15 visite ad onore della B.V. di Lourdes

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15 visite ad onore della B.V. di Lourdes
FAENZA
QUINDICI VISITE AD ONORE DI NOSTRA SIGNORA DI LOURDES
Il 23 gennaio, nella nostra Fraternita Laica
Domenicana “S. Pio V” di Faenza, abbiamo avuto in visita il P. Mauro Persici. Ci ha parlato della Madonna, dell’importanza del S. Rosario e della bella opportunità che
tutti hanno di poter lucrare le Indulgenze e godere dei
Benefici dell’Ordine Domenicano, iscrivendosi all’Associazione del Rosario, nelle tre forme proposte dai Domenicani. E’ stato ascoltato con grande gioia ed interesse
e dopo l’incontro, in un momento di condivisione, P. Mauro ci ha chiesto in che dimensione e in quali forme è vissuta a Faenza la devozione a Maria Santissima. A me
subito è affiorato al cuore e agli occhi della mente lo
spettacolare momento, sempre vivamente atteso, dello
svolgersi della “Pratica delle quindici visite in onore di
Nostra Signora di Lourdes”. Brevemente glielo ho illustrato, al che il Padre mi ha chiesto se mi sentivo di darne
testimonianza ai lettori della nostra bella rivista “ROSARIUM”.
Ed allora eccomi qui con voi, pur con la mia poca abilità, a cercare di trasmettervi la gioia, che
già provo in cuore, al solo pensiero di poter vivere presto questa pratica che ha il potere di farci sentire davanti alla Grotta di Lourdes.
Fin dal 1950, allora giovanetta e “Figlia di Maria”, non ho mai cessato di praticarla, perché si
sente in cuore un richiamo talmente forte che è impossibile resistergli. Cos’è dunque questa devozione? E’, in pratica, fare come fece Bernadetta, alla quale la Vergine, nella terza Apparizione del 18
febbraio 1858, disse: “Volete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?”. Al sì di
Bernadetta, Ella rispose: “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma nell’altro”. Ed ora questo lo promette anche a noi che seguiamo il Suo invito; una moltitudine di persone. Faenza sembra
risvegliarsi e come una “fiumana”, ininterrottamente, gente di ogni età, uomini, donne, anziani,
ammalati in carrozzella, giovani e mamme con bambini si dirige, per tutto l’arco della giornata e per
15 giorni, alla Chiesa di S. Maria dell’Angelo.
Una bellissima statua di Nostra Signora di Lourdes viene posta, per l’occasione, in gloria
sull’altar maggiore, tra cascate di fiori e di luci. Per quindici giorni la Chiesa viene aperta alle 6,30 e
chiusa alle 20 ed in ogni ora del mattino viene celebrata una S. Messa e due al pomeriggio. Inoltre
dalle 16,30 alle 18,30 si fa l’Adorazione Eucaristica per le vocazioni.
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Come e quando è nata questa pia pratica, ce lo dice
il Parroco Mons. Giuseppe Piazza, che dal 1969 è
Rettore di questa Chiesa e che, con amore ed entusiasmo
inesauribili, è l’animatore di queste giornate di preghiera. Ci dice: “Era il 1875 quando la Marchesa Stanga di
Milano venne sposa al Conte Cavina, Nobiluomo faentino e parrocchiano di S. Maria dell’Angelo. Tra le tante
cose portate in dote, c’era anche una bellissima statua, di
squisito valore artistico, raffigurante Nostra Signora di
Lourdes. E’ evidente che, sebbene a pochi anni
dall’Apparizione, a Milano se ne praticava la devozione,
cosa che la Contessa continuò a Faenza, diffondendola.
Purtroppo la Nobildonna morì giovanissima e i Conti
Cavina donarono la statua all’allora Parroco Mons.
Eutimmio Pasotti che, però, la mise in una piccola cappellina alla sinistra del portale d’ingresso. Proprio lì, in
quell’umile collocazione, in forma silenziosa e modesta,
praticata da donne e giovanette, iniziò anche a Faenza la pratica delle quindici visite. Ben presto prese importanza, diffondendosi la voce delle innumerevoli Grazie e
Miracoli avvenuti, tanto che il Parroco fu costretto a dedicare una delle sei cappelle
laterali alla Beata vergine di Lourdes, riproducendo in stucchi la grotta delle
Apparizioni collocandovi la venerata Immagine con ai suoi piedi Bernadetta in preghiera.
Da allora è giunta, con pari amore ed entusiasmo, fino ai giorni nostri. Il servizio
religioso per i fedeli è svolto da tanti Sacerdoti, per le innumerevoli confessioni e per
la celebrazione delle SS. Messe, mentre tanti altri Sacerdoti si notano tra la folla,
inginocchiati con la Corona tra le mani”.
Non ho certo altro da aggiungere all’esauriente resoconto storico fattoci dal
Rettore Mons. Piazza, mi limito ad aggiungere che sono molto grata al P. Mauro per
avermi chiesto di darne testimonianza, mi auguro che in altre Parrocchie si diffonda
questa bella devozione. La Corona del S. Rosario ci unisce tutti e, siamone certi,
Maria Santissima ci tiene sotto il Suo Manto.
Mariagrazia Varaldo
Laica Domenicana
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