1/5 IMPIANTI INDUSTRIALI II GRAN RIASSUNTO, 1.0

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1/5 IMPIANTI INDUSTRIALI II GRAN RIASSUNTO, 1.0
Scritto da Marco Greco
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IMPIANTI INDUSTRIALI II GRAN RIASSUNTO, 1.0
Processo: (quello che sta sul foglo) insieme di attività che servono a realizzare un output, le
freccette tra una attività e un’altra sono le priorità
Layout: disposizione di macchinari (invece die simboletti troviamo dei rettangoli che indicano le
macchine, e le frecce indicano i trasporti
Alto tempo passivo degli operai… perché?
Azienda nuova: errore di progettazione, macchine fortemente automatizzate, ma in questo
caso non è labour intensive
Azienda esistente:
o Quando ha progettato il processo il costo manodopera era basso
o Incremento automatizzazione
o Vecchio mercato molto recettivo, potevo permettermelo
SMED (Single Minute Exchange of Dies) - Insieme di tecniche per effettuare operazioni di messa a
punto, set up, al di sotto dei dieci minuti, vale a dire in un numero di minuti espressi da una sola
cifra. Il sistema SMED è il metodo più efficace per raggiungere il JIT. Una produzione diversificata
con lotti di dimensioni ridotte, alla base del JIT, ha infatti lo svantaggio che non appena
un’operazione inizia a prendere slancio, la produzione deve passare ad un nuovo diverso lotto ed ad
un nuovo set-up.
Flessibilità statica: capacità di riassoritre una vasta gamma di prodotti. (riferendosi cioè a un
portafoglio prodotti dato)
Flessibilità dinamica: capacità di ingegnerizzare o industrializzare un nuovo prodotto (riferendosi
alle difficoltà di creare qualcosa da 0.
Le operazioni di messa a punto hanno due componenti fondamentali:
1 - Messa a punto interna dell’impianto (IED), ovvero attività come installare e rimuovere
attrezzature ed apparecchiature, etc., attività che possono essere fatte solo quando l’impianto o la
linea è ferma.
2 - Messa a punto esterna dell’impianto (OED), ovvero attività come trasportare le attrezzature da e
verso il magazzino, o pre-riscaldare uno stampo prima dell’installazione, etc. attività che possono
essere fatte mentre l’impianto o la linea sono in funzione.
I consulenti Chiarini & Associati, assieme al team dedicato allo SMED (tipicamente formato da
operatori di processo e da capireparto), segue i seguenti passi:
•
•
•
•
•
Individua i set-up interni e gli esterni
Converte i set-up interni che non sono tali in esterni
Rduce i set-up interni
Riduce i set-up esterni
Reitera i passi cercando di ridurre sempre di più i set-up
L’obiettivo è di controllare tutte le fonti di variazione e le sequenze a non valore aggiunto,
eliminando la necessità di regolazioni su attrezzature, strumenti, macchine e impianti.
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Il mercato chiede una enorme differenziazione, oppure “one of a kind” rendendo inadatto kanban,
push e pull
QRM: quick response manufacturing
Non è una soluzione ma un meodo (concettualmente più vicino al Jit che al kanban)
Si sposta l’attenzione dall’azienda all’intera suplly chain
Filosofia di attaccare tutti i tempi di risposta al mercato (maggiore soddisfazione del cliente,
meno scorte)perché i clienti chiedono
o Velocità di risposta
o Non vogliono far scorte
o Differenziazione
o Engineering to order: progettazione ad hoc per il cliente
Tende ad informatizzare l’azienda
Inseguire sempre l’emergenza del tempo provoca effetti a cascata deleteri, alzando il LT
1. Cambiamenti di mentalità: potrebbe esser vantaggioso abbassare il GU al 70-80% per
rispondere a picchi di domanda
2. attaccare i lead time: i tempi di produzione sono una piccola parte, di cui il touch time è
ancora più piccolo, a volte aumentandolo posso attaccare il LT complessivo, ad esempio
facendo set up
3. nel calcolare il lotto economico si trascurano elementi come il costo del WIp e i costi
opportunità, non bisogna mirare necessariamente alla riduzione dei costi perché così facendo
si attaccano solo i costi visibili.
