed altro;
• Quando non c’è obbligo di denuncia:
qualora le masse metalliche di “notevoli dimensioni” risultino auto protette ai sensi della
norma CEI 81-1, è come se non fossero considerate di “notevoli dimensioni” pertanto
non è necessario la presentazione del MOD. A.
MOD. B – MODALITA’ DENUNCIA ALL’ISPESL
•
Denuncia (domanda di omologazione):
dovrà essere presentata all’ISPSEL nel dipartimento competente per territorio
accompagnata dal MOD.B (vedi pagina 5/9) compilata in duplice copia;
• Effettuazione della presentazione:
la denuncia deve essere effettuata entro e non oltre 30 giorni dalla messa in servizio
dell’impianto (articolo 2 del D.M. 12/09/59)
• Verifica dell’ente di controllo:
mettere a disposizione del tecnico verificatore la dichiarazione di conformità
dell’impianto ed i suoi allegati;
• Quando c’è obbligo di denuncia:
sempre;
L’assenza della sopradetta documentazione, non consentendo all’organo di
controllo la verifica prevista per legge, comporta per il datore di lavoro sanzioni
penali e amministrative.
Rif. Legislativi:
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
CA 03
Rev.
Gen. 2001
Pg. 3/9
Mod. A
ISPESL
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
Norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro
CONTROLLO INSTALLAZIONI
E DISPOSITIVI CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE
(Art. 40 D.P.R. del 27/4/55 n. 547 - Legge 12 agosto 1982, n. 597 - D.I. 23 dicembre 1982)
Data della denuncia.......................................
Provincia........................................................
N. .............................................................. (1)
DITTA/ENTE ........................................................…................................................................
SEDE SOCIALE .................................................…..................................................................
ATTIVITÀ .............................................................................. TEL. .........................................
Località dello stabilimento, cantiere , lavori:
COMUNE ................................................... VIA ............................................... CAP ..............
DENUNCIA DELLE INSTALLAZIONI E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE
ATMOSFERICHE: (2)
❏ Prima installazione
❏ Sostitutiva o aggiuntiva per modifiche
Attuati a norma: (2)
❏ Dell’art. 38 lett. A) DPR 547 (vedere DPR 689 del 26/5/59)
❏ Azienda o lavorazione prevista dall’art. 36 a)
❏ Azienda o lavorazione prevista dall’art. 36 b)
❏ Dell’art. 38 lett. b) DPR 547 (camini industriali)
❏ Dell’art. 39 DPR 547 (strutture metalliche degli edifici e delle opere provvisionali, grandi
recipienti e apparecchi metallici situati all’aperto)
ELEMENTI DESCRITTIVI DEGLI IMPIANTI PROTETTI
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
................................................
per ricevuta
...........................................
(1) N. distintivo la cui assegnazione è riservata all’ufficio
(2) Indicare con crocetta sul quadratino la corrispondenza
ditta/ente
..................................
Rif. Legislativi:
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
CA 03
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/9
CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO DI PROTEZIONE (2)
❏
AD ASTA VERTICALE
..............................................................................................
❏
A FUNE
..............................................................................................
❏
A MAGLIA
..............................................................................................
CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO BASE
CONDUTTORI DI CAPTAZIONE:
MATERIALE/SEZ.
..............................................................................................
..............................................................................................
CONDUTTORI DI CALATA:
MATERIALE/SEZ.
..............................................................................................
..............................................................................................
DISPERSORI: MATERIALE/TIPO
..............................................................................................
..............................................................................................
CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO INTEGRATIVO
CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI:
MATERIALE/SEZ.
.............................................................................................
.............................................................................................
LIMITATORE DI TENSIONE:
CARATTERISTICHE
.............................................................................................
............................................................................................
Rif. Legislativi:
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
CA 03
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
Rev.
Gen. 2001
Pg. 5/9
Mod. B
Impianti di utilizzazione
-------------------------officine e cabine elettriche
ISPESL
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
Norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro
CONTROLLO IMPIANTI DI TERRA
(Art. 328 D.P.R. del 27/4/55 n. 547 - Legge 12 agosto 1982, n. 597 - D.I. 23 dicembre 1982)
Data della denuncia.................................
Provincia..................................................
N. ........................................................ (1)
DITTA/ENTE ...................................….....................................................................................
SEDE SOCIALE........................................................................................................................
ATTIVITÀ .......…..................................................................... TEL. ........................................
Località dello stabilimento, cantiere, lavori:
COMUNE ............................................. VIA .................................................... CAP ................
DENUNCIA DI IMPIANTI DI TERRA: (2)
❏ Prima installazione
❏ Sostitutiva o aggiuntiva per modifiche
Potenza totale installata: .....................................kW
Impianto elettrico funzionante a ....................V e alimentato: (2)
❏ dalla rete di B.T.
❏ da propria cabina alimentata a ....................kV
❏ da impianto autonomo di produzione
ELEMENTI DESCRITTIVI DEGLI IMPIANTI PROTETTI
.................................................................................……………………..................................
.................................................................................…………………………….......................
..........................................................................................................….. …….......................
per ricevuta
.......................................
(1) N. distintivo la cui assegnazione è riservata all’ufficio
(2) Indicare con crocetta sul quadratino la corrispondenza
ditta/ente
.........................................
Rif. Legislativi:
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
CA 03
Rev.
Gen. 2001
Pg. 6/9
CARATTERISTICHE DEL SISTEMA ELETTRICO DISPERDENTE
DISPERSORI: materiale/tipo
......................................................................................
......................................................................................
CONDUTTORI DI TERRA: materiale/sez.
......................................................................................
......................................................................................
CONDUTTORI DI PROT: materiale/sez.
......................................................................................
.....................................................................................
CONDUTTORI EQUIPOT: materiale/sez.
......................................................................................
......................................................................................
VALORE DELLA RESISTENZA DI TERRA
RESISTENZA DI TERRA (Ω)
SISTEMA DI COORDINAMENTO (2)
Utilizzo di dispositivi di protezione
e di tipo differenziale ldn
Utilizzo di dispositivi di protezione
di tipo a massima corrente a tempo
inverso
......................................................................................
......................................................................................
......................................................................................
......................................................................................
IMPIANTI ALIMENTATI DA PROPRIA CABINA DI TRASFORMAZIONE
Caratteristiche della linea elettrica di alimentazione e dei dispositivi di protezione
1-VALORE DELLA CORRENTE MASSIMA DI GUASTO VERSO TERRA
(A)
2- TEMPO DI INTERVENTO DEI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INSTALLATI A MONTE DELLA
CABINA UTENTE (s)
..........................................................................................
..........................................................................................
..........................................................................................
..........................................................................................
Rif. Legislativi:
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
CA 03
Rev.
Gen. 2001
Pg. 7/9
Spett.Le ISPESL
Sede di ........................
DOMANDA DI OMOLOGAZIONE
Il/La sottoscritto/a …………………..................... in qualità di …….…………………. della
………...........….. con sede in …………………..via ………………………….…. Comune di
…………………, tel ……………… chiede la verifica dell'impianto di terra relativamente al
cantiere ubicato nel Comune di ……………………………………….… via ……………….,
tel ……………….., realizzato dalla ditta………………....……......... con sede in
…………..…………………….via
……..………………………….
Comune
di
…………………, tel ………………
Si dichiara che l'impianto non è sottoposto ad obbligo di progetto secondo la legge 46/90
e D.P.R. 447/91 e che la dichiarazione di conformità con gli allegati obbligatori
(relazione, tipologie dei materiali, schema impianto etc.) sono conservati presso il
cantiere medesimo.
Allegati: MOD.B
Data _____________
Timbro e firma
_____________________________________________________________________
Spett.Le ISPESL
Sede di ........................
DOMANDA DI OMOLOGAZIONE
Il/La sottoscritto/a …………………..................... in qualità di …….…………………. della
………...........….. con sede in …………………..via ………………………….…. Comune di
…………………, attività di ………………., tel ……………… chiede la verifica
dell'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche relativamente al cantiere
ubicato nel Comune di ……………………………………….… via ………………………., tel
……………….., realizzato dalla ditta………………....……......... con sede in
…………..…………………….via
……..………………………….
Comune
di
…………………, tel ………………
Si dichiara che l'impianto di protezione contro le scariche atmosferiche non è soggetto,
nel cantiere edili, alla legge 46/90.
Allegati: MOD.A
RELAZIONE TECNICA
Data _____________
Timbro e firma
Rif. Legislativi:
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
CA 03
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
Rev.
Gen. 2001
Pg. 8/9
Spett.le
ENEL – Zona di ________
_____________________
OGGETTO: Richiesta di allacciamento
Il sottoscritto___________________________________, quale rappresentante della Ditta
______________________________________________, con sede in ______________,
via _________________ n. _____________, tel.___________________,
CHIEDE
L ‘allacciamento alla linea elettrica per il Cantiere sito in ________________________,
via____________________, n.____.
Data ___________
Firma
_________________
Si allega.
n. 3 planimetrie in scala 1.500
n. 1 planimetria in scala 1:5000
Spett.le
Rif. Legislativi:
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
IMPIANTO ELETTRICO
DI CANTIERE
CA 03
D.P.R. 547/55
D.P.R. 164/56
D.M. 12/09/59
L. 186/68
L.46/90
D.P.R. 447/91
D.M. 519/93
Rev.
Gen. 2001
Pg. 9/9
ENEL – Zona di ________
_____________________
OGGETTO: Richiesta di spostamento delle linee elettriche
Il sottoscritto___________________________________, quale rappresentante della
Ditta___________________________, con sede in ______________, via____________
n. _____________, tel.___________________,
CHIEDE
Lo spostamento delle linee elettriche (aree e/o sotterranee) presso il Cantiere sito in
______________________________________, via____________________, n._____ per
i seguenti motivi __________________________________________________________.
Data ___________
Firma
_________________
Si allega.
n. 3 planimetrie in scala 1.500
n. 1 planimetria in scala 1:5000
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/7
CHIUNQUE INTENDE IMPIEGARE PONTEGGI METALLICI DEVE:
1. farsi rilasciare dal fabbricante copia conforme della autorizzazione ministeriale, le
istruzioni e gli schemi di seguito elencati:
• calcolo del ponteggio secondo varie condizioni di impiego;
• istruzioni per il montaggio, impiego e smontaggio del ponteggio;
• istruzioni per le prove di carico del ponteggio;
• schemi-tipo di ponteggio con l'indicazione dei massimi ammessi di sovraccarico, di
altezza dei ponteggi e di larghezza degli impalcati per i quali non sussiste l'obbligo
del calcolo per ogni singola applicazione.
2. nel caso di ponteggi metallici di altezza superiore a metri 20 e le altre opere
provvisionali, costituite da elementi metallici, o di notevole importanza e complessità in
rapporto alle loro dimensioni ed ai sovraccarichi o comunque per impieghi fuori dagli
schemi tipo:
• fare eseguire a ingegnere o architetto abilitato un progetto costituito da un calcolo
eseguito secondo le istruzioni approvate nell'autorizzazione ministeriale ed un
disegno esecutivo. Dal progetto deve altresì risultare quanto occorre per definire il
ponteggio nei riguardi dei carichi, delle sollecitazioni e dell'esecuzione oltre alle
seguenti indicazioni:
a) l'indicazione del tipo di ponteggio usato;
b) generalità e firma del progettista;
c) sovraccarichi massimi per metro quadrato di impalcato;
d) indicazione degli appoggi e degli ancoraggi.
• tenere in cantiere copia dell'autorizzazione ministeriale;
• tenere copia del progetto e dei disegni esecutivi.
3. nel caso di ponteggi metallici di altezza non superiore a metri 20 rientranti negli
schemi tipo:
• tenere copia del disegno esecutivo dal quale risultino le seguenti indicazioni:
a) l'indicazione del tipo di ponteggio usato;
b) generalità e la firma del responsabile del cantiere;
c) sovraccarichi massimi per metro quadrato di impalcato;
d) indicazione degli appoggi e degli ancoraggi.
• tenere in cantiere copia dell'autorizzazione ministeriale;
• Le eventuali modifiche al ponteggio, che devono essere subito riportate sul disegno,
devono restare nell'ambito dello schema-tipo che ha giustificato l'esenzione
dall'obbligo del calcolo.
4. Nel caso di ponteggi metallici i cui montanti di una stessa fila siano posti ad una
distanza di metri 1,80 oltre alla documentazione di cui sopra deve essere tenuta in
cantiere la relativa relazione di calcolo.
5. Qualora siano applicati sui ponteggi metallici teloni, reti e/o affissi pubblicitari oltre alla
documentazione di cui sopra deve essere tenuta in cantiere la relazione di calcolo di
verifica delle sollecitazioni aggiuntive.
