Scheda del quarto incontro

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Scheda del quarto incontro
Laboratorio Mappe: D. Foddai, E. Rossi
IIS Mattei - Conselve
Proposta di attività
Sintesi di un testo dato e trasferimento di tale sintesi in mappa concettuale e
poi in mappa mentale
Il termine mappa concettuale è stato coniato da J. Novak e D. Gowin. Così come una
mappa geografica serve per orientarsi in un territorio, una mappa concettuale è
strumento per interpretare, rielaborare e trasmettere conoscenze, informazioni e dati,
visualizzando l’oggetto della comunicazione, i concetti principali, i legami che essi
stabiliscono e, di conseguenza, il percorso del ragionamento. Possiamo, perciò,
affermare che una mappa concettuale è la rappresentazione grafica di concetti
espressi sinteticamente (parole - concetto) all’interno di una forma geometrica (nodo)
e collegati fra loro da linee (frecce) che esplicitano la relazione attraverso parole –
legamento, come rappresentato in figura:
L’idea di fondo è che la conoscenza non consiste solamente di concetti, ma anche di
relazioni; per cui la visualizzazione dei concetti e dei reciproci legami favorisce la loro
comprensione e quindi la loro memorizzazione
Le mappe concettuali, pur essendo simili alle mappe mentali si differenziano da esse
perchè:
• la strutturazione delle informazioni è di tipo reticolare e non gerarchico;
• i riferimenti sono di tipo connessionista (fatto l'elenco dei concetti, si procede
alla loro connessione) e non associazionista (da ciascun concetto vengono
sviluppate le possibili associazioni);
• non viene posta particolare rilevanza all’uso di colori e simboli;
• i legami tra i nodi solitamente vengono esplicitati mediante etichette
descrittive testuali.
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Solitamente le mappe concettuali vengono impiegate nell'ambito della formazione per
la schematizzazione di modelli che non si possono ricondurre a una struttura
gerarchico-associativa. D'altro canto:
• il fatto che non esista una impostazione dal generale al particolare non
favorisce la leggibilità della struttura concettuale;
• la modalità rappresentativa vede ancora una volta nel testo l'elemento
principe, rispetto ad altri canali comunicativi come il colore e le icone.
Riportiamo qui un esempio di mappa concettuale realizzata a partire dal breve testo
nelle righe seguenti
“La Rivoluzione agricola del Neolitico era favorita dalla mitezza del clima, sopraggiunta con la
fine dell’ultima glaciazione, ma, ciò nonostante, la natura continuava ad essere piena d’insidie
per l’uomo. Infatti, la fine dell’era glaciale ebbe inizialmente delle conseguenze negative sulle
condizioni di vita dell’homo sapiens sapiens.
Gli animali che avevano costituito la base dell’alimentazione umana erano la renna, il
mammut, l’orso, il rinoceronte lanoso: alla fine dell’ultima glaciazione essi si spostarono verso
nord o addirittura, come il mammut o il rinoceronte peloso, si estinsero. Con il ritirarsi dei
ghiacci avvenne dunque una prima grande divisione dei gruppi umani. Alcuni seguirono verso
nord le migrazioni dei grandi animali; altri si stabilirono nelle regioni a clima più caldo e si
dovettero adattare a un tipo di selvaggina più piccolo (cinghiali, lepri) che forniva meno cibo, e
anche una quantità assai ridotta di piante spontanee commestibili; l’elevamento della
temperatura aveva infatti inaridito il terreno, rendendolo meno fertile.
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L’agricoltura fu probabilmente la risposta a questa sfida ambientale: la scarsità di cibo indusse
gli uomini delle aree meno fertili a selezionare le piante commestibili, a proteggere i tipi
vegetali più utilizzabili e a favorirne lo sviluppo, fino a impararne la coltivazione”.
[esempio tratto da http://www.noiosito.it/mcsc.htm]
Prima fase: dal testo alla sintesi (tempo: 20’)
Ti viene proposto un testo tratto dal manuale di geografia Moduli di geografia civile
Ambienti, Ed. Archimede p. 49.
Prova a riassumere questo testo attraverso una lettura attento in cui vengano
individuati i concetti chiave e la loro importanza relativa.
Procedi evidenziando in modo diverso i concetti chiave rispetto alle relazioni che li
legano.
“Per aumentare la superficie delle aree coltivate e i rendimenti dei suoli agricoli, l’agricoltura
moderna si avvale di sofisticate tecnologie, che però alterano profondamente, sia pure in modo
impercettibile, gli ecosistemi. Una delle conseguenze più insidiose e dal maggior impatto
ambientale, è quella relativa all’impoverimento della biodiversità animale e vegetale.
