I colori del Perù è la nuova newsletter mensile per i sostenitori di

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I colori del Perù è la nuova newsletter mensile per i sostenitori di
Dagli
Appennini
…alle Ande
febbraio 2007
Alpamayo - Cordillera Blanca (5.947 m.)
Dagli Appennini alle Ande è la nuova newsletter mensile per i sostenitori di Amici dei
Bambini - Perù, pensata per aiutarvi a conoscere questo grande Paese, con la sua storia e
le sue tradizioni, per permettervi di capire la realtà quotidiana dei bambini e dei ragazzi
che sostenete, e per condividere i risultati dei progetti che Amici dei Bambini porta
avanti grazie al vostro prezioso aiuto.
Il Perù offre una grande varietà di paesaggi e di attività: dalle distese del deserto, dove si
può scivolare sulle dune di sabbia come fossero onde del mare, è possibile inerpicarsi
fino alle acque blu zaffiro del Lago Titicaca, il più alto lago navigabile del mondo, o
scendere le gole scoscese delle Ande verso la giungla lussureggiante, brulicante di piante
e animali selvatici. Terra di splendide città perdute, ricca di culture e teatro di grandi
eventi: circa 500 anni fa fioriva qui il mitico impero inca, ma molte altre furono le civiltà
precolombiane che prosperarono e poi scomparvero, e alcune di esse furono capaci di
costruire immense piramidi e disegnare gigantesche e indecifrabili figure nel deserto.
Vario anche sotto l’aspetto culturale, dalla selvaggia musica afro-peruviana della costa si
passa a quella tradizionale che accompagna le danze degli indios dell’Amazonia;
dall’arte antica, tipica delle città più all’interno, fino ai grattaceli di Lima, passando per
le città coloniali e i monumenti più moderni del Paese.
Questo è il Perù da visitare, meta di turisti, esploratori giramondo e avventurieri, luogo
fantastico da scoprire e da amare.
Quello che vogliamo proporvi con questo appuntamento mensile, però, non è solo di
familiarizzare con il Paese, ma anche di conoscere i suoi abitanti, la loro vita quotidiana,
le loro gioie e le loro difficoltà. Vi parleremo delle famiglie con le quali verremo in
contatto, degli istituti nei quali entreremo, dei progetti che realizzeremo, e soprattutto dei
bambini e dei ragazzi che incontreremo…..bambini e ragazzi in istituto, senza una
famiglia che se ne prenda cura, bambini e ragazzi che avete deciso di sostenere e che
insieme aiuteremo.
Mi presento…
In questo 2007 da poco iniziato l’equipe di Amici dei Bambini - Perù si arricchisce
ulteriormente; oltre a Patricia, rappresentante locale per le Adozioni Internazionali, con
Ai.Bi. oramai da diversi anni, e Corina, sua assistente, da un paio di settimane lavoro a
Lima anch’io, Daniele, giovane ventisettenne milanese, laureato in economia e
commercio….da qualche mese in Ai.Bi. dopo altre esperienze lavorative.
Accolto a Lima da un caldo afoso, che sfiora i 30 gradi di giorno e non si abbassa di
molto di notte, sto cercando di familiarizzare con questa città che conta circa 8 milioni di
abitanti; abituato a vivere a Milano non pensavo di trovarmi così spaesato….ma non
avevo fatto i conti con le enormi distanze che separano le diverse zone della città.
E così, un po’ confuso, con l’aiuto delle mie colleghe inizia questa nuova e arricchente
esperienza in Perù…iniziano le visite agli istituti e le chiacchierate con i responsabili,
l’incontro con gli sguardi stupiti dei bambini e tante idee che si affollano per la testa su
come poter dare una mano a tutti loro……iniziano le timide perlustrazioni della città,
per familiarizzare con le strade e gli edifici che mi ospiteranno per i prossimi 2 anni…..e
iniziano gli incontri con le famiglie adottive, peruviane, che hanno deciso di farsi
testimoni nel loro Paese della bellezza dell’accoglienza…
Insomma, inizia un lavoro impegnativo e al tempo stesso estremamente arricchente, che
mi porterà a contatto con molte realtà, molte persone, di cui tenterò di rendervi partecipi
aggiornandovi mensilmente.
