metropoli_day/pag07 10/07/09
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Arte Incontri con l’ METROPOLI F.Piantini, “Senza titolo” A cura di Fabrizio Borghini L.Lippi, “La violinista cieca” Venerdì 10 luglio 2009 Gli artisti dell’AR.CA. espongono a Poppi “Bambini, ragni ed altri predatori” il tema della mostra al pub Atlantic Oil di Porrena EVA KOMOROWSKA Venerdì 3 luglio, presso il pub Atlantic Oil (via Falterona 50) di Porrena, si è inaugurata la mostra del Gruppo AR.CA. dal titolo “Bambini, ragni ed altri predatori”. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre con ingresso libero. Espongono Piera Biondi, Patrizia Bizzeti, Giorgio Innocenti, Lalla Lippi, Anna Paggetti, Federico Piantini, Francesca Rialti e Marisa Vannucci, soprattutto amici oltre che associati, ormai da nove anni, all’Accademia Casentinese di Borgo alla Collina e con studio in un salone della Casa del Landino. “Oceano mare” di Alessandro Baricco, “I canti orfici” di Dino Campana e la musica dei Negrita hanno ispirato in precedenza le mostre a soggetto degli artisti del Gruppo AR.CA. Continuando su questa linea, dall’autunno del 2008 alla primavera del 2009, i pittori hanno preso come riferimento “Bambini, ragni ed altri predatori” di Eraldo Baldini, un antropologo culturale e scrittore di successo che pubblica con Einaudi e la cui tipologia narrativa può definirsi gotico-rurale. Perchè scegliere Baldini? Perchè oltre a scrivere bene, sa costruire delle storie, inventare personaggi, ricreare atmosfere e paesaggi che, realistici e contemporanei, impercettibilmente dilagano nella sfera delle paure, delle sensazioni indefinite, delle leggende e anche delle favole locali, coniugando la sua cultura antropologica con la fantasia più temeraria. Tanta varietà e suggestione di soggetti hanno trovato riscontro nella sensibilità di ognuno dei componenti del Gruppo AR. CA. con una spinta creativa molto stimolante. Per informazioni: [email protected] AL WEST FLORENCE Tutti i colori dell’estate in mostra a Campi Bisenzio M.Vannucci, “La croce del drago” A.Paggetti, “Cenerentola 2000” F.Rialti “Cenerentola” Con un’ampia partecipazione di pubblico si è inaugurata, sabato 4 luglio, la mostra collettiva “Tutti i colori dell’estate” organizzata dalla nostra collaboratrice Eva Komorowska nei saloni dell’hotel West Florence e del Centro Congressi Klass (via Guinizelli a Campi Bisenzio). Sono stati 50 gli artisti che hanno risposto al richiamo... pittorico dell’estate, realizzando circa 150 opere a tema. La mostra, che si concluderà il prossimo 30 settembre e sarà aperta al pubblico tutti i giorni della settimana dalle 10 alle 20 con ingresso libero, vede la partecipazione di pittori, scultori e fotografi. Ecco i loro nomi. Giuseppe Audino, Tiziano Baldi, Katia Bassi, Pietro Bellina, Mario Brandaglia, Malvina Busi, Nikla Biagioli, Eliana Stefania Bonacchi, Alessia Baragli, Cinzia Ceccanti, Filippo Cianfanelli, Lucia Coccoluto Ferrigni, Grazia Danti, Beatrice D’Avino, Beatrice Fineschi, Denise Ferraiuolo, Alessandro Fedeli, Piero Gianassi, Andreina Guerrieri, Leda Giannoni, Anna Maria Guarnieri, Furio Innocenti, Margaret Karapetian, Anna Landi, Nadia Gilli, Angela Lucarini, Franca Lorito, Nicola Mancino, Sergio Mayer, Anna Maria Maremmi, Andrea Mattolini, Lina Moretti Nesticò, Lorenzo Montagni, Linda Montefiore, Serena Puliti, Loenardo Paolieri, Ann Parisian, Silvia Parentela, Ruspa (Gianni Ruspaggiari), Luigi Rindi, Mauro Rocchi, Laura Ronchi, Antonio Saputo, Eloisa Scultetus, Giuliana Signorini, Mariella Valori, Rita Zampini, Gianni Vene, Valentina Mangiameli, Maria Antonietta Canalini. Alessandra Coliva Inserzioni a cura di Eva Komorowska [email protected] tel. 329 4775984 G.Innocenti, “La bestia della palude” P.Biondi, “Spiaggia privata” P.Bizzeti, “Il ragno in cantina” ■ A PONTASSIEVE ■ Mario Caciotti nella Sala delle Colonne