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/7
VERIFICHE DEGLI ELEMENTI DI PONTEGGIO PRIMA DI OGNI MONTAGGIO
Estratto dalla Circ. Min. lav. N°46/2000
A) - PONTEGGI METALLICI A TELAI PREFABBRICATI
Tipo di verifica
Modalità di
verifica
Misura adottata
Elementi: GENERALE
Controllo esistenza del libretto di cui
Visivo
all’autorizzazione ministeriale, rilasciata dal
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Controllo che gli elementi in tubi e giunti,
Visivo
eventualmente utilizzati, siano di tipo
autorizzato appartenenti ad unico fabbricante
Se non esiste il libretto, il ponteggio non può essere utilizzato.
Occorre richiedere il libretto, che deve contenere tutti gli
elementi del ponteggio, al fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo, è necessario utilizzare elementi
autorizzati appartenenti ad un unico fabbricante,
richiedendone il relativo libretto
Elementi: TELAIO
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Controllo stato di conservazione della
Visivo
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
protezione contro la corrosione
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Controllo verticalità montanti telaio
Visivo, ad esempio con Se la verticalità dei montanti non è soddisfatta occorre
utilizzo filo a piombo
scartare l’elemento
Controllo spinotto di collegamento fra montanti Visivo e/o funzionale
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Controllo attacchi controventature: perni e/o
Visivo e/o funzionale
Se il controllo è negativo, occorre:
boccole
Scartare l’elemento, o
Ripristinare la funzionalità dell’elemento in conformità alle
modalità previste dal fabbricante del ponteggio
Controllo orizzontalità traverso
Visivo
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Elementi: CORRENTI E DIAGONALI
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Visivo
Controllo linearità dell’elemento
Visivo
Controllo stato di conservazione collegamenti al Visivo e/o funzionale
telaio
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Elementi: IMPALCATI PREFABBRICATI
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Visivo
Controllo orizzontalità piani di calpestio
Visivo
Controllo assenza di deformazioni negli appoggi Visivo e/o funzionale
al traverso
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
Controllo efficienza dei sistemi di collegamento
tra: piani di calpestio, testata con ganci di
collegamento al traverso ed irrigidimenti
(saldatura, rivettatura, bullonatura e
cianfrinatura)
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 3/7
Visivo:
Se il controllo è negativo:
- Integrità del sistema di - Scartare l’elemento, o
collegamento per
- Procedere, a cura del fabbricante del ponteggio, al ripristino
rivettatura, bullonatura e dell’efficienza dei sistemi di collegamento
cianfrinatura
- Assenza, nel sistema
di collegamento, di
cricche, distacchi ed
ossidazioni penetranti
per saldatura
Elementi: BASETTE FISSE
Controllo marchio come da libretto
Controllo orizzontalità piatto di base
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Visivo, ad esempio con Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
un piano di riscontro
Elementi: BASETTE REGOLABILI
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Controllo orizzontalità piatto di base
Visivo, ad esempio con Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
un piano di riscontro
Controllo verticalità stelo
Visivo
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Controllo stato di conservazione della filettatura Visivo e funzionale
- Se i controlli, visivo e funzionale, sono negativi occorre
dello stelo e della ghiera filettata
- Visivo: stato di
scartare l’elemento
conservazione della
- Se è negativo il solo controllo funzionale occorre ripristinare
filettatura
la funzionalità (pulizia e ingrassaggio). Se ciò non è possibile,
- Funzionale: regolare scartare l’elemento
avvitamento della ghiera
N.B.: Per le verifiche relative ad altri elementi di ponteggio (quali ad esempio: fermapiede, trave
per passo carraio, mensola, montante per parapetto di sommità, scala, parasassi), riportati nel
libretto di cui all'autorizzazione ministeriale, occorre utilizzare: tipo, modalità di verifica e
misure, analoghi a quelli descritti per gli elementi sopraelencati.
B) - PONTEGGI METALLICI A MONTANTI E TRAVERSI PREFABBRICATI
Tipo di verifica
Modalità di
verifica
Misura adottata
Elementi: GENERALE
Controllo esistenza del libretto di cui
Visivo
all’autorizzazione ministeriale rilasciata dal
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Controllo che gli elementi in tubi e giunti,
Visivo
eventualmente utilizzati, siano di tipo
autorizzato appartenenti ad unico fabbricante
Se non esiste il libretto, il ponteggio non può essere utilizzato.
Occorre richiedere il libretto, che deve contenere tutti gli
elementi del ponteggio, al fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo, è necessario utilizzare elementi
autorizzati appartenenti ad un unico fabbricante,
richiedendone il relativo libretto
Elementi: MONTANTE
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Controllo stato di conservazione della
Visivo
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
protezione contro la corrosione
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Controllo verticalità
Visivo, ad esempio con Se la verticalità del montante non è soddisfatta occorre
utilizzo filo a piombo
scartare l’elemento
Controllo spinotto di collegamento fra montanti Visivo e/o funzionale
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Controllo attacchi elementi :
Visivo e/o funzionale
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Elementi: TRAVERSO
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Controllo orizzontalità traverso
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Visivo
Visivo
Controllo stato di conservazione collegamenti ai Visivo e/o funzionale
montanti
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/7
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo scartare l’elemento
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento, o
ripristinare la funzionalità dell’elemento in conformità alle
modalità previste dal fabbricante del ponteggio
Elementi: CORRENTI E DIAGONALI
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Visivo
Controllo linearità dell’elemento
Visivo
Controllo stato di conservazione collegamenti ai Visivo e/o funzionale
montanti
Elementi: IMPALCATI PREFABBRICATI
Controllo marchio come da libretto
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Visivo
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento, o
ripristinare la funzionalità dell’elemento in conformità alle
modalità previste dal fabbricante del ponteggio
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Controllo orizzontalità piani di calpestio
Visivo
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Controllo assenza di deformazioni negli appoggi Visivo e/o funzionale
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
al traverso
Controllo efficienza dei sistemi di collegamento Visivo:
Se il controllo è negativo:
tra: piani di calpestio, testata con ganci di
- Integrità del sistema di - Scartare l’elemento, o
collegamento al traverso ed irrigidimenti
collegamento per
- Procedere, a cura del fabbricante del ponteggio, al ripristino
(saldatura, rivettatura, bullonatura e
rivettatura, bullonatura e dell’efficienza dei sistemi di collegamento
cianfrinatura)
cianfrinatura
- Assenza, nel sistema
di collegamento, di
cricche, distacchi ed
ossidazioni penetranti
per saldatura
Elementi: BASETTE FISSE
Controllo marchio come da libretto
Controllo orizzontalità piatto di base
Elementi: BASETTE REGOLABILI
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Visivo, ad esempio con Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
un piano di riscontro
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
Controllo marchio come da libretto
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 5/7
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Controllo orizzontalità piatto di base
Visivo, ad esempio con Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
un piano di riscontro
Controllo verticalità stelo
Visivo
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Controllo stato di conservazione della filettatura Visivo e funzionale
- Se i controlli, visivo e funzionale, sono negativi occorre
dello stelo e della ghiera filettata
- Visivo: stato di
scartare l’elemento
conservazione della
- Se è negativo il solo controllo funzionale occorre ripristinare
filettatura
la funzionalità (pulizia e ingrassaggio). Se ciò non è possibile,
- Funzionale: regolare scartare l’elemento
avvitamento della ghiera
N.B.: Per le verifiche relative ad altri elementi di ponteggio (quali ad esempio: fermapiede, trave
per passo carraio, mensola, montante per parapetto di sommità, scala, parasassi), riportati nel
libretto di cui all'autorizzazione ministeriale, occorre utilizzare: tipo, modalità di verifica e
misure, analoghi a quelli descritti per gli elementi sopraelencati.
C) - PONTEGGI METALLICI A TUBI E GIUNTI
Tipo di verifica
Modalità di
verifica
Misura adottata
Elementi: GENERALE
Controllo esistenza del libretto di cui
Visivo
all’autorizzazione ministeriale rilasciata dal
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Se non esiste il libretto, il ponteggio non può essere utilizzato.
Occorre richiedere il libretto, che deve contenere tutti gli
elementi del ponteggio, al fabbricante del ponteggio
Elementi: TUBI
Controllo marchio come da libretto
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Controllo verticalità
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Visivo
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Visivo, ad esempio con Se la verticalità del tubo non è soddisfatta occorre scartare
uutilizzo filo a piombo l’elemento
Elementi: GIUNTI
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Controllo bulloni completi di dadi
Visivo
Controllo linearità martelletti
Controllo perno rotazione giunto girevole
Visivo e funzionale
- Visivo: stato di
conservzioneconservazi
one della filettatura
- Funzionale: regolare
avvitamento del dado
Visivo
Visivo e funzionale
Visivo: parallelismo dei
due nuclei
Funzionale: corretta
rotazione
Elementi: IMPALCATI PREFABBRICATI (non strutturali)
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
- Se il controllo visivo è negativo occorre : sostituire il bullone
e/o il dado con altro fornito dal fabbricante del giunto
- Se è negativo il solo controllo funzionale occorre ripristinare
la funzionalità (pulizia e ingrassaggio). Se ciò non è possibile,
sostituire l’elemento con altro fornito dal fabbricante del giunto
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Se i controlli sono negativi occorre scartare l’elemento
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Controllo stato di conservazione della
protezione contro la corrosione
Visivo
Controllo orizzontalità piani di calpestio
Controllo assenza di deformazioni negli
appoggi al traverso
Controllo efficienza dei sistemi di collegamento
tra: piani di calpestio, testata con ganci di
collegamento al traverso ed irrigidimenti
(saldatura, rivettatura, bullonatura e
cianfrinatura)
Visivo
Visivo e/o funzionale
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 6/7
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo, procedere al controllo degli
spessori:
- Se il controllo degli spessori è negativo (tenuto conto delle
tolleranze previste dal fabbricante del ponteggio), scartare
l’elemento
- Se il controllo degli spessori è positivo, procedere al ripristino
della protezione, in conformità alle modalità previste dal
fabbricante del ponteggio
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Visivo:
Se il controllo è negativo:
- Integrità del sistema di - Scartare l’elemento, o
collegamento per
- Procedere, a cura del fabbricante del ponteggio, al ripristino
rivettatura, bullonatura e
dell’efficienza dei sistemi di collegamento
cianfrinatura
- Assenza, nel sistema di
collegamento, di cricche,
distacchi ed ossidazioni
penetranti per saldatura
Elementi: BASETTE FISSE
Controllo marchio come da libretto
Controllo orizzontalità piatto di base
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Visivo, ad esempio con Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
un piano di riscontro
Elementi: BASETTE REGOLABILI
Controllo marchio come da libretto
Visivo
Se il marchio non è rilevabile, o è difforme rispetto a quello
indicato nel libretto, occorre scartare l’elemento
Controllo orizzontalità piatto di base
Visivo, ad esempio con Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
un piano di riscontro
Controllo verticalità stelo
Visivo
Se il controllo è negativo occorre scartare l’elemento
Controllo stato di conservazione della filettatura Visivo e funzionale
- Se i controlli, visivo e funzionale, sono negativi occorre
dello stelo e della ghiera filettata
- Visivo: stato di
scartare l’elemento
conservazione della
- Se è negativo il solo controllo funzionale occorre ripristinare
filettatura
la funzionalità (pulizia e ingrassaggio). Se ciò non è possibile,
- Funzionale: regolare
scartare l’elemento
avvitamento della ghiera
N.B.: Per le verifiche relative ad altri elementi di ponteggio (quali ad esempio: fermapiede, trave
per passo carraio, mensola, montante per parapetto di sommità, scala, parasassi), riportati nel
libretto di cui all'autorizzazione ministeriale, occorre utilizzare: tipo, modalità di verifica e
misure, analoghi a quelli descritti per gli elementi sopraelencati.
Rif. Legislativi:
PONTEGGI
¾D.P.R. 164/56
¾D.M. 115/80
¾Circ. Min. Lav. 149/85
¾Circ. Min. Lav. 46/00
CA 04
Rev.
Gen. 2001
Pg. 7/7
VERIFICHE DURANTE L'USO DEI PONTEGGI METALLICI FISSI
Estratto dalla Circ. Min. lav. N°46/2000
1. Controllare che il disegno esecutivo:
•
Sia conforme allo schema tipo fornito dal fabbricante del ponteggio;
•
Sia firmato dal responsabile del cantiere per conformità agli schemi tipo forniti dal fabbricante
del ponteggio;
•
Sia tenuto in cantiere, a disposizione degli organi di vigilanza, unitamente alla copia del libretto
di cui all'autorizzazione ministeriale.
