numero 9 - Giardinaggio Indoor

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numero 9 - Giardinaggio Indoor
NUMERO NOVE
MARZO/APRILE 2008
Giardinaggio Indoor
www.giardinaggioindoor.it
[email protected]
Pubblicazione e distribuzione gratuita
---------------------------RESPONSABILE DI REDAZIONE
Michel Venturelli
CAPOREDATTORE
Massone Giada
REDAZIONE
Massone Giada
Michel Venturelli
Cantabrina Glauco
Manzilli Clementina
Lodi Lidia
Roccatagliata Giustina
COLLABORATORI DI REDAZIONE
Noucetta Kehdi
William Texier
Mal Lane
Andrea Sommariva
Christian Cantelli
---------------------------CONTATTI
[email protected]
EDITORIALE
4
IL PROCESSO DI
CLONAZIONE VEGETALE:
LE TALEE
5
LE PIANTE CARNIVORE
9
PUBBLICITÀ
[email protected]
GIARDINAGGIO INDOOR È UNA PUBBLICAZIONE
BIMESTRALE A DISTRIBUZIONE GRATUITA EDITA DA:
Michel Venturelli
Casella Postale 207
6500 Bellinzona 5
Svizzera
---------------------------GIARDINAGGIO INDOOR È DISPONIBILE
PRESSO I DISTRIBUTORI UFFICIALI:
Indoorline (GE)
Italgrow (GE)
MCK Bio-Gardening (LI)
Arios Grow Shop (CA)
Greentown Biogardening Growshop (MI)
Il Giardino Idroponico (VE)
Growshop (NO)
Fronte del porto (SP)
City Jungle (UD)
IndoorHeart (PR)
I contenuti della pubblicazione sono di proprietà
dell’editore, nessuna parte della rivista può
essere utilizzata senza espresso consenso dell’editore.
Le opinioni contenute nella pubblicazione ed espresse
negli articoli dai giornalisti partecipanti alla redazione
sono da considerarsi personali e
non necessariamente condivise dall’editore.
Foto copertina: Nellie Buir
Foto pagina 3: sumnix worx
(TERZA PARTE)
GLI ORMONI NELLE
PIANTE (TERZA PARTE)
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GESTIRE I SISTEMI
IDROPONICI
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LE PIANTE GRASSE
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L'ESPERTO RISPONDE
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LA REDAZIONE SEGNALA
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GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
Al termine di un inverno finalmente freddo, e non ce ne vogliano i cultori del global warming amanti della t-shirt per tutto l’anno, si
profila all’orizzonte la tiepida primavera.
Certo, per noi che coltiviamo le nostre piantine indoor non cambia poi moltissimo, abbiamo avuto le fragole fresche a Gennaio e la
fioritura dei tulipani per Natale, ma è indubbio che l’arrivo della bella stagione porti un senso di serenità e rinnovata voglia di fare.
produzione di cloni sono dette piante
“madri”, sarà bene quindi sceglierle
accuratamente.
Su questo numero vedremo chiudersi due interessanti articoli-saga: quello sugli ormoni nelle piante, firmato da Siglinde della nota
azienda leader nel settore Hesi, e quello seguitissimo sulle piante carnivore a cura di Fabio d'Alessi dell'AIPC.
Una pianta madre dovrà essere mantenuta
allo stato vegetativo, a 16/18 ore di luce e
con una dieta a base di azoto. Potremo
predisporre un piccolo spazio adibito
appositamente ad ospitare le madri a lungo
termine, con una luce al neon, una
fluorescente bianca o un bulbo agli ioduri
metallici (metal halide: MH). Non servirà
molto spazio, in quanto le madri tenderanno
a mantenere dimensioni ridotte, ma
servirà una sufficiente quantità di luce
ed un adeguato ricambio d’aria.
Lieti dell’entusiasmo dimostrato dai lettori, inauguriamo un nuovo capitolo dedicato alle piante grasse, che speriamo susciti
altrettanto interesse.
Sempre in tema primaverile proponiamo, a cura di Christian Cantelli, un’esaustiva, dettagliata guida alla clonazione vegetale che
permetterà di ottenere tutte le talee che desiderate in pochi gesti.
Inoltre, se desiderate finalmente allestire la growroom tanto sognata, o sistemare la vostra approfittando dei primi tepori, o magari
cambiare finalmente il vostro idrosistema, affidatevi al tutorial curato da General Hydroponica Europe per la gestione delle colture
idroponiche casalinghe.
Tornano infine le segnalazioni della redazione sui prodotti più interessanti proposti dal mercato: non dimenticate che anche a questa
rubrica potete partecipare inviando una recensione o semplicemente un commento sugli articoli che più vi hanno colpito.
Per collaborare con noi, per inviare foto, per porre quesiti all’esperto scrivete a [email protected]
Una talea è il ramo di una pianta fatto
radicare e diventare una pianta a se’.
Per produrre talee dovremo innanzitutto
selezionare una o più piante da cui ricavarle:
naturalmente selezioneremo le piante più
promettenti, più robuste e dalle crescita
più vigorosa, in quanto ogni talea/clone ne
sarà l’esatta copia. Le piante destinate alla
Nel caso si ricerchino piante di un particolare sesso, per esempio femmina, dovremo
far tornare una pianta fiorita allo stato
vegetativo, tagliando tutte le infiorescenze
e buona parte delle radici e mettendola a
16/18 ore di luce bianca, oppure, disponendo di alcune giovani piante miste
maschio/femmina non ancora fiorite e
editoriale
il processo di clonazione vegetale: le talee
FOTO: KRZYSZTOF BARANSKI
Una continua produzione di fiori o frutti e
nuove pianticelle ogni settimana senza
dover acquistare nuovi semi, a volte rari o
costosi; mantenere negli anni una particolare pianta, anche se a ciclo breve.
Come fare?
La risposta è nella tecnica della clonazione
vegetale, o taleaggio.
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quindi non riconoscibili prenderemo un
clone da ognuna e dopo averlo contrassegnato, fatto radicare e fiorire, vedremo il
sesso della relativa madre e scarteremo il
sesso indesiderato; tra le rimanenti poi le
migliori diverranno le nostre produttrici di
talee. Il secondo metodo riduce di molto il
rischio di produrre fenomeni di ermafroditismo sia nella madre che nei cloni in
quanto purtroppo ogni pianta soggetta ad
un tipo di stress quale il processo di rivege-
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
ramo nello stesso punto.
Dal ramo ottenuto taglieremo le
foglie/rami dall’internodo più basso, più
superficie senza corteccia sarà esposta più
probabilità di radicare avrà la talea. Spesso
sarà opportuno “sbucciare” delicatamente il
gambo del rametto e spesso, se non sempre,
le nuove radici spunteranno proprio in
corrispondenza del taglio all’internodo.
Esistono sul mercato vari prodotti per la
Immergeremo il nostro rametto adeguatamente preparato nel gel/polvere radicante
e lo pianteremo.
Selezionata la nostra madre aspetteremo
che essa produca rami con almeno tre
internodi, i migliori rami saranno quelli
più legnosi piuttosto che erbacei, possibilmente con presenza di nuove gemme
sull’apice.
Sarà bene utilizzare forbici di precisione
ben affilare e pulite, la pulizia è molto
importante poiché i batteri eventualmente
presenti sulle mani o sugli attrezzi potrebbero compromettere la salute della talea.
Taglieremo un rametto con un taglio netto
diagonale avendo cura di lasciare almeno
un internodo sulla pianta madre cosicchè
possa poi in futuro ricostruire un altro
radicazione di talee, in polvere e gel.
