Forteto, chiesti 21

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Forteto, chiesti 21
per Resoli
Forteto, chiesti 21
della com ità degli orrori
ffl
II pm vuole pene pesanti per i maltrattamenti e le violenze sessuali sui bambini affidati alla struttura
«É stata un'allucinazione collettiva» durata oltre 30 annidi abusi con la complicità di giudici e politica
di Mario Neri
ì FIRENZE
Il Forteto è stata «un'allucinazione collettiva». Oltre 30 anni di
«abusi e maltrattamenti», perpetrati e teorizzati da Rodolfo Fiesoli e i suoi più stretti seguaci,
andati avanti grazie a «una sospensione delle leggi dello Stato». C'è il profeta della comunità
agricola di Vicchio nel mirino di
Ornella Galeotti, ma nella sua
maxi requisitoria il pm punta anche sulle complicità esterne,
quelle dei magistrati del tribunale dei minori e dei servizi sociali
che per decenni hanno continuato ad affidare bambini, disabili, ragazzi "difficili" al capo carismatico, il guru, la guida di
quella che per tutti era «una eccellenza educativa» e invece è
sempre stato il teatro «di violenze sessuali e psicologiche».
Così pesano come macigni le
richieste di condanna formulate
dal pm. Pene severe per «fatti di
eccezionale gravità»: 21 anni per
Fiesoli, 15 per il braccio destro
Luigi Goffredi e per Daniela Tardani, 11 per Luigi Serpi, pene fra
i 10 e i 2 anni per altre 17 persone. Dei 23 imputati si salvano in
due: assolto Matteo Pizzi, prescritto Marco Ceccherini, uno
dei soci fondatori della comunità nata nel '77 intorno alla parrocchia Le Querce. Bambini e
adolescenti plagiati, costretti
all'omosessualità, a concedersi
al profeta e ad altri fedelissimi.
Da quando è scoppiato il caso, il
20 dicembre 2011, le testimonianze di soprusi si sono susseguite per mesi al Palagiustizia.
«Ci diceva che eravamo puri di
Dio, che dovevamo donarci a lui
per liberarci dalla materia, che il
mondo fuori era merda» hanno
raccontato le vittime. La scintilla
è scattata quando ad essere violata non è stata più la vecchia generazione e i padri affidatari
hanno iniziato ad ascoltare dai
figli adottivi gli stessi drammatici racconti. «Al Forteto Fiesoli teorizzava l'omosessualità tra minori per superare la fase adolescenziale e per sostenere il confronto con le donne definite
"troie e puttane"». Uomini e
donne, anche se sposati, erano
divisi. I ragazzi che mostravano
interesse per l'altro sesso erano
«finocchi», le ragazze «lesbiche».
Chi veniva scoperto era umiliato
di fronte a tutti, preso a schiaffi,
sottoposto ai «chiarimenti». Il
sesso, anzil'alnore, era vietato. I
figli adottivi tolti alle famiglie affidatarie, che «non avevano alcuna competenza», e «i traumi subiti dai bambini non venivano riparati, anzi dovevano essere aggravati». Il metodo Fiesoli «era
di instillare un po' di morbo alla
volta per guarire dal morbo», la
«terapia selvaggia». Eppure le avvisaglie ci furono, fin da subito.
Nel '78 Fiesoli e Goffredi vengono arrestati per maltrattamenti
e atti di libidine e condannati
per alcuni reati. Ma una parte
dell'opinione pubblica - sottolinea il pm- svilì tutto parlando di
«un complotto di cattolici integralisti». «Perfino un boss mafioso non è riconosciuto tale se viola i bambini. Invece nell'illuminata Toscana tutto questo non
importa. Ma questa falsificazione della realtà è costata enormi
sofferenze» denuncia Fiesoli.
Che non avrebbe mai potuto attuare il suo «programma criminoso» senza il concorso dei
membri, «anime belle che credevano avesse strane facoltà». Ma
il Forteto, in mostra all'Expo con
i suoi formaggi, è stata anche un
abbaglio delle istituzioni che
hanno perfino ignorato una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. Così per anni,
anche la politica gli ha tributato
«fiducia incondizionata».
A sinistra Rodolfo Fiesoli: per lui chiesti 21 anni, A destra in primo piano Luigi Goffredi all'uscita del tribunale (foto Sestini)
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