2. Controllare che per i ponteggi di altezza superiore a 20 metri e per i ponteggi non conformi agli
schemi tipo:
•
Sia stato redatto un progetto, firmato da un ingegnere o architetto abilitato a norma di legge
all'esercizio della professione;
•
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
Che tale progetto sia tenuto in cantiere a disposizione dell'autorità di vigilanza, unitamente alla
copia del libretto di cui all'autorizzazione ministeriale.
Controllare che vi sia la documentazione dell’esecuzione, da parte del responsabile di cantiere,
dell’ultima verifica del ponteggio di cui trattasi, al fine di assicurarne l'installazione corretta ed il buon
funzionamento.
Controllare che qualora siano montati sul ponteggio tabelloni pubblicitari, graticci, teli o altre
schermature sia stato redatto apposito calcolo, eseguito da Ingegnere o da Architetto abilitato a
norma di legge all'esercizio della professione, in relazione all'azione del vento presumibile per la
zona ove il ponteggio è montato. In tale calcolo deve essere tenuto conto del grado di permeabilità
delle strutture servite.
Controllare che sia mantenuto un distacco non superiore a 20 cm tra il bordo interno dell'impalcato
del ponteggio e l’opera servita.
Controllare che sia mantenuta l'efficienza dell'elemento parasassi, capace di intercettare la caduta
del materiale dall'alto.
Controllare il mantenimento dell'efficienza del serraggio dei giunti, secondo le modalità previste dal
fabbricante del ponteggio, riportate nel libretto di cui all'autorizzazione ministeriale.
Controllare il mantenimento dell'efficienza del serraggio dei collegamenti fra gli elementi del
ponteggio, secondo le modalità previste dal fabbricante del ponteggio, riportate nel libretto di cui
all'autorizzazione ministeriale.
Controllare il mantenimento dell'efficienza degli ancoraggi, secondo le modalità previste dal
fabbricante del ponteggio riportate nel libretto di cui all'autorizzazione ministeriale.
Controllare il mantenimento della verticalità dei montanti, ad esempio con l'utilizzo del filo a piombo.
Controllare il mantenimento dell'efficienza delle controventature di pianta e di facciata mediante:
•
Controllo visivo della linearità delle aste delle diagonali di facciata e delle diagonali in pianta;
•
Controllo visivo dello stato di conservazione dei collegamenti ai montanti delle diagonali di
facciata e delle diagonali in pianta;
•
Controllo visivo dello stato di conservazione degli elementi di impalcato aventi funzione di
controventatura in pianta.
12. Controllare il mantenimento in opera dei dispositivi di blocco degli elementi di impalcato.
13. Controllare il mantenimento in opera dei dispositivi di blocco o dei sistemi antisfilamento dei
fermapiedi.
Rif. Legislativi:
MACCHINARI
¾ D.P.R. 459/96
¾ D.P.R. 547/55
CA 05
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/1
In questa scheda viene indicata la documentazione di cui devono essere dotati i
macchinari in genere utilizzati in cantiere (per gli specifici macchinari trattati si rimanda alle
schede relative).
• Certificato di conformità relativo alla struttura di protezione in caso di ribaltamento
(ROPS) di macchine da cantiere (D.M. 593/87);
• Certificato di conformità relativo alla struttura di protezione in caso di caduta di oggetti
(FOPS) di macchine da cantiere (D.M. 594/87);
• Dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore per le macchine da cantiere
acquistate a partire dal 21/09/1996 e fornito di marcatura CE;
• Dichiarazione di idoneità fornita da venditore o noleggiatore per le macchine da cantiere
usate - non marcate CE;
• Fascicolo tecnico per le macchine di provenienza “extra UE” e per le macchine costruite,
assemblate o modificate dall’utente.
NOTA:
La dichiarazione CE di conformità deve contenere i seguenti elementi:
-
nome e indirizzo del fabbricante o del suo mandatario stabilito nella comunità;
descrizione della macchina;
tutte le disposizioni pertinenti alle quali la macchina è conforme;
eventualmente, nome e indirizzo dell'organismo notificato e il numero dell'attestato di
certificazione CE;
eventualmente nome ed indirizzo dell'organismo notificato cui è stato trasmesso il
fascicolo;
eventualmente nome e indirizzo dell'organismo notificato che ha effettuato la verifica;
eventualmente il riferimento alle norme armonizzate;
eventualmente, norme e specificazioni tecniche nazionali applicate;
identificazione del firmatario che ha la delega del fabbricante e del suo mandatario
stabilito nella Comunità.
Rif. Legislativi:
AUTOBETONIERA
¾Circ. Min. Lav. 103/80
CA 06
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
DOCUMENTAZIONI
•
•
Ciascuna macchina deve essere dotata di un libretto nel quale siano indicate le
operazioni periodiche di manutenzione ordinaria, straordinaria e preventiva.
Esplicita raccomandazione deve prevedere che ogni pezzo sostituito possegga le
medesime caratteristiche di quello installato dal costruttore.
MISURE DI SICUREZZA
Estratto dalla Circ. Min. lav. N°103/1980
Le presenti misure non riguardano il veicolo in quanto tale e la sua guida.
1. Ogni macchina deve essere provvista di una targa con l'indicazione della ditta costruttrice, del
numero di fabbrica e dell'anno di costruzione.
2. La targa deve anche riportare l'indicazione delle caratteristiche principali della macchina.
3. I posti di manovra devono essere sistemati in posizione tale da consentire la visibilità diretta od
indiretta di tutte le parti delle quali si determini il movimento e che possono recare pericolo
durante le fasi di lavorazione.
4. Gli organi di comando devono essere facilmente raggiungibili dall'operatore.
5. L’ azionamento degli organi deve risultare agevole ed essi devono inoltre portare la chiara
indicazione delle manovre a cui servono.
6. Gli stessi organi devono essere posizionati e conformati in modo tale da impedire
l’azionamento accidentale.
7. Gli organi di comando delle parti che possono arrecare pericolo durante il movimento, quali gli
organi che comandano martinetti e simili, devono essere del tipo ad uomo presente, con ritorno
automatico nella posizione di arresto.
8. Le indicazioni delle manovre devono essere richiamate mediante avvisi chiaramente leggibili,
redatti in lingua italiana.
9. Il verso dei movimenti determinato dai pulsanti o dalle leve, deve essere indicato da frecce ben
visibili o da altro idoneo segnale.
10. Le catene di trasmissione e le relative ruote dentate devono, quando non si trovino in
condizione inaccessibile, essere protette mediante custodia completa.
11. Gli ingranaggi, le ruote e gli altri elementi dentati, che non siano in posizione inaccessibile,
devono essere completamente protetti entro idonei involucri oppure, nel caso di ruote ad anima
piena, protetti con schermi ricoprenti soltanto le dentature sino alla loro base. Possono,
tuttavia, essere tollerate protezioni limitate alla zona di imbocco quando, in relazione a
particolari caratteristiche della macchina, quali la ridotta velocità degli ingranaggi o la loro
ubicazione, fuori portata delle persone, dette protezioni offrano sufficienti garanzie di sicurezza.
In ogni caso le protezioni di cui al comma precedente devono estendersi, lateralmente, fino alla
Rif. Legislativi:
AUTOBETONIERA
¾Circ. Min. Lav. 103/80
CA 06
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
base della dentatura e devono avere le estremità periferiche libere, foggiate in modo tale da
evitare il pericolo di trascinamento tra il riparo e la corona dentata.
12. I rulli e gli anelli di rotolamento che si trovino ad altezza non superiore a metri 2 dal terreno o
dalla piattaforma di lavoro o di ispezione, devono avere la zona di imbocco protetta, salvo che
siano già in posizione inaccessibile.
13. La superficie del tamburo non deve presentare elementi sporgenti che non siano raccordati o
protetti in modo tale da non presentare. pericolo di presa o di trascinamento.
14. I canali di scarico non devono presentare pericoli di cesoiamento o di schiacciamento.
15. In mancanza di piattaforma, l'ultimo gradino della scala di accesso alla zona di ispezione, in
corrispondenza alla bocca del tamburo, deve avere la superficie piana e deve essere realizzato
con grigliato metallico o lamiera traforata. L'elemento incernierato o sfilabile della scala deve
essere provvisto di un dispositivo di blocco atto ad impedire il ribaltamento o lo sfilo in
posizione di riposo.
16. I dispositivi di blocco di elementi che devono assumere una posizione definitiva in fase di
riposo, come nella fase di lavoro, devono essere conformati in modo tale da assicurare
l'arresto degli elementi interessati e da garantire la persistenza nel tempo di tale caratteristica.
17. Le parti laterali dei bracci della benna di caricamento , nella zona di movimento, non devono
presentare pericoli di cesoiamento o schiacciamento nei riguardi di parti della macchina.
18. Contro il pericolo di schiacciamento verso il terreno e frontale, durante il movimento della
benna e dei bracci, questi non devono avere una velocità superiore a 40 metri al minuto.
19. I componenti degli impianti oleodinamici devono essere provvisti dei seguenti dispositivi di
sicurezza:
- valvola di massima pressione;
- valvola di non ritorno per i circuiti di sollevamento;
- valvola di sovrapressione contro i sovraccarichi dinamici pericolosi.
20. Le tubazioni flessibili, soggette a possibilità di danneggiamento di origine meccanica, devono
essere protette all'esterno mediante guaina metallica.
21. Le tubazioni flessibili devono portare stampigliata l'indicazione della classe di esercizio.
22. Le tubazioni dei circuiti azionanti bracci di sollevamento devono essere provviste di valvola
limitatrice di deflusso, atta a limitare la velocità di discesa del braccio in caso di rottura della
tubazione.
23. Le parti di macchina che possono raggiungere una temperatura superiore a 80 ºC devono
essere poste in posizione normalmente inaccessibile ovvero essere adeguatamente protette.
BETONIERA
Rif. Legislativi:
CA 07
¾Circ. Min. Lav. 103/80
¾Norma CEI 64-8
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/4
DOCUMENTAZIONI
Libretto di istruzioni contenente:
• schema di installazione e relative informazioni necessarie;
• istruzioni sulle operazioni periodiche di manutenzione ordinaria, straordinaria e
preventiva;
• schema dei circuiti elettrici e relativa legenda esplicativa, se necessaria;
• distinta o descrizione sommaria dell'equipaggiamento elettrico da cui siano desumibili
le caratteristiche dei vari componenti;
• obbligo di mantenere sempre leggibili le segnalazioni di pericolo e di avvertimento;
• esplicita raccomandazione a sostituire i componenti guasti con altri aventi le stesse
caratteristiche;
• dichiarazione di stabilità al ribaltamento della macchina (Tale condizione dovrà risultare
dal calcolo di verifica eseguito da un tecnico abilitato a norma di legge).
MISURE DI SICUREZZA
Estratto dalla Circ. Min. lav. N°103/1980
1. Il posto di manovra deve essere sistemato in posizione tale da consentire una perfetta e totale
visibilità di tutte quelle parti dalle quali si determini il movimento.
2. Il verso dei movimenti determinato dai pulsanti o dalle leve deve essere indicato in modo
durevole da frecce ben visibili o da altro idoneo segnale. Il verso dei movimenti determinato dal
volante deve essere indicato soltanto nel caso di non coincidenza con il senso di rotazione
dell'elemento comandato.
3. Gli organi di comando debbono essere facilmente raggiungibili dall'operatore: l'azionarli deve
risultare agevole.
4. Gli organi di comando conformati a leva devono essere provvisti di dispositivo di blocco
meccanico o elettromeccanico nella posizione O. Per gli organi di comando a pedale in luogo
del dispositivo di cui sopra è sufficiente la protezione al di sopra ed ai lati del pedale.
5. I pulsanti devono essere incassati sulla pulsantiera o protetti da anello rigido solidale alla
pulsantiera stessa.
6. Gli organi di comando per il movimento della benna di caricamento, costituiti da leve o pulsanti,
devono essere del tipo ad uomo presente; tali leve o pulsanti devono essere provviste di
ritorno automatico nella posizione di arresto.
7. Nelle betoniere a vasca ribaltabili il volante che comanda il ribaltamento del bicchiere deve
avere i raggi accecati nei punti nei quali esiste il pericolo di tranciamento.
8. Le parti laterali della macchina nella zona di movimento non debbono presentare pericolo di
schiacciamento o cesoiamento.Tali parti debbono essere chiuse con pareti piene o con
traforati metallici aventi maglie di dimensioni tali da non permettere il contatto delle dita del
lavoratore con organi in movimento.
9. Nelle benne a sollevamento, con argano a fune, il motore deve essere di tipo autofrenante. I
coefficienti di sicurezza delle funi devono essere non inferiori a 8.