In generale i prodotti in gel hanno una
maggiore probabilità di successo, in quanto
il gel si distribuirà più uniformemente e si
“attaccherà” al clone più tenacemente.
Dopo aver delicatamente infilato il gambo
della nostra talea nel suo jiffy o cubetto
metteremo la stessa a dimora nel suo
spazio di radicazione; per i cloni si può
utilizzare una varietà di sistemi per la
radicazione.
Esistono in commercio alcune validissime
vasche idroponiche ed aeroponiche che
garantiscono risultati eccezionali ma se
non si dispone di tali mezzi una serretta,
possibilmente riscaldata, è un ottimo
strumento.
Il calore stimolerà ed accelererà la
produzione di radici, ma attenzione a non
raggiungere temperature troppe elevate.
Le piantine dovranno rimanere in
un’atmosfera molto umida in quanto per i
primi giorni, finchè non siano formate
abbastanza radici, la talea prenderà l'acqua
che le necessita dalle foglie.
Un ambiente col 70-90% di umidità e
22-26° di temperatura favorirà una rapida
radicazione.
In molti casi sarà necessario tagliare i bordi
delle foglie più grandi del clone per evitare
un’eccessiva traspirazione, e sarà altresì
necessario rimuovere via via le foglie che
eventualmente presenteranno segni di
necrosi o ingiallimento.
Se tutto è stato fatto a dovere le prime
radici spunteranno entro poco tempo, da
cinque giorni ad una settimana, tuttavia
alcuni tipi di piante richiederanno tempi
maggiori: i cloni andranno mantenuti
umidi e nutriti per tutto il periodo
necessario. A tale scopo esistono anche
nutrimenti per la radicazione da somministrare sotto forma di spray fogliare.
Ogni clone una volta radicato diventerà
una pianta a sé, ogni clone prelevato dalla
stessa madre avrà esattamente le sue stesse
caratteristiche, il metabolismo e la
resistenza non solo della madre ma anche
dei suoi “fratelli”. Ogni caratteristica
peculiare della madre sarà ripetuta
all’infinito nei suoi cloni e se la madre sarà
mantenuta allo stadio vegetativo per lungo
tempo essa produrrà un numero incalcolabile di copie di se stessa.
Potremo fare vegetare i cloni per un
periodo assimilabile a quello di una pianta
cresciuta da seme e la faremo fiorire in
seguito. In tal caso per avere una maggiore
ramificazione è consigliabile rimuovere la
gemma apicale subito dopo la radicazione
o addirittura all'atto di fare il clone.
Altrimenti, per una produzione costante
il processo di clonazione vegetale: le talee
il processo di clonazione vegetale: le talee
6
tazione può esserne soggetta. Inoltre una
pianta che non è mai stata in fioritura sarà
più stabile e più difficilmente soffrirà per
la mancata fioritura.
Le piante infatti producono particolari
ormoni durante la fioritura che rimangono
nell’organismo e quindi anche nelle talee.
Per sistemare le nostre talee useremo i jiffy
di cocco o i cubetti di lana di roccia, i quali
a loro volta potranno essere messi in una
serretta o in un sistema idroponico.
I jiffy o cubetti dovranno essere stati precedentemente irrigati con una soluzione a
pH regolato contenente possibilmente un
prodotto nutritivo fito-stimolante. Per le
talee sarà opportuno tenere un basso livello
di EC, meglio se circa 0,6 mS/cm2 e
comunque sempre inferiore a 1,0 mS/cm2.
Per i jiffy di cocco manterremo il pH del
liquido tra 5,8 e 6,2 mentre per i cubetti
potremo tenere un regime leggermente più
acido, ma comunque mai inferiore a 5,5.
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GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
di fiori, faremo fare ad ogni talea un
breve ciclo di vegetativa per formare un
adeguato apparato radicale e dopodiché le
metteremo direttamente in fioritura.
Ogni clone si svilupperà omogeneamente
con gli altri e non richiederà lo stesso
spazio necessario per una pianta adulta, se
ne potrà quindi fare una coltivazione
intensiva e rapida.
Cosa c’è di meglio di poter mantenere
negli anni la nostra pianta preferita e farla
fiorire all’infinito?
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
INTRODUZIONE
ALLA COLTIVAZIONE
Dopo aver imparato a riconoscere i
principali generi di piante carnivore,
vediamo ora di imparare la coltivazione
almeno delle specie più semplici.
Per centinaia di anni, sin dai primi tentativi
di coltivazione, le piante carnivore sono
sempre state ritenute piante di difficilissima
coltivazione. Difficili da tenere, difficilissime
da riprodurre, quasi impossibili da far
nascere da seme.
Sono particolari in quanto le tecniche di
coltivazione sono piuttosto stravaganti e
differenti da quelle comunemente usate per
le altre piante. Non sono difficili in quanto
una volta apprese queste tecniche non è
insolito riuscire a coltivare con grande
successo anche le specie più rare e ostiche.
In altre parole, si tratta solo di imparare.
La stragrande maggioranza delle piante
carnivore ha bisogno di pochi, ma fondamentali, requisiti: acqua, torba e sole. Non
dimentichiamoci che spesso queste piante
crescono in terreni torbosi, paludi, acquitrini. Tutti questi ambienti hanno in
comune queste cose: sono fradici d’acqua,
sono spesso esposti al sole diretto dalla
mattina alla sera, e il terreno è composto
prevalentemente da detriti vegetale oppure
da sfagno e torba.
Una volta ricreate queste condizioni, la
coltivazione sarà solo questione di tempo
libero e passione, ma non sarà per niente
impossibile o irrealizzabile.
TERRENO
Moltissime piante carnivore, e di sicuro
tutte quelle che vengono consigliate ai
principianti, crescono benissimo su torba
di sfagno pura. A questo proposito, è
necessario riuscire a recuperare della torba
acida di sfagno assolutamente pura e priva
di fertilizzanti e addizionanti. Sono da
il processo di clonazione vegetale: le talee
piante carnivore - terza parte -
Ciò avveniva in quanto spesso gli esploratori che riportavano queste piante in
Europa non accompagnavano le piante da
informazioni sull’ambiente in cui le avevano
trovate. Le piante carnivore, così, finivano
coltivate come se fossero state delle normali
rose, morendo in brevissimo tempo.
Fortunatamente, mano a mano che si sono
accumulati più dati sugli ambienti nativi
di queste piante e che si sono cercate di
riprodurre artificialmente le condizioni
naturali più favorevoli alla loro crescita, si
è scoperto che le piante carnivore non
sono, in generale, così difficili da coltivare
come potrebbe sembrare. Sono particolari,
non difficili.
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GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
escludere le "torbe fertili", gli "humus
addizionati" i "terravita" e tutti i prodotti
di questo tipo, perché contengono azoto,
che sebbene sia un toccasana per le piante
normali, è un veleno per le carnivore.
Quindi, dobbiamo usare solo torba acida
di sfagno, che peraltro non costa quasi
nulla e si trova presso tutti i grossi gardencenter e vivai. Un metodo per scegliere una
torba acida di sfagno a colpo sicuro è
controllare, nella tabella dati della torba,
il pH. Se il pH è compreso tra 3 e 4.5 la
torba va bene. Se invece il pH è superiore
a 4.5 la torba è da scartare.
A questa alcuni aggiungono delle sostanze
per renderla meno impaccata. Si usa
spesso la perlite, o il ghiaino di quarzo. Ciò
in quanto è necessario usare sostanze
neutre che non inquinino il terreno nè
alterino il pH. Senza scendere in dettagli,
cercate in negozi di acquariofilia del
normalissimo ghiaino di quarzo, oppure
procuratevi da un vivaista della perlite.