Di ogni pianta esistono in natura centinaia di varietà, ciascuna adattatasi al proprio ambiente nel
corso dei millenni. Un tempo, i contadini impiegavano come semente una parte del raccolto
precedente, per cui di regione in regione variavano le caratteristiche dei prodotti ottenuti. Oggi,
invece, gli agricoltori ricorrono a un numero limitato di semi, chiamati ibridi, selezionati e
commercializzati da poche imprese altamente specializzate. Gli ibridi sono ottenuti mediante
incroci di semi di piante differenti che hanno dato vita a specie più resistenti al caldo o al freddo
oppure dal ciclo vegetativo più breve o capaci di rese superiori: infatti, i trattamenti che subiscono
ne garantiscono la germinazione integrale, mentre con i sistemi tradizionali una percentuale
elevata di semi non dava frutto. In tal modo, tuttavia, le duemila varietà di frumento impiegate nel
mondo preindustriale si sono ridotte a una mezza dozzina, così come è successo per numerose
altre colture. L’affermazione di queste poche varietà ha fatto scomparire le centinaia prima
coltivate, determinando il progressivo impoverimento della biodiversità vegetale e animale.
A intaccare il patrimonio genetico naturale sono anche altre pratiche legate all’agricoltura: le
bonifiche e la deforestazione, ma anche l’uso intensivo di sostanze chimiche, come i fertilizzanti e
gli insetticidi.
Ogni pianta vive in simbiosi con il terreno, con la fauna e la microfauna (insetti) a essa legate.
Quindi, la scomparsa di una varietà determina a catena una serie di modificazioni degli ecosistemi,
poco visibili, ma proprio per questo più insidiose. Ciascun cambiamento si sovrappone ad altri,
producendo effetti moltiplicativi di grande impatto ambientale.
Probabilmente, entro il 2050, quarantamila specie vegetali si estingueranno e il nostro pianeta
perderà un quarto della sua biodiversità vegetale. Quest’ultima, come la biodiversità animale, è
una grande ricchezza da conservare: perdere una pianta, infatti, significa non soltanto impoverire il
paesaggio, ma anche privarsi delle risorse che essa offre agli uomini sul piano alimentare,
farmavologico e chimico.
La gravità della situazione ha indotto governi e organizzazioni internazionali a intervenire per
cercare rimedi.
Il problema consiste nel garantire il fabbisogno alimentare della popolazione mondiale in crescita
(80 milioni di persone in più all’anno), senza compromettere gli equilibri ecologici e la biodiversità.
Alcuni stati, per rispondere all’impoverimento della biodiversità, hanno dato vita a “banche dei
semi”, nelle quali sono raccolti e custoditi migliaia di semi vegetali, provenienti da ogni regione
della Terra. L’Onu, attraverso la Fao (Food and agricolture organization), opera nel campo della
salvaguardia della biodiversità con apposite conferenze, attraverso cui vengono raggiunti accordi
per azioni comuni. Sono già state firmate convenzioni per tutelare ecosistemi fragili, come quelli
delle zone umide: delta e aree palustri, minacciati dalle opere di bonifica intraprese per renderli
sfruttabili a fini agricoli. Salvare simili aree significa anche permettere la sopravvivenza di tante
specie animali, scongiurando i rischi di impoverimento della biodiversità anche nel campo animale,
non meno compromesso di quello vegetale.”
Seconda fase: dalla sintesi alla mappa associativa
(punti 1-2; tempo: 30’)
1. Tra le idee che hai evidenziato, cerca ora a individuare quella centrale e a partire
da questa disponi liberamente gli altri elementi ricavabili dalla sintesi ottenuta dal
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testo di partenza. Tutte le idee devono corrispondere a parole chiave e devono essere
tra loro collegate da relazioni causali.
A questo scopo utilizza il software Cmap creando un nuovo file che chiamerai
es_3_a_cognome
In questo file basta creare il primo nodo e a partire da questo creare poi più nodi la
cui distribuzione non sarà necessariamente dipendente dal primo concetto che hai
scritto.
salva la mappa e subito dopo
2. salvala di nuovo con il seguente nome:
es_3_b_cognome
Agisci sulla posizione relativa dei nodi e delle relazioni (la topologia della mappa) e
utilizza colori e forme per evidenziare ambiti omogenei.
salva la mappa e subito dopo
salva la mappa che hai realizzato come immagine .jpg senza cambiarle il nome
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