Il costoso peso dell`ifiegalità diffusa nell`Italia che non si riesce a

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Il costoso peso dell`ifiegalità diffusa nell`Italia che non si riesce a
Il costoso peso dell'ifiegalità diffusa
nell 'Italia che non si riesce a ri sanare
di Corrado Stajano
indignazione nei
confronti di corrotti
e corruttori dura poco qui da noi, lo spazio di un mattino, una bolla di
sapone, il breve pianto del
bambino quando gli è sfuggito il pallone tra le case. Ma
tutto quanto è esploso negli
ultimi mesi sembra davvero
preoccupante, segno di un
Paese caduto in una crisi di civiltà. Non è mai successo che,
di qua e di là dal Tevere, il presidente della Repubblica e il
Papa abbiano usato a proposito della corruzione parole
così gravi nei loro messaggi di
fine anno.
Napolitano, nel denunciare
le gravi patologie di cui l'Italia
soffre: «A cominciare da
quella della criminalità organizzata e dell'economia criminale; e da quella di una corruzione capace di insinuarsi
in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando
sodali e complici in alto».(...)
«Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo
della nostra società».
E papa Francesco, «essendo anche vescovo di Roma»:
«Quando una società ignora i
poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a mafiarsi, quella società si impoverisce fino alla miseria». (...)
«Domandiamoci: in questa
città, in questa comunità ce-
1"
Ma l'indignazione per
corrotti e corruttori
dura poco qui in Italia
È una bolla di sapone
clesiale, siamo liberi o siamo
schiavi, siamo sale e luce? Siamo lievito? Oppure siamo
spenti, insipidi, ostili, sfiduciati, irrilevanti, stanchi?».
I fatti sono sotto gli occhi di
tutti, persino in una società
passiva come la nostra, impaurita per la situazione economico-finanziaria che imprigiona uomini e donne nelle loro insicurezze private:
Mafia Capitale dopo gli appalti e subappalti dell'Expo e dopo il Mose di Venezia. Traffici
loschi ai danni della collettività, affari truffaldini coi soldi
pubblici, un'illegalità diffusa,
per citare soltanto le ultime
colonne portanti del malfare.
Con il sospetto che ovunque,
o quasi, venga messo il dito si
scopra che la legge, la regola,
la disciplina siano considerate nemiche, come la questione morale.
dell'onestà assassinato a Milano nel 1979 dalla mafia politica, era esterrefatto e dolorante - risulta dai suoi diari
- di trovarsi nemici uomini
dello Stato che avrebbero dovuto essere al suo fianco: dal
presidente del Consiglio a ministri, generali, banchieri dello Stato, pubblici amministratori.
E nel 1981 quando gli allora
giudici istruttori di Milano,
Gherardo Colombo e Giuliano Turone, indagando sulla
mafia scoprirono le liste della
P2 rimasero sbalorditi davanti ai nomi degli affiliati a quell'associazione segreta fuorilegge, ministri, capi dei servizi segreti, generali, ammiragli, diplomatici, segretari di
partito, direttori di giornali.
E oggi? Come può risanare
un paese gravemente malato
e liberarlo dal costoso peso
La corruzione ha radici an- della corruzione l'attuale gotiche, più in Italia che negli al- verno delle larghe intese fontri paesi dell'Europa occidentale dove non manca ma si
trova davanti a reazioni sociali che costruiscono una naturale muraglia. Il nostro padre
Dante collocò nella 5° bolgia
dell'Inferno, immersi in uno
stagno di pece bollente, i ha-
rattieri, coloro che si facevano
corrompere per denaro traendo profitti e guadagni dai
loro pubblici uffici. Nella
Commedia finiscono straziati
da diavoli neri, Cagnazzo,
Barbariccia, Draghignazzo
che fanno venire in mente gli
uomini della banda della Magliana, er Cecato, er Catena, `o
Scucciato, lo Gnappa.
Arrivando ai tempi moderni c'è soltanto da punzecchiare la memoria, tra il «mondo
di sotto» e il «mondo di sopra», quello che più conta.
L'avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore
della banca di Sindona, uomo
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II decreto fiscale
sarebbe stato un
regalo agli evasori e al
leader di Forza Italia
dato su un patto segreto con
un condannato proprio per
frode fiscale che sta scontando l'affidamento ai servizi sociali , a capo di un partito «alleato d'opposizione», come
viene detto? Un simbolo del
grottesco. O un ossimoro vivente.
Ma la positività è d'obbligo.
Guai ad aver sospetti, anche
su quel dissennato tentativo
della norma «salva Beriusconi», un blitz da governo a fumetti andato a monte, per
ora, perché nonostante tutto
l'opinione pubblica seguita a
essere vigile.
«Professionisti del retropensiero», ha tuonato Renzi
indignato contro chi ha
espresso critiche e legittimi
dubbi. (Regista dell'inghippo,
il presidente del Consiglio, o
incapace di gestire un iter legislativo? «Tertium non datur»). Avrebbe potuto anche
passar via liscio quel decreto
fiscale, un regalo agli evasori
e, due piccioni con una fava,
la cancellazione della condanna di B. E sarebbero così
diventati inutili anche gli incontri a due per la futura presidenza della Repubblica dove si teme che le parole grazia
e agibilità politica faranno da
presupposto alla trattativa su
chi collocare sul Colle. Altro
che rivoluzione copernicana.
Il test della politica più vecchia e stantia, piuttosto. Il pegno che Renzi ha dato a B. e B.
a Renzi. Resteranno fedeli.
Come aveva ragione quel
gran critico senza eredi che fu
Cesare Garboli quando, nel
suo Ricordi tristi e civili scrisse: «Ci sono perfino degli
aspetti comici nella capacità
italiana di far convivere il carnevale con la tragedia».
© R I PRO DUZIOfN RSERVA'A