La preparazione del terreno è piuttosto
semplice: basta strizzare e idratare la torba
finché è fradicia. Mescolarla in proporzione
1:1 con perlite o quarzo, oppure usarla
pura e sistemarla nei vasi (possibilmente di
plastica).
ACQUA
É importante che l’acqua sia
SEMPRE presente in
abbondanza.
Per
piante carnivore - terza parte 10
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
con fotoperiodo di almeno 12 ore di luce.
Proprio queste condizioni, difficili da simulare a meno che non si spenda molto, rendono
queste piante più impegnative da tenere.
Quindi, visti i requisiti fondamentali,
riassumiamo i punti assolutamente fondamentali per la coltivazione generica delle
piante carnivore:
- Usare sempre terreni acidi: torba acida di
sfagno priva di addizionanti e eventualmente alleggerita con quarzo o perlite.
- Sistemare sempre i vasi in modo che ci
siano sempre almeno un paio di centimetri
d’acqua sul fondo, per mantenere il terreno
molto umido, specialmente durante l’estate.
Usare il sistema della sottocassetta.
- Sistemare le piante in posizione molto
assolata, all’esterno, e lasciarle svernare
in condizioni fredda durante l’inverno.
- Non fertilizzare mai con alcun tipo di
fertilizzante.
- Non giocare con le trappole, divertirsi a
chiudere le trappole delle dionee o dar
da mangiare qualsiasi alimento che
contenga grassi o oli. Ciò quindi esclude
questo si usa il sistema della sottocassetta o
del sottovaso: si sistemano i vasi su sottovasi o sottocassette e si tengono le sottocassette sempre colme d’acqua, versando
l’acqua direttamente nella sottocassetta e
mai sul vaso o sulla pianta. La sottocassetta
piena d’acqua simula la situazione della
palude, dove lo strato superficiale può essere
anche secco e arso dal sole, ma dove pochi
centimetri sotto c’è sempre fango e
acqua in enorme quantità. Questo è
un requisito fondamentale, e se la
torba dovesse seccare per assenza
d’acqua le piante morirebbero
in brevissimo tempo.
CHE ACQUA USARE?
I principianti possono
usare qualsiasi acqua ottenendo risultati accettabili sia
per le drosere che per dionee e
altre piante. I più smaliziati
però sanno che più “tenera” e
“dolce” è l’acqua, meglio crescono le
piante. A questo scopo si usa spesso
acqua piovana, o acqua demineralizzata (in
vendita nei supermercati) o, i più esperti,
addirittura un impianto a osmosi inversa
per ottenere grandi quantità d’acqua
poverissima di sali, ottima per le carnivore.
POSIZIONE
Contrariamente a quanto si pensa, a parte
alcuni casi, le piante carnivore non sono
piante tropicali e non sono piante da sottobosco o delicate. Vanno, anzi, tenute in
pienissimo sole e all’esterno, durante tutto
l’anno. Durante l’inverno vanno tenute in
un posto freddo, con temperature attorno
a 2-5°C, in modo che entrino nella fase di
dormienza. La primavera successiva saranno
più vigorose e vispe che mai. Al contrario,
tenere una dionea o una sarracenia in casa,
al calduccio, rappresenta solo apparentemente un vantaggio, in quanto poi la pianta,
in primavera, crescerà lenta e stentata.
Caso a parte quello di Nepenthes e poche
altre piante che sono effettivamente tropicali
e che necessitano quindi di temperature
sempre nell'ordine dei 15-20°C. In inverno
queste piante hanno bisogno di un terrario
o di un posto comunque umido, caldo e
carne animale. Le piante si arrangeranno
da sole a catturare gli insetti.
- Una volta sistemata una pianta in una
posizione, non spostatela frequentemente,
ma lasciatele qualche mese di tempo che
si adatti alle nuovi condizioni di luce e
umidità. Muovere le piante frequentemente significa indebolirle.
- Nel caso otteniate semi, seminateli sempre
in condizioni di elevata umidità, su
torba purissima.
- Rinvasate in febbraio, con particolare
attenzione a non lacerare nè rovinare le
radici di queste piante, spesso delicate e
piuttosto sensibili.
Ricordatevi sempre l’acqua nei sottovasi.
Se avete intenzione di uscire di casa entro
pochi secondi e correre a prendere torba,
perlite, acqua e vasetti per iniziare la vostra
avventura nel mondo delle carnivore, un
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
Produce bellissimi fiori a violetta, rosa.
SARRACENIE
Piante non comunissime, ma comunque
non insolite da trovare nei vivai specializzati
e presso gli appassionati.
Non è difficile per un principiante riuscire
a tenere con successo una sarracenia.
Necessita di terreno di torba pura mista a
perlite 1:1 e grande abbondanza d’acqua
nel sottovaso. Sole pieno, come al solito.
D’inverno si raccomanda di tenere le
Sarracenie all’esterno anche se la temperatura dovesse scendere sotto zero.
ULTIME RACCOMANDAZIONI
Se siete davvero interessati alle piante
carnivore, iniziate con calma, concentratevi
su poche specie, anche se è apparentemente
brutto partire con piante facili etichettate
come “piante da principiante”.
PIANTE CARNIVORE
PER PRINCIPIANTI
piante carnivore - terza parte 12
DIONAEA MUSCIPULA
Comunissima e facile da trovare nei negozi
per 3-7 euro a vasetto. Da tenere all’esterno,
sempre, e in posizione molto assolata. Se
riceve abbastanza sole si arrossa e diventa
particolarmente vigorosa e bella da vedere.
D’inverno va tenuta in posizione riparata,
ma comunque con temperature mai superiori a 5°C, altrimenti non entrerà in riposo
invernale e deperirà. Di semplice coltivazione, con le solite precauzioni: usare solo
torba pura, acqua in abbondanza e molto
sole diretto. Fa fiori bianchi che si raccomanda sempre di tagliare per non indebolire la pianta.
DROSERA CAPENSIS
Un’altra pianta molto facile da tenere,
comunissima tra i principianti, insieme ad
altre drosere facili quali ad esempio
Drosera spatulata, Drosera binata, Drosera
intermedia, Drosera rotundifolia e altre. Le
condizioni di coltivazione sono semplici e
sempre quelle: torba purissima, abbondante
acqua nel sottovaso e posizione in pieno
sole. D’inverno possono essere tenute in
casa ma è meglio, comunque, fornir loro
un inverno freddo e riparato, con temperature intorno ai 5-15°C. Producono gruppi
di fiori viola o bianchi, piccoli, che formano abbondanti semi.
PINGUICULA MORANENSIS
Pianta comune e semplice da coltivare, così
come i molti tipi di ibridi presenti sul
mercato (Pinguicula ‘Hans’ e Pinguicula
‘Weser’ ad esempio). Da tenere non in pienissimo sole tutto il giorno, ma in posizione un po’ riparata, tipo su un davanzale
esposto ad Est o Ovest. Terreno di torba
pura o mista a perlite. Non abbondare con
l’acqua nel sottovaso, ma assicurarsi che
comunque la torba sia sempre ben umida.
Se non sapete dove trovare qualche pianta
con cui iniziare, non c’è problema: sempre
su aipcnet.it esiste una risorsa particolarmente utile, l’indice piante carnivore
specie per specie, ove sono presenti anche
gli indirizzi e-mail di coltivatori disposti a
spedire gratuitamente semi e materiale a
chi è alle prime armi.
