Testo - Centro on line Storia e Cultura dell`Industria

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Testo - Centro on line Storia e Cultura dell`Industria
Distretto dei casalinghi
Renata Allio
2010
Testo per Storiaindustria.it
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Ad esclusivo uso didattico. Gli altri diritti riservati.
Distretto dei casalinghi
In distretto è stato formalmente riconosciuto dalla Regione Piemonte nel 2002. La maggior parte
delle attività industriali è localizzata a Omegna e in particolare in frazione Crusinallo, seguono
Gravellona Toce, Casale Corte Cerro e Ornavasso. Le lavorazioni principali riguardano i prodotti in
metallo per la casa: caffettiere, utensili, pentole a pressione e altri strumenti per la cottura, piccoli
elettrodomestici, frullatori, coltelli, posate. Caratteristica del distretto è la presenza di alcuni marchi
noti a livello mondiale per l’alta qualità del prodotto, ma soprattutto per l’eleganza del design.
Operano (o operavano), infatti, in zona Alessi, Bialetti, Lagostina, Girmi, Fratelli Calderoni, Piazza.
Una pentola in acciaio inossidabile disegnata da Adriano e Massimo Lagostina è esposta al MoMa
di New York.
Oltre all’eleganza del prodotto, un’altra caratteristica delle principali imprese del settore è la
straordinaria fortuna delle loro campagne pubblicitarie. Basti ricordare, per la Lagostina, la sagoma
di un uomo che percorre una linea di cui è parte integrante, mandata in onda dalla Rai attraverso
Carosello a cominciare dal 1969, e l’omino con i baffi della Bialetti, ideato negli anni cinquanta
come simbolo e marchio delle caffettiere, e reso noto anch’esso attraverso Carosello.
Accanto ai grandi nomi sono presenti, ancora oggi, piccole imprese che producono anch’esse vari
tipi di utensili domestici o svolgono attività di subfornitura. L’Unioncamere segnalava, nel 2007, la
presenza di 21 aziende operanti nel core business del settore che davano vita ad un’esportazione
pari a 27 miliardi di euro.
I prodotti del distretto sono destinati sia all’uso familiare, sia a ristoranti, bar e alberghi. Alcune
imprese si sono specializzate proprio nei prodotti di uso professionale, che richiedono dimensioni
maggiori e caratteristiche particolari.
Alle origini di questa specializzazione locale così particolare sembra esserci, in primo luogo, la
tradizionale e antica lavorazione dei metalli estratti in zona, ferro soprattutto. Importante sarebbe
stata anche la diffusa presenza di calderai e avrebbero avuto un ruolo significativo le competenze
nella lavorazione del peltro, assunte all’estero attraverso l’emigrazione temporanea, e applicate poi
nella terra d’origine. Emigrati dalla Valle Strona avrebbero, infatti, appreso in Germania le tecniche
di lavorazione del peltro e della realizzazione di vasellame e stoviglie. Al ritorno, si sarebbero
orientati verso la produzioni analoghe, soprattutto posaterie e pentole in ferro, stagno e alluminio.
In seguito si sarebbero specializzarti in piccoli strumenti per la casa di elevata qualità estetica.
Le origini di due dei marchi più noti nel settore dei casalinghi confermano il passaggio dalla
metallurgia alla specializzazione nel prodotto finito. Infatti, se la Lagostina fin dalla fondazione, nel
1901, si dedicò alla lavorazione di prodotti finali, posate in ferro stagnato originariamente, la
Bialetti, che nacque dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, era originariamente un’officina per la
produzione di semilavorati in alluminio. Passò in seguito alla realizzazione di casalinghi, per
cogliere il grande successo, nel 1933, grazie alla creazione della Moka Espress, caffettiera dal
design decò, che rivoluzionò il modo di preparare il caffè a casa e si impose nettamente sul
mercato italiano, dando contemporaneamente vita anche a una consistente esportazione. La
Bialetti giunse a produrre in cinque stabilimenti, di cui due in Italia, a Crusinallo e a Coccaglio, uno
in India, uno in Romania e uno in Turchia. Recentemente sono però stati chiusi, prima lo
stabilimento indiano, e poi quello storico di Crusinallo, in cui la Bialetti era nata.
La Alessi venne costituita due anni dopo la Bialetti, nel 1921, come fonderia e laboratorio
metallurgico, iniziò dagli anni trenta ad interessarsi al design industriale, per poi puntare, negli anni
successivi, alla trasformazione di utensili di uso quotidiano in oggetti dal disegno estremamente
ricercato ed esclusivo, in particolare quelli distribuiti con il marchio Officina Alessi.
La Calderoni è più antica e ha origine direttamente nella produzione di casalinghi. Venne fondata a
Casale Corte Cerro, nel 1851, da Carlo Calderoni che aveva appreso in Germania l’arte della
lavorazione del peltro. A fine Ottocento contava già più di 100 dipendenti. All’inizio del Novecento
iniziò la lavorazione dell’alpacca, più avanti passò all’acciaio inossidabile.
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Distretto dei casalinghi
Fra le altre imprese tuttora attive, la più longeva è la Sap Puppieni, già Broggini e Puppieni,
fondata nel 1909 per produrre di minuterie metalliche, cui si aggiunsero, in seguito, pentole e altri
oggetti per la cucina. La Metallurgica Italo Ottinetti venne invece fondata nel 1920.
Negli anni novanta, grazie a finanziamenti concessi dall’Unione Europea e dalla Regione
Piemonte, venne realizzato il Tecnoparco del Lago Maggiore, nel quale furono concentrate attività
di ricerca scientifica e di sostegno tecnologico delle piccole e medie imprese locali. Di questa
opportunità usufruirono anche le imprese produttrici di pentole, poiché nel Tecnoparco vennero, tra
l’altro, effettuate analisi di resistenza all’usura delle pentole antiaderenti, prove di deformazione dei
fondi, analisi termografiche. Questa iniziativa non è però riuscita a contrastare la recente grave
crisi del settore, che forse sconta anche la sottodotazione di infrastrutture (vie di comunicazione,
reti bancarie e di servizi vari, reti per la telefonia e la telematica…) della provincia del Verbano
Cusio Ossola rispetto agli standard nazionali, come ha messo in luce uno studio della Fondazione
Guglielmo Tagliacarne relativa agli anni 2005-2007.
Le imprese del distretto, che già negli anni novanta e all’inizio del nuovo secolo erano state colpite
dalla concorrenza dell’Est, dal 2008 hanno visto aggravarsi lo stato di crisi. Il caso della Bialetti è
emblematico, ma anche altre imprese hanno proceduto a delocalizzare gli stabilimenti in paesi
dove il costo del lavoro è più basso, mantenendo eventualmente nel distretto la progettazione e il
controllo della qualità.
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