Requisiti per QR
alta differenziazione
bassi lt
Engineering to order
HL/MRP: mrp ad alato livello, dice quanta CP deve dedicare ogni cella ad ogni prodotto, senza
dire quando.
Produzione per celle: programmo la capacità produttiva di una cella e non delle stazione. Una cella
serve un’altra cella, una singola cella produce n prodotti. Logica tra celle con kanban (ma chiede
CP, non prodotti) e la cella è organizzata con MRP II. Una cella è una unità più complessa di una
stazione e meno complessa di una linea, che rappresenta una fase.
PUSH-> mrp II
PULLà Polca, richede CP tra celle
NEL QR riduco la capacità produttiva programmata , non quella totale effettiva
I magazzini in genere vengono gestiti sulla politica di riordino, regolarmanete finiscono per bucare
le scorte, questo perché al magazzino non arriva la somma delle domande, ma dei picchi periodici
Domanda Lumpy. Se arrivano più picchi contemporaneamente buco le scorte. Questo effetto si
propaga a monte in maniera esponenziale “Bullwhip effect”
à bisogna ottimizzare l’ultimo miglio ragionando in modo dinamico
SCM: supply chain management per risolvere il problema del bullwhip effect occorre avere visbilità
della domanda a valle come è vista dal commerciale
DRP:demand requirement planning usa la stessa logica MRP per monitorare la domanda à il
magazzino non ragiona per livello di riordino ma in funzione della domanda
Dare simmetria di visibilità sulla domanda
CR:
prendo il controllo delle scorte del mio prodotto che sta nel
magazzino del cliente, spinto in avanti conduce all’affitto degli scaffali nei supermercati
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ATP:avaible to promise, prometto una consegna in tot settimane
Perché i fornitori non comunicano le scorte? Perché un fornitore che fa vedere al cliente quante
scorte ha perde potere contrattuale, e perché non si può gestire la domanda vuole
Collaboration: contratti di lungo periodo e ti faccio vedere tutto
SCV: supply chain visibilità
Integrare processi di progettazione/produzione
Integrare logistica: organizzo in modo che tutti vedano ogni momento del processo
Integrare strategia: investimenti di cui godono tutte le aziende della supply chain
Alla fine degli anni ottanta ogni importante azienda manifatturiera era suddivisa in tre importanti
settori:
1. gli uffici di produzione: qui avveniva la pianificazione utilizzando strumenti come l’MRP
material requirement planning, l’MPS, il PDM product data management, l’INV scorte
2. gli uffici di contabilità, l’area amministrativa, possedeva una serie di pacchetti gestionali
(intesi come strettamente amministrativi) relativi alla CG contabilità generale, CA
contabilità analitica,MAG gestione del magazzino, ACQ/VEN acquisti, vendite
3. la fabbrica vera e propria:
o CN: controllo numerico, macchina programmabile con qualche chip
o CNC: controllo numerico computerizzato, per cui la macchina è collegata ad un
computer che si può interfacciare con altri software e leggere ad esempio progetti in
CAD e avviarne la produzione con le istruzioni del CAM
o CND: controllo numerico diretto, un solo pc è collegato a più macchine, e quindi può
gestirle in modo più complesso, ad esempio con lo schedulin
CIM
1. Un sistema è CIM quando la fabbrica è controllata interamente da pc
2. Definizione degli anni ’80: piramide CIM, tutto quanto deve essere controllato
gerarchicamente. Ovviamente questo progetto oltre a non esser epoi così efficiente è
estremamente fragile, non è la gerarchia che ottimizza ma la rete!!