Se preferite l’approccio su internet, allora
potete partire dalla lista dei siti consigliati
da AIPCnet è una lista ridotta, ma è
comunque un punto di partenza. Sempre
parlando di internet, una mossa azzeccata è
senz’altro iscrivervi alla lista discussione italiana sulle carnivore, dove troverete decine
di appassionati che saranno più che felici di
regalarvi semi e piante con cui iniziare.
Ma specialmente, iscrivetevi all’A.I.P.C.,
l’Associazione Italiana Piante Carnivore.
In ogni caso, buona coltivazione.
piante carnivore - terza parte -
consiglio è quello di leggere sul sito la
sezione sui materiali, che contiene dettagli,
nomi di prodotti e prezzi di tutto ciò che vi
serve, insieme ad alcuni parametri a cui
stare attenti per non prendere prodotti non
adatti alle carnivore.
Avanzate per gradi. Dionea, Drosera
capensis e binata, poi passate alle
pinguicole o a qualche drosera a rosetta
(D. spatulata o D. aliciae). Se vi crescono
tutte bene per mesi, una stagione o due,
allora lanciatevi su specie più impegnative
e spettacolari come qualche specie di
Sarracenia e Nepenthes.
13
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
A seguire l’ultima parte della panoramica
sugli ormoni vegetali e le loro funzioni.
ACIDO GIASMONICO
Si tratta di un elemento presente ovunque
all'interno della pianta, che influisce sullo
sviluppo e la crescita ma soprattutto sulle
difese naturali dai funghi.
Questo elemento è quello che influenza
la gestione dei segnali degli ormoni
da parte della pianta, in un complesso
disegno in cui tutto si combina e agisce in
armonia.
Avendo un ruolo così essenziale nell’interazione con gli ormoni, che a loro volta
influenzano tutte le funzioni primarie
del vegetale, il Calcio è un elemento
indispensabile nella vita della pianta.
Si tratta infatti di glucidi formati da 2-8
monosaccaridi, prodotti da elementi
derivanti dalla decomposizione delle pareti
cellulari (composte da polisaccaridi
come cellulosa e pectina) e combinati fra
loro.
Gli Oligo-Saccaridi hanno per la pianta la
stessa importanza che nell’uomo ha
l’insulina.
L’aumento della quantità dell’auxina,
le infezioni da funghi e i danni alle pareti
cellulari stimolano l’attività degli
Oligo-Saccaridi, che con la loro funzione
antibiotica proteggono la pianta.
Gli Oligo-Saccaridi non sono specifici, ma
funzionano anche in piante diverse da
quelle che l’hanno prodotta.
CALCIO
Il Calcio ha una funzione di primo piano
nella regolazione del lavoro degli ormoni:
influenza la crescita e la divisione cellulare,
e aumenta in concomitanza con
l’incremento dell’auxina.
Si tratta probabilmente di una combinazione di elementi diversi tra loro, che è
possibile trasferire da una pianta all’altra
tramite un innesto.
FLORIGEN
Utilizzando infatti il Florigen di una
determinata specie di pianta su un’altra
si può invertire ad esempio la tendenza di
una varietà a fiorire quando le notti sono
più brevi del giorno.
Questo è il famoso ormone fantasma che
nessuno sembra conoscere.
Cercato per anni dagli scienziati di tutto il
Questo rende veramente possibile
manipolare in maniera estrema la crescita
delle piante agendo sulla luce.
OLIGO-SACCARIDI
Un gruppo di sostanze scoperte solo dieci
anni fa nel Centro ricerche sui Carboidrati
Complessi della Georgia, il cui nome
significa pochi zuccheri.
mondo: la sua presenza è infatti
dimostrata da test ed esperimenti, ma
ancora non è stato isolato.
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
Leader nel settore dell’idroponia e pioniera
della coltivazione fuori suolo, General
Hydroponics Europe produce fertilizzanti
specifici e sistemi idroponici fra i più
popolari e diffusi nel mondo.
Ecco dunque una praticissima guida al loro
utilizzo, alla manutenzione e alla sistemazione ideale, a partire dal momento stesso in
cui spacchettate il vostro nuovo acquisto.
DISIMBALLAGGIO
E SISTEMAZIONE
Verificate la lista dei componenti e familiarizzate con ognuno di loro. Una luminosità
abbondante, una buona aerazione, una
temperatura e un’umidità adeguate costituiscono le condizioni essenziali perché le
vostre piante crescano velocemente e
producano i raccolti migliori. Posizionate
dunque il sistema in un luogo luminoso,
caldo e ben ventilato. Dovunque lo sistemiate, scegliete uno spazio che non teme le
inevitabili fuoriuscite di acqua che possono
verificarsi durante la manutenzione.
LA SOLUZIONE NUTRITIVA
gestire i sistemi idroponici
18
Potete versare la soluzione direttamente nel
serbatoio o in altro contenitore. Potete inoltre preparare diversi litri di una soluzione di
riserva (in un recipiente al riparo della luce)
e innaffi are le piante secondo il bisogno.
Per le talee e le piccole unità, si può miscelare 30% di acqua del rubinetto con 70% di
acqua demineralizzata o piovana.
I due sistemi di concimazione, Flora-series
e One Part, sono adattati ai nostri sistemi.
Si tratta di formule complete, facili da
usare e aggiornate regolarmente.
Le etichette sulla confezione ed i vostri
rivenditori riportano delle tabelle di applicazione dettagliate. Per aiutarvi a massimizzare i risultati, sono disponibili altri
prodotti: integratori, additivi, stimolatori e
regolatori di pH.
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
Flora-series, ad esempio, sistema di concimazione con 3 componenti, è stato specificamente studiato per permettervi di controllare perfettamente la crescita delle
vostre piante, a ogni stadio dello sviluppo.
Vediamo nel dettaglio come funziona un
nutriente tricomponente e come servircene.
La formula seguente viene fornita in modo
proporzionale. Si applica alle piante
annuali a crescita rapida.
È semplice e dà risultati eccellenti, ecco il
rapporto perfetto per un nutrimento bilanciato: FloraGro FloraMicro FloraBloom,
talee 1-1-1, stadio vegetativo 3-2-1,
fioritura e fruttificazione 1-2-3. Livello di
EC per le miscele idroponiche: talee: 0.40.8 EC. Stadio vegetativo: 1.2-1.8 EC.
Fioritura e fruttificazione: 1.8-2.0 EC.
Nei dieci giorni che precedono la raccolta,
aggiungete solo dell’acqua con pH regolato
o usate un prodotto di fine fioritura che
aiuti nel “risciacquo” dei nutrienti residui,
come il Ripen. Se il pH dell’acqua che
utilizzate è superiore a 8.0 abbassatelo per
portarlo verso il 7.0 prima di aggiungere i
vostri concimi, per assicurare un totale
assorbimento degli oligoelementi contenuti.
Un semplice metodo di misurazione: usate
il tappo delle bottiglie da 0,5 litri o 1 litro
(10 ml). Per 20 litri d’acqua: 1 tappo di
FGro + 2 tappi di FMicro + 3 tappi di
FBloom = da +/- 1.00 a 1.50 EC, secondo
la qualità dell’acqua. É importante ricordare
di agitare prima dell’uso, trattandosi di
concimi sono molto concentrati: ne basta
una quantità molto moderata per una
raccolta. Per evitare la precipitazione
chimica quando si preparano le miscele,
sciacquare l’unità di misura tra un componente e l’altro. Queste proporzioni sono
calcolate per una comune acqua di rubinetto.
LA SOLUZIONE NUTRIENTE
BIOPONICA
La biponia è un sistema di coltura rivoluzionario che vi permette di effettuare
un’idroponia biologica. Utilizzate BioSevia
e BM (Bioponic Mix) da soli per la coltivazione di un substrato umido come la lana di
roccia, la fibra di cocco oppure la perlite.