Spero però che la comunicazione non sarà “a senso unico”…..arrivano ogni mese
davvero tante lettere indirizzate ai ragazzi che sostenete, e in questo vi invito a
continuare per far sì che la vostra presenza e il vostro supporto non siano solo materiali.
Il rapporto personale che instaurate con questi ragazzi offre loro l’occasione di sentire un
po’ di quell’affetto e di quelle attenzioni che probabilmente non hanno ricevuto in
famiglia…vi assicuro che sono sempre molto contenti di scartare lettere, biglietti,
ricevere foto e piccoli regali…..anche se poi a volte sono un po’ pigri nel rispondere!
Il Perù e la sua storia…
In questa parte della newsletter troverete di volta in volta qualche notizia sulla storia, la
cultura e le tradizioni di questo immenso Paese…
…e dato che io per primo sono alla scoperta di questa bellissima terra, volevo
presentarvi …e conoscere insieme a voi…le “sette meraviglie” del Perù.
Il nostro viaggio alla scoperta del Paese inizia
dalla cittadella di Machu Picchu, il più notevole
monumento architettonico del Perù, a 2.400
metri sul livello del mare tra una vegetazione
esuberante e impenetrabile che la circonda e
che non fa che accrescere la bellezza e il
mistero delle sue rovine e dei suoi imponenti
muri di pietra. Orchidee di tutti i tipi danno un
aspetto ancora più lussureggiante e singolare
all'ambiente naturale.
Il vero nome del luogo si è perso nel tempo,
Machu Picchu è una denominazione geografica
che significa "Montagna vecchia", in
contrapposizione all'altra, vicina, l'Huayna
Picchu, "Montagna giovane".
Dalla sua scoperta, avvenuta nel 1911, Machu
Picchu non ha mai smesso di essere un vero e
proprio enigma archeologico, sul quale si
formulano domande che forse resteranno per
sempre senza risposta.
Nel 1987 i mezzi di comunicazione di tutto il mondo annunciarono una grande scoperta
archeologica: l’archeologo peruviano Walter Alva, con la sua equipe, aveva scoperto la
tomba del Señor de Sipán. La scoperta
della tomba segnò un importante passo
nella storia dell’archeologia del continente
americano, si ritrovarono ceramiche, vasi,
utensili, così come abitazioni e depositi di
cui si servì la popolazione Mochica a
cavallo fra il I secolo a.C. e il VII secolo
d.C. Cosa curiosa fu ritrovare la tomba del
Señor perfettamente chiusa, senza che
nessuno, nel susseguirsi degli anni e dei
secoli, vi fosse mai entrato.
Il Señor de Sipán era il governatore di una
società complessa, caratterizzata da diversi strati sociali, a capo del clero come delle
forze militari, e allo stesso tempo leader politico ed economico; governò nella valle di
Lambayeque fra il II e III secolo d.C. e ci lasciò in eredità le bellissime opere che sono
ora custodite nel Museo Tumbas Reales de Sipán, inaugurato nel 2002.
Estese su una superficie di ben 500 kmq di arida pianura disseminata di rocce, le Linee
di Nazca rappresentano uno dei grandi misteri archeologici del mondo. Le oltre 13.000
linee tracciate sul terreno vanno a formare più di
800 disegni, che includono i profili stilizzati di
animali, come ad esempio una balena, un papagallo,
una lucertola lunga più di 180 metri, un colibrì, un
condor e un'enorme ragno lungo circa 45 metri,
insieme a spettacolari disegni di piante. Essi furono
tracciati durante la fioritura della civiltà Nazca, tra il
300 a.C. ed il 500 d.C., con il semplice espediente di
rimuovere le pietre bruciate dal sole dalla superficie del deserto ammucchiandole ai
margini delle linee, lasciando così esposto il terreno sottostante. Restano ancora aperti
numerosi interrogativi: chi ha tracciato le linee e perché? E soprattutto, come faceva a
sapere cosa stava facendo se le linee si possono vedere bene solo dall’alto?