Evoluzione dei sistemi ERP (1)
• MRP I Materials Requirements Planning (1965-1980)
o PP Production Planning
o INV Inventory Control
o MTS/MTO Discrete production
• MRP II Manufacturing Resources Planning (1980-1990)
o CODP Customer Order Decoupling Point
o MPS Master Production Schedule
o CRP Capacity Requirements Planning
o PUR/SLS Purchasing & Sales
• ERP Enterprise Resource Planning (1990-1998)
o FIN Global Finance
o HRM Human Resource Management
o SD Multi Sales & Distribution
• VCRP / ERP II Value Chain Resource Planning (1999 - …)
o DM Business Process Redesign
o SCM Supply Chain Planning
o CRM Customer Relationship Management
o BI Business Intelligence
o PDM Product Data Management
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A sto punto arrivano degli ingegneri tedeschi che dicono, stiamo sprecando un sacco di risorse in
sistemi informativi disomogenei, mettiamo tutto insieme! Nasce
ERP enterprise resource planning
Il modello ERP non è un'applicazione software, ma un metodo organizzativo e gestionale per
razionalizzare ed ottimizzare le attività operative di un'azienda industriale
1. contiene aspetti di gestione della produzione e di amministrazione, non contiene aspetti della
fabbrica shopfloor: integra solo le funzionalità standardizzabili per ogni azienda (il CIM
non è standardizzabile)
2. risparmia tempo nel trasferire i dati da un software all’altro, lavorando su un database unico
3. introduce il workflow: un disegno dei processi nell’ERP visti come sequenza di attività
Punti deboli:
- lungo periodo di implementazione
- eliminazione di tutti i software
o trasferimento dati a database centrale
o trasferimento processi in ERP
- flessibilità 0
Una evoluzione del’MRP è l’ MRP II manufacturing resource planning che contiene MRP,, MPS,
INV, dentro l’MRP II ci sono schedulatori APS advanced planning scheduling (in cui c’è un po ‘di
ricerca operative)
PLC: controllori logici programmabili, controllano l’intero sistema di produzione, movimentazione
inclusa
Sistemi SCADA controllo di supervisione e acquisizione dati. Interfacciano con tutti gli elementi
informatici della fabbrica che permettono di vedere tutto in un unico sinottico, un unico sguardo
d’insieme. Si adopera principalmente per l’industria di processo (raffineria, chimica). Ovviamente
la SCADA non può essere standardizzata, nell’ERP non c’è
Cambiamenti sociali:
millenium bug
conversione in euro
recessione (meno crediti, meno vendite, meno investimenti i sistemi informativi sono un lusso)
à Le aziende produttrice di ERP hanno cercato dia ttaccare piccole e medie imprese, soluzioni ad
hoc, schedulatori
à si è cercato di estendedere l’ERP verso nuove funzionalità
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ERP II
1. supporto per il top management che in tempo reale fornisce i kpi key performance
indicators attraverso un dashboard che viene customizzato in funzione delle esigenze
2. nell’ERP di ogni azienda ci sono molte informazioni utili reciprocamente. Prima si poteva
far parlare sue ERP ma dovevano essere della stessa marca. Sono nati i SCE supply chain
executing che ti fanno vedere a che punto della chain sta il tuo ordine e fan comunicare ERP
diversi
PLM lifecycle: moduli di estensione delle funzionalità del PDM, gestione del ciclo di vita del
prodotto
HRM human resource management: standardizzi percorsi formativi per sapere qual è la qualifica
del mio personale. Questo c’era già nei pacchetti estionali à Knowledge management
N.B. non basta avere un database, occorre anche strutturarlo
Problemi:
1. nel sistema informatico c’è solo la roba scritta che spesso non è che una piccola parte delle
conoscenze reali
2. non c’è volontà di scrivere, perché avere nozioni uniche fan sentire importante, e assicurano
il posto di lavoro
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