Aggiungete un Biofiltre quando coltivate
con radici nude o con un substrato estremamente filtrante, come le biglie d’argilla.
Un dettagliato manuale d’uso è fornito
assieme alle istruzioni del prodotto
BioSevia, ed inoltre un servizio gratuito di
consulenza è disponibile per tutte le vostre
eventuali domande.
LE BIGLIE D’ARGILLA
Esistono diverse qualità di Grorox. Le
migliori sono quelle neutre (che non
agiscono sul pH della soluzione).
Prima della raccolta :
- Lavate accuratamente le biglie per
eliminare polveri e residui.
- Verificate il pH: immergere alcune biglie
in un bicchiere di acqua neutralizzata a
pH 7,0. Mescolate bene e lasciate riposare.
Misurate il pH.
Se è elevato (pH>8.0 ), lasciate immerse
per una notte in una soluzione acida
(pH<4.0). Sciacquate abbondantemente.
Dopo la raccolta: se necessario, specialmente se le piante sono state colpite da
insetti o da malattie, si raccomanda di
disinfettare correttamente. Lasciate le
biglie immerse nel pH Down forte per una
notte e sciacquate abbondantemente.
VASI IN COCCO
E LATTICE NATURALI
(100% BIODEGRADABILI)
Potete utilizzarli con il substrato di vostra
scelta (biglie d’argilla, roccia vulcanica,
perlite, vermiculite, fibra di cocco, ecc.) o
con una miscela di substrati. Potete anche
rimuovere qualsiasi substrato e rivestire il
vaso con un semplice disco in cocco.
Dopo la raccolta, ritirate i vasi, eliminate
tutte le radici possibili, sciacquate bene,
fate asciugare e scuotete per eliminare i
residui rimanenti. La gamma CocoTek si
utilizza con sistemi areo-idroponici,
sistemi a goccia e colture in terra. I vasi si
possono usare per fare germogliare dei semi
e fare crescere delle piante giovani. Si possono installare direttamente nei sistemi o in
terra, senza altre operazioni né sofferenza
per la pianta. Diversamente dalla lana di
roccia, l’argilla Grorox e i vasetti CocoTek
non sono dannosi per l’ambiente e la salute.
Si possono usare più volte di seguito, sono
riciclabili al 100% e si possono interrare per
alleggerire o nutrire il terreno.
FUNZIONAMENTO
DEI SISTEMI
- Come riempire e vuotare i sistemi?
Per i sistemi AquaFarms, Water-Farms e
AeroFarms è sufficiente riempire il serbatoio
e azionare la pompa. Saranno quindi svuotate in un contenitore o direttamente in
giardino, per mezzo del tubo di livello blu.
Per i sistemi Dutch Pots «Idro» e «Aero»,
riempite dapprima il serbatoio e, quando è
colmo, usate la pompa per riempire il resto
del sistema. Una volta completata l’operazione, finite di riempire il serbatoio. Per
vuotare, cominciate dal serbatoio per
proseguire con i vasi rimanenti, svuotando
il sistema completamente. Gli AeroFlos
garantiscono alle vostre piante un livello di
acqua sufficiente, a dispetto del serbatoio
piuttosto piccolo ma leggero. È quindi
importante prendere alcune precauzioni
per riempirlo e vuotarlo: colmate inizialmente il serbatoio, quindi azionate la
pompa per riempire le camere.
Quando le camere sono colme, continuate a
riempire il serbatoio fino a 2/3 e non oltre:
in caso di un’interruzione di corrente o di
utilizzo di un interruttore, è necessario che
il serbatoio possa raccogliere il surplus di
acqua senza versamenti.
Per vuotare: vuotate prima il serbatoio.
Quindi, dopo aver ritirato i tubi di livello,
vuotate una dopo l’altra le camere nel
serbatoio continuando a vuotare delicatamente quest’ultimo.
- Livello e cambiamento di soluzione e
cicli di annaffiatura: evitate l’impiego di
soluzioni nutritive troppo forti o aggressive
e preferite un nutrimento da piuttosto
leggero a normale. Verificate la trasformazione della soluzione nutritiva controllando
regolarmente i livelli di acqua, di EC e di
pH. Aggiungete dell’acqua e dei concimi e
regolate il pH secondo il bisogno.
Le piante possono:
1. assorbire i nutrimenti e l’acqua in modo
equilibrato: completate con una soluzione
nutritiva normale;
2. assorbire più acqua che nutrimenti:
aggiungete dell’acqua con pH regolato o
una soluzione nutritiva molto leggera;
3. assorbire più nutrimenti che acqua:
aggiungete concimi.
Attenzione:
Fino a quando siete soddisfatti dello sviluppo delle vostre piante, non è necessario
cambiare frequentemente la soluzione:
sarebbe uno spreco inutile. Mediamente
ogni due settimane, secondo la qualità dell’acqua e/o della salute delle piante, lasciate
che il livello di soluzione raggiunga il limite
minimo (prima che la pompa cominci a
incamerare aria), quindi riempite di acqua
fresca, aggiungete i concimi e
regolate il pH.
Solo se la qualità dell’acqua è cattiva o
inquinata (come talvolta accade per l’acqua
nelle città), e/o se le piante crescono male,
è necessario rinnovare la soluzione (ogni
10 giorni). Non gettatela. Potete utilizzarla
(aggiungendo dell’acqua pulita con pH
regolato) per innaffiare le piante in terra
che diventeranno più belle.
Quale che sia il vostro sistema di coltura,
assicuratevi che le radici siano sempre ben
bagnate. Non lasciatele mai seccare.
Se lavorate con un AeroFlo, aspettate che
siano abbastanza sviluppate per immergerle
nella soluzione, quindi abbassate i tubi di
livello per esporre la porzione superiore
delle radici all’aria.
Se utilizzate un substrato diverso dalle
biglie di argilla, regolate il ciclo di annaffiatura: alcuni substrati, come la fibra di
cocco o la lana di roccia, trattengono troppa
umidità, il che può provocare numerose
malattie. Devono essere quindi irrigati a
intermittenza. Non esitate a contattarci
per maggiori informazioni.
Come norma generale, mantenete i serbatoi
relativamente pieni: la soluzione sarà più
stabile. E non lasciate mai girare a vuoto la
pompa (fuori dall’acqua): si danneggerebbe
gravemente. Coprite i punti rimasti vuoti
con vasi, per proteggere la soluzione nutri-
gestire i sistemi idroponici
20
tiva dalla luce e dai residui.
- Il Controller (regolatore) o riserva centrale:
Funge da riserva centrale per 4/8 vasi a
ricircolo allineati o disposti in cerchio.
Sono dotati di una valvola che mantiene i
livelli via via che calano. É sufficiente
riempire il Controller di soluzione
nutritiva, come per gli altri sistemi.
PULIZIA DEL SISTEMA
Per evitare malattie e otturazioni, e per
ottenere il migliore rendimento tecnico, è
sempre necessario mantenere pulito lo
spazio di coltura. Tra una raccolta e l’altra
bisogna effettuare una pulizia accurata
prima dell’inizio di un nuovo ciclo.
Fermate la pompa. Vuotate il sistema, smontatelo e lavate ogni componente correttamente. Raccogliete le biglie, mettetele in un
secchio e pulitele prima di riutilizzarle.
Smontate la pompa, risciacquatela e lavate
l’eventuale filtro. Se è necessario, in caso di
malattia o di infestazione, riempite il sistema
con una soluzione molto acida (pH <4.0) e
lasciate in funzione per un’ora per disinfettare. Quindi risciacquate accuratamente.