Con i suoi 43 km, il Cammino Inca è solo una parte dei 23.000 km che conformano il
Gran Cammino, ovvero la rete stradale degli inca che si estendeva, verso sud, fino
all’Argentina e al centro del Cile, e raggiungeva, a nord, gli attuali
confini di Ecuador e Colombia. Quest’opera impressionante, una
strada di pietre, scale e gallerie che sembrano essere più vicine al cielo
che alla terra, interrotta da impressionanti cittadelle inca che dominano
il paesaggio, permette di raggiungere vette dove si scoprono panorami
di cime innevate, e di scendere nella selva come in una galleria di
verde, tanta é l’abbondanza della flora tropicale. Questo cammino
permetteva il contatto tra popolazioni separate da zone profondamente
diverse e distribuite in una delle aree geografiche più varie ed
inaccessibili del pianeta. Quando uno raggunge l’ultima scala di pietra all’Inti Pnku
appare agli occhi il capolavoro dell’impero inca: il Machu Picchu.
Se il Perù è considerato la “culla” delle civiltà, la valle del fiume Supe è come il primo
giaciglio delle misteriose culture che prosperarono nell’attuale territorio peruviano. Ed è
nella zona di Caral dove è avvenuta una delle scoperte più sorprendenti: le rovine
sepolte di una città, la più antica città sacra delle
Americhe, distribuita su una superficie di 40 ettari,
che ebbe il suo splendore circa 5.000 anni fa,
quando si stavano costruendo la piramide di
Cheope, in Egitto, o le prime città cinesi e
mesopotamiche. Si tratta di un ritrovamento che ha
commosso la comunità scientifica peruviana e
internazionale, modificando i criteri storici elaborati
durante il XX° secolo e offrendo un nuovo orizzonte
agli studi sull’origine delle civiltà nel mondo.
Chavín de Huantar, il sito meglio conservato della cultura
chavín, rappresenta una stupenda testimonianza di ingegneria
antica. Sebbene esternamente la struttura non sia
particolarmente impressionante, la visita sotterranea ripaga il
costo della trasferta. Nel sito c’è una grande piazza centrale,
leggermente più bassa del livello del suolo, con un intricato e
ingegnoso sistema di drenaggio, da qui ci si può incamminare
lungo una larga scalinata che porta all’unica entrata
dell’edificio più grande e più importante, il Castillo, oppure
imboccare i tunnel sotterranei per visitare la splendida roccia
scolpita chiamata Lanzón de Chavín, una roccia alta quattro
metri, conficcata nel terreno come un pugnale, all’incrocio di
quattro corridoi nel sottosuolo del Castillo.
E infine Kuelap, una impressionante città fortificata che fu capitale del regno
Chachapoyas, a cavallo fra il 1200 e il 1450 d.C.
Costruita
in
una
zona
montagnosa
dell’Amazonia, nella parte nord del Perù, a circa
3.000 metri sul livello del mare, le mura esterne
racchiudono più di 400 costruzioni che si
affacciano sulla valle Utcubamba. Questa
fortezza rimase nascosta fino al 1843, quando
Juan Crisóstomo Nieto, un giudice della zona,
accompagnato da guide locali che conoscevano
il posto da generazioni, scoprì la fortezza. La
scoperta richiamò l’attenzione di archeologi,
storici ed esploratori che definirono questo bellissimo posto il Machu Picchu del nord.
La collocazione remota fa sì che il flusso di turisti non sia considerevole; a Kuelap c'è
ancora molto da scoprire e ricercare, e la città rimane coperta da un velo di enigma e
mistero che invade qualsiasi persona la visiti.
AiBi e i suoi progetti…
In questa seconda parte della newsletter riceverete brevi aggiornamenti sulle attività e i
progetti di AiBi in Perù. Condivideremo i progressi fatti, vi racconteremo le storie più
significative dei bambini che incontreremo e degli istituti che visiteremo....le idee e le
speranze che portiamo con noi.
In questo primo numero vi racconterò brevemente la storia
di un piccolo istituto che abbiamo visitato qualche giorno
fa, un’abitazione di due piani situata in una delle zone più
pericolose di Lima, il Callao. Provincia indipendente
all’interno della città, quasi una città nella città; possiamo
definire il Callao il porto di Lima, area caratterizzata da un
alto livello di violenza e insicurezza, dove le bande si
scontrano per le strade per il controllo dello spaccio della droga.