BETONIERA
Rif. Legislativi:
CA 07
¾Circ. Min. Lav. 103/80
¾Norma CEI 64-8
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/4
10. Le benne a sollevamento oleodinamico debbono essere munite di dispositivo di arresto
automatico per interruzione dell'energia di azionamento (comprese le interruzioni per rotture e
sfilamento dei tubi).
11. Contro il pericolo di schiacciamento frontale durante il movimento della benna, le macchine di
tipo oleodinamico non possono avere una velocità superiore a 10 metri al minuto primo.
12. Le pulegge, le cinghie, i volani, gli ingranaggi ed altri organi analoghi destinati a trasmettere
movimento devono essere protetti contro il contatto accidentale mediante l'applicazione di
idonee protezioni.
13. Lo sportello delle betoniere a bicchiere non costituisce protezione degli organi di trasmissione.
14. Le funi metalliche devono essere provviste di dispositivo contro lo svolgimento dei trefoli alle
estremità libere (legatura o piombatura).
15. Gli attacchi devono essere eseguiti in modo da evitare sollecitazioni pericolose nonché
accavallamenti od impigliamenti.
16. I denti della corona dentata applicata alla vasca debbono essere completamente protetti con
appositi carter.
17. Il pignone che trasmette la rotazione dal motore alla vasca, deve essere protetto con apposito
carter.
18. I tamburi e le pulegge di rinvio, quando accessibili, devono essere protetti con adatti elementi
di segregazione. In ogni caso devono essere provvisti di dispositivi contro la fuoruscita delle
funi.
19. I tamburi e le pulegge motrici sui quali si avvolgono le funi metalliche devono avere un
diametro non inferiore a 25 volte il diametro delle funi ed a 300 volte il diametro dei fili
elementari di queste.
20. Per le pulegge di rinvio il diametro non deve essere inferiore rispettivamente a 20 e 250 volte.
21. Fine corsa le betoniere equipaggiate con benna di caricamento azionata da argano e fune
metallica, devono essere provviste di dispositivi di fine corsa agenti sull'apparato motore per
l'arresto automatico della benna all'estremità della sua corsa.
22. Le betoniere ad azionamento idraulico devono essere provviste dei seguenti dispositivi di
sicurezza:
23. valvola di massima pressione;
24. valvola di blocco o di regolazione di flusso per mancanza di fluido motore.
25. Le tubazioni flessibili devono portare la stampigliatura della unificazione SAE ed essere
protette contro il danneggiamento meccanico.
26. Equipaggiamento elettrico delle betoniere
a) Gli impianti elettrici devono possedere, in relazione alle esigenze della sicurezza del lavoro,
i necessari requisiti di idoneità.
b) I predetti impianti inoltre devono essere costruiti tenendo conto delle caratteristiche
dell'ambiente in cui devono essere installati e della funzione cui devono adempiere.
c) Tutti i materiali elettrici, gli apparecchi ed i loro contenitori devono essere adatti all'ambiente
in cui sono installati e devono in particolare resistere alle azioni meccaniche, chimiche e
termiche alle quali possono essere esposti durante l'esercizio.
d) II grado di protezione meccanica minimo per tutti i componenti non deve essere inferiore a
IP44 secondo la classificazione CEI-UNEL.
e) Per le macchine che presentano apparecchiature elettriche che possono essere soggette a
getti d'acqua in pressione, il grado di protezione deve corrispondere a IP55.
BETONIERA
Rif. Legislativi:
CA 07
¾Circ. Min. Lav. 103/80
¾Norma CEI 64-8
Rev.
Gen. 2001
Pg. 3/4
f) Il grado di protezione, quale caratteristica costruttiva necessaria per l'uso in ambiente
speciale delle macchine, degli apparecchi elettrici e dei componenti di impianto, deve
essere indicato dal costruttore degli stessi in materia indelebile, su ogni macchina,
apparecchio o componente destinato all'equipaggiamento elettrico delle betoniere.
g) Tutti i collegamenti elettrici d'impianto debbono essere realizzati in modo da evitare
qualsiasi pericolo di contatti accidentali con le parti in tensione.
h) Per le apparecchiature situate in contenitori deve essere prevista una protezione per
impedire qualsiasi contatto accidentale con parti in tensione.
i) La predetta protezione può essere realizzata in uno dei seguenti modi:
- mediante rivestimento o protezione di tutte le parti sotto tensione in modo che esse non
possano essere inavvertitamente toccate quando il contenitore è aperto;
- mediante interblocco della porta del contenitore con dispositivo di sezionamento
dell'alimentazione;
- fissaggio della porta mediante elementi che comportino l'uso di un attrezzo per rimuoverli
(sulla porta deve essere apposta la dicitura prima di aprire togliere tensione);
- chiusura della porta con chiave o con attrezzo speciale (sulla porta deve essere apposta
la dicitura prima di aprire togliere tensione);
27. Il dispositivo di allacciamento alla rete di alimentazione deve permettere di distaccare
completamente l'equipaggiamento elettrico della macchina dalla rete stessa.
28. Le macchine devono essere equipaggiate con morsettiera ovvero con spine fissate stabilmente
su apposito supporto.
29. Tutte le derivazioni a spina devono avere le parti in tensione delle prese non accessibili senza
l'uso di mezzi speciali; inoltre, non devono essere accessibili le parti in tensione delle spine
quando siano in parte o completamente inserite nella presa corrispondente.
30. Le prese devono essere munite di un dispositivo di ritenuta che eviti il disinnesto accidentale
della spina.
31. Non sono ammesse prese a spina mobile (prolunghe).
32. Le prese a spina devono essere provviste di polo di terra ed essere tali che all'atto dell'innesto
il contatto di terra si stabilisca prima di quello di fase e all'atto del disinnesto l'interruzione si
verifichi dopo quella dei contatti di fase.
33. L'apparecchiatura elettrica della macchina deve essere provvista, a valle del punto di
allacciamento alla rete di alimentazione, di un interruttore generale onnipolare che operi
l'interruzione simultanea di tutti i conduttori attivi.
34. Tale interruzione deve:
35. essere manovrabile solo a mano;
36. avere soltanto le posizioni "aperto", "chiuso", ben definite;
37. raggiungere le posizioni definitive senza arresto in posizione intermedia;
38. portare, chiaramente, le indicazioni di "aperto" e "chiuso".
39. Tutti i circuiti componenti l'equipaggiamento elettrico devono essere protetti contro i corti
circuiti.
40. A monte di ciascun motore di potenza superiore ad 1 Kw devono essere installati dispositivi atti
a proteggerlo dai sovraccarichi, anche se conseguenti a mancanza di fase.
41. Le protezioni di cui ai due punti precedenti possono essere effettuate a mezzo di fusibili ed
interruttori automatici e, comunque, devono essere disposte a valle degli interruttori del circuito
da proteggere ed inserite su tutte le fasi o poli del circuito stesso.
BETONIERA
Rif. Legislativi:
CA 07
¾Circ. Min. Lav. 103/80
¾Norma CEI 64-8
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/4
42. Tutti i dispositivi di protezione di cui sopra devono essere dimensionati in relazione alla
potenza nominale assorbita dal circuito a valle ed alla portata nominale dei conduttori protetti.
43. La sezione dei conduttori di rame ricotto non deve essere inferiore a 1,5 millimetri quadrati per
cavi unipolari, 1 millimetro quadrato per cavi multipolari.
44. I cavi devono essere provvisti di rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione ed
appropriato, ai fini della sua conservazione ed efficacia, alle condizioni di temperatura, umidità
ed aggressività dell'ambiente.
45. I conduttori devono presentare tanto fra loro quanto verso terra un isolamento adeguato alla
tensione dell'impianto.
46. Per condutture in vista devono essere usati cavi isolati con rivestimento protettivo esterno non
igroscopico, con grado di isolamento non inferiore a tre.
47. Per condutture di tubo protettivo devono essere usati cavi isolati con grado di isolamento non
inferiore a tre.
48. I conduttori di messa a terra e di protezione devono essere identificati con i colori "giallo-verde"
(bicolore).
49. Conduttori appartenenti a circuiti diversi possono essere affiancati nello stesso tubo purché
sottoposti alla stessa tensione. Se sono sottoposti a tensioni diverse (potenza-ausiliare)
devono essere posti in condotti separati oppure avere grado di isolamento per la tensione più
alta alla quale può essere alimentato uno qualunque dei conduttori posti nel condotto.
50. I cavi devono essere sostenuti in modo appropriato, fissati e disposti in modo da non venire
danneggiati da urti, vibrazioni e sfregamenti; inoltre i raggi di curvatura devono essere
appropriati al diametro dei cavi.
51. I motori dovranno essere collocati in modo da essere facilmente accessibili per il controllo, la
manutenzione, la lubrificazione, lo smontaggio e il distacco dei conduttori. Si devono inoltre
poter facilmente tendere o cambiare le cinghie.
52. Le carcasse metalliche delle apparecchiature elettriche devono essere munite di morsetto di
terra contraddistinto dal simbolo elettrico di terra. Deve essere assicurata continuità elettrica
mediante conduttore di rame di sezione adeguata tra le parti metalliche che possono creare
una tensione tra queste ed il conduttore di terra.
53. Ogni motore deve essere fornito di apposita targa recante, a caratteri indelebili e resistenti, i
seguenti dati:
54. nome del costruttore, tipo di motore, tipo di servizio, potenza nominale, tensione nominale,
corrente nominale; tipo della corrente, frequenza nominale, numero fasi, velocità nominale,
fattore di potenza, classe di isolamento, collegamento delle fasi, condizioni ambientali
d'impiego, grado di protezione, marchio di riconoscimento, che permettano di riconoscere il tipo
e l'anno di costruzione.
55. L'equipaggiamento elettrico della macchina deve comprendere un morsetto principale per la
messa a terra posto in prossimità dei morsetti d'entrata dei conduttori d'alimentazione, ovvero,
per le macchine provviste di spina, uno spinotto supplementare di terra.
56. Il morsetto deve essere protetto contro la corrosione e marcato in modo durevole ed indelebile
con il simbolo di terra.
57. Tutte le viti ed i morsetti destinati alla connessione dei conduttori di terra devono essere
opportunamente dimensionati in modo da assicurare un serraggio efficace.
58. Tutti i componenti l'equipaggiamento elettrico devono essere identificabili, in modo univoco,
tramite lo schema elettrico dei circuiti riportato nel libretto di istruzioni.
Rif. Legislativi:
¾ D.P.R. 547/55
¾ D.M. 12/09/59
¾ D.P.R. 673/92
¾ D.M. 2/4/81
¾ D.P.R. 459/96
¾ Circ. Min. Lav. 22131/81
¾ Circ. Min. Ind. e Art. 162054/97
APPARECCHI DI
SOLLEVAMENTO
CA 08
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/6
SONO SOGGETTI:
• le gru e gli altri apparecchi di sollevamento di portata superiore a kg 200;
• scale aeree a inclinazione variabile;
• i ponti sviluppabili su carro a fune o idraulici;
• piattaforme di lavoro elevabili per carico/scarico automezzi su proprio carro di base;
• piattaforme di lavoro (cestelli) montate su autogrù;
• ponti sospesi muniti di argano;
• gli argani dei ponti sospesi impiegati nelle costruzioni;
• gli idroestrattori a forza centrifuga, qualora il diametro esterno del paniere sia superiore a
centimetri 50.
SONO ESCLUSI:
• quelli azionati a mano e gli ascensori e i montacarichi in servizio permanente negli edifici
e nelle costruzioni.
MESSA IN ESERCIZIO (PRIMA UTILIZZAZIONE DELLA MACCHINA)
Il datore di lavoro comunica all’ISPESL territorialmente competente la messa in esercizio
dell’apparecchio entro 10 giorni, precisando:
-
l’indirizzo del cantiere
caratteristiche tecniche
la ragione sociale del costruttore
copia della dichiarazione di conformità
l’ISPESL a fronte della verifica di primo impianto, rilascia il libretto di prima verifica ed il
numero di matricola
Rif. Legislativi:
APPARECCHI DI
SOLLEVAMENTO
¾ D.P.R. 547/55
¾ D.M. 12/09/59
¾ D.P.R. 673/92
¾ D.M. 2/4/81
¾ D.P.R. 459/96
¾ Circ. Min. Lav. 22131/81
¾ Circ. Min. Ind. e Art. 162054/97
CA 08
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/6
DOCUMENTAZIONI INERENTI L’UTILIZZO
1- Devono avere:
• il libretto matricolare rilasciato dall’ISPESL e devono portare in posizione ben
visibile la targa indicante il numero di matricola rilasciato dalla stessa ISPESL, se
immessi sul mercato o messi in servizio entro il 21/09/1996;
• la marcatura CE apposta in modo chiaro e visibile e la dichiarazione di conformità
(la dichiarazione di conformità attesta la rispondenza ai requisiti essenziali di sicurezza – D.P.R.