Potete anche utilizzare della candeggina,
risciacquate e lasciate riposare per 24 ore per
lasciar evaporare completamente il cloro. Se
utilizzate un AeroFlo: se necessario, i tappi
sul fondo delle camere di coltura si possono
togliere facilmente. Essi sono fissati con del
silicone per idraulica. Si possono bloccare
nuovamente usando lo stesso materiale (in
vendita nei negozi di prodotti per la casa).
COME PRODURRE LE TALEE ?
GHE vi propone due sistemi per la
produzione di talee: CuttingBoards e
RainForests. I CuttingBoards sono piccole
unità dedicate ai principianti. RainForest è
una macchina molto potente, che permette
quasi sempre una riuscita al 100%.
Utilizzate sempre delle talee di buona
qualità. Fate attenzione a non scegliere
delle piante malate o indebolite. Le piante
con fusto tenero sono le più facili da riprodurre per talea. Quelle con fusto legnoso
impiegano più tempo. Assicuratevi che le
piante si trovino in un ambiente adatto,
perché piante diverse hanno necessità
diverse.
Se sistemate più talee per vaso, abbiate
cura di trapiantarle prima che le radici si
aggroviglino.
Per produrre le talee:
1.Tagliate ogni talea “a becco di clarino”, a
+/- 2 cm sotto un nodo. Raschiate delicatamente la base dello stelo per facilitare la
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
liberazione della radice. Lasciate da 2 a 3 giovani foglie per pianta e levate tutte le altre.
2.Sistemate le talee nei vasi e rivestite con
Grorox o con un coperchio in cocco, a
vostra scelta.
Disponete.
3.Posizionate i sistemi in un ambiente
caldo. La temperatura di taleaggio è generalmente di 24°C -25°C, con un tasso di
umidità dell’80% - 95%.
4.Esponete le piante alla luce, sia a quella
indiretta del sole che a quella solare simulata da lampade speciali. Le lampade fluorescenti sono le migliori. Se utilizzate delle
lampade a ioduri metallici o al sodio ad
alta pressione, fate attenzione a non accostarle troppo alle piante per non bruciarle.
5.Una volta che le radici sono spuntate - e
prima che si aggroviglino tra di loro - trapiantate le talee in un altro sistema idroponico o in un substrato di vostra scelta.
Le talee prodotte con i nostri sistemi sono
molto robuste e si sviluppano molto bene
nel nuovo ambiente.
COME TRAPIANTARE?
Per essere trapiantate, specialmente in un
sistema idroponico con nuove e diverse condizioni di vita, le piante devono essere
resistenti.
Fino a quando è possibile, mettete a dimora
delle piante giovani (2 coppie di foglie
minimo): si riprenderanno rapidamente,
diversamente dalle piante più vecchie che
non gradirebbero il cambiamento.
1.Riempite il serbatoio di una soluzione
nutritiva fresca e azionate la pompa per
ottenere una soluzione ben ossigenata
quando sistemerete le nuove piantine.
2.Se i germogli sono cresciuti in terra o in
un substrato diverso, prima di trapiantarli
è necessario pulire delicatamente le radici e
risciacquarle in acqua pulita il più dolcemente possibile. Per evitare queste operazioni, potete inoltre riprodurre le piante
per talea in un RainForest o CuttingBoard
e trasferire i vasi da un sistema all’altro,
semplicemente.
Qualunque metodo scegliate, quando
travasate fate molta attenzione a non
rovinare il sistema radicolare, comprese le
piccole radici laterali.
3. Dopo aver pulito le radici:
- Se lavorate con un sistema di tipo «Aero»:
tenete sospese le radici al centro del vaso e
riempite con biglie d’argilla per assicurare
il supporto dello stelo.
- Se lavorate con un sistema di tipo «Idro»:
fate un buco al centro del substrato, posizionate la pianta e ricoprite come fareste
con la terra.
Note importanti :
- In estate, se usate delle lampade in spazi
ridotti, e per evitare delle temperature
estreme, azionate il sistema durante la
notte per approfittare dell’aria più fresca.
Scegliete i giorni più caldi per arrestare lo
sviluppo del giardino, pulite e attendete
giornate più propizie.
- Lo spazio di coltura deve essere ben areato.
Una ventilazione continua elimina l’eccesso
di umidità e apporta del CO2 alle piante.
- Se le piante non crescono bene e non
siete sicuri della qualità dell’acqua:
richiedete un’analisi dell’acqua all’autorità
locale competente.
Raccogliete dell’acqua piovana o provate
dell’acqua demineralizzata o purificata.
Utilizzate un sistema a osmosi inversa.
Sono un po’ costosi ma molto efficaci.
gestire i sistemi idroponici
Nota importante :
1.In un CuttingBoard: nella fase di crescita
delle radici, e fino a quando queste non
sono sufficientemente sviluppate per essere
immerse nella soluzione, mantenere molto
alto il livello del liquido nel serbatoio.
2.Il motore di RainForest è dotato di
termocoppia che stacca la corrente in caso
di surriscaldamento. Si rimette in funzione
dopo un adeguato tempo di raffreddamento.
Se il problema persiste, non manomettere
il motore ma restituirlo.
23
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
Sono dette GRASSE, o più correttamente
succulente, quelle piante che hanno sviluppato tessuti contenenti liquidi, che immagazzinano: nelle foglie, nel fusto, nelle
radici, allo scopo di sopravvivere a lunghi
periodi di siccità.
– Se la soluzione circola male:
Assicuratevi che la pompa sia in funzione e che vi sia una quantità di soluzione
sufficiente nel serbatoio.
Controllate il circuito di distribuzione.
Lavate e risciacquate bene. Pulite e sturate
bene tubi e iniettori. Un eccesso di ostruzione può significare che l’acqua è troppo
dura o che la soluzione è troppo forte.
- Adottate una politica di prevenzione
programmata: è la più efficace. Iniziate
sempre la produzione con delle piante
sane e vigorose e delle sementi di qualità.
Per cui “succulente” (non nel senso di
gustose), è il nome più corretto dal
momento che il rigonfiamento è costituito
da succo senza alcuna presenza di grassi.
Tuttavia da tempo in alcuni paesi, fra i
quali l’Italia, è invalso il termine piante
grasse per cui non sarà facile cambiarlo.
Per ottenere i risultati migliori:
Utilizzate la formula di concimazione più
adatta alla vostra acqua (dolce o dura). Per
questo, effettuate un’analisi dell’acqua
presso l’autorità locale competente. Pulite
perfettamente il sistema a ogni raccolta.
Mantenete sempre la temperatura dell’acqua al di sotto dei 24°C (l’ideale è 18°C20°C) e un tasso di umidità del 60% - 65%.
Spesso si usa fare la distinzione fra cactacee
e succulente non cactacee, per indicare da
un lato quelle piante appartenenti alla
famiglia delle cactaceae e dall’altro tutte le
altre famiglie.
Di quando in quando, controllate le
radici: la coltura idroponica vi offre la
rara opportunità di accedere all’apparato
radicario e di poter quindi intervenire in
tempo, ben prima che la malattia si
insedi, specialmente quando lavorate su
«radici nude», nelle versioni «Aero».
Ma non fatelo troppo spesso per non
disturbare le piante e procedete il più
delicatamente possibile per non rovinare
le radici durante gli interventi.
gestire i sistemi idroponici
24
Utilizzate del BioProtect, Mineral Magic
o un BioFiltre con BioMagix per proteggere le piante e rinforzare le radici.
