Parliamo di fili
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Parliamo di fili
Parliamo di fili Alberto Sottocornola Ovviamente su un’imbarcazione a vela il vario cordame prende nome a seconda dell’uso che deve fare, ad esempio: gomena, canapo, sartia ecc. ecc. ma per questo vi rimando ai sacri testi. Per esemplificazione parlerò molto genericamente di “fili”. Anche se questo farà sicuramente storcere il naso a qualcuno, ma non dimentichiamoci che mi rivolgo a coloro che cominceranno domani…. O al massimo a coloro che hanno cominciato ieri. Anche se il modello è piccolo i metri di filo necessari sono molti, a questo proposito avrei un consiglio, i rocchetti di filo che compriamo nei negozi di modellismo sono piuttosto cari e non molto lunghi, per cui ove vi fosse possibile rivolgetevi ai negozi che forniscono i pellettieri con gli stessi soldi più o meno comprate dei rocchetti di ben 600 metri. Niente sintetico, ma cotone naturale, così avrete la possibilità di poterli tingere per immersione in coloranti acrilici. Gli spezzoni di filo, detti anche gugliate, dovranno essere sempre molto lunghi, non fate i taccagni, tanto lo scotto lo paghereste dopo. Presumendo che nessuno di noi ha manine di fata abituatevi da subito ad usare le pinzette corte e lunghe per prenderne dimestichezza. Per legare i bozzelli a uno o due fori fate un nodo semplice (nodo piano) tenete un capo del cappio tra il dito medio e l’anulare per serrarlo e tirate l’altro capo fino a ridurre il cappio ad una misura di poco superiore al bozzello. Pag.1-4 Parliamo di fili Alberto Sottocornola Ponete il bozzello con il foro rivolto verso di voi all’interno del cappio stringendolo tra il dito pollice e l’indice e tirate facendo attenzione che il filo entri perfettamente nelle scanalature laterali del bozzello. Avrete notato che i fori nel bozzello non sono al centro di esso ma spostati, per cui il nodo dovrà essere sulla capoccia del bozzello dalla parte più vicina del foro. Fatto questo eseguite un altro nodo piano e stringere bene, per gli sfiduciati volendo anche una lacrima di colla. Poniamo ora il caso che il bozzello debba essere legato ad un pennone. Il bozzello non deve essere a contatto del pennone, diventerebbe rigido e al momento di farvi passare il filo è poco manovrabile, quindi è bene tenerlo un poco discosto dal pennone. Pag.2-4 Parliamo di fili Alberto Sottocornola Vediamo come: prendiamo un tondino del diametro che vogliamo sia la distanza tra il pennone e il bozzello e mettiamolo in morsa e leghiamoci il nostro bozzello; facciamo due nodi piani e sfiliamolo dal tondino, una lacrima di colla su i due capi che vanno dal bozzello al nodo. A questo punto avrete ancora filo sufficiente per legarlo al pennone, ma il nostro bozzello è rimasto morbido e fluttuante, tornerà rigido quando il filo sarà in tensione. Pag.3-4 Parliamo di fili Alberto Sottocornola Non tentate di inserire il filo così com’è, nel bozzello che ha dei fori di pochi decimi di millimetro, prima passate un poco di colla sulla punta del filo rendendolo rigido. Per punti difficilmente raggiungibili si può anche usare aghi sottilissimi e tale proposito il filo passerà nell’ago, che ha una cruna molto piccola, usando un infila aghi, come facevano le nostre nonne, si trovano in qualsiasi merceria. Certo l’argomento non si esaurisce qui, vedrò in futuro di ampliarlo. _________________________________________________________________________________ Alberto Sottocornola (Il Sotto). Pag.4-4