La Gamec porta in carcere Manzù E i detenuti riscoprono l`erbario
Transcript
La Gamec porta in carcere Manzù E i detenuti riscoprono l`erbario
L’ECO DI BERGAMO Città 25 MERCOLEDÌ 9 APRILE 2014 A passi di tango dietro le sbarre Dieci lezioni per 23 allieve Una delle tavole disegnate dai detenuti Un altro disegno «made in jail» Una delle tavole di Manzù Un altro esemplare del celebre erbario La Gamec porta in carcere Manzù E i detenuti riscoprono l’erbario In via Gleno lezioni sulle tavole che l’artista bergamasco realizzò in china nel 1944 Non solo teoria: con le penne a sfera saranno realizzate opere per l’Orto botanico verrà presentata da Giovanna Una penna a sfera, la Brambilla, responsabile dei Serclassica Bic, e un foglio bianco: vizi educativi della Gamec, ai parbasta poco – o sembra bastare tecipanti al laboratorio oggi. Le poco – per creare tavole botani- tavole vennero realizzate dal che che illustrino le caratteristi- grande scultore nel 1944 durante che di specie presenti all’Orto il soggiorno in una villa di Laveno «Lorenzo Rota» in Città Alta. Gli sul lago Maggiore, ospite dell’inautori non potranno dustriale tessile Carlo forse vedere a breve De Angeli Frua. esposte le proprie rea- Agli incontri «Dal 2006 la Gamec lizzazioni perché sono collabora con la Casa detenuti nella Casa partecipano circondariale realizcircondariale di Berin 24 sotto zando laboratori e già gamo. Questa condi2008 per un mese la guida nel zione non impedisce la scultura di Manzù di Giovanni “Passo di danza” è staperò loro di partecipare al laboratorio che esposta in carcere, Fornoni ta anche quest’anno la dove ora portiamo Gamec ha progettato. un’opera che non molPunto di partenza e fonte di ispi- ti hanno visto e che non è normalrazione un’opera preziosa ed uni- mente esposta al pubblico», dice ca: l’Erbario disegnato a china da Giovanna Brambilla, sottolineGiacomo Manzù. La raccolta – 30 ando come un luogo considerato disegni di erbe e fiori – dal 2004 spesso di marginalità, sia protaè di proprietà della Fondazione gonista di un evento speciale. In del Credito Bergamasco, ed è un incontro successivo, Gabriele conservata nella Galleria. L’opera Rinaldi, direttore dell’Orto bota- LAURA ARNOLDI nico, spiegherà le caratteristiche delle specie di cui manca ancora un pannello illustrato e che saranno i 24 partecipanti al laboratorio a realizzare. Loro maestro Giovanni Fornoni, 38enne artista e educatore museale, con cui si incontrano ogni mercoledì. Al progetto, che ha avuto anche il patrocinio del Wwf Lombardia, prendono parte un’insegnante della scuola interna al carcere e due tirocinanti, una della Gamec, l’altra dell’Università di Bergamo. I laboratori «In una prima fase – spiega Fornoni – ho mostrato delle cartoline che riproducevano i disegni di Manzù e ho proposto ai corsisti di realizzarne di proprie con l’obiettivo di creare qualcosa che raccontasse il loro rapporto con la natura lasciando spazio alla creatività e senza preoccuparsi di “non essere capaci”. La tecnica prevede l’uso della biro nera, uno strumento semplice con cui si ha dimestichezza». La scelta è stata partecipano con grande impegno. quella di utilizzare un mezzo «fa- Sto incontrando persone di ogni miliare ed alla portata di tutti», età, italiani e stranieri, molti sono meno impegnativo di tele, tem- curiosi, desiderosi di apprendere pere e pennelli da utilizzare negli e disponibili ad interagire con il spazi del carcere. «Abbiamo poi gruppo. Ho voluto iniziare subito realizzato – continua Fornoni – a lavorare concretamente, dando un lavoro collettivo: su una gran- spazio all’espressività che non de tovaglia di carta passa attraverso le paognuno ha disegnato role: l’inchiostro sostiuna foglia dimostran«Italiani e tuisce la parola. L’arte do a se stesso di saper essere un mezzo stranieri di può produrre qualcosa di per far dialogare il personale. Così, dopo tutte le età. mondo esterno con aver preso dimestiinterno del carHanno tutti quello chezza con soggetto e cere, uno strumento lo stesso straordinario di metecnica, stiamo ora lavorando alle tavole bo- entusiasmo» diazione tra realtà ditaniche che verranno verse e tra istituzioni». collocate all’Orto: si Al mondo di via tratta di un lavoro con un fine non Gleno Fornoni si è avvicinato, solo estetico, ma anche utile che dopo altre lunghe esperienze nel va a beneficio della collettività». mondo del disagio psichico e della malattia, già lo scorso anno «Arte per dialogare» quando ha realizzato in carcere Fornoni non nasconde la soddi- il video «Message in a bottle» in sfazione per come sta proceden- occasione della mostra Mani Lido il lavoro: «Al laboratorio tutti bere promossa dalla Gamec. 1 Lezioni di tango in via Gleno Attente, diligenti, bisognose di una carezza, di un gesto affettuoso e di ricordarsi che sono donne, anche se vivono la condizione di recluse. Queste sono le allieve del corso di tango argentino che dai primi di marzo, e fino a fine maggio, frequentano le lezioni organizzate all’interno della casa circondariale di via Gleno da Stefania Sonzogni e Andrea Possenti, titolari della scuola «TangoPasión» di Stezzano: «Da tempo – spiega Stefania - avevamo l’idea di portare un po’ di serenità in carcere». Decisivo per la realizzazione del progetto è stato l’incontro di Stefania e Andrea con il parroco di Borgo di Terzo che hanno conosciuto in occasione di un loro spettacolo il cui ricavatoèstatointeramentedevoluto ai disabili del paese:«Tramite lui abbiamo avuto l’opportunità di parlare con il cappellano del carcere che, a sua volta, ci ha fatto incontrare la responsabile degli eventi interni, Anna Maioli». Dieci lezioni in tutto, per gruppi di circa 23 donne che sono libere ogni volta di frequentare o meno: «Non mancano mai un appuntamento – sottolinea Stefania – . Anzi, non vedono l’ora che arrivi il giorno della lezione. Sono le allieve migliori che io abbia mai avuto». Le lezioni di tango si basano soprattutto sulla tecnica di postura e sull’abbraccio, uno degli elementi che caratterizzano il tango. «Hanno bisogno di affetto», ripete commossa Stefania. 1 Tiziana Sallese