Le piante, come tutti gli organismi
viventi, possono essere attaccate da
numerose malattie. Per mantenerle sane
bisogna somministrare loro un nutrimento completo e ben equilibrato, mantenere delle buone condizioni di pulizia,
nonché dei fattori climatici corretti e
adatti alla pianta coltivata.
Assicurate alle vostre piante una buona
illuminazione e un’ottima ventilazione.
Non dimenticate di adattare lo spazio ai
loro bisogni, perché piante diverse necessitano di ambienti climatici differenti.
Per domande riguardanti la qualità
dell’acqua o lo sviluppo delle piante, non
esitate a contattarci. Garantiamo una
risposta e dei consigli tecnici gratuiti a
tutti i nostri clienti.
Buone colture.
General Hydroponics Europe
www.eurohydro.com
Presentano succulenza fogliare, salvo
qualche eccezione, le succulente non
cactaceae come Lithops, Conophytum,
Aloe, Agave, Echeveria, Crassula,
Kalanchoe, ecc.
Esse, pur nelle numerose forme, sono
tipiche di territori ad aridità non troppo
prolungata, in grado di sopravvivere nei
periodi secchi fino ad avvizzire od anche
far cadere le foglie quale ultima difesa.
Le specie a fusto succulento sono quelle cui
appartengono la maggior parte delle
cactacee aventi per lo più foglie trasformate
in spine al fine di ridurre la traspirazione.
I fusti sono globosi, colonnari e di colore
verde a causa della clorofilla.
La succulenza radicale è propria di alcuni
cacti a radice fittonante, ma soprattutto
di Bowiea, Ceropegia, Pachypodium,
Adenium, Fockea, Ibervillea, Cucurbi-
taceae, ecc., e in generale di quel vasto
gruppo definito caudiciforme avente un
rigonfiamento basale (caudex) dove spesso
alla succulenza del rizoma unisce quella
della base del fusto. Il caudex non è quasi
mai verde, per cui non avviene fotosintesi,
può trovarsi sia sotto che sopra al terreno.
Alcune specie, tipiche delle regioni desertiche, hanno sviluppato radici tuberose,
fibrose, in grado di espandersi molto in
larghezza poco al di sotto della superficie,
per godere della rugiada notturna. Spesso
la parte aerea muore mentre le radici sono
in grado di sopravvivere e ricostituire la
pianta quando le condizioni saranno più
propizie.
I CACTUS appartengono ad una famiglia
di piante xerofite, comprendente circa 100
generi e due migliaia di specie, per lo più a
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
fusto succulento (caulinari), di forma globosa, colonnare, cespitosa, a pala, pendente,
prostrata, fogliacea, articolata, a coste, a
tubercoli, a superficie spinosa o glabra, a
sezione stellata, circolare, ovale. Riguardo
le dimensioni si va da quelle aventi un’altezza e un diametro di qualche centimetro
fino a quelle con un diametro di un metro
ed un'altezza di qualche decina di metri.
Spesso chiamiamo cactus anche piante che
cactus non lo sono, come succede con certe
Euphorbie colonnari e ramose. In questi
casi basterebbe pungere la pianta con uno
spillo per vedere uscire un lattice bianco
rivelatore di una pianta appartenente, per
lo più, alla famiglia delle Euphorbiaceae e
non delle Cactaceae.
Queste piante, tipiche per lo più di regioni
aride e a bassa umidità atmosferica, vivono
in un ambiente che non è uguale per tutte.
Infatti possiamo trovarle in zone subdesertiche e pseudodesertiche, in regioni temperate ma anche in quelle innevate, a livello
del mare come a oltre 3000 metri di altitudine, e persino, in zone umide tropicali.
Tutto ciò le ha condotte a mettere in atto
tutta una serie di adattamenti morfologici
con riferimento alla forma, e fisiologici con
riguardo al funzionamento dei tessuti.
Osserviamo così piante che hanno ridotto la
dimensione delle foglie (che spesso cadono
durante il riposo) o le hanno trasformate in
spine; hanno assunto una forma ovale o
cilindrica, spesso con costolature per ridurre
l’incidenza dei raggi solari; hanno la superficie esterna coperta di uno strato impermeabile, o hanno il corpo ricoperto di
setole biancastre; sviluppano radici estese,
oppure producono un lungo fittone
centrale; riducono il numero degli stomi;
attuano la respirazione notturna e rendono
minimo il metabolismo durante il riposo.
Lo scopo di tutto ciò è quello di ridurre la
traspirazione, che comporta perdita di
liquidi, e cercare di assumere acqua sia
dall’aria che dal suolo.
Per difendersi dagli animali le succulente si
mimetizzano nell'ambiente, crescono in
luoghi inaccessibili o sviluppano tessuti
velenosi. I fiori rivestono una grande
importanza per la conservazione delle
specie: alcuni si aprono di notte per richia-
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
Anche i semi svolgono un ruolo importante:
alcuni sono forniti di ali o sono molto
minuti per poter essere facilmente dispersi
dal vento, altri attuano una dormienza così
da non germinare fino a quando non si
verificano condizioni climatiche favorevoli,
al pari di alcuni frutti che non permettono
la fuoriuscita del
seme se non sono
bagnati,
oppure
scagliano lontano i
semi per mezzo di
un meccanismo ad
elastico.
Alcune
piante fanno in
modo che gli articoli o parti dello stelo
si attacchino al vello
di alcuni animali,
che in tal modo provvederanno al trasporto ed alla diffusione in altre zone.
le piante grasse
28
L’elemento che accomuna la famiglia
delle CACTACEAE
è costituito dall’areola, una specie
di cuscinetto feltroso dal quale emergono spine, aculei,
setole, peli, in grado
di sostituire i nodi
che hanno le altre
piante.
I cactus a costole hanno le areole lungo gli
spigoli delle coste stesse, quelli forniti di
foglie le mostrano all’ascella di esse, quelli
muniti di tubercoli hanno le areole sulla
sommità degli stessi.
Dalle areole traggono origine anche rami e
fiori, i quali possono situarsi sia verso
l’apice che lontano da esso.
Alcuni generi, raggiunta la maturità,
emettono un cefalio (agglomerato di setole
e lanugine) chi sull’apice e chi lungo il
fusto. Ciò può costituire, per alcuni generi,
la fine della crescita della pianta o del ramo
recante il cefalio.
Le spine, originate da foglie modificate,
hanno lo scopo di ridurre la traspirazione
(al pari dello strato ceroso che ricopre
l’epidermide del fusto), riflettere la luce e
convogliare sull’areola l’acqua di condensa.
Assumono una enorme varietà di forme,
spessori, lunghezza, consistenza, tessitura,
numero, colore, sezione, disposizione.
Le spine presentano, inoltre, una
struttura superficiale ancorata alle areole e
non intimamente connessa al tessuto
sottostante, per cui se asportate la pianta
non subisce alcun danno.
Le foglie delle CACTACEAE sono persistenti solo nella sottofamiglia delle
Pereskioideae, una forma di transizione
non ancora una vera succulenta.
Nelle Opuntioideae le foglie possono essere molto piccole e cadere assai presto, o
presentarsi grandi e persistenti.
Tipici sono anche i glochidi delle Opunzie:
piccolissime spine in grado di staccarsi con
facilità dalla pianta per aderire, in modo
assai fastidioso, alla parte che ha avuto la
disavventura di toccarle. Le radici possono
essere lunghe e superficiali, ovvero più
brevi ma a fittone.
I fiori, per lo più a simmetria raggiata
(divisione in parti uguali su piani diversi)
ed in alcuni casi a simmetria bilaterale,
possono essere solitari o a corona, grandi
(anche 10 cm) o piccoli (solo qualche
mm.), ma senza una netta differenziazione
fra il calice e le corolla.