459/96), se immessi sul mercato o messi in servizio dopo il 21/09/1996;
2- Devono avere indicata in maniera visibile, su apposita targhetta, la portata massima
ammissibile e, qualora la portata vari con il variare delle condizioni d’uso del mezzo,
la portata massima in funzione delle variazioni delle condizioni di uso;
3- Devono essere sottoposti a verifica annuale da richiedere alla ASL;
4- Ogni installazione in cantiere deve essere comunicata alla ASL competente per
territorio;
5- Libretto di istruzione indicante le procedure di montaggio e di smontaggio della gru a
torre a montaggio automatico idraulico;
6- Le funi e le catene devono essere sottoposte a verifica trimestrale;
7- Le verifiche di funi e catene devono essere registrate in verbali che faranno parte
integrante del libretto della macchina;
8- Le funi metalliche, le catene, i ganci devono essere accompagnati dalle attestazioni
rilasciate dal costruttore indicanti le caratteristiche tecniche (portata, diametro
nominale, carico di rottura minimo, etc);
Nota:
1- Il libretto e i verbali di prima verifica e di verifiche periodiche, devono accompagnare l’apparecchio e
devono essere a disposizione dell’ordine di controllo.
2- Sistemi di comando mediante onde elettromagnetiche (RADIOCOMANDO), gli apparecchi utilizzati con
radiocomando, devono essere muniti di targa di identificazione, libretto di istruzione tecnica o di
approvazione di tipo da parte dell’ISPESL, nonché di un compendio e ricevitore vidimato in originale
dall’ISPESL per ogni singola applicazione del sistema. L’installazione di un sistema di radiocomando su
gru già immatricolata è considerata una modifica sostanziale dell’apparato elettrico (direttiva macchine
D.P.R. 459/96): in questo caso il datore di lavoro deve presentare richiesta di riomologazione al
dipartimento ISPESL competente, corredata del nuovo schema funzionale del circuito elettrico.
3- Qualora per motivi di sicurezza non sia possibile la verifica completa a gru installata, è necessario
richiedere la verifica in due tempi, “gru a terra” e “gru installata”.
4- Per gli elevatori trasferibili non installati stabilmente, i ponteggi sospesi motorizzate attrezzature
assimilate e i ponteggi a piani di lavoro autosollevanti, marcati CE si riporta alla scheda “RN07”, una
recente Circolare emanata dal Ministero del Lavoro in merito alle verifiche periodiche.
Rif. Legislativi:
APPARECCHI DI
SOLLEVAMENTO
¾ D.P.R. 547/55
¾ D.M. 12/09/59
¾ D.P.R. 673/92
¾ D.M. 2/4/81
¾ D.P.R. 459/96
¾ Circ. Min. Lav. 22131/81
¾ Circ. Min. Ind. e Art. 162054/97
CA 08
Rev.
Gen. 2001
Pg. 3/6
INTERFERENZE FRA GRU
Lettera Circolare Ministero Del Lavoro 12 Novembre 1984
… omissis … la gravità dei rischi connessi con l'eventualità di urti tra gru interferenti richieda che,
in sede di predisposizioni dei cantieri si debba porre ogni cura affinché l'installazione dei mezzi di
sollevamento sia prevista in maniera che non vi siano possibilità di interferenze tra di loro.
Tale precauzione, pur non essendo richiesta da nessuna specifica norma di legge, risponde a
criteri di buona tecnica ed è volta alla soddisfazione del generale dovere di sicurezza che, ai sensi
dell'articolo 2087 c.c., incombe al datore di lavoro esercente a tutela della incolumità dei lavoratori.
Nei casi in cui sussista l'impossibilità pratica di attuare la precauzione predetta, … omissis …
Risulta evidente che nel normale impiego di mezzi di sollevamento il carico ed il mezzo nel loro
movimento possono interferire con qualsiasi tipo di ostacolo fisso o mobile presente in cantiere.
Per l'eliminazione di tali rischi di collisione con ostacoli fissi o mobili il DPR 547/55 prevede
specificamente, tra l'altro:
1) l'adozione delle necessarie misure per assicurare la stabilità del mezzo e del suo carico (art.
169);
2) l'esistenza di dispositivi di frenatura atti ad assicurare il pronto arresto e, quando necessario, la
sua gradualità (art. 173);
3) l'esistenza di dispositivi di segnalazione acustici e luminosi (art. 175);
4) la visibilità perfetta del posto di manovra di tutte le zone di azione del mezzo e la
predisposizione di un servizio di segnalazioni svolto con lavoratori incaricati, nei casi di
impossibilità di controllo (dal posto di manovra) di tutta la zona di azione del mezzo (art. 182);
5) la individuazione della localizzazione dei mezzi di sollevamento in posizione fissa in modo da
eliminare o ridurre al minimo le zone di possibile rischio di interferenza, sia in fase di lavoro, sia in
fase di inattività;
6) la programmazione delle fasi di movimentazione dei carichi in modo da eliminare la
contemporanea movimentazione di carichi tra apparecchi interferenti;
7) il sistematico ricorso al servizio di segnalazioni previsto dall'ultimo comma dell'art. 182 del DPR
27 Aprile 1955, n. 547, ipotizzando la presenza di gru interferenti come << particolare condizione
di impianto o di ambiente >>
8) la segnalazione delle manovre (art. 185).
Tali disposizioni sono normalmente esaustive degli obblighi per il corretto utilizzo delle gru,
dovendosi escludere la possibilità tecnica di ipotizzare sistemi automatici di arresto del mezzo e
del carico per una qualsiasi ipotesi di interferenza tra carichi, funi di sostegno e mezzi di
sollevamento tra loro e con ostacoli fissi.
Nel caso di più imprese con apparecchi di sollevamento operanti nella stessa zona di lavoro, un
idoneo livello di sicurezza può essere conseguibile mediante l'unicità di direzione del cantiere e
con la previsione di un servizio di coordinamento interaziendale con compiti, oltre che di
programmazione e di coordinamento, anche di gestione di efficaci sistemi di intercomunicazione
fra gru presentati rischi di potenziale interferenza.
Rif. Legislativi:
¾ D.P.R. 547/55
¾ D.M. 12/09/59
¾ D.P.R. 673/92
¾ D.M. 2/4/81
¾ D.P.R. 459/96
¾ Circ. Min. Lav. 22131/81
¾ Circ. Min. Ind. e Art. 162054/97
APPARECCHI DI
SOLLEVAMENTO
CA 08
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/6
Spett.Le ASL
Sede di ........................
RICHIESTA DI VERIFICA
DI INSTALLAZIONE A TERRA DELLA GRU
(trasferimento in altro cantiere)
Il/La sottoscritto/a …………………..................... in qualità di …….…………………. della
……….........………………………………………………….. con sede in …………………..
via ………………………….…. Comune di …………………, tel ………………
CHIEDE
la verifica a terra della seguente gru ……………………………………………, di portata
pari a …………kg, numero di matricola ………………., presso il cantiere ubicato nel
Comune
di
……………………………………….…
,
località
………………….
…………………..……., tel ………………..,
Data _____________
Timbro e firma
via
Rif. Legislativi:
¾ D.P.R. 547/55
¾ D.M. 12/09/59
¾ D.P.R. 673/92
¾ D.M. 2/4/81
¾ D.P.R. 459/96
¾ Circ. Min. Lav. 22131/81
¾ Circ. Min. Ind. e Art. 162054/97
APPARECCHI DI
SOLLEVAMENTO
CA 08
Rev.
Gen. 2001
Pg. 5/6
Spett.Le ASL
Sede di ........................
RICHIESTA DI VERIFICA DELLA GRU INSTALLATA
Il/La sottoscritto/a …………………..................... in qualità di …….…………………. della
……….........………………………………………………….. con sede in …………………..
via ………………………….…. Comune di …………………, tel ………………
CHIEDE
la verifica in esercizio della seguente gru ……………………………………………, di
portata pari a …………kg, numero di matricola ………………., presso il cantiere ubicato
nel Comune di ……………………………………….… , località …………………. via
…………………..……., tel ………………..,
Data _____________
Timbro e firma
Rif. Legislativi:
APPARECCHI DI
SOLLEVAMENTO
¾ D.P.R. 547/55
¾ D.M. 12/09/59
¾ D.P.R. 673/92
¾ D.M. 2/4/81
¾ D.P.R. 459/96
¾ Circ. Min. Lav. 22131/81
¾ Circ. Min. Ind. e Art. 162054/97
CA 08
Rev.
Gen. 2001
Pg. 6/6
Spett.Le ASL
Sede di ........................
RICHIESTA DI VERIFICA PERIODICA ANNUALE DELLA GRU
Il/La sottoscritto/a …………………..................... in qualità di …….…………………. della
……….........………………………………………………….. con sede in …………………..
via ………………………….…. Comune di …………………, tel ………………, in
adempimento all’obbligo sancito dall’articolo 194 del D.P.R. 27/04/1955 n°547,
CHIEDE
la verifica annuale della seguente gru ………………………………………, di portata pari
a …………kg, numero di matricola ………………., presso il cantiere ubicato nel Comune
di
……………………………………….…,
località………………….
via
…………………..……., tel ……………….., per accertare lo stato di funzionamento e di
conservazione ai fini della sicurezza.
Data _____________
Timbro e firma
Rif. Legislativi:
¾ D.M. 21 maggio 1974
RECIPIENTI IN
¾ D.Lgs. 311/91
PRESSIONE
CA 09
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/1
DOCUMENTAZIONI
•
•
•
•
Verbale di verifica in sede di costruzione di recipienti fissi per gas di classe “A”;
Verbali delle verifiche in sede di costruzione e di primo impianto di recipienti fissi per
gas di classe “B”;
Verbali delle verifiche in sede di costruzione, di primo impianto e periodiche di
recipienti fissi per gas di classe “C”;
Marcatura CE ed istruzioni per l’uso di recipienti semplici a pressione messi in servizio
a partire dal 01/07/1992.
DEFINIZIONI
Classe “A”: recipienti di qualsiasi tipo avente il prodotto della pressione di progetto in
Kg/cm² per la capacità in litri non superiore ad 8.000 e pressione di progetto
non maggiore di 12 Kg/cm², purché siano destinati ad essere installati
singolarmente ed a contenere fluidi non corrosivi in relazione al tipo di
materiale con il quale sono costruiti i recipienti stessi.
Classe “B”: recipienti di qualsiasi tipo avente il prodotto della pressione di progetto in
Kg/cm² per la capacità in litri non superiore ad 8.000 e pressione di progetto
non maggiore di 12 Kg/cm², destinati a funzionare in collegamento con altri
recipienti a pressione per i quali il prodotto della pressione di progetto in
Kg/cm² per la capacità in litri non superiore ad 8.000 e pressione di progetto
non maggiore di 12 Kg/cm², purché contengano fluidi non corrosivi in relazione
al tipo di materiale con il quale sono costruiti.
Classe “C”: tutti i recipienti con caratteristiche diverse da quelle della classe “A” e “B”.
Rif. Legislativi:
AMIANTO
¾ D.Lgs. 277/91
¾ L. 257/92
CA 10
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI
• Il datore di lavoro predispone un piano di lavoro prima dell'inizio dei lavori di
demolizione o di rimozione dell'amianto, ovvero dei materiali contenenti amianto, dagli
edifici, strutture, impianti e apparecchi, nonché dai mezzi di trasporto.
• Il piano prevede le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei
lavoratori e la protezione dell'ambiente esterno, ed in particolare:
- luogo, natura e durata presumibile dei lavori;
- tecniche lavorative attuate;
- misure di protezione dei lavoratori;
- misure per la decontaminazione con caratteristiche degli impianti utilizzati;
- misure per la protezione di terzi (isolamento dell’area di lavoro, affissione di
segnaletica di avvertimento, istallazione di adeguati sistemi di ricambio dell’aria);
- misure per la raccolta e smaltimento dei rifiuti
• Copia del piano di lavoro è inviata all'organo di vigilanza territorialmente competente.
• Se l'organo di vigilanza non rilascia prescrizioni entro novanta giorni dall'invio
del piano di lavoro, si possono eseguire i lavori, ferma restando la responsabilità
del datore di lavoro per quanto riguarda l'osservanza delle normative specifiche
vigenti.
