DoDo tra i primi 3 marchi di gioielleria in Italia

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DoDo tra i primi 3 marchi di gioielleria in Italia
Gruppo Pomellato
DoDo tra i primi 3 marchi
di gioielleria in Italia
cessibile», spiega Andrea M o rante, amministratore delegato
del gruppo Pomellato. A Milano
è stato da poco aperto il nuovo
flagshipstore, in corso Matteotti, a pochi passa dall'imbocco di
via Monte Napoleone e a poche
centinaia di metri dal precedente negozio di corso Venezia, che
aveva un suo fascino, forse fin
troppo discreto, e che era sicuramente molto diverso dall'esplosione di colori e forme che contraddistingue la boutique firmata dall'architetto e designer Paola Navone.
mente adatta a San Valentino,
ma che ha superato le stime di
vendita. «Entro l'anno supereremo i somila pezzi venduti, un traguardo importante nel mercato
della gioielleria. All'inizio, da
parte di alcuni concessionari forse un po' troppo conservatori,
c'era stata qualche perplessità:
gli anelli, orecchini e ciondoli
ioo% Amore sono in oro rosa
con pietre a forma di cuore rosse
Giulia Crivelli
o bianche. Abbiamo usato per la
prima volta rubini e diamanti
on è ancora maggiorensintetici, che ci hanno permesso
ne, ma la sua personalidi mantenere il prezzo accessibità è ben definita, come
quella di tutti i sedicen«Se potessimo vedere i due le. In fondo posso capire alcune
ni. Forte dei successi degli ulti- negozi affiancati, noteremmo le resistenze, in questo periodo di
mi dieci anni, si appresta ad af- differenze, l'evoluzione del con- crisi economica le gioiellerie
frontare i mercati stranieri, sen- cepì, che corrisponde a una cre¬ hanno paura di non incontrare il
za trascurare quello italiano, scita del marchio - raccontaMo- favore dei clienti: per 100% Amocon rinnovata grinta e un'artico- rante -. DoDo mantiene la sua re non è stato così, anche perché
lata strategia retail. Parliamo di connotazione di gioielleria crea- la scelta di usare pietre sintetiDoDo, marchio del gruppo Po- tiva e giocosa, con unapersonalimellato (che chiuderà il 2on con tà e riconoscibilità molto forte,
ricavi in crescita a doppia cifra ma oggi è più sicuro di sé. Allo
rispetto ai 120 milioni del 2010), stesso tempo però è diventato
oggi tra i primi tre brand di gio- eterogeneo, anche grazie all'inielleria in Italia per vendite.
troduzione di gioielli che cominNato per attirare consumato- ciano ad avere una certa imporri giovani o con una capacità di tanza,pur mantenendo un eccelspesa meno alta della tradiziona- lente rapporto qualità-prezzo».
le clientela Pomellato, DoDo
Il riferimento è ad esempio alvuole mantenere un posiziona- la mini collezione "100%
mento di prezzo che «non lo fac- Amore", lanciata all'inizio
cia diventare un marchio inac- dell'anno perché particolar-
L'ad Morante:
«Ora pensiamo
a crescere
all'estero»
N
NUOVOCONCEPT
A sinistra, l'interno del nuovo
negozio DoDo di Milano. A destra,
Andrea Morante, ad del gruppo
Morellato. Qui sopra, il bracciale
in argento e oro rosa con alcuni
ciondoli in oro bianco e diamanti
che è coerente con la filosofia
DoDo di sostenibilità ambientale. Siamo, credo, l'unico caso al
mondo di marchio che fin dalla
sua nascita e senza soluzione di
continuità ha sostenuto i l
Wwf». M a nel futuro di DoDo
c'è soprattutto lo sviluppo
all'estero: i n novembre verrà
inaugurato ufficialmente il negozio di Londra, in realtà una vera
e propria casa DoDo, perché occupa un'intera palazzina e vuole
essere uno spazio di incontri ed
eventi, prima ancora di un luogo
in cui si vendono gioielli.
«All'inaugurazione presenteremo anche il progetto realizzato con la St. Martin's School: abbiamo chiesto ai ragazzi del corso di gioielleria di interpretare
DoDo. Il primo premio l'ha vinto una ragazza francese, che ha
pensato al nostro animale simbolo, il DoDo, appunto, vestito da
chef. Intorno a questa idea abbiamo costruito una serie di suggestioni che ricordano l'italianità e
la creatività del marchio». A
Londra (e Parigi, aperto con successo nel 2010) si aggiungeranno presto Düsseldorf e Madrid,
passando per corner a N e w
York, in un mail del New Jersey,
a Miami e Beverly Hills.
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