Durano per la maggior parte solo poche
ore anche se non mancano eccezioni.
--NON
DI
RIESCO A CAPIRE BENE IL CONCETTO
CONDUTTIVITÀ
O
CONDUCIBILITÀ,
PERCHÉ A VOLTE SI PARLA DI
Alcune specie aprono i propri fiori di sera
e li chiudono all’alba, o viceversa, altre li
chiudono temporaneamente nelle ore più
calde o in mancanza di sole, altre ancora
hanno una fioritura
che dura diversi
giorni ovvero sono
in grado di rifiorire
in tempi successivi.
La fioritura delle
cactacee avviene per
molte specie in primavera, ma notevoli
sono i casi di fioritura
estiva, autunnale e
persino invernale.
I fiori traggono origine da una gemma
vegetativa modificata e pur essendo
ermafroditi (presenza di stami e pistillo), raramente risultano
autofertili
(autoincompatibilità). Non mancano
casi di piante dioiche, cioè presenza
dei due sessi in
piante diverse (piante maschio e piante
femmina).
DI
EC
La misura può essere eseguita con un
praticissimo, economico misuratore di EC
detto conduttivimetro.
di stabilire se stiamo nutrendo correttamente le piante o se è in corso qualche
problematica.
Il valore che troviamo con questo strumento
ci informa sulla salinità della soluzione;
aggiungendo fertilizzanti all’acqua, noi
aumentiamo la quantità degli ioni con
carica elettrica.
I valori di EC sono spesso convertiti in
TDS (Solidi Totali Disciolti) per convenzione. In questo modo è possibile
esprimersi in termini di mg/lt o in ppm
(parti per milione), misure spesso più
intellegibili e semplici da gestire.
I TDS sono inoltre solitamente utilizzati
per indicare il valore di solidi presenti
nell’acqua prima dell’immissione di
nutrienti.
Partendo dall’EC si può calcolare il
contenuto in elementi (sali), espressi come
concentrazione ionica, considerando che
1 mS/cm equivale a circa 0,01 milliequivalenti per litro (meq/l).
Si tratta comunque di un calcolo approssimativo, in quanto i diversi elementi o
molecole hanno diversi pesi atomici o
molecolari e pertanto i fattori di moltiplicazione non possono essere noti se non a
seguito di una analisi completa della
soluzione.
E ALTRE
TDS O PPM?
La conducibilità elettrica (EC) della
soluzione nutriente si esprime in Siemens
(S). Un Siemens è la conduttanza di un
conduttore avente resistenza elettrica di 1
Omega. La conduttività, o conducibilità
elettrica, è espressa in Siemens al metro
(S/m). La conduttanza è l’inverso della
resistenza, che si misura in ohm.
1 decisiemens per metro (dS/m), = millisiemens per centimetro (mS/cm) = 1.000
microsiemens per centimetro (µS/cm).
Tra le differenti unità di misura esistono le
seguenti correlazioni:
dS/m = mS/cm
mS/cm = 1.000 uS/cm
La conducibilità elettrica è la misura di
tutti gli ioni che conducono elettricità
nella soluzione nutritiva: maggiore sarà la
quantità di ioni presenti, maggiore sarà
l’elettricità condotta da quella soluzione
nutriente. Questo spiega l’aumento del
valore dell'EC.
La conducibilità è la cartina di tornasole
della presenza di fertilizzanti nella soluzione:
se i valori sono troppo alti va diminuita la
dose di nutrienti, viceversa valori anormalmente bassi significano carenza. Per quanto
ad alcuni risulti
ostico l’EC è
dunque un valore
importantissimo
da monitorare
nella coltivazione
idroponica,
permettendoci
Il rapporto fra conducibilità elettrica (EC)
e concentrazione di sale (C) è approssimativamente: 1 mS/cm di EC = C 600-650
mg o ppm di sale.
Il frutto, derivante dalla trasformazione del
ricettacolo e del pericarpello, è quasi sempre
costituito da una bacca, secca o carnosa,
spesso indeiscente (che non si apre a maturazione), recante semi in discreta quantità
e di varia grandezza.
Le cactaceae sono tipiche del continente
americano e si estendono dal Canada alla
Patagonia, ma sono soprattutto diffuse nelle
steppe, nelle praterie e nei semideserti
anche se si estendono fino alla catena delle
Ande ben oltre i 4000 metri, e un limitato
numero di specie a carattere epifita, persino
in ambienti caldo-umidi tipici della foresta
tropicale e subtropicale.
l’esperto risponde
mare gli uccelli notturni impollinatori,
altri attirano gli insetti con l’odore, il
colore, il nettare. Altre specie si aprono in
epoche diverse onde evitare l'ibridazione.
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
29
GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9
ORCHID FOCUS
DI GROWTH TECHNOLOGY
FOTO:
MARCO MICHELINI
Si sente spesso dire che le orchidee non
hanno bisogno di fertilizzanti. É un mito
infondato: è vero che queste affascinanti
piante hanno esigenze specifiche particolari,
spesso ridotte se paragonate a quelle di altre
specie, ma vanno comunque adeguatamente
nutrite perché crescano sane e belle.
Questo è un prodotto pensato per piante
che spesso crescono su substrati privi di
nutrimento, tenendo conto del fatto che la
famiglia delle orchidee è molto vasta e variegatissima, ma con alcune peculiarità comuni,
come ad esempio l’intolleranza all’urea.
Le orchidee più comuni, come
Cymbidium, Paphiopedilum, Cattleya,
Phalaenopsis e Dendrobium trarranno
grande giovamento dall’utilizzo di Orchid
focus, somministrabile anche come spray
fogliare sia nella versione crescita che in
quella per la fase di fioritura.
Contenuto di di NPK: Grow 2.2:1.3:2.1
Bloom 1.9:2.5:2.6
La formula per la crescita contiene azoto,
mentre quella per la fioritura è ricca di
fosforo e potassio; entrambe contengono
sali minerali di alto profilo.
Per ottenere i migliori risultati è importante
che l’acqua sia il più possibile pura.
LINEA BIOCANNA
Questo fertilizzante contiene meno azoto
di quelli tradizionali, e non contiene urea
(impossibile da gestire in substrati privi di
micro organismi).
la direzione segnala
30
Prodotti grazie ad un complesso processo di
fermentazione controllato al 100%, i fertilizzanti liquidi BioCanna sono ricchi di una
miscela speciale di acidi di frutta benefici,
che contribuiscono a migliorare le qualità
organolettiche del raccolto e rendono
i nutrienti più facilmente assimilabili
in un più ampio range di pH.
I prodotti di questa linea sono
stati creati specificamente per
creare un’interazione ottimale
tra il substrato utilizzato e il
fertilizzante sulla base della
teoria dell’agricoltura di
precisione, per cui la pianta
viene nutrita in maniera
diretta e precisa.
BioCanna è stato sviluppato
dal punto di vista dell’agricoltura biologica e quindi si basa
sul presupposto del nutrimento diretto e indiretto
delle piante.
Questo significa che questa linea di
prodotti stimola la microflora attorno alle
radici che aiuta la pianta ad assimilare i
nutrimenti necessari e allo stesso tempo
protegge l’ambiente circostante alle radici
della pianta.
Si crea in tal modo un vero e proprio
ecosistema complesso che viene mantenuto
in equilibrio dalle piante in collaborazione
con altri organismi.
I fertilizzanti di BioCanna sono garantiti al
100% biologici e sono stati studiati per la
coltivazione in terra; sono certificati SKAL
Int. e hanno una composizione appropriata
che impedisce una somministrazione
eccessiva delle sostanze nutritive.