L’isituto, sorto nel 2001, ospita ora una quindicina di bambini ed è gestito da Fernando e
Enrique, due fratelli religiosi della Comunità di Betania, un’Opera della Chiesa che trae
ispirazione dalla figura di San Francesco.
La scintilla che spinse i fratelli ad operare proprio qui fu la percezione di abbandono che
provarono durante la loro prima visita, una sensazione di prostrazione e “stanchezza
morale” che lessero sui volti della gente e che li convinse a rimboccarsi le mani e
attivarsi per queste persone.
Questo senso di prostrazione porta spesso con sè rabbia e violenza.....e le famiglie del
Callao purtroppo non ne erano immuni: la violenza, anche familiare, spesso sfogata
contro i più deboli, metteva a repentaglio l’integrità fisica e morale delle donne e dei
bambini della zona.
Con questa inquietudine nel cuore, nel 1997 i fratelli fondarono una associazione civile
chiamata “Hermana Tierra”, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e
cercare risorse a favore della difesa dei più poveri, coloro che non possono fare nulla per
difendersi.
Così, partendo da un’idea, con l’aiuto di un numero sempre maggiore di persone, si
passò dalla teoria alla pratica: offrire un luogo di accoglienza ai bambini vittima di
maltrattamenti in famiglia.
Finalmente nel 2001, grazie alle donazioni di molte persone e al lavoro di numerosi
volontari, dopo aver bussato a diverse porte e aver a lungo aspettato risposte, iniziò il
lavoro con i bambini: un lavoro fatto di accoglienza, di ascolto, di amore, di storie di
abbandono e maltrattamenti difficili da superare.....un lavoro che i fratelli fanno col
cuore e con quella fiducia nella provvidenza propria di persone di grande fede.
Perchè Posada de Belen: proprio per ricordare la notte della nascita di Gesù, quando
anche per Lui tutte le porte rimasero chiuse e l’unico luogo che lo accolse fu una
capanna, un mangiatoia....accoglienza che ora Fernando, Enrique e i volontari della
Comunità si stanno impegnando a dare ai bambini che di volta in volta bussano alla loro
porta.
Testimonianze…
L’ultima parte della newsletter ospiterà, di mese in mese, le testimonianze delle persone
che incontreremo, delle persone che lavorano con i bambini e ci possono raccontare i
problemi e le difficoltà con i quali convivono ogni giorno… le testimonianze delle
famiglie italiane in Perù per adottare e accogliere loro figlio, a cui donare affetto e
attenzione…..le testimonianze dei volontari che ci aiutano nei progetti...e delle famiglie
adottive peruviane che con tanta passione diffondono la cultura dell’accoglienza.
Questo mese iniziamo proprio con Rocío, una mamma adottiva, adottata a sua volta alla
nascita, che ha accolto la proposta di parlarci un po’ di sé....
Sono felice!
Quando un bambino viene al mondo spera di essere accolto dalla tenerezza e dall’amore
della mamma, di ascoltare la voce sicura del papà, ma a volte questo affetto non lo sente
…e di carezze non se ne parla.
Quando venni al mondo mi chiesi “Che succede?...In che mondo sono?...Sono viva?”
Passarono sei giorni prima di sentirmi finalmente figlia, prima di provare la gioia di
essere accolta da mia mamma; non sentii la voce di mio papà a fianco della mamma, ma
trovai quella di mio zio. Tutta la famiglia mi accolse fin da subito con grande affetto, mi
amò, mi offrì comprensione e rispetto…… e soprattutto furono la mia famiglia, la cosa
in assoluto più importante.
Ho sempre pensato di stare al mondo con una missione: rendere grazie a Dio e alla Vita
per la vita che vivo, e amare e rispettare tutte le persone, senza distinzione alcuna.
Passarono gli anni, e le circostanzi vollero che non potessi essere mamma; lavoro con
bambini e a loro trasmetto tutto il mio amore, ma loro hanno i loro genitori. È per questo
che per sentirci veramente “completi” decidemmo, io e mio marito, di adottare Carlitos
Javier, l’allegria della nostra famiglia…..il mio amore per lui fu subito totale!
È gratificante essere accolti, è il desiderio di tutti i bambini venire accolti il più presto
possibile. E io voglio aiutarli affinché diventino finalmente figli.
Rocío Gutiérrez
Cari sostenitori, vi ricordo il
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