DURANTE I LAVORI
Il datore di lavoro deve:
• effettuare una valutazione del rischio eseguendo la misura della concentrazione di
amianto nell’ambiente al fine di stabilire le misure preventive e protettive da attuare;
• informare e formare i lavoratori sui rischi dovuti alla esposizione all’amianto, le norme
igieniche e le misure di precauzione, le modalità di pulitura e di uso degli indumenti
protettivi e dei D.P.I..
• fornire adeguati indumenti di lavoro e D.P.I.
NORME GENERALI DI ESECUZIONE
• non cominciare a lavorare senza adeguati D.P.I.;
• usare mascherine specifiche per l’amianto;
• assicurarsi che nell’area di lavoro siano presenti solo gli addetti ai lavori;
Rif. Legislativi:
¾ D.Lgs. 277/91
¾ L. 257/92
AMIANTO
CA 10
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
• non lasciare polvere o detriti a lavoro terminato;
• assicurare che i materiali di amianto (e loro sistemi di fissaggio) siano conservati e
trasportati in adeguati imballaggi chiusi e non deteriorabili con etichetta indicante il
contenuto “ATTENZIONE RIFIUTI DI AMIANTO”;
• non stoccare in cantiere gli imballaggi fornendoli contestualmente a ditte autorizzate al
trasporto e smaltimento a discariche autorizzate;
• delimitare e contrassegnare con apposita segnaletica di sicurezza i luoghi dove si
svolgono attività che superino i valori limiti di esposizione e rendere tali luoghi
accessibili esclusivamente ai lavoratori autorizzati;
• predisporre aree speciali nelle quali i lavoratori possano mangiare, bere e sostare
senza il rischio di contaminazione da polvere di amianto;
• assicurare ai lavoratori esposti servizi igienici adeguati provvisti di docce con percorsi
separati per l’ingresso e l’uscita dell’area di lavoro;
• al termine del turno di lavoro, gli addetti cureranno con scrupolosa attenzione la pulizia
delle mani e delle parti esposte, con acqua corrente.
• fare sottoporre i lavoratori esposti a controlli sanitari preventivi e periodici effettuati dal
medico competente;
• tenere il registro dei lavoratori esposti ricordando di inviare copia all’ISPESL e alla ASL
competente.
D.P.I.
• tute protettive dotate di cappuccio ed elastici su cappuccio, polsi, vita e caviglie del tipo
monouso a perdere, le quali verranno smaltite con le stesse procedure usate per i
piccoli frammenti di lastre di cemento amianto;
• casco protettivo;
• guanti;
• occhiali;
• scarpe antinfortunistiche;
• mascherine del tipo semifacciale dotate di adeguato filtro di protezione idoneo per le
polveri di amianto da rimuovere.
Rif. Legislativi:
DEMOLIZIONI
¾
D.P.R. 164/56
(artt. dal 71 al 76)
CA 11
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
Rafforzamento delle strutture
1. Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle
condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire.
2. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento
e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli
intempestivi.
Ordine delle demolizioni
1. I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall'alto verso il
basso e devono essere condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture
portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti, ricorrendo, ove occorra, al loro
preventivo puntellamento.
MISURE DI SICUREZZA
1. La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti
dall'opera in demolizione.
2. E' vietato fare lavorare gli operai sui muri in demolizione.
3. Gli obblighi di cui ai punti precedenti non sussistono quando trattasi di muri di altezza
inferiore ai m 5; in tali casi e per altezze da m 2 a 5 si deve fare uso di cinture di sicurezza.
Convogliamento del materiale di demolizione
1. Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato
oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza
maggiore di m 2 dal livello del piano di raccolta.
2. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco
successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati.
3. L'imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non possano
cadervi accidentalmente persone.
4. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve
essere calato a terra con mezzi idonei.
5. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della
polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta.
Rif. Legislativi:
DEMOLIZIONI
¾
D.P.R. 164/56
(artt. dal 71 al 76)
CA 11
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
Sbarramento della zona di demolizione
1. Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito,
delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti.
2. L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del
materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo
scarico dall'alto.
Demolizione per rovesciamento
1. Salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti
di strutture aventi altezza sul terreno non superiore a m 5 può essere effettuata mediante
rovesciamento per trazione o per spinta.
2. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve
essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del
fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti di
altre parti.
3. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro
quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della
struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata.
4. Si può procedere allo scalzamento dell'opera da abbattere per facilitarne la caduta
soltanto quando essa sia stata adeguatamente puntellata; la successiva rimozione dei
puntelli deve essere eseguita a distanza a mezzo di funi.
5. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di
altezza non superiore a m 3, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli
elementi smossi.
6. Deve essere evitato in ogni caso che, per lo scuotimento del terreno in seguito alla
caduta delle strutture o di grossi blocchi, possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini
o ad opere adiacenti pericolosi ai lavoratori addetti ivi.
NOTA:
La successione dei lavori, quando si tratti di importanti ed estese
demolizioni, deve risultare da apposito programma il quale deve essere
firmato dall'imprenditore e dal dipendente direttore dei lavori, ove
esista, e deve essere tenuto a disposizione degli Ispettori del Lavoro.
Rif. Legislativi:
ESPLOSIVI
¾
¾
D.P.R. 547/55
D.P.R. 302/56
CA 12
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/1
DOCUMENTAZIONI
Il datore di lavoro deve:
• fornire ai lavoratori addetti alla custodia, manipolazione ed uso degli esplosivi, istruzioni
scritte sulla loro conservazione e sulle cautele particolari da adottare nell'impiego dei vari
tipi usati nel cantiere;
• riportare le principali norme in cartelli affissi alle porte dei depositi ed ai posti di
confezionamento delle cariche.
Le operazioni di:
• a) disgelamento delle dinamiti;
• b) confezionamento ed innesco delle cariche e caricamento dei fori da mina;
• c) brillamento delle mine, sia a fuoco che elettrico;
• d) eliminazione delle cariche inesplose;
devono essere effettuate esclusivamente da personale munito di speciale licenza, da
rilasciarsi, su parere favorevole della Commissione tecnica provinciale per gli esplosivi, dal
Prefetto previo accertamento del possesso dei requisiti soggettivi di idoneità da parte del
richiedente all'esercizio del predetto mestiere.
La Commissione accerta che il candidato sia in possesso:
• dei requisiti fisici indispensabili (vista, udito, funzionalità degli arti);
• della capacità intellettuale e della cultura generale indispensabili;
• della conoscenza delle norme di sicurezza e di legge riguardanti l'impiego degli esplosivi
nei lavori da mina;
• delle cognizioni proprie del mestiere.
NOTA:
Gli aspiranti alla licenza di fochino, devono far pervenire alla Prefettura competente, una
domanda in carta libera specificante l'oggetto della richiesta, le generalità del richiedente,
il domicilio o recapito.
Rif. Legislativi:
LAVORI IN CASSONI AD
¾
D.P.R. 321/56
ARIA COMPRESSA
CA 13
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
DOCUMENTAZIONI
1- Chiunque intende eseguire lavori in aria compressa deve farne denuncia almeno 20
giorni prima dell'inizio all'Ispettorato del Lavoro e alla A.S.L. competente per territorio:
La denuncia, inviata a mezzo lettera raccomandata, deve contenere:
• la indicazione della impresa o della amministrazione che esegue i lavori;
• la indicazione del luogo del cantiere;
• il nome, il cognome e l'indirizzo del capo responsabile del cantiere (notificare
all'Ispettorato del Lavoro e alla A.S.L. competente per territorio eventuali sostituzioni) .
• la indicazione della durata presuntiva dei lavori;
• la indicazione del numero presumibile dei lavoratori che saranno adibiti ai lavori in
aria compressa;
• la indicazione della pressione massima che si prevede dovrà essere raggiunta;
• una descrizione dei lavori e degli impianti prescritti dal presente decreto;
• il nome, il cognome e l'indirizzo del medico incaricato del servizio sanitario del
cantiere (notificare all'Ispettorato del Lavoro e alla A.S.L. competente per territorio eventuali
sostituzioni).
2- Pressione di lavoro eccedente le 3,2 atmosfere:
• comunicare agli organi di vigilanza il superamento del limite;
• l'Ispettorato del Lavoro stabilirà, di volta in volta, in base alle limitazioni previste
dall’articolo n°36 del D.P.R. 321/56, la durata complessiva dell'orario giornaliero di
lavoro, l'eventuale effettuazione del turno lavorativo in un unico periodo e i tempi di
compressione e di decompressione, tenendo conto della pressione massima da
raggiungersi e delle altre condizioni ambientali e di lavoro, che possano costituire
causa di pericolo.
3- Giornale dei lavori:
• Gli incidenti tecnici occorsi durante il lavoro in aria compressa devono essere annotati
su apposito registro.
• Il registro deve essere tenuto sul luogo di lavoro, a disposizione degli ispettori del
lavoro.
• Deve altresì essere annotata la pressione superiore a 1,5 atmosfere raggiunta
giornalmente.
• Il registro e, nel caso in cui sia installato un manometro del tipo a registrazione
automatica, i relativi grafici devono essere conservati per la durata di un anno presso il
cantiere o, nel caso di chiusura di questo, presso la sede dell'impresa, a disposizione
degli ispettori del lavoro.
4- Documento personale:
Rif. Legislativi:
LAVORI IN CASSONI AD
ARIA COMPRESSA
¾
D.P.R. 321/56
CA 13
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
•
•
Il lavoratore occupato in cantiere dotato di camera di ricompressione terapeutica deve
essere fornito, a cura del datore di lavoro, di un documento conforme al modello A ,
allegato al D.P.R. 321/56.
Il lavoratore deve portare sempre con sé il predetto documento e restituirlo al datore di
lavoro, nel caso in cui abbia cessato di lavorare in aria compressa.
DOCUMENTO PERSONALE DI RICONOSCIMENTO PER OPERAI CASSONISTI
**ATTENZIONE**
Il titolare del presente documento (Cognome) ..……………………………………...........
(nome) ……………………….…………………........... è un operaio addetto a lavori in
cassoni pneumatici e può andare soggetto a malori improvvisi da aria compressa. In tal
caso egli può essere soccorso efficacemente solo con la ricompressione a mezzo di
impianti speciali di cui dispone la ditta presso cui lavora……………............................
(nominativo)...........………………………………………...(indirizzo).....…................................
....…………………………………………………….......…Perciò conducete immediatamente
questo lavoratore presso tale Ditta, ovvero, in caso di impossibilità, avvertire subito, anche
telefonicamente, la Ditta stessa al numero telefonico.....................................................
Rif. Legislativi:
LAVORI IN
¾
D.P.R. 320/56
SOTTERRANEO
CA 14
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
LAVORI IN SOTTERRANEO
Lavori eseguiti per costruzione, manutenzione e riparazione di gallerie, caverne, pozzi e
opere simili, a qualsiasi scopo destinati, ai quali siano addetti lavoratori subordinati ai
sensi dell'art. 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 27 Aprile 1955, n. 547.
DOCUMENTAZIONI
Notifica dei lavori
1. L'imprenditore ha l'obbligo di notificare all'Ispettorato del Lavoro e alla A.S.L.
competente per territorio i lavori in sotterraneo, prima del loro inizio.
2. La notifica deve contenere le seguenti indicazioni:
• nominativo e indirizzo dell'imprenditore, del direttore dei lavori e del capo cantiere;
• nominativo e indirizzo dell'eventuale appaltante;
• provincia, comune e località precisa dei lavori;
• durata presuntiva dei lavori;
• numero massimo presumibile dei lavoratori che saranno occupati;
• descrizione sommaria dei lavori, dei mezzi di difesa e degli impianti assistenziali e
sanitari;
• cenni sulla prevedibile natura geologica del terreno e sulle indagini compiute a tal
fine.
Apparecchi di controllo
1. Ogni cantiere deve essere fornito di apparecchiatura idonea a svelare la presenza e a
determinare la concentrazione nell'atmosfera di gas nocivi o pericolosi, in modo particolare
dell'anidride carbonica, dell'ossido di carbonio, dei gas nitrosi e dell'idrogeno solforato.
2. La composizione dell'aria ambiente del sotterraneo deve essere controllata
periodicamente da esperti.
3. I risultati dei controlli, con l'indicazione delle modalità tecniche adottate, devono essere
tenuti presso il cantiere a disposizione degli ispettori del lavoro.
4. L'Ispettorato del Lavoro può esonerare le imprese dall'osservanza delle norme suddette
quando si tratti di lavori di modesta entità.
