Il viaggio di Joe il Fotone

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Il viaggio di Joe il Fotone
di SandroBardelli1
Francesco Poppi1
Gabriele Cocozza1
Matteo Correnti2
Cristiano de Boni3
Paolo Donati1
Carlo Giocoli3
Loredana Lovisi3
Federico Marulli3
Fernanda Petracca3
Antonio Sollima1
Laura Schreiber1
Margherita Talia1
Stefania Varano4
INAF-Osservatorio
Astronomico di Bologna
2.
INAF-Istituto di
Astrofisica Spaziale
e Fisica Cosmica
3.
Dip. Astronomia,
Università di Bologna
4.
INAF-Istituto di
Radioastronomia
1.
Il viaggio di Joe il Fotone
UNA STORIA BLUES
Due brevi clips sonore sono tratte dai film “Io ed Annie” di Woody Allen e dall’episodio
“Homer3” della serie “I Simpson”. Durante il racconto sono, inoltre, presentati quattro
adattamenti di altrettante novelle di Italo Calvino tratte dalle Cosmicomiche (“Tutti in
un Punto”, “Sul far del Giorno”, “Gli Anni Luce” e “L’Implosione”).
Lo show è pensato per il pubblico generico. Per ragazzi delle scuole secondarie, lo spettacolo può essere accompagnato da una lezione frontale tenuta da un esperto (eventualmente da un componente stesso della band) che faccia da introduzione o da “feedback”.LA
ABSTRACT
We dramatized the journey of a photon created at the beginning of the Universe. Joe walked
through the Hot Universe, saw the Cosmic Microwave Background, and passed the Dark
Age. He witnessed the birth of the first stars and galaxies until his arrival to the Milky Way
and to Earth.
Each age is associated with a specific blues song, which is inserted inside the narration.
Three novels by Calvino (“All at One Point”, “At Daybreak” and “The Light Years” from
“The Cosmicomics”), aphorisms and short cuts from movies are adapted and used.
The band is formed by eleven elements plus one narrator. The recital has been presented the
first time at the Researchers’ Night held on September 23, 2011.
Salve,
Sono Joe...
E sono un fotone….
Sono Joe il Fotone.
Sono stato creato in quella bolgia turbolenta
chiamata BIG BANG, e quindi non so nè quando,
né dove e né perché sono nato……
Ora vi racconto la mia storia che parte da un posto molto distante e da un tempo remoto.
INTRODUZIONE
Lo show è la drammatizzazione del viaggio nel tempo e nello spazio di un fotone dal Big
Bang alla Terra. La sua voce descrive i fenomeni che vengono incontrati durante il suo
percorso lungo la storia dell’Universo attraverso le varie epoche. Il racconto è alternato
da brani blues famosi, eseguiti da una band formata da 14 membri, tutti studenti di dottorato, post-doc, o precari che lavorano nella ricerca Astronomica.
Le canzoni sono state scelte sulla base di una relazione di argomento, o di ritmo col testo,
e sono pensate per riaccendere l’attenzione del pubblico e rilanciare la narrazione.
Durante lo show vengono mostrati dei filmati muti con brevi didascalie illustranti ciò
che Joe sta vedendo, e questo è il momento con la maggiore valenza didattica.
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STORIA
Lo show inizia con la canzone “Hey Joe” per introdurre il personaggio di Joe.
L’epoca pre-Big Bang: Joe è immerso nel caos quantistico. La musica è una dissonanza,
mentre sullo schermo mostriamo il rumore bianco (la ”neve” che si osserva in una televisione mal sintonizzata e senza antenna). Viene letto L’adattamento da “Tutti in un
Punto”. In questa lettura il narratore rievoca il tempo in cui tutti erano compressi e che
la Signora Ph(i)nko in un impeto d’amore, provoca il Big Bang facendo le tagliatelle.
I primi tre minuti: le particelle e fotoni interagiscono fortemente tra loro. Gli atomi e le
particelle vengono formati. È un epoca molto “ritmica” e la musica è “Everybody needs
somebody to love”. Sullo schermo: particelle che collidono.
L’epoca oscura: la musica si ferma improvvisamente. Joe vede il Fondo Cosmico a Microonde immerso nel buio. Il ritmo è lento e ripetitivo. La musica è “Somewhere over the
Rainbow” mentre sullo schermo ci sono mappe del satellite WMap.
In seguito inzia la “dark age” con il brano “On the Road Again” e mappe di materia
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oscura sullo schermo. Le mappe sono ottenute dall’effetto lente gravitazionale della materia oscura sulle galassie di campo.
Le prime stelle: l’epoca comincia con la novella “Sul Far del Giorno” dove si racconta che gli
abitanti di una nebula incominciano a sentire che essa si sta addensando. Il ritmo accelera,
sullo schermo si vedono le stelle che si formano e comincia il pezzo “Hit the Road Jack”.
L’espansione dell’Universo: Joe nota che l’Universo si è espanso. Clip tratto da “io ed Annie”
sulla scena del bambino portato dallo psicologo perché spaventato dall’espansione Cosmica. La madre afferma che ha smesso di fare i compiti “perché è inutile”.
Lo psicologo lo rassicura dicendo che Brooklyn non si espanderà per molto tempo.
Joe arriva nella Via Lattea e sulla Terra: la musica è “Sweet Home Chicago”.
Destino di Joe: Joe arrivando sulla Terra “inciampa” su uno specchio. È costretto a ripetere
lo stesso percorso a ritroso. Musica: “Johnny B. Goode”.
Finale: Il finale spiega il futuro dell’Universo e l’effetto dell’espansione nel futuro (novelle
“Gli Anni Luce” e “L’Implosione”). Un piccolo clip tratto da “I Simpson” finisce con la
frase «Abbiamo avuto un piccolo intoppo quando l’Universo è crollato su se stesso ma
papà [Homer] sembrava cautamente ottimista». Sull’urlo di Homer parte “I Shot the
Sheriff”. Sullo schermo, immagini di astronomi del passato.
Abbiamo scelto pezzi blues famosi, piuttosto che scrivere dei pezzi originali perché non
siamo musicisti professionisti, non abbiamo la capacità di composizione e ci manca il
“feeling” di quale musica possa piacere ad un vasto pubblico. Il blues è sembrato essere
una musica apprezzata dalla maggior parte delle persone, indipendentemente dall’età ed
estrazione culturale e si sposa con il mito del viaggio che ha le sue radici nella numerosa
filmografia d’oltre oceano. Non ultimo il fatto che essendo lo spettacolo imbastito su
base volontaria (solo le spese vive debbono essere coperte), bisogna scegliere pezzi che
diano soddisfazione e piacciano ai musicisti.
L’iniziativa sembra riscuotere notevole successo in termini di richiesta e soddisfazione del
pubblico, siamo già alla quinta replica nel territorio italiano. Viene proposta anche in
lingua inglese. Il problema organizzativo maggiore è la dimensione della band, essendo
composta da oltre una dozzina di membri (comprensiva di coro e sezione di fiati), il ché
comporta costi non trascurabili per il trasporto della strumentazione e del personale. Lo
show risulta quindi particolarmente adatto ad essere messo in scena in occasione di Festival scientifici.
...l’unica cosa che so è che sono stato condannato a correre…
per tutta la mia vita… a correre alla velocità della luce…
perchè, in fondo, la luce sono io.
CONCLUSIONE
Lo spettacolo vuole offrire ad un pubblico prevalentemente giovane allo stesso tempo
un concerto, una “piece” teatrale ed una lezione divulgativa.
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