PIER FRANCESCO LISTRI La Sala delle Colonne del Comune di Pontassieve ospita dal 20 giugno al 19 luglio la mostra personale del maestro sestese Mario Caciotti dal titolo “Un naif espressionista a Pontassieve” visitabile lunedì, martedì, giovedì e sabato dalle ore 16 alle 19; mercoledì e venerdì dalle 9:30 alle 12:30. Domenica chiuso. Così lo ha presentato in catalogo il famoso critico d’arte Pier Francesco Listri. “Quello di Mario Caciotti, venerando maestro di più di ottanta primavere, non è un normale atelier di pittore ma una sorta di immenso laboratorio di vastissimo museo che si rincorre per affollate e grandi stanze dove si raccoglie il titanico e onnivoro lavoro di chi ha fatto della pittura insieme una confessione, un esercizio e una salvezza. Il critico ne resta insieme ammirato e come travolto per le centinaia di opere frutto di un lavoro insonne, tenuto insieme da un filo coerente ma di volta in volta rinnovato a seconda delle stagioni pittoriche che Caciotti ha incontrato e scelto. Ed è curioso che l’estrema molteplicità dei modelli e dei temi servi l’unità immediatamente riconoscibile della mano dell’artista. Ecco la prima stagione, chiaramente e senza infingimenti di vangoghiana memoria. Ecco poi il grande tema degli animali (migliori degli uomini, fa intendere l’artista), su cui svetta il ruggito delle tigri (memoria di Ligabue, ma anche straziata auto-confessione). Poi c’è, sonora orchestra di colori, la stagione dei circhi equestri dove i colori cantano la musica tradizionale del circo. Poi ancora un’altra stagione solare e di vorticoso movimento, quello delle corride. Poi c’è l’arte sacra ma dal maestro interpretata con una toccante miscela fra il domestico rurale e il tragico (le sue ultime cene, le sue grondanti crocifissioni dove, in luogo del Cristo, Caciotti ritrae vecchi amici di paese). E infine - ma forse non abbiamo detto tutto di questo artista - l’insistita teoria degli autoritratti, oltre cento, nei quali il maestro si esercita in questa forma pittorica e anche, naturalmente, si guarda e si confessa. No, non si era detto tutto, perché nel visibilio museale del suo rustico e multiplo atelier, scopri ogni tanto delle bellissime prove, per dir così anomale, come certi ritratti di scorcio e volti di poveri cristi, oppure certi altri ritratti a figura intera di sobrietà e sintesi esemplari, di un’asciutta miseria e stanchezza, che richiamano i momenti più alti della poesia rosaiana. Si diceva di tante stagioni: ognuna, naturalmente, ha una sua chiave storica e pittorica, cioè di segno e di colore e ognuna rimanda a una grande stagione figurativa del ’900 o poco prima. Di Van Gogh s’è accennato. Bisogna aggiungere l’espressionismo che in Caciotti significa violenta carica di colore, sgualcita rapidità di linee, assieparsi, in una sorta di horror vaqui di gesti e figure, volti deformati fra maschera e tragedia. S’è anche detto di quella vocazione a rappresentare animali e soprattutto tigri ruggenti, senz’altro derivata dalla turbata e solitaria esperienza mentale di Ligabue. Infine una stagione, che corre trasversalmente negli anni, e che a noi appare forse come il momento più alto di questo artista, quella in cui Caciotti si rammenta della sua toscanità (da Viani a Rosai) e la restituisce con un esemplare e disperata sobrietà. Ma detto questo, non si spiega ancora quell’immediata impressione, gridata sonorità coloristica che segna come uno squillante sigillo ogni opera di questo maestro e ne suggerisce insieme - per paradossale connubio - la forza della passione e una profonda malinconia dell’esistenza. Un maestro, Mario Caciotti, che non si può confondere con i tanti che compongono l’orchestra pittorica dei nostri anni. Questa mostra ne è un significativo assaggio. Non dice tutto ma già racconta molto”. Il maestro Mario Caciotti fotografato nello studio di Sesto Fiorentino