Rif. Legislativi:
LAVORI IN
SOTTERRANEO
¾
D.P.R. 320/56
CA 14
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
Verifiche della polverosità dell'aria ambiente
1. La concentrazione delle polveri nell'aria dei luoghi di lavoro sotterranei ed il contenuto in
silice libera devono essere controllati periodicamente, da parte di esperti, nei posti in cui si
riscontri il maggior grado di polverosità ed ogni qualvolta siano mutate le condizioni
tecniche ambientali o la costituzione delle rocce.
2. l risultati delle analisi, con l'indicazione delle modalità tecniche adottate, devono essere
tenuti presso il cantiere a disposizione degli Ispettori del Lavoro.
Controllo micce
1. Il controllo della velocità di combustione delle micce deve essere effettuato
periodicamente ed i risultati devono essere annotati su apposito registro.
2. Il registro deve essere tenuto in cantiere a disposizione degli ispettori del lavoro.
Alloggiamenti
1. I cantieri devono essere provvisti di alloggiamenti per i lavoratori
2. L'Ispettorato del Lavoro può esonerare le imprese dall'obbligo di provvedere agli
alloggiamenti, quando non ne riconosca la necessità, tenuto conto della vicinanza del
cantiere ai centri abitati, della ricettività di questi, dello scarso numero dei lavoratori che
dovrebbero usufruire degli alloggiamenti stessi, delle breve durata dei lavori.
Arredi degli alloggiamenti
1. E' vietato l'uso di lettini o brande sovrapposte.
2. Tuttavia quando ricorrano particolari difficoltà ambientali è possibile richiedere
autorizzazione all’Ispettorato del Lavoro per la sovrapposizione in non più di due piani.
Infermeria
1. Nei cantieri che occupano almeno 500 lavoratori oltre al locale di pronto soccorso deve
essere allestita una infermeria. Con un medico che risieda sul posto.
2. L'Ispettorato del Lavoro può esonerare l'imprenditore che ne faccia motivata istanza
quando nelle vicinanze del cantiere esista un ospedale.
Rif. Legislativi:
PREFABBRICATI
¾
¾
¾
Circ. Min. Lav. 13/82
D.P.R. 164/56
D.P.R. 547/55
CA 15
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/2
DOCUMENTAZIONI
Istruzioni scritte:
• Il fornitore dei prefabbricati e la ditta di montaggio, ciascuno per i settori di loro specifica
competenza, sono tenuti a formulare istruzioni scritte corredate da relativi disegni illustrativi
circa le modalità di effettuazione delle varie operazioni e di impiego dei vari mezzi al fine
della prevenzione degli infortuni.
• Tali istruzioni dovranno essere compatibili con le predisposizioni costruttive adottate in
fase di progettazione e costruzione.
Piano antinfortunistico:
• Prima dell'inizio dell'opera deve essere messa a disposizione dei responsabili del lavoro,
degli operatori e degli organi di controllo, la seguente documentazione tecnica:
- piano di lavoro sottoscritto dalla o dalle ditte e dai tecnici interessati che descriva
chiaramente le modalità di esecuzione delle operazioni di montaggio e la loro successione;
- procedure di sicurezza da adottare nelle varie fasi di lavoro fino al completamento
dell'opera;
- nel caso di più ditte operanti nel cantiere, cronologia degli interventi da parte delle diverse
ditte interessate.
• In mancanza di tale documentazione tecnica, della quale dovrà essere fatta esplicita
menzione nei documenti di appalto, è fatto divieto di eseguire operazioni di montaggio.
• Nel caso di un'unica impresa, incaricata della esecuzione dell'opera, le istruzioni scritte,
opportunamente redatte ed integrate, possono essere utilizzate quale idonea
documentazione tecnica.
MISURE DI SICUREZZA
•
•
•
•
•
Il carico, il trasporto e lo scarico degli elementi prefabbricati devono essere effettuati con i
mezzi e le modalità appropriati in modo da assicurare la stabilità del carico e del mezzo in
relazione alla velocità di quest'ultimo e alle caratteristiche del percorso.
I percorsi su aree private e nei cantieri devono essere fissati previo controllo della loro
agibilità e portanza da ripetere ogni volta che, a seguito dei lavori o di fenomeni
atmosferici, se ne possa presumere la modifica.
Nel caso di terreni in pendenza andrà verificata l'idoneità dei mezzi di sollevamento a
sopportare il maggior momento ribaltante determinato dallo spostamento di carichi
sospesi; andrà inoltre verificata l'idoneità del sottofondo a sopportare lo sforzo frenante
soprattutto in conseguenza di eventi atmosferici sfavorevoli.
Le operazioni di montaggio devono essere eseguite da lavoratori fisicamente idonei, sotto
la guida di persona esperta.
Ai sensi dell'art. 16 del decreto Presidente della Repubblica del 7 Gennaio 1956, n. 164,
nelle operazioni di montaggio di strutture prefabbricate, quando esiste pericolo di caduta di
persone, deve essere attuata almeno una delle seguenti misure di sicurezza atte ad
eliminare il predetto pericolo:
a) impiego di impalcatura, ponteggio o analoga opera provvisionale;
Rif. Legislativi:
PREFABBRICATI
¾
¾
¾
Circ. Min. Lav. 13/82
D.P.R. 164/56
D.P.R. 547/55
CA 15
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/2
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
b) adozione di cinture di sicurezza con bretelle collegate a fune di trattenuta di lunghezza
tale da limitare l'eventuale caduta a non oltre 1,5 m;
c) adozioni di reti di sicurezza;
d) adozione di altre precauzioni discendenti da quanto indicato dall'art. 28 del decreto
Presidente della Repubblica 7 Gennaio 1956, n. 164 ed espressamente citate nelle
procedure di sicurezza e nelle istruzioni scritte.
Nella costruzione di edifici, in luogo delle misure di cui al precedente punto a), possono
essere adottate difese applicate alle strutture prefabbricate a piè d'opera ovvero
immediatamente dopo il loro montaggio, costituite da parapetto normale con arresto al
piede come previsto dall'art. 26 del decreto Presidente della Repubblica 27 Aprile 1955, n.
547, ovvero del parapetto normale, arretrato di 30 cm rispetto al filo esterno della struttura
alla quale è affiancato, e sottostante mantovana, in corrispondenza dei luoghi di
stazionamento e di transito accessibile.
Su tutti gli elementi prefabbricati destinati al montaggio e di peso superiore a 2 tonnellate
deve essere indicato il loro peso effettivo.
Per tutti gli addetti alle operazioni di montaggio è prescritto l'uso di elemento protettivo.
Nell'area direttamente interessata al montaggio deve essere vietato l'accesso ai non
addetti al lavoro. Tale divieto deve essere visibilmente richiamato e devono essere messe
in opera idonee protezioni quali cavalletti, barriere flessibili o mobili o simili.
Nelle istruzioni scritte e nel piano antinfortunistico dovranno essere indicate le condizioni
metereologiche in corrispondenza delle quali, in relazione alle attività svolte, dovrà essere
arrestato il lavoro.
La velocità massima del vento ammessa per non interrompere il lavoro di montaggio deve
essere determinata in cantiere tenendo conto della superficie e del peso degli elementi
oltreché del tipo particolare di apparecchio di sollevamento usato. Di regola gli apparecchi
di sollevamento non devono essere utilizzati se la velocità del vento supera i 60 km/h.
Peraltro tale limite deve essere convenientemente ridotto quando si tratti di sollevare degli
elementi leggeri di grande superficie come pannelli di rivestimento o elementi di copertura.
Durante le operazioni di montaggio degli elementi prefabbricati dovrà essere impedito il
transito di persone nella zona che potrebbe essere interessata da un'eventuale caduta
degli elementi. La delimitazione di tale zona dovrà essere eseguita in rapporto alla
tipologia degli elementi, al loro peso, alle procedure di montaggio ed alla quota di lavoro.
In tutte le fasi transitorie e di montaggio dovrà essere assicurata la stabilità dei singoli
elementi e delle parti già assemblate. Le attrezzature provvisionali di montaggio e di
puntellazione dovranno essere idonee all'impiego. Tale idoneità dovrà essere accertata dal
progettista del montaggio attraverso una verifica delle sollecitazioni alle quali potranno
essere assoggettate nelle varie fasi di montaggio e dal preposto al montaggio attraverso
un controllo delle caratteristiche costruttive delle attrezzature e del loro stato di
conservazione in rapporto all'uso.
Le attrezzature provvisionali e di puntellazione dovranno essere assoggettate a
manutenzione periodica almeno annuale.
I carri di varo per la messa in opera di elementi prefabbricati devono essere costruiti ed
utilizzati conformemente ad un progetto appositamente redatto e firmato da ingegnere od
architetto abilitato all'esercizio della professione per ogni utilizzo.
Rif. Legislativi:
RUMORE
¾
¾
¾
¾
D.Lgs. 494/96
D.Lgs. 528/99
D.L. 277/91
L.R. 89/98
CA 16
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/5
MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE PROCEDURALI
PER IL RISCHIO RUMORE SUL LUOGO DI LAVORO
• Il datore di lavoro dell’impresa esecutrice dei lavori deve ridurre al minimo i rischi
derivanti dall'esposizione al rumore, mediante misure tecniche, organizzative e
procedurali, privilegiando gli interventi alla fonte.
• I luoghi di lavoro che possono comportare un'esposizione quotidiana personale del
lavoratore superiore a 90 dBA devono essere perimetrati, soggetti ad una limitazione
dell'accesso e devono essere corredati di segnaletica appropriata.
• Il datore di lavoro deve informare i lavoratori, quando il livello del rumore risulti superiore
a 80 dBA, sui seguenti argomenti:
• I rischi derivanti all'udito dall'esposizione al rumore.
• Le misure adottate in applicazione delle norme contenute nel D.Lgs. 277/91.
• Le misure di prevenzione e protezione cui i lavoratori devono conformarsi.
• La funzione dei D.P.I. per l'udito e le circostanze in cui ne è previsto l'uso.
• Il significato ed il ruolo del controllo sanitario per mezzo del medico competente.
• I risultati ed il significato della valutazione del rischio rumore.
UTILIZZO DEI D.P.I.
• I datori di lavoro devono fornire idonei D.P.I. (cuffie, tappi) dell'udito a tutti i lavoratori la
cui esposizione quotidiana al rumore sia superiore agli 85 dBA.
• I lavoratori la cui esposizione quotidiana personale al rumore supera i 90 dBA devono
obbligatoriamente utilizzare i mezzi di protezione individuale dell'udito.
CONTROLLO SANITARIO
• I lavoratori la cui esposizione quotidiana al rumore supera gli 85 dBA,
indipendentemente dall'uso di D.P.I., sono sottoposti a controllo sanitario annuale e,
successivamente, ogni due anni.
• I lavoratori la cui esposizione quotidiana al rumore supera i 90 dBA, indipendentemente
dall'uso di D.P.I., sono sottoposti a controllo sanitario annuale.
• Il controllo sanitario è esteso anche al personale esposto a livelli di rumore compresi tra
gli 80 dBA e gli 85 dBA, qualora i lavoratori interessati ne facciano richiesta e il medico
competente ne confermi l'opportunità.
Rif. Legislativi:
¾
¾
¾
¾
RUMORE
CA 16
D.Lgs. 494/96
D.Lgs. 528/99
D.L. 277/91
L.R. 89/98
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/5
ELENCO DI ALCUNI VALORI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE
Estratti da "Valutazione del rischio derivante dall'esposizione al rumore durante il lavoro
nelle attività edili”, Torino 1993, sulla base degli studi e misurazioni condotti dal Comitato
Paritetico Territoriale - Prevenzione infortuni, igiene e ambiente di lavoro- di Torino:
Fonti di rumore
Taglio con flessibile
Demolizione con martello
pneumatico
Sabbiatrice interni
Taglio blocchi cemento umido
Taglio laterizi
Martello pneumatico
Scanalatrice elettrica a denti
Macchina tagliapiastrelle
Battipavimenti a macchina
Sega circolare per legno
Pistola spruzza malta
Pala gommata senza cabina
Battitura piastrelle
Disarmo solai-cadute materiali
Demolizione intonaco con martello
Escavatore
Levigatrice marmo interno
Scarico macerie nel canale scarico
Macchina dumper
Getto soletta c.a. e vibrazione
Casseratura pannelli
Trapano elettrico
Betoniera
Armatura tradizionale con chiodatura
Autopompa per cemento
Battitura pavimenti a mano
Centrale betonaggio
Pala gommata con cabina
Disarmo solai-pulizia legname
Livello
Leq
(dBA)
106
105
Tempo Tempo Tempo
Lepd=8 Lepd=8 Lepd=
90
5
0
1’
4’
12’
1’
5’
15’
104
103
102
101
97
96
2’
2’
3’
4’
10’
12’
6’
8’
10’
12’
30’
38’
19’
24’
30’
38’
1h36’
2h01’
95
15’
48’
2h31’
93
91
24’
38’
1h16
2h
4h
6h21’
90
89
2h32’
3h11’
-
88
48’
1h
’
1h16
4h
-
87
1h36’
5h09’
-
86
2h
6h21’
-
85
2h32’
-
-
84
83
82
3h11’
4h
5h03’
-
-
Livello Leq(dBA)
livello equivalente di rumore emesso nella lavorazione, ponderato con filtro A.
Tempo Lepd = 80 dBA - Lepd = 85dBA- Lepd = 90 dBA
tempo di esposizione ad una data rumorosità che determina un’esposizione giornaliera di
8 ore equivalente a 80-85-90 dBA, quando nel tempo rimanente l’addetto non è esposto.
Rif. Legislativi:
RUMORE
¾
¾
¾
¾
D.Lgs. 494/96
D.Lgs. 528/99
D.L. 277/91
L.R. 89/98
CA 16
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/5
Documentazione da presentare soltanto per durate superiori a 5 giorni lavorativi:
1. una relazione che attesti che i macchinari utilizzati rientrano nei limiti di emissione
sonora previsti per la messa in commercio dalla normativa nazionale e comunitaria vigente
entro i tre anni precedenti la richiesta di deroga;
2. un elenco dei livelli di emissione sonora delle macchine che si intende utilizzare e per le
quali la normativa nazionale prevede l’obbligo di certificazione acustica (DM 588/87, D.Lgs
135/92 e D.Lgs 137/92);
3. un elenco di tutti gli accorgimenti tecnici e procedurali che saranno adottati per la
limitazione del disturbo;
4. una pianta dettagliata e aggiornata dell’area dell’intervento con l’identificazione degli
edifici di civile abitazione;
I documenti indicati ai punti 1., 2. e 3. dovranno essere redatti da tecnico competente ai
sensi dell’art. 16 LR 89/98.
3.2.2 Attività temporanee e manifestazioni nelle aree destinate a spettacolo a carattere
temporaneo, ovvero mobile, ovvero all’aperto
I richiedenti l’uso dell’area dovranno presentare la seguente documentazione:
- una relazione che affermi il rispetto dei criteri generali stabiliti dal Comune per l’area
interessata;
- un elenco di tutti gli accorgimenti tecnici e procedurali che saranno comunque adottati per
l’ulteriore limitazione del disturbo.
Limiti:
Esternamente all’area: coincidono con i limiti di zona in prossimità dei recettori sensibili
presenti (escluso il differenziale).
Internamente all’area: definiti dal regolamento comunale dell’area.
Durata dell’attività:
- qualunque periodo.
Giorni:
- tutti.
Orario dell’attività:
- quello previsto dal regolamento comunale per l’area.
3.2.3 Attività temporanee e manifestazioni nelle aree al di fuori delle aree di cui al punto 2
Orario:
- dalle ore 10.00 alle ore 24.00.
Limiti:
- 70 dB dalle ore 10.00 alle ore 22.00;
- 60 dB dalle ore 22.00 alle ore 24.00.
Rif. Legislativi:
RUMORE
¾
¾
¾
¾
D.Lgs. 494/96
D.Lgs. 528/99
D.L. 277/91
L.R. 89/98
CA 16
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/5
Documentazione da presentare soltanto per durate superiori a 5 giorni lavorativi:
1. una relazione che attesti che i macchinari utilizzati rientrano nei limiti di emissione
sonora previsti per la messa in commercio dalla normativa nazionale e comunitaria vigente
entro i tre anni precedenti la richiesta di deroga;
2. un elenco dei livelli di emissione sonora delle macchine che si intende utilizzare e per le
quali la normativa nazionale prevede l’obbligo di certificazione acustica (DM 588/87, D.Lgs
135/92 e D.Lgs 137/92);
3. un elenco di tutti gli accorgimenti tecnici e procedurali che saranno adottati per la
limitazione del disturbo;
4. una pianta dettagliata e aggiornata dell’area dell’intervento con l’identificazione degli
edifici di civile abitazione;
I documenti indicati ai punti 1., 2. e 3. dovranno essere redatti da tecnico competente ai
sensi dell’art. 16 LR 89/98.
3.2.2 Attività temporanee e manifestazioni nelle aree destinate a spettacolo a carattere
temporaneo, ovvero mobile, ovvero all’aperto
I richiedenti l’uso dell’area dovranno presentare la seguente documentazione:
- una relazione che affermi il rispetto dei criteri generali stabiliti dal Comune per l’area
interessata;
- un elenco di tutti gli accorgimenti tecnici e procedurali che saranno comunque adottati per
l’ulteriore limitazione del disturbo.
Limiti:
Esternamente all’area: coincidono con i limiti di zona in prossimità dei recettori sensibili
presenti (escluso il differenziale).
Internamente all’area: definiti dal regolamento comunale dell’area.
Durata dell’attività:
- qualunque periodo.
Giorni:
- tutti.
Orario dell’attività:
- quello previsto dal regolamento comunale per l’area.
3.2.3 Attività temporanee e manifestazioni nelle aree al di fuori delle aree di cui al punto 2
Orario:
- dalle ore 10.00 alle ore 24.00.
Limiti:
- 70 dB dalle ore 10.00 alle ore 22.00;
- 60 dB dalle ore 22.00 alle ore 24.00.
Rif. Legislativi:
RUMORE
¾
¾
¾
¾
D.Lgs. 494/96
D.Lgs. 528/99
D.L. 277/91
L.R. 89/98
CA 16
Rev.
Gen. 2001
Pg. 5/5
Durata:
- nelle zone con presenza di abitazioni non possono essere concesse deroghe ai limiti per
oltre 30 giorni nel corso dell’anno, anche se riferite a sorgenti ed eventi diversi tra loro.
Giorni:
- tutti.
Documentazione da presentare per durate superiori a 3 giorni:
- una relazione che attesti tutti gli accorgimenti tecnici e procedurali che saranno adottati
per la limitazione del disturbo redatta da un tecnico competente ai sensi dell’art. 16 della
LR 89/98;
- una pianta dettagliata e aggiornata dell’area dell’intervento con l’identificazione degli
edifici di civile abitazione potenzialmente disturbati.
3.3 Attività temporanee o manifestazioni che non rientrano in nessuno dei casi
precedenti
Per le attività che non abbiano i requisiti per una deroga di tipo semplificato o che non
prevedano di rispettarne le condizioni la richiesta di autorizzazione deve contenere una
relazione descrittiva dell’attività che si intende svolgere, redatta da tecnico competente ai
sensi dell’ART. 16 LR 89/98 che contenga:
- un elenco degli accorgimenti tecnici e procedurali che saranno adottati per la limitazione
del disturbo e la descrizione delle modalità di realizzazione;
- una pianta dettagliata e aggiornata dell’area dell’intervento con l’identificazione degli
edifici di civile abitazione potenzialmente disturbati;
- per i cantieri una relazione che attesti l’eventuale conformità a norme nazionali e
comunitarie di limitazione delle emissioni sonore; nonché un elenco dei livelli di emissione
sonora delle macchine che si intende di utilizzare e per le quali la normativa nazionale
prevede l’obbligo di certificazione acustica (DM 588/7, D.Lgs 135/92 e D.Lgs 137/92).
La relazione dovrà definire:
- la durata della manifestazione o del cantiere;
- l’eventuale articolazione temporale e durata delle varie attività della manifestazione o del
cantiere;
- limiti richiesti e la loro motivazione, per ognuna delle attività diverse previste.
Rif. Legislativi:
DENUNCIA INIZIO
¾D.P.R. n°1124/1965
LAVORO ALL’INAIL
CA 17
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/4
MODALITA’
Per la denuncia di nuovo / inizio lavoro è necessario presentare l’apposito modello di
denuncia compilato almeno negli elementi essenziali dal datore di lavoro nelle seguenti
copie:
- n°1 copia all’ente e n°1 al datore di lavoro, se il lavoro è sito nella provincia in cui ha
sede la ditta;
- n°2 copia all’ente e n°1 al datore di lavoro, se il lavoro è sito fuori dalla provincia in cui
ha sede la ditta.
INDIRIZZI PRINCIPALI SEDI INAIL IN TOSCANA
52100 Arezzo, P.za Guido
Monaco 8 Tel. 0575/3121, Fax
0575/312305
55032 Castelnuovo di
Garfagnana (LU) c/o INPS - Via
Azzi 28
54033 Carrara, Via Don Minzoni 5
Tel. 0585/7731, Fax 0585/773252
57025 Piombino (LI), V.le A.
Pertini 25 Tel. 0565/2721, Fax
0565/27257
54100 Massa, Via G. Battista
Giorgini 1 Tel. 0585/8821, Fax
0585/43332
50144 Firenze, Via delle Porte
Nuove 61 Tel. 055/32051, Fax
055/3205503
50032 Borgo San Lorenzo (FI)
P.za San Giovanni Bosco (angolo
Via XX Settembre) Tel.
055/845461, Fax 0175/210620
50053 Empoli (FI), Via Amendola
12 Tel. 0571/700480, Fax
0571/77255
58100 Grosseto, Via Mameli 13
Tel. 0564/473111, Fax
0564/473370
57100 Livorno, Via Alessandro
Pieroni 11 Tel. 0586/254111, Fax
0586/254348
55100 Lucca, V.le Luporini 1021
S. Anna Tel. 0583/5261, Fax
0583/526242
55049 Viareggio (LU), Via della
Vetraia Tel. 0584/3853, Fax
0584/385326
57025 Portoferraio (LI), V.le
Teseo Tesei 1 Tel. 0565/918947914857, Fax 0565/916215
56127 Pisa, Via Di Simone 2 Tel.
050/31221, Fax 050/3122270
56025 Pontedera (PI), Via
Fantozzi Tel. 0587/2841, Fax
0587/28469)
51100 Pistoia, P.za Dante
Alighieri 24 Tel. 0573/3541, Fax
0573/354318
51016 Montecatini Terme (PT)
c/o INPS - Via U.Foscolo 4
59100 Prato, P.za Europa 3 Tel.
0574/4521, Fax 0574/452362
53100 Siena, V.le Federico Tozzi
7 Tel. 0577/2561, Fax
0577/256240
54011 Aulla (MS), L.go Giromini
7/10 Tel. 0187/422040, Fax
0187/422040
54027 Pontremoli (MS) Via Ricci
Armani Tel. 0187/460057, Fax
0187/460042
Rif. Legislativi:
DENUNCIA INIZIO
LAVORO ALL’INAIL
¾D.P.R. n°1124/1965
CA 17
Rev.
Gen. 2001
Pg. 2/4
Rif. Legislativi:
DENUNCIA INIZIO
LAVORO ALL’INAIL
¾D.P.R. n°1124/1965
CA 17
Rev.
Gen. 2001
Pg. 3/4
Rif. Legislativi:
DENUNCIA INIZIO
LAVORO ALL’INAIL
¾D.P.R. n°1124/1965
CA 17
Rev.
Gen. 2001
Pg. 4/4
Rif. Legislativi:
DENUNCIA INFORTUNI
¾D.P.R. n°1124/1965
CA 18
Rev.
Gen. 2001
Pg. 1/1
ALL’INAIL
Il datore di lavoro è tenuto a denunciare gli infortuni dei propri dipendenti che siano
pronosticati non guaribili in 3 giorni, la denuncia deve essere fatta entro 2 giorni da quello
in cui il datore di lavoro ne ha avuto notizia e deve essere corredato da certificata medico.
Se trattasi di infortunio mortale o prevedibile tale, la denuncia deve essere fatta per
telegrafo – fax entro 24 ore.
Per la denuncia di infortunio deve essere compilato apposito stampato emesso dall’INAIL,
tale documento va consegnato o trasmesso all’ENTE per raccomandata A/R.
ALLA AUTORITA’ DI PUBBLICA SICUREZZA
Deve essere compilato lo stesso modello di denuncia di infortunio compilato per l’INAIL e
consegnato alla autorità entro 48 ore dall’incidente.
Nel caso in cui la sede legale dell’impresa sia situata in territorio diverso dal sito del
cantiere, la denuncia va fatta alla Autorità di Pubblica Sicurezza locale competente per
territorio nel quale è avvenuto l’infortunio.
NUMERO DI COPIE PER DENUNCIA INFORTUNIO
-
n°3 copie all’INAIL ( di cui 1 per la lettura ottica, 1 per gli atti della pratica, 1 per A.S.L.);
n°1 copia alla Autorita’ di Pubblica Sicurezza del comune ove è avvenuto l’infortunio;
n°1 copia rimane al datore di lavoro.